venerdì 19 dicembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL VENERDI' /16

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Cagliari-Juventus 1-3 (3'Tevez, 15'Vidal, 50'Llorente, 65'Rossettini).
Brutto segno uno Zeman che rinuncia al 4-3-3 per proporre il 4-4-2. Nell'ultima parentesi romana, quando provò il 3-5-2 in Coppa Italia contro la Fiorentina, da lì a poco fu esonerato.
Il Cagliari non è forte, e non ha il giusto atteggiamento mentale per affrontare la Juve con il suo (in teoria) arrembante 4-3-3 . E Zeman l'ha capito e ha schierato la squadra con 4 difensori centrali e 2 terzini, con il solo obiettivo di limitare gli avversari.
Mossa non andata a buon fine, il solito uno-due da knock out nel primo quarto d'ora consente alla Juventus di passeggiare bellamente a velocità di crociera.
Niente più di un allenamento è stata la morbida trasferta del Sant'Elia per gli uomini di Allegri. Cragno, duole dirlo, sta offrendo un rendimento non all'altezza della Serie A. Ieri ha avuto colpe evidenti su 2 dei 3 gol bianconeri. Non è un'eresia affermare che con un portiere decente il Cagliari avrebbe sicuramente qualche punto in più.
Nel secondo tempo tornando a schemi più conosciuti i rossoblu sono sembrati un pochino meglio: netta la differenza in numero di tocchi palla, di movimenti e di atteggiamento dei giovanissimi Donsah e Caio Rangel rispetto agli imbolsiti senatori.
Che metto sul banco degli imputati. Conti, Cossu, che giocano sempre, ma anche Dessena, Pisano e Murru: da loro sta mancando la svolta, non tanto per impegno e corsa, ma proprio come numero di tocchi palla, di movimenti e di atteggiamento.
Lo zoccolo duro non ha digerito la rivoluzione in termini di mentalità. E si gioca in maniera offensiva spingendosi avanti, ma con una mentalità impaurita, difensiva e provinciale. Insomma, il papocchio degli ultimi turni.
Sarà un caso che con Crisetig regista siano arrivati 8 punti in 5 partite (e le uniche due vittorie), mentre con Conti solo 4 pareggini e 11 sconfitte?
Dopo aver visto il Cagliari per 16 partite + 2 di Coppa, il miglior 4-3-3 da mettere in campo sarebbe: Colombi in porta, Balzano, Rossettini, Ceppitelli e Avelar in difesa, Donsah, Crisetig e Ekdal a centrocampo, Ibarbo, Sau e Caio Rangel in attacco. Con Cossu fuori, non perchè non corra o non ripieghi in difesa o non si impegni, ma semplicemente perchè è fuori ruolo, perchè non fa i tagli e i passaggi giusti per giocare in quel modo e perchè non sa tirare in porta. 
Ma una rivoluzione del genere vorrebbe dire mettere i senatori in panchina, tutti. Cosa che creerebbe una guerra interna. La scelta doveva essere fatta in estate, dando una squadra completamente nuova a Zeman, senza strascichi di mentalità o testimoni di stagioni precedenti in cui si vivacchiava di rendita. E invece si è optato per un minestrone per paura di rischiare troppo, e ci troviamo con questo ibrido zemaniano. Pieno di contraddizioni e senza coraggio. 
E chi pagherà? L'allenatore? La vecchia guardia? Ci si tufferà sul mercato, alimentando ancora il minestrone? Risolvere questa situazione sarà il primo duro banco di prova per Giulini e i suoi uomini. E bisogna sbrigarsi, perchè il 6 gennaio è già dietro l'angolo.

martedì 16 dicembre 2014

LA CRITICA DEL MARTEDI' /15

Immagine tratta da facebook.com
- E la Juve rallenta. Pareggio contro la Samp, preceduto da quello a Firenze, e prima ancora la sofferta vittoria nel recupero nel derby di Torino. E' crisi? No, semplicemente i bianconeri pagano le fatiche fisiche e mentali derivanti dalla qualificazione agli ottavi di Champions. Ed essendo ancora primi, a +1 e lo scontro diretto a favore, è un dazio pagato volentieri. La Roma espugna Genova e tiene la scia, in attesa di ritrovare quella freschezza di gioco che contraddistinse la stagione passata.
- Dietro le due contendenti c'è il vuoto. In termini di continuità di risultati e di gioco. Il terzo posto passa di mano a ogni giornata, chi inanella due o tre risultati buoni, poi va a impantanarsi. Ora è il turno del trio Lazio-Genoa-Samp a 26. Si aspettano l'un l'altra e nel gruppone son tornati su il Milan a 24, la Fiorentina a 23, e seppur alla lontana, anche l'Inter a 20.
- Sfatiamo il mito del bel gioco che molti critici attribuiscono a Sassuolo e Palermo. Hanno grossi risultati, perchè i 19 e i 21 punti delle due, sono veramente tanti a dicembre, ma non offrono un calcio propositivo. Il Sassuolo sfrutta il suo potenziale d'attacco con folate offensive da contropiede, e il Palermo ha costruito un'architettura difensiva basata sul consegnare palla a Vazquez e Dybala e vedere cosa succede. Per carità, Di Francesco e Iachini vanno ultra lodati, perchè stanno ottenendo il massimo dalla loro rosa, adattando gli schemi agli uomini, ma per il bel gioco propositivo è meglio guardare ad Empoli.
- Anche questa giornata conferma come le sei posizioni di coda siano assolutamente meritate. A 14 Atalanta e Torino sono le squadre che segnano meno, e hanno un gioco sonnecchiante, lontano parente di quello degli anni scorsi. A 13 c'è il Chievo che con Maran un po' si è rialzato, ma ha dei limiti tecnici evidenti, c'è difficoltà a fare 3 passaggi "puliti" tra compagni di squadra. A 12 il Cagliari di Zeman, che non segna da 3 partite e che quindi proprio di Zeman non è. Senza Ibarbo e Sau è una squadra piccola piccola, con giocatori non da Serie A. Lo spettacolo dello 0-0 di Parma-Cagliari è stato raccapricciante. A 8 il Cesena ha cambiato la panca, ma non la rotta. Qui il deficit maggiore è dato da una rosa globalmente scarsa, che neppure con Guardiola o Ancelotti si salverebbe. Triste, solitario y final il Parma dei 50 mln di debiti di Ghirardi (ma nessuno si è reso conto in tempo della "stranezza" delle 200 operazioni di mercato di due estati fa?), che domenica scorsa ha presentato in campo 11 fantasmi. Svogliati, impauriti, abbandonati al proprio destino. Che pare colare a picco. 

lunedì 15 dicembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL LUNEDI' /15

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Ecco gli undici del Cagliari scesi ieri in campo al Tardini per lo scialbo 0-0 tra terzultima e ultima: Triste in porta, Malinconico, Infelice, Scontento e Sconsolato in difesa, Scoraggiato, Angosciato e Mesto sulla mediana, Abbattuto, Depresso e Demoralizzato nel tridente offensivo.
Sì, perchè ieri è stato uno spettacolo veramente misero.
La squadra è a terra, l'umore è sfigopendulo tendente alla paura, a causa dell'adagiamento sul fondo della classifica. 
Il Parma era ai minimi termini, in una delle sue peggiori esibizioni da inizio stagione (e avendone perse 12 su 15, si rende bene l'idea della pochezza di ieri), totalmente innocuo quasi da infondere tenerezza, ma il Cagliari si è dimostrato ugualmente ben poca cosa.
La tecnica di base era latitante, una sconosciuta. Chiedere tre passaggi di fila era un'impresa, si sono tentate sortite offensive solitarie puntualmente stoppate, il centrocampo non è stato in grado di dare un suggerimento. I tentativi di gioco erano solo sugli esterni di difesa e d'attacco. 
Del gioco del mister manco l'ombra. Anzi si. In difesa, dove si è stati alti, aggressivi e puntuali nell'anticipare gli avversari. E questo è paradossale: l'attacco è stitico da 3 partite, 0 gol. In pratica senza Sau e Ibarbo l'attacco è nullo. Sia con Farias, che con Longo, o con Cossu o Joao Pedro o Caio Rangel. In 5 non fanno una punta seria.
A gennaio (che sembra lontanissimo con questo andamento lento di punti), se si vuole mettere mano al mercato serviranno: un portiere di categoria, uno o due terzini forti, almeno un centrocampista tecnicamente una spanna sopra i vari Dessena e Crisetig, e almeno due punte, nanerottole, rapide e col fiuto del gol. Non esterni sulla scia di Farias o Caio Rangel, ma punte, seconde punte, tipo Eder della Samp, tipo la nostra vecchia conoscenza Jeda, gente di questo genere.
Consoliamoci, almeno è sicuro che domenica prossima non perderemo. Ma solo perchè si giocherà di giovedì. Contro la Juve sarà una Caporetto annunciata. I bianconeri quando si sono trovati di fronte un Parma impaurito hanno infierito con 7 gol. E non si faranno intenerire dalla presenza di Zeman in panchina, anzi.

sabato 13 dicembre 2014

PRONOSTICANDO LA 15A

Immagine tratta da snai.it
PALERMO-SASSUOLO: sono 6 le gare di fila del Palermo senza sconfitte, e nelle ultime 4 in casa ha fatto 10 punti. Ma anche il Sassuolo non è da meno: non perde da 8 turni e da 4 trasferte. Ma le assenze di Vrsaljko, Peluso e Berardi potrebbero pesare e non poco per il risultato finale. 1 (2,00). OK: Dybala, Rigoni, Zaza, Taider. NO: Andelkovic, Longhi.
LAZIO-ATALANTA: gli uomini di Pioli sono tornati alla vittoria grazie alla trasferta a Parma, interrompendo la striscia negativa di 3 gare. Anche l'Atalanta ha spezzato contro il Cesena l'incantesimo negativo delle 6 partite senza i 3 punti, ed è reduce da tre 0-0 esterni consecutivi. 1 (1,60). OK: Lulic, Mauri, Gomez, Moralez. NO: Felipe Anderson, Carmona.
JUVENTUS-SAMPDORIA: la Juve in casa ha 6 vittorie su 6, la Samp ne ha persa solo una in stagione, al 90' contro l'Inter. Miha pensa al 4-3-1-2, per giocare in maniera speculare contro il nuovo modulo di Allegri. 1 (1,33). OK: Morata, Vidal, Eder, Romagnoli. NO: Ogbonna, Mesbah.
PARMA-CAGLIARI: il Parma è moribondo, il Cagliari malatissimo. Si incontrano le peggiori difese della Serie A, gli emiliani ne han perse 12 su 14, 6 su 7 in casa, i sardi cercano la vittoria da 6 giornate. Pesanti in casa rossoblù le assenze di Sau e Ibarbo. 1 (2,30). OK: Cassano, Palladino, Farias, Longo. NO: Mirante, Cragno.
UDINESE-VERONA: è tornata alla vittoria l'Udinese di Strama, in quel di San Siro, mentre il Verona piange ancora e non vede il bottino pieno da 8 turni. Sulle ali dell'entusiasmo i bianconeri vorranno aumentare lo score di 14 punti in 7 incontri casalinghi. 1 (1,95). OK: DiNatale, BrunoFernandes, Agostini, NicoLopez. NO: Guilherme, Rodrigues.
GENOA-ROMA: i ragazzi di Gasp sono pronti a un'altra prova maiuscola, dopo aver battuto il Milan ed essersi issati da soli terzi. E non perdono da 9 gare. La Roma dovrà gestire mentalmente l'uscita dalla Champions, e giocare una partita di gran livello, anche se ha spesso zoppicato nelle ultime trasferte. UNDER (1,78). OK: Bertolacci, Perotti, Ljajic, Gervinho. NO: Rincon, Keita.
CESENA-FIORENTINA: DiCarlo sostituisce Bisoli e prova il 3-5-2, ma il materiale umano a disposizione non è di primissimo livello. Per la serie: cambiando l'ordine degli addendi, il risultato non cambia. Montella non perde in Campionato da 3 partite e ha vinto le ultime 2 trasferte. 2 (1,57). OK: Carbonero, Defrel, Joaquin, Gomez. NO: Leali, Alonso.
MILAN-NAPOLI: andamento ondulante quello del Milan, anche in casa, dove ha vinto solo 1 delle ultime 4. Di contro il Napoli non perde da 11 partite, pur avendone pareggiate 6. OVER (1,78). OK: Menez, ElShaarawy, Higuain, Callejon. NO: Bonera, Mesto.
EMPOLI-TORINO: l' Empoli vive una striscia felice di 4 partite, e naviga in acque tranquille. Il Toro non vince da 5, e fuori ne ha perse 5 su 6. Gioventù contro esperienza: e due vecchie volpi della panchina a confronto, Sarri e Ventura. 1 (2,40). OK: Tavano, Maccarone, Quagliarella, Peres. NO: Croce, Maksimovic.
CHIEVO-INTER: il Chievo da 5 partite non perde, e per la prima volta è emerso dalla zona B. Mancini, però, non ha avuto un impatto felicissimo ad Appiano Gentile, 1 vittoria su 5 partite tra Campionato ed Europa League. 2 (1,95). OK: Gamberini, Birsa, Kovacic, Icardi. NO: Sardo, Guarin.

mercoledì 10 dicembre 2014

ITALIETTA NELLE COPPE

Immagine tratta da Ilfattoquotidiano.it
Non siamo tra le Nazioni dominanti in Europa. Lo sapevamo già da tempo, dopo le prestazioni deludenti degli ultimi anni, dopo l'umiliazione del Mondiale brasiliano, dopo la diaspora di campioni attratti da soldi e ambizioni che la nostra serie A non riesce più a proteggere. Questa Champions League sentenzia definitivamente la nostra crisi calcistica, il nostro ufficiale ridimensionamento nel panorama europeo del pallone. E non si può più parlare di sfortuna, di casualità, di campi impraticabili o arbitri contrari: si tratta di scuse, punto e basta.
Roma e Juventus, di gran lunga le migliori formazioni del nostro campionato, escono sconfitte o comunque ridimensionate dopo questi gironi che hanno sancito un'eliminazione amara per i giallorossi e una qualificazione risicata e striminzita per i bianconeri. La squadra di Garcia, più che la qualità, paga la quantità di talento inferiore rispetto ad un Manchester City capace di qualificarsi senza tre elementi come Aguero, Kompany e Yaya Touré, tutti e tre assenti nella sfida di stasera. Ma paga soprattutto il sanguinoso pari di Mosca, molto più doloroso delle sette scoppole prese in casa dal Bayern, che avrebbe sicuramente dato meno pressione ai romanisti. Resta l'impressione positiva di un gruppo in crescita e che, con la giusta esperienza europea, può fare sicuramente progressi e presentarsi alla prossima Champions con maggiori ambizioni.
Gli uomini di Allegri lottano, rischiano e alla fine devono accontentarsi di un punto contro l'Atletico Madrid, strappando all'ultimo il pass per gli ottavi di finale, in un girone in cui secondo molti si poteva quasi ambire al primo posto. L'impressione, in casa o in trasferta, è sempre quella di una squadra che fatica terribilmente, non riesce a imporre il suo gioco o a gestire con serenità un vantaggio acquisito. Contro teste di serie quali Real Madrid, Bayern, Chelsea e Barcellona non si va da nessuna parte, questo è sicuro.
La realtà evidente e lampante è sempre la stessa, senza i mezzi giusti non si va da nessuna parte. Non è solo una questione di soldi o stadi, l'Italia sembra proprio mancare di programmazione e idee per sopperire alle varie mancanze trovando le risorse necessarie in altri modi. In Inghilterra e in Francia si punta molto sul marketing e sui grandi investitori stranieri, in Germania stadi e vivai hanno fatto da traino per la vittoria di un Mondiale, in Spagna le big continuano a rimanere tali senza mai conoscere crisi, e una "piccola" come l'Atletico ha rischiato il clamoroso double Champions-Liga senza avere capitali ingenti o campioni acclamati. Noi non abbiamo nulla di tutto ciò, siamo indietro anni luce con gli stadi, ci stiamo aprendo da pochissimo ad acquirenti stranieri, in quanto a marketing e vivai poi sembriamo letteralmente preistorici.
Se dodici delle sedici ammesse agli ottavi provengono dai quattro Paesi appena citati non possiamo più appellarci al caso. Smettiamola di fingerci grandi, abbandoniamo definitivamente i sogni di grandi risultati internazionali, chiniamo la testa con umiltà e mettiamoci al lavoro per cambiare le cose. Meno chiacchiere e più fatti, per una volta.

martedì 9 dicembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL MARTEDI' /14

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Cagliari-Chievo 0-2 (4'Meggiorini, 9'Paloschi).
E se questo è il Cagliari dopo 5 mesi di cura Giulini-Zeman, ci sarebbe da stringere le mani a tutti, ringraziare per aver partecipato, e retrocedere d'ufficio in una categoria inferiore.
Il Chievo non ha fatto nulla di trascendentale, non ha messo in mostra individualità di rilievo o trame di passaggi esaltanti, ma nei 9 minuti iniziali si è portato sul letale 0-2 e ha sfiorato più volte la terza segnatura. Il Chievo ha corso, ha lottato, raddoppiato e triplicato sui portatori di palla avversari, con aggressività e falli che hanno mandato in tilt i rossoblu.
E a un certo punto non si capisce bene sino a dove arrivino le colpe della società, quelle del tecnico e quelle dei giocatori.
Vero è che a un certo punto, riflettendo dove giocassero lo scorso anno i giocatori messi in campo dal Cagliari, trovavamo in porta Cragno, guardiano del Brescia 13° in B, in difesa Balzano, capitano del Pescara 15° in B, Benedetti, difensore del Padova 20° e retrocesso in C, Crisetig regista del Crotone 6° in B, Farias che nel Sassuolo di Di Francesco collezionava 11 presenze in tutta la stagione, e ancora: i subentrati Donsah, che nella passata stagione giocava nella Primavera del Verona, e Longo, che ha diviso l'annata tra fare la riserva di nonno Toni a Verona e di Larrivey al Rayo.
Insomma, non è un parco giocatori di primissimo piano, quello messo su dal trio Giulini-Marroccu-Zeman. Anzi. 
Si puntava tutto sulla crescita dei giocatori, vecchi e nuovi.
Ma da inizio stagione chi è cresciuto dei nuovi? Nessuno. Farias anche ieri ha avuto un'occasione limpida, puntualmente sbagliata. Crisetig quando c'è da tirare fuori il carattere si nasconde. E dei vecchi solo Avelar (che è sparito dai radar per infortunio da un mese), Ekdal e Ibarbo hanno mostrato progressi.
Limiti evidenti tecnici li hanno mostrati i vari Dessena, Pisano e Murru. Cossu appare sempre fuori ruolo, o porta troppo palla o si eclissa dalla partita per interi quarti d'ora. Conti non riesce a prendere in mano la squadra, ieri trotterellava sul campo, senza spronare gli altri o guidare la rimonta: appariva rassegnato.
Si giura che lo spogliatoio sia compatto, che si rema tutti nella stessa direzione. E allora perchè Zeman spiega che in allenamento la squadra gioca solo a due tocchi, mentre in partita non avviene mai? Ieri non c'era una squadra in campo: mai più di due passaggi di fila, Ibarbo e Farias partivano in azioni solitarie.
La rosa è tecnicamente di basso livello, e se non si sopperisce con un solido gioco di squadra, si merita l'attuale terzultimo posto, equivalente alla retrocessione. E qua si richiama il problema di mentalità denunciato dal mister: ma come si acquista la mentalità se dopo 5 mesi siamo ancora a questo punto? Si è vista solo a tratti, e solo quando la squadra è passata in vantaggio o ha segnato con un gol "alla Zeman", come se acquisisse fiducia. Fiducia che svanisce puntualmente alle prime difficoltà.
In una situazione così, anche la prossima trasferta di Parma, dai ducali ultimi e reduci da 12 k.o. su 14 partite, fa paura. Anzi, terrore.

venerdì 5 dicembre 2014

PRONOSTICANDO LA 14A GIORNATA

Immagine tratta da snai.it
FIORENTINA-JUVENTUS: i Viola sono nel migliore momento stagionale, reduci da tre vittorie di fila (due in Campionato e una in Europa League), la Juve è uno schiacciasassi. Allegri dovrebbe scegliere il "vecchio" 3-5-2, con l'esclusione eccellente di Tevez. Cuadrado e Borja Valero da una parte, Vidal e Pogba dall'altra, gli uomini da scegliere per il Fantacalcio. GOAL (1,78).
ROMA-SASSUOLO: giallorossi settebellezze in casa (7 vinte su 7), ma il Sassuolo ha una striscia di 7 partite senza perdere. Potrebbe essere la partita di Destro e Totti, sinora poco prolifici (6 gol in due), in caso di impresa emiliana, occhio a Berardi e Taider. 1 (1,33).
TORINO-PALERMO: due stati di forma opposti, il Toro è abbacchiato dalla sconfitta nel derby, che porta a 3 le partite perse di fila, il Palermo invece sta scalando la classifica grazie ai 5 risultati utili consecutivi. Non sarà una partita divertente. Treno Bruno Peres e Quagliarella i possibili eroi di giornata granata, Dybala e il Pipo Gonzalez da tenere in considerazione tra i siciliani. 1 (1,90).
NAPOLI-EMPOLI: Benitez ha trovato continuità da 10 partite, Sarri non perde da 3. E' la classica partita tra due squadre che se la giocheranno a viso aperto, in cui il Napoli o sfonda di gol o viene raggiunto clamorosamente. Puntiamo sulla prima ipotesi, con Higuain e Callejon mattatori, e Tavano e Rugani per eventuali reti toscane. OVER (1,57).
PARMA-LAZIO: il Titanic Parma concede l'ultima spiaggia a Donadoni: 11 sconfitte su 13 apparizioni, con 32 reti subite sono un dato da retrocessione senza speranza. Di contro, la Lazio non vince da 3, e alterna periodi di splendore ad altri di assoluta pochezza. Palladino e Cassano sono i possibili goleador emiliani, Lulic e Parolo (per il classico gol dell'ex) quelli in casa biancoceleste. GOAL (1,73).
GENOA-MILAN: da una parte la banda-Gasp, che veleggia 3a e non perde da 8 giornate, dall'altra Inzaghi e i suoi attaccanti "leggeri" ne hanno perse solo 2 su 13, e fuori è ancora imbattuto. Perotti e Matri sono in splendida forma, e tra i rossoneri scommettiamo sul ritorno al gol di Honda e sulle magie di Menez. GOAL (1,75).
ATALANTA-CESENA: AAA vittoria cercasi. Sono 6 le gare a bocca asciutta per Colantuono, addirittura 12 quelle di Bisoli. Se non dovesse vincere questa, per il tecnico dei bergamaschi si preannuncerebbe una brutta settimana. Diamo fiducia a Denis (un ex) e al Papu Gomez. Il piccolo Cesena spera nell'altro ex, Brienza e sulla grinta di Cascione. 1 (1,65).
INTER-UDINESE: sono maturi i tempi per la prima vittoria in Campionato di Mancini, contro un'Udinese che non vince dal 26 Ottobre, e che fuori casa ha 4 punti su 6 gare e 3 soli gol realizzati. Sono Osvaldo e Palacio le bocche di fuoco a cui affidarsi in casa Thohir, su Thereau e l'infinito Di Natale sono riposte le speranze friulane di un risultato positivo. 1 (1,50).
CAGLIARI-CHIEVO: Zeman è reduce da un 4-4 in Coppa Italia, da uno 0-4 e un 3-3 in Campionato, insomma la giostra del gol è servita. Al Sant'Elia, dove il Cagliari è ancora a 0 vittorie, arriva il Chievo difensivo di Maran, reduce da 4 risultati positivi (1 sola vittoria). Per la legge dei grandi numeri, puntiamo sulla vittoria sarda, con Longo e Ibarbo in rampa di lancio. Per i contropiedi veronesi pensiamo a Birsa e Maxi Lopez. 1 (1,85).
VERONA-SAMPDORIA: il piatto del Verona piange, la vittoria si è persa dal 4 Ottobre, 7 partite. La Samp di Miha e Ferrero continua ad avere solo 1 sconfitta su 13 gare. Per i padroni di casa schieriamo Nico Lopez e Toni, per i blucerchiati vediamo bene Okaka e Rizzo. X (3,30).

giovedì 4 dicembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL GIOVEDI' /COPPA ITALIA

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Cagliari-Modena 4-4 dts, 5-4 rig. (7'aut.Cragno, 60'Conti rig., 69'Luppi, 90'+4'Longo, 98'Granoche, 100'Longo, 109'Granoche, 119'Farias).
Già dal tabellino si legge un certo affanno continuo da rincorsa, un pirotecnico 4-4 in cui si è andati sotto per ben 4 volte. E per non farsi mancare nulla, si era sotto pure durante i calci di rigore per l'errore iniziale di Conti. E ce ne son voluti 7 di rigori per decidere la sfidante del Parma negli ottavi di Coppa Italia.
In due partite in casa si son subiti 8 gol. Un'enormità. Che possa venire al Sant'Elia la Fiorentina e farne quattro, bene o male lo si può mandare giù, ma che lo faccia il Modena, che in B naviga 10° con 16 gol fatti su 15 gare, lo si accetta di meno.
Cragno, Balzano, Rossettini, Ceppitelli, Conti, Farias, Cossu e Ibarbo erano in campo dall'inizio: non si stava giocando con una squadra "riserve". 
Qualcosa non va, in ordine sparso:
- Cragno avrà pure parato i due rigori decisivi, ma ancora una volta su 4/5 tiri in porta avversari, ha subito 4 gol. E nell'azione dello 0-1 ha lasciato colpevolmente scoperto il primo palo. Il ragazzo non fa una parata, ogni tiro scoccato verso di lui è una rete. E' un classe '94 e va bene, ma la cosa ora è acclarata, c'è un problema portiere.
- Balzano è in riserva, dopo un inizio di campionato molto convincente è da 2-3 partite che sta sprofondando in errori e nella mediocrità. Con la Fiorentina ci poteva stare, perchè schierato a sinistra. Ma contro il Modena era nella sua posizione, e ha sofferto pure qui.
- La batteria dei terzini è in crisi: Pisano non ha mai convinto, Balzano è in fase calante, Avelar è sparito nei meandri di un infortunio, Murru è un brodino: è insipido in attacco, e largamente insufficiente in difesa a causa di marcature troppo "larghe" e permissive. Anche oggi.
- Ceppitelli sta facendo qualche errore di troppo: da un suo appoggio agli avversari è nata la rete del 3-4 di Granoche. Forse Capuano o Benedetti sarebbero da provare.
- Dessena e Joao Pedro sono fuori spartito. Da matita rossa gli errori nello stoppare la palla e nel calibrare i passaggi. Continui e indisponenti. Non da calciatori di Serie A.
- Farias ha segnato, dopo essersi divorato un'occasione colossale nel primo tempo. Magari il gol al 120' gli avrà insegnato che nell'area piccola non deve stoppare, ma tirare di prima e basta.
- Cossu corre, si danna, e bla bla. Ma ha giocato attaccante centrale e ha tirato zero volte verso la porta. Zero. E allora non è più un 4-3-3 se uno di questi tre non tira mai.
- Non si sa tirare un calcio d'angolo. Nessuno ha una battuta potente e precisa, si tirano sfetecchie che a malapena arrivano in direzione primo palo. Aiuto.
Poi c'è anche qualcosa che va:
- Longo finalmente ha segnato. Due volte! E anche due belle reti. Zeman e il Cagliari hanno bisogno come l'aria di un attaccante vero. Si sarà sbloccato?
- C'è carattere nel rimontare per quattro volte e per due volte all'ultimo secondo. 
Stop.

martedì 2 dicembre 2014

LA CRITICA DEL MARTEDI' /13

Immagine tratta da canalejuve.it e modificata su befunky.com
- I minuti di recupero stanno facendo girare il campionato nel verso juventino: se hanno tolto nella gara di Marassi contro il Genoa, hanno dato nel big match contro la Roma e nel derby contro il Torino di domenica pomeriggio. La determinazione della Juve in dieci è stata ammirevole: bravo Allegri che ha cercato di vincere la partita, passando alla difesa a 3 e a schemi mandati a memoria. E la giocata del fuoriclasse Pirlo gli ha consegnato i tre punti, in barba (è proprio il caso di dirlo) alla presunta incompatibilità di milaniste memorie tra Andrea e Max.
- L'Inter ha perso 4-2 a Roma. Ma si intravede qualcosa. Mancini sta provando a infondere coraggio ai suoi, voglia di fare la partita, di provare a giocarsela a viso aperto. E' un processo lungo e complicato, perchè molti giocatori non hanno ancora acquisito la sicurezza necessaria e perchè se schieri Mvila-Medel-Kuzmanovic come trio di mediana, supportati sulla trequarti da un evanescente Guarin, significa che la strada è qualitativamente molto in salita.
- Il Milan di Inzaghi torna a vincere eliminando l'equivoco del "vero nueve". Niente da fare, la squadra riesce a rendere bene in campo solo con il trio leggero davanti. Menez è già arrivato a quota 7 in campionato, eguagliando sia il massimo di reti segnate in carriera in una stagione che il totale di reti insaccate nella sua prima esperienza italiana a Roma. Di questo passo per arrivare a 7 reti stagionali, Torres e Pazzini impiegheranno un'eternità.
- L'Atalanta e il Chievo diventano il fortino dei piccoli passi. Nelle ultime tre trasferte Colantuono ha messo via altrettanti 0-0 contro Empoli, Sassuolo e Torino. Dato un attacco asfittico oltremodo, da 5 reti su 13 gare, difendere lo 0-0 almeno in trasferta, sta diventando una buona strategia per restare a galla. E mettere in mostra un ottimo Sportiello. Maran a Chievo pensa per prima cosa a non prenderle, con 1 vittoria e 3 pari come striscia positiva e solo 2 reti subite. E resta aggrappato al treno della lotta salvezza, sperando prima o poi di riuscire ad innescare i vari Maxi Lopez, Paloschi, Pellissier, Meggiorini, Botta, Birsa...
- Preoccupante la fase calante, calantissima, al limite della depressione di Verona, Cesena e Parma. Che prendono schiaffi a destra e a manca, e che mostrano limiti e crisi di gioco piuttosto evidenti. Diverso il discorso del Cagliari, tipico del suo allenatore, che gioca per fare una rete in più degli avversari. Peccato che se hai in avanti Farias (24 gol su 135 gare da professionista), Ibarbo (21 su 215), Cossu (12 su 234) e fai subentrare Longo (3 su 36), tutta gente che in carriera non ha mai segnato molto, succede che anche se crei occasioni perdi 0-4 in casa, come accaduto contro la Fiorentina.

domenica 30 novembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DELLA DOMENICA /13

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Cagliari-Fiorentina 0-4 (17'Fernandez, 55'Fernandez, 69'Gomez, 74'Cuadrado).
Se Farias in carriera ha segnato 24 gol su 135 partite, se Cossu ne ha fatti 12 su 234 gare, se Ibarbo ne ha messi dentro 21 su 215 apparizioni, se Longo ha messo 3 volte il suo nome a referto nelle 36 da professionista, vorrà pur dire qualcosa.
La matematica non è un'opinione, Farias la butta dentro ogni 5,6 partite, Cossu ogni 19,5, Ibarbo ogni 10,2 e Longo ogni 12.
Quindi ci sta che in una giornata vadano a sbagliare di tutto e di più. 
E si perde, e amen. E si prendono gol a ripetizione in contropiede. E quattro gol di scarto.
Farias si è mangiato l'inverosimile, Ibarbo si addormenta davanti al portiere, Cossu e i tiri in porta parlano due lingue diverse, e Longo ha preso un palo da zero metri. Le occasioni ci sono state e sono state buttate tutte al vento.
Poi.
Poi abbiamo Cragno, che sarà pure bravo con i piedi, ma qualcuno gli ha mai visto fare una parata che sia una? Per davvero. E perchè ogni tiro da lontano è magicamente gol? Sono più di una le reti incassate che fanno storcere la bocca, come la punizione odierna di Mati Fernandez. Forse è il caso di riprovare Colombi.
E Cossu è troppo innamorato del pallone. Rallenta il gioco e manda tutti in fuorigioco e si perde il tempo della giocata.
Nel primo tempo è stato sbagliato spesso l'ultimo passaggio, e i tagli di Cossu e Farias sono stati in continuazione errati. 
La situazione è preoccupante. 
La zona B si avvicina sempre più e questo non è una cosa buona. Specie perchè c'è un deficit di personalità evidente, emerso anche oggi dopo la seconda rete viola. L'emblema è Ibarbo, che sullo 0-2 ha spedito in campo il suo solito gemello diverso. Quello che prende palla senza mai passarla e va a sbattere contro i difensori avversari. E la Fiorentina è andata a nozze.
E comunque senza che stiamo a raccontarci balle. La squadra non è forte. Diventa forte nel momento in cui riesce a giocare, a indovinare la partita e mettere la palla in rete. Sennò, per cambiare le cose chi si fa alzare dalla panchina? Longo? Farias? Donsah? Dessena? Caio Rangel? Capello? Mah.

LA FINE E IL NUOVO INIZIO

Immagine tratta da corriere.it e modificata su befunky.com
E Nando se ne va. E Seb gira a Fiorano con una vecchia Ferrari del 2012, di quelle che facevano ancora un rombo degno di una F1.
Tanta gente assiepata sui cavalcavia, tra le recinzioni. Tutti a spiare il nuovo arrivato.
Un Vettel che per passione e dedizione al lavoro è già entrato nel cuore dei tifosi ferraristi, quelli veri. Quelli che non si fanno condizionare dalla stampa e dai giochini da bar.
La stampa ha steso tappeti rossi per Nando, più di quanto abbia fatto lo zoccolo duro dei sostenitori della Scuderia di Maranello. E sono stati sempre i giornali a eleggere Alonso ultra iper mega fenomeno, in una sorta di collettivo rito messianico, sempre rivolto ad idolatrare la sua figura. 
Si chieda a un ferrarista se Alonso sia o meno nel novero dei piloti migliori di sempre o tra i migliori che abbiano guidato una Rossa, e non ci saranno dubbi. Non viene prima di Schumi, non viene prima di Lauda, non viene prima di Gilles.
I giornali in questo lustro lo hanno esaltato oltremodo. Appoggiando la tesi alonsiana che Vettel abbia vinto 4 Mondiali senza meritarli, solo per meriti "meccanici" e "aerodinamici". Passando la teoria che tra Alonso e Vettel non ci fosse paragone.
Apriamo e aprite gli occhi. Qui si parla di un predestinato. Di un fenomeno vero. Parliamo di un ragazzo che ha fatto pole e vittoria con la Toro Rosso (!!!), al suo primo anno completo in F1, ancor prima che la Red Bull vincesse un Gp. A 21 anni. Parliamo di un ragazzo che ha vinto in Red Bull al suo terzo Gp con le lattine. Il confronto con Ricciardo? Daniel è un altro fenomeno vero, è stato davanti a Seb facendo miracoli, andate a vedere i sorpassi che ha buttato giù in pista in questo 2014. Ricciardo non è e non sarà uno qualunque. Come non lo fu quell'Hamilton appena arrivato in McLaren che mise in difficoltà il bi-campione Alonso.
E saranno gli stessi giornalisti che tempo qualche mese, o più verosimilmente qualche anno, saliranno tutti sul carro del tedeschino al grido di "Alonso chi?", fomentando la superficialità del tifoso da bar, pronto a giurare fedeltà alla moda del momento.
Non è un caso che la Gazzetta oggi apra con "Vettel va più veloce di Alonso", come fosse una notizia sorprendente e si parlasse di un novellino che sale per la prima volta su una F1.
Il vero ferrarista sa capire, sa scegliere chi amare. E i tanti tifosi andati a spiare Vettel lo dimostrano. E' un discorso che riguarda la pista, ma non solo. Schumi entrò nel cuore dei fans mostrando il suo lato "latino" e più umano, Lauda lanciando il cuore oltre l'ostacolo tornando in macchina 40 giorni dopo l'inferno del Nurburgring e Gilles, beh, Gilles entrò nell'elite dei migliori di tutti i tempi per il coraggio, la fantasia e la sua voglia di provarci sempre e comunque. E Seb ha già colpito il primo giorno non per i tempi sul giro, ma per passione, dedizione al lavoro, umiltà e per quella scritta rossa in italiano sul casco bianco "Il mio primo giorno in Ferrari". Frase perfetta per un nuovo inizio. E per colpire il cuore dei ferraristi.

sabato 29 novembre 2014

PRONOSTICANDO LA 13A GIORNATA

Immagine tratta da snai.it
SASSUOLO-VERONA: gli emiliani hanno spiccato il volo verso il centro-classifica con una striscia utile di 6 partite, il Verona è sempre alla ricerca dei tre punti dal 4 di Ottobre. Pronostico pendente per i padroni di casa, con Berardi e Floro Flores possibili protagonisti; in caso di impresa scaligera occhio a Toni e Nico Lopez. 1 (2,10).
CHIEVO-LAZIO: trend positivo per i clivensi (1 vinta e 2 pari), negativo per i laziali (reduci da 2 k.o. consecutivi). La Lazio proverà a fare la partita, il Chievo sarà compatto, pronto a scattare nelle ripartenze. Paloschi e Pellissier alla ricerca del gol, Djordjevic e Mauri assi da calare in casa biancoceleste. OVER (2,07).
EMPOLI-ATALANTA: i toscani si sono risollevati dopo il periodo grigio con due vittorie di fila, Colantuono è sulla graticola dopo 5 gare senza i tre punti. Sarà una partita dove svetteranno i lungagnoni, Tonelli e Rugani pericolosi sugli angoli azzurri, Denis e Stendardo su quelli bergamaschi. X (3,10).
MILAN-UDINESE: sono 5 le partite senza vincere degli uomini di Inzaghi, 4 quelle dei friulani di Stramaccioni, con entrambe le squadre ferme a quota 18. I bianconeri fuori casa non rendono bene, con 2 reti su 5 apparizioni, ma il fortino davanti a Karnezis potrebbe clamorosamente reggere, perchè il Milan non sa fare la partita. El Shaarawy e Bonaventura chiavi rossonere, Danilo e Thereau ancore di salvataggio delle zebrette. GOAL (1,83).
CESENA-GENOA: gli stati di forma delle due squadre sono agli antipodi: Cesena a digiuno di vittorie da 11 giornate, Genoa senza sconfitte da 7. Bisoli punta su Brienza e Defrel per portare a casa un risultato positivo, Gasp ha un Perotti in versione fenomeno e un Bertolacci sontuoso a centrocampo. GOAL (1,90).
PALERMO-PARMA: la premiata ditta dei fenomeni Vazquez e Dybala (reduce da 4 risultati utili consecutivi) alla prova Parma, desolatamente ultimo, in crisi finanziaria e con 10 sconfitte su 12 partite. I due argentini palermitani da schierare assolutamente, Cassano e il ritorno al gol di Belfodil le uniche speranze degli uomini di Donadoni. 1 (1,85).
CAGLIARI-FIORENTINA: Zeman raccoglie applausi e pacche sulle spalle, ma ne ha vinte solo 2 su 12, ed è ancora a secco in casa. Ancora una volta incontra una squadra in forma, la Fiorentina è reduce da due vittorie consecutive tra campionato ed Europa League. Ibarbo e Cossu schierato da finto 9 le armi più pericolose del Cagliari, Cuadrado e Mario Gomez hanno nel mirino la balbettante retroguardia sarda. X (3,50).
JUVENTUS-TORINO: è dal 1995 che i granata non escono vittoriosi da un derby. E dal 2001 che non segnano (10 stracittadine). Pronostico a senso unico, con il 4-3-1-2 di Allegri che va con il vento in poppa, mentre il Toro balbetta in prestazioni e risultati. Tevez e Vidal frecce da scagliare contro Gillet, Quagliarella e El Kaddouri dovranno risvegliare l'orgoglio torinista. UNDER (1,95).
ROMA-INTER: gli uomini di Garcia alla prova Mancini. La Roma in casa ha 6 su 6, con 14 gol fatti e nessuno subito, l'Inter di Mancini non ha perso nelle due partite disputate tra campionato e coppa. Totti e Gervinho affetteranno i difensori nerazzurri, Guarin e Icardi le migliori armi interiste per uscire con un risultato positivo dall'Olimpico. GOAL (1,75).
SAMPDORIA-NAPOLI: il posticipo del lunedì è una gara dal pronostico incerto. Mihajlovic non perde mai (1 volta in 12 partite), Benitez è imbattuto nelle ultime 9. Eder e Okaka da schierare, sperando nelle "solite" amnesie difensive partenopee, Mertens e Higuain intoccabili per chi crede nell'impresa esterna. 2 (2,20).

lunedì 24 novembre 2014

F1 DIARY - 19, ABU DHABI, GARA

Immagine tratta da fia.com
E via di lieto fine. Vince chi era giusto che vincesse, cioè Hamilton.
Le gufate al compagno di squadra di Rosberg gli si sono ripercosse contro, dato che a impazzire è stato proprio l'ERS del biondino.
C'è da dire pure che il braccino in partenza l'ha avuto clamorosamente Nico, quasi piantato al via e prontamente sopravanzato dal neo bi-campione del mondo.
Il Mondiale era già chiuso dopo cento metri.
Hamilton è quindi 2 volte Campione del Mondo. Ma paradossalmente esce meno forte di prima da questo Mondiale monomarca. Con una Mercedes pigliatutto ha vinto 11 Gp contro i 5 vinti da Rosberg, ma clamorosamente è andato sotto 7 a 11 per quanto riguarda le pole. Alzi la mano chi poteva anche solo pensare che con una vettura tanto più forte della concorrenza il buon Lewis potesse essere più lento di Nico sul giro secco e che gli concedesse ben 5 vittorie stagionali, sino ad arrivare a giocarsi il Mondiale all'ultima corsa.
Ma comunque è riuscito a vincere, e ha il tris nel mirino per il 2015.
Il resto della gara ha posto i fari sulla bella prestazione di Massa, su quella di Ricciardo (partito dai box) e sull'agonia di due macchine rosse nelle retrovie inquadrate ogni tanto dalla regia internazionale.
Due flash resteranno nella mente per ricordare questa pessima stagione della Ferrari: la 14 di Alonso che non aveva un migliore spunto in rettilineo della Caterham di Stevens, nonostante nuovi pneumatici appena montati, e i quasi 30 giri impiegati dalle due Rosse per raggiungere la Mercedes di Rosberg che dal giro 25 girava tre-quattro secondi più lenta di tutti. 
E' stato un 2014 imbarazzante per la Scuderia. Via tutti: Domenicali, Marmorini, Montezemolo, Alonso, Mattiacci, prossimamente Tombazis. Epurazione completa: curioso come in tutto questo volar di teste l'unico a conservare il suo posto sia stato Kimi Raikkonen, alle prese con la peggior stagione della sua vita. 
E le notizie sul progetto 2015 si stanno rivelando agghiaccianti: viene confermato un progetto nato male. Peggio di quello di quest'anno. Che la ghigliottina impazzita derivi anche dalla consapevolezza che dai primi riscontri si sta rischiando un 2015 addirittura peggiore della stagione appena trascorsa?
Capitolo Alonso. Nell'abitacolo ha fatto tutto il possibile per le vittorie (negli anni passati) e per massimizzare il (poco) potenziale gara dopo gara. Fuori dall'abitacolo è stato altamente discutibile nella gestione dei momenti difficili. Con squadra e stampa. E' stato probabilmente mal consigliato dal suo management: ha ammesso che già nel 2013 aveva preso in considerazione l'ipotesi di abbandonare la Ferrari, e con più di un anno a disposizione non è riuscito a raggiungere nè il sedile della Mercedes nè quello della Red Bull. E ora a 33 anni punta sulla scommessa McLaren Honda. Quanti anni ci vorranno per vincere? 
La maggioranza degli addetti ai lavori considera Nando il miglior pilota in pista, ma allora perchè Mercedes e Red Bull non lo hanno neppure preso in considerazione? Troppo ingombrante la sua figura fuori dalla pista?

sabato 22 novembre 2014

F1 DIARY - 19, ABU DHABI, QUALIFICHE

Immagine tratta da fia.com
Premesso che:
1) A Hamilton basta arrivare secondo. 
2) Se domani non finisse con la solita doppietta Mercedes sarebbe una super sorpresa.
3) Se vinci 10 gare su 19 come ha fatto Hamilton è anche parzialmente ingiusto arrivare all'ultima gara in odore di fregatura, se il tuo rivale ne ha vinte solo cinque.
Detto questo, potrebbe succedere che:
1) Hamilton ha già perso un Mondiale già vinto all'ultima gara (2007), ma ne ha anche vinto uno all'ultima curva (2008). E' stato davanti tutto il weekend, ma ha fallito la parte decisiva delle qualifiche. Aggiungiamoci che a Interlagos è andato fuori pista in solitudine e quasi in testacoda. Il ragazzo non è tranquillo. Soffre lo stress. E tendenzialmente si mette nei guai con le proprie mani. Oggi andrà a dormire pensando di poter "tranquillamente" arrivar secondo. Ma avrà il dubbio di fare il papocchio da solo. E il dubbio lo terrà sveglio tutta notte. E i fantasmi del 2007 si materializzeranno a pieno regime.
2) Rosberg è stato più volte durante l'anno un beneamato figlio di buona donna. A Montecarlo in qualifica si è probabilmente parcheggiato nella via di fuga per impedire il giro buono a Lewis. E domani si giocherà ogni cartuccia, pulita o meno pulita per iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro della F1. Anche quella di fare da tappo al gruppo, di innervosire ulteriormente Hamilton, o di fare lo sbruffone sulla scelta delle strategie di gara. Faccia da angelo e pensieri da diavolo. 
3) Hamilton sommerso dai dubbi e dopo una notte insonne, potrebbe decidere di finirla alla prima curva, o alla prima occasione di contatto possibile. Ci penserà di sicuro. Se la vena è tappata, se ci saranno difficoltà, e Nico sarà a un tiro di schioppo, attenzione. Perchè da una collisione "da gara" avrebbe tutto da guadagnare.
4) In partenza Lewis è dal lato sporco, ha alle spalle quei fulmini di velocità delle Williams. Streghe anche qui. Se una delle Williams dovesse spuntare seconda dalla prima curva, come si comporterà Hamilton? Sarà furioso o malinconicamente triste stile Alonso dietro Petrov 2010?
5) E se Hamilton dovesse perderlo? Alonso non ha ancora annunciato il passaggio in McLaren. Curiosa coincidenza. 
Probabilmente non succederà nulla di tutto questo, sarà un trenino noioso da doppietta con gomito fuori dall'abitacolo delle Mercedes, con Hamilton campione e bla bla bla...
Ma se dovesse succedere...

PRONOSTICANDO LA 12A GIORNATA

Immagine tratta da snai.it
ATALANTA-ROMA: in un campo solitamente ostico per i giallorossi, gli uomini di Garcia cercano i tre punti per restare agganciati alla Juve. L'Atalanta vuol dare la scossa a una stagione cominciata con il piede sbagliato. Puntate sul Papu Gomez e Dramè tra i padroni di casa, e su Nainggolan e Ljajic tra i romani. UNDER (1,73).
LAZIO-JUVENTUS: il 4-3-1-2 di Allegri alla prova Pioli. In casa la Lazio viaggia a 4 vittorie su 5 incontri, e la Juve ha molte defezioni in difesa (Padoin probabile titolare). Nei biancazzurri bisogna scommettere su Keita e Djordjevic, in casa torinese su Pereyra e Tevez. GOAL (1,78).
TORINO-SASSUOLO: entrambe le squadre non vincono da un mese, ed entrambe galleggiano a quota 12. E segnano poco, 7 volte il Toro e 10 il Sassuolo. Comodo pareggino in vista? Amauri e Quagliarella gli unici in grado di segnare tra i granata, Berardi e Missiroli da tenere d'occhio tra i sassolesi. X (3,30).
UDINESE-CHIEVO: sono già 3 le partite senza vittorie dei friulani, mentre il Chievo viene dal successo contro il Cesena. Sarà un match complesso, sicuramente non spettacolare. Classica partita di Totò DiNatale, nei gialloblù invece c'è da puntare sull'altro vecchietto terribile, Sergio Pellissier. 1 (1,85).
NAPOLI-CAGLIARI: si incontrano due squadre che cercheranno di offendere e vincere la partita. La differenza la farà il tasso tecnico e l'applicazione. Pesanti le assenze di Insigne e Mertens tra i partenopei e quella di Sau tra i sardi. Higuain e Hamsik in odore di gol, Ibarbo e Ekdal guastafeste rossoblù. OVER (1,45).
PARMA-EMPOLI: situazione critica quella del Parma, in odore di penalizzazione e reduce dal 7-0 contro la Juve. L'Empoli venderà cara la pelle, giocando con spensieratezza per tenere lontana la zona B. Cassano e Belfodil ancore di salvezza casalinghe, tra i toscani Pucciarelli e Maccarone possibili marcatori. GOAL (1,78).
CESENA-SAMPDORIA: il Cesena di Bisoli si sta lentamente adagiando sul fondo della classifica, pur combattendo ad ogni gara. La Samp di Mihajlovic fuori casa balbetta, 1 vittoria su 5 gare. Brienza e HugoAlmeida gli unici che potranno impensierire Romero, nella Samp schieriamo i soliti Soriano e Eder. X (3,30).
VERONA-FIORENTINA: Mandorlini non vince dal 4 ottobre, Montella è reduce da due k.o. consecutivi: due squadre convalescenti. Attesa per il ritorno di Mario Gomez tra i titolari gigliati. Il ritorno al 3-5-2 possibile arma vincente della Viola. BorjaValero e Gomez gli uomini a cui dare una chances tra i fiorentini, Toni e Juanito Gomez per sperare in un risultato positivo degli scaligeri. 2 (2,20).
MILAN-INTER: il ritorno di Mancini è la notizia della settimana. Come reagirà in campo l'Inter? Inzaghi spregiudicato schiera Torres, il Mancio riparte dall'ambizioso 4-3-1-2. Sarà una bella gara, se dobbiamo fare i nomi dei giocatori che faranno la differenza, diciamo proprio el Niño, assieme a Menez tra i rossoneri, Icardi e Guarin tra i nerazzurri. 2 (2,70).
GENOA-PALERMO: gli uomini di Gasp sono imbattuti dal derby di fine settembre, il Palermo staziona a metà classifica e ha perso solo contro la Juve nelle ultime 5. Matri e Perotti sicuri protagonisti, Barreto e Dybala outsider rosanero. 1 (2,20).

martedì 11 novembre 2014

LA CRITICA DEL MARTEDI' /11

Immagine tratta da ilgiorno.it e modificata su befunky.com
- Prosegue la marcia di testa di Juventus e Roma, che passeggiano allegramente su quel che resta del ricordo del Parma e del Toro della scorsa stagione. Avversari impauriti, arrendevoli e sempre più rassegnati ad ogni rete subita. E le big di casa nostra ne approfittano. Interessante il cambio di modulo di Allegri, che pare aver rivitalizzato le punte bianconere: da verificare con avversari più probanti. La retroguardia parmigiana è sembrata realmente troppo molle per essere vera.
- Il Napoli ha ingranato. La vittoria a Firenze può lanciare con forza le ambizioni partenopee per il terzo posto. Non perde da 8 partite, ma rimane a -4 dalla Roma e a -7 dalla Juve, distanze ancora proibitive per coltivare speranze tricolori. E' la squadra più forte alle spalle del duo di testa, l'unica ad aver vinto nel gruppetto degli inseguitori.
- Milano anche in questa 11a giornata resta incompiuta. Sulla sponda rossonera si esulta per il 2-2 ottenuto con la Sampdoria, si sono esaltati progressi di gioco rispetto alla disfatta del k.o. contro il Palermo. La realtà è distante, anche nel match di Genova si è segnato in contropiede e senza dimostrare "pulizia" o chiarezza di gioco. Bisogna trovare qualcosa di diverso, un'idea che renda più compatti e più squadra gli undici di Inzaghi. A Mazzarrilandia invece si è sempre sulle montagne russe. Ormai il barometro è impostato sul rosso di "esonero", e galleggia ogni gara un po' di più e un po' di meno, ma sempre su quella fascia. Nessuno riuscirebbe a lavorare in una situazione del genere, e men che meno Mazzarri, che soffre la pressione e lo stress più del normale. O lo si tenga, esponendosi pubblicamente in tal senso, senza ultimatum, o lo si mandi via, ma subito. Probabilmente riuscire bene o male a tenere questa situazione a galla, veleggiando comunque in zona europea, è una nota di merito per l'allenatore. Che avrà grandi colpe, magari tattiche e di gestione degli uomini, ma che almeno da un mese e mezzo sembra abbandonato alla deriva anche dalla sua dirigenza.
- Si legge che il Cesena pensa di sostituire Bisoli. Va bene che non vince dal 30 agosto, e che la squadra romagnola si è adagiata in zona B a -3 dalla salvezza, ma non penso che qualsiasi altro allenatore possa far meglio di così. La squadra c'è, lotta, riesce a rimontare dagli svantaggi, è tatticamente accorta e preparata. Paga un deficit di uomini: è una squadra da Serie B. La società la scorsa estate era sull'orlo del fallimento, e in questa stagione è riuscita a chiudere solo prestiti e parametri zero discretamente vecchiotti. Questo è il materiale a disposizione, e con Bisoli sta lottando, vende cara la pelle a ogni gara e non ha mai preso imbarcate, segno che lo spogliatoio è compatto e sul pezzo. Hai voglia di dare la scossa in panchina, ma se la rosa è questa, anche Guardiola non riuscirebbe a fare miracoli.

domenica 9 novembre 2014

F1 DIARY - 18, INTERLAGOS, GARA

Immagine tratta da fia.com
Il filo conduttore di questo bel Gran Premio brasiliano è stato l'orgoglio. 
Ed è un filo che lega i grandi "bastonati" di questo 2014: Rosberg, Massa, Vettel e Raikkonen.
Nico ha battuto Lewis. In qualifica e in gara, ha amministrato e non ha fatto un errore, a differenza di Hamilton che si è girato nella foga di recuperare il gap prima della sosta ai box. Ora si gioca il jolly di Abu Dhabi: può vincere il Mondiale con una vittoria e un terzo posto del compagno di squadra. Difficile. Ma è ancora lì, Rosberg sta disputando la miglior stagione in carriera. E tiene botta a un manico globalmente riconosciuto come Hamilton.
Massa. Felipe va sul podio nella gara di casa, bissando l'altro piazzamento nella top3 di Monza. Nel corso dell'anno è stato bersagliato dalla sfortuna (al solito) e offuscato dall'escalation di Valtteri Bottas. Ma oggi è stato fortissimo, è arrivato tranquillamente terzo nonostante un penalty di 5 secondi e sbagliando box al pit stop. Chapeau.
Vettel ha fatto il Vettel per tutto il weekend. Ha tenuto dietro Ricciardo sia ieri che oggi. Ha sorpassato, ha avuto ritmo, ha spremuto al massimo la sua lattina. Il sorridente Daniel non s'è mai visto e una volta tanto le rogne tecniche han riguardato solo la sua vettura.
Kimi ha fatto il Kimi della Lotus. Una sosta in meno degli altri, magistrale gestione degli pneumatici. E si è concesso il lusso di battagliare a lungo per tenere dietro un Alonso con una quindicina di giri in meno sulle gomme. Un duello corretto, leale, malizioso. C'era l'orgoglio e l'occhietto vispo del finlandese nel resistere in una condizione di inferiorità tecnica del pneumatico. E' stato un bel vedere. Kimi non era un brocco bollito sette giorni fa, e non è un fenomeno oggi. Semplicemente alcune modifiche sull'anteriore della vettura gli han dato più fiducia alla guida. Meglio tardi che mai.
Infine, nota di merito per Jenson Button. Un vero signore, un gran pilota. E' corretto e duro nei corpo a corpo, e in queste ultime gare in cui la McLaren è progredita sta portando a casa ottimi risultati. Il 4° posto di oggi è un punto esclamativo sulla ventilata decisione della scuderia di Woking di appiedarlo e tenere l'acerbo Magnussen. Merita un volante, è un Campione del Mondo ed è una garanzia. Perchè mai gli si dovrebbe preferire il danese?

LA CRITICA ROSSOBLU DELLA DOMENICA /11

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Cagliari-Genoa 1-1 (16'Farias, 53'aut.Rossettini).
- Tre sfortune: l'autorete di Rossettini, un po' goffa, che fa pareggiare un Genoa che attaccava stentando a buttarla dentro; l'erroraccio di Longo sul rigore sbagliato da Avelar: un tocco facile facile svirgolato in maniera incredibile; l'infortunio di Sau quando si era in vantaggio numerico, che ha ristabilito la parità di uomini appena cinque minuti dopo l'espulsione di Sturaro.
- Al netto di questi episodi girati storti, si è giocato male. Il Genoa ha attaccato spesso e volentieri, ha colpito una traversa con Kucka (che ha trovato risposta nel palo di Conti su punizione) e ha imbastito molte manovre pericolose. I sardi in fase d'offesa sono stati parecchio confusi e casuali.
- Il Cagliari va in difficoltà contro il pressing alto e un centrocampo molto fisico. Così è stato con la Lazio e così oggi con il Genoa. Anche in questa gara il reparto più in sofferenza è stata la linea mediana, con Ekdal e Joao Pedro volenterosi ma evanescenti e Conti che ha sbagliato parecchio in avvio di match.
- La sensazione per lunghi tratti della gara è stata che gli undici messi in campo da Zeman fossero tecnicamente inferiori agli avversari: controlli di palla approssimativi, numerosi passaggi sbagliati e movimenti dei compagni non letti dai portatori di palla. 
- E anche l'attacco non entusiasma. Cossu non punta mai la porta, ripiega sino in difesa rendendosi poi nullo in fase offensiva. Sau non era in giornata, e quando, da esterno, poteva fare la differenza si è infortunato e ha lasciato la squadra in 10. Farias è un ibrido: una specie di attaccante esterno tecnico, ma non troppo veloce, un po' egoista e che spesso si allunga la palla, sbagliando passaggi elementari. Per carità, ha segnato un gran gol anticipando Perin, ma per il resto della partita si è eclissato. Longo è super acerbo: legnoso, fa a sportellate, è molto aggressivo ma poco concreto. E non pare uno che possa segnare: sinora a Cagliari non ha mostrato nessuna delle sue doti.
- "Arredatece Ibarbo". Vedendo gli interpreti di oggi, la freccia colombiana è indispensabile per puntare a creare qualcosa di pericoloso in attacco, sia che si innamori della palla senza passarla a nessuno, sia che provi a giocar di squadra.
- C'è difficoltà, non neghiamolo. La squadra zoppica, e parecchio. Si segna, ma in attacco segna solo Sau. Il centrocampo se viene aggredito va spesso in difficoltà, e urgerà trovare dei correttivi. In generale bisogna puntare su organizzazione, corsa e movimenti, piuttosto che sulla tecnica, perchè in parecchie di queste 11 partite, gli avversari son sembrati molto più tecnici degli uomini a disposizione di Zeman.

sabato 8 novembre 2014

F1 DIARY - 18, INTERLAGOS, QUALIFICHE

Immagine tratta da fia.com
Quando la pista è bella e ha fascino e storia, i piloti ci mettono qualcosa in più, e osano, ci provano.
Così è stato anche in queste qualifiche brasiliane.
Ci ha provato Rosberg, e gli è andata bene. E' stato ancora una volta più veloce in prova di Hamilton, portando il confronto a 10-7. Tutto sommato è inaspettato questo primeggiare nel giro secco del biondino, accreditato di una tacca di talento in meno rispetto a Lewis. Sarà una bella lotta, con Ham che potrà anche accontentarsi di arrivare 2° in virtù del +24 in graduatoria.
Ci ha provato Massa, senza riuscirci, spinto dalla torcida che ha fatto tremare le tribune di Interlagos. Ha finito a 2 decimi dalle super Mercedes, e per domani sogna un Gp da ricordare. Tra l'altro la sua ultima vittoria in F1 è stata proprio su questa pista, anno 2008, con quel sogno Mondiale svanito 40 secondi dopo aver tagliato il traguardo da Campione.
Ci ha provato Seb Vettel a stare davanti a Ricciardo, riuscendoci per 137 millesimi con un 6° posto a fronte di un 9° del suo sorridente antagonista sulle lattine. Ha spezzato la serie negativa di 4 qualifiche alle spalle del compagno di box. Ora resta da ripetersi in gara. Col naso all'insù pregando la pioggia, per accomiatarsi dalla Red Bull con un risultato prestigioso.
E ci ha provato persino Kimi Raikkonen a mettere le proprie ruote davanti a quelle di Nando Alonso. E' stato davanti in FP2, FP3, Q1, Q2, ma si è sciolto sul più bello. Nella manche decisiva Fernando ha trovato un bel giro, rifilandogli 122 millesimi. Una lotta appassionante. Peccato che le due Ferrari stessero lottando per la quarta e la quinta fila. Alonso scatterà 8° e Raikkonen 10°. In una pista in cui i motori Mercedes han trovato picchi di velocità di punta sui 340 kmh, la Ferrari avrà zero possibilità di sorpasso. Quindi lotterà per i punti piccoli. 
Domani? Ma speriamo in qualche scroscio di pioggia, e diciamo Rosberg primo, Ricciardo secondo e Massa terzo. Ma non giocateci su una schedina eh!

PRONOSTICANDO L'11A GIORNATA

Immagine tratta da snai.it 
SASSUOLO-ATALANTA: il Sassuolo è in serie positiva da quattro turni, l'Atalanta continua a zoppicare. Zaza e Berardi guideranno la possibile vittoria neroverde, Raimondi e Denis tra i bergamaschi alla ricerca del cross e dell'inzuccata giusta. 1 (2,60).
SAMPDORIA-MILAN: scontro tra due squadre che hanno perso poco (1 volta la Samp e 2 il Milan), e che pareggiano parecchio (4 a testa). La Samp in casa ha battuto la Fiorentina e impattato con la Roma, le premesse per un nuovo risultato positivo contro i balbettanti rossoneri ci son tutte. Puntiamo su Eder e Okaka tra i liguri e Diego Lopez e Honda tra i milanisti. 1 (2,60).
CAGLIARI-GENOA: entrambe le squadre sono in salute, e i tre scontri precedenti tra Zeman e Gasp son sempre finiti con almeno 5 reti. Quindi sarà la giornata fortunata di Sau e Farias da una parte e Matri e Iago Falque dall'altra. OVER (1,80).
JUVENTUS-PARMA: prima contro penultima, pronostico scontato. Pare che Allegri tenterà la carta tridente con Tevez, Morata e Llorente, di contro il Parma ha sempre bisogno di punti anche dopo la vittoria contro l'Inter. I tre attaccanti bianconeri sono da schierare, così come De Ceglie e Cassano tra gli emiliani. OVER (1,68).
PALERMO-UDINESE: il Palermo in casa ha vinto le ultime due, mentre l'Udinese su 4 trasferte ne ha perse 3 e ha realizzato una sola rete. Puntiamo allora sui padroni di casa, Barreto e Dybala in primis, e tra i friulani segnaliamo Widmer e Herteaux. 1 (2,25).
EMPOLI-LAZIO: l'Empoli va k.o. da tre gare, la Lazio ne ha vinte 4 delle ultime 5. Agli uomini di Sarri si chiede una reazione d'orgoglio, ma i biancocelesti sembrano volare. Sarà una bella partita, Pucciarelli e Tavano in odore di gol, così come Candreva e Lulic. GOAL (1,75).
CHIEVO-CESENA: partita brutta, bruttissima. La palla faticherà a muoversi dal cerchio di centrocampo. Maran deve vincere, Bisoli venderà al solito cara la pelle. Ma ricordiamo che il Chievo non vince dal 13 settembre, e il Cesena dal 30 agosto. Una vita fa. Schieriamo (se obbligati) Birsa e Maxi Lopez tra i gialloblù e Cascione e Hugo Almeida tra i romagnoli. X (3,20).
FIORENTINA-NAPOLI: la Viola in caso di passo falso si incrosterà nell'anonima seconda parte della classifica, il Napoli vuol vincere per continuare la rimonta. Gol da entrambe le parti, Cuadrado e Aquilani outsider fiorentini, Callejon e Higuain garanzia partenopea. GOAL (1,70).
ROMA-TORINO: arrivano gare più abbordabili per i giallorossi, stavolta in casa contro un Toro ancora da decodificare. Totti e Gervinho sono pronti a bucare la porta degli uomini di Ventura, Darmian e El Kaddouri gettiamoli nella mischia in caso di impresa granata. 1 (1,45).
INTER-VERONA: Mazzarri deve riconquistare i tifosi a suon di vittorie, il Verona di Mandorlini naviga in acque tranquille di classifica (pur non vincendo da 4 turni). Vincerà l'Inter, Icardi e Palacio sugli scudi, nel Verona Toni e Christodoulopoulos potrebbero approfittare dell'incerto Vidic degli ultimi tempi. 1 (1,52).

venerdì 7 novembre 2014

I SETTANT'ANNI DI ROMBO DI TUONO

Immagine tratta da lettera43.it
Settanta. Un numero che, per Gigi Riva, ha sempre avuto un significato speciale. E' stato, infatti, l'anno magico del bomber azzurro, culminato con la conquista di uno storico Scudetto nel sorprendente Cagliari di Scopigno e con il secondo posto ai Mondiali messicani, dietro al fenomenale Brasile. E' oggi il numero degli anni compiuti da "Rombo di Tuono", uno dei soprannomi più appropriati coniati dal leggendario Gianni Brera.
Un soprannome che, tuttavia, se era perfetto per il calciatore, si discostava nella maniera più assoluto da ciò che era Riva fuori dal campo. Da sempre allergico al fragore e alle curiosità della vita mondana, estremamente schivo e introverso di carattere, segnato profondamente da un'infanzia dura e dolorosa, Gigi era un solitario che amava la tranquillità e la riservatezza. Se è vero che per molti calciatori l'ambiente intorno è stato fondamentale per farli diventare quello che sono stati, mai come nel caso di Riva il suo incontro con Cagliari e la Sardegna è stato decisivo per la sua esplosione professionale e la sua crescita umana. All'inizio, appena aveva saputo che presto avrebbe dovuto lasciare la natia provincia di Legnano per trasferirsi sull'isola, non l'aveva presa affatto bene; nemmeno ventenne, orfano di entrambi i genitori fin dall'infanzia, cresciuto in collegio, sembrava restio ad abbandonare la sua terra per recarsi in quel posto così diverso, così lontano. Eppure, la diffidenza è stata presto sostituita dall'affetto, e poi dall'amore per la Sardegna, all'epoca terra lontana dalle luci dei riflettori, subito ospitale e familiare per chi, come il giovane Riva, cercava di coltivare in pace e serenità la propria passione: giocare a calcio.
E' da queste basi che nasce un legame inscindibile, un sentimento così forte che niente e nessuno riuscirà a scalfirlo, nemmeno i moltissimi soldi offerti dalle grandi del Nord, in primis la Juventus di Boniperti, o la prospettiva di disputare le prestigiose coppe europee. Con il suo "gran rifiuto", Riva diventa a breve il paladino delle piccole squadre, l'eroe che si permette di rifiutare la corte delle big per restare nel suo Cagliari, per farlo arrivare in cima all'Olimpo. E' lui il faro intorno al quale nasce una squadra da favola, che si costruisce pezzo per pezzo, pedina dopo pedina, fino ad arrivare a quello storico Scudetto nel 1970. E' lui il capocannoniere, l'uomo che finalizza con il suo potentissimo sinistro e la sua forza straripante gli sforzi e le prodezze di campioni come Albertosi, Cera, Domenghini, Gori e Nené. E' anche, e soprattutto, il braccio della grande mente che siede in panchina, di Manlio Scopigno, che più che un allenatore è stato un amico e quasi un padre per Riva, la persona con cui si è aperta e ha raggiunto la maturità calcistica e umana. Rimarrà fedele alla parola data, non lasciando mai la Sardegna, seguendo il Cagliari fin nell'abisso della retrocessione in B, quando il grande ciclo è concluso e gli infortuni lo costringono a smettere di giocare ad appena 31 anni.
E' solo un'altra la maglia che Rombo di Tuono indossa con orgoglio: quella della Nazionale. Membro di quella generazione di campioni che riporta i colori azzurri nell'elite del calcio mondiale dopo trent'anni, Riva è protagonista della grande epoca di Ferruccio Valcareggi. Segna nella ripetizione della finale del Campionato Europeo 1968, che vede l'Italia battere la Jugoslavia 2 a 0 e conquistare il primo trofeo dell'epoca post fascismo. E' grande protagonista ai Mondiali del 1970 in Messico, mettendo la sua firma nel leggendario 4-3 contro la Germania Ovest e contendendo con orgoglio il titolo al blasonato Brasile di Pelè e dei cinque numeri 10. Alla Nazionale ha dato tutto, anche le sue due gambe, visto che è con la maglia azzurra che si frattura entrambi i peroni, il sinistro nel '67 e il destro tre anni dopo. La sua media realizzativa parla da sola: 35 centri in 42 presenze, recordman italiano davanti ai grandi Peppino Meazza e Silvio Piola, un primato che resiste da oltre quarant'anni.
Una volta lasciato il campo, poi, Gigi ha partecipato ad altri sei Mondiali come team manager azzurro, a dimostrazione della passione che lo ha sempre legato ai colori nazionali.
Oggi, per il suo settantesimo compleanno, tutta la Sardegna è vestita a festa per lui, il suo numero 11, l'idolo indimenticato e indimenticabile che ha portato una piccola squadra nella storia. Lui, schivo come sempre, è rimasto ancora una volta in disparte, preferendo la serenità della famiglia al clamore e alle grandi celebrazioni. Noi ci uniamo con ammirazione al coro di auguri per questo grandissimo personaggio, uno degli ultimi eroi del calcio di provincia.
Buon compleanno, Rombo di Tuono!