giovedì 29 novembre 2012

BANDIERA VERDE SUL TITOLO

Immagine tratta da passionea300allora.it
Si sgonfia il caso Vettel- bandiere gialle.
Un video, anch' esso emerso dal web, mostrerebbe che a bordo pista un commissario sventolerebbe una bandiera verde su una torretta adiacente al punto in cui passavano Vettel e Vergne.
Il commissario con bandiera ha più valore dei led gialli, per regolamento.
Si parla al condizionale, perchè le immagini son poco chiare.
Ma a quanto pare, tanto basta per insinuare il dubbio e scoraggiare la Rossa a sporgere reclamo.
Il vicepresidente della FIA, tale Gracia, ha bollato come assurdo un possibile ricorso della Ferrari.
Dichiara che sarebbe come riarbitrare una partita di calcio. Piccolo particolare: nel calcio non si può, ma nella F1 sì, molte punizioni e molte decisioni nella storia sono state retroattive.
Basti pensare a squalifiche postume, come la Brabham fan-car, con il ventolone, squalificata e con i punti cancellati solo dopo aver dominato la sua prima gara nel 1978, oppure anche solo alla prima vittoria di Fisichella in F1, assegnata postuma nel 2003, a causa di un errore dei cronometristi, con tanto di podio della domenica errato.
Le immagini che scagionerebbero Vettel ci sono. Anche se la bandiera verde non è chiara. Son più chiari ancora i led gialli a bordo pista e sul volante.
Ma per un ricorso serve la certezza al 100% della colpevolezza e della volontarietà.
Altrimenti sarebbe una caduta di stile notevole.
La certezza non c'è.
Il ricorso non c'è.
Bandiera verde sul titolo.
Bandiera a scacchi.
Amen.

mercoledì 28 novembre 2012

GIALLO SUL VIDEO

Immagine tratta da mediaset.sportmediaset.com e modificata su cartoonize.net
Stop. Fermi tutti. 
C'è il video. Dopo tante voci spunta il video. Vettel in regime di bandiera gialla ha superato la Toro Rosso di Vergne. 
Niente scuse. Led luminosi gialli a bordo pista, led luminosi gialli sul volante ben visibili a lato di tachimetro e rilevatore di marcia. A fine sorpasso i led gialli si spengono. Ma a fine sorpasso. Solo a fine manovra.
C'è del marcio in Brasile, in Austria, in Germania.
Manovra da sanzionare. 
La Ferrari ha tempo sino al 30 Novembre per appellarsi per una eventuale penalizzazione post-gara. L' errore è grosso. Grosso. 
Grossissimo.
L' entourage di Alonso starebbe spingendo la scuderia di Maranello al reclamo ufficiale.
Lui scrive su Twitter "Non faccio miracoli, le leggi giuste sono i miracoli". Allusivo.
La Spagna è in subbuglio e si schiera compatta a fianco del prode Nando.
Le immagini sono chiare.
Ma l' arbitro, nel caos della giornata, non ha visto.
E se l' arbitro non vede, è giusto usare la moviola in F1? 
E per giunta una moviola post-gara?
Se si, chi lo vuole un titolo a tavolino?
Farebbe onore o sarebbe un iride di rosso imbarazzo?
Ma l' irregolarità è chiara. Palese. 
E' un giallo.

Ultim'ora: la bandiera verde che scagionerebbe Vettel in questo post.

martedì 27 novembre 2012

IL MIO CAGLIARI /14°T.

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su cartoonize.net
HAMSIK ABBASSA LA CRESTA AL CAGLIARI

La tanto sospirata prima volta all' Is Arenas pienamente agibile, finisce in un flop. Con il Napoli, per giunta. Da sempre una compagine con la quale esiste una forte rivalità. Partita così e cosà, equilibrata, ma sono gli azzurri di Mazzarri a fare il colpaccio e portare a casa i 3 punti, fondamentali per riportarsi in piena lotta scudetto a -2 dalla Juventus.
Pesanti defezioni da ambo le parti: per gli ospiti Campagnaro in difesa, Pandev e bomber Cavani (squalificato) in avanti, mentre tra i padroni di casa Astori era squalificato, Cossu e Pinilla infortunati.
Classico 4-3-1-2, con Ariaudo al rientro a far coppia con Rossettini, Ekdal riconfermato a centrocampo, con la riproposizione di Thiago Ribeiro sulla trequarti a supporto di Nenè e Sau.
Il Napoli, per contro, si presenta con una mediana a 5, con Hamsik a supporto della piccola punta Insigne.
La chiave tattica è stata, dunque, la superiorità azzurra a centrocampo, con un' ottima prova di Behrami come incontrista, ben supportato da Dzemaili e Inler, poco metronomi e molto mediani di sostanza.
Partita nella prima frazione piuttosto bloccata, con il Napoli che è piaciuto di più, con un numero di Insigne che fa fuori Ariaudo e stampa sul palo interno un delizioso tiro a giro.
Per il Cagliari da registrare un rigore dubbio (non dato) su Conti, un quasi palo dello stesso Capitano sugli sviluppi di un angolo e un tentativo allo scadere di Avelar, che cerca di beffare dai 40 metri De Sanctis, vittima di uno scivolone nel rilancio.
Nella ripresa rossoblù più convincenti, colpiscono la traversa con un tocco di Cannavaro su cross di Conti in avvio, poi sfiorano il palo con un sinistro al volo di Nainggolan. 
Poi Mazzarri fa la mossa che non ti aspetti: entra Edu Vargas al posto di Dzemaili. Edu Vargas in sè sembra ancora acerbo, ma la mossa dà aggressività e fiducia ai napoletani. In due minuti prima lo stesso Vargas sugli sviluppi di un angolo chiama ad una grande risposta Agazzi, e poi al 72' Hamsik gela i 16500 presenti allo stadio.
Azione confusa, dove Ekdal manca l' intervento su Zuniga e serve involontariamente Hamsik, che è lesto ad insaccare.
Reazione nulla del Cagliari, che si farà vedere solo con il solito Conti che sfiora il palo su calcio d' angolo.
Il Napoli è cinico e quadrato e ha saputo sfruttare le poche idee dei padroni di casa. 
Le note dolenti sono al solito Thiago Ribeiro, un fantasma, che ha difficoltà persino nello stoppare i palloni, Nenè, tornato allo standard di lottatore sterile, con all' attivo 0 tiri in porta, Pisano, che gioca in Serie A dal 2004 ed ancora non ha imparato a fare un cross che sia uno. I 10 minuti finali di Ibarbo sono, al solito purtroppo, impalpabili. Il colombiano da qualche mese sta diventando il sosia del compianto Mayelè, fumosissimo e irritante.
Le buone prove di Nainggolan e Conti, inesauribili e veramente al top, di Rossettini, parso per la prima volta sicuro e di Sau, se non altro per il tocco palla di alto livello e unico rossoblù capace di saltare l' uomo, non riescono ad impedire lo 0-1.
Errori evidenti del binomio rossoblù Pulga-Lopez, a partire dalla pessima idea, contro una mediana in pratica a 6, di schierare Thiago Ribeiro trequartista, invece di infoltire la propria linea intermedia con Dessena e riproporre Nainggolan finto trequartista. Inoltre i cambi son stati veramente tardivi, basti pensare che il primo è arrivato all' 80'.
Domenica si va ad Udine, contro una squadra da sempre ostica. I punti sono sempre 16, le partite senza vittorie sono salite a quattro, e il +5 sul terzultimo posto non consente di dormire sogni tranquilli.
Come al solito senza Cossu manca la luce e il gioco classico. Pinilla è molto meglio di Nenè, con i loro rientri al 100%, probabilmente si ricomincerà a fare i punti che contano.
Speriamo.

Pagelline: Agazzi 6; Pisano 5,5, Rossettini 6,5, Ariaudo 5,5, Avelar 6; Ekdal 5,5 (80' Ibarbo 5), Conti 6,5, Nainggolan 6,5; Thiago Ribeiro 4,5 (83'Ceppelini 6); Sau 6, Nenè 5 (88'Dessena sv).
Pulga-Lopez 5.

lunedì 26 novembre 2012

HA VINTO ANCHE KIMI

Immagine tratta da f1wtf.co.uk e modificata su cartoonize.net
Raikkonen tutta la vita.
Ha vinto lui. Due anni sabbatici di rally gli han fatto un gran bene. E' tornato un gran Kimi, insofferente, diverso dagli altri piloti. E' l' unico che si distingue.
E' l' ultimo iridato con la Rossa, nel 2007 e dalla Rossa è stato trattato a pesci in faccia e messo alla porta senza troppi complimenti. 
Ha portato la Lotus, che era veloce, ma non un fulmine di guerra, al 3° posto nel Mondiale piloti, precedendo gente come Hamilton e Button (con una McLaren che era sicuramente più veloce della sua vettura), Webber (che guida una Red Bull) e Massa (nella sua disgraziata stagione ferrarista).
Ma oltre alla vittoria ad Abu Dhabi, ci ha regalato due perle memorabili.
La solenne presa in giro via radio del suo ingegnere di pista negli Emirati, e ieri, sbagliando strada durante un Gp. Impresa faraonica, fantascientifica, incredibile.
Andiamo in ordine. Abu Dhabi. Raikkonen è primo, la sua prima vittoria in stagione è vicina, e alla radio l' ingegnere di pista comincia a dargli tutte le raccomandazioni del caso. 
Alle quali Kimi risponde con un memorabile: "Just leave me alone, I know what I am doing", che suona come "Lasciatemi in pace, io so quello che sto facendo".
E successivamente, alla richiesta di scaldare gli pneumatici dietro la Safety Car, risponde come un adolescente scocciato: "Yes, yes, yes, yes. I'm doing it all the time. You don't have to remind me every second!", ovvero "Si, si, si, si, lo sto facendo tutto il tempo. Non c'è bisogno di ricordarmelo ogni secondo!".
Talmente mitiche quelle frasi, da pubblicare delle magliette da regalare al proprio team.
E ieri, leggendario.
Semplicemente leggendario.
In seguito ad una perdita di controllo della sua Lotus, si infila in una stradina a bordo pista, la percorre tranquillo come se fosse la strada di casa, sino a che non si trova di fronte un cancello.
Un cancello? Davanti a una F1, durante un Gp? 
Sembrava un videogame.
Quindi deve fare un 360°, ri-percorrerla in senso inverso, e ritornare in pista, perdendo un' eternità. Ha chiuso comunque 10°. E a chi gli ha domandato perchè avesse preso una strada di servizio ha risposto con una semplicità disarmante: "Al 52esimo giro sono andato lungo all' ultima curva, perchè non vedevo bene a causa della visiera appannata. Così ho deciso di prendere una strada di servizio di cui conoscevo già l' esistenza essendoci finito nel 2001. Quella volta, però, il cancello che riportava in pista, era aperto, oggi invece era chiuso: l' anno prossimo chiederò che venga riaperto!".
Finalmente un pilota che esce dal coro. Finalmente un personaggio.
Sarà pure 3 volte campione Vettel, ma Raikkonen tutta la vita!

FORTUNE E MERITI

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su cartoonize.net
Onore al merito.
Tutto quel che poteva andargli storto, gli ha girato storto. Le macumbe in quel di Maranello son state davvero pesanti ed efficaci. 
Partenza: scatto da bradipo di entrambe le Red Bull, che in poche curve sono risucchiate a centro gruppo.
Giro 1: Bruno Senna entra a gamba tesa sulla pancia sinistra della vettura di Seb, che va in testacoda a centro gruppo, viene sfilato da tutti, ma è costretto a ripartire ultimo, con la vettura discretamente danneggiata a livello degli scarichi.
Giro 53: dopo una buona rimonta che lo riporta a galla nei punti buoni, Vettel viene richiamato ai box per montare gomme slick medie. Ma il cielo non è d' accordo e apre i rubinetti. Scelta errata.
Giro 55: nuova sosta per la Red Bull del neocampione, questa volta per montare pneumatici intermedi per la pista bagnata. Piccolo particolare: la Red Bull si dimentica le gomme e, con Vettel fermo, i meccanici perdono un sacco di tempo per ritrovarli. Scena che ha ricordato molto il Mondiale perso da Irvine nel 1999, con il simpatico irlandese fermo ai box, ma senza gomme da montare, episodio che gli costò l' iride.
Ma al giro 71, in trenino dietro la Safety Car, Vettel chiude al 6° posto una gara disseminata di insidie, ed è campione per la terza volta, perchè Alonso (in una gara senza sbavature) non fa meglio di 2°.
L' avversario di Vettel è stata la sfortuna
Non la Ferrari. C'è da pensare. 
Vettel guida una Lattina d' acciaio velocissima. Prende botte, si ammacca ma non si rompe, ed è un missile.
Permette rimonte epiche dal fondo dello schieramento. E sulle rimonte i meriti sono 50 e 50 pilota e vettura. Se sei il miglior pilota in griglia, ma guidi un carciofo, non rimonti. 
C'è da dire che Vettel quando ha la macchina migliore è imbattibile, parte davanti, non fa uno sbaglio. Se è invischiato nel gruppo le sue bravate ancora le combina. Ad Abu Dhabi rompe un alettone e in regime di Safety Car distrugge un pannello a bordo pista, qui parte al rallenty e al giro uno è vittima di una collisione. E' sbagliato parlare di un pilota perfetto. Ma ha 25 anni. Solo 25 anni e 3 Mondiali.
La Ferrari non ha fatto una vettura all' altezza. Stop. 
Immagine tratta da sportmediaset.mediaset.it
Il Mondiale è andato perso razionalmente in Australia, dove si accusava un gap di oltre 1 secondo in qualifica. E dopo la pausa estiva i progressi sulla vettura non sono stati soddisfacenti.
E allora si butta tutto sulla buona o sulla cattiva sorte. Sui 3 miseri punti che hanno separato i due contendenti, cattiva sorte. Sui due incidenti in partenza che han provocato due zeri a Nando, vittima di Grosjean e Raikkonen, sfortuna, di Vettel che viene tamponato ma rimane in pista come ieri, sfortuna, di Vettel che ha la macchina danneggiata ma, come ammetterà a fine gara Newey, riesce a portarla al traguardo per le basse temperature ambientali, sfortuna, di Hamilton che se non avesse rotto a Singapore toglieva 7 punti a Vettel, sfortuna.
La sfortuna e le macumbe sono state l' unica arma a cui appellarsi a Maranello, nel finale di stagione.
La Red Bull era la vettura più veloce, ha lottato solo con la McLaren. 
La Ferrari dovrà darsi una svegliata. Dal muretto han sbagliato poco, ma il materiale era limitato. La F2012, promessa rivoluzionaria e con ampi margini di miglioramento, era una macchina da podio, ma non da vittoria.
Alonso va per i 31, non vince un Mondiale da 6 anni, ne ha persi 2 in Rosso all' ultimo Gp, mostra segni di insofferenza. La Ferrari non ha la macchina migliore da anni, forse dal 2004, perchè nell' anno della vittoria di Raikkonen, il 2007, la vettura migliore era la McLaren di Hamilton e Alonso.
E questa non è fortuna o sfortuna.

Pagelline: 1°Button 10; 2°Alonso 8,5; 3°Massa 9; 4°Webber 6; 5°Hulkenberg 8; 6°Vettel 7; 7°Schumacher 7; 8°Vergne 7; 9°Kobayashi 6,5; 10°Raikkonen 5; 11°Petrov 8; 12°Pic 7,5; 13°Ricciardo 5,5; 14°Kovalainen 6; 15°Rosberg 4; 16°Glock 6; 17°De la Rosa 6; 18°Karthikeyan 6; RIT.Di Resta 6; RIT.Hamilton 9; RIT.Grosjean 4; RIT.Maldonando sv; RIT.Senna 4; RIT.Perez sv.

sabato 24 novembre 2012

RIEN NE VA PLUS

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificato su cartoonize.net
San Paolo, Brasile. Ultimo giorno di scuola per la F1 in questo 2012.
Siamo ai saluti. Hamilton saluta la McLaren per accasarsi alla derelitta Mercedes, Schumi saluta la Mercedes per accasarsi, questa volta definitivamente, e basta, l' allegra brigata Rai saluta la F1 e cede il testimone a Sky (a pagamento).
E la bandiera a scacchi festeggerà il nuovo tricampeao che entrerà nell' olimpo dei pluricampionissimi della storia di questo sport.
Vedendo la qualifica di oggi, Vettel e Alonso son sembrati proprio poco in palla. Vettel chiude 4°, Nando 7°, dopo la penalizzazione per somma di ammonizioni di Maldonado (mah...).
Entrambi dietro i loro gregari ad angolo retto, Webber si parcheggerà infatti 3° e Massa 5°.
Vettel è sembrato nervosino, incapace di dare la zampata al momento opportuno, fallendo nella Q3 il primo giro per un largo, mentre nel secondo negativo non è stato molto veloce e si becca 3 decimi dalla pole e quasi 2 da Webber. Ma comunque deve solo controllare Alonso, e arrivando nei primi 4 è iridato.
In casa Ferrari solito discorso diverso. Hanno, com'è ampiamente chiaro, una vettura lenta, da terza fila. Ma la terza fila la centra solo Massa a 5 decimi, Alonso ne becca 8, preceduto poi da Maldonado (poi penalizzato) e dalla Force India di Hulkenberg.  
Immagine tratta da sportmediaset.mediaset.it
Ma come si fa ad avere davanti una Williams e una Force India nel momento decisivo?
Mah, tant'è. Alonso dice che quello è il valore della Rossa in qualifica.
Prima fila tutta griffata McLaren, col Nero davanti a tutti e Button a far da scudiero.
Poi un giorno ci spiegheranno come han fatto in McLaren a non lottare per il Campionato 2012.
Dalla roulette dell' ultimo giorno di scuola, dunque, esce il Nero.
Nero in pole, nero il rendimento della Ferrari, nere, nerissime, diluvianti le previsioni meteo per la gara. Dovrebbe gocciolare, piovere, allagare.
La pioggia e il braccino di Vettel unici alleati per ridurre il gap di 13 punti. Insieme a corni, cornetti, macumbe e danze della pioggia provenienti da tutti i tifosi Ferraristi. Alonso deve arrivare a podio e poi vedere dov'è finito Vettel. Senza podio non c'è il tris Mondiale. Lo dice la matematica. E anche l' asfalto asciutto difficilmente darà un podio a Nando.
E allora, la roulette bagnata di San Paolo che oggi dice nero, domani potrebbe dire rosso. Anzi, Rossa.

PS. 1: se questo è il congedo della Rai dalla F1, c'è solo da esser felici. Mazzoni in avvio delle qualifiche ci piazza San Paolo come città popolata da 7-8 milioni di cittadini italiani, e ci informa che il buon Pic passerà dalla Marussia alla Karthikeyan. Senza parole. Ok che la Caterham, sua futura scuderia è lenta, ma confonderla con il buon Karthy ci sembra proprio eccessivo, dato il soprannome dell' indiano dell' Hrt, ossia chicane mobile.
PS. 2: ultima gara per Nonno Schumi. Anche lui sul tavolo verde di San Paolo gioca le sue fiches: assetto tutto bagnato. Risultato 14° oggi, e danza della pioggia pesante per domani. 
Fa tenerezza quando a Stella Bruno (avessimo detto chissà chi...) dice che spera nella pioggia per fare una gara da Schumacher. Parla del sè stesso della sua prima carriera, come se fosse il suo idolo. Mitico. E su, te la meriti una gara da Schumacher! Anche per te, il nero di oggi, data la qualifica, potrebbe trasformarsi in rosso domani, come il tuo casco? 

Pagelline: 1°Hamilton 10; 2°Button 8,5; 3°Webber 7; 4°Vettel 6; 5°Massa 6,5; 6°(16°)Maldonado 7,5; 7°(6°)Hulkenberg 7,5; 8°(7°)Alonso 5; 9°(8°)Raikkonen 6; 10°(9°)Rosberg 6; 11°(10°)DiResta 6; 12°(11°)Senna 6; 13°(12°)Perez 5,5; 14°(13°)Schumacher 5; 15°(14°)Kobayashi 5,5; 16°(15°)Ricciardo 6; 17°Vergne 6; 18°Grosjean 4,5; 19°Petrov 6,5; 20°Kovalainen 6; 21°Glock 6; 22°Pic 6; 23°Karthikeyan 6,5; 24°De la Rosa 6.

venerdì 23 novembre 2012

PAGELLE EUROPEE: QUARTA GIORNATA

Immagine tratta da corrieredellosport.it
Siamo arrivati al penultimo turno di questa fase a gironi, e sono stati emessi quasi tutti i verdetti per le squadre italiane. Vediamo quali sono i nostri giudizi per le partite di questa settimana.
PROMOSSI
Juventus: Era la prova d'appello per la squadra di Conte e Alessio, l'occasione per dimostrare se la squadra era davvero pronta per l'Europa oppure no. Di fronte, i campioni d'Europa in carica del Chelsea di Di Matteo, quello che in teoria doveva essere l'avversario più ostico del girone. Finisce con un 3-0 secco dei bianconeri, al termine di una gara abbastanza equilibrata nel primo tempo, ma quasi a senso unico nella ripresa. Ancora a segno Vidal e Quagliarella, i più prolifici della squadra, Asamoah continua a far bene sulla sinistra, Giovinco fa spesso male da subentrante, dietro Chiellini e Buffon sono una sicurezza. Manca un punto alla qualificazione, da conquistare sul campo dello Shakhtar, anche se una vittoria significherebbe primo posto nel girone. Guai ad abbassare la guardia, in Europa nessuno regala niente. Voto 8.
Milan: Per una squadra che è quasi qualificata, un'altra che il biglietto per gli ottavi l'ha già staccato. La squadra di Allegri soffre non poco sul campo dell'Anderlecht, rischia in alcune occasioni nel primo tempo, ma poi cambia marcia e si prende vittoria e passaggio del turno. Decisivo ancora El Shaarawy, che sblocca la gara e poi la chiude con l'assist per Pato, in mezzo la prodezza di Mexes, che imita l'ex compagno di squadra Ibra con una splendida rovesciata. Va rivista ancora la fase difensiva, perché alcuni errori sono decisamente evitabili e contro squadre di livello più alto potrebbero rivelarsi decisivi. Buona in generale la prova del Milan, che forse con questo 4-3-3 ha trovato lo schema giusto per far rendere al meglio i giocatori. Unica nota stonata le dichiarazioni di Pato a fine gara, completamente fuori luogo e stridenti con il buon momento del gruppo: vedremo come reagirà la società. Voto 7.
Napoli: In due partite, la squadra di Mazzarri ha rimesso le cose a posto e si è portata a casa la qualificazione al prossimo turno di Europa League. Contro l'AIK Solna è stata una gara più difficile rispetto a quella di andata, ma alla fine è arrivato il successo, ancora una volta grazie allo strepitoso Cavani, che quando è in campo sa fare sempre la differenza. Bene anche Dzemaili, che da sostanza a un centrocampo un po' troppo leggero, con le riserve che ancora una volta non sfruttano l'occasione concessa dal tecnico, su tutti non convince Donadel. Discreta la difesa, a parte Aronica che gioca un'altra brutta partita con tanto di espulsione finale, in attacco un po' meglio Vargas, ma può fare decisamente di più. Il grosso comunque è fatto, adesso si potrà continuare a pensare al campionato fino a febbraio. Voto 6,5.
RIMANDATI
Lazio: Quella dell'Olimpico era un match di cartello, contro il temibile Tottenham di Villas Boas e davanti a un vecchio idolo delle due squadre come Gascoigne. Alla fine non sono arrivati gol, ma la squadra di Petkovic ha giocato comunque una buona partita, meritando soprattutto nel secondo tempo qualcosa di più. Bene la difesa, su tutti Biava e Radu che danno sicurezza e qualità, a centrocampo Ledesma fa ancora la differenza, mentre Hernanes sembra affaticato e forse meriterebbe un po' di riposo. Nota stonata dall'attacco, con Kozak che non sfrutta le occasioni avute e alla fine esce tra i fischi: forse era meglio schierare Floccari tra i titolari. Comunque la qualificazione è arrivata, e questo è ciò che più conta. Grave neo dell'occasione l'agguato contro i tifosi inglesi e i cori razzisti dalla curva della Lazio, cose che con il calcio non c'entrano davvero nulla. Voto 6.
BOCCIATI
Inter: Non si può parlare di una vera e propria bocciatura per la squadra di Stramaccioni, che contro il Rubin Kazan schiera una squadra piena di giovani e riserve vista la qualificazione già ottenuta. Tra gli esordienti promosso Benassi, che ha buona personalità e gioca tutto la gara, soffre di più l'emozione Romanò, che infatti resta in campo solo un tempo, ma questi ragazzi rappresentano un ottimo futuro per il club. Deludono di più alcune riserve di lusso, ancora una volta non convince Jonathan sulla destra, e con lui Silvestre al centro della difesa, anche l'altro esterno Pereira non sfrutta l'occasione da titolare. Il 3-0 finale è comunque immeritato per una squadra che ha lottato e ha sfiorato anche il pari in alcune occasioni. A febbraio, con la qualificazione nuovamente in palio, si vedrà di certo la vera Inter. Voto 5,5.
Udinese: La vera notizia negativa viene dall'altra squadra impegnata in Russia, quella di Guidolin. Cercare la qualificazione sul campo dell'Anzhi di Eto'o era un'impresa ardua e quasi disperata, e infatti il miracolo non è arrivato. Primo tempo discreto, poi l'uno-due terrificante a metà ripresa che ha indirizzato la sfida e ha cancellato ogni speranza per i friulani. Il migliore in campo è stato il portiere Brkic, che tiene in piedi la squadra finché può, tra i suoi compagni si salvano davvero in pochi. Continua il brutto momento di Danilo in difesa, non incidono sugli esterni i vari Pereyra, Faraoni e Armero, davanti Fabbrini non sfrutta a dovere la sua occasione da titolare. Addio qualificazione dunque, ma quest'eliminazione ha radici più lontane: gli 0 punti su 6 contro lo Young Boys, per quanto gli svizzeri si siano dimostrati più bravi del previsto. Voto 4,5.

martedì 20 novembre 2012

PAGELLARIO SERIE A: TREDICESIMA GIORNATA

Immagine tratta da it.wikipedia.org
Giornata di serie A estremamente allungata con il posticipo del lunedì, così anche il nostro pagellario arriva con un giorno di ritardo. Vediamo chi sono stati i migliori e i peggiori di questo tredicesimo turno di andata.
I MIGLIORI
Federico Marchetti: Vedendo le sue splendide parate in quel di Torino, qualcuno deve aver pensato che questo portiere abbia qualche stimolo particolare quando affronta la Juve. Già una volta, nel lontano 2007, Marchetti aveva giocato una gara splendida contro i bianconeri: si era in serie B, lui militava nell'Albinoleffe, e con i suoi interventi portò i suoi ad un incredibile 1-1. Poi sono arrivati il Cagliari, la Nazionale, e dopo un anno di inattività forzata è arrivata la Lazio, con cui sta cercando di tornare uno dei migliori portieri italiani, anche se la concorrenza non manca. Se i biancocelesti hanno strappato un punto da Torino lo devono anche a lui e alle sue parate, su tutte l'incredibile riflesso sulla deviazione ravvicinata di Quagliarella. Con un po' di continuità in più, anche l'azzurro potrebbe tornare realtà per lui. Voto 8.
Stephan El Shaarawy: Non è la prima volta che facciamo il suo nome nella nostra rubrica, a volte pensiamo quasi di essere ripetitivi, ma diteci voi come si fa a non mettere questo ragazzo stabilmente tra i top viste le sue prestazioni e i suoi numeri. Dopo un inizio in sordina, il piccolo Faraone si è letteralmente trasformato in uomo-simbolo e baluardo di questo Milan in piena rifondazione e in cerca di una nuova identità. Al di là della doppietta di sabato sera a Napoli, colpiscono la grinta e la determinazione con cui ha giocato dopo il doppio vantaggio dei partenopei, guidando di fatto i compagni al pareggio. Con dieci reti già all'attivo, è primo nella classifica marcatori pur non essendo una vera prima punta, e viaggia ad una media gol addirittura migliore di quella di un certo Ibrahimovic. Dopo Massaro, forse il Milan ha trovato il nuovo Provvidenza. Voto 8,5.
Vincenzo Montella: Nelle scorse settimane abbiamo più volte elogiato vari giocatori della Fiorentina, questa volta ci sentiamo di rivolgere il nostro applauso al suo splendido condottiero. L'ex Aeroplanino si sta dimostrando davvero un ottimo tecnico, che ama far giocare alle sue squadre un gioco aggressivo e molto tecnico, oltre che vincente. Dopo Catania, ora anche a Firenze Montella sta facendo cose egregie: con l'Atalanta è arrivata la quinta vittoria consecutiva per la sua Viola, che ora è nelle zone alte della classifica e potrebbe iniziare a sognare in grande. Certo, gli interpreti sono di alto livello, e ancora più bravi sono stati gli operatori di mercato che li hanno portati in Toscana, ma neanche l'orchestra migliore suona grandi sinfonie senza un degno direttore d'orchestra. E Vincenzo sta davvero dimostrando di esserlo. Voto 9.
Marco Sau: Il Cagliari ha sempre amato creare i suoi campioni in casa, come dimostra il vivaio composto esclusivamente da ragazzi sardi. Dopo aver fatto bene prima in Lega Pro a Foggia e poi in serie B nella Juve Stabia, questo giovane attaccante è tornato a casa con grandissime aspettative da parte di tutto l'ambiente. L'inizio è stato un po' altalenante, visto anche il cammino accidentato del Cagliari, ma con l'arrivo della coppia Pulga-Lopez tutta la squadra si è trasformata, e anche Sau ha iniziato a far vedere i suoi numeri migliori. A San Siro contro l'Inter ha realizzato una doppietta da vero attaccante, consentendo ai sardi di tornare a casa con un punto più che meritato, al di là delle polemiche. Tantissimi, non solo in Sardegna, vedono in lui un futuro campione, sarà la storia a dirci se avranno avuto ragione. Voto 8.
I PEGGIORI
Christian Abbiati: Se un giovane come El Shaarawy è una delle sorprese più liete in casa Milan, è uno dei "vecchi" e più esperti a rappresentare una delusione in questa stagione. Dopo alcuni anni di alto livello, il portiere rossonero sta collezionando più incertezze che parate di alto livello, e questo è un problema per i suoi visto quanto sia delicato il suo ruolo nell'economia di una partita. A Napoli si è letteralmente addormentato sul tiro di Inler, per nulla irresistibile, e poi è intervenuto goffamente nel raddoppio a Insigne, lasciandosi passare il pallone tra le gambe. Anche Galliani, che è sempre stato un suo grande estimatore, l'ha mandato a quel paese dalla tribuna senza mezzi termini. Per tornare in alto, il Milan ha bisogno di tornare solido in fase difensiva, e di ritrovare il vero Abbiati, non la brutta copia che si è vista fino ad ora. Voto 4,5.
Massimo Donati: Sulla disastrosa partita dei rosanero a Bologna pesa senza dubbio la pessima giornata di uno dei giocatori più tecnici della squadra siciliana, che per una volta fa la differenza in negativo per i suoi. Reinventato da Gasperini in questo nuovo ruolo di centrale nella difesa a 3, l'esperto centrocampista aveva già dimostrato di non essere del tutto a suo agio in questa nuova posizione, anche se le ultime partite erano sembrate confortanti. Con il Bologna invece ha fatto solo danni: marcatura blanda su Gilardino che si inventa il primo gol, fallo di mano inspiegabile che causa il rigore del raddoppio, retropassaggio lento che costringe Ujkani al fallo da rigore e all'espulsione. A quel punto, forse impietosito, Gasperini lo toglie dal campo e gli risparmia ulteriori disastri. Davvero un pesce fuor d'acqua. Voto 4.
Ante Vukusic: Quest'estate, quando ancora giocava nell'Hajduk Spalato, si era presentato al calcio italiano con giocate interessanti e un gol a San Siro contro l'Inter. A Pescara hanno subito puntato su di lui per cercare di rinforzare un attacco orfano di Insigne, Immobile e Sansovini e centrare una difficile salvezza, ma finora le prestazioni del giovane croato non sono state all'altezza delle premesse. La sua partita a Siena è stato lo specchio perfetto della squadra di Stroppa: molle, svogliata, quasi mai pericolosa e concreta. Non si è visto praticamente mai, l'unica fiammata gli ha consentito di procurarsi un rigore, ma ha sciupato tutto calciando debolmente e facendosi parare il tiro da Pegolo. Rischia di essere una delle tante, troppe scommesse perse del Pescara di questa stagione. Voto 4,5.
Cesare Bovo: Ma che fine ha fatto il bel difensore che, appena un paio di anni fa, giocava con grande sicurezza e precisione a Palermo e si era addirittura conquistato la convocazione in azzurro con Prandelli? E' vero che per via degli infortuni ha visto più volte la tribuna che il campo da gioco, ma questo non può giustificare le prestazioni sempre meno convincenti di questo giocatore con la maglia del Genoa. Impiegato sempre meno e spesso contestato dai suoi tifosi per il suo scarso rendimento, Bovo probabilmente si è giocato la permanenza nella città ligure dopo il derby contro la Sampdoria di domenica sera; il suo goffo autogol ha rappresentato il momento più basso di un pessimo primo tempo, che lo ha visto spesso in affanno. Del Neri lo lascia negli spogliatoi durante l'intervallo, e difficilmente lo rimetterà in campo nelle prossime partite dopo una prestazione del genere. Voto 4.

lunedì 19 novembre 2012

IL MIO CAGLIARI/ 13°T.

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su cartoonize.net
ASTORI SALVA L' INTER

Inter-Cagliari. 2-2. Clamoroso, il Cagliari strappa un punto a San Siro, per la prima volta dal 2009. Un grandissimo grazie va al tecnico dell' Inter, Andrea Stramaccioni, che schiera un 11 iniziale molto discutibile, con 3 difensori centrali, 2 terzini e 2 incontristi a centrocampo. Traduzione: enorme difficoltà nel far arrivare la palla al tridente Cassano-Palacio-Milito. 
Nel finale di partita, con l' ingresso di due uomini dall' ultimo passaggio, Alvarez, ma soprattutto Coutinho, l' Inter ha creato innumerevoli palle gol, per recuperare il momentaneo svantaggio.
Questo atteggiamento tattico privo di fantasia in mezzo al campo, con Guarin fuori per infortunio, dopo il vantaggio iniziale siglato da Palacio, incolpevolmente solo tra le larghe maglie di Astori e Avelar, su cross di Cassano che per creare è dovuto andare a prendersi la palla sulla trequarti, ha consentito al centrocampo rossoblù di manifestare una netta supremazia sia nel palleggio che sulle palle alte.
Si permetta di notare come Gargano sia più debole di Conti, ieri superlativo, e di Nainggolan, seppur non in grandissima giornata. E Cambiasso non è ai livelli di qualche stagione fa.
Il Cagliari ha sfornato numerose occasioni, due volte con Nenè, poi uscito per una botta alla testa, e poi con il pareggio di Sau, imbeccato da una deliziosa parabola di Cossu, per una azione tutta made in Sardinia.
Nella ripresa Milito si divora una rete più grande di lui, e Sau punisce nuovamente i nerazzurri. L' acrobazia di Pinilla si spalma sul palo lontano, riprende il sardo di Tonara, che tra una scivolata ed una finta, mette a sedere un difensore e deposita in rete per il momentaneo 1-2.
Poi l' Inter, complice l' ingresso di Coutinho, crea una miriade di occasioni, ma è da un innocuo cross dalla destra che pareggia, con Astori, in versione ultra confusionaria, che anticipa Agazzi, con nessun interista nel raggio di km. 2-2. A 10 minuti dalla fine.
Il Cagliari, nei minuti finali, si chiude a riccio e grazie ad Agazzi e ad una svista arbitrale per fallo di Astori (ancora lui!) su Ranocchia sulla linea dell' area di rigore al 91', termina sul pareggio.
Assolutamente il 4-3-1-2 è lo schema dei sardi. Lo si ribadisce sempre, la squadra anche a Firenze e qui a San Siro, ha giocato a viso aperto. Ed è una notizia migliore anche del pareggio.
Sugli scudi il capitano Daniele Conti, con una prestazione notevolissima di qualità, un ottimo Nainggolan rubapalloni, Sau meraviglioso ed assolutamente da Serie A, Cossu che sta tornando in forma e un buon Avelar, autore del cross del 2-2, chiudendo un occhio per l' erroraccio sulla rete di Palacio. Buonissima prova anche per Agazzi, ottimi riflessi e classica uscita a farfalle graziata.
Inguardabile Astori, davvero in bambola, quest' anno sotto i suoi standard, Ekdal che per 90' ha girovagato per il campo senza convinzione e Ibarbo, che sta portando in campo il suo sosia scarso, indolente e involuto.
I titoloni dei giornali sul rigore negato sono eccessivi, così come le dichiarazioni di Moratti. Sembra che il Cagliari abbia rubato il pareggio. Non è così. L' Inter ha pareggiato su una autorete fantozziana, e quest' episodio fa il paio con il contatto Astori-Ranocchia. Ma si sa, il titolo non sarà mai Astori salva l' Inter, ma l' arbitro ruba all' Inter. Amen. 
Ma si mettano in testa che con 1 portiere, 7 difensori e 3 punte disperse in avanti non si vince nulla. La Juve è un' altra cosa, una cosa seria. E anche la Fiorentina.
Il Cagliari è 10°, con 16 punti, uno in più del Milan e a +5 sulla zona B, bene così.
Ora lunedì all' Is Arenas, questa volta finalmente aperto totalmente (è l' ennesima volta che lo diciamo), arriva il Napoli privo dello squalificato Cavani. Conoscendo la rivalità tra le due squadre, sarà una battaglia sportiva.
Già Mazzarri prepara il campionario di scuse, dalla squalifica di Cavani alla prima volta dello stadio sardo a piena capienza, allo strano orario (19) della partita, agli avversari che giocano la gara della vita. Senza trascurare qualche frasetta sull' arbitro preparata ad hoc.
Vendicare il vergognoso 3-6 del San Paolo sarà l' imperativo. Alè.

Pagelline: Agazzi 6,5; Pisano 6, Rossettini 6, Astori 4,5, Avelar 6; Ekdal 5, Conti 7,5, Nainggolan 6,5; Cossu 6,5 (68'Dessena 6); Nenè 6,5 (37'Pinilla 6,5), Sau 7,5 (74'Ibarbo 5).
Pulga-Lopez 6,5.

13 PUNTI DAL TEXAS

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su cartoonize.net
13 punti di vantaggio di Vettel su Alonso, a Vettel basta un 3° in Brasile per esser campione. Alonso campione se vince e Vettel fa 4° o peggio, se fa 2° e Vettel 8° o peggio, o 3° con Vettel 10° o peggio. Con una Rossa lenta, si passerà una settimana in cerca di miracoli.
Punto 1: l' arretramento di Massa in griglia, con finta sostituzione del cambio dal 6° all' 11° posto per far partire Alonso 7° e quindi dal lato pulito del tracciato in partenza, dà i suoi frutti. Della fila "pari" solo Hamilton parte abbastanza bene, comunque sfilato da Webber. Dopo la prima curva Alonso è già 4°, Vettel cerca l' allungo e Webber è subito incalzato da Hamilton.
Punto 2: se tale "strategia" l' avesse adottata la Red Bull, sarebbe stata bollata come "porcata", "malefatta", "furbata". Detto questo, la Ferrari sembra proprio alla canna del gas nelle soluzioni tecniche, quindi le tenta tutte, umiliando il povero Massa, con una barrichellizzazione niente male. Una caduta di stile. L' etica sportiva prima di tutto, anche se pensi che siano gli altri a barare.
Punto 3: la gara è gradevole, il circuito molto bello, e vive di un Hamilton in stile cowboy alla caccia delle Red Bull.
Al giro 4 passa Webber e inizia un lungo testa a testa con Vettel in stile qualifica, che ricordava i duelli Schumi-Hakkinen dei bei tempi, e, sfruttando una velocità di punta nettamente migliore, al giro 42 lo infila e va a vincere di misura.
Punto 4: Hamilton ha vinto con una vettura inferiore alla Red Bull, basti vedere Button vittima di qualifiche infelici e classificatosi alla fine 5°, con un ritardone di un minutino, sempre a barcamenarsi a centro gruppo.
Punto 5: Vettel si imbufalisce con la squadra per la poca velocità di punta, cosa che lo ha reso vulnerabile nella manovra subita e lo ha inibito nell' eventuale contrattacco. Però è chiaro che il ragazzo è un computerino, ora il focus è il 3° posto in Brasile, impresa che non pare impossibile, anzi. Non sembra vicino a nessuna crisi di nervi o d' identità.
Punto 6: le gufate pre post e mentre gara di Domenicali vanno a buon fine sulla Red Bull.
Salta il solito alternatore, ma sulla vettura sbagliata, la numero 2, quella del cangurotto Webber, lasciando il "solito" piazzamento sul podio a Nando.
Immagine tratta da sportmediaset.mediaset.it
Punto 7: pensare che a Interlagos possa bastare la gufatona totale, come accadde nell' anno di Raikkonen e della spy story con rivali Hamilton e Alonso, sembra troppo. Anche perchè quell' anno la Rossa andava comunque forte.
Punto 8: la Ferrari è lenta. E' terribilmente lenta. Gli aggiornamenti non vanno. Massa con vettura standard è sembrato più veloce di Alonso.
Punto 9: nessuno lo dice però Massa negli ultimi Gp è spesso sembrato molto vicino ad Alonso, se non superiore come passo. Possibile che dopo una stagione straordinaria da punto esclamativo, Nando stia attraversando una fase un pò calante.
Punto 10: i secondi accumulati da Alonso sono 40 da Hamilton. La Ferrari in Brasile parte da una 4°/5° posizione virtuale. Ha davanti le due Red Bull e Hamilton, sperando che Button sia ancora un pò bello addormentato. Ci vorrebbe un miracolo.
Punto 11: forse c'è un miracolo in arrivo. Ecco il meteo di Interlagos di domenica.
Pioggia pioggia pioggia e solo pioggia. Massa sarà fondamentale.
D' altronde è stato un Mondiale molto strano, con 8 vincitori diversi. Perchè dovrebbe concludersi in modo regolare e scontato?
Punto 12: si stringe il cuore a vedere Schumacher partire 5° e arrivare 16° con gomme di pastafrolla e un cetriolo grigio come vettura, sorpassato da chiunque. Che fine di carriera mesto. Almeno gli venga riconosciuto di essere più forte del mezzo che guida. 
Continua a stringersi il cuore a pensar di vedere il talento di Hamilton nel 2013 confinato in quella carriola tedesca. Ma perchè vai là, Lewis? Hai visto Valentino Rossi che dopo 2 anni è tornato all' ovile?
Punto 13: e finalmente, per la prima volta, tutti e 3 sul podio i piloti migliori. Clamoroso che non fossero mai saliti sul podio assieme prima di ieri. Lewis, Seb e Nando. Poi c'è anche Raikkonen. Ma in 4 sul podio non si sale.

Pagelline: 1°Hamilton 10; 2°Vettel 8; 3°Alonso 6,5; 4°Massa 7; 5°Button 7; 6°Raikkonen 6; 7°Grosjean 6; 8°Hulkenberg 6,5; 9°Maldonado 6,5; 10°Senna 6; 11°Perez 5,5; 12°Ricciardo 7; 13°Rosberg 6; 14°Kobayashi 5,5; 15°Di Resta 5; 16°Schumacher 4; 17°Petrov 6,5; 18°Kovalainen 6; 19°Glock 6; 20°Pic 6; 21°De la Rosa 6; 22°Karthikeyan 6; RIT.Webber 6; RIT.Vergne 6.

LA GIORNATA NERA DELLE FURIE ROSSE

Ci sono giorni in cui sembra che tutto giri decisamente al contrario, che la fortuna abbia deciso di voltare nettamente le spalle e che non ci sia verso per rimettere le cose a posto. Ieri in Spagna molti devono essersi chiesti se fosse venerdì 17, visto che nel giro di poche ore sono arrivate due cocenti sconfitte in due finali su cui le Furie Rosse puntavano tantissimo: quelle di Coppa del Mondo di Calcio a 5 e di Coppa Davis.
Si inizia intorno alle 13 e 30, quando a Bangkok la Nazionale spagnola di Futsal scende in campo contro gli storici avversari del Brasile per giocarsi il titolo mondiale e vendicare la sconfitta subita 4 anni prima, proprio contro i carioca, ai calci di rigore. La Spagna è una delle migliori squadre al mondo in questa disciplina, è Campione d'Europa in carica da quattro edizioni consecutive, ed è alla quinta finale di seguito in un Mondiale, con due vittorie all'attivo nel 2000 e 2004; in tre finali contro i brasiliani, le Furie Rosse hanno vinto una sola volta, ma il gruppo iberico sembra più completo e solido dei fuoriclasse carioca, meno uniti e con un campione come Falcao a mezzo servizio per un infortunio. Nel primo tempo, la Spagna gioca meglio e meriterebbe anche il gol, ma il Brasile si salva e mantiene il punteggio sullo 0-0, ma nella ripresa la partita si vivacizza. Falcao, non al meglio, entra in campo e da la scossa ai suoi, almeno a livello mentale, tanto che i verdeoro sbloccano la gara con Neto su schema da angolo. La Spagna accusa il colpo, soffre un po' ma reagisce, a metà tempo arriva il pareggio con Torras su una respinta corta del portiere, e un minuto dopo Aicardo sorprende l'estremo difensore brasiliano e porta i suoi addirittura in vantaggio. 
Immagine tratta da sportvideoplanet.com
Qui, la Spagna commette l'errore di non chiudere il match, con Torras che colpisce la traversa, e viene punita dalla classe di Falcao, che approfitta dell'uomo in più grazie al portiere di movimento per segnare con un sinistro imparabile il gol del pareggio. I tempi regolamentari finiscono, si va ai supplementari e la partita prosegue sempre sul filo dell'equilibrio, anche se i brasiliani hanno una clamorosa occasione con Rodrigo, che si fa parare un tiro libero dal portiere spagnolo Juanjo. Sembrano prossimi i rigori, proprio come 4 anni fa, invece a venti secondi dalla fine Neto con un guizzo scappa sull'esterno e incrocia di sinistro, realizzando il gol che decide la sfida. Spagna ancora seconda nei Mondiali di Calcio a 5, sconfitta per la terza volta dai brasiliani nell'atto conclusivo del torneo, a fronte di una sola vittoria nel lontano 2000: se non è una maledizione, poco ci manca.
Quasi in contemporanea, però, giungono buone notizie da Praga, dove è in corso la finale di Coppa Davis di tennis che vede gli spagnoli opposti ai padroni di casa della Repubblica Ceca. Dopo le prime due giornate gli iberici sono sotto 2 punti a 1, e devono vincere i due incontri di singolo in programma per riportare a casa il trofeo, già vinto un anno prima e per ben tre volte negli ultimi quattro anni. Manca l'indiscusso numero 1 delle Furie Rosse, Rafael Nadal, ma il gruppo è composto comunque da atleti di grandissimo livello, su tutti David Ferrer, che è nel suo anno migliore ed è numero 5 al Mondo. Contro un avversario sulla carta ostico come Tomas Berdych, lo spagnolo mette in mostra il suo miglior tennis, vince 3 set a 0 come aveva fatto venerdì contro Stepanek e consegna ai suoi il punto del pareggio, che rimanda il titolo al quinto e decisivo match. Qui scende in campo Nicolas Almagro, meno tecnico e più inesperto del compagno di squadra ma comunque tra i primi 15 al Mondo, che se la vede con il quasi trentaquattrenne Radek Stepanek, che è sceso in campo sia venerdì che sabato con alterne fortune.
Immagine tratta da globalnews.ca
Il match sembra ampiamente alla portata degli iberici, ma Stepanek non è per nulla intimorito dall'avversario, e lo mette subito in difficoltà con un tennis aggressivo e veloce. Almagro perde il primo set, nel secondo va in vantaggio di un break ma viene rimontato e, nel tiebreak, cede nettamente al ceco senza fare nemmeno un punto. Nel terzo set, lo spagnolo reagisce con orgoglio, come già aveva fatto venerdì contro Berdych, e ottiene il punto del 2-1 che sembra riaprire la partita. E' solo un'illusione, perché Stepanek si porta subito in vantaggio all'inizio del quarto set, e questa volta non concede più nulla al suo avversario. Finisce 3 set a 1, la Coppa Davis torna in Repubblica Ceca, 32 anni dopo la prima e unica volta quando c'era in campo un certo Ivan Lendl, e per la Spagna resta il rammarico per non aver ottenuto un titolo che sembrava ampiamente alla portata.
Così, nel pomeriggio di questo 18 novembre, i tifosi iberici sono passati dall'entusiasmo per una possibile, grande doppietta alla delusione per due secondi posti che, per quanto importanti, non soddisfano affatto. E gli è andata anche bene, perché viste le premesse sembrava potesse arrivare una terza, cocente sconfitta, con Alonso in difficoltà nel Gran Premio di Austin in Formula 1. Ma di questo vi parlerà, come sempre, il nostro Zoolander.

sabato 17 novembre 2012

PARTENZA IN SALITA

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su cartoonize.net
La F1 sbarca nuovamente in America, per la prima volta dal 2007, sul nuovissimo circuito di Austin. Uno di circuiti migliori dell' era Tilke, è un tracciato misto che asseconda i saliscendi naturali presenti nella zona dell' autodromo. 
Caratteristica è la zona della partenza, da cui scatteranno le vetture domani, con una salita niente male con annessa curva cieca a sinistra. Molto spettacolare.
Immagine tratta da sportmediaset.mediaset.it
Sebastian Vettel, sempre lui, griffa la pole. Ma con brivido finale. Il tedeschino ha volato mediamente sempre sopra il mezzo secondo/sette decimi di vantaggio sull' immediato inseguitore per tutto il weekend, e così anche in Q1 e Q2, ma nella Q3 si è trovato estremamente vicino il coriaceo Lewis Hamilton. L' anglocaraibico, autodefinitosi con un acronimo sul casco "duro come un figlio di buona donna", è riuscito a piazzare il musetto della sua McLaren a soli +0.109 da Seb. Prestazione notevolissima, contando che Button, con annessa disavventura al motore, si è preso quasi 2 secondini netti e partirà 12°.
Webber si infagotta il suo mezzo secondino dal compagno di box e parte 3°, pronto a segnare punti decisivi per l' alloro a squadre, il vincitore di Abu Dhabi, Kimi Raikkonen, fa 4°.
In realtà il casinaro Grosjean l' avrebbe preceduto, ma un penalty per il cambio lo farà partire 9°. 
Capitolo Ferrari. Depressione totale, cronica, finale.
Partenza in salita, finale di stagione in salita.
Alonso 9°, Massa 7°, guadagnano una posizione grazie a Grosjean e partiranno 8° e 6°. A circa un anno luce dai battistrada. Il miglior crono di Alonso oggi è un 1.37.1 nella Q2, che del 1.35.6 della pole di Vettel è lontanissimo parente.
Il Mondiale è andato, addirittura potrebbe andare già domani a Vettel, con una gara di anticipo. Se Vettel arriva 1°, con Alonso 5° o peggio, è suo. Con Vettel 2° e Alonso 9° o peggio, è suo. Con Vettel 3° e Alonso fuori dai punti, è suo. Ora queste statistiche interessano e fanno paura. Domani sarà tosta. Tostissima.
Due considerazioni devono preoccupare: il muretto della Rossa opta in Q3 per usare pneumatici già usati nella Q2 al fine di scaldarli prima, cosa che non accadrà.
Con un treno di gomme più morbide nuovo nuovo inutilizzato ed inutilmente al box, perchè domani sarà gara da 1 sosta e stop.
E Alonso montava gli aggiornamenti tecnici di ultima generazione, mentre Massa la versione della Rossa standard.
Due dati che fanno capire la confusione del muretto e la rabbia che monta sotto il casco di Alonso, costretto a fare magre figura con una vettura veramente non alla sua altezza.
La Red Bull è ora la vettura nettamente migliore, Vettel in qualifica è imbattibile e in gara è un robottino perfetto. Son bastati 3 mesi da Terminator ad entrambi per vincere a mani basse il titolo. E sarà giusto così.
A meno che domani corni, cornetti, cataclismi, e sfighe accessoriate colpiscano il piccolo Seb.

PS. Nonno Schumi domani parte 5°. Col catorcio grigio. Su un circuito che non aveva mai visto. Rosberg 17°. Distacco tra i due +1.707. 43 anni contro 27. Serve altro?

Pagelline: 1°Vettel 10; 2°Hamilton 10; 3°Webber 6,5; 4°(9°)Grosjean 8; 5°(4°)Raikkonen 6,5; 6°(5°)Schumacher 8; 7°(6°)Massa 6,5; 8°(7°)Hulkenberg 7; 9°(8°)Alonso 5; 10°Maldonado 6; 11°Senna 6; 12°Button 5; 13°DiResta 5,5; 14°Vergne 7,5; 15°Perez 5,5; 16°Kobayashi 5,5; 17°Rosberg 4,5; 18°Ricciardo 4,5; 19°Glock 7,5; 20°Pic 7; 21°Petrov 5,5; 22°Kovalainen 5; 23°De la Rosa 6; 24°Karthikeyan 6.

giovedì 15 novembre 2012

CONSIDERAZIONI AZZURRE

Immagine tratta da calcio.excite.it
A voler guardare il bicchiere mezzo vuoto, è sufficiente dare un'occhiata ai numeri: quinta sconfitta consecutiva in partite amichevoli per l'Italia di Prandelli (terza consecutiva in casa), ed ennesima sfida casalinga senza vittorie contro la Francia, l'acerrima rivale che non battiamo tra le mura amiche da 50 anni (2-1 nel 1962, doppietta di Altafini). Difesa azzurra non perfetta, che ha subito gol in 11 delle 14 partite disputate in questo 2012, compresi gli Europei di giugno, segno che forse qualcosa va rivisto. Mancavano pedine importanti come Ogbonna e il ritrovato Ranocchia, il trio juventino Barzagli-Bonucci-Chiellini convince a tratti, i terzini sembrano il vero punto debole di questa retroguardia a 4 (forse si potrebbe ritentare la carta della difesa a 3 che tanto va di moda in questa serie A). L'attacco ha l'unica pecca di non riuscire a concretizzare al massimo le tante occasioni create, l'ultima amichevole con più di un gol segnato risale a un anno fa (Polonia-Italia del 2011, 0-2).
Detto questo, non possiamo fare a meno di ricordare che si tratta sempre di amichevoli, anche se di prestigio, e che nelle partite "importanti" l'Italia di Prandelli ha perso una sola volta, nella disgraziata finale degli Europei contro la Spagna, ottenendo 14 vittorie e 6 pareggi tra Qualificazioni agli Europei 2012, Europei e Qualificazioni ai Mondiali 2014. Il gioco tanto voluto dal c.t. continua a vedersi, la squadra azzurra è uscita battuta ma non ridimensionata da questa sfida, e anzi avrebbe meritato di ottenere almeno un pari viste le due traverse colpite e le occasioni create durante la partita. Soprattutto, questa squadra sta mettendo in mostra tanti giocatori giovani e di grande prospettiva, che fino a qualche anno fa avrebbero trovato spazio solo nell'Under 21. Verratti, alla prima da titolare in azzurro, ha fatto vedere buone cose nel primo tempo e ha denotato una grande personalità; deve migliorare ancora, è innegabile, ma ad appena vent'anni ha già i numeri per diventare un degno sostituto di Pirlo. Balotelli ed El Shaarawy si sono mossi bene insieme, il primo ha dimostrato di essere una punta completa che merita forse più spazio da titolare, il secondo ha timbrato la prima rete in maglia azzurra, brillando forse meno delle recenti gare con il Milan ma confermando i suoi numeri. In porta, Sirigu sta maturando in una squadra importante come il Paris Saint Germain, e un palcoscenico illustre come la Champions League servirà molto al ragazzo per confermarsi il primo sostituto del capitano Buffon, e il futuro titolare tra i pali azzurri.
In sintesi: basta con questi commenti da disfattisti, perdere una partita non fa mai piacere, figurarsi contro la Francia, ma non c'era nessuna posta in palio, e tutti sanno che l'Italia è una squadra che in amichevole si concede delle pause, ma quando inizia una competizione gioca sempre e solo per vincere. Lasciamo lavorare Prandelli, che in due anni ha già costruito un'identità di gioco e cerca sempre di ottenere il meglio dai ragazzi pur avendoli a disposizione solo per pochi giorni, visti i tantissimi impegni nei club. Se riesce a formare un gruppo completo, con la sua stessa visione del calcio e con la giusta convinzione tecnica e mentale, moduli e uomini diventeranno un problema secondario.
P.S. Tra le note negative ho dimenticato di segnalare i fischi contro l'inno francese, cancellati per fortuna dai numerosi applausi del resto del pubblico. Vogliamo smetterla una volta per tutte con questi comportamenti antisportivi e odiosi, che non hanno nulla a che fare con lo sport serio e con la vera rivalità?

martedì 13 novembre 2012

UNA LUNGA STORIA D' AMORE

Immagine tratta da corriere.it e modificata su cartoonize.net

Poche balle. 
Lei è il suo grande amore. 
Sin dal 18 aprile 2004, Welkom, Gp del Sudafrica. E' salito in sella ad una brutta anatroccola e subito l' ha trasformata in un cigno. 
Al traguardo, lui si ferma, la bacia, le parla. Il dialogo è il loro punto di forza, si parlano, si danno forza. E' stato amore a prima vista, subito vincente. 4 mondiali, 46 vittorie. 
Guarda caso proprio 46, il suo numero preferito. Poi la crisi del settimo anno, l' addio. Vale cede alle lusinghe di una Rossa un pò testarda; la sua amata, invece, strizza l' occhio ad un ragazzo spagnolo più giovane. 
Quel Lorenzo che l' ha corteggiata nel triennio di convivenza col Dottore e ora la domina e la comanda da marito scafato. 
Ma ora il grande amore, il vecchio amore, è tornato a casa. 
E Vale con la Yamaha si rimette in gioco, a 33 anni. Ma Vale e la Yamaha hanno un rapporto speciale, si parlano, si coccolano, sono una cosa sola. 
Lui le scrive una lettera la sera prima del loro nuovo primo giorno, si immagina un dialogo: "Ciao", "Ciao", "Come stai?","Ti vedo bene.", "Mi sei mancato.", "Anche tu.". 
E ora lei dovrà capire: capire se dar retta al suo attuale marito, o cedere alla sua debolezza per il Dottore e lasciarsi coccolare dal suo grande amore.
Immagine tratta da derapate.it e modificata su cartoonize.net
Il 46 è tornato a casa, ed è stato come se non fosse mai andato via.
Ed intanto oggi si sono già parlati. 
E piaciuti. 
Di nuovo. 
Come sei precisa, le sussurra lui, accarezzandola, mica come quella Rossa per cui mi son preso una sbandata. 
E dal cielo, la pioggia benedice il loro nuovo primo bacio...

lunedì 12 novembre 2012

MOTO GP..AGELLINE

Immagine tratta da sky.it e modificata su cartoonize.net
Motopagelline dell' anno 2012 della MotoGp a voi.
Jorge Lorenzo (Spa, Yamaha) voto 10. Vince con talento nella prima parte di stagione e con testa nella seconda. Uno score impressionante: 6 vittorie 10 secondi posti e 2 cadute. Imbattibile.
Dani Pedrosa (Spa, Honda) voto 9,5. Per la prima volta in MotoGp esce dal bozzolo nella seconda fase dell' anno e matura da campione. 7 vittorie e due ritiri per i quali il buon Camomillo ancora si mangia le mani. Sbocciato.
Casey Stoner (Aus, Honda) voto 7. Per la caduta a Indy si gioca il suo ultimo mondiale in carriera. Vince 5 volte e griffa una prestazione superba a Phillip Island. Bene, ma non benissimo. Triste.
Andrea Dovizioso (Ita, Yamaha) voto 7,5. Con una Yamaha clienti fa il meglio che può. Ben 6 terzi posti. E' un regolarista, ora ha il vero esame: la Ducati. Ragioniere.
Alvaro Bautista (Spa, Honda) voto 7. Più che per i due podi, sorprende il quinto posto totale in graduatoria. Buona base su cui ripartire per Gresini. Crescente.
Valentino Rossi (Ita, Ducati) voto 4=. Ok i due secondi posti, a Le Mans sul bagnato e a Misano, favorito da cadute e defezioni, per il resto il nulla. Poca differenza con Hayden. Ma la prova del fuoco sarà domani, quando proverà la Yamaha di Lorenzo. Da lì si capirà tutto. Naufrago.
Cal Cratchlow (Gbr, Yamaha) voto 6. Sorpresa di inizio stagione, con belle lotte col Dovi, cede alla distanza, con ben 5 ritiri nel finale di stagione, i 2 podi sono la nota lieta. Le cadute quella stonata. Da accordare.
Stefan Bradl (Ger, Honda) voto 6,5. Buon esordio nella top class del vincitore della 250, a cui è mancato però il podio. Spesso nel gruppetto delle moto clienti, gli manca il guizzo. Un solo 4° a referto. Incerto.
Nicky Hayden (Usa, Ducati) voto 5. A lui non si chiedono i miracoli, ed infatti è spesso vicino a Rossi. Ma la Rossa non è moto per lui, da anni. Miglior risultato un 4°. Poi nubifragi in serie. Affondato.
Ben Spies (Usa, Yamaha) voto 5. Stessa moto di Lorenzo, ma bersagliato perennemente dalla sfiga e da una crisi involutiva da sconforto. Non sale mai sul podio. Al massimo ha fatto 4° e rotture e cadute in serie. Depresso.
Fin qui i primi dieci. Voti sparsi agli altri. Abbastanza bene Barbera (Spa, Ducati, 6), molto bene Espargarò (Spa, ART, 7), primo delle CRT, e De Puniet (Fra, ART, 6,5). Disastroso Abraham (Cze, Ducati, 4), molto buono Pirro (Ita, FTR, 7) col 5° posto di Valencia, miglior risultato delle CRT. Gli altri solo comparse: Ellison (Gbr, ART, 5), Hernandez (Spa, BQR, 5), Nakasuga (Jap, Yamaha, 8, solo per il 2° a Valencia sulla moto di Spies, su 2 gare disputate), Petrucci (Ita, Ioda e Suter, 6), Edwards (Usa, Suter, 5,5), Rea (Gbr, Honda, 6), Pasini (Ita, ART, 6), Silva (Spa, BQR, 5). Ingiudicabili per poche gare Elias, Aoyama, Rapp, Salom, Rolfo, Yates, Battaini, Vermuelen, Corti.

PS. Il podio del Qatar fu profetico. Il podio della prima gara è stato il podio finale. A saperlo prima...