Visualizzazione post con etichetta pato. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pato. Mostra tutti i post

lunedì 18 agosto 2014

I MAGNIFICI 7 GOL DA CALCIOMERCATO

Immagine tratta da lusogolo.com e modificata su befunky.com
Con l'avvio della stagione 2014/15 tra campionato e coppe in Inghilterra, Francia, Germania e Olanda, ecco la classifica dei sette magnifici marcatori del fine settimana, valutati in base al loro profilo "da calciomercato". Scadenza, ruoli e costi sono indicativi e tratti dal sito transfermarkt.it.

7) Rodrigo Taddei (Perugia). Appena arrivato al "Curi", punta di diamante del Grifone nell'anno del ritorno in B, è autore della rete del vantaggio umbro al 78'. Età:34. Ruolo: esterno destro, regista. Scadenza: 30.6.2016. Costo: 200 mila.

6) Pato (SanPaolo). Il 24enne brasiliano sigla il vantaggio paulista nella vittoria 1-2 sul campo del Palmeiras. A lungo indiziato per un ritorno in Europa, è ancora alla ricerca di se stesso nel Brasileirao. Età:24. Ruolo: prima o seconda punta. Scadenza: 31.12.2015 (prestito dal Corinthians). Costo: 10 milioni. 

5) Adrian Ramos (BorussiaDortmund). Acquistato per 13 mln in estate dall'Hoffenheim, il colombiano sigla la sua prima rete nel Borussia, all 89' nell'1-4 contro il Kickers Stoccarda in Coppa. Età:28. Ruolo: esterno d'attacco o seconda punta. Scadenza: 30.6.2018. Costo: 13 milioni.

4) Anwar El-Ghazi (Ajax). L'olandese-marocchino sembra la nuova stellina in rampa di lancio nei lancieri. Esordio in prima squadra da subentrato, in due partite realizza un gol e un assist. Ieri prima rete da "pro" al 90' nel 1-3 dell'Ajax contro l'Az Alkmaar. Età:19. Ruolo: ala destra. Scadenza: 30.6.2016. Costo: 500 mila.

3) Gylfi Sigurdsson (Swansea). Bagna al 72', con la rete del clamoroso 1-2 finale contro lo United, il ritorno allo Swansea. Il centrocampista offensivo islandese proviene dal Tottenham. Età:24. Ruolo: trequartista, esterno offensivo. Scadenza: 30.6.2018. Costo: 10 milioni.

2) Memphis Depay (PSV). Quattro reti in due partite: è una vera e propria esplosione quella dell'esterno offensivo olandese, già apparso ai Mondiali brasiliani. Doppietta anche ieri, al 51' e al 73' nel 6-1 del suo PSV contro il NAC Breda. Futuro crack del mercato. Età:20. Ruolo: ala sinistra. Scadenza: 30.6.2017. Costo: 12 milioni. 

1) Eric Dier (Tottenham). Arrivato in sordina dallo Sporting Lisbona per 5 milioni, il difensore inglese fa esultare gli Spurs al 93' con la rete del decisivo 0-1 contro il West Ham. Pochettino ci avrà visto giusto? Età:20. Ruolo: difensore centrale. Scadenza: 30.6.2019. Costo: 4,5 milioni.

martedì 22 luglio 2014

INFORTUNI ALLEGRI

Immagine tratta da juventus.com e modificata su befunky.com
Arriva Morata, strette di mano, frizzi e lazzi. Tutti felici, va in campo e...crac.
Rotto. Trauma distorsivo al ginocchio sinistro. In attesa di ulteriori esami, si parla già di 30-40 giorni di stop.
Sfortunato Allegri eh?
Uhm, Allegri. Già, anche al Milan un sacco di infortuni sotto la sua gestione. 
Nel 2011/12 si contarono qualcosa come 71 degenti nell'infermeria rossonera. La colpa venne dirottata sullo sprint scudetto, molto stressante a livello fisico. Nel 2012/13 nelle primissime partite dell'anno salutarono la compagnia Pato e Robinho stirati ad agosto e Montolivo k.o. a settembre. E nella scorsa stagione? Ricordate il ritorno di Kakà? Esordio per 70' con il Toro e problema muscolare che lo tenne fuori un mese. A metà settembre il buon Max contava già 10 sventurati alla voce "infermeria".
Anche Seedorf, appena subentrato dichiarò di aver ereditato una squadra in "non buone condizioni fisiche".
Negli ultimi anni al Milan hanno avuto infortuni lunghi o fastidiose ricadute, un gran numero di calciatori: Boateng, Flamini, Pato, Robinho, Bonera, DeJong, Muntari, ElShaarawy, Silvestre, DeSciglio, Abate, Abbiati, Montolivo, Pazzini. 
Acciacchi piuttosto pesanti e frequenti, a volte di natura muscolare, ma anche di natura traumatica, tutti capitati sotto la guida del mister livornese.
Arrivati nonostante la presenza del celebre "MilanLab", struttura che dovrebbe costantemente monitorare le condizioni dei calciatori e ridurre al minimo il rischio di infortuni.
Emblematica la sequenza di guai muscolari capitati a Pato, che passò in poco tempo dallo status di "ragazzo prodigio" a quello di "desaparecido".
E ora, alla Juventus, pronti via, e già Morata va k.o. dopo pochi allenamenti.
Possibile che sia solo sfortuna questa di Allegri o, a questo punto, ci sia qualcosa di errato nel modo di condurre la preparazione fisica (specie quella iniziale) da parte sua o del suo staff?
Molto spesso la maledizione degli infortuni è stata (paradossalmente) la salvezza del tecnico al Milan, un parafulmine con il quale difendersi dalle partenze a rilento in campionato, e dalle carenze di gioco degli ultimi tempi. Ma alla Juve non potrà e non dovrà essere così.
Sperando che il buongiorno non si veda dal mattino...

sabato 12 luglio 2014

MONDIARIO DIA 31

Immagine tratta da it.eurosport.yahoo e modificata su befunky.com
Diario Mondiale. Giorno 31.
Il talento mancante. Le generazioni perdute. Viaggio nella crisi calcistica brasiliana.
Manca talento, manca fantasia, mancano bomber. Perchè il Brasile visto ai Mondiali di casa manca di numeri 9 e numeri 10? 
Quali le ragioni di questo flop del celebre "fùtbol bailado"?
Sono mancate due generazioni, quella dei campioncini inesplosi e quella dei campioni bolliti precocemente. I nomi e i piedi buoni c'erano, ci sono. Ma si son persi o si sono spenti troppo presto. Analizziamo i campioncini inesplosi: innanzitutto Pato. 24 anni, già una lunga carriera alle spalle. Esplode molto presto nel Milan, appena maggiorenne. Poi infortuni muscolari, a catena, diventa di cristallo, poi gira Corinthians e San Paolo segnando con il contagocce. Da almeno tre anni è sparito dai radar. Il posto di Fred poteva essere suo. O anche di Adriano, quell'Adriano Leite Ribeiro età 32, ma almeno 8 persi a recuperare se stesso. Carattere fragile, ha spesso ceduto ai vizi della tavola e al divertimento sfrenato. Bruciandosi il futuro calcistico: dopo i primi buoni anni all'Inter, il totale declino: San Paolo, Inter, Flamengo, Roma, Corinthians, Flamengo, Atl. Paranaense, collezionando licenziamenti e rescissioni a ripetizione. Anche lui sarebbe stato sicuramente un migliore centravanti di quelli visti nel Mondiale del Mineirazo. E Ganso? Ricordate quel numero 10 del Santos molto tecnico, arrivato a esser valutato sui 20-25 milioni qualche estate fa? Sparito, tra Santos e San Paolo, solo 8 presenze in Nazionale maggiore. A 24 anni è già una grande speranza inesplosa. Ma anche Leandro Damiao, a lungo trattato per cifre simili dal Napoli nello scorso mercato estivo: coetaneo di Ganso, ha pagato il fallimentare trasferimento al Santos. 18 presenze e 1 rete nell'anno del Mondiale. Escluso e disperso. E ancora, Sandro, 25 anni, da 4 anni al Tottenham senza mai esser titolare. Centrocampista centrale, pilastro delle Under 20 e delle Olimpiadi. Chi l'ha visto? Quest'altro invece non è molto conosciuto: Henrique, 23 anni, punta. Capocannoniere e Pallone d'Oro del Mondiale Under 20 del 2011. Da quella magica estate ha girovagato tra San Paolo, Granada, Recife e Botafogo con la miseria di 8 gol negli ultimi 3 anni. Kaputt. A proposito di Under 20. Rafael Sobis, attaccante di 29 anni che furoreggiava nelle Under verdeoro. Bruciato dal trasferimento al Betis prima e al Al Jazira (a soli 23 anni) dopo. E così Douglas Costa 23enne trequartista mancino, promettente, ma messo sinora ai margini dal trasferimento in Ucraina allo Shakthar a vent'anni. Vagner Love ne ha 30 di anni, ma da 7 non gioca più in Nazionale e tra Cska Mosca e Flamengo si è dedicato più all'arte amatoria che a quella calcistica. Elano (33) con l'approdo in Europa tra Shakhtar, City e Galatasaray si è ridimensionato. Felipe Melo ha solo 31 anni, ma non è mai esploso e infatti gioca in Turchia da un triennio. Daniel Carvalho invece era un punto di riferimento con i piedi educatissimi nelle giovanili della Seleçao, ma gli infortuni e il trasferimento in Russia gli hanno troncato la carriera. A 31 anni tira avanti nel Criciuma.
E la generazione dei campioni precocemente in pensione. Kakà: l'apice con il Pallone d'Oro 2007, il declino con il trasferimento al Real. Ora ha 32 anni, ma da almeno 5 è tornato "normale". E Ronaldinho? Ora 34enne, anche lui dal 2007 ha smesso di giocare ai suoi livelli. Dal Barcellona è passato al Milan, intemperanze varie lo han riportato in Brasile tra Flamengo e Atl.Mineiro. Fosse restato ad alti livelli e si fosse allenato sempre, in questo Brasile la 10 era alla sua portata. Robinho ha appena 30 anni, Real e Manchester City nei suoi trascorsi. Nel Milan è improvvisamente scomparso dopo la prima buona stagione, 11 gol in 3 anni e addio sogni di gloria. Luis Fabiano (33) ha chiuso con la Nazionale nel 2010, nonostante stia ancora segnando al San Paolo. 
Insomma, i talenti c'erano. Sono rimasti inesplosi, o sono sfiammati precocemente. E' mancato il mix tra questi giovani e quella generazione dei grandi vecchi. Nessuno di questi era convocabile, tutti quelli elencati vivacchiano a fine carriera vivendo della fama passata. 
Però gente come Miranda (dif., 29, Atl.Madrid), Felipe Luis (dif., 28, Atl.Madrid), Marquinhos (dif., 20, Psg) e soprattutto Coutinho (centr./att., 22, Liverpool), di sicuro non avrebbe sfigurato nel confronto con quelli che si giocheranno oggi la finalina per il terzo posto contro l'Olanda.
Pronostico: Brasile-Olanda 2-1 (Hernanes, Oscar, Robben). Immeritato.

lunedì 12 novembre 2012

PAGELLARIO SERIE A: DODICESIMA GIORNATA

Immagine tratta da affarando.it
Siamo arrivati alla dodicesima giornata di serie A 2012-13, e non poteva mancare il nostro appuntamento con la rubrica che premia i migliori e i peggiori del giorno. Vediamo chi abbiamo scelto per quest'occasione.
MIGLIORI
Fabio Quagliarella: Il suo pezzo forte sono sempre stati i gol difficili, in acrobazia, e l'esperto attaccante napoletano se n'è ricordato anche a Pescara, dove ha fatto vedere tutta la sua qualità. Ottima partita per Quagliarella, che sfrutta l'occasione da titolare per mettere a segno una tripletta, a cui aggiunge anche l'assist per Giovinco e l'intervento, comunque decisivo, sulla rete di Asamoah. Spettacolare in particolare la terza e ultima rete, una fantastica sforbiciata in spazi davvero ristretti, un pezzo di bravura assoluto che ha strappato applausi a tutto lo stadio. Dopo la scorsa stagione tribolata e un inizio d'anno con poca considerazione, il bomber ha riguadagnato fiducia personale e nelle scelte di Conte, che lo considera un ottimo partner per l'inamovibile Vucinic. Se continua a segnare con questi ritmi, sarà difficile rimandarlo in panchina. Voto 8,5.
Paulo Dybala: Quando in molti facevano notare al presidente Zamparini l'assenza di qualità nella sua squadra, lui rispondeva: "Abbiamo Dybala!" Arrivato con grandi aspettative dalla serie B argentina, questo ragazzo nemmeno diciannovenne aveva avuto poco spazio finora e sembrava faticare ad abituarsi al calcio italiano. Ieri, l'assenza di Miccoli gli ha consentito di indossare la maglia da titolare contro la Sampdoria, e lui ha risposto alla grande: una doppietta, almeno altre due occasioni importanti mancate e tante giocate interessanti. Con una buona gestione e l'appoggio di giocatori esperti come Miccoli e Brienza può crescere tanto e diventare l'ennesima grande scoperta di Zamparini e dei suoi esperti di mercato. Voto 8.
Borja Valero: L'avevamo già elogiato in precedenza, e non possiamo far altro che tornare a tessere le lodi di questo centrocampista spagnolo, arrivato in Italia un po' in sordina ma che si sta dimostrando un valore aggiunto per la Fiorentina di Montella. L'ex giocatore del Villarreal sta diventando un punto fermo nella linea mediana della viola, non solo per la grinta e la determinazione con cui lotta su ogni pallone, ma anche e soprattutto per le indubbie qualità di palleggio e di gioco. Straripante a livello fisico, Valero ha dato un'altra dimostrazione di forza nella sfida di San Siro contro il Milan, dominando il centrocampo e realizzando un gol che è un misto di tecnica, determinazione e lucidità. Se la Fiorentina sogna un piazzamento importante in questo campionato lo deve anche a lui. Voto 7,5.
Gabriele Angella: Per una volta, l'eroe in casa Udinese non è il solito Totò Di Natale, ma questo giovane difensore di appena ventitre anni, che per un giorno si traveste da bomber e realizza addirittura una doppietta. Cresciuto nel fertile vivaio dell'Empoli, finora aveva trovato pochissimo spazio in due stagioni di serie A, e anche quest'anno le occasioni di mettersi in mostra erano state poche per lui. Titolare contro il Chievo per le assenze di Domizzi e Benatia, ieri Angella ha giocato bene in difesa, ma è stato decisivo soprattutto in attacco, segnando le due reti che hanno permesso ai suoi di portare a casa un punto prezioso. Bellissima anche la dedica finale ad un amico speciale: lo sfortunato Morosini, scomparso tragicamente nemmeno un anno fa. Davvero una domenica perfetta per lui. Voto 7,5.
PEGGIORI
Giovanni Stroppa: Serata estremamente negativa per l'ex fantasista e pupillo di Zeman, che con il suo Pescara incassa un pesante 1-6 in casa contro la Juventus. La differenza di valori tra le due squadre si conosceva, ma un passivo così duro deve sicuramente far riflettere qualcuno, in primis il tecnico degli abruzzesi, che sta cercando ancora il modulo e gli uomini giusti per arrivare alla salvezza. La difesa a 3 ha lasciato molti dubbi, rivelandosi un handicap più che un vantaggio, e uomini tecnici come Weiss e Caprari avrebbero forse meritato più spazio. Ma Stroppa deve lavorare soprattutto sul carattere dei suoi ragazzi, apparsi molli e troppo fragili mentalmente per cercare di competere con i bianconeri. Senza un po' di grinta e di voglia di lottare, la salvezza sarà davvero un'impresa. Voto 4.
Alexandre Pato: In settimana tutti l'avevano dato per rinato, dopo il gol realizzato contro il Malaga, accompagnato da una prestazione piuttosto confortante. Tutti al Milan aspettavano la sfida contro la Fiorentina per avere altre risposte positive dal Papero, a secco di gol in campionato da quasi un anno. Lui però ha tradito le attese, disputando una partita estremamente negativa e mostrando ancora una volta i preoccupanti limiti degli ultimi tempi. Pochi spunti, pochissime giocate tentate, grinta sotto i tacchi, e a completare l'opera un rigore sparato malamente in curva. Inevitabile la sostituzione durante l'intervallo, e inevitabile continuare a chiedersi che fine abbia fatto il promettente attaccante su cui si fondavano le speranze di rinascita rossonere. Voto 4.
Mauro Goicoechea-Ivan Piris: Meritano una citazione negativa ex-aequo i due giocatori della Roma, assolutamente decisivi in negativo in questo derby della capitale. Il giovane portiere, titolare per l'infortunio di Stekelenburg ma in netta ascesa nelle preferenze di Zeman, regala a Candreva il pareggio con un intervento goffo e grossolano, non giustificabile solo con la pioggia. Il terzino destro paraguaiano fa un deciso passo indietro dopo le ultime partite ben giocate, fornendo di fatto l'assist a Mauri sul terzo gol della Lazio, e mostrando in generale parecchi limiti in fase difensiva. La fase difensiva è sempre stata un problema per le squadre di Zeman, ma in questo caso è difficile dare colpe al boemo. I due giocatori sono molto giovani e alla prima esperienza in Europa, devono ancora maturare molto per diventare protagonisti nella nostra serie A. Voto 4,5 per entrambi. 
Daniele De Rossi: Nella storia di questo derby è giusto riservare un capitolo a parte per il campione giallorosso, che diventa uno dei protagonisti della partita ma non lo fa certamente nel modo che sperava. Rispetto ai suoi compagni di squadra, lui disputa una buona partita nel primo tempo, e sembra deciso a sfruttare al massimo l'opportunità da titolare che Zeman gli concede. Poi, proprio nel recupero del primo tempo, Capitan Futuro si macchia di un gesto bruttissimo, colpendo Mauri con un pugno e meritandosi una sacrosanta espulsione. Un comportamento simile non è degno di un giocatore del suo livello, nessuna giustificazione regge di fronte a un'azione che c'entra poco con lo sport. L'esclusione dalla Nazionale e una lunga squalifica potrebbero giovare a De Rossi per ritrovare la tranquillità e lasciarsi alle spalle questa brutta domenica. Voto 3.

lunedì 11 giugno 2012

La rivincita degli ex “avvelenati”


foto tratta da sportzoom.it

La potenza economica è fondamentale ma di vitale importanza è saper gestire al meglio l’immenso capitale che si ha a disposizione.
Quello che a Londra, sponda Chelsea, non hanno ancora capito e che a Manchester, sponda City, hanno capito giusto in tempo è usare i milioni con intelligenza.
Parigi sarà anche la città dell’amore, ma il PSG riesce a controllare bene le emozioni.
Prende uno che di mestiere fa il dirigente. Leonardo.
Cari Galliani e Moratti, il suo mondo è dietro la scrivania e non a guidare una squadra di calcio dalla panchina.
L’ingente liquidità messagli a disposizione dagli sceicchi la valuta e la studia.
Cosa fa? Inizia dalle fondamenta.
Cambia allenatore alla prima opportunità.
Prende chi in quel momento è si, l’allenatore libero sul mercato ma anche chi può iniziare partendo dal nulla a gestire una squadra media, farla crescere, accettare i campioni e gestirne molti contemporaneamente. Carlo Ancelotti.
Poi? Inizia a comprare.
E dove se non dal campionato che conosce più di tutti, dalle squadre di cui conosce tutto ( Milan ) o quasi   ( Inter ), un campionato che si appresta ad un periodo di vacche magre. E puntare giocatori che conosce, visti crescere o scoperti negli stadi brasilani.
Affida la porta a Sirigu, portiere di casa nostra dalle prospettive interessanti.
Le chiavi del centrocampo all’italo – brasiliano Thiago Motta, metronomo dell’Inter fino a gennaio.
Puntella gli altri reparti con acquisti mirati.
Prova l’assalto a Pato, riuscito e quasi concluso a Gennaio.
Si butta a capofitto su Lavezzi, lo scugnizzo ormai triste di Napoli. E lo porta sotto la Torre Eiffel.
Ora chiude la difesa con il difensore più forte del mondo, Thiago Silva.
Adesso si parla di un altro illustre ingresso in società. Paolo Maldini, un’altra leggenda made Milanello.
Addirittura pare abbia spinto il difensore verdeoro ad accettare la soluzione transalpina.
Prossimi appuntamenti: un viaggio in Spagna per convincere il Real e Kakà e un’altra puntata a Milanello. Ibra o Pato?



Proverbio arabo:" non bastano tutti i cammelli del deserto per comprarti un amico".

martedì 15 maggio 2012

VIA l'IBRA per PATO...

immagine tratta da affaritaliani.libero.it

In questi giorni si vocifera di un clamoroso addio di Zlatan Ibrahimovic dalla corte di Silvio Berlusconi, e io dico: che problema c'è ? Forse è la volta buona che il Milan inizi un progetto di squadra, un progetto senza lanci lunghi e con un gioco fluido e veloce (SimilJuve) con gente giovane che deve dare ancora tutto quello che ha come Boateng, El Sharaawy e Pato.
Insomma non è poi così una cessione sofferta, se dovesse veramente partire.
Ibrahimovic si è preso l'anno scorso i meriti di uno scudetto sul quale senza dubbio ad inizio stagione ha contribuito fortemente, ma sul quale, tutto sommato, alla fine ha solo partecipato.
Non dimentichiamo che un certo Kevin Prince Boateng correva anche per lui e che il sig. Pato fece gli stessi gol di Ibra e Robinho senza rigori. Inoltre l'Ibrahimovic di febbraio in genere dovrebbe giocare solamente nei campi Uisp.
Senza dubbio è arrivata la sua ora, la possibile partenza dello svedese dà finalmente il via libera al Papero che, sicuramente, dal prossimo ritiro sarà il re di Milanello e non più il ranocchio strapPATO!

venerdì 6 aprile 2012

UN CAMPIONE STRAP-PATO


La partita che poteva sancire il suo ritorno ad alti livelli, in quel Nou Camp di Barcellona che già l'aveva visto a segno in questa Champions League, è durata solo 14 minuti per lui, poi Alexandre Pato è stato costretto ad alzare nuovamente bandiera bianca e a chiedere il cambio; ancora un infortunio muscolare serio per lui, il quattordicesimo negli ultimi ventisette mesi, un vero e proprio calvario per il giovane attaccante brasiliano, arrivato a Milano appena diciottenne come fenomeno annunciato e straordinaria promessa e che rischia di diventare troppo presto un ex-giocatore, se non si riuscirà a capire l'origine di tutti questi problemi fisici, troppi anche per un cinquantenne, figurarsi per un ventiduenne.
Cresciuto calcisticamente nell'Internacional di Porto Alegre, con cui è andato a segno fin dalla partita d'esordio, quando aveva appena 17 anni (una caratteristica, questa di bagnare l'esordio con un gol, che si è ripetuta anche in seguito), Alexandre Rodrigues da Silva si è subito mostrato al mondo del pallone come uno dei prospetti migliori tra quelli della sua generazione, se non il più interessante in assoluto; soprannominato Pato (in italiano "papero") per via della sua città natale, Pato Branco, e del suo particolare modo di correre, si è sempre distinto per la grandissima agilità e velocità nei movimenti, per la notevole tecnica individuale e per l'incredibile fiuto del gol.
Dopo essersi messo in luce durante il Mondiale per Club del 2006, vinto dal suo Internacional, il giovane attaccante attira su di sé le attenzioni del Milan, che con un importante sforzo economico lo acquista nell'estate del 2007, ma siccome il ragazzo è ancora minorenne al momento dell'accordo la società rossonera deve aspettare il mercato di gennaio per poterlo tesserare. Atteso con spasmodica trepidazione, debutta in serie A il 13 gennaio 2008, nella vittoria contro il Napoli per 5-2, durante la quale si mette in luce con giocate importanti e, soprattutto con il primo gol in maglia milanista. In appena mezza stagione segna 9 reti in campionato, e anche se l'esordio in Champions non è altrettanto fortunato tutti sognano un grande futuro per Pato e per il Milan. Dopo aver conquistato il bronzo alle Olimpiadi di Pechino del 2008 e aver debuttato (ovviamente con gol) nella Nazionale brasiliana, il giovane attaccante disputa una stagione molto continua per presenze e rendimento, con 15 centri in 36 partite, e segna anche le prime reti nelle Coppe europee, anche se a fine stagione la squadra milanese non riesce ad alzare alcun trofeo.
L'anno seguente, però, per il Papero cominciano i primi problemi fisici: da gennaio 2010 ad oggi, almeno 13 stop per infortunio muscolare, con ben 53 partite saltate, il sogno di disputare il Mondiale del 2010 svanito in fretta e un rendimento che, a causa di tutto ciò, è diventato sempre meno soddisfacente. E' vero che il brasiliano ha comunque continuato a segnare, arrivando a 50 gol in 102 partite di campionato e contribuendo notevolmente alla vittoria dello scudetto del 2011, ma la precarietà della sua condizione fisica non gli ha mai permesso un rendimento davvero costante, limitando di fatto il suo impiego in squadra e la possibilità di incidere davvero a livello continentale. Quest'ultima stagione, poi, ha rappresentato per Pato un vero e proprio calvario: un primo infortunio a settembre l'ha tenuto fuori 2 mesi, un secondo a gennaio in Coppa Italia gli è costato un altro mese di stop, al rientro in campo a febbraio si è nuovamente fatto male, restando fermo altre 4 settimane; contro il Barcellona, infine, l'ultima beffa, con un ingresso in campo durato solo 14 minuti prima del nuovo, incredibile infortunio, che secondo alcuni potrebbe significare addirittura la fine anticipata della sua stagione.
In molti si sono chiesti come sia possibile che un ragazzo di appena 22 anni abbia subito così tanti infortuni a distanza ravvicinata, soprattutto con la preparazione accurata e il monitoraggio approfondito che una società come il Milan fa su ogni suo calciatore. Una spiegazione potrebbe trovarsi nello sviluppo improvviso e forse eccessivo di Pato: dal suo arrivo in Italia, l'attaccante brasiliano è cresciuto di circa 8 centimetri in altezza, e di almeno 9 chili di peso, una crescita che nessuno si aspettava e che ha creato scompensi al suo fisico. Se a tutto ciò aggiungiamo la postura errata, una delle caratteristiche del Papero, otteniamo una struttura fisica troppo fragile per sostenere le nuove dimensioni e i muscoli che il ragazzo ha sviluppato. Un caso analogo al suo è quello di un altro attaccante cresciuto nel Milan, Alberto Paloschi, pure lui cresciuto di 5 centimetri in poco tempo e da allora condizionato da una serie di problemi muscolari che ne hanno limitato notevolmente l'impiego; quest'ultimo però sembra aver ritrovato una certa continuità nell'ultimo periodo, e non ha mai avuto lo stesso, impressionante numero di infortuni di Pato.
L'augurio di tutti è che lo staff medico del Milan riesca presto a trovare una soluzione concreta ed efficace per guarire lo sfortunato brasiliano, così da permettergli di tornare in campo con continuità nel più breve tempo possibile. Inoltre, bisognerà lavorare molto sulla testa del giocatore, che nell'ultimo anno convive con la paura di farsi male ogni volta che tenta un allungo o una giocata di troppo, e sembra aver smarrito la velocità e la rapidità che avevano caratterizzato l'inizio della sua carriera. I tifosi del Milan, dopo averlo amato ed aspettato con pazienza per molto tempo, adesso hanno iniziato a perdere la pazienza, vogliono delle risposte e chiedono al Papero un impegno maggiore, che giustifichi il suo importante stipendio, e la stessa società sembra poco convinta a dargli ancora fiducia; già a gennaio la sua cessione sembrava cosa fatta, salvo ripensamento dell'ultimo minuto, ma in estate il divorzio dal Milan appare più che probabile, a patto ovviamente che si trovi una squadra disposta a spendere una cifra importante per un campione dai muscoli di cristallo. L'augurio per Pato è che i prossimi esami medici siano davvero risolutivi, che possa tornare presto in campo senza timori e con la continuità dei primi anni, e che possa diventare il grande campione che tutti gli appassionati di calcio hanno sempre sognato, perché è davvero avvilente pensare che la carriera di un ragazzo così talentuoso debba considerarsi conclusa ad appena 22 anni.