domenica 29 aprile 2012

IL TERZO POSTO A CHI LO DO?

Immagine tratta da canstockphoto.it

In seguito ai risultati di oggi, si può dire che per il terzo posto della serie A 2011-12 si apre una specie di mini-torneo, con cinque squadre (di cui quattro appaiate) che si contenderanno l'ambita qualificazione in Champions League e il suo lauto compenso, sempre utile per far quadrare i bilanci e avere più soldi da investire nel mercato. Cerchiamo di analizzare la situazione di ciascuna delle contendenti, e di vedere quali sono i motivi per cui ciascuna di loro merita o meno l'accesso nell'Europa che conta. Napoli: ha dalla sua parte il calendario, dovendo affrontare Palermo e Siena in casa e il Bologna in trasferta, ed è la squadra che ha fatto più punti negli scontri con le altre quattro. La squadra ha ritrovato la grinta e l'equilibrio in campo, viene da un'ottima stagione e vuole rimanere in Champions dopo la splendida avventura già vissuta. Di contro, c'è il rischio che il calendario fitto di impegni possa causare problemi ad un gruppo che ha dimostrato di non avere riserve all'altezza dei titolari, e le voci di mercato sui vari Lavezzi, Cavani e Hamsik potrebbero togliere concentrazione a questi campioni.
Udinese: buon calendario, con le abbordabili trasferte di Cesena e Catania, e in casa il Genoa pericolante di questa stagione. Ha dimostrato di non mollare mai nonostante la scarsa forma dell'ultimo periodo, ha giocato un girone di andata strepitoso con un ottimo calcio, e può contare su un Di Natale sempre determinante. Certo, l'assenza di Isla, la stanchezza di un gruppo non molto numeroso e la mancanza di una seconda punta valida si sono fatti sentire, e se l'infortunio di Di Natale si rivelasse serio sarebbe un vero problema per la fase realizzativa.
Lazio: gioca in casa con il Siena, in trasferta a Bergamo, e nell'ultima giornata si trova di fronte una diretta concorrente, l'Inter. La squadra di Reja ha dimostrato grinta e forza di volontà, e può sfruttare il fattore campo per cercare di ottenere bottino pieno nelle prossime partite. Il problema sono i tanti, troppi infortuni, che hanno decimato la rosa e costringono l'allenatore a fare i salti mortali per schierare un 11 competitivo; inoltre, le probabili squalifiche che arriveranno dopo la partita di oggi non faranno che complicare la situazione.
Inter: delle cinque è quella con il calendario peggiore, dovendo affrontare il Parma in trasferta, il Milan nel derby e in ultima la Lazio a Roma. Viene da una stagione nettamente al di sotto delle attese, fino a qualche settimana fa l'Europa sembrava un miraggio, e negli scontri con le grandi ha sempre faticato parecchio. Ma il gruppo di Stramaccioni ha ritrovato entusiasmo e un certo sistema di gioco, ha di nuovo con sé Sneijder e può contare su campioni esperti e bravi a gestire le partite importanti, per cui l'impresa è tutt'altro che impossibile.
Roma: ha il Chievo in trasferta, il Catania in casa, e chiuderà la stagione a Cesena. Il calendario non è male, i giocatori più importanti non soffrono di problemi fisici, e sia la squadra che Luis Enrique vogliono dare una risposta ai tifosi e dimostrare la bontà del nuovo progetto. Il problema sono i 4 punti di distacco dalle altre pretendenti, un margine importante a questo punto dell'anno, e soprattutto l'eccessiva discontinuità dimostrata in questa stagione dai giallorossi, capaci di grandi vittorie e altrettanto fragorose sconfitte.
Queste le statistiche, poi come sempre sarà il campo a esprimere l'unico, inalterabile verdetto. Da tifosi, speriamo che vincano i migliori, e speriamo in un sorteggio favorevole per i preliminari di Champions che si giocheranno ad agosto, perché un'eventuale eliminazione sarebbe un gravissimo colpo per il calcio italiano e per le sue speranze di ritornare grande.

EROE PER CASO?

Foto tratta da juvenews.net

Il calcio è uno sport meraviglioso per tante ragioni; tra queste, la possibilità di trasformare un calciatore odiato e considerato inutile da tutti nel nuovo salvatore della Patria nel giro di poche partite. Ci sono stati moltissimi casi di questo genere, l'ultimo dei quali riguarda l'attaccante della Juventus Marco Borriello, che per tutti era un peso  appena una settimana fa e adesso, dopo due prestazioni convincenti condite da altrettante reti, si è trasformato in un'arma in più nella volata bianconera verso lo Scudetto.
L'annata dell'ex attaccante di Genoa, Milan e Roma non era iniziata nel migliore dei modi, con la scarsa considerazione del suo allenatore Luis Enrique mentre era in giallorosso e pochissime partite disputate, senza mai riuscire a lasciare il segno e a trovare la rete. A gennaio, Borriello è stato scaricato definitivamente dal club romano, il tutto dopo un solo anno di permanenza nella Capitale e dopo che già il Milan aveva rinunciato a lui per puntare su nuovi campioni come Ibrahimovic, Robinho e Cassano. Non che la nuova squadra sia inferiore alle precedenti, anzi: da Roma, l'attaccante napoletano si trasferisce a Torino, sponda bianconera, e viene inserito in un gruppo affamato di vittoria e caricato dalla grinta del nuovo allenatore Antonio Conte e dall'euforia di un campionato finalmente ai vertici dopo due stagioni buie. Il suo arrivo però non viene preso bene dai tifosi della Juve, arrabbiati perché a loro dire Borriello l'estate precedente aveva rifiutato un trasferimento sotto la Mole perché desideroso di giocare la Champions e lottare per lo scudetto nella Roma di Totti e Ranieri; un comportamento inaccettabile secondo i supporters bianconeri, che infatti lo accolgono a Lecce con uno striscione piuttosto chiaro:"Borriello mercenario senza onore e senza dignità".
Nonostante le premesse poco favorevoli, Conte lo difende da subito e gli da fiducia, mandandolo in campo già la settimana seguente contro il Cagliari e schierandolo titolare contro la sua ex-squadra, la Roma, nei Quarti di Finale della Coppa Italia. Le prestazioni di Borriello però non sono affatto all'altezza, anche perché il giocatore non è in buone condizioni fisiche e soffre per lo scarso impiego dei mesi precedenti, oltre ad aver bisogno di tempo per inserirsi negli schemi di allenatore e compagni. Neanche col passare del tempo e nelle partite successive, tuttavia, il rendimento dell'attaccante mostra segnali di miglioramento, e l'ambiente bianconero si chiede come possa essere davvero lui l'arma in più per arrivare allo Scudetto. Borriello accetta le critiche che gli piovono addosso con sempre maggiore insistenza, rimane in silenzio e continua a lavorare duramente, cercando di mettersi in mostra nei minuti che Conte gli concede e confidando di riuscire a sbloccarsi prima o poi. L'occasione del riscatto finalmente arriva: nella trasferta di Cesena, contro una squadra chiusa in difesa e con la Juve che ha bisogno di segnare per non perdere punti preziosi, l'attaccante subentra nella ripresa e a pochi minuti dalla fine del match segna la sua prima rete in bianconera, quella che vale la vittoria finale; è il 25 aprile, festa della Liberazione Italiana, il giorno giusto per liberare Borriello dalla sua maledizione. Appena quattro giorni dopo, a Novara, gioca da titolare e segna il secondo gol, stavolta non decisivo per la vittoria finale, ma comunque importantissimo per alimentare la fiducia personale del giocatore e farlo diventare l'uomo della Provvidenza, il nuovo eroe nella corsa allo Scudetto; lui stesso acquista nuovi consensi anche tra i tifosi, dedicando la rete di Cesena ad Andrea Fortunato, giovane bianconero scomparso 17 anni prima e rimasto da sempre nei cuori juventini.
Ora che ha raggiunto la forma migliore e si è sbloccato, Borriello non è più considerato una riserva inutile, gode della piena stima di Conte e dei suoi compagni, e può davvero essere l'uomo in più sotto porta nelle ultime 3 partite che separano la Juve dalla conquista del titolo.
Lui però non sembra fare una piega, è pronto a rimettersi a lavorare sodo e a correre come e più di tutti per non interrompere il suo ottimo momento e convincere la dirigenza, finora piuttosto scettica, a riscattarlo in estate; il suo infatti è solo un prestito, e per tenerlo Marotta e Agnelli dovranno sborsare 8 milioni di euro, non pochi per un giocatore vicino ai trent'anni. Ma chissà, nel calcio come detto nulla è scritto, e ci vuole davvero poco per essere amati o odiati dai propri tifosi, a volte basta un solo gol. Come quello di Amauri, un altro attaccante che gli juventini hanno sempre considerato un bidone, e che dopo la cessione alla Fiorentina ha segnato solo una volta: contro il Milan, nella partita che ha ridato ai bianconeri la vetta della classifica. I casi del calcio, appunto...

Profondo rosso

Immagine tratta da gpone.com

“La realtà e la fantasia spesso si confondono come un cocktail di cui non riesci a distinguere i sapori!”.
La realtà, dopo solo due prove del motomondiale, è che la Ducati e Valentino Rossi proprio non vanno. La fantasia, è vedere Rossi vincere il mondiale numero dieci della sua carriera. Oggi per il centauro di Tavullia è fantasia anche salire sul podio.
Prima gara in Qatar, qualifiche grigie da dodicesima posizione e gara passiva conclusa al decimo posto.
Seconda gara in Spagna, pista di Jerez de la Frontera. Qui Vale ha vinto 6 volte ma nel motomondiale la storia su un circuito conta poco quando non hai due ruote, un motore e una voglia di lottare che ti spingono.
La realtà è dura. Possono due gare del motomondiale spegnere le speranze iridate della Ducati e di Valentino Rossi? Si. A malincuore.
“Tu credi di dire la verità e invece dici soltanto la tua versione della verità!”
Il pesarese non si è mai lamentato delle moto che ha guidato come in questi due anni con la Ducati. Continui accorgimenti tecnici, battute sottili hanno caratterizzato questa esperienza Rossi-rossa. Tra i due non è sbocciato l’amore sperato e il feeling non è mai stato a livello Rossi-Yamaha, forse l’unico amore del pilota italiano nella sua gloriosa carriera. È impensabile che un nove volte campione del mondo arrivi ultimo tra i quattro piloti ducati, guidando apparentemente la stessa moto. È impensabile prendere due secondi netti di ritardo nelle ultime qualifiche in Qatar dal tuo compagno di squadra Hayden, di certo non un mostro in velocità. È impensabile sudare per tutta la gara per la nona posizione con l’altro compagno di scuderia Barbera, non certo un mostro di esperienza. I dubbi sulla tenuta psico-fisica di Rossi son legittimi.
La Ducati è dura da guidare ma per Rossi sembra duro guidare.
“Tu hai già ucciso e sento che ucciderai ancora!”
Può essere letto così il Melandri pensiero di giornata. Lo sfogo del ravennate viene da lontano. 4 anni fa anche lui non riusciva a guidare la moto di Borgo Panigale. Criticato da tutti, Ducati compresa, è scappato dalla rossa e ora vive un’altra carriera sportiva in Superbike.  La desmosedici italiana, quindi, è abituata a fare vittime illustri. Una moto, un gioiello di elettronica, difficile da guidare per molti, tranne che per Casey Stoner. L’australiano in sella si trasformava in un razzo per tutti, su tutti i circuiti. Scattava ed era utopia raggiungerlo. L’unico sopravvissuto.
L’ultima dichiarazione, nel post gara del Qatar, proietta al 2013. “Ci sarà una rimescolata di piloti” segna già oggi il divorzio Ducati-Rossi, lasciando il posto ad un’altra vittima.

GILA GAME OVER

Immagine tratta da asromalive.it e modificata su cartoonize.net
Il Genoa perde 3 a 2 a Bologna e vede sempre più avvicinarsi il baratro della Serie B.
Ma Gila, dov'è?
In panchina per 90 minuti a Bologna, idem a Milano contro il Milan, gli viene preferito come subentrante, addirittura il tristissimo Ze Eduardo.
8 milioni di investimento per scaldare un posto in panchina. Possibile che un giocatore, a 30 anni ancora da compiere, sia già ai titoli di coda?
-No. Gilardino è un signor attaccante, parlano i numeri per lui: ha sempre giocato in Serie A, 145 reti in campionato, 9 in Champions, 18 in Coppa Italia, è lui il miglior marcatore in attività in Nazionale, 17 gol in 47 apparizioni, ed è lui il miglior cannoniere della storia dell' Under 21, 30 partite per 19 segnature, è Campione del Mondo. Il declino delle ultime stagioni è dato solamente dalla crisi profonda della Fiorentina prima e del Genoa poi, e lui che è un terminale offensivo, ne risente più di tutti.
-Si. Gilardino ha già dato, è arrivato. La grande squadra, il Milan, l' ha raggiunta a 23 anni, la Champions l'ha vinta, il Mondiale per Club anche, il Mondiale con la Nazionale idem, per anni ha segnato almeno dieci gol in Serie A. Non ha la fame di un tempo, si è imbolsito, fisicamente non è più in forma come qualche anno fa, le motivazioni non possono essere le stesse.
L' hanno tagliato prima Mihajlovic, poi Delio Rossi, ora De Canio, allenatori esperti, per tacere di Ancelotti al Milan, che l' ha lasciato partire senza troppi problemi.
A 29 anni hai avuto tutto, sportivamente e non, soldi, fama, grandi vittorie, grandi partite, e ora devi dare l' anima per evitare la B, categoria in cui non hai mai giocato. La tua esperienza e il tuo carisma dovrebbero guidare i compagni ed invece, scaldi la panca assieme a gente come Ze Eduardo.
Come mai non ce la fai?
E' game over.

IL FUTURO IMPERO ROMANO

Foto tratta da sportmediaset.mediaset.it e modificata su cartoonize.net
E, finalmente, anche noi italiani abbiamo un giovanissimo campione da vantare nelle categorie inferiori del Motomondiale. 
E' Romano Fenati, 16enne ascolano, che si impone nella sua seconda gara in carriera in Moto 3 a Jerez, ergendosi leader della classifica iridata, anche grazie al 2° posto colto in Qatar nella gara d' esordio.
Non era un fuoco di paglia dunque, e questa seconda prova pare proprio quella della maturità, dell' affidabilità. Partito 11°, in una gara caratterizzata dall' alternanza tra asciutto e bagnato, ha saputo attendere il momento giusto per attaccare i rivali, e vincere con un distacco enorme, 30 secondi.
Nelle ultime fasi di gara girava qualcosa come 2,5 secondi meglio dei suoi diretti inseguitori, quelli rimasti in piedi, considerate le numerose cadute causate dall' asfalto viscido.
Una gara vinta con la testa e con la capacità assoluta di valutare i rischi. 
Associata alla qualità di mantenere i piedi per terra, ci troviamo di fronte molto probabilmente ad un predestinato. Manico e testa, le qualità giuste.
E questo mondiale della Moto 3 si preannuncia una spettacolare lotta tra due sicuri big del futuro: il nostro Romano ed il fenomenale Maverick Vinales.
Ed il ragazzo sa anche come rendersi identificabile, con il suo casco completamente bianco, che come dichiara è "semplice e riconoscibile, diverso da tutti".
La nuova Italia, anzi il futuro impero Romano, ci piace!

sabato 28 aprile 2012

GIALLO ROSSI DI SPAGNA

Immagine tratta da gpone.com e modificata su Cartoonize.net

Che duello tutto iberico a Jerez! 
Lorenzo batte Pedrosa sul filo di lana e sarà lui a partire davanti domani nel Gran Premio di Spagna, seconda prova della stagione della MotoGp.
Terzo posto per un fantastico Nicky Hayden, capace finalmente di individuare il setting giusto per la sua Ducati sino ad issarla in un' ottima prima fila. Tre moto diverse nelle prime tre piazze (Yamaha, Honda, Ducati), quinto uno spento Stoner, che becca ben 1 secondo, preceduto da un Crutchlow con la Yamaha clienti in grande forma.
Settimo Dovizioso, troppo staccato da Crutchlow per essere soddisfatto. Sorprendente De Puniet, che porta una CRT nella top ten davanti ad Abraham, Barbera e Rossi.
In terra di Spagna, ecco l' ennesimo giallo-Rossi. Il pesarese è addirittura 13esimo, nuovamente ultimo delle Ducati, nuovamente ad un distacco siderale dalla vetta (3.4 secondi!), nuovamente ad anni luce da Hayden (2.4 secondi!).
Oggi dichiara che il problema principale è la lentezza nel mettere la moto dentro la curva, e non la dolcezza nell' erogazione di potenza del motore.
Come si diceva per il Barcellona, c'è un sottile piacere nel vedere cadere i miti. Ma questa caduta è rovinosa, roba mai vista. Non avviene un attimo prima, siamo nel mezzo del rovescio totale. E' desolante, è da scuotere il capo senza una speranza d' uscita.
Guardiola era stanco e ha lasciato, prima che la sua stanchezza trascinasse tutta la squadra, Valentino sta affondando con il suo Titanic, è stanco e ha pochi stimoli, le prende da chiunque, probabilmente le prenderebbe da Massa se Massa sapesse guidare decentemente perlomeno una MotoGp.
E' un mistero come il pilota più forte di tutti i tempi stia affondando così miseramente nei bassifondi.
A chi serve un Rossi così? Nè a lui, nè alla Ducati, nè agli avversari, nè alla Dorna e nemmeno ai tifosi.
Domani forse pioverà, e magari vedremo un barlume di Rossi, ma questa lenta agonia in condizioni normali di pista, non la merita proprio nessuno.

UNO SGUARDO AI PLAYOFF NBA

Foto presa dal sito abasketballjones.com

In America, quando si parla di basket si sostiene da sempre, parafrasando un noto modo di dire: quello che succede durante la regular season rimane nella regular season. In poche parole, quando la stagione NBA finisce e iniziano i playoff, tutto ciò che è avvenuto durante l'anno passa in secondo piano, ed inizia una specie di nuovo campionato. Infatti, non sempre la squadra che ha collezionato il maggior numero di vittorie ed ha il vantaggio del campo riesce alla fine a conquistare il tanto desiderato anello dei campioni; l'anno scorso, tanto per fare un esempio, i San Antonio Spurs erano la prima squadra della Western Conference, ma nonostante questo sono stati eliminati al primo turno dai Memphis Grizzlies, che partivano dall'ottavo posto. Alla luce di queste brevi considerazioni, proviamo a tirare un po' le somme e a fare un pronostico per questi playoff 2012.
Eastern Conference: la parte di tabellone più semplice sulla carta. A Est comandano due squadre su tutte, i Chicago Bulls e i Miami Heat, che infatti sono arrivate prima e seconda nella classifica generale. I Bulls hanno il miglior record in assoluto, hanno imparato a fare a meno per molte partite del suo leader Derrick Rose e giocano ottimamente in difesa, ma dipendono tanto dal comportamento del suo campione e dal suo stato di forma. Viceversa, Miami ha fondato la sua forza sui Big Three (Lebron James, Dwayne Wade e Chris Bosh) e la loro fame di vittoria può essere determinante, soprattutto quella King James, che da troppo tempo cerca di ottenere il titolo; tuttavia, l'organico continua a non convincere del tutto, e manca ancora un vero gioco offensivo di squadra. Terza forza sono i Boston Celtics, che nonostante una rosa meno competitiva delle scorse stagioni conservano l'orgoglio e l'esperienza dei loro campioni, anche se le carenze fisiche possono pesare molto nei playoff; viceversa, gli Indiana Pacers sono una squadra giovane e atletica, ma non sembrano disporre di un giocatore in grado di fare la differenza quando la palla scotta e si decidono le partite. Per quanto riguarda le altre squadre, gli Atlanta Hawks e i Philadelphia 76ers sono buone squadre ma non sembrano in grado di impensierire seriamente le altre rivali, mentre gli Orlando Magic hanno perso il loro leader Dwight Howard per infortunio, e la sua assenza pesa come un macigno su qualsiasi speranza di titolo. Meritano un discorso a parte i New York Knicks, che si presentano da sfavoriti ma hanno una squadra imprevedibile e ricca di talento e vengono da una città che vive di basket, quindi attenzione a sottovalutarli: se trovano i giusti equilibri, possono giocarsela con tutti.
Western Conference: la parte di tabellone che ha sempre riservato più sorprese, e in cui regna un maggiore equilibrio. I più forti sono sulla carta i San Antonio Spurs, miglior squadra dell'Ovest, e gli Oklahoma City Thunders. La formazione texana, oltre ai tre esperti fenomeni Duncan, Parker e Ginobili, ha dimostrato di avere un ottimo sistema di gioco e una rosa molto ampia, e rispetto allo scorso anno mostra una condizione atletica ottima; viceversa, i Thunder sono una squadra giovane ed estremamente atletica, che ha migliorato la difesa e ha più esperienza della precedente stagione, ma forse si regge troppo sulle giocate del duo Durant-Westbrook. Altra pretendente temibile, se non altro per il nome, i Los Angeles Lakers, che hanno la miglior coppia di lunghi dell'NBA e un fenomeno come Kobe Bryant, sempre in grado di fare la differenza nonostante l'aumentare degli anni e una squadra che non sembra all'altezza. Anche gli altri team, sebbene inferiori sulla carta, non vanno presi sottogamba: i Los Angeles Clippers hanno ottimi giocatori, su tutti Blake Griffin e Chris Paul, e con loro al massimo possono dire la loro in ogni scontro; i Dallas Mavericks, campioni uscenti, sono più deboli dell'anno scorso ma hanno ancora campioni che sanno essere decisivi quando conta; i Denver Nuggets sono ricchi di buoni talenti offensivi, tra cui il nostro Danilo Gallinari, anche se sembrano mancare di un giocatore davvero risolutivo; i Memphis Grizzlies hanno un ottimo gruppo e giocano un bel basket, e già negli scorsi playoff hanno dimostrato di poter affrontare chiunque a viso aperto. Un gradino sotto le altre ci sono probabilmente gli Utah Jazz, squadra giovane e di buone prospettive ma che non sembra attrezzata per affrontare i team rivali.
Pronostico: a Est la finale più prevedibile è quella tra Chicago e Miami, con questi ultimi leggermente favoriti. I Boston Celtics forse sono gli unici veri outsider, le altre squadre possono accontentarsi al massimo di passare il Primo Turno; possibile sorpresa, come detto, i Knicks, ma affrontano Miami e in stagione hanno sempre perso nettamente contro di loro. A Ovest, San Antonio e Oklahoma sembrano le favorite, ma occhio all'orgoglio di Lakers e Mavericks e alla vincente di Memphis-Clippers, perché mai come in questo caso ogni pronostico potrebbe essere completamente smentito dal campo. Nella lotta al titolo di campione, la favorita assoluta rimane secondo me Miami, anche se con squadre come San Antonio e Oklahoma e contro la stessa Chicago ha dimostrato di soffrire molto, e già l'anno scorso è stata tradita dalle sue stelle nel momento decisivo. Tuttavia, come detto in apertura, le chiacchiere stanno a zero quando si tratta di playoff NBA, per cui accomodiamoci in poltrona e prepariamoci allo spettacolo e alle sorprese, e che vincano i migliori!

PrOnOsTiCaNdO vol.5

Foto tratta da ultrasisernia.wordpress.com
Pronostici 28 e 29 Aprile 2012

CAGLIARI - CHIEVO
I sardi hanno trovato 3 punti d'oro in una partita difficilissima contro i ragazzi di Montella e possono servire il Bis contro un Chievo che sembra già in vacanza da un pezzo.
GIOCATA CONSIGLIATA 1 e UNDER.


PALERMO - CATANIA
Il derby del sud una volta era Roma-Napoli, ma in questo turno quello di Sicilia senza dubbio è quello più in giù nello stivale... Catania appagato da un buon campionato, il Palermo invece forse qualcosina deve ancora dimostrare e difendere...
GIOCATA CONSIGLIATA 1X e GOL.


ROMA - NAPOLI 
Le due squadre non giocheranno per il pareggio. La Roma viene da 2 sconfitte pesanti e deve riscattarsi, il Napoli ha rilanciato la sua posizione in vista del terzo posto ora più possibile...una delle due deve approfittare dell'altra sfida Champions di Udine.
GIOCATA CONSIGLIATA  12 e GOL


UDINESE - LAZIO
Anche quì non sarebbe da pronosticare il segno X (molto probabile). Di Natale e company però sembrano favoriti su una Lazio che dopo la bella vittoria sul Napoli credeva di aver chiuso i conti e si è spenta quasi completamente...
GIOCATA CONSIGLIATA 1X e UNDER 3,5.


ATALANTA - FIORENTINA
La vittoria all'Olimpico ha leggermente allontanato dal baratro i viola che rischiano però di ricaderci subito in caso di sconfitta a Bergamo. I padroni di casa nel loro stadio giocano sempre per vincere.
GIOCATA CONSIGLIATA 1X e UNDER.


BOLOGNA - GENOA
... i fatti del Marassi coi giocatori umiliati davanti a milioni di persone hanno lasciato il segno, il Bologna non regala nulla (vedi il pari di San Siro) e l'ex Di Vaio può affondare il grifone tornando al gol o magari alla doppietta...
GIOCATA CONSIGLIATA 1X e OVER 1,5

INTER - CESENA
Ottima chanche per l'Inter che senza Strafalcioni è rientrata pian pianino nella lotta che conta. I due scontri diretti di Roma e Udine obbligano i nerazzurri alla vittoria. Il Cesena sta già pensando che fra qualche mese non giocherà più a San Siro bensì a Terni e a Trapani.
GIOCATA CONSIGLIATA 1h e OVER


LECCE - PARMA 
Il Parma ormai è salvo. Ha fatto 6 punti fondamentali e non giocherà per vincere e forse nemmeno per pareggiare. I salentini devono assolutamente approfittarne e ritrovare i 3 punti è fondamentale altrimenti meritano la B anche i ragazzi di Cosmi.
GIOCATA CONSIGLIATA 1 e OVER 3,5.

NOVARA - JUVENTUS
La capolista ha sofferto e troppo a Cesena, e in effetti quelle sono le partite in cui i padroni di casa si ritrovano gli stadi pieni, magari di tifosi avversari, anzi, se c'è la Vecchia Signora succede sicuramente, e danno qualcosa in più. Il segno 2 però è d'obbligo.
GIOCATA CONSIGLIATA 2 e UNDER.


SIENA - MILAN
Il Milan non convince più e si ritrova in un campo molto difficile come quello di Siena. I bianconeri però non hanno grandi obiettivi ormai e potrebbero giocare come il Novara solo per il pubblico.  I rientri di Thiago Silva e Boateng danno un pò di morale ai rossoneri che magari torneranno comunque da Siena un pò più Allegri.
GIOCATA CONSIGLIATA  X2 e GOL.


In serie B ci saranno almeno 3 marcature a Gubbio e a Grosseto, vincerà il Toro infuriato per i 3 punti prima dati poi tolti dal giudice sportivo. Buone occasioni per coltivare ancora i sogni play off per Reggina e Samp..anche il Vicenza in casa in genere viaggia a buoni ritmi... In terra straniera bene giocare gol ed over sia in Inghilterra che in Germania, il derby di Manchester dovrebbe veder favoriti i padroni di casa, anche lì però gol per entrambe.

venerdì 27 aprile 2012

ANNO NUOVO, VILA..NOVA!

Immagine tratta da Goal.com e modificata su Cartoonize.net
Pep Guardiola, all' indomani dell' uscita dalla Champions League, ha dato l' ufficialità di ciò che era nell' aria da tempo: a fine stagione divorzierà dal Barcellona.
4 stagioni alla guida dei blaugrana hanno prosciugato gli stimoli e le energie all' allenatore più vincente nella storia del club (13 successi): da qui la scelta di fermarsi. 
Ancora non si sa per quanto, sarà da vedere se la sua volontà di fermarsi sarà inattaccabile o si farà ammaliare dalle sirene che arrivano dai maggiori club europei (Chelsea su tutti).
E proprio mentre si susseguivano sui quotidiani di tutto il mondo le liste di candidati alla panchina più prestigiosa, con Valverde, Luis Enrique, Bielsa e Blanc nominati praticamente ovunque, ecco l' annuncio a sorpresa. Soluzione interna.
La stessa che promosse Guardiola, dal Barça B alla prima squadra. 
Stavolta si pesca nello staff tecnico del Pep, arriva Tito Vilanova, il suo secondo, balzato agli onori delle cronache sportive, più che per meriti tecnici o tattici, per due faccende extrasportive.
La prima, più goliardica, per il dito nell' occhio subito da Mourinho in occasione di un recente Real-Barcelona di Supercoppa. La seconda per aver sconfitto un tumore alla ghiandola parotide, partita ben più importante.
Sarà lui, 42 anni a settembre, a dirigere la squadra più forte del mondo, scelta che premia la continuità e la conoscenza dell' ambiente e della mentalità catalana, esperienze da primo allenatore pochissime: Palafrugell, Figueres e Terrassa. Poi secondo prima al Barça B e poi di Guardiola in prima squadra.
Lo screzio avuto con Mou è già un bel biglietto da visita, in previsione di rivalità future tra blancos e catalani.
Probabilmente, la soluzione interna è davvero quella migliore, per una squadra sinceramente molto attaccata al suo condottiero.
Guardiola dice di non aver particolari ambizioni di lavorare all' estero, ma una volta ricaricate le pile mai dire mai, specie con un uomo che lasciò il Barcellona proprio per venire in Italia, al Brescia.
Che dire, probabilmente ora, qualcuno, in quel di Trigoria, si sta mangiando le mani, per aver accettato di gettarsi nel calderone romanista, e non aver atteso un anno in più al Barcellona B, in vista di una soluzione interna, che avrebbe potuto vederlo come il favorito numero uno. 
Vero Luis Enrique?

giovedì 26 aprile 2012

Incubo Spagnolo

Immagine tratta da sport.sky.it
Barcellona - Chelsea 2-2. Real Madrid - Bayern Monaco 3-4 d.c.r. La due giorni di semifinali di Champions League, edizione 2011-2012, ci regala la finale inattesa. Il 19 Maggio all’Allianz  Arena di Monaco di Baviera si sfideranno la squadra di casa, il Bayern Monaco e il Chelsea del traghettatore italiano Roberto Di Matteo. Un pizzico di Italia sarà presente. Non ci saranno invece, il Barcellona dei marziani di Guardiola e il Real Madrid di Josè Mourinho. I primi, causa muro inglese, i secondi causa tre errori dagli 11 metri. La finale stellare, quella che avrebbe incollato davanti allo schermo più di un miliardo di persone sparse per il globo, quella sognata da tutti fin dai primi sorteggi di Agosto, resterà tale. Un sogno. O un incubo, visto dalla penisola iberica. Il dramma iniziato solo 24 ore prima sul prato del Camp Nou, si ripete al Bernabeu di Madrid e dopo 120 minuti si completa ai calci di rigore. L’errore di Cristiano Ronaldo sembra propiziato da una macumba tutta argentina, poi Kakà e infine Sergio Ramos completano l’opera  e consegnano la finale ai tedeschi. A niente sono valse le belle parate di Casillas su Kross e Lahm che avevano illuso le merengues. Mourinho non riesce a riportare il Real Madrid in finale da dove manca ormai da 10 anni; Guardiola non riesce a rivincere la coppa e sigillare con un altro trofeo il domino blaugrana. La Spagna si accontenterà dell’Europa League ma l’incubo di queste semifinali lascerà il segno. La meritavano loro ma il Real ripiegherà sul campionato mentre il Barcellona si giocherà la coppa nazionale contro l’Athletic Bilbao. Il calcio è strano, imprevedibile quindi bello anche per questo. Oggi piangono potere economico e competenza organizzativa unita a tecnica individuale sopraffina, mentre sorridono l'efficienza tedesca e, qualcuno storcerà il naso, il vecchio catenaccio all'italiana emigrato all'estero.Solo i tifosi tedeschi e inglesi speravano in una finale di questo genere e fino al 19 Maggio non penseranno ad altro. Poi qualcuno resterà deluso, ma per 3 settimane sarà un continuo sognare. Un sogno dalle grandi orecchie. Quello che dalle parti di Barcellona e di Madrid è diventato un incubo.

martedì 24 aprile 2012

MESSI AL PALO

Barcellona-Chelsea 2-2. Barcellona a casa, Chelsea in finale di Champions.
Il buon Roberto Di Matteo affronta i blaugrana come all' andata: difesa ad oltranza, prima in 11 dietro la linea della palla, poi in 10 dopo l' espulsione del capitano Terry, e sporadici contropiedi.
Questa partita ha ribadito ciò che ho segnalato dopo il match d' andata: l' unico modo per sperare di battere il Barcellona è il catenaccio, la fortuna ed essere implacabili nelle ripartenze.
E così è stato. Monologo assoluto dei padroni di casa, 72% di possesso palla, 1 palo di Messi, 1 traversa causata dal rigore sbagliato dallo stesso Messi.
Il Barcellona è bellissimo, ma ogni sua partita ha un lato brillante ed uno oscuro, il luminoso gioco del calcio dei catalani contro il vecchio catenaccio dei suoi avversari.
Si riversano tutti nella metà campo degli avversari, il suo calcio si esprime in un possesso palla efficace, magnifico, un calcio totale, c'è sempre un compagno libero, gli avversari se toccano palla, la sbattono di nuovo addosso ai blaugrana. Non si capisce mai bene lo schema utilizzato dagli uomini di Guardiola.
E come succede in tutti gli sport, c'è un sottile piacere nel vedere il crollo di un mito.
E' stato tutto divertente, vedere come giocavano, come non sbagliavano un passaggio, come non riuscivano a segnare. E' stato tutto divertente, meno che il Chelsea.
Va in finale il calcio agli antipodi del Barcellona, tutto tranne che divertente, nell' arco dei 180 minuti i Blues hanno avuto 3-occasioni-3 (nei recuperi) e le hanno concretizzate tutte, e poi si sono chiusi dietro a pregare di non prenderle.
Messi è il calciatore più forte che ho visto, video compresi. Anche stasera l'ha dimostrato e ri-merita il Pallone d' Oro.
Questo Barcellona è la squadra più forte che ho visto, video compresi. Anche stasera ed anche questa stagione.
Nessun complimento al Chelsea, conta il risultato, ma a me il catenaccio non piace proprio.


PS. Mettere al palo: legare una persona a un palo per torturarla. 
Io durante questa partita, come ho espresso molto chiaramente, mi son sentito messo al palo dall' anti-calcio dei londinesi!

lunedì 23 aprile 2012

6...SIC

23 Ottobre 2011- 23 Aprile 2012.


Ho ancora difficoltà a pensare che sia successo per davvero.

PrOnOsTiCaNdO vol.4


Pronostici 24 e 25 Aprile 2012


ATALANTA - CHIEVO
Gli uomini di Colantuono devono tornare alla vittoria. Il Chievo non è una squadra col coltello alla gola e può prendere alla leggera l'appuntamento. Ritorno al gol per Denis.
GIOCATA CONSIGLIATA 1 e UNDER.


CESENA - JUVENTUS 
Salvo sorprese assurde, la vittoria della capolista è molto più di una base da sistema. La squadra di Conte forse ora è anche più cinica sottoporta e per questo motivo si può anche provare un parziale finale col segno 2/2.
GIOCATA CONSIGLIATA 2 e NOGOL.


LECCE - NAPOLI
I salentini si ritrovano a un bivio importante. Si può e si deve approfittare delle difficili trasferte dei viola all'Olimpico e del Genoa a San Siro. Muriel e Capitan Giacomazzi suonano la carica. Il Napoli è un osso duro, ma senza il Pocho non dà garanzie. Col Novara anche per Cavani tanti errori sottoporta...
GIOCATA CONSIGLIATA  1 e GOL


NOVARA - LAZIO
Partita da belle quote con la vittoria della Lazio che sembra agevole ma non lo è... sicuramente non vedremo tanti gol, ma uno alla fine forse si e sarà dei biancocelesti.
GIOCATA CONSIGLIATA 2 e UNDER.


PALERMO-PARMA
I siciliani devono uscire da un periodo molto negativo, il rientro di Miccoli e la buona forma di Giovinco, porteranno gol sicuri.
GIOCATA CONSIGLIATA 1X e GOL.


ROMA - FIORENTINA
Il poker dello Juventus Stadium ha fatto vedere ancora una volta i limiti di questo progetto americano... I viola invece con le grandi negli ultimi turni hanno fatto bene, ritrovano Jovetic e se la giocano a viso aperto
GIOCATA CONSIGLIATA 1 e GOL

SIENA - BOLOGNA
La vittoria a marassi del Siena e il punto d'oro a San Siro del Bologna fanno si che questa sia una partita dal risultato già scritto. Possibile anche un pareggio con gol.
GIOCATA CONSIGLIATA X e UNDER.


MILAN - GENOA
L'anno scorso segnò Ibra e poi il nulla assoluto. Quest'anno sarà una partita dura per entrambe. E' il classico testa-coda di fine stagione dove la posta in palio è troppo alta. Nessuno regalerà nulla all'altro. Consiglio anche di giocare espulsioni e rigori...
GIOCATA CONSIGLIATA 1 e OVER 3,5.


UDINESE - INTER
Sinceramente, rimanendo sugli strafalcioni, per ora non ne abbiamo visti poi tanti da quando è andato via Ranieri. L'Udinese però in casa è un fortino e ha lasciato punti solo alle prime due della classe.
GIOCATA CONSIGLIATA 1 e GOL.


CAGLIARI - CATANIA
I siciliani giocano un bel calcio e sicuramente metterano la palla in rete almeno una volta, il resto è tutto da vedere. Il Cagliari ormai è un'altra pretendente alla serie cadetta.
GIOCATA CONSIGLIATA  X2 e GOL.


Un breve accenno alle due semifinali di champions league Barcellona - Chelsea e Real Madrid - Bayern Monaco. Da sfruttare le belle quote degli 1 e soprattutto di vittorie con  handicap (almeno due gol di scarto). La finale è già scritta ed ha targa spagnola, nonostante entrambe partono sotto.

GOMME DA MASTICARE

“La cosa che più mi rende insoddisfatto è che tutti devono guidare al di sotto dei normali standard solo avendo come obiettivo quello di conservare le gomme. Il dubbio che ora ho è se le gomme debbano giocare un ruolo così importante in gara o se invece devono durare più a lungo così finalmente si può guidare come un vero pilota, invece di stare lì sempre attento a non consumare troppo le gomme. Non sono contento della situazione. Vediamo cosa succederà in futuro. Se era solo un episodio potevo anche starci, magari è solo un problema della Mercedes. Ma quando vedi che l’80% dello schieramento ha questo problema, allora penso proprio che la Pirelli dovrebbe rifletterci”.


E bravo Schumacher! Punto nell' orgoglio dal mio post di sabato per essere più grintoso e farsi notare, decide di farlo puntando il dito contro le gomme Pirelli. E ha ragione. Moltissima ragione.
Basta essere ragionieri, guidare in punta di dita, preservare le gomme! 
I piloti di F1 devono tirare le vetture al massimo, chiedere il 100% ed oltre a tutte le componenti delle monoposto, non essere dei prudenti ragionieri, lungimiranti come se fossero dei maratoneti, che devono risparmiarsi per i km finali.
Ora vedremo le reazioni, soprattutto degli altri piloti, se si esporranno anche loro a tal punto.
La colpa però, più di Pirelli, è della Federazione, che ha commissionato al gommista italiano questi pneumatici con queste caratteristiche di durata. E mettersi contro la FIA non aiuta, la Force India per aver disertato le Libere 2 di venerdì, è stata punita da nessuna inquadratura nelle qualifiche del sabato (vergognoso). E se non sei inquadrato gli sponsor non pagano...
PS. Incàzzati Michael, incàzzati!

IL RE (NAULT) DEL BAHRAIN

Il Gp: la restaurazione targata Vettel-Red Bull iniziata in prova è proseguita in gara, impeccabile gran premio del Campione del Mondo in carica, che senza troppa fatica, riesce a tagliare per primo il traguardo e a portarsi in cima alla graduatoria iridata con 4 punti di vantaggio su Hamilton.
A completare la festa del podio, un redivivo Kimi Raikkonen e Romain Grosjean, entrambi griffati Lotus, le vere sorprese del weekend del Bahrain, dato che a metà gara il finlandese, partito 11°, ha persino provato il sorpasso decisivo su Vettel, senza riuscirci.
Disastro Mc Laren, con Button costretto al ritiro e Hamilton costretto in ottava posizione per demerito dei meccanici del team. Il regolare Webber chiude quarto, mentre Rosberg in versione videogame impunito sbatte fuori pista prima Hamilton e poi Alonso, e si regala una 5a posizione abbastanza soddisfacente. Ottimo sesto Di Resta, e buon catenaccio alonsista, settimo, con Massa nono, finalmente aggressivo e con il compagno di squadra ad una distanza ragionevole.
Decimo Schumacher che porta ai punti la sua Mercedes, partita 22esima per una penalizzazione sulla griglia.


Classifica iridata: 53Vettel, 49Hamilton, 48Webber, 43Button, 43Alonso, 35Rosberg, 34Raikkonen. 101RedBull, 92McLaren, 57Lotus, 45Ferrari, 37Mercedes.


Voti: 1°Vettel 10; 2°Raikkonen 9,5; 3°Grosjean 8,5; 4°Webber 6,5; 5°Rosberg 6; 6°DiResta 9; 7°Alonso 6,5; 8°Hamilton 6; 9°Massa 6,5; 10°Schumacher 6,5; 11°Perez 6; 12°Hulkenberg 6; 13°Kobayashi 6; 14°Vergne 6; 15°Ricciardo 5; 16°Petrov 6,5; 17°Kovalainen 6; 18°Button 5; 19°Glock 6; 20°De la Rosa 6; 21°Karthikeyan 5; RIT. Senna 6; RIT. Maldonado 6; RIT. Pic 6.


Considerazioni: siamo a 8 piloti sul podio, 4 vincitori di 4 scuderie diverse in 4 gare. E' un minestrone. Oggi 4 motori Renault nei primi 4 posti, in Cina 3 Mercedes nei 3, in Malesia 2 Ferrari nei 2, in Australia altri 2 Mercedes primo e terzo. Tutte coincidenze strane, particolari. La sensazione è che un pò tutti questi team, se riescono a mettere le proprie ruote davanti agli altri, possono dare il ritmo alla corsa. Importante dunque trovarsi davanti, non trovar traffico e aver pista libera. Censurabile, oggi, la difesa di Rosberg, che andava penalizzato, così come i box McLaren che inanellano errori in ogni gara, se Hamilton non è primo in classifica è per colpa loro. Il dominio Red Bull sarà merito degli scarichi spostati all' esterno in questa gara da Newey, o siamo al solito giochino delle gomme e della temperatura?
A questo punto speriamo sia merito degli pneumatici per evitare di ristabilire la monotonia lattina del 2011. Con molte scuderie che preparano importanti modifiche e versioni B della monoposto per il Gp di Spagna, sarà interessante vedere le nuove gerarchie in terra iberica.

domenica 22 aprile 2012

LA PRIMA DI JOSE AL NOU CAMP


Tutti lo davano per battuto, i suoi detrattori erano pronti a scagliarsi nuovamente contro di lui e a criticarlo aspramente. Sono rimasti delusi, a differenza dei suoi estimatori, anche italiani, che ieri sera hanno esultato e gioito insieme a lui. José Mourinho ce l'ha fatta, ha spezzato quella sorta di maledizione che finora gli aveva impedito di violare il Camp Nou di Barcellona con le sue squadre. L'ha fatto a modo suo, con un Real Madrid che sempre più somiglia al suo allenatore e al suo credo calcistico, con una squadra non più remissiva come successo tante, troppe volte in passato, ma finalmente decisa a giocarsela alla pari contro i favoriti campioni blaugrana; alla fine, la classe e la maggiore verve di Cristiano Ronaldo e soci hanno prevalso sul tiki-taka di Messi e compagni, e il 2-1 finale ha sancito la nuova fuga madrilena verso il titolo di campione, e stavolta l'allungo sembra davvero quello decisivo.
Eppure, quella che nelle ultime stagioni è sempre stata la sua bestia nera era stata, agli inizi della carriera da allenatore, un'utilissima esperienza per l'allenatore portoghese: dopo una lunga gavetta come assistente tecnico e allenatore in seconda in patria, lo Special One segue il suo mentore Bobby Robson proprio a Barcellona, e qui ricopre la carica di vice per quattro anni, dal 1996 al 2000, prima con Robson e poi con il suo sostituto Van Gaal. In quel periodo in Catalogna, tra l'altro, il capitano della squadra era Pep Guardiola, colui che è diventato il suo più acerrimo rivale nelle ultime stagioni, e dalla "cantera" blaugrana stavano emergendo i giovani Puyol e Xavi, attuali pilastri del Barcellona pluricampione. Dopo aver iniziato la carriera da allenatore, Mourinho si è dovuto confrontare più volte contro la sua ex-squadra, e bisogna dire che si è sempre trattato di sfide estremamente dure e spesso condite da polemiche. Il primo incrocio tra lo Special One e il Barça è avvenuto negli Ottavi della Champions League 2005, mentre lui era allenatore al Chelsea, e l'ha visto vincitore per 4-2 nel ritorno, dopo aver perso l'andata al Nou Camp per 2-1 e aver polemizzato per un presunto incontro tra l'allenatore avversario Rijkaard e l'arbitro Frisk. La stagione successiva la sfida si ripete sempre agli Ottavi, ma stavolta sono i blaugrana a spuntarla grazie al 2-1 a Londra dell'andata, che rende inutile l'1-1 in Spagna al ritorno. Nel 2007 c'è un altro doppio confronto molto elettrico, stavolta nel girone di qualificazione, e ancora una volta prevale Mourinho, che si impone in casa 1-0 e pareggia a Barcellona 2-2 proprio negli ultimi minuti della partita.
Dopo alcune stagioni, le strade dei catalani e del portoghese si incrociano nuovamente, in una durissima semifinale di Champions League. E' il 2010, Mourinho è diventato l'allenatore dell'Inter e Guardiola ha guidato il Barcellona a una stagione fantastica, in cui ha vinto tutto. In girone, le due squadre si affrontano due volte, ma il confronto sembra decisamente impari, con gli spagnoli che pareggiano 0-0 a Milano e vincono con un secco 2-0 in casa, controllando sempre il gioco in entrambe le partite. Le semifinali però sono un'altra cosa, e l'Inter sorprende il Barcellona con un grandissimo match, vinto meritatamente 3-1 e che risulta decisivo per l'accesso alla finale; al ritorno al Nou Camp, in 10 per un'ora di gioco, la squadra nerazzurra resiste agli assalti avversari e perde di misura 1-0, aprendosi la strada al successo che varrà lo storico triplete di fine stagione. Il passaggio di Mourinho al Real Madrid in estate riscalda ancora di più l'enorme rivalità già esistente tra i due club, e da inizio ad una incredibile serie di 11 sfide tra i due club (5 nel 2011, 6 nel 2012 compreso il Clasico di ieri sera). Dopo un esordio a dir poco fallimentare, con un pesantissimo 5-0 subito a Barcellona, il Madrid si riscatta imponendo il pari in casa e vincendo successivamente la Coppa del Re per 1-0, dando soprattutto l'impressione di aver trovato il modo per contrastare il calcio-spettacolo dei blaugrana. La durissima semifinale di Champions, con tutte le polemiche che la caratterizzano, si rivela però amara per lo Special One, sconfitto 2-0 in casa e costretto a un inutile pari 1-1 nel ritorno, che gli chiude le strade per una nuova finale di Champions, vinta proprio dai rivali catalani. Anno nuovo, ma storia vecchia se si da credito alle prime sfide della stagione 2012: nella doppia sfida della Coppa di Spagna, il Real pareggia in casa 2-2 ma cade in trasferta 3-2, con successive polemiche tra le due squadre, e in campionato il netto 3-1 del Barcellona nel Clasico di andata rinnova la teoria dell'impotenza della squadra di Mou contro i blaugrana. Anche in Coppa del Re il doppio confronto è favorevole ai catalani, e il calo del Real nella Liga rimette in discussione anche il campionato, con il Barcellona che si presenta alla sfida decisiva con la possibilità di tornare a -1 dai blancos in caso di vittoria.
Proprio in quest'occasione, finalmente, la maledizione del portoghese nel suo vecchio stadio si interrompe, e il Real si impone con merito per 2-1, chiudendo ufficialmente il campionato e concentrando tutti i suoi sforzi per ottenere anche la Champions, che manca nella capitale spagnola da 10 anni. Ciò che più ha reso orgogliosi i tifosi dei blancos, oltre al successo, è il fatto di aver finalmente imparato a giocare alla pari con il Barcellona, senza più essere costretti a ricorrere ad un calcio estremamente difensivo; il Real ha imposto il suo modulo agli avversari su un campo da sempre ostico, ha vinto seguendo il credo calcistico e le convinzioni del suo allenatore, attaccando e giocando a pallone, non più coprendosi e mirando più alle gambe degli avversari che alla palla. Un successo meritatissimo insomma, al di là di qualsiasi demerito del Barca, che lancia Mourinho alla conquista della Liga e da al Madrid nuove forze in vista della semifinale di ritorno di Champions contro il Bayern Monaco. Una vittoria aprirebbe ai blancos le porte della finale, e questa potrebbe essere l'occasione per un nuovo, ennesimo capitolo di questo lunghissimo confronto Real-Barcellona. Ma stavolta Mourinho e i suoi, a differenza del passato, non partirebbero necessariamente da sfavoriti: il successo di ieri è proprio lì a dimostrarlo.

Il Re del Principato


L’ottava meraviglia. Rafael Nadal entra definitivamente nella storia del Tennis mondiale vincendo per l’ottavo anno consecutivo il torneo sulla terra rossa del Principato di Montecarlo. Mai nessuno è riuscito in un’impresa simile. Fino a poche ore fa condivideva con Richard Sears, padrone degli Us Open tra il 1881 e il 1887, il primato di sette edizioni dello stesso torneo vinte consecutivamente. Dopo il Roland Garros del 2011 torna a vincere un torneo e lo fa sulla superficie preferita, la sua terra rossa. Per lui anche il titolo numero 20 in un Master  in soli 8 anni di carriera da professionista, superando il record di Federer fermo a 19.
Un torneo, quello di Montecarlo, vinto senza perdere nemmeno un set  e arrivando solo una volta al tie break, nell’incontro dei quarti contro lo svizzero Wawrinka
Batte in poco più di un’ora di gioco Djokovic e con lui anche la sindrome nei confronti serbo, che lo aveva sconfitto nelle ultime sette finali. Partita senza storia che prende la direzione di casa Nadal fin dalle prime battute. L’85% di punti con la prima di servizio, il 60% di punti fatti in risposta e la trasformazione di 5 delle 8 palle break avute durante la gara testimoniano l’eccelsa forma psico-fisica con la quale lo spagnolo si è presentato all’appuntamento. Troppa la voglia di rivincita sul serbo, troppa la voglia di tornare a vincere, troppa la voglia di battere un altro record, l’ennesimo per il 25enne di Manacor.
Dall’altra parte un Djokovic un po’ sottotono, spento più del solito, causa probabilmente anche fattori extra sportivi (perdita del nonno pochi giorni fa). Il serbo però,  è sembrato meno lucido già nelle prime sfide del torneo e la terra rossa di Montecarlo, molto più lenta rispetto alle altre, non gli hanno lasciato scampo.
Paradossalmente, da domani, in classifica Djokovic allungherà sullo spagnolo in virtù della sua non partecipazione in terra monegasca lo scorso anno. Il computer ha il suo sistema, si può criticare ma è da rispettare. Il dualismo tra i due che caratterizzerà il 2012 della racchetta è solo all’inizio, Federer permettendo.  Per ora 1 a 1. Avanti con il prossimo torneo e la prossima finale.

GIOVANI, BRAVI E VINCENTI - PARTE SECONDA


Li avevamo lasciati l'anno scorso con il Meisterschale, il trofeo dei campioni di Germania, e fiumi di birra per festeggiare il loro incredibile successo; li ritroviamo quest'anno nella stessa, identica situazione, nonostante lo scetticismo di molti e le difficoltà incontrate a inizio stagione. I ragazzi terribili del Borussia Dortmund hanno colpito ancora, sono riusciti a confermarsi campioni nazionali per il secondo anno consecutivo, e l'hanno fatto con pieno merito, mostrando quel gioco piacevole ed efficace che è ormai diventato un marchio di fabbrica della squadra di Jurgen Klopp.
Eppure, la prima parte di stagione non era sembrata all'altezza dell'anno passato: dopo la sconfitta ai rigori in Supercoppa contro lo Schalke, il Dortmund aveva perso tre delle prime sei partite di Bundesliga che aveva disputato, e in Champions League aveva profondamente deluso, finendo quarto nel suo girone e lasciando prematuramente l'Europa calcistica. Poi però, i ragazzi terribili di Klopp si sono ritrovati, e hanno inanellato l'incredibile serie di ventisei partite consecutive senza sconfitte, riconquistando la vetta della classifica e conquistando ieri la matematica certezza del titolo, grazie al 2-0 contro l'altro Borussia, quello di Monchengladbach, che ha permesso di conservare 8 punti di vantaggio sul Bayern Munchen a 2 giornate dal termine. Fondamentali per la svolta della stagione sono state proprio le due sfide contro i temutissimi bavaresi, da molti considerati i favoriti per il titolo, soprattutto il confronto di andata: la vittoria dei gialloneri all'Allianz Arena di Monaco grazie ad uno dei suoi talenti migliori, Mario Gotze, ha ridato speranze al Dortmund e ha riaperto completamente il torneo; nella gara di ritorno, poi, il gol di Lewandowski e il rigore sbagliato da Robben hanno permesso al Borussia di staccare gli avversari in maniera significativa, chiudendo definitivamente la corsa al titolo.
Una conferma importante non solo per la squadra, ma per il credo calcistico di Klopp e della società, che negli ultimi anni hanno lavorato tantissimo sui giovani, costruendo una squadra dall'età media bassissima ma ricca di talento e di carattere. La maggior parte dei giocatori è nata tra il 1988 e il 1989 (Subotic, Hummels, Schmelzer, Grosskreutz, Sven Bender, Kagawa, Lewandowski), con l'eccezione del vero talento della squadra, il centrocampista Mario Gotze, classe 1992; molti di questi ragazzi provengono dal vivaio del club, e gli altri sono stati acquistati a prezzo bassissimo quando erano dei perfetti sconosciuti. L'oculatezza e l'attenzione al bilancio e ai giovani talenti è dimostrata anche dal mercato dell'ultima estate: dopo aver ceduto uno dei suoi centrocampisti migliori, Nuri Sahin, al Real Madrid, il Dortmund ha reinvestito subito i soldi ottenuti in due giocatori molto interessanti, Perisic e Gundogan, rispettivamente di 22 e 21 anni. Una bella lezione insomma, quella di Klopp, a tutti i critici che sostengono da sempre che con i giovani si può giocare un buon calcio ma difficilmente si riesce a vincere.
Ora il club tedesco può concentrarsi sulla finale di Coppa di Germania, nella quale affronterà ancora una volta il Bayern Munchen, per centrare così una doppietta da sogno, e poi passare l'estate a programmare la nuova stagione, con l'obbiettivo di fare meglio in Europa, unica vera delusione di quest'anno. Sarà difficile tenere tutti i giovani talenti che si sono messi in mostra nelle ultime stagioni e hanno attirato più di un club europeo, ma anche in caso di partenze eccellenti, a Dortmund sono tranquilli: Klopp e i suoi riusciranno sempre a trovare rimpiazzi adeguati per mantenere la squadra ad alti livelli.

sabato 21 aprile 2012

SARA' LA VITTORIA PIU' BELLA


Enzo Ferrari amava raccontare ai giornalisti che la miglior vittoria "sarà sempre la prossima"
 Michael Schumacher sta affrontando una sfida affascinante: dopo 3 anni di stop ha deciso di rimettersi in gioco, allora 41enne, nella sua amata F1, per raccogliere nuovi successi, per divertirsi ancora, per competere contro il tempo che passa.Sono passate due stagioni, siamo all' alba della terza, e la scelta di correre per il team tedesco Mercedes gli ha sinora regalato più ombre che luci. La vettura nelle stagioni 2010 e 2011 non è stata all' altezza dei top team, e il 7 volte campione del mondo ha trovato un' agguerrita concorrenza interna in Nico Rosberg, che ha raccolto più punti di lui in entrambi i campionati.Stranamente, come fosse un debuttante, le sue prestazioni in qualifica e soprattutto in gara, sono migliorate di Gp in Gp.Due stagioni senza un podio, lampi luminosissimi in Canada 2011, dov'era in 2a posizione sino a 3 giri dal termine, a Monza 2011, con una memorabile battaglia con Lewis Hamilton, a Spa , nel ventennale del suo esordio, dove partì ultimo e concluse 5°.In questa stagione ha una vettura finalmente performante, il suo compagno Rosberg ha vinto in Cina, e lui, dall' alto dei suoi 43 anni ha messo insieme solo 1 punto. In Australia ritirato per noie al cambio, in Malesia centrato alla prima curva da Grosjean, in Cina costretto al ritiro per un dado avvitato male all' anteriore destra mentre era 2°. Le qualifiche erano andate sempre meglio, 4°, 3° e 2°, ma oggi in Bahrein la sfortuna ha colpito ancora: un leggero errore in una curva, assieme al Drs non funzionante, e ad una strategia Mercedes troppo ottimistica, lo hanno spinto fuori nella prima manche, con il 18° tempo. Tanto per rimarcare il leit-motiv di questo inizio di stagione, partirà 17esimo, grazie alla penalizzazione di Maldonado. Nella classifica mondiale è da solo al 17esimo posto con 1 solo punto.

Basta buonismo. Basta pacche sulle spalle ai meccanici. Basta sfortuna. Basta parlare italiano. Lancia quei guanti rossi come hai fatto oggi dopo le qualifiche, incàzzati. Dimostra. Batti la sfiga, cattivo come ai bei tempi contro chi cercava di superarti. Rimonta. Sorpassa. Rendi il 2012 il tuo anno. Torna sul podio. Torna alla vittoria. Cattiveria agonistica ed esperienza. Io in quei guanti lanciati oggi ci ho sperato e ci spero. Lo Schumacher che mi ha cresciuto chiudeva le porte senza complimenti, andava a cercare Coulthard nei box dopo un tamponamento per regolare i conti,  rimontava dal fondo avendo una marcia in più nascosta. In questo nascondino di inizio stagione ci vuole un tuo acuto. Perentorio. La sfiga è sempre stata più debole di Schumacher, stringila al muro come facevi con Barrichello.E quando succederà, nessuno si ricorderà che Nico Rosberg ha vinto in Cina, che ti è stato davanti molto spesso. I riflettori saranno su di te. Solo su di te, per giorni. E luminosissimi.Che sia la 92esima vittoria o semplicemente il 155°podio.