domenica 27 ottobre 2013

VETTEL E' IL PIU' FORTE

Immagine tratta da ilsecoloxix.it
Un quadriennio di mondiali consecutivi è da leggenda. Vettel è nella leggenda della Formula Uno. In India conquista il Mondiale numero 4, la vittoria numero 36, pole numero 43, il posto sul podio numero 59, il posto in prima fila numero 61. Davanti a lui solo Schumacher (7 titoli) e Fangio (5).
Chi non riconosce l'assoluta forza del pilota Vettel è fazioso, troppo ferrarista o poco lucido.
Vettel è lo stesso pilota che nel 2007 al suo esordio, guidando una BMW-Sauber ad Indianapolis, si qualificò 7° ed arrivò 8°. Alla prima gara in F1.
E' lo stesso pilota che nella stagione successiva, anno di grazia 2008, al suo primo campionato completo dopo l'unico Gp disputato con la BMW-Sauber, a Monza segnò la sua prima pole position e la sua prima vittoria nella massima serie. Con una Toro Rosso. 
Portò la Toro Rosso alla prima ed unica vittoria in F1, ancor prima della prima vittoria nella categoria regina dei cugini della Red Bull.
E nel 2009, nell'anno del dominio della Brawn Gp, alla terza gara in Red Bull a Shanghai, portò la scuderia austriaca alla sua prima pole e alla prima vittoria in F1.
Bisogna aprire gli occhi, è maturato in un modo clamoroso. Se il primo anno (2010) vinse il Mondiale mostrando segni di immaturità qua e là, tra errorini ed autoscontri con Webber, e il titolo 2011 fu quello indiscutibilmente della macchina più forte, il 2012 ed il 2013 ci consegnano un Seb diverso. Quanti errori ha fatto? Chi ne ricorda uno?
Nel 2012 furiosa rimonta ai danni della meno performante Ferrari di Alonso, ma il capolavoro è stato fatto nella prima parte di stagione, quando con una Red Bull balbettante, il tedesco è riuscito sempre a rimanere competitivo in ottica campionato, lottando e stringendo i denti su ogni punto, per poi passare all'incasso nelle ultime gare. Brasile compreso, dove dopo la partenza si ritrovò ultimo, ma furiosamente andò a vincere il suo terzo titolo.
Immagine tratta da formula1.com
E questa stagione è stato perfetto. E' imbattibile nel giro secco, nel ritmo di gara, nella gestione degli pneumatici. Ha la macchina migliore. Ok. Ma Webber dove sta? Non è arrivato sempre secondo o in prima fila in qualifica. In India Seb si permette di fermarsi ai box al 2° giro, per poi vincere comodamente. 
Riconosciamo che ha una macchina spettacolare e la più forte. Ma è il più forte.
Per i faziosi, i troppo ferraristi o i poco lucidi, facciamo un giochino. Semplice semplice. A parità di macchina.
Vettel è più forte di Webber. Lo dicono i numeri (35 vittorie a 9 nelle cinque stagioni insieme). Ok. Nel 2006 però Webber corse alla Williams con Rosberg, che esordiva in F1. Conclusero 7 punti a 4 per l'australiano. Insomma si equivalsero. Quindi Vettel è meglio di Webber che è simile a Rosberg. E Rosberg in Mercedes nel triennio scorso andò meglio di Michael Schumacher bis (quello del grigio ritorno), e in questa stagione è spesso al livello di Hamilton (6-10 le qualifiche e 7-9 le gare per l'inglese), allora Vettel è molto meglio di Webber che è stato simile a Rosberg, il quale ha battuto lo Schumacher bis e se la gioca con Hamilton.
Ma Hamilton stesso, nell'anno dell'esordio in F1 (2007) in McLaren, sfiorò l'iride avendo come compagno di box Fernando Alonso, 10-7 le qualifiche per l'inglese, e pari punti (109) in classifica finale.
Ricapitoliamo. Vettel è molto meglio di Webber, che è stato simile a Rosberg, il quale ha battuto lo Schumacher bis e ora se la gioca con Hamilton, che a sua volta si è equivalso con Alonso.
Quindi? Vettel è il più forte. Stop.

venerdì 25 ottobre 2013

KIMI...RICONOSCE?

Immagine tratta da 4bp.blogspot.com e modificata su befunky.com
Ok, a un tipo "diverso" dagli altri piloti, tale è Kimi Raikkonen, gli si perdona tutto.
Ma ad oggi, ad un mese e mezzo dall'annuncio del ritorno di Icemen in Ferrari, comincia onestamente a sorgere qualche dubbio.
Da quell' 11 di Settembre Kimi si è spento. Ha mandato in pista il suo fratellino svogliato e sbadigliante. In qualifica ha preso sempre un distacco enorme da Grosjean, parliamo di 1.6 secondi a Singapore, 1.3 secondi in Corea e 3 decimi in Giappone. E nelle prime prove indiane di oggi è sempre dietro di mezzo secondo.
In gara ha alternato metà gara sonnecchianti a metà gara spettacolari, tutte rimonte e sorpassi.
Questo Kimi somiglia terribilmente a quello degli ultimi due anni del triennio Rosso. Sprazzi di classe cristallina (come la vittoria in Belgio nel 2009 con una F60 indecente) a gare francamente incomprensibili (sempre in Belgio nel 2008, dove in lotta per la vittoria con Hamilton negli ultimi km, va a sbattere al muretto della Blanchimond).
Immagine tratta da repubblica.it e modificata su befunky.com
Rileggendo le dichiarazioni festanti di Domenicali all'indomani dell'annuncio, scappa quasi da sorridere ora, dato che ha elogiato la maturità finalmente raggiunta dal finlandese, che associata alla sua incredibile costanza di rendimento, lo identificavano come il miglior profilo da mettere in macchina in una stagione complicata come si annuncia quella del 2014.
Immaturo e scostante come mai dal suo rientro nella massima categoria, ora Raikkonen fa sorgere qualche perplessità anche nei suoi più accaniti sostenitori.
Possibile che un pilota di 34 anni molli così la presa non appena si renda conto che non è la sua stagione, vedi 2008, o non avendo obiettivi da raggiungere dopo la firma con un altro team come in questo scorcio di campionato?
Mancanza di motivazioni?
Sabotaggio Lotus a favore di Grosjean, che dalla firma di Raikkonen per il team di Maranello, ha cominciato ad andare come mai in questa stagione, ed in generale, come mai prima d'ora?
Oppure la Ferrari ha preso ciò che ha lasciato, ossia un pilota "diverso", capace di numeri da fuoriclasse e lunghe dormite in momenti di poca motivazione?
Wait and see...

domenica 20 ottobre 2013

IL GRAN PREMIO PIU' PAZZO DEL MONDO

Immagine tratta da antoniogenna.com
Se non ci fosse di mezzo la sicurezza, argomento sul quale non è mai giusto né bello scherzare, si potrebbe dire che gli organizzatori della Moto Gp hanno trovato il modo per rinnovare e ravvivare l'interesse per questo sport. Il famigerato flag-to-flag, il cambio obbligatorio della moto a metà gara per risolvere il problema del deterioramento eccessivo degli pneumatici ha avuto l'effetto non solo di rimischiare le carte della contesa in pista, ma anche di riaprire un Mondiale che proprio oggi poteva chiudersi. 
Tutto accade nel giro di due giri, il 9 e il 10, durante i quali tutti i piloti compiono il "rito" del cambio moto, tranne uno: Marc Marquez. Il ventenne spagnolo, che arrivava in Australia con il sogno di chiudere trionfalmente la prima stagione nella classe regina con il titolo, è vittima della disattenzione del suo muretto, che lo fa rimanere in pista un giro di troppo, così che il cambio avviene in ritardo rispetto al regolamento e l'unico rimedio possibile è la bandiera nera. Gara finita per lui, 0 nella classifica punti, e con Lorenzo che alla stessa voce ne segna 25 il distacco in classifica è più che dimezzato, da 43 a 18. Con due gare da disputare, il maiorchino campione uscente ha nuova linfa e nuove speranze di riconfermarsi il migliore e di ribaltare una situazione che sembrava disperata. A completare la giornata orribile della Honda, arriva la penalità inflitta a Pedrosa per aver superato il limite di velocità nell'ingresso ai box, con conseguente posizione restituita a Marquez e possibile vittoria gettata via. Ride l'altra casa giapponese, la Yamaha, che ingolosita vorrebbe addirittura il secondo posto per Valentino Rossi, arrivato terzo al traguardo: secondo loro Pedrosa doveva ridare la posizione a lui, non allo squalificato Marquez, anche se la segnalazione è arrivata prima della bandiera nera esposta al giovane leader del Mondiale. Proteste ingiustificate, dunque, ma un primo e un terzo posto che danno morale e rilanciano un team che si sta dimostrando meno competitivo, con una moto inferiore a quella degli avversari, ma con un leader come Lorenzo che sembra nascondere molti dei problemi tecnici con la sua guida e il suo incredibile spirito combattivo. Discorso dunque ampiamente riaperto e appuntamento a Motegi per il nuovo capitolo di questa stagione 2013, che potrebbe chiudersi del tutto o vivere nuovi, clamorosi sviluppi.
Detto della gara, ci permettiamo di fare un appunto a quanto successo oggi. Questo Gran Premio d'Australia sarà a lungo ricordato come uno dei più pazzi e disorganizzati nella storia del Motomondiale, e ha ribadito un altro concetto fondamentale: i pit stop sono molto interessanti nella Formula 1, ma con le moto c'entrano poco o nulla. Vedere questi piloti che rientrano di corsa, saltano giù di sella come canguri e ripartono rischiando di scontrarsi non si può definire spettacolo, è un rischio inutile e di cui non si sente assolutamente il bisogno. Siamo abituati a vedere gare iniziate e concluse con la stessa moto, senza rientro ai box o cambi obbligati, preferiremmo che le cose rimanessero così. Anche l'organizzazione è stata piuttosto scadente, se è vero che oltre a Marquez altri due piloti hanno sbagliato i tempi del rientro ai box, segno che la regola non è stata spiegata come si deve, creando ulteriore confusione nei team. La tirata d'orecchie maggiore va però alla Bridgestone, rea di aver messo a disposizione gomme troppo fragili, che hanno costretto gli organizzatori a dividere in due il Gran Premio e poi ad accorciarne la durata per ridurre i rischi. Se a queste polemiche aggiungiamo quelle provocate dalla Pirelli in questa stagione di Formula 1, possiamo dire che le case automobilistiche non ci stanno facendo una gran figura. Lo spettacolo, lo ripetiamo per l'ennesima volta, non può essere costruito sulla pelle dei piloti e a discapito della sicurezza, su questo in molti nelle stanze dei bottoni del mondo delle corse dovranno riflettere, possibilmente senza aspettare l'ennesimo incidente.

I ROSSOBLU' DI CASA /8°T.

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
E finalmente venne il giorno del ritorno al Sant'Elia. 
Grande festa per i tifosi, dopo un anno e mezzo il Cagliari torna a giocare finalmente nella propria città, e finalmente in casa dopo il pastrocchio Is Arenas.
La struttura è vecchia e fatiscente, in pratica è uno stadietto nello stadio originale. Le tribune provvisorie dell'Is Arenas prese e montate al Sant'Elia. Come una costruzione di Lego che si prende e si smonta.
Ma sono tutti felici, e tant'è.
Sarà una bella battaglia mettersi ora d'accordo su come ristrutturare o rifare il Sant'Elia: il sindaco di Cagliari (probabilmente in cerca di una vetrina elettorale) vuole farne una struttura polifunzionale al servizio della città e non concentrata solo sul calcio. Non troverà per certo il benestare della società di Viale La Playa. Come al solito, la storia non finisce qui.
Davanti a 5000 tifosi, il Cagliari supera per 2-1 il Catania, portandosi a quota 10 in classifica dopo 8 giornate. Ormai abituale galleggiamento a metà graduatoria. Vittoria arrivata con più di qualche patema d'animo, con la rete decisiva siglata all'83' da Pinilla, subentrato a gara in corso. 
Bella l'esultanza del cileno, che sale in curva a cercare proprio l'abbraccio fisico dei propri sostenitori, quasi a sfogare quest'anno e mezzo di sofferenze.
A livello tattico, il match offre un copione a senso unico: il Cagliari fa possesso e passaggi di qualità pronti ad innescare la freccia nera Ibarbo, in giornata di grazia. Il Catania è un Catania piccolo piccolo rispetto a tutti quelli che han calcato i campi della Serie A dal suo ritorno nella massima serie. La qualità di manovra che contraddistingueva i siciliani si è sciolta al sole con le cessioni di Lodi e Papu Gomez. E' una squadra che dovrà lottare molto in questa stagione per restare a galla. Ha segnato in apertura su calcio d'angolo (tra le belle statuine rossoblù) e poco, pochissimo altro. Difesa ad oltranza, specie dopo l'espulsione di Legrottaglie. Poco brillante l'idea di piazzare il 37enne difensore su Ibarbo. Il colombiano aveva un altro passo. Gol pazzesco e rigore procurato (e poi sbagliato), fanno sembrare il buon Victor un giocatore di un'altra categoria.
Il Cagliari ha meritato, perchè ha chiuso il Catania nella propria area, tirando una decina di volte verso la porta avversaria. Frison, a lungo accostato proprio ai sardi durante il mercato, si mette spesso in evidenza. Notevole la prova di Pinilla, nei suoi 23 minuti in campo mette tutto: acrobazie, tiri al volo, un palo e una ribattuta in rete. Si danna l'anima, dà peso all'attacco e mette giustamente la firma sulla vittoria finale.
Non si può dire lo stesso di Marco Sau, in piena involuzione, bisognerà salvaguardare questo patrimonio societario, per non bruciarlo. Non gli riesce in pratica nulla da molte partite, Ibarbo e Pinilla attualmente danno molte più garanzie. 
Nota ampia di demerito per il "leggero" Cabrera. Lui non è un fulmine di guerra, d'accordo, ma in questa partita, piazzato da mezzala, non azzecca niente. Neppure un passaggio che sia uno. Un giro a vuoto clamoroso, specie se si pensa quanto sia stato inseguito sul mercato prima del suo arrivo. Non ha nè il fisico nè la personalità di un giocatore da Serie A, avesse 18-19 anni era accettabile, ma a 27 devi esser un giocatore bell'è pronto.
Prossimo match all'Olimpico contro la Lazio, dopo una partita a Cagliari, una in trasferta. Com'è giusto che sia.

Pagelline: Agazzi 6; Perico 6, Rossettini 5,5, Astori 5,5, Murru 6; Cabrera 4,5 (73'Ibraimi 6,5), Conti 6,5, Nainggolan 6; Cossu 6 (82'Nenè sv); Ibarbo 7, Sau 5 (67'Pinilla 7,5).
Lopez 6,5.

mercoledì 16 ottobre 2013

WORLD CUP 2014: CHI C'E' E CHI NON C'E?

Immagine tratta da wikipedia.com
Le qualificazioni alla Coppa del Mondo 2014 sono quasi giunte alla loro conclusione, se si escludono gli spareggi che a novembre definiranno le ultime partecipanti al torneo. Dati alla mano, analizziamo un po' questi risultati e vediamo chi ce l'ha fatta, chi è ancora in corsa e chi invece non parteciperà alla manifestazione.
FAVORITE: Brasile su tutti, perché gioca in casa e perché è in crescita con il ritorno di Scolari. Con lui la Spagna campione uscente e dominatrice in Europa, le promettenti Germania e Olanda e l'Argentina di Messi, in cerca del passo che lo metta definitivamente alla pari con Maradona. L'Italia, come detto da Buffon e Prandelli, parte in terza fila ma può stupire tutti. Più defilata l'Inghilterra, che al di là del nome sembra inferiore alle altre serie pretendenti alla vittoria.
CONFERME: Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud, che una volta erano le cenerentole del torneo, e adesso non fanno notizia con la loro presenza nei Mondiali. Conferme anche per Australia e Svizzera, entrambe al terzo torneo consecutivo, e per Honduras e Cile, qualificate anche a Sud Africa 2010. Con un piede in Brasile anche il Ghana, dopo il 6-1 rifilato all'Egitto nell'andata degli spareggi africani.
NOVITA' E RITORNI: Come da tradizione, anche questo Mondiale avrà almeno una prima volta: quello della Bosnia Herzegovina di Dzeko e Pjanic, che dopo due spareggi consecutivi persi tra Mondiali ed Europei agguanta finalmente la qualificazione ad un torneo importante. Tante anche le formazioni che dopo molto tempo tornano ad assaporare il gusto di questa competizione: Iran, Costa Rica ed Ecuador mancavano dal 2006, Russia e Belgio dal 2002, la Colombia addirittura dal 1998. Attenzione proprio a queste ultime tre squadre, la prima perché ospiterà la prossima Coppa del Mondo e ci tiene a fare bene, le altre perché hanno gruppi giovani e talentuosi e possono lasciare il segno.
INCERTE: Appesi agli spareggi i destini di molte formazioni, illustri e non, che dovranno aspettare novembre per conoscere il loro destino. In Europa, tra le otto squadre ammesse Portogallo, Francia e Svezia sono le favorite, ma occhio agli incroci pericolosi, in cui spera soprattutto la sorprendente Islanda per ottenere una storica prima volta. In Africa, detto del Ghana, sono alte le quotazioni di Costa d'Avorio (gioca in campo neutro contro il Senegal, 3-1 l'andata), Nigeria (2-1 in Etiopia, ritorno in casa) e Camerun (0-0 in Tunisia), sogna il Burkina Faso che dovrà difendere in Algeria il 3-2 della prima sfida. Nei playoff misti tra Asia, Oceania e Americhe, favoritissimi il Messico e l'Uruguay, che se la vedranno rispettivamente con Nuova Zelanda e Giordania, avversarie sulla carta non proibitive per loro.
ASSENTI: Nessuno scalpo illustre finora, ma qualche campione rimarrà tristemente a casa quest'estate. In Europa, sono fuori tra le altre la Slovacchia di Hamsik, fatale proprio all'Italia nel 2010, il Galles di Bale, e inoltre Turchia, Serbia, Danimarca, Polonia, Repubblica Ceca e Irlanda, che pure negli ultimi anni erano salite alla ribalta. In Africa, spiccano l'eliminazione del Marocco, dell'eterno incompiuto Mali e del Sud Africa, che aveva ospitato l'ultimo Mondiale. In Asia è ufficiale il ridimensionamento dell'Arabia Saudita, presenza fissa ai Mondiali fino a qualche anno fa, e ancora incompleta la Cina, presente solo nel 2002. Poche sorprese nella Concacaf, in Sud America rimane fuori su tutte il Paraguay dopo quattro Mondiali consecutivi. Svanita già da tempo la favola di Tahiti, che ha giocato la Confederations ma è stata eliminata nelle qualificazioni.
Appuntamento a novembre e, soprattutto, a dicembre, quando il sorteggio dei gironi e gli spareggi ci diranno qualcosa in più su quella che sarà una lunga, bollente estate calcistica.

domenica 13 ottobre 2013

VECCHIA STORIA

Immagine tratta da automoto.it e modificata su befunky.com
Vecchia storia, vince Vettel. Aggiorniamo i numeri: 35 vittorie, 58 podi, 42 pole, il tutto in soli 115 gran premi. In India tra 14 giorni, calcolatrice alla mano, gli basterà un quinto posto per laurearsi quadricampione. 
Vecchia storia, la Red Bull manifesta una superiorità clamorosa. Seb si permette di cannare in pieno lo start, andando persino a toccarsi con Hamilton (che sarà costretto al ritiro a causa di una pizzicata dell'alettone del tedesco), ma mette sul tavolo, dopo mezza gara passata da 3°, una sosta ai box ritardata, che gli consegna la vittoria su un piatto d'argento.
Vecchia storia la partenza da bradipo di Mark Webber. L'unico canguro che al via salta all'indietro. Pole vanificata e metà gara da secondo dietro Grosjean, e metà gara da secondo dietro Vettel. Si dichiara anche sorpreso della strategia a 3 soste scelta per lui dal muretto dei box. Noi no. Insomma, una vita da secondo.
Immagine tratta da formula1.com
Vecchia storia le prime parti di gara di Grosjean, la classica partenza da leone. Alla fine lotta con le unghie, con i denti, col Kers e con il Drs, ma arriva 3°. Quarta medaglia di bronzo della stagione. Ah, se non ci fosse la RedBull. C'è da riconoscere il merito di aver saputo placare l'indole casinista che lo contraddistingueva.
Vecchia storia Nando 4°. La Rossa non va, arriva a 45 secondi dalla vetta, ci mette un'eternità a sbarazzarsi della Sauber di Hulkenberg e viaggia su un ritmo costantemente lontano dai migliori. Si esulta per aver recuperato punti per il secondo posto dei costruttori sulla Mercedes. Sono 10 i punti di vantaggio sui tedeschi ora. Ma occhio alla Lotus, sempre a podio nelle ultime gare, a -33.
Vecchia storia Kimi. Scattando 9°, rimedia un quinto posto comunque molto insoddisfacente rispetto alla prestazione di Grosjean. 38 secondi di ritardo dal compagno di box. Troppo.
Non si può sempre partire indietrissimo e sperare nel miracolo in gara.
Vecchia storia anche in termini anagrafici, dato che Kimi erediterà nella prossima stagione, lo scettro di nonno del gruppo. 34 candeline il 17 ottobre per lui, auguri.
Vecchia storia pure Massa, che, stufo di avere una Ferrari sbiadita, decide di metterci del suo e di essere il più veloce. Sì, ma in corsia box. Risultato ovvio di un drive through che lo relega a sbattersi per i punticini. Chiuderà decimo.

Pagelline: 1°Vettel 9, 2°Webber 7, 3°Grosjean 8, 4°Alonso 6,5, 5°Raikkonen 6, 6°Hulkenberg 7,5, 7°Gutierrez 8, 8°Rosberg 6, 9°Button 6,5, 10°Massa 5, 11°DiResta 6, 12°Vergne 6,5, 13°Ricciardo 5,5, 14°Sutil 5, 15°Perez 5, 16°Maldonado 5,5, 17°Bottas 5,5, 18°Pic 6, 19°Chilton 6, RIT.Hamilton 6, RIT.VanDerGarde 5, RIT.Bianchi 6.

297Vettel, 207Alonso, 177Raikkonen, 161Hamilton, 148Webber.
445RedBull, 297Ferrari, 287Mercedes, 264Lotus, 83McLaren.

sabato 12 ottobre 2013

I DECIMI E I SECONDI

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
I decimi, come quelli mancati a Vettel per fare la pole, quantificati in 3 o 4 a causa di un guasto al Kers, che gli fanno perdere la pole. Una volta tanto.
Senza Kers fa comunque un giro fantastico, che gli consegna la prima fila accanto al suo secondo, Mark Webber.
Webber, alle prese con le ultime gare della carriera, riesce a Suzuka a segnare la sua prima pole stagionale, la numero dodici in carriera. Poco più di un decimo e mezzo separa le due lattine RedBull, vedremo domani se avranno pista libera, magari cercando di far cogliere all'australiano l'ultima vittoria in carriera, o si cercherà di favorire Vettel al fine di chiudere quanto prima il discorso Mondiale. Che è comunque chiuso, sigillato e inabissato.
Immagine tratta da formula1.com
I secondi, si diceva. Come quelli da cui le prendono i rossi 2014 Alonso e Raikkonen.
Torniamo a segnalare la preoccupazione per le qualifiche di Nando e Kimi. Lo spagnolo domani partirà ottavo, nelle retrovie, come spesso in questa stagione. Sette i decimi di ritardo da Webber, ma pure tre da Felipe Massa, quinto. Nel 2013 per sei volte il brasiliano è scattato davanti al suo caposquadra, salvo poi risultare sempre effervescente quando c'è da conquistare i punti buoni. Sono 11 le gare in cui Alonso non scatta nelle prime due file. Tallone d'Achille conclamato.
E in crisi in qualifica è pure per Kimi Raikkonen. Domani sarà 9°, tre decimi dietro Grosjean 4°, e sette dietro la pole. Non sono preoccupanti le cinque volte in cui il francesino ha messo le ruote davanti al finlandese in partenza, ma piuttosto questo trend delle ultime cinque qualifiche di Kimi, 8°, 11°, 13°, 9° e 9°, roba da pilotino qualunque. 
Come la mettiamo per il 2014? L'esperienza rallenta in qualifica invece che dar vantaggi?
Considerando pure che Suzuka è unanimemente descritta come una tra le piste più tecniche del Mondiale. E in una delle piste più tecniche escono fuori i secondi?
Curioso.
Domani, comunque sarà una bella gara. Escludendo le RedBull.


Pagelline: 1°Webber 9, 2°Vettel 8,5, 3°Hamilton 7, 4°Grosjean 7, 5°Massa 7, 6°Rosberg 6, 7°Hulkenberg 7, 8°Alonso 4,5, 9°Raikkonen 4,5, 10°Button 6, 11°Perez 5,5, 12°DiResta 6,5, 13°Bottas 7, 14°Gutierrez 6, 15°Maldonado 5,5, 16°Ricciardo 5,5, 17°Sutil 5, 18°Vergne 5, 19°Chilton 7, 20°Pic 6,5, 21°VanDerGarde 6, 22°Bianchi 5.

martedì 8 ottobre 2013

SERIE A 2014: TIRIAMO LE SOMME - PRIMA PUNTATA

Immagine tratta da juventiknows.com
Con la pausa dovuta agli impegni delle Nazionali ci concediamo di dare un primo voto alle squadre di questa serie A 2013-14. E' vero, siamo a mala pena al secondo mese di questa stagione, ma si può già dare qualche giudizio per quanto visto finora.
ATALANTA: Malino all'inizio, in risalita nelle ultime partite. Squadra praticamente identica allo scorso anno, se anche i suoi leader (Denis, Cigarini, Bonaventura) si confermano la salvezza è più che alla portata. Voto 6,5.
BOLOGNA: Il genio di Diamanti e la barba del nuovo idolo del web Moscardelli non sembrano sufficienti a questa squadra, colabrodo in difesa e alla disperata ricerca di un vero bomber. Gilardino aveva lasciato il segno lo scorso anno, Bianchi lo sta facendo molto di meno. Voto 4,5.
CAGLIARI: Meriterebbe 10 di stima per quello che sta passando da un anno e mezzo per la querelle sullo stadio, in campo la squadra è un po' altalenante (una sola vittoria alla prima di campionato) ma ha i margini per migliorare. Voto 6.
CATANIA: Ripetersi per tre anni di fila avrebbe del miracoloso, gli addii di Lodi e Gomez hanno inciso in questo avvio poco convincente, anche se le ultime partite fanno vedere una reazione. Voto 5,5.
CHIEVOVERONA: Il successo contro l'Udinese è l'unico lampo di un inizio di stagione pessimo, con un attacco stitico e una difesa poco attenta, due cose assolutamente inconciliabili per una squadra sempre votata alla solidità e alla concretezza. Voto 4,5.
FIORENTINA: Discreto inizio per i viola, colpiti dagli infortuni nel reparto offensivo e in cerca del salto di qualità dopo la Champions sfiorata, con il rientro di Gomez e un Rossi così le premesse per fare bene ci sono tutte. Voto 6,5.
GENOA: L'avventura di Liverani è durata poco e ha portato solo alla gioia del derby vinto, il ritorno di Gasperini è una scommessa ma la squadra deve ancora ritrovarsi dopo l'ennesima rivoluzione estiva, e prepararsi ad un'altra stagione di passione. Voto 5.
INTER: La batosta appena subita contro la Roma non cancella i netti progressi rispetto allo scorso anno, Mazzarri sta rigenerando giocatori come Jonathan e Alvarez e l'assenza dalle Coppe può far bene a questa squadra in cerca di riscatto. Voto 7.
JUVENTUS: Confermarsi in vetta non è mai facile, in casa bianconera qualche partenza non è stata ben gradita e la grinta dei due anni passati a volte sembra mancare, ma la voglia di vincere è intatta, e Tevez e Pogba possono essere i valori aggiunti per il tris. Voto 7,5.
LAZIO: Un anno fa Petkovic era la sorpresa, ora la squadra sembra decisamente più in difficoltà, con Klose ancora a secco e il peso di un derby perso sulle spalle, forse il mercato non ha portato i rinforzi che ci si aspettava. Voto 5,5.
LIVORNO: Per essere una neopromossa non se la passa male, squadra solida che non gioca male e porta a casa punti pesanti, magari subisce troppo contro le grandi ma se vince le partite giuste salvarsi non è un'utopia. Voto 6.
MILAN: Va bene i tanti infortuni, ma il gioco non può dipendere solo dalla vena di Balotelli e da qualche episodio, squadra con limiti evidenti in difesa e anche a centrocampo, si spera nella sosta per recuperare idee e uomini. Voto 5.
NAPOLI: Via Cavani, dentro Mertens, Albiol, Reina, Callejon e soprattutto Higuain, un affare che può garantire il definitivo salto di qualità, Benitez punta sulla serenità e sulle idee per vincere, l'Europa può essere croce e delizia, staremo a vedere. Voto 7,5.
PARMA: Inizio poco positivo, poi la netta ripresa nelle ultime giornate anche se i margini per migliorare ancora ci sono, Cassano in provincia si è spesso esaltato e di certo farà di tutto per conquistarsi il suo primo Mondiale. Voto 6.
ROMA: Dopo due anni di passione, Garcia sembra aver cambiato finalmente qualcosa nella Capitale, Totti sembra tornato un ragazzino, i nuovi acquisti funzionano e la squadra gioca bene e diverte, in più dopo 7 vittorie su 7 sognare è più che lecito. Voto 8.
SAMPDORIA: Il progetto di Rossi sembra già arrivato al capolinea, squadra con poche idee ed evidenti limiti nella costruzione del gioco, con un centrocampo senza fantasia e un attacco che ancora rimpiange il pupillo Icardi. Voto 4,5.
SASSUOLO: Dopo le goleade subite nelle prime partite c'è stato qualche passo avanti, il duo di giovani punte Zaza-Berardi è promettente, ma la difesa e il centrocampo devono migliorare parecchio per sperare in una salvezza. Voto 5.
TORINO: Buon inizio per la squadra di Ventura, che però ancora rimpiange le due vittorie sfumate negli ultimi secondi di partita, Cerci si sta confermando il faro della squadra, Ogbonna e Bianchi sono un ricordo, le premesse per far bene ci sono tutte. Voto 6,5.
UDINESE: Partenza così così per i friulani, che finora mettono fieno in cascina in casa e vanno in bianco in trasferta, Di Natale è l'eterna luce la davanti, Muriel e gli altri giovani le speranze per continuare questo incredibile progetto vincente. Voto 6.
VERONA: Se la parte di città clivense piange, quella di sponda Hellas gongola per l'incredibile inizio di stagione, belle prestazioni e punti importanti portati a casa, Toni e Iturbe sono il mix di esperienza e novità che ben rappresentano questa squadra. Voto 7.

sabato 5 ottobre 2013

TUTTI A FARE IL TIFONE

Immagine tratta da f1grandprix.com e modificata su befunky.com
Bla, bla, Vettel pole, bla, bla, pole numero 42, bla bla, quarto Mondiale sempre più vicino, bla bla, Red Bull imbattibile, bravo bravissimo, bla. Solita introduzione da un quadriennio, solita pole di Seb. Solito copione.
In Corea c'è proprio la sensazione di una stagione che si sta stancamente trascinando verso la fine, con un Mondiale che attende solo la matematica e a cui non crede più nessuno, se non Vettel, con il mercato piloti che ha già espresso il meglio e che deve assegnare solo i sedili "paganti".
Insomma, le ultime sei gare sono proprio poco appassionanti e poco motivanti per i piloti e gli addetti ai lavori, e così per gli spettatori.
Domani partiranno fianco a fianco i due migliori in termini di velocità pura, Vettel ed Hamiton. 
Webber, qualificatosi 3°, scatterà 13° in virtù della penalizzazione inflitta per aver fatto da passeggero di Alonso nel giro di rientro ai box al termine del Gp di Singapore.
Grosjean, beneficiando di questa penalità, eredita la terza piazzola, con il compagno di box Raikkonen solamente nono (decimo tempo) a un secondo e tre dal francesino.
Kimi, come sostenuto anche lo scorso Gp, assieme ad Alonso, non dà il meglio di sè il sabato. Entrambi han perso velocità, non sono più ai livelli di velocità pura nel giro secco come nei loro anni giovanili. Si palesa già da questo 2013 un possibile punto di difficoltà per la coppia in rosso del prossimo anno. Alonso anche oggi stacca il 6° posto, la classica terza fila, che lo farà partire quinto, con Massa appena dietro a due decimi.
Immagine tratta da formula1.com
Il distacco tra i due in qualifica è sempre minimo, mentre in gara si allarga con una forbice molto ampia. 
Ci sono due alleati domani per evitare la classica noia causata dalle note fughe vetteliane.
Uno. La cabala. In Corea si corre dal 2010, ed i piloti che hanno realizzato la pole non hanno mai vinto. 2010, pole a Vettel e vittoria di Alonso. 2011, pole a Hamilton e vittoria a Vettel e 2012, pole a Webber e vittoria di Vettel.
Due. Fitow. Il tifone, pioggia torrenziale e venti a 100 kmh previsti in passaggio sul circuito proprio per domenica, proprio per il Gp. 
Bisognerà fare il tifo, anzi il tifone, per scacciare gli sbadigli e vedere una bella gara sul bagnato, come non succede da tempo.
Ma anche sul bagnato, Vettel è fortissimo. Nuova lode in vista per la sua laurea quadriennale, dopo il capolavoro singaporegno?

Pagelline: 1°Vettel 10, 2°Hamilton 8, 3°(13°)Webber 6,5, 4°(3°)Grosjean 7,5, 5°(4°)Rosberg 5,5, 6°(5°)Alonso 6, 7°(6°)Massa 6, 8°(7°)Hulkenberg 7, 9°(8°)Gutierrez 7, 10°(9°)Raikkonen 4, 11°(10°)Perez 6, 12°(11°)Button 5,5, 13°(12°)Ricciardo 6, 14°Sutil 6, 15°DiResta 6, 16°Vergne 5,5, 17°Bottas 5,5, 18°Maldonado 5, 19°Pic 6, 20°Van der Garde 6, 21°Bianchi 6, 22°Chilton 6.