venerdì 6 aprile 2012

UN CAMPIONE STRAP-PATO


La partita che poteva sancire il suo ritorno ad alti livelli, in quel Nou Camp di Barcellona che già l'aveva visto a segno in questa Champions League, è durata solo 14 minuti per lui, poi Alexandre Pato è stato costretto ad alzare nuovamente bandiera bianca e a chiedere il cambio; ancora un infortunio muscolare serio per lui, il quattordicesimo negli ultimi ventisette mesi, un vero e proprio calvario per il giovane attaccante brasiliano, arrivato a Milano appena diciottenne come fenomeno annunciato e straordinaria promessa e che rischia di diventare troppo presto un ex-giocatore, se non si riuscirà a capire l'origine di tutti questi problemi fisici, troppi anche per un cinquantenne, figurarsi per un ventiduenne.
Cresciuto calcisticamente nell'Internacional di Porto Alegre, con cui è andato a segno fin dalla partita d'esordio, quando aveva appena 17 anni (una caratteristica, questa di bagnare l'esordio con un gol, che si è ripetuta anche in seguito), Alexandre Rodrigues da Silva si è subito mostrato al mondo del pallone come uno dei prospetti migliori tra quelli della sua generazione, se non il più interessante in assoluto; soprannominato Pato (in italiano "papero") per via della sua città natale, Pato Branco, e del suo particolare modo di correre, si è sempre distinto per la grandissima agilità e velocità nei movimenti, per la notevole tecnica individuale e per l'incredibile fiuto del gol.
Dopo essersi messo in luce durante il Mondiale per Club del 2006, vinto dal suo Internacional, il giovane attaccante attira su di sé le attenzioni del Milan, che con un importante sforzo economico lo acquista nell'estate del 2007, ma siccome il ragazzo è ancora minorenne al momento dell'accordo la società rossonera deve aspettare il mercato di gennaio per poterlo tesserare. Atteso con spasmodica trepidazione, debutta in serie A il 13 gennaio 2008, nella vittoria contro il Napoli per 5-2, durante la quale si mette in luce con giocate importanti e, soprattutto con il primo gol in maglia milanista. In appena mezza stagione segna 9 reti in campionato, e anche se l'esordio in Champions non è altrettanto fortunato tutti sognano un grande futuro per Pato e per il Milan. Dopo aver conquistato il bronzo alle Olimpiadi di Pechino del 2008 e aver debuttato (ovviamente con gol) nella Nazionale brasiliana, il giovane attaccante disputa una stagione molto continua per presenze e rendimento, con 15 centri in 36 partite, e segna anche le prime reti nelle Coppe europee, anche se a fine stagione la squadra milanese non riesce ad alzare alcun trofeo.
L'anno seguente, però, per il Papero cominciano i primi problemi fisici: da gennaio 2010 ad oggi, almeno 13 stop per infortunio muscolare, con ben 53 partite saltate, il sogno di disputare il Mondiale del 2010 svanito in fretta e un rendimento che, a causa di tutto ciò, è diventato sempre meno soddisfacente. E' vero che il brasiliano ha comunque continuato a segnare, arrivando a 50 gol in 102 partite di campionato e contribuendo notevolmente alla vittoria dello scudetto del 2011, ma la precarietà della sua condizione fisica non gli ha mai permesso un rendimento davvero costante, limitando di fatto il suo impiego in squadra e la possibilità di incidere davvero a livello continentale. Quest'ultima stagione, poi, ha rappresentato per Pato un vero e proprio calvario: un primo infortunio a settembre l'ha tenuto fuori 2 mesi, un secondo a gennaio in Coppa Italia gli è costato un altro mese di stop, al rientro in campo a febbraio si è nuovamente fatto male, restando fermo altre 4 settimane; contro il Barcellona, infine, l'ultima beffa, con un ingresso in campo durato solo 14 minuti prima del nuovo, incredibile infortunio, che secondo alcuni potrebbe significare addirittura la fine anticipata della sua stagione.
In molti si sono chiesti come sia possibile che un ragazzo di appena 22 anni abbia subito così tanti infortuni a distanza ravvicinata, soprattutto con la preparazione accurata e il monitoraggio approfondito che una società come il Milan fa su ogni suo calciatore. Una spiegazione potrebbe trovarsi nello sviluppo improvviso e forse eccessivo di Pato: dal suo arrivo in Italia, l'attaccante brasiliano è cresciuto di circa 8 centimetri in altezza, e di almeno 9 chili di peso, una crescita che nessuno si aspettava e che ha creato scompensi al suo fisico. Se a tutto ciò aggiungiamo la postura errata, una delle caratteristiche del Papero, otteniamo una struttura fisica troppo fragile per sostenere le nuove dimensioni e i muscoli che il ragazzo ha sviluppato. Un caso analogo al suo è quello di un altro attaccante cresciuto nel Milan, Alberto Paloschi, pure lui cresciuto di 5 centimetri in poco tempo e da allora condizionato da una serie di problemi muscolari che ne hanno limitato notevolmente l'impiego; quest'ultimo però sembra aver ritrovato una certa continuità nell'ultimo periodo, e non ha mai avuto lo stesso, impressionante numero di infortuni di Pato.
L'augurio di tutti è che lo staff medico del Milan riesca presto a trovare una soluzione concreta ed efficace per guarire lo sfortunato brasiliano, così da permettergli di tornare in campo con continuità nel più breve tempo possibile. Inoltre, bisognerà lavorare molto sulla testa del giocatore, che nell'ultimo anno convive con la paura di farsi male ogni volta che tenta un allungo o una giocata di troppo, e sembra aver smarrito la velocità e la rapidità che avevano caratterizzato l'inizio della sua carriera. I tifosi del Milan, dopo averlo amato ed aspettato con pazienza per molto tempo, adesso hanno iniziato a perdere la pazienza, vogliono delle risposte e chiedono al Papero un impegno maggiore, che giustifichi il suo importante stipendio, e la stessa società sembra poco convinta a dargli ancora fiducia; già a gennaio la sua cessione sembrava cosa fatta, salvo ripensamento dell'ultimo minuto, ma in estate il divorzio dal Milan appare più che probabile, a patto ovviamente che si trovi una squadra disposta a spendere una cifra importante per un campione dai muscoli di cristallo. L'augurio per Pato è che i prossimi esami medici siano davvero risolutivi, che possa tornare presto in campo senza timori e con la continuità dei primi anni, e che possa diventare il grande campione che tutti gli appassionati di calcio hanno sempre sognato, perché è davvero avvilente pensare che la carriera di un ragazzo così talentuoso debba considerarsi conclusa ad appena 22 anni.

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