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domenica 16 marzo 2014

DETTAGLI E COLPI DA CAMPIONE

Immagine tratta da gazzetta.it
Ci sono partite, nell'arco di una stagione, che possono essere considerate fondamentali nella corsa al titolo o alla salvezza di una squadra. Quella di stasera tra Genoa e Juventus, se non consegna di fatto lo Scudetto alla compagine bianconera, può sicuramente lasciare il segno su questo campionato di serie A. Perché nel momento di massima difficoltà, contro un'avversaria in grado di metterla in difficoltà come poche negli ultimi anni, la Vecchia Signora esce ancora una volta dal campo con in tasca 3 punti pesantissimi, per certi versi immeritati, ma forse decisivi.
Niente turnover, nonostante la terza sfida con la Fiorentina alle porte, anche perché le assenze impediscono una ruotazione degli uomini. Particolarmente decimato l'attacco, con Giovinco e Tevez che si uniscono all'ormai perennemente infortunato Vucinic, ma anche centrocampo e difesa sono rattoppati, perché Marchisio non recupera dal problema accusato in Coppa, e nel riscaldamento anche Barzagli da forfait. Niente riposo dunque per Chiellini e Pogba, con la strana coppia Llorente-Osvaldo davanti alla ricerca del gol. Il Genoa di contro è un osso duro, durissimo, gioca sulle ali dell'entusiasmo e corre per 90 minuti, mettendo più volte in difficoltà i bianconeri proprio con il ritmo alto, che dovrebbe essere uno dei suoi pezzi forti. Per una volta è la Juve a dover puntare sulle ripartenze, con Osvaldo che per due volte si vede annullare un gol per fuorigioco (corretta la prima segnalazione, errata anche se difficile la seconda). I rossoblu reclamano a loro volta per un contatto tra Lichtsteiner e Bertolacci, ma in generale controllano la partita, sono aggressivi e pur senza tirare in maniera davvero pericolosa in porta fanno sudare sette camicie alla Juve. E chi si aspetta un calo del Genoa nel secondo tempo rimane sorpreso, perché al contrario i liguri sembrano ancora freschissimi, mentre è la Juve a mostrare limiti di condizione e un appannamento visto raramente. 
E' in questo scenario, nel momento di massima difficoltà, che si ergono a grandi protagonisti i due giocatori più esperti tra i Campioni d'Italia, i due veri riferimenti per carisma e qualità: Gianluigi Buffon e Andrea Pirlo. Il portiere, che oggi raggiunge il mito Zoff nella lista dei presenti all-time con la maglia bianconera, è decisivo prima quando respinge il tiro di Bertolacci da distanza ravvicinata, e soprattutto quando para il rigore di Calaiò (fallo di mano di Vidal, oggi uno dei peggiori), mantenendo il punteggio sullo 0-0. Il secondo, pressato per tutta la gara Matuzalem e non molto incisivo, da un saggio della sua classe disegnando su punizione la parabola che al minuto 89 regala la vittoria e 3 punti fondamentali alla squadra di Conte.
Se anche in una partita così, che ha rischiato seriamente di perdere e in cui un pareggio sembrava già ottimo, la Juve riesce a tornare a casa con tre punti, allora il destino di questo campionato appare sempre più scritto. A completare il quadro, va sottolineato che a conquistarsi la punizione decisiva è stato Fabio Quagliarella, che sta vivendo la stagione più difficile da quando è a Torino, che ha giocato davvero pochissimo e negli ultimi due mesi non aveva praticamente visto il campo. Un dettaglio, anche questo, che come i precedenti fa la differenza.

lunedì 23 dicembre 2013

SERIE A 2014: TIRIAMO LE SOMME - SECONDA PUNTATA

Immagine tratta da hdtimes.it
Il derby della Madonnina ha chiuso ufficialmente il 2013 calcistico, con appena due partite per sancire il titolo di campione d'Inverno e il giro di boa ufficiale del campionato. Noi approfittiamo di questa sosta per fare un primo bilancio della situazione e dare i nostri voti alle squadre.
ATALANTA: Stagione fino a questo momento altalenante per i nerazzurri di Bergamo, in calo soprattutto nelle ultime partite. Denis è sempre il punto di riferimento, l'impressione è che qualche rinforzo sia più che necessario per gennaio. Voto 6.
BOLOGNA: Resta l'impressione di inizio anno, Diamanti è l'unica luce in una squadra con pochissima qualità e ancor meno idee. Pioli è in bilico, il nome di Baggio è sempre più insistente, ma la vera svolta deve arrivare anche dal mercato. Voto 5.
CAGLIARI: Dopo le peregrinazioni di inizio anno, il ritorno sofferto al Sant'Elia ha portato qualche punto e un po' di morale in più. Il gioco è un po' alterno, il mercato rischia di portar via qualche pezzo pregiato, la forza in più può venire da un vivaio sempre produttivo. Voto 6,5.
CATANIA: La vera delusione di inizio campionato. Delle due ottime annate precedenti non è rimasto quasi nulla, il cambio Maran-De Canio non ha portato miglioramenti, mancano geometria a centrocampo e solidità in difesa. Urgono rinforzi per ribaltare la difficile situazione. Voto 4,5.
CHIEVOVERONA: Il ritorno di Corini ha dato un po' di respiro dopo la deludente gestione Sannino, ma la strada verso la salvezza è lunghissima. Attacco arido, solo quello del Catania segna meno, e centrocampo poco solido, tutte cose su cui lavorare a gennaio. Voto 5.
FIORENTINA: L'acquisto di Gomez non ha avuto impatto, ma Giuseppe Rossi ci ha messo poco a diventare il nuovo idolo della Fiesole. Gioco e qualità non mancano, la corsa a quella Champions sfuggita lo scorso anno stavolta potrebbe concretizzarsi. Voto 7.
GENOA: Il ritorno di Gasperini ha rivitalizzato la squadra, portando punti e un po' di gioco al gruppo, oltre ad un'importante risalita in classifica. Con degli adeguamenti in rosa a gennaio la salvezza può essere meno sofferta delle ultime stagioni. Voto 6.
INTER: Il derby vinto ha rilanciato il gruppo di Mazzarri, un po' in calo nelle ultime uscite. Difesa da perfezionare visti i troppi gol subiti di recente, Thoir porterà soldi e idee per crescere, in attesa di Milito la vera arma in più in attacco è Palacio. Basterà per agguantare la Champions? Voto 6,5.
JUVENTUS: Capolista non per caso, i numeri parlano per lei. 15 vittorie su 17 partite, dalla sconfitta a Firenze nove successi di fila e un solo gol subito. Tevez-Llorente è una coppia d'attacco micidiale, che innestata in un gruppo solido e rodato può guidare i bianconeri al terzo scudetto di fila. Voto 8.
LAZIO: Se si guarda la sua classifica dello scorso anno non si può che rimanere delusi. L'effetto Petkovic sembra essersi esaurito, il gioco latita, Hernanes sembra un fantasma e Klose da solo non può bastare. Urgono rinforzi e immediati cambi di rotta, anche al timone se necessario. Voto 5.
LIVORNO: Dopo un buon inizio, i toscani stanno vivendo un periodo di calo preoccupante, che li ha riportati pericolosamente in zona retrocessione. La rosa va migliorata soprattutto in difesa e nel gioco, perché Paulinho e Siligardi non possono bastare per la salvezza. Voto 5,5.
MILAN: Il derby perso è la ciliegina sulla torta amara di questo inizio stagione. Gioco deficitario, difesa troppo leggera e centrocampo senza qualità che non supporta bene l'attacco. Rami e Honda daranno una mano in questi settori, ma per ripetere il miracolo dello scorso anno servirà molto di più. Voto 5,5.
NAPOLI: Per la rosa e il gioco espresso è ancora una pretendente allo scudetto, ma deve migliorare contro le piccole e magari adattare di più il modulo alle esigenze delle partite. Per gennaio sono annunciati rinforzi in difesa e a centrocampo, basteranno per cercare la rimonta-scudetto? Voto 7.
PARMA: Avvio stentato e lenta ripresa per i ragazzi di Donadoni, con un ottimo Parolo e un Cassano in forma per centrare finalmente un Mondiale. Il potenziale per salvarsi subito c'è, bisogna dare continuità al gioco e ritrovare i veri Amauri e Biabiany. Voto 6,5.
ROMA: Dopo i pareggi sono tornate le vittorie pesanti, il ritorno di Totti e Destro può aiutare una squadra che continua a far bene e resta l'unica imbattuta del campionato. A gennaio si aprirà con la sfida alla Juve a Torino, un risultato positivo riaprirebbe tutto in chiave scudetto. Voto 7,5.
SAMPDORIA: La cura Mihajlovic sta funzionando, sono tornate grinta e voglia di lottare, anche se si ha ancora l'impressione che manchi un vero bomber in squadra. Natale potrebbe portare una punta in regalo sotto l'albero, e magari qualche rinforzo di qualità a centrocampo. Voto 5,5.
SASSUOLO: L'inizio disastroso sembra un ricordo lontano, ma la strada per la salvezza è ancora molto lunga per la squadra emiliana. La fase difensiva va ancora registrata, contro le grandi si soffre sempre tanto, ma con le vittorie negli scontri diretti si può centrare l'obiettivo. Voto 6.
TORINO: La vera sorpresa del torneo insieme al Verona. I granata giocano bene e rendono soprattutto in casa, dopo Cerci anche Immobile sta esplodendo e convincendo sempre di più. Il gruppo c'è, e sembra lecito puntare a qualcosa di più della semplice salvezza. Voto 6,5.
UDINESE: L'impressione è che rispetto agli anni passati manchi qualcosa, e che il miracolo Europa questa volta non si possa ripetere. Di Natale non è eterno, la rosa sembra inferiore a quelle precedenti, sembra più realistico puntare alla salvezza che ad altro. Voto 5,5.
VERONA: Essere al sesto posto da neopromossa è un risultato strepitoso. Mandorlini sta rivitalizzando Toni e ha scoperto giocatori interessanti come Iturbe e Jorginho. Forse calerà nell'anno nuovo, ma finora è la rivelazione di questo campionato. Voto 7.

martedì 8 ottobre 2013

SERIE A 2014: TIRIAMO LE SOMME - PRIMA PUNTATA

Immagine tratta da juventiknows.com
Con la pausa dovuta agli impegni delle Nazionali ci concediamo di dare un primo voto alle squadre di questa serie A 2013-14. E' vero, siamo a mala pena al secondo mese di questa stagione, ma si può già dare qualche giudizio per quanto visto finora.
ATALANTA: Malino all'inizio, in risalita nelle ultime partite. Squadra praticamente identica allo scorso anno, se anche i suoi leader (Denis, Cigarini, Bonaventura) si confermano la salvezza è più che alla portata. Voto 6,5.
BOLOGNA: Il genio di Diamanti e la barba del nuovo idolo del web Moscardelli non sembrano sufficienti a questa squadra, colabrodo in difesa e alla disperata ricerca di un vero bomber. Gilardino aveva lasciato il segno lo scorso anno, Bianchi lo sta facendo molto di meno. Voto 4,5.
CAGLIARI: Meriterebbe 10 di stima per quello che sta passando da un anno e mezzo per la querelle sullo stadio, in campo la squadra è un po' altalenante (una sola vittoria alla prima di campionato) ma ha i margini per migliorare. Voto 6.
CATANIA: Ripetersi per tre anni di fila avrebbe del miracoloso, gli addii di Lodi e Gomez hanno inciso in questo avvio poco convincente, anche se le ultime partite fanno vedere una reazione. Voto 5,5.
CHIEVOVERONA: Il successo contro l'Udinese è l'unico lampo di un inizio di stagione pessimo, con un attacco stitico e una difesa poco attenta, due cose assolutamente inconciliabili per una squadra sempre votata alla solidità e alla concretezza. Voto 4,5.
FIORENTINA: Discreto inizio per i viola, colpiti dagli infortuni nel reparto offensivo e in cerca del salto di qualità dopo la Champions sfiorata, con il rientro di Gomez e un Rossi così le premesse per fare bene ci sono tutte. Voto 6,5.
GENOA: L'avventura di Liverani è durata poco e ha portato solo alla gioia del derby vinto, il ritorno di Gasperini è una scommessa ma la squadra deve ancora ritrovarsi dopo l'ennesima rivoluzione estiva, e prepararsi ad un'altra stagione di passione. Voto 5.
INTER: La batosta appena subita contro la Roma non cancella i netti progressi rispetto allo scorso anno, Mazzarri sta rigenerando giocatori come Jonathan e Alvarez e l'assenza dalle Coppe può far bene a questa squadra in cerca di riscatto. Voto 7.
JUVENTUS: Confermarsi in vetta non è mai facile, in casa bianconera qualche partenza non è stata ben gradita e la grinta dei due anni passati a volte sembra mancare, ma la voglia di vincere è intatta, e Tevez e Pogba possono essere i valori aggiunti per il tris. Voto 7,5.
LAZIO: Un anno fa Petkovic era la sorpresa, ora la squadra sembra decisamente più in difficoltà, con Klose ancora a secco e il peso di un derby perso sulle spalle, forse il mercato non ha portato i rinforzi che ci si aspettava. Voto 5,5.
LIVORNO: Per essere una neopromossa non se la passa male, squadra solida che non gioca male e porta a casa punti pesanti, magari subisce troppo contro le grandi ma se vince le partite giuste salvarsi non è un'utopia. Voto 6.
MILAN: Va bene i tanti infortuni, ma il gioco non può dipendere solo dalla vena di Balotelli e da qualche episodio, squadra con limiti evidenti in difesa e anche a centrocampo, si spera nella sosta per recuperare idee e uomini. Voto 5.
NAPOLI: Via Cavani, dentro Mertens, Albiol, Reina, Callejon e soprattutto Higuain, un affare che può garantire il definitivo salto di qualità, Benitez punta sulla serenità e sulle idee per vincere, l'Europa può essere croce e delizia, staremo a vedere. Voto 7,5.
PARMA: Inizio poco positivo, poi la netta ripresa nelle ultime giornate anche se i margini per migliorare ancora ci sono, Cassano in provincia si è spesso esaltato e di certo farà di tutto per conquistarsi il suo primo Mondiale. Voto 6.
ROMA: Dopo due anni di passione, Garcia sembra aver cambiato finalmente qualcosa nella Capitale, Totti sembra tornato un ragazzino, i nuovi acquisti funzionano e la squadra gioca bene e diverte, in più dopo 7 vittorie su 7 sognare è più che lecito. Voto 8.
SAMPDORIA: Il progetto di Rossi sembra già arrivato al capolinea, squadra con poche idee ed evidenti limiti nella costruzione del gioco, con un centrocampo senza fantasia e un attacco che ancora rimpiange il pupillo Icardi. Voto 4,5.
SASSUOLO: Dopo le goleade subite nelle prime partite c'è stato qualche passo avanti, il duo di giovani punte Zaza-Berardi è promettente, ma la difesa e il centrocampo devono migliorare parecchio per sperare in una salvezza. Voto 5.
TORINO: Buon inizio per la squadra di Ventura, che però ancora rimpiange le due vittorie sfumate negli ultimi secondi di partita, Cerci si sta confermando il faro della squadra, Ogbonna e Bianchi sono un ricordo, le premesse per far bene ci sono tutte. Voto 6,5.
UDINESE: Partenza così così per i friulani, che finora mettono fieno in cascina in casa e vanno in bianco in trasferta, Di Natale è l'eterna luce la davanti, Muriel e gli altri giovani le speranze per continuare questo incredibile progetto vincente. Voto 6.
VERONA: Se la parte di città clivense piange, quella di sponda Hellas gongola per l'incredibile inizio di stagione, belle prestazioni e punti importanti portati a casa, Toni e Iturbe sono il mix di esperienza e novità che ben rappresentano questa squadra. Voto 7.

lunedì 5 novembre 2012

PAGELLARIO SERIE A: UNDICESIMA GIORNATA

Immagine tratta da ecodellosport.it
Torna dopo alcune settimane di assenza la nostra rubrica sui migliori e i peggiori in campo di ogni singola giornata di campionato. Vediamo chi sono i personaggi scelti in questa undicesima, interessantissima giornata.
I MIGLIORI
Riccardo Montolivo: Nella roboante vittoria che potrebbe segnare la fine della crisi milanista e l'inizio di una stagione diversa c'è sicuramente il suo zampino. Coinvolto insieme ai compagni dall'inizio di campionato disastroso e poco convincente, sta diventando sempre più un giocatore fondamentale nella nuova creatura di Mister Allegri. Tanti mediani in campo non hanno sortito gli effetti sperati, c'era bisogno di più fantasia a centrocampo, e lui si sta rivelando importantissimo in questo. E poi nelle ultime due gare ha messo a segno gol pesanti, prima quello che ha avviato la rimonta a Palermo, poi questo che ha definitivamente indirizzato la sfida con il Chievo. Sicuro nelle giocate, cercato dai compagni, è il giocatore giusto per orchestrare la manovra della squadra e mettere in movimento l'attacco rossonero, che si sta lentamente riscoprendo con il nuovo modulo. Lui ed El Shaarawy possono essere i giocatori decisivi per capire che ne sarà di questa tribolata stagione milanista. Voto 7,5.
Andrea Stramaccioni: In campo il migliore è stato probabilmente Milito, ma non si può negare che il merito della grande vittoria interista a Torino è tutto del suo tecnico. Criticato a inizio anno per la mancanza di gioco e per alcuni risultati negativi, soprattutto in casa, sabato Strama ha dimostrato a tutti di non essere uno di quegli allenatori giovani che hanno ottenuto una panchina prestigiosa per moda o per raccomandazione. E' innegabile che se questa squadra, che solo un anno fa navigava in zona retrocessione, oggi può sognare in grande, il merito è suo, delle sue idee e della fiducia che ha ridato al gruppo storico e ai nuovi arrivati. Aveva promesso di non accontentarsi del pari, l'ha dimostrato schierando tre punte in campo e mettendo spesso in difficoltà la Juve con pressione e gioco veloce. Forse non è il nuovo Mourinho, ma di certo rispetto ai successori del portoghese è quello che più di tutti sta riscuotendo il favore della squadra e risvegliando l'entusiasmo dei tifosi. Chapeau. Voto 9.
Alejandro Gomez: Se in estate era seguito da tante grandi squadre un motivo ci dev'essere. Il folletto rossoblu continua a far vedere partite di grande qualità e sostanza, dimostrandosi anche piuttosto continuo sotto porta. Contro la Lazio è semplicemente immarcabile per tutti, scappa via agli avversari con irrisoria facilità, segna due gol e propizia il quarto e ultimo con il perfetto assist a Barrientos. Dopo i fasti dello scorso anno con Montella, il Catania continua a dimostrarsi un'ottima squadra, con una buona organizzazione di gioco e alcuni giocatori che sanno fare la differenza. Il Papu Gomez è sicuramente uno di questi, è cresciuto tantissimo in queste tre stagioni in Italia e su di lui sono fondate le speranze per un'altra grande stagione degli etnei. Poi magari arriverà la chiamata di una squadra importante, e sarebbe qualcosa di pienamente meritato. Voto 8.
Francesco Totti: La Roma di Zeman aveva bisogno di una scossa per tornare ad ambire a qualcosa d'importante, e la prima risposta importante è arrivata proprio dal capitano. Dopo aver difeso sempre il tecnico dalle critiche, ha dato l'esempio in campo con una grande prestazione, spronando i compagni a reagire e a ritrovare qualità e gioco. Contro il Palermo ha dimostrato una volta di più di essere in una condizione fisica eccellente, come non lo si vedeva da molti anni ormai: corsa continua a tutto campo, grinta e un dialogo splendido con i compagni d'attacco Lamela e Osvaldo. Il gol realizzato inoltre lo porta a quota 219 reti, una in più dell'indimenticabile Meazza e a poche lunghezze da Nordahl, secondo nella classifica di tutti i tempi della Serie A. Un'altra gemma in una carriera invidiabile. Voto 8.
I PEGGIORI
Fabiano Preti: Come sempre, non c'è Juve-Inter senza polemiche, e anche se il risultato finale ha un po' smorzato i toni, non si possono cancellare alcune sviste clamorose in favore dei padroni di casa nel primo tempo. A sbagliare è questo giovane guardalinee, considerato da molti una promessa nel suo ruolo, ma che a Torino incappa in una serata decisamente negativa. Dopo appena venti secondi, non vede il nettissimo fuorigioco di Asamoah nell'azione che da il vantaggio alla Juventus, poi non aiuta l'arbitro restando in silenzio su un fallo duro di Lichtsteiner, già ammonito, a pochi passi da lui, infine sbaglia almeno un altro paio di fuorigioco, in particolare uno segnalato a Giovinco e del tutto inesistente. Dopo Maggiani, adesso è toccato a lui finire sulla graticola, e per fortuna l'Inter ha vinto salvandolo parzialmente dalla pubblica umiliazione. Torniamo a ripeterlo: piuttosto che mettere in campo 4 o 6 uomini, non sarebbe meglio la moviola in queste situazioni? Voto 3.
Stephan Lichtsteiner: La sua partita contro l'Inter dura soltanto 36 minuti, ma sarebbe stata anche più breve se Tagliavento e Preti non fossero stati magnanimi con lui. Nervoso e impacciato, forse non al meglio della sua condizione fisica, fatica a dialogare con i compagni del reparto avanzato, vanificando alcune ghiotte occasione di contropiede. Soprattutto, non è in grado di gestire energia e lucidità nel modo giusto, visto che si fa ammonire per un contrasto con Cambiasso e, pochi minuti dopo, stende Palacio con un intervento duro e inutile. Graziato dall'arbitro, viene sostituito subito da Alessio, che preferisce giocarsi un cambio piuttosto che rischiare di rimanere con un uomo in meno. In involuzione rispetto all'anno scorso e all'inizio di stagione, nonostante il turnover con cui è stato gestito finora, fatica a ritrovare condizione e spunto migliore. Serve il vero Lichtsteiner per tornare a volare anche sulle fasce. Voto 4,5.
Salvatore Aronica: Chissà cosa gli è passato per la testa quando, all'ultimo minuto della gara contro il Torino, ha letteralmente regalato a Sansone il pallone che è valso il pareggio definitivo. Pupillo di mister Mazzarri, che l'aveva già avuto nella sua Reggina dei miracoli e che poi se l'è portato anche a Napoli, nelle scorse stagioni aveva spesso ricoperto il ruolo di titolare, anche per via delle assenze e degli infortuni delle sue alternative, su tutti Britos. Con l'arrivo di Gamberini e per alcune prestazioni poco convincenti, si è dovuto adattare al ruolo di riserva, pronto a rispondere presente quando veniva chiamato in causa dall'allenatore. Ieri è subentrato a Dossena per coprire maggiormente la fascia, ma ha clamorosamente disatteso i compiti e anzi il suo errore è costato due punti preziosi ai partenopei. Difficilmente rivedrà il campo senza la giusta concentrazione. Voto 4.
Le genovesi: Per una domenica, il calcio unisce nello sconforto e nella tristezza le due anime di una città. A Genova dopo questo inizio di stagione non ride più nessuno, anzi qualcuno comincia a fare gli scongiuri e a temere il peggio. Il Genoa continua a balbettare, a Siena subisce una sconfitta che complica ulteriormente le cose, la terza in altrettante gare per il nuovo mister Delneri, e resta nei bassifondi della classifica. Non sta meglio la Samp di Ferrara, che con l'Atalanta perde addirittura la sesta gara consecutiva e dall'entusiasmo iniziale passa alla rabbia e allo sconforto. Un sottile filo unisce le due acerrime rivali: pochissimo gioco, tanta fragilità nel reparto arretrato, riserve non all'altezza dei titolari, attacchi abulici. Tra due partite ci sarà il derby, che ora più che mai potrebbe rivelarsi già decisivo per l'una o per l'altra squadra. Al momento, di certo, nessuna delle due può dirsi tranquilla. Voto 4.

martedì 15 maggio 2012

CONTROPAGELLONE DELLA SERIE A 2012

Immagine tratta da ctsnotizie.it
Tiriamo le somme per le 20 squadre della Serie A del 2011/12:
JUVENTUS: 10-Perfetti, mai sconfitti, un gioco coinvolgente e a mille all' ora. Di più, niente. Il bello:PIRLO(10). Il brutto:ELIA e KRASIC (4).
MILAN: 6,5- Potevano vincere, ma un' ecatombe di infortuni li ha fermati. Giusto confermare Allegri. Il bello:IBRAHIMOVIC (8,5). Il brutto:PATO (4,5).
UDINESE: 10- Inizia la stagione in anticipo a causa del preliminare di Champions e in Champions riesce a tornare con un finale sprint. E senza 3 titolari dell' anno passato. Il bello:DI NATALE (8,5). Il brutto:FLORO FLORES (4,5).
LAZIO: 8- A causa dell' emergenza infortuni non riesce a portare a casa un terzo posto che manteneva da mesi. Ma per tre quarti di stagione è stata sorprendente per continuità. Il bello:KLOSE (8). Il brutto:HERNANES (5).
NAPOLI: 7- Voto bassino considerando solo il campionato, a causa della sconfitta di Bologna. Ma in Champions ha fatto vedere cose straordinarie. Il bello:LAVEZZI (8). Il brutto:CAMPAGNARO (5).
INTER: 4,5- Sconvolta e sconfortata dall' anzianità dei giocatori, dalla girandola dei mister e da errori difensivi incredibili, ottiene un giustissimo sesto posto. Deludentissimo. Il bello: MILITO (8). Il brutto: LUCIO, PAZZINI, FORLAN (4).
ROMA: 5- L' impronta di gioco c'era, ma errori difensivi e scivoloni clamorosi l' hanno resa l' incompiuta numero uno di questa stagione. Colpe da dividere tra molti in società e in campo. Il bello: BORINI (7). Il brutto: KJAER (4,5).
PARMA: 7,5- Conclude in grandissima ascesa una stagione iniziata in maniera molto balbettante. Quasi in zona Europa. Incredibile qualche mese fa. Il bello:GIOVINCO (8,5). Il brutto:PALLADINO,PELLE',FLOCCARI (5).
BOLOGNA: 7,5- Ottimo per continuità dall' avvento di Pioli. Gioco non appariscente ma efficace, con due fantasisti da grande squadra. Il bello:DIAMANTI (8,5). Il brutto:ACQUAFRESCA (5).
CHIEVO: 7- Come il Bologna: continuo ed efficace, si salva in largo anticipo pure senza un vero bomber. Il bello:ACERBI, BRADLEY (7). Il brutto: PELLISSIER,PALOSCHI (5,5).
CATANIA 7- Per mesi la sorpresa del campionato, molla nelle ultime dieci partite, peccato. Organizzazione di gioco super. Il bello: LEGROTTAGLIE, LODI, BARRIENTOS, GOMEZ (7,5). Il brutto: SUAZO (sv).
ATALANTA: 7,5- Non era assolutamente facile partire da -6, dare un' impronta di gioco così buona alla squadra e salvarsi con tranquillità già ad aprile. Il bello:DENIS (8). Il brutto:BRIGHI (sv).
FIORENTINA: 4,5- Alla fine 46 punti per la disastratissima banda viola sono pure troppi. Confusione continua tra campo, panchina e scrivania. Le è andata benissimo. Il bello: JOVETIC (7,5). Il brutto:GILARDINO, AMAURI, LJAJIC (4).
SIENA: 7- Si salva con largo anticipo, con gioco convincente e ottima gestione del gruppo da parte di Sannino. Il bello:CALAIO', DESTRO (7,5). Il brutto:D'AGOSTINO, MANNINI (5).
CAGLIARI: 6= -Squadra senza gioco e un pò morta. La questione stadio, la penuria di gol. Forse il nucleo storico ha già dato tutto. Il bello:PINILLA (8). Il brutto:EL KABIR, T.RIBEIRO (4,5).
PALERMO: 5- Mai a rischio retrocessione, però una squadra che è andata in lento spegnimento, dopo le scintille iniziali. Urge una rifondazione. Il bello:MICCOLI (8). Il brutto:ILICIC, HERNANDEZ (4).
GENOA: 4- Rossoblù senza nerbo, gioco e convinzione. Si salvano per miracolo, più per demeriti leccesi sul finale che per meriti propri. Il bello:PALACIO (8). Il brutto:ZE EDUARDO, PRATTO (4).
LECCE: 6= -Rimontona spentasi proprio sul più bello nelle ultime 4 giornate, in cui quasi non ha mai tirato in porta. Peccato. Il bello:MURIEL,DI MICHELE (6,5). Il brutto:CORVIA, BOJINOV, PIATTI (4).
NOVARA: 6- Gli azzurri piemontesi danno tutto e anche oltre. Ma mancava la qualità dall' inizio. In estate ha rifiutato Muriel e Kozak. L' ha pagato. Il bello:RIGONI (8,5). Il brutto:MORIMOTO,MEGGIORINI,GRANOCHE (4,5).
CESENA: 4- Mai un accenno vero di rimonta. Qualitativamente superiore a 5-6 squadre, ma niente grinta e concentrazione. Mutu ne è il simbolo. Il bello:SANTANA (6,5). Il brutto: MUTU, IAQUINTA, VON BERGEN (5).

lunedì 14 maggio 2012

Una curva piena di gnocca


Immagine tratta da: blog.panorama.it


La notizia dell’arresto dei capi-ultrà del Bari, accusati di aver minacciato i calciatori della loro squadra per vincere ingenti somme di denaro tramite  scommesse, è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi spiacevoli che anche quest’anno hanno condito il nostro calcio, facendocene vergognare. Lasciando per un attimo da parte la vicenda del calcio-scommesse, scopriamo che i protagonisti di questi avvenimenti sono sempre loro: gli ormai famigerati ultras. Infatti, dopo essersi distinti negli anni passati per atti gravissimi come l’omicidio Raciti, o “goliardate” come il celebre motorino che rotola allegramente per gli spalti di San Siro, anche la stagione 2011/2012 ha avuto la sua giusta dose di demenza da parte del tifo organizzato e che potremmo quindi definire demenza organizzata. Prima dell’arresto dei tifosi baresi, la performance che più aveva lasciato il segno nell’opinione pubblica era stata quella dello stadio Marassi e dei giocatori costretti a togliersi le maglie e a consegnarle alla curva, come in sacrificio all’altare di una divinità a cui bisogna prostrarsi. Come dimenticare poi Totti -sì proprio lui, il campione del mondo- che va di fronte alla Sud, impassibile e muto, a fare non si sa bene cosa; forse a scusarsi, a metterci la faccia o a sfidare, ma dando, ad ogni modo, considerazione e importanza a quel tipo di pubblico. E poi ci sono stati gli immancabili ululati razzisti, squadre intrappolate negli stadi da tifosi imbestialiti, contestazioni pesanti e conseguenti fitti colloqui tra capi-ultrà e capitani, assalti ai pullman delle squadre … insomma, come al solito, non ci facciamo mancare nulla.
Il fatto che si riesca a parlare di simili episodi con una certa disinvoltura e spensieratezza dimostra quanto siamo ormai abituati, e forse rassegnati, a questi comportamenti; tuttavia, questo non ci deve indurre a sottovalutarne la gravità, considerandoli qualcosa di normale. Tutto il modo in cui viene vissuto il calcio e il sostegno alla propria squadra in questi ambienti è, a pensarci bene, piuttosto discutibile: si ha l’impressione che il calcio non sia altro che un pretesto per essere parte di qualcosa e, quindi, colmare un certo vuoto esistenziale. La forza di questo sport è immensa, il modo in cui un pallone e 22 giocatori in un campo riescano a generare emozioni così autentiche e forti è ancora un mistero; ma è chiaro che, se il senso di appartenenza ad una fede calcistica diventa una vera e propria ragione di vita, il significato, non solo del calcio, ma di tutto lo sport viene frainteso. Se, poi, questa maniera malata di vivere la propria passione non portasse a situazioni tragicomiche ma solo ad un affetto incondizionato e illimitato per i propri colori non staremmo nemmeno a discuterne. Al contrario, questa dedizione totale porta questo unico, enorme individuo chiamato ultras, ad essere il più esigente dei tifosi: pretende di vedere ripagati i propri sforzi e quando la squadra vive periodi difficili la fischia e la insulta, prendendone le distanze. Basti pensare alle incredibili contestazioni a squadre come la Fiorentina e il Genoa che, dopo diverse stagioni a tratti anche esaltanti, ora vivono un fisiologico calo. Inoltre, l’ultras è convinto di essere incarnazione e custode della storia e della gloria della propria squadra; bisognerebbe chiedere ai protagonisti dell’episodio di Marassi se ritengono che il loro ricatto abbia difeso o infangato la storia del club più antico d’Italia.
Ormai sono anni che sentiamo sempre lo stesso ritornello: modello inglese, maggiore severità, nuova cultura sportiva, leggi più aspre e l’immancabile “lo stadio non può più essere una zona franca” ma, nonostante tante belle parole, tessere e leggi varie, poco sembra essere cambiato. Tra l’altro è risaputo che le società, chissà perché, pagano gli ultras. Allora ecco una proposta concreta (oltre ad un utilizzo massiccio di manganelli): impedire l’accesso dei gruppi organizzati alle curve e riempirle di ragazzini, anziani e soprattutto donne. Già, perché non riempire le curve di gnocca? Dovremmo rinunciare ai cori, ma potremmo farne a meno visto che l’80% del repertorio è fatto di insulti all’avversario e parolacce. E poi siamo sicuri che allo stadio si canterebbe comunque. Dovremmo rinunciare alle coreografie forse, ma magari qualcun altro potrebbe farlo al posto loro. Ad ogni modo, anche in questo caso chi crede che un po’ di gnocca sia la soluzione di tutti i problemi ha ragione: siamo sicuri che potrebbe essere uno spettacolo nello spettacolo, porterebbe un nuovo entusiasmo e, soprattutto, allontanerebbe dagli stadi un certo malcostume. Così, avrebbe campo aperto chi ha una passione forte ma sana, chi gioisce e soffre, piange e si abbraccia col proprio vicino, magari al momento giusto impreca e fischia ma sa anche, come hanno fatto i tifosi del Lecce ieri o della Samp lo scorso anno, applaudire la propria squadra che retrocede. 

PAGELLARIO DI FINE ANNO

Immagine tratta da oleole.it

ATALANTA: Partita con una penalizzazione di 6 punti, ha reagito alla grande sul campo, con un ottimo sistema di gioco e un'organizzazione invidiabile. Pochi acquisti, ma tutti mirati e indovinati, in particolare Denis, rilanciato come attaccante dopo stagioni opache, e la dimostrazione di aver ripudiato Doni anche calcisticamente. Davvero un'ottima risposta. Voto 7.
BOLOGNA: Male all'inizio con Bisoli, si è rilanciato con Pioli, che ha dato un nuovo vigore al gruppo e ha fatto esplodere definitivamente Diamanti e Ramirez, mai così efficaci e decisivi come quest'anno. Ora si apre il post-Di Vaio, ma con questa mentalità la squadra riuscirà a fare a meno del suo bomber. Voto 6,5.
CAGLIARI: Stagione altalenante, senza particolari luci, ma con l'ennesima salvezza conquistata sul campo. Indebolito in attacco rispetto al passato, ha rimediato con Pinilla a gennaio e ha scoperto un ottimo Ibarbo. Adesso bisogna risolvere una volta per tutte la questione dello stadio, e prepararsi a rimpiazzare le cessioni importanti dell'estate. Voto 6.
CATANIA: La vera rivelazione di questa stagione, su cui neanche i più ottimisti avrebbero scommesso. Montella ha dato un gioco vivace e offensivo, ha trovato la posizione giusta a Lodi, e ha saputo rinunciare al bomber Maxi Lopez per seguire il suo credo calcistico. Annata da incorniciare, anche se probabilmente molti dei protagonisti, dal mister a Lo Monaco, se ne andranno presto. Voto 7,5.
CESENA: Mutu in estate, Iaquinta e Santana a gennaio. Sulla carta, la squadra era più forte dello scorso anno, in campo ha deluso profondamente, retrocedendo presto e non mostrando mai grande convinzione in una possibile rimonta. Tutto da rifare, sperando in una pronta risalita. Voto 4,5.
CHIEVO: Solita squadra rocciosa e difficile da battere, che senza grandi nomi arriva alla salvezza con incredibile facilità. Di Carlo è stato bravo a curare la fase difensiva, a lanciare giocatori giovani come Bradley e Acerbi, e a trovare la giusta posizione a Thereau in attacco. Bella realtà. Voto 6,5.
FIORENTINA: Società nel caos, squadra spenta e senza più motivazioni. Il progetto giovani è sparito, Montolivo e Corvino hanno già le valigie in mano, la gestione tecnica non ha più né capo né coda, e l'episodio Rossi-Ljajic è stata l'amara ciliegina sulla torta. Il ritorno di Jovetic non basta, c'è molto lavoro da fare per riportare i viola nelle zone alte della classifica. Voto 4,5.
GENOA: La delusione più grande di tutte. L'ennesima rivoluzione estiva, proseguita a gennaio, ha tolto alla squadra ogni idea di gioco e di unione, e solo il caso ha salvato i rossoblu dall'emulare e raggiungere i cugini doriani in B. Davvero, tutto da rifare, magari con un po' di serietà, possibilmente senza ripetere scene come quelle con gli ultrà. Voto 4.
INTER: La fine del ciclo è arrivata, rumorosa e inesorabile. Le partenze di Eto'o e Thiago Motta, i tre cambi in panchina, il brutto gioco espresso sono il segno evidente che la squadra del triplete si è spenta, e va risistemata in estate. Stramaccioni può dare continuità al progetto giovane, ma bisogna vedere se la società gli darà fiducia. Note positive, il doppio successo nel derby e un Milito tornato grande. Voto 5,5.
JUVENTUS: La regina è lei, non ci sono dubbi. Al di là delle polemiche e dei battibecchi, Conte ha dato forma e anima a un gruppo affamato di rivincita, ha rilanciato Pirlo e Barzagli e ha saputo adattare modulo e uomini alle sue esigenze. Meritatamente campione, senza perdere nemmeno una partita, è tornata tra le grandi. Ora dovrà confermarsi, purtroppo senza il suo storico capitano Del Piero. Voto 8.
LAZIO: Agli acquisti di Klose e Lulic hanno fatto da contraltare gli infortuni, che hanno falcidiato il gruppo e hanno certamente influito sulla corsa al terzo posto. La squadra di Reja migliora di una posizione, ma come l'anno scorso chiude la stagione con l'amaro in bocca. Con meno sfortuna e una preparazione atletica più mirata e attenta, si può arrivare ancora più in alto. Voto 6,5.
LECCE: Con Di Francesco ha giocato molto e raccolto poco, con Cosmi ha mostrato più grinta e ha sfiorato una rimonta storica. Sono mancate le gambe nel finale di stagione, e forse alla lunga la scarsa qualità del gruppo ha contribuito in negativo alla retrocessione. Nota positiva, l'esplosione e la maturazione di due giovani interessanti come Cuadrado e Muriel. Voto 5,5.
MILAN: Per alcuni un fallimento, ma visti i tanti infortuni e il calendario fitto la squadra di Allegri ha avuto un gran merito a tener vivo il campionato fino all'ultimo, e con quel gol di Muntari convalidato...Ora bisogna ringiovanire e rinforzare la rosa, comprare un buon terzino sinistro e centrocampisti di qualità, ma con l'Ibra di quest'anno e meno infortuni si può tornare a vincere subito. Voto 7.
NAPOLI: Includendo Champions e Coppa Italia, la stagione sarebbe da 7,5. Conferma ad alti livelli, con Cavani ancora super, ma troppi punti persi con le piccole e passi indietro in campionato, che hanno escluso gli azzurri dall'Europa che conta. La difesa è stata il tallone d'Achille, e la partenza di Lavezzi potrebbe essere una perdita durissima per la squadra e le sue ambizioni future. Voto 6,5.
NOVARA: Gruppo volenteroso ma poco concreto, ha dimostrato presto di non essere all'altezza della Serie A. L'orgoglio dei piemontesi è stato ammirevole, ma quando sei costretto a ricorrere alla difesa a 5...Positiva la stagione di Rigoni, e i 6 punti fatti contro l'Inter sicuramente rimarranno negli almanacchi. Voto 5.
PALERMO: Doveva essere la squadra di Mutti, è diventata quella del giovane Mangia prima e dell'esperto Mutti poi. Stagione troppo altalenante, con grandi risultati in casa e pesanti sconfitte in trasferta, le cessioni importanti hanno pesato. In estate ci sarà bisogno di lavorare molto, soprattutto per tenere Miccoli. Voto 5,5.
PARMA: Inizio così così, poi il cambio di passo e il grande finale di stagione con l'arrivo di Donadoni. Squadra solida e bella da vedere, che si è affidata alla classe di un Giovinco mai così decisivo e ha chiuso il campionato in crescendo. La base è buona, con i giusti investimenti può restare in alto. Voto 7.
ROMA: Stagione difficile da interpretare, ma che presenta sicuramente dei lati positivi su cui lavorare per il futuro. Carente in difesa, troppo discontinua e disordinata se Totti e De Rossi mancano, ha un gruppo giovane e talentuoso, e con i giusti innesti può migliorare molto in futuro. Luis Enrique è durato un solo anno in panchina, vedremo se il suo successore farà meglio. Voto 6.
SIENA: Senza grandi nomi, ha stupito con la coesione del gruppo e l'efficiente sistema di gioco. L'esordiente Sannino ha avuto coraggio e sfrontatezza, ha dimostrato che sa come si allena e ha lanciato un giovane interessante come Destro. Ora attenzione al mercato estivo, e soprattutto alla Giustizia Sportiva, che con le sue sentenze potrebbe riscrivere la classifica. Voto 6,5.
UDINESE: Ha perso Sanchez, Inler e Zapata in estate, ha faticato un po' a sostituirli, ma alla fine è tornata ancora in Champions, aggrappandosi al suo totem Di Natale e mostrando per molti mesi un ottimo gioco. Società attenta, allenatore affidabile e gruppo affiatato, i bianconeri hanno tutto per rimanere tra le grandi. Vedremo come andrà con il sorteggio, e se ci saranno altre cessioni illustri. Voto 7.

domenica 29 aprile 2012

GILA GAME OVER

Immagine tratta da asromalive.it e modificata su cartoonize.net
Il Genoa perde 3 a 2 a Bologna e vede sempre più avvicinarsi il baratro della Serie B.
Ma Gila, dov'è?
In panchina per 90 minuti a Bologna, idem a Milano contro il Milan, gli viene preferito come subentrante, addirittura il tristissimo Ze Eduardo.
8 milioni di investimento per scaldare un posto in panchina. Possibile che un giocatore, a 30 anni ancora da compiere, sia già ai titoli di coda?
-No. Gilardino è un signor attaccante, parlano i numeri per lui: ha sempre giocato in Serie A, 145 reti in campionato, 9 in Champions, 18 in Coppa Italia, è lui il miglior marcatore in attività in Nazionale, 17 gol in 47 apparizioni, ed è lui il miglior cannoniere della storia dell' Under 21, 30 partite per 19 segnature, è Campione del Mondo. Il declino delle ultime stagioni è dato solamente dalla crisi profonda della Fiorentina prima e del Genoa poi, e lui che è un terminale offensivo, ne risente più di tutti.
-Si. Gilardino ha già dato, è arrivato. La grande squadra, il Milan, l' ha raggiunta a 23 anni, la Champions l'ha vinta, il Mondiale per Club anche, il Mondiale con la Nazionale idem, per anni ha segnato almeno dieci gol in Serie A. Non ha la fame di un tempo, si è imbolsito, fisicamente non è più in forma come qualche anno fa, le motivazioni non possono essere le stesse.
L' hanno tagliato prima Mihajlovic, poi Delio Rossi, ora De Canio, allenatori esperti, per tacere di Ancelotti al Milan, che l' ha lasciato partire senza troppi problemi.
A 29 anni hai avuto tutto, sportivamente e non, soldi, fama, grandi vittorie, grandi partite, e ora devi dare l' anima per evitare la B, categoria in cui non hai mai giocato. La tua esperienza e il tuo carisma dovrebbero guidare i compagni ed invece, scaldi la panca assieme a gente come Ze Eduardo.
Come mai non ce la fai?
E' game over.

giovedì 12 aprile 2012

TUTTI IN B



Ecco perchè, tutte le squadre dal 13esimo posto in poi, meriterebbero di retrocedere:
20°CESENA 21: Beh, il Cesena va in Serie B perchè il progetto estivo di una squadra tutta tecnica e grandi giocate, è miseramente naufragato. Mister Giampaolo voleva un piccolo Barca, e ha creato una barchetta che ha fatto acqua da tutte le parti, e le toppe invernali Santana e Iaquinta sono state invisibili, così come i 3 allenatori che si sono succeduti al suo timone.
19°NOVARA 25: Il Novara merita di scendere per k.o. tecnico. La squadra ha corsa e grinta, ma la tecnica della Serie A proprio no. E difendere a 5 non nasconde enormi pecche strutturali.
18°LECCE 34: Il Lecce retrocede perchè ha buttato troppe partite all' ultimo minuto, e la grinta che ha mostrato nella gestione Cosmi, non l' ha mostrata con continuità. Muriel per mezza stagione è stato un giocatore in attesa di sbocciare, così come Cuadrado, e Di Michele troppo ai box per infortunio.
17°GENOA 36: il Genoa ha fatto la fine della Sampdoria perchè nonostante una rosa da metà classifica, non ha un gioco, è una squadra timorosa e poco propositiva. I mister Malesani e Marino han portato più confusione che idee, e Preziosi non smette di cambiar giocatori come figurine.
16°BOLOGNA 37 (1p. in meno): il Bologna è andato in B perchè ha fatto troppi pochi punti all' inizio del campionato nella gestione Bisoli, ed è andato in crisi di complimenti a fine stagione con Pioli. L' attacco è stato troppo Di Vaio-dipendente e Ramirez s'è spento man mano. 
15°FIORENTINA 37: la Fiorentina è scesa clamorosamente in Serie B e ha rimediato una magrissima figura in questa stagione. Un' organizzazione di gioco nulla, sia con Mihajlovic che con Rossi, personalità imbarazzante, grinta mai uscita fuori in una stagione assolutamente discontinua. Con la paura della retrocessione poi, la squadra non ha saputo più vincere in casa.
14°PARMA 38: la squadra emiliana non ha convinto nè col 442 di Colomba che con il 352 di Donadoni, non è mai riuscita a coprire bene il campo, e in attacco è stata troppo dipendente dalle lune e i gol di Giovinco. Anche lei è andata in affanno con la classifica che è si è accorciata sempre più, e si è trovata terzultima proprio quando si credeva salva.
13°CAGLIARI 38 (1p. in meno): il sodalizio rossoblù ha pagato con la Serie B nell' ordine: la scelleratezza dei 4 cambi di allenatore stagionali, la mancanza di punte da Serie A per il girone di andata, l' esser troppo Pinilla-dipendente nel girone di ritorno, ed aver giocato le ultime partite della stagione tutte in trasferta per la querelle stadio. Basta?


Scommessopoli permettendo...che poi finisce che retrocedono tutte per davvero!