domenica 20 luglio 2014

LA CARTA ZEMAN

Immagine tratta da tiscali.it e modificata su befunky.com
E' l'anno giusto per calare la carta Zeman.
Vuoi per il nuovo corso targato Giulini, vuoi perchè il livello della Serie A sta clamorosamente calando, specie dalla decima posizione in giù. Lo scorso campionato è stato una pena, guardando al calcio giocato dalle cosiddette "pericolanti". E facciamo pure i nomi: Livorno, Bologna, Catania, Chievo, Cagliari. E' bastato poco per salvarsi, il Sassuolo ha giocato un po' bene dal ritorno di Di Francesco e tanto ha consentito di mantenere la categoria. 33 punti erano sufficienti per restare in A.
Il Cagliari si è salvato esprimendo un calcio brutto. Lento, orizzontale. Per svariate partite non si è tirato in porta. Si partiva battuti, non si è mai sfruttato il potenziale offensivo dei vari Sau, Ibarbo e Pinilla. 
I "grandi vecchi" dello spogliatoio sardo son sembrati vivere di rendita rispetto agli anni precedenti. Il 4-3-1-2 ben sfruttato da Ballardini, Allegri e Donadoni è scemato via via passando nelle mani di Ficcadenti, poi Lopez e ancora Pulga. Senza nerbo, si è giochicchiato, imboccando serie positive e serie negative di risultati, senza un preciso senso o merito. In balìa del vento e degli eventi. 
Il rischio Zeman si può correre. Il 4-3-1-2 stava morendo di morte naturale, spegnendosi man mano. Sempre peggio. Rischiando sempre di più la Serie B.
E se di morte naturale tristi e rassegnati si doveva morire, allora meglio un infarto quando si sta sorridendo, magari dato proprio dal modo di giocare del boemo.
Si giocherà per fare un gol, per fare una rete più degli avversari. Finalmente, perchè nell'ultimo biennio si entrava in campo e si aspettava. Non si sa bene cosa.
Vedremo giocatori che correranno (incredibile ripensando alle ultime gestioni), che verticalizzeranno, che attaccheranno all'arma bianca e che subiranno un bel po'. Se devi salvarti, tanto vale farlo con i fuochi d'artificio e risultati eclatanti, in bene e in male. Meglio degli sbadigli e della noia atroce, tristi compagni di viaggio degli ultimi campionati.
E ben vengano i giovani. Zeman potrà essere criticato e potrà stare antipatico, ma di certo gli si riconoscerà che non ha paura di lanciare ragazzi. Abbiamo visto Larrivey, Cabrera, Nenè, Oikonomou, Avelar, Eriksson, ThiagoRibeiro, Ibraimi. 
Peggio di così non sarà di certo. 
E tre squadre che ti arrivano dietro in questa povera Serie A si possono trovare, pure con Zeman e il suo integralismo.

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