Negli anni, alla corte dello sceicco sono arrivati tantissimi calciatori di grande livello, convinti dai suoi petroldollari a vestire la casacca, ben poco ambita fino ad allora, della seconda squadra di Manchester: da Robinho, Kompany e Barry, a Tevez, Adebayor e i fratelli Touré, fino ai più recenti Balotelli, Silva, Kolarov, Dzeko, Nasri e Aguero. Un altro importante acquisto però è stato il cambio di panchina, che ha portato all'esonero di Mark Hughes e all'assunzione, a inizio 2010, dell'italiano Roberto Mancini, reduce da stagioni importanti all'Inter e da molti ritenuto l'uomo giusto per mettere ordine in una squadra di grandi campioni e per ottenere finalmente i trofei che da tanti, troppi anni mancavano nella bacheca dei Citizens. Dopo alcune stagioni di "rodaggio", con risultati in costante miglioramento e un gioco di squadra sempre più efficace, culminate con la conquista dell'FA Cup e della qualificazione in Champions League dopo 46 anni nel 2011, il 2012 sembrava l'anno giusto per puntare ad un'affermazione in Premier League e per togliersi importanti soddisfazioni in Europa.
L'inizio di stagione è stato ottimo, con prestazioni convincenti, tanti gol e la storica vittoria nel derby contro i rivali dello United, asfaltati 6-1 sul proprio campo e umiliati sul piano del gioco. Come logica conseguenza di questa serie di risultati utili, il City è arrivato presto in vetta al campionato, e ha mantenuto la sua posizione di leader con grande autorità per molti mesi, conquistando un buon vantaggio sul team di Ferguson, l'unico avversario in grado di restargli in scia; unico neo, l'eliminazione dalla Champions League ad opera del Napoli, che ha costretto Mancini ad abbandonare troppo presto l'elite del calcio europeo e a puntare sulla meno appetibile Europa League. Dopo la pausa invernale, però, per il City sono cominciati i primi problemi, con l'eliminazione dalla FA Cup e dalla Coppa di Lega e, soprattutto, con il sorpasso in classifica ad opera dei "cugini" dello United e la sconfitta nei quarti di Europa League per mano dello Sporting Lisbona. Dopo due pareggi consecutivi, oggi è arrivata una pesante sconfitta in casa dell'Arsenal, che ha fatto precipitare gli uomini di Mancini a -8 dalla capolista United, con sole 6 partite da giocare. Una rimonta non è impossibile, visto che i Citizens affronteranno gli avversari in casa nel derby di ritorno, ma la sensazione è che la squadra abbia perso la sicurezza e il bel gioco di inizio stagione, e che un recupero in classifica sia molto difficile.
Il rischio è che anche quest'anno, dopo una partenza con grandi aspettative e spese importanti, si concluderà senza trofei importanti in bacheca, il che rappresenterebbe un vero e proprio fallimento per Mancini e per la sua squadra. Con l'ultima campagna acquisti, lo sceicco Mansur è arrivato ad una spesa di oltre 550 milioni di euro, un fiume di denaro che ha portato tanti campioni o presunti tali alla sua corte ma, finora, non ha fruttato le vittorie che i potenti arabi si aspettavano. A tutto questo si aggiungono i tanti, troppi problemi all'interno dello spogliatoio, come hanno dimostrato le ripetute richieste di cessione di Tevez e i continui gossip su Balotelli; in generale, è sempre mancata l'armonia in un gruppo costituito da tanti giocatori importanti e da troppi caratteri forti, forse è mancata la figura di un vero leader, capace di mettere tutti d'accordo. Un eventuale fallimento comunque potrebbe portare ad importanti novità, soprattutto nella conduzione tecnica del club: molti parlano di un arrivo di José Mourinho, stanco di Madrid e desideroso di tornare in Premier e portare alla vittoria un'altra squadra, ma per ora si tratta solo di voci.
Ci auguriamo che il Mancio riesca a invertire in qualche modo la rotta, e che sappia ottenere il successo in Premier, che costituirebbe un successo importante e una notevole iniezione di fiducia per lui e per la squadra. Anche perché poi, in estate, si potrà sempre pensare a nuovi importanti acquisti, grazie ai petroldollari dello sceicco Mansur; dopotutto, i soldi fanno la felicità, o forse no?
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