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sabato 1 novembre 2014

I CINQUANT'ANNI DI MARCO VAN BASTEN, IL CIGNO DI UTRECHT

Immagine tratta da Wikipedia.it
"E' stato il più grande attaccante che io abbia mai allenato. Il suo ritiro è stata una tremenda sfortuna per tutti: lui stesso, il Milan, il calcio." Basterebbero queste parole, pronunciate da un guru del calcio come Fabio Capello, per spiegare a tanti giovani tifosi chi è stato Marco Van Basten, e cosa ha rappresentato nello mondo dello sport in assoluto. Oggi, nel giorno del suo cinquantesimo compleanno, è giusto e doveroso rendere omaggio ad uno dei più grandi e forti giocatori di sempre nella storia del calcio. Un talento purissimo, un mix strepitoso di potenza, intelligenza e tecnica individuato, una macchina da gol letale, che si è inceppata troppo presto, tra sfortuna e infortuni vari.
Che Van Basten fosse una sorta di predestinato si intuì fin dal suo esordio con l'Ajax: a nemmeno diciotto anni, entrò in campo al posto di un mito vivente come Johann Cruyff, e nella stessa partita si tolse la soddisfazione di mettere subito a segno il suo primo gol. Il primo di una lunghissima serie, che in breve tempo portò il "cigno di Utrecht" a diventare uno dei bomber più prolifici del panorama europeo e mondiale, e uno dei talenti più ambiti dalle grandi squadre. Il colpo lo realizzò il Milan di Sacchi e Berlusconi, che inserendo lui e il connazionale Ruud Gullit in un ottimo nucleo di talenti italiani diede vita ad una delle squadre più forti di sempre nella storia del calcio. A Milano vivrà gli anni più sfolgoranti della sua carriera, con medie realizzative altissime ed un numero impressionante di trofei, individuali e di squadra, portati a casa in Italia e in Europa. Giusto per citarne qualcuno, ricordiamo i tre Scudetti, le due Coppe dei Campioni e le altrettante Coppe Intercontinentali, i due titoli di capocannoniere della Serie A e, soprattutto, i tre Palloni d'Oro conquistati in appena cinque stagioni e mezza in maglia rossonera.
Per moltissimi difensori del nostro campionato Van Basten rappresentò un enigma irrisolvibile, un avversario impossibile da marcare. Possente fisicamente, e al tempo stesso delicato e raffinato tecnicamente, in campo a volte assomigliava ad un ballerino per le movenze felpate, e a queste doti abbinava una precisione ed una rapidità incredibile nel finalizzare ogni giocata, oltre ad un istinto spietato davanti alla porta. Presto tutto il mondo iniziò a conoscere il suo enorme talento, e il suo apice lo raggiunse nel memorabile Campionato Europeo del 1988, in cui i suoi gol trascinarono l'Olanda alla sua prima e tuttora unica affermazione a livello continentale. Memorabile, in questo senso, la rete del 2-0 nella finale contro l'Unione Sovietica, una delle più belle di sempre nella storia del calcio: un destro al volo, spettacolare e preciso, dal lato esterno dell'area di rigore, un gesto tecnico impensabile per un giocatore "normale", che ancora oggi sembra una poesia ogni volta che viene riproposto.
Una perfetta macchina da gol, insomma, se non fosse stato per quella maledetta caviglia, autentico punto debole del gigante olandese. Già reduce da due infortuni seri e ormai abituato a convivere con il dolore, nel dicembre del 1992 Van Basten decise di sottoporsi ad una operazione, con la speranza di risolvere finalmente il problema. Fu l'inizio del suo calvario, con un breve ed illusorio ritorno a fine stagione, una finale di Champions League persa con il Marsiglia e giocata nonostante il dolore ancora molto forte, quindi un nuovo ritorno sotto i ferri e la lunga, disperata rincorsa ad una forma che ormai sembrava perduta. Lottò per due anni, senza più vedere il campo, e alla fine capì che non c'era più nulla da fare e gettò la spugna: la sua carriera finì ufficialmente nell'agosto del 1995, quando aveva trent'anni, ma realmente si era conclusa due anni prima, con quella sfortunata finale di Champions League.
Dopo alcuni anni Van Basten ha cercato di ripercorrere, da allenatore, gli stessi successi ottenuti da giocatore, sia come allenatore di club che in Nazionale, ma i risultati sono stati altalenanti e non sempre positivi, ben distanti da quelli ottenuti sul campo. Anche per questo, noi nostalgici e amanti di questo sport continuiamo a ricordarlo per quel fenomeno che era con il pallone tra i piedi, quando faceva impazzire i difensori avversari e segnava tanti, bellissimi gol, in quella che è stata una carriera breve e folgorante, unica nel suo genere, per un uomo che si è sempre definito "un giocatore normale, che ogni tanto fa cose normale". Tanti auguri Marco, e grazie di tutto.

lunedì 30 giugno 2014

MONDIARIO DIA 19

Immagine tratta da worldsoccertalk.com e modificata su befunky.com
Diario Mondiale. Giorno 19.
E' la fame. La fame che fa la differenza. Lo spettacolo offerto da Colombia e Cile sabato, da Olanda e Messico, Costa Rica e Grecia domenica ci spiega che è la voglia di vincere questo Mondiale, di prenderlo come un'occasione unica nella vita, ciò che sta mettendo le ali a queste Nazionali. E non è un caso che nessuna di queste si sia mai issata sul tetto del mondo. Come non è un caso che le due peggiori squadre delle 8 viste sinora negli ottavi di finale siano state le uniche che un Mondiale lo hanno già vinto, il Brasile e l'Uruguay.
Poi c'è anche il fenomeno. Il fenomeno, quel giocatore che in partite di lotta ti piazza il colpo di classe e si vince da solo la partita. Sta succedendo in tantissime partite. Ieri l'Olanda ne ha avuti due. Sneijder che ha fatto una pessima partita e a due minuti dalla fine coglie il pareggio orange, e Robben, che al minuto 92 parte da centrocampo e se la va a vincere da solo. Imprendibile. E si procura (foto) il rigore della vittoria poi insaccato da Huntelaar.
Chi ha la fame e i fenomeni vincerà. E i fenomeni sono 3: Messi, Robben e James Rodriguez. Per continuità e capacità di essere decisivi. In ogni partita. 
In Costa Rica-Grecia c'era solo fame. E sonno. Il fenomeno lo faceva Christodoulopoulos del Bologna (il che è esemplificativo) e dall'altra parte Keylor Navas, portiere del Levante. Partita modesta modestissima sul piano tecnico, accesa su quello del pathos, belli i supplementari. E' passata la Costa Rica ai rigori, ma non avrà scampo contro l'Olanda. 
A chi si chiede come facesse la Costa Rica a essere arrivata là e l'Italia no, basta notare come gli azzurri non abbiano avuto nè fame e nè fenomeni. Ed è bastata la fame della Costa Rica per passare il turno, il remare nella stessa direzione, sentire che il Mondiale è l'occasione di una vita. Non un'altra partita per presunti campioni che non vedono l'ora di andare in vacanza.
Stasera le europee torneranno sugli scudi: le due squadre più squadre di tutti forse, Francia e Germania incontreranno rispettivamente Nigeria e Algeria. Non ci saranno sorprese, Francia-Nigeria 2-0 (Benzema, Giroud) e Germania-Algeria 3-0 (Muller, Muller, Kroos).

martedì 24 giugno 2014

MONDIARIO DIA 13

Immagini tratte da chud.com (a sx) e express.co.uk (a dx), modificate con Paint e befunky.com
Diario Mondiale. Giorno 13.
Chiudono i battenti il Gruppo A e il Gruppo B. Escono i primi due ottavi di finale, che saranno Brasile-Cile e Olanda-Messico. Salutano la competizione Croazia, Camerun, Spagna e Australia. Ultime gare dei gironi al solito con una girandola di gol (14 in 4 gare), nella partita più interessante e decisiva, il Messico di Fred Flintstones Miguel Herrera pialla allegramente la Croazia (3-1), senza far nulla di eccezionale, eccetto aspettare per 72 minuti la cottura nel caldo di Recife dei croati, che crollano clamorosamente incassando tre reti in dieci minuti. Il fattore fisico si sta rivelando veramente penalizzante per le squadre europee, maggiormente per le più tecniche che tentano di imporre il proprio gioco contro quelle del continente americano. 
Astuta la mossa del maestro Van Gaal, che schiera un'Olanda da attesa in contropiede contro il Cile, non tenta di imporre il proprio gioco, ma aspetta che i cileni scoprano il fianco. Un 3-5-2 atipico quello degli orange, con il vecchio Dirk Kuyt a fare l'esterno sinistro e due velocisti come Robben e Lens in attacco pronti a essere innescati. il 2-0 finale è frutto di questa tattica, specie nell'azione del raddoppio. Attenzione all'Olanda: Robben è in una forma strepitosa, per distacco il miglior calciatore visto sinora e Van Gaal con 3 vittorie su 3 sta ben rispondendo alle critiche ricevute in patria per la difesa a 3 / a 5.
La vittoria del Brasile (4-1) non deve esaltare. Il Camerun è tatticamente la peggior squadra vista ai Mondiali, basta vedersi la rete dell'1-0 di Neymar, con una difesa piazzata come in terza categoria. E immancabile anche il dodicesimo uomo in campo, al minuto 49 riappare Aiutinho, l'unico in grado di far segnare baffetto Fred. Preoccupante piuttosto aver preso un gol dagli africani, l'unico realizzato in questa manifestazione, e il continuo ostracismo a Hernanes. Si congeda dal Mondiale finalmente con una vittoria la Spagna, con la vecchia guardia capitanata da Fernando Torres e David Villa che passeggia allegramente sui cangurotti australiani. Un 3-0 che sa di addio per molti protagonisti del ciclo vincente, Del Bosque compreso.
Oggi è il giorno dell'Italia. Considerando che con quella dell'Olanda salgono a 3 su 11 partite le vittorie delle squadre europee sulle americane, bisognerà fare molta attenzione. Il bottino europeo sulle americane è 3 vinte (una oltre il 90' della Svizzera sull'Ecuador) e un pari (il Portogallo al 95' contro gli Usa) e ben 7 sconfitte. L'Uruguay in sè a parte le due bocche di fuoco Cavani e Suarez è battibile, ma è necessario reggere fisicamente e usare il 3-5-2 in senso italico, in contropiede, lasciando ai sudamericani l'onere di fare la partita. Un dato curioso: l'Italia e l'Uruguay si sono già confrontate l'anno scorso in Confederation Cup, con un 2-2 e vittoria azzurra ai rigori, ma di quella gara è rimasto nulla. Prandelli schierò un 4-2-3-1 con ben 6 degli 11 in campo non convocati per questi Mondiali (Maggio, Astori, Montolivo, Diamanti, El Shaarawy, Gilardino), sembra una vita fa. 
Se l'Italia non dovesse passare il turno, Prandelli ha pronto un biglietto sola andata per il Costa Rica. 
Polpopol usato come pendolino: Costa Rica-Inghilterra 1-1 (Campbell, Sturridge), Italia-Uruguay 0-0, Grecia-Costa d'Avorio 0-3 (Bony, Yaya Tourè, Bony), Giappone-Colombia 0-2 (Ibarbo, Gutierrez).

mercoledì 18 giugno 2014

MONDIARIO DIA 7

Immagine tratta da mkalty.org e modificata su befunky.com
Diario Mondiale. Giorno 7.
Ma dove vai se l'allenatore buono non ce l'hai. Ecco cosa accomuna le balbettanti e tremolanti prestazioni di ieri di Belgio e Brasile. Wilmots conferma le previsioni che lo vedevano come probabile carciofo seduto in panchina e riesce a presentare un undici insensato nel primo tempo contro l'Algeria. Fellaini, Mertens e Januzaj confinati in panchina, una squadra contratta, complessata, che passa meritatamente in svantaggio contro i nord-africani. Quantomeno riesce, in un raro barlume di lucidità, a far subentrare i primi due e i Diavoli Rossi riescono a ribaltare il match, vincendo due a uno proprio con Fellaini e Mertens che vanno a siglare le marcature decisive. Ma il Belgio (purtroppo) non farà molta strada. L'allenatore è limitante.
E così il "Brasile". Tra virgolette. Perchè di Brasile ha ben poco. Le fasce non fluidificano, i giocatori di talento puro latitano. Ha Dani Alves e Marcelo e non li include nel gioco, imbottigliandosi al centro. Presenta Luiz Gustavo e Paulinho titolari, tutt'altro che fulmini di guerra. E così pure i vari Hulk, Ramires, Oscar, Fred, Jo non troverebbero mai spazio nelle nazionali verdeoro degli ultimi anni. E Filippone Scolari ci mette del suo: facendo sedere Willian e Hernanes nuovamente in panchina. Specie il Profeta interista con la sua classe, la sua tecnica e visione di gioco è una spanna superiore a Luiz Gustavo e Paulinho. Oscar va a sprazzi, non è decisivo. L'unico reale brasiliano è Neymar, ma ci troviamo di fronte a un Brasile che dovrà cambiare marcia, forse anche modo di giocare e sicuramente uomini per riuscire ad andare avanti. Anche perchè negli ottavi si incontrerà facilmente con la Spagna, che se si sveglia un po' potrà creare grossi grattacapi a questa Seleçao.
Nella nottata italiana si sono incontrate Russia e Corea del Sud. 1-1, pari e patta. Aberrante la papera di Akinfeev, ma nè i russi che i coreani hanno destato una grande impressione. Squadre senza nè arte nè parte. 
In campo oggi i Campioni del Mondo della Spagna. Derby delle Furie Rosse, Spagna-Cile. Decisiva per la qualificazione degli iberici. Ci sarà la resurrezione. Il Cile è discreto, ma fa acqua in difesa, e il tiki-taka andrà a nozze. Sempre che non subentri l'ansia da prestazione stile Belgio di ieri. Pronostico? Un bel 3-1, Iniesta, Silva e Torres da una parte, ancora Sanchez dall'altra. L'Olanda di Van Gaal metterà al sicuro la qualificazione, e passeggerà sui volenterosi australiani. 4-0 con un doppio Van Persie, Blind e Robben. 
Mentre i censurabili camerunensi per giunta orfani di Eto'o si preparano a una magra figura contro la Croazia. 3-0 per i croati, due volte Mandzukic e Modric.
Così parlò il Polpopol. Alè.

sabato 14 giugno 2014

PAGELLE MONDIALI - SECONDA PUNTATA

Immagine tratta da telegraph.co.uk
Seconda giornata di questi Mondiali 2014 in Brasile, subito un match "di cartello" tra Spagna e Olanda, remake della finale 2010, e altre due sfide comunque interessanti, Messico-Camerun e Cile-Australia. Questo è il nostro commento alle partite disputate.
MESSICO - CAMERUN 1-0
Qui Messico: Nonostante il diluvio e due reti annullate erroneamente per fuorigioco, gli uomini di Herrera la spuntano alla fine, mostrando una ritrovata convinzione e buone individualità. Il palleggio veloce dei messicani stordisce il Camerun, il portiere avversario e gli errori del guardalinee tengono il punteggio in parità fino a metà ripresa, poi arriva la rete che decide la sfida. Merito di Peralta, scelta azzeccatissima del tecnico, preferito al più blasonato Hernandez ma in grado di fare la differenza con la sua rete. Proprio il Chicharito è forse l'unico a deludere in parte, quando si mangia un 2-0 facile facile a porta vuota.
Qui Camerun: I "leoni indomabili" che negli anni 90 sembravano poter stupire il mondo sono un ricordo. Gli africani del tedesco Finke sono molto confusionari, timorosi e imprecisi in difesa, e la sconfitta poteva essere decisamente peggiore vista la differenza di valori in campo. Si salva il terzino Assou-Ekotto, che spinge con continuità e regala ad Eto'o uno dei pochi palloni buoni del match, non sfruttato dal bomber camerunense. Male a centrocampo Alex Song, che dovrebbe essere uno dei migliori e invece non lascia mai il segno, se non in negativo, sul match.
Curiosità: Due giocatori, uno per squadra, hanno festeggiato con questa presenza la partecipazione al quarto Mondiale della carriera. Da una parte Rafa Marquez, che esordì già da capitano nel 2002 in Giappone, dall'altra Samuel Eto'o, in campo diciassettenne (in teoria...) a Francia '98 contro l'Italia.
SPAGNA - OLANDA 1-5
Qui Spagna: Sono davvero questi i campioni del Mondo uscenti, i candidati ad uno storico bis? Un primo tempo discreto, con il vantaggio meritato e un paio di buone chance per raddoppiare sprecate, poi il crollo inesorabile, con una difesa inguardabile e un centrocampo soffocato, non in grado di giocare come sa. Difficile salvare qualcuno dei ragazzi di Del Bosque, forse solo Xabi Alonso può meritarsi una citazione per il gol realizzato, mentre abbondano i bocciati, su tutti i centrali Pique e Ramos, inguardabili nell'applicare il fuorigioco, e il portiere Casillas, che dimostra di aver sofferto tremendamente l'anno da riserva.
Qui Olanda: Una rivincita così non l'avrebbero immaginata neanche nei sogni migliori, gli orange. La tattica di Van Gaal sembrava un incredibile azzardo, si è rivelata tremendamente azzeccata. Difesa alta a soffocare i creatori di gioco spagnoli, terzini altissimi a spingere e lanciare per scavalcare la mediana, ottimi inserimenti davanti a eludere il fuorigioco. I migliori ovviamente Robben e Van Persie, simboli di questa squadra assetata di vendetta, che hanno scherzato la difesa iberica, da rivedere forse De Guzman, non al meglio fisicamente e sempre in difficoltà finché è rimasto in campo.
Curiosità: Questa è stata la quarta volta che le due finaliste di un mondiale si sono ritrovate contro anche nel successivo. I precedenti nel 1970 (Germania Ovest-Inghilterra), 1978 (Germania Ovest-Olanda) e 1990 (Germania-Argentina). Curiosamente, in ben tre occasioni compresa quella di oggi la squadra sconfitta in finale si è poi presa la rivincita...
CILE - AUSTRALIA 3-1
Qui Cile: Missione compiuta e tre punti in cassaforte, ma qualche patema di troppo per gli uomini di Sampaoli. Squadra che non convince in difesa e soffre più del dovuto con i modesti australiani, che restano in partita fino all'ultimo nonostante l'uno-due che avrebbe dovuto mandarli al tappeto. Il meglio i sudamericani lo danno davanti, con Valdivia e soprattutto Sanchez che si trovano alla grande e fanno impazzire i difensori avversari. Nel reparto arretrato, si distingue in negativo Medel, sovrastato da Cahill sull'1-2 e mai sicuro quando capita un pallone dalle sue parti.

Qui Australia: La qualificazione in un girone come questo sembrava già un miracolo, il campo ha confermato che i "socceroos" rischiano severe lezioni di calcio in questo Mondiale. Difesa imbarazzante, centrocampo lento e legnoso, si salvano solo la buona volontà e l'impegno costante degli uomini di Postecoglou. Palma di migliore indiscutibilmente a Tim Cahill, autore del gol e di una prova più che positiva nonostante l'età non più giovanissima, male invece il capitano Jedinak, falloso e in costante difficoltà contro i fantasiosi cileni.
Curiosità: Terzo Mondiale consecutivo per Cahill, trasformato in attaccante dopo una carriera da centrocampista. In tutte e tre le occasioni, l'ex giocatore dell'Everton ha segnato almeno una rete: 2 nel 2006 contro il Giappone, 1 nel 2010 contro la Serbia, e appunto 1 stanotte contro il Cile.

mercoledì 16 ottobre 2013

WORLD CUP 2014: CHI C'E' E CHI NON C'E?

Immagine tratta da wikipedia.com
Le qualificazioni alla Coppa del Mondo 2014 sono quasi giunte alla loro conclusione, se si escludono gli spareggi che a novembre definiranno le ultime partecipanti al torneo. Dati alla mano, analizziamo un po' questi risultati e vediamo chi ce l'ha fatta, chi è ancora in corsa e chi invece non parteciperà alla manifestazione.
FAVORITE: Brasile su tutti, perché gioca in casa e perché è in crescita con il ritorno di Scolari. Con lui la Spagna campione uscente e dominatrice in Europa, le promettenti Germania e Olanda e l'Argentina di Messi, in cerca del passo che lo metta definitivamente alla pari con Maradona. L'Italia, come detto da Buffon e Prandelli, parte in terza fila ma può stupire tutti. Più defilata l'Inghilterra, che al di là del nome sembra inferiore alle altre serie pretendenti alla vittoria.
CONFERME: Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud, che una volta erano le cenerentole del torneo, e adesso non fanno notizia con la loro presenza nei Mondiali. Conferme anche per Australia e Svizzera, entrambe al terzo torneo consecutivo, e per Honduras e Cile, qualificate anche a Sud Africa 2010. Con un piede in Brasile anche il Ghana, dopo il 6-1 rifilato all'Egitto nell'andata degli spareggi africani.
NOVITA' E RITORNI: Come da tradizione, anche questo Mondiale avrà almeno una prima volta: quello della Bosnia Herzegovina di Dzeko e Pjanic, che dopo due spareggi consecutivi persi tra Mondiali ed Europei agguanta finalmente la qualificazione ad un torneo importante. Tante anche le formazioni che dopo molto tempo tornano ad assaporare il gusto di questa competizione: Iran, Costa Rica ed Ecuador mancavano dal 2006, Russia e Belgio dal 2002, la Colombia addirittura dal 1998. Attenzione proprio a queste ultime tre squadre, la prima perché ospiterà la prossima Coppa del Mondo e ci tiene a fare bene, le altre perché hanno gruppi giovani e talentuosi e possono lasciare il segno.
INCERTE: Appesi agli spareggi i destini di molte formazioni, illustri e non, che dovranno aspettare novembre per conoscere il loro destino. In Europa, tra le otto squadre ammesse Portogallo, Francia e Svezia sono le favorite, ma occhio agli incroci pericolosi, in cui spera soprattutto la sorprendente Islanda per ottenere una storica prima volta. In Africa, detto del Ghana, sono alte le quotazioni di Costa d'Avorio (gioca in campo neutro contro il Senegal, 3-1 l'andata), Nigeria (2-1 in Etiopia, ritorno in casa) e Camerun (0-0 in Tunisia), sogna il Burkina Faso che dovrà difendere in Algeria il 3-2 della prima sfida. Nei playoff misti tra Asia, Oceania e Americhe, favoritissimi il Messico e l'Uruguay, che se la vedranno rispettivamente con Nuova Zelanda e Giordania, avversarie sulla carta non proibitive per loro.
ASSENTI: Nessuno scalpo illustre finora, ma qualche campione rimarrà tristemente a casa quest'estate. In Europa, sono fuori tra le altre la Slovacchia di Hamsik, fatale proprio all'Italia nel 2010, il Galles di Bale, e inoltre Turchia, Serbia, Danimarca, Polonia, Repubblica Ceca e Irlanda, che pure negli ultimi anni erano salite alla ribalta. In Africa, spiccano l'eliminazione del Marocco, dell'eterno incompiuto Mali e del Sud Africa, che aveva ospitato l'ultimo Mondiale. In Asia è ufficiale il ridimensionamento dell'Arabia Saudita, presenza fissa ai Mondiali fino a qualche anno fa, e ancora incompleta la Cina, presente solo nel 2002. Poche sorprese nella Concacaf, in Sud America rimane fuori su tutte il Paraguay dopo quattro Mondiali consecutivi. Svanita già da tempo la favola di Tahiti, che ha giocato la Confederations ma è stata eliminata nelle qualificazioni.
Appuntamento a novembre e, soprattutto, a dicembre, quando il sorteggio dei gironi e gli spareggi ci diranno qualcosa in più su quella che sarà una lunga, bollente estate calcistica.

martedì 5 giugno 2012

PrOnOsTiCaNdO "UEFA EU 2012 Poland-Ukraine"




Immagine tratta da passioneinter.com

Il tormentone del calcioscommesse sarà presto sostituito dal calcio giocato.
Partono infatti gli Europei di Polonia ed Ucraina, e noi poveri scommettitori ci diletteremo nuovamente a pronosticare tutto quello che si può come semplice passatempo.

Iniziamo con le  prime vittorie che sembrano più agevoli nei gironi eliminatori:
POLONIA - GRECIA 1
I padroni di casa non falliranno la partita inaugurale. Ottimi elementi nel team e un ottimo bomber.

OLANDA - DANIMARCA 1
L'Olanda partirà e arriverà a mille, azzardiamola, anzi, già finalista.

ITALIA - CROAZIA 1
Tra le polemiche gli azzurri si troveranno già a dover ottenere 3 punti per forza e non sbaglieranno.

SPAGNA - REP.IRLANDA 1 
Magari la prima sarà prima un pareggio e anche la Spagna dovrà far bottino pieno alla seconda.

DANIMARCA - GERMANIA 2
Pronostico sicuro sarebbe il gol o l'over, ma i tedeschi in un girone di ferro hanno i 3 punti + agevoli.

INGHILTERRA - UCRAINA 1 
Della top six è il risultato meno sicuro, però l'Ucraina grandi cose non ha mai fatto. 1a0?


Proseguiamo con scommesse "simpatiche" lanciate dai bookmakers, come pronosticare chi segna di più fra due giocatori di selezioni differenti:
SCHWEINSTEIGER - GERRARD 1. 
Il tedesco ha il vizio del gol e un ottimo tiro, prenderà lo specchio almeno un paio di volte nell'Europeo.
GOMEZ - VAN PERSIE 2
Da questi due nomi forse uscirà anche il capocannoniere. Favorito l'olandese.
MUELLER THOMAS - SNEIJDER 1
Una  punta contro un classico numero 10. La sfida è bella ma Mueller se titolare promette almeno 2 gol.
OLIC - LEWANDOWSKI 2
Trascinato dal giocare in patria contro tanti compagni e avversari tedeschi, il polacco non fallirà.
IBRAHIMOVIC -CRISTIANO RONALDO 2
Il portoghese avrà a disposizione un paio di rigori, Ibra invece non indosserà la maglia del Milan.

Infine analizziamo le due favorite di ogni girone:
GRUPPO A : POLONIA e RUSSIA 
GRUPPO B : GERMANIA e OLANDA
GRUPPO C : SPAGNA e ITALIA
GRUPPO D : INGHILTERRA e SVEZIA (facciamo fuori la Francia nostra eterna rivale).

Divertiamoci con primi marcatori, risultati esatti e chi più ne ha più ne metta, ma non dimentichiamo che per noi è solo un puro divertimento.
Giocate responsabilmente.