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mercoledì 5 marzo 2014

UN CODICE PIU' UTILE CHE ETICO

Immagine tratta da lanostratv.it e modificata su befunky.com
Per mesi gli addetti ai lavori hanno abusato del termine "codice etico", riferito alla Nazionale. Spesso un dito dietro al quale nascondersi, una frase con la quale motivare esclusioni eccellenti. Un codice applicato nella stragrande maggioranza delle occasioni, ma non in tutte. E finalmente Prandelli nella conferenza stampa di lunedì ne ha chiarito significato, metodo, applicazione e motivazione: "A novembre ho fatto una riunione con i giocatori, per spiegare il senso del codice etico, che è un nostro regolamento. Dissi che in particolare per la partita che precede una convocazione il giudice sono io e che in caso di comportamenti non in linea con quel codice, in Nazionale non si viene: i giocatori accettarono. Io non voglio e non posso rischiare di arrivare al Mondiale e ritrovarmi a giocare una partita in dieci. Punto". 
Tralasciando la tempistica dei giudizi ("..in particolare la partita che precede una convocazione..."), sono dichiarazioni condivisibili, è giusto che i calciatori che rappresentano la nazione intera abbiano un comportamento il più possibile ineccepibile, per dare un'immagine, un esempio, una morale, in un mondo del calcio spesso vacillante di valori ed esempi moralmente retti. 
Ma è nell'ultima frase che Prandelli lascia perplessi, sul non volere e poter rischiare di arrivare al Mondiale e giocare in dieci. Come se il codice etico avesse il fine di non far giocare in dieci la Nazionale e non lo scopo di dare un'immagine "pulita" alla Nazionale. Per carità, ben venga non giocare mai in inferiorità numerica, ma allora se è questa la motivazione profonda del codice etico, per favore lasciamo l'etica da parte. L'etica è un terreno sdrucciolevole, richiama definizioni filosofiche, "ciò che è giusto fare o non fare", "ricerca di ciò che è bene per l'uomo", "i doveri morali verso sè stessi e gli altri". Di etico in un allenamento per i calciatori a non essere espulsi ai Mondiali, in una punizione, non c'è molto. C'è un fine da perseguire, c'è allenamento mentale, abitudine a non fare gesti eccessivi. 
L'intenzione è lodevole, ma si lasci l'etica da parte. E' un codice più utile che etico.

venerdì 6 settembre 2013

GLI ARROGANTI UNDER 21

Immagine tratta da sky.it e modificata su befunky.com
Bardi (Portiere, Livorno); Sabelli (Terzino destro, Bari), Bianchetti (Difensore centrale, Verona), DiLorenzo (Difensore centrale, Reggina), Liviero (Terzino sinistro, Carpi); Baselli (Centrocampista centrale, Atalanta), Battocchio (Centrocampista centrale, Watford); Molina (Ala destra, Modena), Gatto (Trequartista centrale, Lanciano), Piscitella (Ala sinistra, Pescara); Belotti (Centravanti, Palermo). 
Questa è l'Under 21 che ieri ha miseramente perso contro i pari età del Belgio, un 1-3 casalingo, frutto di una ripresa pessima.
E già partono le prime scuse, si dice che solo 8 sono i convocati che disputano la Serie A, e che di questi il solo Bardi è titolare in Serie A, che le squadre italiane non puntano sui giovani, che è sempre la stessa storia.
Balle.
Si potevano e dovevano convocare calciatori più forti, con più esperienza, più pronti di quelli fatti esordire ieri. Alzi la mano chi aveva mai sentito parlare dei vari Sabelli, DiLorenzo, Liviero, Molina, Gatto, Belotti. 
E giocatori migliori, che hanno già disputato la Serie A ce n'erano. Ma non son stati convocati, su indicazione di Arrigo Sacchi (uno che di esclusioni eccellenti se ne intendeva, basti ripercorrere la sua carriera azzurra) per mancata osservanza del codice etico.
Il codice etico è un concetto un po' flessibile, usato a piacimento dai selezionatori per castrare le selezioni nazionali, a turno, di questo o quel calciatore. Gigi DiBiagio poi, ci ha messo del suo, perchè oltre a questi esclusi, ha operato delle "scelte tecniche" quantomeno discutibili.
Vediamo questi non convocati. Mattia Perin. Ok la paperona di domenica scorsa, ma parliamo di un ragazzo che para titolare nel Genoa, Serie A, con 32 presenze nella massima serie alle spalle. Possibile non sia quantomeno nella rosa dei tre estremi difensori?
Alessio Romagnoli, difensore centrale della Roma, 2 presenze e 1 rete, è invece escluso a tempo indeterminato per aver disertato una convocazione della Under 19, privilegiando un derby della Primavera. A Mario Sampirisi non bastano le 24 presenze accumulate in A come difensore destro con le maglie di Chievo e Atalanta. Altro escluso eccellente è Nicola Murru del Cagliari, terzino sinistro titolare degli isolani, 16 presenze in Serie A, per lui si parla di scelta tecnica. In un ruolo dove gli sono preferiti Liviero e Frascatore. Come terzino mancino escluso anche Biraghi, 44 presenze in B e appena acquistato in A dal Catania. Valerio Verre, centrocampista centrale, 8 presenze in Serie A e appena trasferitosi al Palermo, anche lui non convocato. Escluso dopo un'iniziale convocazione anche Marco Benassi, centrocampista centrale scuola Inter, ora al Livorno, 6 presenze in A con i nerazzurri con Stramaccioni, anche da titolare.
Ma le esclusioni eccellenti fanno capolino soprattutto in attacco: Gianluca Caprari, esterno offensivo della Roma, 27 presenze e 2 reti in Serie A, vittima di "scelta tecnica" del mister, che gli ha preferito Gatto e Molina. La stellina mancina Domenico Berardi del Sassuolo, appena acquistato a metà dalla Juve, deferito ed escluso per 9 mesi, per aver rifiutato una convocazione in Under 19 lo scorso maggio. 37 presenze e 11 reti di talento purissimo esplosi lo scorso anno in B non sono abbastanza. E così Antonio Rozzi, 3 presenze in A per il centravanti scuola Lazio, appena trasferitosi al Real Madrid B, escluso a tempo indeterminato per aver risposto male a un membro dello staff azzurro. Paradossale è anche l'esclusione di Fedato, punta del Bari (21 presenze e 4 reti in B ), non convocato perchè punito dal suo club di appartenenza per una notte brava in discoteca. Ma la "marachella" è stata commessa non in ritiro con la Nazionale, escluderlo dai convocati che senso ha? Solo questi giocatori sono undici. Una squadra intera.
Il codice etico, come detto, è un concetto molto labile. Usato per punire gli "arroganti" e chi non rispetta le regole. Ma siamo sicuri che gli arroganti siano i ragazzi e non i selezionatori?
Il 3-1 casalingo subito con il Belgio in una partita che conta, di qualificazione agli Europei, dovrebbe far riflettere. O si è troppo arroganti per ammettere gli errori?