lunedì 7 luglio 2014

MONDIARIO DIA 26

Immagine tratta da sportincondotta.it e modificata su befunky.com
Diario Mondiale. Giorno 26.
Focus sull'Argentina. Ora tutti sul carro dei ragazzi di Sabella, è diventata la favorita per la maggioranza dei commentatori di questo Mondiale.
Bisogna andare piano, mettere bene a fuoco di cosa stiamo parlando.
L'Albiceleste è ovviamente forte, ha Messi, ha Mascherano, ha Higuain, aveva Di Maria e Aguero. Ma c'è un ma, grande come una casa, scandito con una sequenza.
Bosnia, Iran, Nigeria, Svizzera e Belgio. Queste sono state le cinque squadre affrontate e battute per arrivare tra le prime quattro del mondo.
Cinque tra le squadre meno preparate, sia a livello tattico che a livello di esperienza, presenti a questo Mondiale. 
La Bosnia è stata una massa di solisti mandati a campo in un'anarchia assoluta, che dopo 3 minuti si è fatta autogol da sola.
L'Iran ha proposto la tattica "catenaccio-a-tutto-spiano" che ha resistito 91 minuti, sino alla magia di Messi.
La Nigeria se l'è giocata a viso aperto, mostrando tutti i limiti di indisciplina tattica del calcio africano, perdendo 3-2. 
La Svizzera, che ne aveva presi 5 dalla Francia, ha impattato 0-0 fino al minuto 118 e alla rete di Di Maria. Sfiorando più volte il colpaccio in contropiede.
Il Belgio, beh, Wilmots non è un genio. E i Diavoli Rossi sono mancati nell'approccio alla partita, nonostante i talentini, e non hanno fatto nulla più per demeriti propri, che per meriti argentini.
Tutto questo per dire che l'Argentina ha avuto avversari semplici, a differenza di tutte le altre rivali. L'Olanda ha incontrato Spagna e Cile nel girone e Messico negli ottavi, la Germania si è scontrata con la Francia nei quarti e Portogallo nel girone, il Brasile ha avuto Colombia nei quarti e Cile negli ottavi. Tutte squadre più forti di quelle incontrate dai Messi Boys.
Per questo l'Argentina deve ancora dimostrare tutto: la capacità di vincere contro avversari di livello, uno straccio di gioco senza affidarsi alle estemporanee invenzioni di Messi, di Di Maria, di Higuain, la capacità di difendere contro punte di grandezza mondiale, la sapienza tattica e di gestore di Sabella.
Senza Di Maria e Aguero, senza avere incontrato ancora Nazionali realmente forti e preparate, l'Argentina è tra le quattro, la squadra meno pronta che arriva alle semifinali.
Però ha Messi. Il giocatore più determinante visto in Brasile sinora, assieme a James Rodriguez e Robben. E come diciamo da inizio Mondiale, potrebbe bastare.

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