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Immagine tratta da calciomercato.com |
Va detto che tutto sommato un pareggio sarebbe stato forse il risultato più giusto per questa che è stata la prima di tre sfide tra torinesi e toscani, visto anche il doppio impegno negli Ottavi di Europa League. La Fiorentina ha riscattato un primo tempo brutto e poco incisivo con un forcing finale da squadra matura e tenace, come vuole il suo allenatore, costringendo la Juve a coprirsi e rinunciare ad una punta pur di mantenere il risultato. Gli eroi dell'incredibile rimonta dell'andata (da 0-2 a 4-2 in un quarto d'ora) non sono in campo, Joaquin è malinconicamente in panchina, Pepito Rossi è ko da un paio di mesi, alla loro assenza si aggiunge anche quella pesante di Borja Valero, squalificato. A fare la differenza in negativo però è la giornata storta della linea mediana, con Pizarro che soffre terribilmente il pressing delle punte avversarie e perde palloni sanguinosi, Aquilani altrettanto impreciso e Anderson in ritardo di condizione e in debito di ossigeno già a fine primo tempo. La sfortuna ci ha sicuramente messo lo zampino, ma la reazione rimane troppo tardiva, perché regalare un tempo ad un'avversaria come la Juve è un lusso che a questi livelli non ci si può permettere.
I bianconeri centrano il quattordicesimo successo consecutivo in casa, un record che eguaglia quello del Torino del '76, che pareggiò solo l'ultima gara interna. In una giornata in cui Tevez e Llorente brillano poco, Pogba gioca una sfida "normale" e Vidal risulta troppo impreciso, basta la giocata di Asamoah, il migliore dei suoi con Marchisio (sempre più a suo agio nel ruolo "alla Pirlo"), a regalare tre punti preziosissimi alla capolista, sempre più in fuga verso il terzo scudetto consecutivo. Come domenica scorsa contro il Milan, la Juve si dimostra una volta di più pratica e spietata nello sfruttare le occasioni che le vengono concesse e a trasformarle in oro. Lo Scudetto, per ammissione dello stesso Conte, è al 50% cucito sul petto dei bianconeri, ora la vera sfida è la scalata all'Europa, a cominciare proprio dal doppio confronto con i viola. Perché vincere e scrivere nuovi record in Italia è una gran cosa, ma tornare ad alzare un trofeo internazionale può valere molto di più.
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