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domenica 8 febbraio 2015

LA CRITICA ROSSOBLU DELLA DOMENICA /22

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Cagliari-Roma 1-2 (37'Ljajic, 85' Paredes, 95'M'Poku)
E intanto le giornate passano, per non ripassare più. E la Serie B si avvicina partita dopo partita. Occasioni buttate su occasioni buttate, si rianimano avversari evidentemente sulle gambe e in conferenza stampa suona il solito ritornello: "Non è arrivato il risultato, ma la prestazione dà grande morale. E' importante crescere, con i risultati arriverà anche la tranquillità nelle giocate". Quando?
Un allenatore soddisfatto, Zola. Che è contento per quanto crea la squadra, per come ha il pallino del gioco e sottolinea miglioramenti in fase difensiva.
Che nella realtà non esistono, nelle 6 partite del post Zeman sono stati incassati 13 gol, una media che supera i 2 per incontro.
E il gioco segue canovacci più improvvisati che studiati. Questo albero di Natale fuori periodo, fa girare la palla tra i quattro difensori e tra i tre centrocampisti, sperando poi nella verticalizzazione improvvisa dei due piazzati dietro la sventurata punta centrale, dedita a prendere botte da sola in mezzo agli avversari. E se i due numeri 10 non si accendono, è notte fonda, si ristagna troppo lontani dalla porta.
Oggi le verticalizzazioni sono arrivate in gran numero dai lanci "ab capocchiam" di Rossettini, e Cop ha fallito due grosse occasioni davanti a De Sanctis.
Gli schemi d'attacco sono poco convincenti, si attacca più per inerzia della partita che con schemi ben delineati, con rabbia e reazione, ma poche idee chiare.
Il centrocampo ha visto il ritorno di Conti (che ha nuovamente fatto rima con un k.o.), affiancato dai corridori Dessena e Donsah. Probabilmente l'ideale sarebbe riproporre il vecchio e caro 4-3-1-2, perchè questi 5 centrocampisti del 4-3-2-1 fanno giocare la squadra troppo lontano dalla porta. E soprattutto perchè i terzini con Zola sono bloccati e la squadra risulta troppo intruppata in tocchetti centrali, senza ampiezza. Gonzalez difende e si vede lontano un miglio che attaccare non è affar suo, mentre Avelar ha sbagliato qualunque marcatura, cross o passaggio possibile per 94 minuti, salvo imbroccare, probabilmente per sbaglio, l'assist vincente per la rete della bandiera di M'Poku.
La Roma oggi era battibile, o quantomeno pareggiabile, data la crisi e le defezioni, ma è rimasta giustamente guardinga, compatta e cinica, aspettando le classiche amnesie difensive della difesa rossoblu, puntualmente arrivate.
E un'altra giornata è andata. Sedici giornate alla fine. Lieta?
P.S. M'Poku è simpatico, ben fisicato, determinato e con personalità. Un po' troppo innamorato della palla. Ma Husbauer, che diamine di fine ha fatto?

mercoledì 14 gennaio 2015

LA CRITICA ROSSOBLU DEL MERCOLEDI' DI COPPA

Immagine tratta da tuttosport.com e modificata su befunky.com
Parma-Cagliari 2-1 (45'Paletta, 69'Sau, 84'Rispoli)
E via, meritatamente fuori dalla Coppa Italia. Il Parma è parso di un'altra categoria, quantomeno per aggressività e propositività, qualità assolutamente sconosciute al Cagliari.
La scusante generica è l'aver schierato le cosiddette seconde linee, i vari Benedetti, Murru e Dessena, gli esordienti Gonzalez, Husbauer e Cop e i giovanissimi Barella e Capello, ma mister Zola ci mette molto del suo, mischiando le carte e disponendo in campo i suoi in un pessimo 3-4-1-2.
Pessimo non tanto nell'idea e nell'esperimento di Conti centrale difensivo e Farias esterno fluidificante, ma piuttosto nell'interpretazione.
Difesa bassa, centrocampisti centrali al limite della propria area, inutile palleggio tra il trio difensivo e i mediani, che consegnavano la sfera ai fluidificanti che non trovavano di meglio che sparacchiare in avanti verso il nulla cosmico. Tutti schiacciati dietro.
Husbauer e Cop si sono evidentemente chiesti in che mondo calcistico fossero capitati: i due hanno giocato costantemente a un tocco, in velocità, ma nel farlo erano soli, tanto erano mal supportati dal resto della squadra. Ma è sembrato che la stoffa ci fosse, per entrambi, e Cop ha messo deliziosamente lo zampino nell'azione dell'immeritato 1-1, smarcando Farias.
E il pressing? Inesistente. Una volta perso il possesso si restava fermi, a camminare. 
Murru è francamente impresentabile, anche nella gara odierna ha sciorinato solo il repertorio dei suoi ben noti limiti, oscillanti tra una propulsione offensiva inesistente e una capacità in marcatura degna del peggior Ronaldinho. Il ragazzo va mandato a giocare in una squadra media di B, dove non potrà far danni e imparare a difendere e offendere. E non restare un'eterna promessa.
Capello è stata la nota più negativa, non è riuscito a fare nulla, leggerino e sempre anticipato. Donsah invece è fenomenale, oggi con un recupero su un'offensiva emiliana ha ricordato i bei tempi di Nainggolan. 
Barella ha confermato i resoconti più che positivi, ha grande personalità per i suoi 18 anni e un'ottima visione di gioco. Va seguito con attenzione, e non mandato a girare nelle serie inferiori, pena di perdere un talento vero con prestiti sbagliati come successe ai tempi di Ragatzu.
Insomma, è stata una brutta partita, e Zola con un 3-4-1-2 e atteggiamento ultradifensivo, è parso aver sbagliato parecchio. E qua tempo di esperimenti ed errori non ce n'è più. Si è terzultimi, virtualmente in B.

giovedì 4 dicembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL GIOVEDI' /COPPA ITALIA

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Cagliari-Modena 4-4 dts, 5-4 rig. (7'aut.Cragno, 60'Conti rig., 69'Luppi, 90'+4'Longo, 98'Granoche, 100'Longo, 109'Granoche, 119'Farias).
Già dal tabellino si legge un certo affanno continuo da rincorsa, un pirotecnico 4-4 in cui si è andati sotto per ben 4 volte. E per non farsi mancare nulla, si era sotto pure durante i calci di rigore per l'errore iniziale di Conti. E ce ne son voluti 7 di rigori per decidere la sfidante del Parma negli ottavi di Coppa Italia.
In due partite in casa si son subiti 8 gol. Un'enormità. Che possa venire al Sant'Elia la Fiorentina e farne quattro, bene o male lo si può mandare giù, ma che lo faccia il Modena, che in B naviga 10° con 16 gol fatti su 15 gare, lo si accetta di meno.
Cragno, Balzano, Rossettini, Ceppitelli, Conti, Farias, Cossu e Ibarbo erano in campo dall'inizio: non si stava giocando con una squadra "riserve". 
Qualcosa non va, in ordine sparso:
- Cragno avrà pure parato i due rigori decisivi, ma ancora una volta su 4/5 tiri in porta avversari, ha subito 4 gol. E nell'azione dello 0-1 ha lasciato colpevolmente scoperto il primo palo. Il ragazzo non fa una parata, ogni tiro scoccato verso di lui è una rete. E' un classe '94 e va bene, ma la cosa ora è acclarata, c'è un problema portiere.
- Balzano è in riserva, dopo un inizio di campionato molto convincente è da 2-3 partite che sta sprofondando in errori e nella mediocrità. Con la Fiorentina ci poteva stare, perchè schierato a sinistra. Ma contro il Modena era nella sua posizione, e ha sofferto pure qui.
- La batteria dei terzini è in crisi: Pisano non ha mai convinto, Balzano è in fase calante, Avelar è sparito nei meandri di un infortunio, Murru è un brodino: è insipido in attacco, e largamente insufficiente in difesa a causa di marcature troppo "larghe" e permissive. Anche oggi.
- Ceppitelli sta facendo qualche errore di troppo: da un suo appoggio agli avversari è nata la rete del 3-4 di Granoche. Forse Capuano o Benedetti sarebbero da provare.
- Dessena e Joao Pedro sono fuori spartito. Da matita rossa gli errori nello stoppare la palla e nel calibrare i passaggi. Continui e indisponenti. Non da calciatori di Serie A.
- Farias ha segnato, dopo essersi divorato un'occasione colossale nel primo tempo. Magari il gol al 120' gli avrà insegnato che nell'area piccola non deve stoppare, ma tirare di prima e basta.
- Cossu corre, si danna, e bla bla. Ma ha giocato attaccante centrale e ha tirato zero volte verso la porta. Zero. E allora non è più un 4-3-3 se uno di questi tre non tira mai.
- Non si sa tirare un calcio d'angolo. Nessuno ha una battuta potente e precisa, si tirano sfetecchie che a malapena arrivano in direzione primo palo. Aiuto.
Poi c'è anche qualcosa che va:
- Longo finalmente ha segnato. Due volte! E anche due belle reti. Zeman e il Cagliari hanno bisogno come l'aria di un attaccante vero. Si sarà sbloccato?
- C'è carattere nel rimontare per quattro volte e per due volte all'ultimo secondo. 
Stop.

domenica 30 novembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DELLA DOMENICA /13

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Cagliari-Fiorentina 0-4 (17'Fernandez, 55'Fernandez, 69'Gomez, 74'Cuadrado).
Se Farias in carriera ha segnato 24 gol su 135 partite, se Cossu ne ha fatti 12 su 234 gare, se Ibarbo ne ha messi dentro 21 su 215 apparizioni, se Longo ha messo 3 volte il suo nome a referto nelle 36 da professionista, vorrà pur dire qualcosa.
La matematica non è un'opinione, Farias la butta dentro ogni 5,6 partite, Cossu ogni 19,5, Ibarbo ogni 10,2 e Longo ogni 12.
Quindi ci sta che in una giornata vadano a sbagliare di tutto e di più. 
E si perde, e amen. E si prendono gol a ripetizione in contropiede. E quattro gol di scarto.
Farias si è mangiato l'inverosimile, Ibarbo si addormenta davanti al portiere, Cossu e i tiri in porta parlano due lingue diverse, e Longo ha preso un palo da zero metri. Le occasioni ci sono state e sono state buttate tutte al vento.
Poi.
Poi abbiamo Cragno, che sarà pure bravo con i piedi, ma qualcuno gli ha mai visto fare una parata che sia una? Per davvero. E perchè ogni tiro da lontano è magicamente gol? Sono più di una le reti incassate che fanno storcere la bocca, come la punizione odierna di Mati Fernandez. Forse è il caso di riprovare Colombi.
E Cossu è troppo innamorato del pallone. Rallenta il gioco e manda tutti in fuorigioco e si perde il tempo della giocata.
Nel primo tempo è stato sbagliato spesso l'ultimo passaggio, e i tagli di Cossu e Farias sono stati in continuazione errati. 
La situazione è preoccupante. 
La zona B si avvicina sempre più e questo non è una cosa buona. Specie perchè c'è un deficit di personalità evidente, emerso anche oggi dopo la seconda rete viola. L'emblema è Ibarbo, che sullo 0-2 ha spedito in campo il suo solito gemello diverso. Quello che prende palla senza mai passarla e va a sbattere contro i difensori avversari. E la Fiorentina è andata a nozze.
E comunque senza che stiamo a raccontarci balle. La squadra non è forte. Diventa forte nel momento in cui riesce a giocare, a indovinare la partita e mettere la palla in rete. Sennò, per cambiare le cose chi si fa alzare dalla panchina? Longo? Farias? Donsah? Dessena? Caio Rangel? Capello? Mah.

venerdì 7 novembre 2014

I SETTANT'ANNI DI ROMBO DI TUONO

Immagine tratta da lettera43.it
Settanta. Un numero che, per Gigi Riva, ha sempre avuto un significato speciale. E' stato, infatti, l'anno magico del bomber azzurro, culminato con la conquista di uno storico Scudetto nel sorprendente Cagliari di Scopigno e con il secondo posto ai Mondiali messicani, dietro al fenomenale Brasile. E' oggi il numero degli anni compiuti da "Rombo di Tuono", uno dei soprannomi più appropriati coniati dal leggendario Gianni Brera.
Un soprannome che, tuttavia, se era perfetto per il calciatore, si discostava nella maniera più assoluto da ciò che era Riva fuori dal campo. Da sempre allergico al fragore e alle curiosità della vita mondana, estremamente schivo e introverso di carattere, segnato profondamente da un'infanzia dura e dolorosa, Gigi era un solitario che amava la tranquillità e la riservatezza. Se è vero che per molti calciatori l'ambiente intorno è stato fondamentale per farli diventare quello che sono stati, mai come nel caso di Riva il suo incontro con Cagliari e la Sardegna è stato decisivo per la sua esplosione professionale e la sua crescita umana. All'inizio, appena aveva saputo che presto avrebbe dovuto lasciare la natia provincia di Legnano per trasferirsi sull'isola, non l'aveva presa affatto bene; nemmeno ventenne, orfano di entrambi i genitori fin dall'infanzia, cresciuto in collegio, sembrava restio ad abbandonare la sua terra per recarsi in quel posto così diverso, così lontano. Eppure, la diffidenza è stata presto sostituita dall'affetto, e poi dall'amore per la Sardegna, all'epoca terra lontana dalle luci dei riflettori, subito ospitale e familiare per chi, come il giovane Riva, cercava di coltivare in pace e serenità la propria passione: giocare a calcio.
E' da queste basi che nasce un legame inscindibile, un sentimento così forte che niente e nessuno riuscirà a scalfirlo, nemmeno i moltissimi soldi offerti dalle grandi del Nord, in primis la Juventus di Boniperti, o la prospettiva di disputare le prestigiose coppe europee. Con il suo "gran rifiuto", Riva diventa a breve il paladino delle piccole squadre, l'eroe che si permette di rifiutare la corte delle big per restare nel suo Cagliari, per farlo arrivare in cima all'Olimpo. E' lui il faro intorno al quale nasce una squadra da favola, che si costruisce pezzo per pezzo, pedina dopo pedina, fino ad arrivare a quello storico Scudetto nel 1970. E' lui il capocannoniere, l'uomo che finalizza con il suo potentissimo sinistro e la sua forza straripante gli sforzi e le prodezze di campioni come Albertosi, Cera, Domenghini, Gori e Nené. E' anche, e soprattutto, il braccio della grande mente che siede in panchina, di Manlio Scopigno, che più che un allenatore è stato un amico e quasi un padre per Riva, la persona con cui si è aperta e ha raggiunto la maturità calcistica e umana. Rimarrà fedele alla parola data, non lasciando mai la Sardegna, seguendo il Cagliari fin nell'abisso della retrocessione in B, quando il grande ciclo è concluso e gli infortuni lo costringono a smettere di giocare ad appena 31 anni.
E' solo un'altra la maglia che Rombo di Tuono indossa con orgoglio: quella della Nazionale. Membro di quella generazione di campioni che riporta i colori azzurri nell'elite del calcio mondiale dopo trent'anni, Riva è protagonista della grande epoca di Ferruccio Valcareggi. Segna nella ripetizione della finale del Campionato Europeo 1968, che vede l'Italia battere la Jugoslavia 2 a 0 e conquistare il primo trofeo dell'epoca post fascismo. E' grande protagonista ai Mondiali del 1970 in Messico, mettendo la sua firma nel leggendario 4-3 contro la Germania Ovest e contendendo con orgoglio il titolo al blasonato Brasile di Pelè e dei cinque numeri 10. Alla Nazionale ha dato tutto, anche le sue due gambe, visto che è con la maglia azzurra che si frattura entrambi i peroni, il sinistro nel '67 e il destro tre anni dopo. La sua media realizzativa parla da sola: 35 centri in 42 presenze, recordman italiano davanti ai grandi Peppino Meazza e Silvio Piola, un primato che resiste da oltre quarant'anni.
Una volta lasciato il campo, poi, Gigi ha partecipato ad altri sei Mondiali come team manager azzurro, a dimostrazione della passione che lo ha sempre legato ai colori nazionali.
Oggi, per il suo settantesimo compleanno, tutta la Sardegna è vestita a festa per lui, il suo numero 11, l'idolo indimenticato e indimenticabile che ha portato una piccola squadra nella storia. Lui, schivo come sempre, è rimasto ancora una volta in disparte, preferendo la serenità della famiglia al clamore e alle grandi celebrazioni. Noi ci uniamo con ammirazione al coro di auguri per questo grandissimo personaggio, uno degli ultimi eroi del calcio di provincia.
Buon compleanno, Rombo di Tuono!

lunedì 29 settembre 2014

LA CRITICA DEL MARTEDI' /5

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
- Copertina per Zdenek Zeman. Vincere per 4-1 a San Siro contro l'Inter, guidando il Cagliari, non è impresa da tutti i giorni. Nel momento più inaspettato, gli undici rossoblù riescono a mettere in pratica i dettami tattici del boemo, e frantumano un'Inter ai minimi termini. Ciò che ha colpito di più è stato l'harakiri totale di Mazzarri dopo l'espulsione di Nagatomo sull'1-1. La squadra si è smarrita, la difesa a 4 d'emergenza è stata tagliata con un grissino da Ibarbo, Ekdal e Sau. Tatticamente sembrava uno scontro tra un Maestro e un allievo alle prime armi.
- Udinese e Samp viaggiano in terza e quarta posizione. Bella la partita di Udine, combattuta quella di Marassi. E sono sempre Strama e Miha a sorridere. Sugli scudi l'eterno Di Natale, già capocannoniere del campionato. Degni di nota in casa doriana Okaka, centravanti parecchio cresciuto, e Soriano, raffinata mezzala.
- Attenzione al Parma, ma in negativo. Una vinta e quattro perse. Una difesa fragilissima, da 14 gol subiti, che si perde le marcature in area che è un piacere. Sembra quasi una squadra inglese. Senza Paletta, Cassani e Biabiany fuori causa, Parolo, Amauri e Schelotto ceduti, gli emiliani in questa stagione stanno faticando parecchio. Urge ricompattarsi e cominciare a macinare punti.
- Il Milan è uscito malconcio da questo trittico di gare in una settimana. Una sconfitta contro la Juve difendendosi a pieno regime, e due deludenti pareggi contro le neopromosse Empoli e Cesena. C'è molto da lavorare, sulla fase difensiva in primis. Il Milan da contropiede visto sino al big match contro la Juve è piaciuto, poi i dettami presidenziali l'hanno richiamato a un atteggiamento più offensivo, e qua sono emerse tutte le lacune anche a livello di costruzione della manovra. E gli avversari erano Empoli e Cesena. 
- Juve e Roma viaggiano a braccetto. Sicure e decise, in vista della gara che le vedrà contrapposte domenica alle 18. Sono chiaramente le due migliori squadre viste fino ad ora, anche considerando la paura che incutono agli avversari.
- AAA Fiorentina cercasi. Un pareggio a Torino con Babacar imbeccato da una delizia di Bernardeschi, ma lo spettacolo latita. Montella deve dare la scossa a questa squadra, soprattutto sul piano del gioco, marchio distintivo del tecnico campano. 

martedì 16 settembre 2014

LA CRITICA DEL MARTEDI' /2

Immagine tratta da tuttocalcio24h.com e modificata su befunky.com
- Menez svetta nella 2a di campionato. In copertina va il suo gol di tacco, ma nella trasferta di Parma sciorina tutto il suo repertorio. Le domande sono due: 1) reggerà tutta la stagione, o vivrà di lampi come nel periodo romanista? 2) ma se questo Menez è lo stesso visto in Italia tra il 2008 e il 2011 e di colpo ci pare così forte, è merito della sua maturazione o della deriva tecnico-tattica della nostra Serie A?
- Primo non prenderle. In Italia va così. E non a caso Roma e Juve viaggiano a braccetto con 0 reti subite su due gare. E anche l'Inter è imbattuta e inviolata. Come ha notato Evra nel dopogara, rispetto alla sua esperienza inglese, in Italia si bada alla tattica a discapito dell'intensità. Roma e Juve spesso addormentano le partite una volta in vantaggio, sfruttando anche una sorta di soggezione psicologica che infondono sugli avversari. In Champions non potranno permettersi di giochicchiare senza piani a breve termine. Bisogna aumentare l'intensità. 
- Sempre relativamente alla diatriba tattica/intensità di gioco. Il modello deve essere l'Atletico Madrid. Aggressione e tattica perfetta. E come interpreti non sono richiesti fenomeni strapagati. Così si batte il Barcellona e il Real in campionato, si arriva in finale di Champions, e si batte di nuovo il Real sia in Supercoppa di Spagna che nella Liga al Bernabeu. Basta cambiare canale il sabato per notare come le partite di Premier e Liga si giochino a una velocità doppia rispetto alla nostra Serie A. Durante la Serie A puoi intavolare discorsi impegnativi, mandare sms o alzarti a prendere una birra, nelle partite degli altri campionati non puoi permettertelo. Dobbiamo lavorare sull'intensità, per essere competitivi in Europa. E l'Atletico dimostra che si può essere estremamente tattici correndo a 200 all'ora.
- Il Napoli sta per esplodere. Un'ondata di tiri rimbalza contro Bardi, e il Chievo compie l'impresa di giornata. E i malumori stanno venendo a galla, la tifoseria ha perso la pazienza, Benitez stesso pare non troppo convinto. Per lui tira un'aria stile Inter post-Mou, mercato insoddisfacente, primi risultati di stagione storti, e in più l'eliminazione dalla Champions. Giorni contati?
- Napoli, Fiorentina e Cagliari in casa tirano tanto in porta, ma non vincono. Partenopei e sardi perdono miseramente, la Viola impatta contro il Genoa. Fanno un figurone i tre portieri nostrani Bardi (Chievo), Perin (Genoa) e Sportiello (Atalanta). In gare del genere occorre analizzare a mente fredda e non fare drammi su sconfitte o pareggi. Sono le classiche gare che se giochi 10 volte così, 8 le vinci.
- Bene le milanesi. Per il Milan la prova del nove sarà la gara di sabato sera contro la Juve. I contropiedi pazzi con Honda, Menez e El Shaarawy (o Bonaventura) potranno creare imbarazzi ad Allegri? L'Inter deve mantenere equilibrio e continuità, Icardi-Osvaldo bella coppia, Kovacic sta sbocciando.
- Male male Parma e Toro, rivelazioni dell'anno passato. La squadra di Donadoni è lontana parente di quella della scorsa stagione: contro il Chievo domenica sarà importante non perdere ancora. Il gol subito da De Jong è abominevole. E così il Torino balbetta parecchio, messo completamente sotto dalla Samp. E da Okaka versione Caterpillar.

mercoledì 3 settembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL MARTEDI' / 1

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
E parte anche la critica rossoblu del martedì, slittata di un giorno per la chiusura del calciomercato. Sassuolo-Cagliari 1-1 (42' Zaza, 44' Sau).
- E' molto positivo il risultato. Non si è perso, si è riusciti a resistere e restare in partita nel primo tempo, dove le sbandate sono state piuttosto frequenti. Preparazione pesante e tre esordienti assoluti in Serie A (Colombi, Ceppitelli, Crisetig) a parziale scusante.
- Qualche sprazzo del gioco di Zeman c'è stato. Terzini che fluidificavano come non si vedevano da tempo in maglia cagliaritana, idee (rimaste solo tali) di scambi rapidi tra i piccoletti d'attacco, centrocampo aggressivo volto a recuperare palla e scaricarla velocemente in proiezione offensiva. Serve affinare l'intesa.
- La difesa alta ha ballato per un tempo, roba da spaventi ogni cinque minuti. E' mancata sicurezza, capacità di leggere bene le situazioni di gioco e coraggio di spazzare o metter in fallo laterale la sfera per non rischiare. Ceppitelli e Rossettini sono da rivedere. Il primo è andato benino, ma sono suoi i due errori che hanno concesso la rete a Zaza: ha prolungato all' indietro di testa la sfera sul rilancio di Pomini, lanciando l'azione del Sassuolo, e sul cross al centro ha perso la marcatura sull'ariete di Policoro. Poteva "sentire" l'avversario con la mano, con un po' di malizia, per non distanziarsi troppo da lui. Che, con lo spazio gentilmente concessogli, ha avuto tempo di coordinarsi e colpire al volo, siglando una rete molto bella.
- Colombi bene tra i pali, e da rivedere quando è uscito al limite dell'area. Anche qua il difetto sta nella sicurezza da acquisire. Esser sicuri nella lettura dell'azione e uscire senza balbettii o timidezze è fondamentale. Un'uscitaccia stava per consentire a Zaza la rete, poi annullata da Valeri. Ma tra i pali è sembrato un veterano. 
- Ave Avelar. Dopo due stagioni abuliche, nè carne nè pesce, e una semi-partenza a Leeds, finalmente piazza una partita convincente. Forse la migliore da quando è in Sardegna. Fluidifica come dovrebbe, tira, taglia in area, e riesce anche a difendere efficacemente. 
- Balzano a destra è un treno. Da una sua iniziativa è venuta la rete di Sau. Sembra più completo di Pisano: una piacevole scoperta. 
- Capitolo attacco: Sau si sblocca subito, senza dover fare chissà cosa. Cossu un po' spaesato e Farias ha sbagliato tutto ciò che poteva sbagliare. Da rivedere i movimenti, Ibarbo sarà fondamentale per eludere le marcature avversarie.
- Lode a Conti, che è uscito alla distanza, dimostrando fisico, classe e carisma. Ha dominato il centrocampo. Crisetig è un classe '93. La rete di Sau è nata da un suo recupero palla. Anche in Coppa Italia sul gol di Farias è stato decisivo nel pressing e nel passaggio. Il ragazzo si farà. Ha fisico, pressa bene e ha qualità. C'è ancora qualche imprecisione e mancanza di continuità nei '90, ma è un ottimo acquisto.

domenica 17 agosto 2014

ZE-MANROVESCIO

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Andamiento lento. Lentissimo.
Il nuovo corso Cagliari targato Zeman-Giulini, specie dopo le tre ultime deludenti amichevoli, parte a fari spenti, spentissimi, in pratica rotti. E in mezzo a un nebbione in piena notte.
1-1 con l'Apollon Limassol, k.o. per 3-1 contro il Getafe (con tre reti subite nel primo tempo) e ieri un netto 4-0 dal Celta Vigo. Un manrovescio in piena regola. Il primo Ze-manrovescio.
Il progetto tecnico, pienamente supportato dalla società anche in sede di mercato, per ora non sta dando frutti. Anzi, presenta acerbi segnali d'allarme.
La preparazione fisica durissima imballa le gambe a chi va in campo, in ogni amichevole la squadra è surclassata da avversari più veloci, più reattivi e più precisi. Famigerata preparazione che ha mietuto molte vittime: Conti, Rossettini e Dessena da settimane non si vedono in campo. Kaputt. 
E si ripete lo stesso ritornello: ma tra qualche mese, grazie alla sapiente preparazione fisica, gli undici in campo voleranno. Sarà, ma ora sono piantati al terreno stile sabbie mobili.
L'attacco, che dovrebbe essere esaltato dagli schemi del boemo, è stitico oltremisura. La cura Zeman è mirata a rendere bocche da fuoco implacabili i vari Sau, Longo, Cossu, Farias, Ibarbo e Caio Rangel. Ma sinora di reti se ne sono viste ben poche, se non per gli avversari.
Che vanno a nozze con la difesa alta rossoblù, che appare il reparto maggiormente in difficoltà. Al netto della condizione precaria, si rischia tanto, tantissimo. E si va sotto rapidamente. Mancano le misure tra i reparti. Zeman a inizio preparazione aveva espresso il desiderio di lavorare sin da inizio luglio con la squadra che avrebbe poi affrontato il campionato e così non è stato. Specie nel pacchetto arretrato: Capuano e Ceppitelli sono arrivati da poche settimane, e non hanno svolto tutta la preparazione con il gruppo, Rossettini, che della difesa è il leader, da 3 settimane è infermeria. L'unico presente dall'inizio, in pratica, è Benedetti, che ieri ha trascorso 90' in panchina e che nelle precedenti apparizioni non ha fatto benissimo, alimentando voci di un suo possibile prestito in Serie B.
Ci vuole tempo per digerire gli schemi, per renderli efficaci. Ci vuole tempo per togliere le ganasce alle gambe, godere dei risultati una preparazione tanto dura e arrivare a macinare con facilità chilometri in campo. Ci vuole tempo per amalgamare 12 nuovi arrivi con il resto della rosa.
Ma il tempo stringe. Domenica è già Coppa Italia, presumibilmente contro il Catania, e il 31 si inizia a Sassuolo. Poi una settimana di stop.
Alla ripresa, il 14 settembre contro l'Atalanta, con un mese in più di lavoro, dovremo vedere i primi risultati reali. E se i risultati non dovessero arrivare, con una rosa molto giovane e inesperta, il nuovo patron Giulini si troverà una bella gatta da pelare
Con Zeman si capisce subito: se la squadra parte male o malissimo, difficilmente si riprende. Forse è successo solo nel 93/94 con un Foggia super sperimentale (quello post Signori, Rambaudi e Baiano, con un nugolo di calciatori pescati dalla Serie C), che riuscì a salvarsi nonostante 1 sola partita vinta sino a metà dicembre.
E al Cagliari se dovessero arrivare pronti-via subito altri Ze-manrovesci, quanta pazienza si avrà?

domenica 20 luglio 2014

LA CARTA ZEMAN

Immagine tratta da tiscali.it e modificata su befunky.com
E' l'anno giusto per calare la carta Zeman.
Vuoi per il nuovo corso targato Giulini, vuoi perchè il livello della Serie A sta clamorosamente calando, specie dalla decima posizione in giù. Lo scorso campionato è stato una pena, guardando al calcio giocato dalle cosiddette "pericolanti". E facciamo pure i nomi: Livorno, Bologna, Catania, Chievo, Cagliari. E' bastato poco per salvarsi, il Sassuolo ha giocato un po' bene dal ritorno di Di Francesco e tanto ha consentito di mantenere la categoria. 33 punti erano sufficienti per restare in A.
Il Cagliari si è salvato esprimendo un calcio brutto. Lento, orizzontale. Per svariate partite non si è tirato in porta. Si partiva battuti, non si è mai sfruttato il potenziale offensivo dei vari Sau, Ibarbo e Pinilla. 
I "grandi vecchi" dello spogliatoio sardo son sembrati vivere di rendita rispetto agli anni precedenti. Il 4-3-1-2 ben sfruttato da Ballardini, Allegri e Donadoni è scemato via via passando nelle mani di Ficcadenti, poi Lopez e ancora Pulga. Senza nerbo, si è giochicchiato, imboccando serie positive e serie negative di risultati, senza un preciso senso o merito. In balìa del vento e degli eventi. 
Il rischio Zeman si può correre. Il 4-3-1-2 stava morendo di morte naturale, spegnendosi man mano. Sempre peggio. Rischiando sempre di più la Serie B.
E se di morte naturale tristi e rassegnati si doveva morire, allora meglio un infarto quando si sta sorridendo, magari dato proprio dal modo di giocare del boemo.
Si giocherà per fare un gol, per fare una rete più degli avversari. Finalmente, perchè nell'ultimo biennio si entrava in campo e si aspettava. Non si sa bene cosa.
Vedremo giocatori che correranno (incredibile ripensando alle ultime gestioni), che verticalizzeranno, che attaccheranno all'arma bianca e che subiranno un bel po'. Se devi salvarti, tanto vale farlo con i fuochi d'artificio e risultati eclatanti, in bene e in male. Meglio degli sbadigli e della noia atroce, tristi compagni di viaggio degli ultimi campionati.
E ben vengano i giovani. Zeman potrà essere criticato e potrà stare antipatico, ma di certo gli si riconoscerà che non ha paura di lanciare ragazzi. Abbiamo visto Larrivey, Cabrera, Nenè, Oikonomou, Avelar, Eriksson, ThiagoRibeiro, Ibraimi. 
Peggio di così non sarà di certo. 
E tre squadre che ti arrivano dietro in questa povera Serie A si possono trovare, pure con Zeman e il suo integralismo.

lunedì 23 dicembre 2013

SERIE A 2014: TIRIAMO LE SOMME - SECONDA PUNTATA

Immagine tratta da hdtimes.it
Il derby della Madonnina ha chiuso ufficialmente il 2013 calcistico, con appena due partite per sancire il titolo di campione d'Inverno e il giro di boa ufficiale del campionato. Noi approfittiamo di questa sosta per fare un primo bilancio della situazione e dare i nostri voti alle squadre.
ATALANTA: Stagione fino a questo momento altalenante per i nerazzurri di Bergamo, in calo soprattutto nelle ultime partite. Denis è sempre il punto di riferimento, l'impressione è che qualche rinforzo sia più che necessario per gennaio. Voto 6.
BOLOGNA: Resta l'impressione di inizio anno, Diamanti è l'unica luce in una squadra con pochissima qualità e ancor meno idee. Pioli è in bilico, il nome di Baggio è sempre più insistente, ma la vera svolta deve arrivare anche dal mercato. Voto 5.
CAGLIARI: Dopo le peregrinazioni di inizio anno, il ritorno sofferto al Sant'Elia ha portato qualche punto e un po' di morale in più. Il gioco è un po' alterno, il mercato rischia di portar via qualche pezzo pregiato, la forza in più può venire da un vivaio sempre produttivo. Voto 6,5.
CATANIA: La vera delusione di inizio campionato. Delle due ottime annate precedenti non è rimasto quasi nulla, il cambio Maran-De Canio non ha portato miglioramenti, mancano geometria a centrocampo e solidità in difesa. Urgono rinforzi per ribaltare la difficile situazione. Voto 4,5.
CHIEVOVERONA: Il ritorno di Corini ha dato un po' di respiro dopo la deludente gestione Sannino, ma la strada verso la salvezza è lunghissima. Attacco arido, solo quello del Catania segna meno, e centrocampo poco solido, tutte cose su cui lavorare a gennaio. Voto 5.
FIORENTINA: L'acquisto di Gomez non ha avuto impatto, ma Giuseppe Rossi ci ha messo poco a diventare il nuovo idolo della Fiesole. Gioco e qualità non mancano, la corsa a quella Champions sfuggita lo scorso anno stavolta potrebbe concretizzarsi. Voto 7.
GENOA: Il ritorno di Gasperini ha rivitalizzato la squadra, portando punti e un po' di gioco al gruppo, oltre ad un'importante risalita in classifica. Con degli adeguamenti in rosa a gennaio la salvezza può essere meno sofferta delle ultime stagioni. Voto 6.
INTER: Il derby vinto ha rilanciato il gruppo di Mazzarri, un po' in calo nelle ultime uscite. Difesa da perfezionare visti i troppi gol subiti di recente, Thoir porterà soldi e idee per crescere, in attesa di Milito la vera arma in più in attacco è Palacio. Basterà per agguantare la Champions? Voto 6,5.
JUVENTUS: Capolista non per caso, i numeri parlano per lei. 15 vittorie su 17 partite, dalla sconfitta a Firenze nove successi di fila e un solo gol subito. Tevez-Llorente è una coppia d'attacco micidiale, che innestata in un gruppo solido e rodato può guidare i bianconeri al terzo scudetto di fila. Voto 8.
LAZIO: Se si guarda la sua classifica dello scorso anno non si può che rimanere delusi. L'effetto Petkovic sembra essersi esaurito, il gioco latita, Hernanes sembra un fantasma e Klose da solo non può bastare. Urgono rinforzi e immediati cambi di rotta, anche al timone se necessario. Voto 5.
LIVORNO: Dopo un buon inizio, i toscani stanno vivendo un periodo di calo preoccupante, che li ha riportati pericolosamente in zona retrocessione. La rosa va migliorata soprattutto in difesa e nel gioco, perché Paulinho e Siligardi non possono bastare per la salvezza. Voto 5,5.
MILAN: Il derby perso è la ciliegina sulla torta amara di questo inizio stagione. Gioco deficitario, difesa troppo leggera e centrocampo senza qualità che non supporta bene l'attacco. Rami e Honda daranno una mano in questi settori, ma per ripetere il miracolo dello scorso anno servirà molto di più. Voto 5,5.
NAPOLI: Per la rosa e il gioco espresso è ancora una pretendente allo scudetto, ma deve migliorare contro le piccole e magari adattare di più il modulo alle esigenze delle partite. Per gennaio sono annunciati rinforzi in difesa e a centrocampo, basteranno per cercare la rimonta-scudetto? Voto 7.
PARMA: Avvio stentato e lenta ripresa per i ragazzi di Donadoni, con un ottimo Parolo e un Cassano in forma per centrare finalmente un Mondiale. Il potenziale per salvarsi subito c'è, bisogna dare continuità al gioco e ritrovare i veri Amauri e Biabiany. Voto 6,5.
ROMA: Dopo i pareggi sono tornate le vittorie pesanti, il ritorno di Totti e Destro può aiutare una squadra che continua a far bene e resta l'unica imbattuta del campionato. A gennaio si aprirà con la sfida alla Juve a Torino, un risultato positivo riaprirebbe tutto in chiave scudetto. Voto 7,5.
SAMPDORIA: La cura Mihajlovic sta funzionando, sono tornate grinta e voglia di lottare, anche se si ha ancora l'impressione che manchi un vero bomber in squadra. Natale potrebbe portare una punta in regalo sotto l'albero, e magari qualche rinforzo di qualità a centrocampo. Voto 5,5.
SASSUOLO: L'inizio disastroso sembra un ricordo lontano, ma la strada per la salvezza è ancora molto lunga per la squadra emiliana. La fase difensiva va ancora registrata, contro le grandi si soffre sempre tanto, ma con le vittorie negli scontri diretti si può centrare l'obiettivo. Voto 6.
TORINO: La vera sorpresa del torneo insieme al Verona. I granata giocano bene e rendono soprattutto in casa, dopo Cerci anche Immobile sta esplodendo e convincendo sempre di più. Il gruppo c'è, e sembra lecito puntare a qualcosa di più della semplice salvezza. Voto 6,5.
UDINESE: L'impressione è che rispetto agli anni passati manchi qualcosa, e che il miracolo Europa questa volta non si possa ripetere. Di Natale non è eterno, la rosa sembra inferiore a quelle precedenti, sembra più realistico puntare alla salvezza che ad altro. Voto 5,5.
VERONA: Essere al sesto posto da neopromossa è un risultato strepitoso. Mandorlini sta rivitalizzando Toni e ha scoperto giocatori interessanti come Iturbe e Jorginho. Forse calerà nell'anno nuovo, ma finora è la rivelazione di questo campionato. Voto 7.

martedì 8 ottobre 2013

SERIE A 2014: TIRIAMO LE SOMME - PRIMA PUNTATA

Immagine tratta da juventiknows.com
Con la pausa dovuta agli impegni delle Nazionali ci concediamo di dare un primo voto alle squadre di questa serie A 2013-14. E' vero, siamo a mala pena al secondo mese di questa stagione, ma si può già dare qualche giudizio per quanto visto finora.
ATALANTA: Malino all'inizio, in risalita nelle ultime partite. Squadra praticamente identica allo scorso anno, se anche i suoi leader (Denis, Cigarini, Bonaventura) si confermano la salvezza è più che alla portata. Voto 6,5.
BOLOGNA: Il genio di Diamanti e la barba del nuovo idolo del web Moscardelli non sembrano sufficienti a questa squadra, colabrodo in difesa e alla disperata ricerca di un vero bomber. Gilardino aveva lasciato il segno lo scorso anno, Bianchi lo sta facendo molto di meno. Voto 4,5.
CAGLIARI: Meriterebbe 10 di stima per quello che sta passando da un anno e mezzo per la querelle sullo stadio, in campo la squadra è un po' altalenante (una sola vittoria alla prima di campionato) ma ha i margini per migliorare. Voto 6.
CATANIA: Ripetersi per tre anni di fila avrebbe del miracoloso, gli addii di Lodi e Gomez hanno inciso in questo avvio poco convincente, anche se le ultime partite fanno vedere una reazione. Voto 5,5.
CHIEVOVERONA: Il successo contro l'Udinese è l'unico lampo di un inizio di stagione pessimo, con un attacco stitico e una difesa poco attenta, due cose assolutamente inconciliabili per una squadra sempre votata alla solidità e alla concretezza. Voto 4,5.
FIORENTINA: Discreto inizio per i viola, colpiti dagli infortuni nel reparto offensivo e in cerca del salto di qualità dopo la Champions sfiorata, con il rientro di Gomez e un Rossi così le premesse per fare bene ci sono tutte. Voto 6,5.
GENOA: L'avventura di Liverani è durata poco e ha portato solo alla gioia del derby vinto, il ritorno di Gasperini è una scommessa ma la squadra deve ancora ritrovarsi dopo l'ennesima rivoluzione estiva, e prepararsi ad un'altra stagione di passione. Voto 5.
INTER: La batosta appena subita contro la Roma non cancella i netti progressi rispetto allo scorso anno, Mazzarri sta rigenerando giocatori come Jonathan e Alvarez e l'assenza dalle Coppe può far bene a questa squadra in cerca di riscatto. Voto 7.
JUVENTUS: Confermarsi in vetta non è mai facile, in casa bianconera qualche partenza non è stata ben gradita e la grinta dei due anni passati a volte sembra mancare, ma la voglia di vincere è intatta, e Tevez e Pogba possono essere i valori aggiunti per il tris. Voto 7,5.
LAZIO: Un anno fa Petkovic era la sorpresa, ora la squadra sembra decisamente più in difficoltà, con Klose ancora a secco e il peso di un derby perso sulle spalle, forse il mercato non ha portato i rinforzi che ci si aspettava. Voto 5,5.
LIVORNO: Per essere una neopromossa non se la passa male, squadra solida che non gioca male e porta a casa punti pesanti, magari subisce troppo contro le grandi ma se vince le partite giuste salvarsi non è un'utopia. Voto 6.
MILAN: Va bene i tanti infortuni, ma il gioco non può dipendere solo dalla vena di Balotelli e da qualche episodio, squadra con limiti evidenti in difesa e anche a centrocampo, si spera nella sosta per recuperare idee e uomini. Voto 5.
NAPOLI: Via Cavani, dentro Mertens, Albiol, Reina, Callejon e soprattutto Higuain, un affare che può garantire il definitivo salto di qualità, Benitez punta sulla serenità e sulle idee per vincere, l'Europa può essere croce e delizia, staremo a vedere. Voto 7,5.
PARMA: Inizio poco positivo, poi la netta ripresa nelle ultime giornate anche se i margini per migliorare ancora ci sono, Cassano in provincia si è spesso esaltato e di certo farà di tutto per conquistarsi il suo primo Mondiale. Voto 6.
ROMA: Dopo due anni di passione, Garcia sembra aver cambiato finalmente qualcosa nella Capitale, Totti sembra tornato un ragazzino, i nuovi acquisti funzionano e la squadra gioca bene e diverte, in più dopo 7 vittorie su 7 sognare è più che lecito. Voto 8.
SAMPDORIA: Il progetto di Rossi sembra già arrivato al capolinea, squadra con poche idee ed evidenti limiti nella costruzione del gioco, con un centrocampo senza fantasia e un attacco che ancora rimpiange il pupillo Icardi. Voto 4,5.
SASSUOLO: Dopo le goleade subite nelle prime partite c'è stato qualche passo avanti, il duo di giovani punte Zaza-Berardi è promettente, ma la difesa e il centrocampo devono migliorare parecchio per sperare in una salvezza. Voto 5.
TORINO: Buon inizio per la squadra di Ventura, che però ancora rimpiange le due vittorie sfumate negli ultimi secondi di partita, Cerci si sta confermando il faro della squadra, Ogbonna e Bianchi sono un ricordo, le premesse per far bene ci sono tutte. Voto 6,5.
UDINESE: Partenza così così per i friulani, che finora mettono fieno in cascina in casa e vanno in bianco in trasferta, Di Natale è l'eterna luce la davanti, Muriel e gli altri giovani le speranze per continuare questo incredibile progetto vincente. Voto 6.
VERONA: Se la parte di città clivense piange, quella di sponda Hellas gongola per l'incredibile inizio di stagione, belle prestazioni e punti importanti portati a casa, Toni e Iturbe sono il mix di esperienza e novità che ben rappresentano questa squadra. Voto 7.

venerdì 9 agosto 2013

MURRU NO

Immagine tratta da tuttomercatoweb.com e modificata su befunky.com
Gigi Di Biagio, il nuovo mister della Nazionale Under 21, nel suo primo elenco di convocati ha incluso 8 novità, i difensori DiLorenzo (Reggina), Piccini (Livorno), i centrocampisti Battocchio (Watford), Benassi (Livorno) e Fossati (Bari), le punte Belotti (AlbinoLeffe), Comi (Novara) e Improta (Chievo). 
Colpisce che nell'elenco dei 24 convocati, non ci sia il cagliaritano Nicola Murru.
Cagliaritano doc, nato il 16 dicembre 1994, Murru ha collezionato sinora 15 apparizioni in Serie A e 2 in Coppa Italia, la maggior parte delle quali dal primo minuto.
Impiegato come terzino di fascia sinistra, ma capace di giocare anche sull'out opposto, il giovane ragazzo della Primavera rossoblù è stato una delle liete sorprese della travagliata annata senza stadio del Cagliari.
Molto attento in fase difensiva, e capace di buona spinta offensiva, grazie a gamba e fisico prestante, Murru ha sfilato la maglia da titolare per il finale di stagione al buon Danilo Avelar, che pure non aveva sfigurato. E in questa stagione è sulla rampa di lancio già dalle prime amichevoli, per giocare titolare.
Ma secondo i selezionatori azzurri questo non basta per affacciarsi all'Under 21. I convocati come terzini sono Biraghi del Cittadella, DiLorenzo della Reggina, Piccini del Livorno, Sabelli del Bari. Biraghi è un terzino sinistro classe 1992, in prestito al Cittadella dall'Inter, molto reclamizzato per i suoi trascorsi nella primavera nerazzurra, che ha all'attivo 0 presenze in A e 44 in Serie B tra JuveStabia e Cittadella. DiLorenzo è un terzino destro toscano, classe 1993, reduce da una stagione a Cuneo in Serie C1 e 2 presenze in B con la Reggina, suo club di appartenenza. Piccini è un terzino mancino classe 1992, appartenente alla Fiorentina (1 presenza in A), girato un anno in C1 alla Carrarese e lo scorso anno allo Spezia per 26 presenze in Serie B, anch'egli gode di buona pubblicità per i trascorsi viola. Infine Sabelli del Bari è un terzino destro del 1993 della Roma, in prestito in B al Bari dove ha collezionato 29 presenze la scorsa stagione. 
Come si nota, nessuno di questi ha uno score migliore del sardo Murru, sinora mai convocato in Under21, nonostante sia nel gruppo dei titolari di una squadra di Serie A.
L'incomprensibile discorso si allarga anche all'Under 20 di Evani, dove il nostro è ugualmente mai stato chiamato, e che alla voce difensori presenta Zampano (JuveStabia), Nava (Novara), Nicolao (V.Lanciano), Liviero (Carpi), Rugani (Empoli), Barba e Biraschi (Grosseto), Prestia (Crotone), Speranza (Pisa). Insomma una manica di carneadi con nessuna presenza nella massima serie, i più famosi sono Rugani e Prestia, con trascorsi unicamente in Serie B.
Non si capisce l'ostracismo verso il giovane prodotto del vivaio del Cagliari, anche perchè di '94 che giocano con una certa continuità nella massima serie ce ne son davvero pochi.

martedì 15 maggio 2012

CONTROPAGELLONE DELLA SERIE A 2012

Immagine tratta da ctsnotizie.it
Tiriamo le somme per le 20 squadre della Serie A del 2011/12:
JUVENTUS: 10-Perfetti, mai sconfitti, un gioco coinvolgente e a mille all' ora. Di più, niente. Il bello:PIRLO(10). Il brutto:ELIA e KRASIC (4).
MILAN: 6,5- Potevano vincere, ma un' ecatombe di infortuni li ha fermati. Giusto confermare Allegri. Il bello:IBRAHIMOVIC (8,5). Il brutto:PATO (4,5).
UDINESE: 10- Inizia la stagione in anticipo a causa del preliminare di Champions e in Champions riesce a tornare con un finale sprint. E senza 3 titolari dell' anno passato. Il bello:DI NATALE (8,5). Il brutto:FLORO FLORES (4,5).
LAZIO: 8- A causa dell' emergenza infortuni non riesce a portare a casa un terzo posto che manteneva da mesi. Ma per tre quarti di stagione è stata sorprendente per continuità. Il bello:KLOSE (8). Il brutto:HERNANES (5).
NAPOLI: 7- Voto bassino considerando solo il campionato, a causa della sconfitta di Bologna. Ma in Champions ha fatto vedere cose straordinarie. Il bello:LAVEZZI (8). Il brutto:CAMPAGNARO (5).
INTER: 4,5- Sconvolta e sconfortata dall' anzianità dei giocatori, dalla girandola dei mister e da errori difensivi incredibili, ottiene un giustissimo sesto posto. Deludentissimo. Il bello: MILITO (8). Il brutto: LUCIO, PAZZINI, FORLAN (4).
ROMA: 5- L' impronta di gioco c'era, ma errori difensivi e scivoloni clamorosi l' hanno resa l' incompiuta numero uno di questa stagione. Colpe da dividere tra molti in società e in campo. Il bello: BORINI (7). Il brutto: KJAER (4,5).
PARMA: 7,5- Conclude in grandissima ascesa una stagione iniziata in maniera molto balbettante. Quasi in zona Europa. Incredibile qualche mese fa. Il bello:GIOVINCO (8,5). Il brutto:PALLADINO,PELLE',FLOCCARI (5).
BOLOGNA: 7,5- Ottimo per continuità dall' avvento di Pioli. Gioco non appariscente ma efficace, con due fantasisti da grande squadra. Il bello:DIAMANTI (8,5). Il brutto:ACQUAFRESCA (5).
CHIEVO: 7- Come il Bologna: continuo ed efficace, si salva in largo anticipo pure senza un vero bomber. Il bello:ACERBI, BRADLEY (7). Il brutto: PELLISSIER,PALOSCHI (5,5).
CATANIA 7- Per mesi la sorpresa del campionato, molla nelle ultime dieci partite, peccato. Organizzazione di gioco super. Il bello: LEGROTTAGLIE, LODI, BARRIENTOS, GOMEZ (7,5). Il brutto: SUAZO (sv).
ATALANTA: 7,5- Non era assolutamente facile partire da -6, dare un' impronta di gioco così buona alla squadra e salvarsi con tranquillità già ad aprile. Il bello:DENIS (8). Il brutto:BRIGHI (sv).
FIORENTINA: 4,5- Alla fine 46 punti per la disastratissima banda viola sono pure troppi. Confusione continua tra campo, panchina e scrivania. Le è andata benissimo. Il bello: JOVETIC (7,5). Il brutto:GILARDINO, AMAURI, LJAJIC (4).
SIENA: 7- Si salva con largo anticipo, con gioco convincente e ottima gestione del gruppo da parte di Sannino. Il bello:CALAIO', DESTRO (7,5). Il brutto:D'AGOSTINO, MANNINI (5).
CAGLIARI: 6= -Squadra senza gioco e un pò morta. La questione stadio, la penuria di gol. Forse il nucleo storico ha già dato tutto. Il bello:PINILLA (8). Il brutto:EL KABIR, T.RIBEIRO (4,5).
PALERMO: 5- Mai a rischio retrocessione, però una squadra che è andata in lento spegnimento, dopo le scintille iniziali. Urge una rifondazione. Il bello:MICCOLI (8). Il brutto:ILICIC, HERNANDEZ (4).
GENOA: 4- Rossoblù senza nerbo, gioco e convinzione. Si salvano per miracolo, più per demeriti leccesi sul finale che per meriti propri. Il bello:PALACIO (8). Il brutto:ZE EDUARDO, PRATTO (4).
LECCE: 6= -Rimontona spentasi proprio sul più bello nelle ultime 4 giornate, in cui quasi non ha mai tirato in porta. Peccato. Il bello:MURIEL,DI MICHELE (6,5). Il brutto:CORVIA, BOJINOV, PIATTI (4).
NOVARA: 6- Gli azzurri piemontesi danno tutto e anche oltre. Ma mancava la qualità dall' inizio. In estate ha rifiutato Muriel e Kozak. L' ha pagato. Il bello:RIGONI (8,5). Il brutto:MORIMOTO,MEGGIORINI,GRANOCHE (4,5).
CESENA: 4- Mai un accenno vero di rimonta. Qualitativamente superiore a 5-6 squadre, ma niente grinta e concentrazione. Mutu ne è il simbolo. Il bello:SANTANA (6,5). Il brutto: MUTU, IAQUINTA, VON BERGEN (5).

lunedì 14 maggio 2012

PAGELLARIO DI FINE ANNO

Immagine tratta da oleole.it

ATALANTA: Partita con una penalizzazione di 6 punti, ha reagito alla grande sul campo, con un ottimo sistema di gioco e un'organizzazione invidiabile. Pochi acquisti, ma tutti mirati e indovinati, in particolare Denis, rilanciato come attaccante dopo stagioni opache, e la dimostrazione di aver ripudiato Doni anche calcisticamente. Davvero un'ottima risposta. Voto 7.
BOLOGNA: Male all'inizio con Bisoli, si è rilanciato con Pioli, che ha dato un nuovo vigore al gruppo e ha fatto esplodere definitivamente Diamanti e Ramirez, mai così efficaci e decisivi come quest'anno. Ora si apre il post-Di Vaio, ma con questa mentalità la squadra riuscirà a fare a meno del suo bomber. Voto 6,5.
CAGLIARI: Stagione altalenante, senza particolari luci, ma con l'ennesima salvezza conquistata sul campo. Indebolito in attacco rispetto al passato, ha rimediato con Pinilla a gennaio e ha scoperto un ottimo Ibarbo. Adesso bisogna risolvere una volta per tutte la questione dello stadio, e prepararsi a rimpiazzare le cessioni importanti dell'estate. Voto 6.
CATANIA: La vera rivelazione di questa stagione, su cui neanche i più ottimisti avrebbero scommesso. Montella ha dato un gioco vivace e offensivo, ha trovato la posizione giusta a Lodi, e ha saputo rinunciare al bomber Maxi Lopez per seguire il suo credo calcistico. Annata da incorniciare, anche se probabilmente molti dei protagonisti, dal mister a Lo Monaco, se ne andranno presto. Voto 7,5.
CESENA: Mutu in estate, Iaquinta e Santana a gennaio. Sulla carta, la squadra era più forte dello scorso anno, in campo ha deluso profondamente, retrocedendo presto e non mostrando mai grande convinzione in una possibile rimonta. Tutto da rifare, sperando in una pronta risalita. Voto 4,5.
CHIEVO: Solita squadra rocciosa e difficile da battere, che senza grandi nomi arriva alla salvezza con incredibile facilità. Di Carlo è stato bravo a curare la fase difensiva, a lanciare giocatori giovani come Bradley e Acerbi, e a trovare la giusta posizione a Thereau in attacco. Bella realtà. Voto 6,5.
FIORENTINA: Società nel caos, squadra spenta e senza più motivazioni. Il progetto giovani è sparito, Montolivo e Corvino hanno già le valigie in mano, la gestione tecnica non ha più né capo né coda, e l'episodio Rossi-Ljajic è stata l'amara ciliegina sulla torta. Il ritorno di Jovetic non basta, c'è molto lavoro da fare per riportare i viola nelle zone alte della classifica. Voto 4,5.
GENOA: La delusione più grande di tutte. L'ennesima rivoluzione estiva, proseguita a gennaio, ha tolto alla squadra ogni idea di gioco e di unione, e solo il caso ha salvato i rossoblu dall'emulare e raggiungere i cugini doriani in B. Davvero, tutto da rifare, magari con un po' di serietà, possibilmente senza ripetere scene come quelle con gli ultrà. Voto 4.
INTER: La fine del ciclo è arrivata, rumorosa e inesorabile. Le partenze di Eto'o e Thiago Motta, i tre cambi in panchina, il brutto gioco espresso sono il segno evidente che la squadra del triplete si è spenta, e va risistemata in estate. Stramaccioni può dare continuità al progetto giovane, ma bisogna vedere se la società gli darà fiducia. Note positive, il doppio successo nel derby e un Milito tornato grande. Voto 5,5.
JUVENTUS: La regina è lei, non ci sono dubbi. Al di là delle polemiche e dei battibecchi, Conte ha dato forma e anima a un gruppo affamato di rivincita, ha rilanciato Pirlo e Barzagli e ha saputo adattare modulo e uomini alle sue esigenze. Meritatamente campione, senza perdere nemmeno una partita, è tornata tra le grandi. Ora dovrà confermarsi, purtroppo senza il suo storico capitano Del Piero. Voto 8.
LAZIO: Agli acquisti di Klose e Lulic hanno fatto da contraltare gli infortuni, che hanno falcidiato il gruppo e hanno certamente influito sulla corsa al terzo posto. La squadra di Reja migliora di una posizione, ma come l'anno scorso chiude la stagione con l'amaro in bocca. Con meno sfortuna e una preparazione atletica più mirata e attenta, si può arrivare ancora più in alto. Voto 6,5.
LECCE: Con Di Francesco ha giocato molto e raccolto poco, con Cosmi ha mostrato più grinta e ha sfiorato una rimonta storica. Sono mancate le gambe nel finale di stagione, e forse alla lunga la scarsa qualità del gruppo ha contribuito in negativo alla retrocessione. Nota positiva, l'esplosione e la maturazione di due giovani interessanti come Cuadrado e Muriel. Voto 5,5.
MILAN: Per alcuni un fallimento, ma visti i tanti infortuni e il calendario fitto la squadra di Allegri ha avuto un gran merito a tener vivo il campionato fino all'ultimo, e con quel gol di Muntari convalidato...Ora bisogna ringiovanire e rinforzare la rosa, comprare un buon terzino sinistro e centrocampisti di qualità, ma con l'Ibra di quest'anno e meno infortuni si può tornare a vincere subito. Voto 7.
NAPOLI: Includendo Champions e Coppa Italia, la stagione sarebbe da 7,5. Conferma ad alti livelli, con Cavani ancora super, ma troppi punti persi con le piccole e passi indietro in campionato, che hanno escluso gli azzurri dall'Europa che conta. La difesa è stata il tallone d'Achille, e la partenza di Lavezzi potrebbe essere una perdita durissima per la squadra e le sue ambizioni future. Voto 6,5.
NOVARA: Gruppo volenteroso ma poco concreto, ha dimostrato presto di non essere all'altezza della Serie A. L'orgoglio dei piemontesi è stato ammirevole, ma quando sei costretto a ricorrere alla difesa a 5...Positiva la stagione di Rigoni, e i 6 punti fatti contro l'Inter sicuramente rimarranno negli almanacchi. Voto 5.
PALERMO: Doveva essere la squadra di Mutti, è diventata quella del giovane Mangia prima e dell'esperto Mutti poi. Stagione troppo altalenante, con grandi risultati in casa e pesanti sconfitte in trasferta, le cessioni importanti hanno pesato. In estate ci sarà bisogno di lavorare molto, soprattutto per tenere Miccoli. Voto 5,5.
PARMA: Inizio così così, poi il cambio di passo e il grande finale di stagione con l'arrivo di Donadoni. Squadra solida e bella da vedere, che si è affidata alla classe di un Giovinco mai così decisivo e ha chiuso il campionato in crescendo. La base è buona, con i giusti investimenti può restare in alto. Voto 7.
ROMA: Stagione difficile da interpretare, ma che presenta sicuramente dei lati positivi su cui lavorare per il futuro. Carente in difesa, troppo discontinua e disordinata se Totti e De Rossi mancano, ha un gruppo giovane e talentuoso, e con i giusti innesti può migliorare molto in futuro. Luis Enrique è durato un solo anno in panchina, vedremo se il suo successore farà meglio. Voto 6.
SIENA: Senza grandi nomi, ha stupito con la coesione del gruppo e l'efficiente sistema di gioco. L'esordiente Sannino ha avuto coraggio e sfrontatezza, ha dimostrato che sa come si allena e ha lanciato un giovane interessante come Destro. Ora attenzione al mercato estivo, e soprattutto alla Giustizia Sportiva, che con le sue sentenze potrebbe riscrivere la classifica. Voto 6,5.
UDINESE: Ha perso Sanchez, Inler e Zapata in estate, ha faticato un po' a sostituirli, ma alla fine è tornata ancora in Champions, aggrappandosi al suo totem Di Natale e mostrando per molti mesi un ottimo gioco. Società attenta, allenatore affidabile e gruppo affiatato, i bianconeri hanno tutto per rimanere tra le grandi. Vedremo come andrà con il sorteggio, e se ci saranno altre cessioni illustri. Voto 7.

giovedì 12 aprile 2012

TUTTI IN B



Ecco perchè, tutte le squadre dal 13esimo posto in poi, meriterebbero di retrocedere:
20°CESENA 21: Beh, il Cesena va in Serie B perchè il progetto estivo di una squadra tutta tecnica e grandi giocate, è miseramente naufragato. Mister Giampaolo voleva un piccolo Barca, e ha creato una barchetta che ha fatto acqua da tutte le parti, e le toppe invernali Santana e Iaquinta sono state invisibili, così come i 3 allenatori che si sono succeduti al suo timone.
19°NOVARA 25: Il Novara merita di scendere per k.o. tecnico. La squadra ha corsa e grinta, ma la tecnica della Serie A proprio no. E difendere a 5 non nasconde enormi pecche strutturali.
18°LECCE 34: Il Lecce retrocede perchè ha buttato troppe partite all' ultimo minuto, e la grinta che ha mostrato nella gestione Cosmi, non l' ha mostrata con continuità. Muriel per mezza stagione è stato un giocatore in attesa di sbocciare, così come Cuadrado, e Di Michele troppo ai box per infortunio.
17°GENOA 36: il Genoa ha fatto la fine della Sampdoria perchè nonostante una rosa da metà classifica, non ha un gioco, è una squadra timorosa e poco propositiva. I mister Malesani e Marino han portato più confusione che idee, e Preziosi non smette di cambiar giocatori come figurine.
16°BOLOGNA 37 (1p. in meno): il Bologna è andato in B perchè ha fatto troppi pochi punti all' inizio del campionato nella gestione Bisoli, ed è andato in crisi di complimenti a fine stagione con Pioli. L' attacco è stato troppo Di Vaio-dipendente e Ramirez s'è spento man mano. 
15°FIORENTINA 37: la Fiorentina è scesa clamorosamente in Serie B e ha rimediato una magrissima figura in questa stagione. Un' organizzazione di gioco nulla, sia con Mihajlovic che con Rossi, personalità imbarazzante, grinta mai uscita fuori in una stagione assolutamente discontinua. Con la paura della retrocessione poi, la squadra non ha saputo più vincere in casa.
14°PARMA 38: la squadra emiliana non ha convinto nè col 442 di Colomba che con il 352 di Donadoni, non è mai riuscita a coprire bene il campo, e in attacco è stata troppo dipendente dalle lune e i gol di Giovinco. Anche lei è andata in affanno con la classifica che è si è accorciata sempre più, e si è trovata terzultima proprio quando si credeva salva.
13°CAGLIARI 38 (1p. in meno): il sodalizio rossoblù ha pagato con la Serie B nell' ordine: la scelleratezza dei 4 cambi di allenatore stagionali, la mancanza di punte da Serie A per il girone di andata, l' esser troppo Pinilla-dipendente nel girone di ritorno, ed aver giocato le ultime partite della stagione tutte in trasferta per la querelle stadio. Basta?


Scommessopoli permettendo...che poi finisce che retrocedono tutte per davvero!

mercoledì 4 aprile 2012

COM'E' TRI(e)STE CAGLIARI...



E' di queste ultime ore la notizia della guerra mossa dal comune di Cagliari, e in particolare dal suo primo cittadino Massimo Zedda, al presidentissimo del Cagliari Massimo Cellino.
Ricapitoliamo i fatti, per avere una visione più chiara della situazione.
L' impianto Sant' Elia è stato approntato nell' estate del 1970, a seguito dell' unica vittoria dello Scudetto da parte di Gigi Riva e soci, e costò al comune di Cagliari 1,9 miliardi delle vecchie lire, un quarto dei quali coperti dal Credito Sportivo rilasciato dal CONI.
Poteva contenere circa 60 mila posti a sedere e 70 mila contando anche quelli in piedi.
A meno di vent'anni dalla sua costruzione, fu ristrutturato per Italia '90. I lavori durarono 2 anni, costarono molto più del preventivato, circa 24 miliardi di lire, e subì il ridimensionamento della sua capienza iniziale ad un terzo, arrivando a contenere circa 40 mila spettatori.
I problemi gravi iniziano nel 2002, con il Cagliari in Serie B, con il niet della Lega Calcio all' agibilità a causa di crolli possibili nei settori dei distinti e delle curve.
La società, con il consenso del Comune che strinse un patto di 11 anni con Cellino, investì a tempo di record 3 milioni di euro per la costruzione di tribune posticce in tubi Innocenti, che tuttora sono a ridosso delle porte dello stadio, al fine di mettere in sicurezza le curve e avvicinare il pubblico al campo, diminuendo la distanza dovuta al campo d' atletica.
In quel periodo i rossoblù migrarono a Tempio Pausania per alcune partite.
La capienza si ridusse ulteriormente a 23mila posti, e il presidente del Cagliari iniziò a cullare il sogno di costruire uno stadio di proprietà.
E' datato addirittura 2007 il primo progetto dello stadio, 25mila posti a sedere, pannelli solari, spazi esterni per jogging, beach tennis e volley, ristoranti, negozi e museo della squadra.
I lavori dovevano iniziare nel 2009 e terminare nell' agosto 2010, interamente a carico della società. E qui parte il braccio di ferro con il Comune del capoluogo sardo, che non trova un' area da destinare alla nuova casa della squadra.
Dapprima Cellino strizzò l' occhio ad Assemini (dove si allena la squadra), poi Quartu Sant' Elena ed infine Elmas, alla ricerca di terreni edificabili.
Compra ad Elmas nel 2010 i terreni prescelti, ma il progetto approvato dal Comune, è bloccato dall' Enac, la società aeroportuale, poichè troppo vicino al piano espansionistico previsto dello scalo aeroportuale.
E nel 2012, notizia recente, arriva la dichiarazione di inagibilità della Lega Calcio, per colpa della fatiscenza della struttura, e il Cagliari è costretto a giocare in uno scenario surreale, con i settori dei Distinti e della Curva Sud chiusi. La capienza scende a 14mila, sotto il minimo richiesto dalla Lega di 20mila, per cui la società è costretta a chiedere una deroga, e successivamente, a traslocare a Trieste per le ultime gare di questa stagione, per evitare di incorrere in penalizzazioni.
Preso atto del trasloco, il sindaco di Cagliari, Zedda, decide di presentare in Lega la richiesta del pignoramento di 2,5 milioni di euro dai diritti televisivi spettanti al sodalizio rossoblù, come rimborso dei canoni d' affitto in arretrato che Cellino deve al Comune. Ribadendo che il presidente del Cagliari non potrà ricevere gratis l' area del Sant' Elia.
Intanto il Coni boccia lo stadio ad Elmas, indicando nel motivo principe di rifiuto, la non ottimale vista dalla tribuna principale e per le telecamere principali.
Cellino viene iscritto nel registro degli indagati per abuso d' ufficio e tentata estorsione per l' acquisto dei terreni dello stadio.
Insomma, quel che pare chiaro è che ognuno cerchi di tirar l' acqua al suo mulino: il Comune, cercando di impedire l' esodo fuori città della squadra, ma nel contempo ricavando qualcosa dalla cessione dei terreni atti alla costruzione, e il Cagliari, nel cercare testardamente la costruzione di questo nuovo stadio, esasperando al massimo la questione della fatiscenza del Sant' Elia.
Tirando le somme, non è altro che la riproposizione del classico tran-tran italiano in salsa sarda, dove le istituzioni sono indecise e sono nient'altro che colossi burocratici lenti ed ingombranti, e gli imprenditori recitano il ruolo dei classici furbetti che farebbero di tutto pur di andare incontro ai loro interessi e realizzare i loro progetti.