L’ottava meraviglia. Rafael Nadal entra definitivamente
nella storia del Tennis mondiale vincendo per l’ottavo anno consecutivo il
torneo sulla terra rossa del Principato di Montecarlo. Mai nessuno è riuscito
in un’impresa simile. Fino a poche ore fa condivideva con Richard Sears,
padrone degli Us Open tra il 1881 e il 1887, il primato di sette edizioni dello
stesso torneo vinte consecutivamente. Dopo il Roland Garros del 2011 torna a
vincere un torneo e lo fa sulla superficie preferita, la sua terra rossa. Per lui
anche il titolo numero 20 in un Master in soli 8 anni di carriera da professionista,
superando il record di Federer fermo a 19.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg98v4QE3vawPw5bwLu9e1GE9PeUimE5rbx_2THoV4SKPLQC3Nisgx02FvOWGkR-UkACJxq6PASr6PbaxUzP-Nmk3OUc_eHzfgrrj5EgFHKtFsrk5-jqkxtQjsH3MpPDVkItXZLzu-B1Xo/s320/143252448_crop_650x440.jpg)
Batte in poco più di un’ora di gioco Djokovic e con lui anche
la sindrome nei confronti serbo, che lo aveva sconfitto nelle ultime sette
finali. Partita senza storia che prende la direzione di casa Nadal fin dalle
prime battute. L’85% di punti con la prima di servizio, il 60% di punti fatti
in risposta e la trasformazione di 5 delle 8 palle break avute durante la gara
testimoniano l’eccelsa forma psico-fisica con la quale lo spagnolo si è
presentato all’appuntamento. Troppa la voglia di rivincita sul serbo, troppa la
voglia di tornare a vincere, troppa la voglia di battere un altro record, l’ennesimo
per il 25enne di Manacor.
Dall’altra parte un Djokovic un po’ sottotono, spento più
del solito, causa probabilmente anche fattori extra sportivi (perdita del nonno
pochi giorni fa). Il serbo però, è
sembrato meno lucido già nelle prime sfide del torneo e la terra rossa di
Montecarlo, molto più lenta rispetto alle altre, non gli hanno lasciato scampo.
Paradossalmente, da domani, in classifica Djokovic allungherà
sullo spagnolo in virtù della sua non partecipazione in terra monegasca lo
scorso anno. Il computer ha il suo sistema, si può criticare ma è da
rispettare. Il dualismo tra i due che caratterizzerà il 2012 della racchetta è
solo all’inizio, Federer permettendo. Per
ora 1 a 1. Avanti con il prossimo torneo e la prossima finale.
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