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Immagine tratta da gazzetta.it |
Niente turnover, nonostante la terza sfida con la Fiorentina alle porte, anche perché le assenze impediscono una ruotazione degli uomini. Particolarmente decimato l'attacco, con Giovinco e Tevez che si uniscono all'ormai perennemente infortunato Vucinic, ma anche centrocampo e difesa sono rattoppati, perché Marchisio non recupera dal problema accusato in Coppa, e nel riscaldamento anche Barzagli da forfait. Niente riposo dunque per Chiellini e Pogba, con la strana coppia Llorente-Osvaldo davanti alla ricerca del gol. Il Genoa di contro è un osso duro, durissimo, gioca sulle ali dell'entusiasmo e corre per 90 minuti, mettendo più volte in difficoltà i bianconeri proprio con il ritmo alto, che dovrebbe essere uno dei suoi pezzi forti. Per una volta è la Juve a dover puntare sulle ripartenze, con Osvaldo che per due volte si vede annullare un gol per fuorigioco (corretta la prima segnalazione, errata anche se difficile la seconda). I rossoblu reclamano a loro volta per un contatto tra Lichtsteiner e Bertolacci, ma in generale controllano la partita, sono aggressivi e pur senza tirare in maniera davvero pericolosa in porta fanno sudare sette camicie alla Juve. E chi si aspetta un calo del Genoa nel secondo tempo rimane sorpreso, perché al contrario i liguri sembrano ancora freschissimi, mentre è la Juve a mostrare limiti di condizione e un appannamento visto raramente.
E' in questo scenario, nel momento di massima difficoltà, che si ergono a grandi protagonisti i due giocatori più esperti tra i Campioni d'Italia, i due veri riferimenti per carisma e qualità: Gianluigi Buffon e Andrea Pirlo. Il portiere, che oggi raggiunge il mito Zoff nella lista dei presenti all-time con la maglia bianconera, è decisivo prima quando respinge il tiro di Bertolacci da distanza ravvicinata, e soprattutto quando para il rigore di Calaiò (fallo di mano di Vidal, oggi uno dei peggiori), mantenendo il punteggio sullo 0-0. Il secondo, pressato per tutta la gara Matuzalem e non molto incisivo, da un saggio della sua classe disegnando su punizione la parabola che al minuto 89 regala la vittoria e 3 punti fondamentali alla squadra di Conte.
Se anche in una partita così, che ha rischiato seriamente di perdere e in cui un pareggio sembrava già ottimo, la Juve riesce a tornare a casa con tre punti, allora il destino di questo campionato appare sempre più scritto. A completare il quadro, va sottolineato che a conquistarsi la punizione decisiva è stato Fabio Quagliarella, che sta vivendo la stagione più difficile da quando è a Torino, che ha giocato davvero pochissimo e negli ultimi due mesi non aveva praticamente visto il campo. Un dettaglio, anche questo, che come i precedenti fa la differenza.
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