lunedì 5 novembre 2012

PAGELLARIO SERIE A: UNDICESIMA GIORNATA

Immagine tratta da ecodellosport.it
Torna dopo alcune settimane di assenza la nostra rubrica sui migliori e i peggiori in campo di ogni singola giornata di campionato. Vediamo chi sono i personaggi scelti in questa undicesima, interessantissima giornata.
I MIGLIORI
Riccardo Montolivo: Nella roboante vittoria che potrebbe segnare la fine della crisi milanista e l'inizio di una stagione diversa c'è sicuramente il suo zampino. Coinvolto insieme ai compagni dall'inizio di campionato disastroso e poco convincente, sta diventando sempre più un giocatore fondamentale nella nuova creatura di Mister Allegri. Tanti mediani in campo non hanno sortito gli effetti sperati, c'era bisogno di più fantasia a centrocampo, e lui si sta rivelando importantissimo in questo. E poi nelle ultime due gare ha messo a segno gol pesanti, prima quello che ha avviato la rimonta a Palermo, poi questo che ha definitivamente indirizzato la sfida con il Chievo. Sicuro nelle giocate, cercato dai compagni, è il giocatore giusto per orchestrare la manovra della squadra e mettere in movimento l'attacco rossonero, che si sta lentamente riscoprendo con il nuovo modulo. Lui ed El Shaarawy possono essere i giocatori decisivi per capire che ne sarà di questa tribolata stagione milanista. Voto 7,5.
Andrea Stramaccioni: In campo il migliore è stato probabilmente Milito, ma non si può negare che il merito della grande vittoria interista a Torino è tutto del suo tecnico. Criticato a inizio anno per la mancanza di gioco e per alcuni risultati negativi, soprattutto in casa, sabato Strama ha dimostrato a tutti di non essere uno di quegli allenatori giovani che hanno ottenuto una panchina prestigiosa per moda o per raccomandazione. E' innegabile che se questa squadra, che solo un anno fa navigava in zona retrocessione, oggi può sognare in grande, il merito è suo, delle sue idee e della fiducia che ha ridato al gruppo storico e ai nuovi arrivati. Aveva promesso di non accontentarsi del pari, l'ha dimostrato schierando tre punte in campo e mettendo spesso in difficoltà la Juve con pressione e gioco veloce. Forse non è il nuovo Mourinho, ma di certo rispetto ai successori del portoghese è quello che più di tutti sta riscuotendo il favore della squadra e risvegliando l'entusiasmo dei tifosi. Chapeau. Voto 9.
Alejandro Gomez: Se in estate era seguito da tante grandi squadre un motivo ci dev'essere. Il folletto rossoblu continua a far vedere partite di grande qualità e sostanza, dimostrandosi anche piuttosto continuo sotto porta. Contro la Lazio è semplicemente immarcabile per tutti, scappa via agli avversari con irrisoria facilità, segna due gol e propizia il quarto e ultimo con il perfetto assist a Barrientos. Dopo i fasti dello scorso anno con Montella, il Catania continua a dimostrarsi un'ottima squadra, con una buona organizzazione di gioco e alcuni giocatori che sanno fare la differenza. Il Papu Gomez è sicuramente uno di questi, è cresciuto tantissimo in queste tre stagioni in Italia e su di lui sono fondate le speranze per un'altra grande stagione degli etnei. Poi magari arriverà la chiamata di una squadra importante, e sarebbe qualcosa di pienamente meritato. Voto 8.
Francesco Totti: La Roma di Zeman aveva bisogno di una scossa per tornare ad ambire a qualcosa d'importante, e la prima risposta importante è arrivata proprio dal capitano. Dopo aver difeso sempre il tecnico dalle critiche, ha dato l'esempio in campo con una grande prestazione, spronando i compagni a reagire e a ritrovare qualità e gioco. Contro il Palermo ha dimostrato una volta di più di essere in una condizione fisica eccellente, come non lo si vedeva da molti anni ormai: corsa continua a tutto campo, grinta e un dialogo splendido con i compagni d'attacco Lamela e Osvaldo. Il gol realizzato inoltre lo porta a quota 219 reti, una in più dell'indimenticabile Meazza e a poche lunghezze da Nordahl, secondo nella classifica di tutti i tempi della Serie A. Un'altra gemma in una carriera invidiabile. Voto 8.
I PEGGIORI
Fabiano Preti: Come sempre, non c'è Juve-Inter senza polemiche, e anche se il risultato finale ha un po' smorzato i toni, non si possono cancellare alcune sviste clamorose in favore dei padroni di casa nel primo tempo. A sbagliare è questo giovane guardalinee, considerato da molti una promessa nel suo ruolo, ma che a Torino incappa in una serata decisamente negativa. Dopo appena venti secondi, non vede il nettissimo fuorigioco di Asamoah nell'azione che da il vantaggio alla Juventus, poi non aiuta l'arbitro restando in silenzio su un fallo duro di Lichtsteiner, già ammonito, a pochi passi da lui, infine sbaglia almeno un altro paio di fuorigioco, in particolare uno segnalato a Giovinco e del tutto inesistente. Dopo Maggiani, adesso è toccato a lui finire sulla graticola, e per fortuna l'Inter ha vinto salvandolo parzialmente dalla pubblica umiliazione. Torniamo a ripeterlo: piuttosto che mettere in campo 4 o 6 uomini, non sarebbe meglio la moviola in queste situazioni? Voto 3.
Stephan Lichtsteiner: La sua partita contro l'Inter dura soltanto 36 minuti, ma sarebbe stata anche più breve se Tagliavento e Preti non fossero stati magnanimi con lui. Nervoso e impacciato, forse non al meglio della sua condizione fisica, fatica a dialogare con i compagni del reparto avanzato, vanificando alcune ghiotte occasione di contropiede. Soprattutto, non è in grado di gestire energia e lucidità nel modo giusto, visto che si fa ammonire per un contrasto con Cambiasso e, pochi minuti dopo, stende Palacio con un intervento duro e inutile. Graziato dall'arbitro, viene sostituito subito da Alessio, che preferisce giocarsi un cambio piuttosto che rischiare di rimanere con un uomo in meno. In involuzione rispetto all'anno scorso e all'inizio di stagione, nonostante il turnover con cui è stato gestito finora, fatica a ritrovare condizione e spunto migliore. Serve il vero Lichtsteiner per tornare a volare anche sulle fasce. Voto 4,5.
Salvatore Aronica: Chissà cosa gli è passato per la testa quando, all'ultimo minuto della gara contro il Torino, ha letteralmente regalato a Sansone il pallone che è valso il pareggio definitivo. Pupillo di mister Mazzarri, che l'aveva già avuto nella sua Reggina dei miracoli e che poi se l'è portato anche a Napoli, nelle scorse stagioni aveva spesso ricoperto il ruolo di titolare, anche per via delle assenze e degli infortuni delle sue alternative, su tutti Britos. Con l'arrivo di Gamberini e per alcune prestazioni poco convincenti, si è dovuto adattare al ruolo di riserva, pronto a rispondere presente quando veniva chiamato in causa dall'allenatore. Ieri è subentrato a Dossena per coprire maggiormente la fascia, ma ha clamorosamente disatteso i compiti e anzi il suo errore è costato due punti preziosi ai partenopei. Difficilmente rivedrà il campo senza la giusta concentrazione. Voto 4.
Le genovesi: Per una domenica, il calcio unisce nello sconforto e nella tristezza le due anime di una città. A Genova dopo questo inizio di stagione non ride più nessuno, anzi qualcuno comincia a fare gli scongiuri e a temere il peggio. Il Genoa continua a balbettare, a Siena subisce una sconfitta che complica ulteriormente le cose, la terza in altrettante gare per il nuovo mister Delneri, e resta nei bassifondi della classifica. Non sta meglio la Samp di Ferrara, che con l'Atalanta perde addirittura la sesta gara consecutiva e dall'entusiasmo iniziale passa alla rabbia e allo sconforto. Un sottile filo unisce le due acerrime rivali: pochissimo gioco, tanta fragilità nel reparto arretrato, riserve non all'altezza dei titolari, attacchi abulici. Tra due partite ci sarà il derby, che ora più che mai potrebbe rivelarsi già decisivo per l'una o per l'altra squadra. Al momento, di certo, nessuna delle due può dirsi tranquilla. Voto 4.

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