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Allegri.
Mister "no el capisse un casso", come l'ha apostrofato (simpaticamente eh..!) il suo lungimirante Presidentissimo, Berlusconi.
Ed è una vittoria che dà prestigio ad una stagione tutta di rincorsa, di ricostruzione, dove il tecnico livornese è stato più volte sull'uscio di Milanello a causa dell'avvio stentato.
Ed è un successo di Galliani, saggio uomo di calcio, che ha fatto di tutto per confermare il tecnico nel periodo buio, conscio che, tra i tecnici liberi, non avrebbe potuto pescare di meglio, e che i rossoneri imbottiti di giovani, avevano bisogno di un legittimo periodo di rodaggio.
Oggi la scelta sta ripagando: ora il Milan è 3° e in Champions League dopo il 2-0 rifilato ieri sera al Barcellona, ha mezzo piede nei quarti di finale.
Ieri è stata la vittoria di Allegri.
La tattica ha imbrigliato la tecnica (un pò svogliata) dei catalani.
L'ormai abituale 4-3-3 di questa stagione si è trasformato in un pragmatico 4-1-4-1, con Ambrosini muro difensivo con Boateng ed El Shaarawy a fare le ali di centrocampo, un regista come Montolivo e un'altro distruttore di gioco come Muntari. In avanti, data l'indisponibilità europea di Balotelli, il solo Pazzini pronto a fare a sportellate tra Puyol e Piquè.
In 10 dietro la linea della palla, ogni porzione di campo coperta alla perfezione. Obiettivo aspettare il Barcellona e ripartire in contropiede.
Ma il Barcellona poteva essere aspettato sino a domani, non pervenuto. Altro che il temibile Barcellona, sembrava di avere di fronte la classica squadra portoghese tutta passaggini e zero tiri in porta.
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Aggiungiamo che il Barcellona non perdeva con due gol di scarto dal 2011, in Coppa del Re con il Betis, e in Champions dalla famosa semifinale Inter-Barcellona 3-1, proprio a San Siro.
Allegri può vantarsi di aver battuto il Barcellona una volta, ma qualcuno, nel Milan lo batte.
In quell'Inter di Mourinho c'era l'uomo del 2-0, Sulley Muntari.
Ok, d'accordo, nel 3-1 dell'aprile 2010 era (giustamente) seduto in panchina, ma c'era. E c'era ieri sera, in un ruolo da protagonista. Superato l'infortunio ai crociati rimediato giocando in una spiaggia ghanese con gli amici (begli amici, mah...), è tornato ritagliandosi un ruolo da protagonista. Un giocatore dai grandi mezzi fisici e a volte tecnici, ma con lunghi passaggi a vuoto a livello di concentrazione, che ieri ha avuto la sua notte di gloria.
Muntari, l'uomo che battè il Barcellona due volte.
Addirittura.
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