giovedì 10 luglio 2014

MONDIARIO DIA 29

Immagine tratta da rsi.ch e modificata su befunky.com
Diario Mondiale. Giorno 29.
Il bell'addormentato e la bella incompiuta. Leo Messi e l'Olanda. E' passata l'Argentina, domenica al Maracanà se la vedrà contro la corazzata tedesca, che al contrario della celebre Potemkin di fantozziana memoria (evocata spesso ieri per la "bellezza" della partita), è una squadra pazzesca.
Si diceva, il bell'addormentato Leo Messi. Niente, nada. Ieri ha dormito 120 minuti. Una punizione che di punitivo aveva nulla e un dribbling in tutta la semifinale. Poi non un sussulto, non una magia, niente. Una lunga attesa disattesa.
Dopo il poker di reti nel girone è sparito. Ha messo il cartello "loading" ("caricamento in corso") e si è assentato. C'è e fa paura, perchè è Messi. Ma non fa il Messi. Tra Svizzera, Belgio e Olanda il nulla. E fortunatamente la sua squadra è passata. Sta perdendo un'occasione enorme, forse l'occasione della carriera. Ha 27 anni, è reduce da stagioni incredibili con la casacca del Barcellona, sta giocando un Mondiale in Brasile ed è arrivato a giocarsi la finale al Maracanà contro i rivali storici della Germania. 
Quella Germania che fu la principale rivale di quell'ombra che si sta dimostrando inarrivabile per lui, quella di Diego. Perchè Diego di quell'Argentina che si giocò le finali 1986 e 1990 contro i tedeschi era il faro, il simbolo, il cuore, la grinta. Era Maradona contro la Germania. E Leo Messi forse ha più colpi di Diego, ma ha una mancanza di personalità lampante, non si carica la squadra sulle spalle nelle difficoltà. Maradona riusciva a far sentire importanti anche i giocatori meno dotati. Un Campione non si vede solo nella tecnica. Messi è un Capitano che non fa il Capitano. E non fa quello che le sue possibilità calcistiche potrebbero consentirgli. Gli manca il carattere. 
Ha fatto il leone con Bosnia, Iran e Nigeria, ma nel momento che conta, dagli ottavi in poi, non c'è stato. Mai. E l'Argentina ha fatto 2 gol in 3 partite, una miseria. 
Ma il calcio è strano. E gli presenterà forse l'ultima occasione per far ricordare il Mondiale 2014 come "Il Mondiale di Messi". La finale con la Germania, con i suoi corsi e ricorsi storici. Una finale che è già a senso unico, date le balbettanti esibizioni argentine che non meritavano proprio l'approdo alla gara decisiva.
L'Argentina è sfavorita. E Leo Messi è a un bivio. Scrollarsi di dosso l'ombra di Diego o restarne succube. Si sveglierà come d'incanto?
E poi c'è la bella incompiuta. L'Olanda. Mai vinto un Mondiale. Tre secondi posti (1974, 1978, 2010) e due semifinali perse (1998, 2014). Stavolta esce pure da imbattuta dopo 4 vittorie e 2 pareggi. Ieri è stata stanca, specie nel secondo tempo, quando doveva sferrare il colpo decisivo a un'Argentina rintanata in difesa a subire il possesso palla. Ma è innegabilmente una scuola di calcio, i Cruijff, i Neeskens, i Rep, gli Jongbloed (il primo portiere a giocarla di piede), i Van Basten, i Gullit, i Seedorf, gli Stam, i Robben, solo per citare i più noti prodotti della terra dei tulipani. E scuola di allenatori, su tutti Rinus Michels, ma anche Van Gaal e Hiddink, tutti maestri di tattica. Eh si, la bella incompiuta un Mondiale l'avrebbe meritato. Lo meriterebbe.

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