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lunedì 24 novembre 2014

F1 DIARY - 19, ABU DHABI, GARA

Immagine tratta da fia.com
E via di lieto fine. Vince chi era giusto che vincesse, cioè Hamilton.
Le gufate al compagno di squadra di Rosberg gli si sono ripercosse contro, dato che a impazzire è stato proprio l'ERS del biondino.
C'è da dire pure che il braccino in partenza l'ha avuto clamorosamente Nico, quasi piantato al via e prontamente sopravanzato dal neo bi-campione del mondo.
Il Mondiale era già chiuso dopo cento metri.
Hamilton è quindi 2 volte Campione del Mondo. Ma paradossalmente esce meno forte di prima da questo Mondiale monomarca. Con una Mercedes pigliatutto ha vinto 11 Gp contro i 5 vinti da Rosberg, ma clamorosamente è andato sotto 7 a 11 per quanto riguarda le pole. Alzi la mano chi poteva anche solo pensare che con una vettura tanto più forte della concorrenza il buon Lewis potesse essere più lento di Nico sul giro secco e che gli concedesse ben 5 vittorie stagionali, sino ad arrivare a giocarsi il Mondiale all'ultima corsa.
Ma comunque è riuscito a vincere, e ha il tris nel mirino per il 2015.
Il resto della gara ha posto i fari sulla bella prestazione di Massa, su quella di Ricciardo (partito dai box) e sull'agonia di due macchine rosse nelle retrovie inquadrate ogni tanto dalla regia internazionale.
Due flash resteranno nella mente per ricordare questa pessima stagione della Ferrari: la 14 di Alonso che non aveva un migliore spunto in rettilineo della Caterham di Stevens, nonostante nuovi pneumatici appena montati, e i quasi 30 giri impiegati dalle due Rosse per raggiungere la Mercedes di Rosberg che dal giro 25 girava tre-quattro secondi più lenta di tutti. 
E' stato un 2014 imbarazzante per la Scuderia. Via tutti: Domenicali, Marmorini, Montezemolo, Alonso, Mattiacci, prossimamente Tombazis. Epurazione completa: curioso come in tutto questo volar di teste l'unico a conservare il suo posto sia stato Kimi Raikkonen, alle prese con la peggior stagione della sua vita. 
E le notizie sul progetto 2015 si stanno rivelando agghiaccianti: viene confermato un progetto nato male. Peggio di quello di quest'anno. Che la ghigliottina impazzita derivi anche dalla consapevolezza che dai primi riscontri si sta rischiando un 2015 addirittura peggiore della stagione appena trascorsa?
Capitolo Alonso. Nell'abitacolo ha fatto tutto il possibile per le vittorie (negli anni passati) e per massimizzare il (poco) potenziale gara dopo gara. Fuori dall'abitacolo è stato altamente discutibile nella gestione dei momenti difficili. Con squadra e stampa. E' stato probabilmente mal consigliato dal suo management: ha ammesso che già nel 2013 aveva preso in considerazione l'ipotesi di abbandonare la Ferrari, e con più di un anno a disposizione non è riuscito a raggiungere nè il sedile della Mercedes nè quello della Red Bull. E ora a 33 anni punta sulla scommessa McLaren Honda. Quanti anni ci vorranno per vincere? 
La maggioranza degli addetti ai lavori considera Nando il miglior pilota in pista, ma allora perchè Mercedes e Red Bull non lo hanno neppure preso in considerazione? Troppo ingombrante la sua figura fuori dalla pista?

sabato 22 novembre 2014

F1 DIARY - 19, ABU DHABI, QUALIFICHE

Immagine tratta da fia.com
Premesso che:
1) A Hamilton basta arrivare secondo. 
2) Se domani non finisse con la solita doppietta Mercedes sarebbe una super sorpresa.
3) Se vinci 10 gare su 19 come ha fatto Hamilton è anche parzialmente ingiusto arrivare all'ultima gara in odore di fregatura, se il tuo rivale ne ha vinte solo cinque.
Detto questo, potrebbe succedere che:
1) Hamilton ha già perso un Mondiale già vinto all'ultima gara (2007), ma ne ha anche vinto uno all'ultima curva (2008). E' stato davanti tutto il weekend, ma ha fallito la parte decisiva delle qualifiche. Aggiungiamoci che a Interlagos è andato fuori pista in solitudine e quasi in testacoda. Il ragazzo non è tranquillo. Soffre lo stress. E tendenzialmente si mette nei guai con le proprie mani. Oggi andrà a dormire pensando di poter "tranquillamente" arrivar secondo. Ma avrà il dubbio di fare il papocchio da solo. E il dubbio lo terrà sveglio tutta notte. E i fantasmi del 2007 si materializzeranno a pieno regime.
2) Rosberg è stato più volte durante l'anno un beneamato figlio di buona donna. A Montecarlo in qualifica si è probabilmente parcheggiato nella via di fuga per impedire il giro buono a Lewis. E domani si giocherà ogni cartuccia, pulita o meno pulita per iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro della F1. Anche quella di fare da tappo al gruppo, di innervosire ulteriormente Hamilton, o di fare lo sbruffone sulla scelta delle strategie di gara. Faccia da angelo e pensieri da diavolo. 
3) Hamilton sommerso dai dubbi e dopo una notte insonne, potrebbe decidere di finirla alla prima curva, o alla prima occasione di contatto possibile. Ci penserà di sicuro. Se la vena è tappata, se ci saranno difficoltà, e Nico sarà a un tiro di schioppo, attenzione. Perchè da una collisione "da gara" avrebbe tutto da guadagnare.
4) In partenza Lewis è dal lato sporco, ha alle spalle quei fulmini di velocità delle Williams. Streghe anche qui. Se una delle Williams dovesse spuntare seconda dalla prima curva, come si comporterà Hamilton? Sarà furioso o malinconicamente triste stile Alonso dietro Petrov 2010?
5) E se Hamilton dovesse perderlo? Alonso non ha ancora annunciato il passaggio in McLaren. Curiosa coincidenza. 
Probabilmente non succederà nulla di tutto questo, sarà un trenino noioso da doppietta con gomito fuori dall'abitacolo delle Mercedes, con Hamilton campione e bla bla bla...
Ma se dovesse succedere...

domenica 9 novembre 2014

F1 DIARY - 18, INTERLAGOS, GARA

Immagine tratta da fia.com
Il filo conduttore di questo bel Gran Premio brasiliano è stato l'orgoglio. 
Ed è un filo che lega i grandi "bastonati" di questo 2014: Rosberg, Massa, Vettel e Raikkonen.
Nico ha battuto Lewis. In qualifica e in gara, ha amministrato e non ha fatto un errore, a differenza di Hamilton che si è girato nella foga di recuperare il gap prima della sosta ai box. Ora si gioca il jolly di Abu Dhabi: può vincere il Mondiale con una vittoria e un terzo posto del compagno di squadra. Difficile. Ma è ancora lì, Rosberg sta disputando la miglior stagione in carriera. E tiene botta a un manico globalmente riconosciuto come Hamilton.
Massa. Felipe va sul podio nella gara di casa, bissando l'altro piazzamento nella top3 di Monza. Nel corso dell'anno è stato bersagliato dalla sfortuna (al solito) e offuscato dall'escalation di Valtteri Bottas. Ma oggi è stato fortissimo, è arrivato tranquillamente terzo nonostante un penalty di 5 secondi e sbagliando box al pit stop. Chapeau.
Vettel ha fatto il Vettel per tutto il weekend. Ha tenuto dietro Ricciardo sia ieri che oggi. Ha sorpassato, ha avuto ritmo, ha spremuto al massimo la sua lattina. Il sorridente Daniel non s'è mai visto e una volta tanto le rogne tecniche han riguardato solo la sua vettura.
Kimi ha fatto il Kimi della Lotus. Una sosta in meno degli altri, magistrale gestione degli pneumatici. E si è concesso il lusso di battagliare a lungo per tenere dietro un Alonso con una quindicina di giri in meno sulle gomme. Un duello corretto, leale, malizioso. C'era l'orgoglio e l'occhietto vispo del finlandese nel resistere in una condizione di inferiorità tecnica del pneumatico. E' stato un bel vedere. Kimi non era un brocco bollito sette giorni fa, e non è un fenomeno oggi. Semplicemente alcune modifiche sull'anteriore della vettura gli han dato più fiducia alla guida. Meglio tardi che mai.
Infine, nota di merito per Jenson Button. Un vero signore, un gran pilota. E' corretto e duro nei corpo a corpo, e in queste ultime gare in cui la McLaren è progredita sta portando a casa ottimi risultati. Il 4° posto di oggi è un punto esclamativo sulla ventilata decisione della scuderia di Woking di appiedarlo e tenere l'acerbo Magnussen. Merita un volante, è un Campione del Mondo ed è una garanzia. Perchè mai gli si dovrebbe preferire il danese?

sabato 8 novembre 2014

F1 DIARY - 18, INTERLAGOS, QUALIFICHE

Immagine tratta da fia.com
Quando la pista è bella e ha fascino e storia, i piloti ci mettono qualcosa in più, e osano, ci provano.
Così è stato anche in queste qualifiche brasiliane.
Ci ha provato Rosberg, e gli è andata bene. E' stato ancora una volta più veloce in prova di Hamilton, portando il confronto a 10-7. Tutto sommato è inaspettato questo primeggiare nel giro secco del biondino, accreditato di una tacca di talento in meno rispetto a Lewis. Sarà una bella lotta, con Ham che potrà anche accontentarsi di arrivare 2° in virtù del +24 in graduatoria.
Ci ha provato Massa, senza riuscirci, spinto dalla torcida che ha fatto tremare le tribune di Interlagos. Ha finito a 2 decimi dalle super Mercedes, e per domani sogna un Gp da ricordare. Tra l'altro la sua ultima vittoria in F1 è stata proprio su questa pista, anno 2008, con quel sogno Mondiale svanito 40 secondi dopo aver tagliato il traguardo da Campione.
Ci ha provato Seb Vettel a stare davanti a Ricciardo, riuscendoci per 137 millesimi con un 6° posto a fronte di un 9° del suo sorridente antagonista sulle lattine. Ha spezzato la serie negativa di 4 qualifiche alle spalle del compagno di box. Ora resta da ripetersi in gara. Col naso all'insù pregando la pioggia, per accomiatarsi dalla Red Bull con un risultato prestigioso.
E ci ha provato persino Kimi Raikkonen a mettere le proprie ruote davanti a quelle di Nando Alonso. E' stato davanti in FP2, FP3, Q1, Q2, ma si è sciolto sul più bello. Nella manche decisiva Fernando ha trovato un bel giro, rifilandogli 122 millesimi. Una lotta appassionante. Peccato che le due Ferrari stessero lottando per la quarta e la quinta fila. Alonso scatterà 8° e Raikkonen 10°. In una pista in cui i motori Mercedes han trovato picchi di velocità di punta sui 340 kmh, la Ferrari avrà zero possibilità di sorpasso. Quindi lotterà per i punti piccoli. 
Domani? Ma speriamo in qualche scroscio di pioggia, e diciamo Rosberg primo, Ricciardo secondo e Massa terzo. Ma non giocateci su una schedina eh!

lunedì 3 novembre 2014

F1 DIARY - 17, AUSTIN, GARA

Immagine tratta da fia.com
Austin 2014. Tre istantanee: la prima scattata alla quinta tornata, con il "solito" sorpasso con finta di Ricciardo, stavolta su Alonso, la seconda al 24° passaggio, con Hamilton che passa un arrendevole Rosberg e la terza per Vergne, che al 51° giro entra "o la va o la spacca", vecchia maniera su un basito e polleggiante Grosjean.
E' stata una bella gara insomma, peccato che la Mercedes faccia un campionato a parte. Se togliessimo le frecce d'argento, di sicuro staremmo a lodare le modifiche regolamentari che hanno riportato sorpassi e un discreto livellamento di prestazioni. 
Hamilton con il trionfo americano va a quota 10 vittorie stagionali, +24 su Nico Rosberg a due gare dal termine. 
Ma il sorpasso di ieri, sommato alle cinque vittorie consecutive che Lewis ha autografato, è più di una sentenza sulle speranze del biondo Nico.
Il principino Rosberg non diventerà Re, è barrichelizzato totalmente, ieri sul tentativo di Lewis ha quasi alzato il piede e detto "prego si accomodi". E' mentalmente abbacchiato, paradossalmente è lui ad avere il "braccino" ora. Non basta neppure più partire in pole per vincere, e 10-4 come parziale sui trionfi stagionali è un macigno.
Nico il paggetto ha ancora la matematica che lo tiene in corsa, con tanto di doppio punteggio jolly ad Abu Dhabi, e con un ritiro di Lewis può sempre mirare al bersaglio grosso, ma quanto sarebbe meritato?
E poi abbiamo Kimi. Tutti a dargli contro, il più gentile lo invita a svernare in Antartide cospargendosi il capo di cenere e vodka, dichiarando al mondo di essere vecchio.
Il disfattismo impera. Kimi sta disputando una pessima stagione, e su questo non ci piove. Ma anche ad Austin a 10 giri dal termine era settimo, a fronte di un Alonso sesto. Ed è stato pure colpito sul retrotreno da Perez dopo tre giri. Poi la Ferrari si è mangiata le gomme soft, e il finlandese si è dovuto ri-fermare ed è precipitato 13°, ma anche Nando non se la stava passando bene e con 2-3 giri in più e le vibrazioni che aveva, sarebbe finito anche lui a cambiare gli pneumatici o soccombere fuori dalla top ten.
La F14T è nata male, malissimo. Soffre di sottosterzo cronico, Alonso riesce a far scorrere l'anteriore e guidarla, Kimi no. Raikkonen ama un anteriore preciso e questa macchina è quanto di più distante dal suo stile di guida. Vettel, promesso sposo in Rosso, è sull'onda di Iceman, dunque la Ferrari (si spera) cercherà di eliminare quella maledetta sospensione pull-rod e provare ad assecondare le caratteristiche di guida di Kimi e Seb. C'è poi Allison che ha disegnato le Lotus del risorgimento raikkoniano, che dovrebbe dare un grosso input in tal senso.
Occhio a dare del vecchio bollito a un pilota, prendete Valentino Rossi. E' bastato cambiare il capomeccanico e ha ricominciato a volare, finendo spesso davanti a Lorenzo.
Al solito, wait and see.

sabato 1 novembre 2014

F1 DIARY - 17, AUSTIN, QUALIFICHE

Immagine tratta da fia.com
Dopo tre settimane di sosta, torna la F1. Rush finale di tre Gp per assegnare il Mondiale piloti 2014. A meno di cataclismi la tappa di Austin e quella di Interlagos serviranno per tenere caldo lo show in vista della lotteria a doppi punti di Abu Dhabi, in programma il prossimo 23 novembre. I punti che dividono Hamilton e Rosberg sono 17 a favore dell'inglese. Ma negli Stati Uniti è stato il buon Nico a fare la voce grossa e prendersi la pole numero 9 della stagione, in barba alle dichiarazioni da schiacciasassi di Lewis.
Il biondino ha fatto tutto bene e i quasi 4 decimi rifilati al compagno di box sono un bel gancio nell'ottica delle botte da darsi in gara.
Per gli altri spiccioli e bricioline.
Le Williams sono la seconda forza del campionato, Bottas e Massa si contenderanno il podio. Gioisce Alonso, dato che la McLaren da due Gran Premi ha ormai raggiunto il livello (basso) di competitività della Ferrari. Quando svelerà il segreto di Pulcinella della sua firma con la scuderia di Woking, potrà dire di ripartire dallo stesso livello della Rossa più amata d'Italia.
Clamorose le prestazioni in qualifica di Sutil e Maldonado: abituati a lottare per le posizioni dalla 15 in giù con le loro derelitte Sauber e Lotus, domani partiranno dalla nona (in virtù del penalty di Button) e decima piazza.
Per merito dei brillanti regolamenti stagionali, Seb Vettel in pratica non ha girato per la griglia di partenza, poichè, sostituendo la power unit per la sesta volta, sarà costretto a iniziare la corsa dalla corsia box.
E in seguito all'enorme lavoro sulla riduzione dei costi, ci siamo persi per strada Caterham e Marussia, in difficoltà economiche. E sono rimaste in 18 le vetture in pista. Ma il futuro di Force India, Sauber e Lotus non è dei più rosei. 
Devono aver avuto la calcolatrice rotta gli uomini della Federazione.
Pronostico per domani? Rosberg deve vincere, Hamilton completerà la scontata doppietta, mentre sul podio vedremo il sorriso splendente di Ricciardo. Con una bella rimonta di Vettel. E la Ferrari malinconicamente a lottare per i punti piccoli.

domenica 12 ottobre 2014

F1 DIARY - 16, SOCHI, GARA

Immagine tratta da fia.com
I primi quattro in griglia di partenza sono stati i primi quattro alla bandiera a scacchi, in rigoroso ordine.
Si direbbe gara noiosa. E difatti gara noiosa è stata.
Unico momento saliente è stata la partenza, con Rosberg che affianca Hamilton, lo sopravanza, ma va lungo, lunghissimo alla prima curva, spiattellando le gomme. E sosta ai box al giro 2 per montare degli pneumatici che dureranno tutta la gara, 52 giri. 
Tra il suo secondo posto in prova e il secondo in gara, ci sono sorpassi in serie che lo fanno riemergere dall'ultimo posto alla piazza d'onore con quell'astronave chiamata Mercedes.
Hamilton ha vinto a mani basse, mai forzando e arrivando comodamente primo. Il Mondiale sta prendendo la sua strada, +17, vittoria consecutiva numero 4, con Nico in difficoltà più mentalmente che cronometro alla mano.
Mercedes già matematicamente campione tra i costruttori, con 3 gare d'anticipo.
La stella a tre punte è imbattibile, ha una velocità in rettilineo pazzesca. Rosberg ha passato tutti con una facilità disarmante. E' un dominio destinato a durare a lungo, non ci sarà Alonso, Vettel o Honda che tenga. Dietro possono rimescolarsi uomini e motori, ma qua abbiamo una caparra già sul tavolo per aggiudicarsi quantomeno il 2015 in tranquillità. Un vantaggio tecnico e motoristico imbarazzante. Da 25-30 secondi sugli avversari a ogni appuntamento.
Gara noiosa si diceva, partenza a parte, quasi nessun sorpasso.
Emblema di questo trend è la Ferrari. Classica gara di questo 2014: dopo la partenza, cala il buio. La Rossa che transita al primo giro, sino a fine corsa non riesce a piazzare un sorpasso. Si accoda a trenino alle varie McLaren, Williams, ToroRosso, RedBull e di spunti velocistici o di trazione per sferrare l'attacco, manco l'ombra. Potrebbe guidarla anche Gig Robot d'Acciaio, che non sorpasserebbe ugualmente.
Alonso fa 6°, grazie allo scatto allo start, e Raikkonen 9°, a causa dell'intruppamento che lo penalizza alla prima curva. Poi, per entrambi, gara piatta.
Ma Alonso dove andrà? Lui vuole vincere, dice. E' il suo obiettivo. Ma di macchine in pista che possono vincere, attualmente, ce n'è solo una. E si chiama Mercedes. Che ha sotto contratto Rosberg e Hamilton per il 2015. E' quantomeno strano che Nando stia aspettando così tanto ad annunciare il suo futuro lontano da Maranello. Un futuro alla McLaren Honda sarebbe un'incognita, e non vincente da subito. Che si fermi una stagione, o si parcheggi dagli "amici" in Lotus, con un accordo già in tasca con Mercedes per il 2016? Chissà.
Intanto, brava alla Mercedes e #ForzaJules.

domenica 21 settembre 2014

F1 DIARY - 14, SINGAPORE, GARA

Immagine tratta da fia.com
Hamilton 25, Rosberg 0. E Lewis vola a +3 su Nico. 
E' solo l'affidabilità il tallone d'Achille di queste super Mercedes. Rosberg non riesce a partire, ha l'elettronica in panne. Cambia tre volanti, ma niente. Macchina che fa le bizze e mesto ritiro. Hamilton passeggia in pista, permettendosi anche il rischio di tenere le super soft dietro la Safety Car e facendo una sosta in più degli avversari.
Lo spettacolo promesso dalle serrate qualifiche svanisce. Sbadigli. Poche emozioni date dalla tattica. 
E trenini. Solo trenini. 
Con la Ferrari che nel 2014 nei trenini è sempre l'ultima della fila. Manca di trazione in uscita di curva e di velocità in rettilineo. Non si riesce a fare un sorpasso manco a pagarlo.
Chiedere ad Alonso, che chiude 4°, costretto ad accodarsi sia a Ricciardo (3°) con problemi al motore che a Vettel (2°) in crisi di gomme.
E chiedere a Raikkonen, che termina 8°, dopo una gara negli scarichi di Massa prima e di Bottas poi, grazie alla strategia modello kamikaze ideata dal muretto box che ha vanificato il 5° posto dopo la prima curva.
La Rossa ha anche un buon ritmo, tutto sommato, in queste ultime gare (Monza a parte). Ma riuscire a sopravanzare le Red Bull o le Williams senza defaillances di queste ultime non si riesce.
Ed è anche umiliante. Perchè Nando e Kimi fanno pure la figura di quelli scarsi, che non ci provano e che si accodano come taxisti alla stazione. 
La colpa non è loro.
E se l'anno prossimo la Mercedes, come si sussurra, avrà altri 50-60 cavalli in più nel motore, il futuro si preannuncia già da ora grigio, grigissimo.
Aggiungendo poi che probabilmente i top team schiereranno 3 vetture ciascuno, e chi lo vedrà più il podio?
Singapore è affascinante perchè in notturna, perchè si suda, perchè i fuochi d'artificio alla fine. Ma non è un circuito. Chi è più lento di 2/3 secondi riesce a tenersi dietro gli altri. Questo non è spettacolo. E' ostruzionismo puro.
Vabbè, comunque Hamilton è il nuovo leader di questa sinfonia Mercedes. Dopo il fattaccio ungherese, magicamente la sorte gli sta sorridendo. E magicamente Nico ha problemi di ogni sorta. Forse quell'episodio è stato realmente lo spartiacque stagionale. Rosberg ha capito chi comanda in Mercedes. E la classifica glielo sta spiegando.

sabato 20 settembre 2014

F1 DIARY - 14, SINGAPORE, QUALIFICHE

Immagine tratta da fia.com
Ma sì, le più belle qualifiche dell'anno! Tutti vicinissimi, tre sessioni in cui Red Bull, Williams e Ferrari si sono illuse di poter defenestrare finalmente le Mercedes.
E invece no. Alla fine la griglia è sempre quella. La solita solfa.
Due Mercedes, due Red Bull, Ferrari e Williams a mischiarsi. 
Alla fine è sempre la casa di Stoccarda a portarsi a casa la prima fila. Stavolta è Hamilton a beffare Rosberg per 7 millesimi. "Damn it!" (trad. "Dannazione!") sbotta Nico via radio appena saputo di essere stato beffato. 
Soliti sorrisetti e strettine di mano di cartone a fine prove. Domani botte vere, sin dalla prima curva. Rosberg non correrà da ragioniere, e se ci sarà la possibilità, renderà la vita dura a Lewis. 
Però gli altri ci sono. Il fenomeno Ricciardo è 3° a meno di due decimi e dichiara di voler puntare al bersaglio grosso. Ha un gran ritmo gara, è da tenere sott'occhio, perchè è uno che sa gestire bene le gomme. Poi quel sorriso con i riflettori splende che manco la pubblicità del dentifricio.
Il duo Vettel-Alonso è 4° e 5°, vicini vicini, come vorrebbero le voci di mercato che tanto fanno infuriare lo spagnolo. Tanto da sgridare pubblicamente la stampa italiana. Pare sceso dalle nuvole, sei alla Ferrari baby, la pressione fa parte del gioco! Nando vuole puntare al podio. Ma se non fa mirabilie al via, sarà tosta: superare chi sta davanti è un dramma da inizio anno per la Rossa, pure attivando il Drs. Anche perchè la Red Bull può mettere le ali e la Mercedes i cavalli.
Ferrari che aveva anche un Raikkonen in palla, in pallissima, per tutte le qualifiche. Kimi e Nando finalmente separati da un soffio, come nel progetto iniziale di Domenicali: 204 millesimi per il finlandese nella Q1, 31 per lo spagnolo in Q2, e meno di un decimo anche nel primo tentativo della Q3. Poi il motore di Raikkonen ha fatto le bizze e addio secondo run. Sarà 7°, con la magra consolazione della partenza dal lato pulito della pista. Ma per la prima volta è andato veramente bene anche nelle prove. "Tutte le volte che la macchina mi dà delle buone sensazioni, capitano dei problemi", il suo amaro commento. L'importante è che il pilota dimostri, come da qualche gara a questa parte, di aver trovato il feeling giusto con la macchina e il box. Che riesca a modificare in meglio gli assetti, e che stia vicino ai tempi di Alonso. Dimostrando di non essere bollito. 
Beh chi vince domani? Classica vittoria di Ricciardo, quello la sa lunga. Anzi, doppietta Red Bull con Vettel 2°. Con il sorrisone super di Ric che convincerà il tedesco a cambiare aria. E Alonso 3° davanti a Raikkonen. Per farlo stare tranquillo e rivendicare le sue vittorie di Pirro contro Kimi alle prime interviste possibili. Alè.

domenica 7 settembre 2014

F1 DIARY 13 - MONZA, GARA

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
Il dubbio o la pressione.
Hamilton parte male, Rosberg lo infila facile, Lewis alla prima curva sfila 4°. Il destino della corsa pare segnato, a favore di Nico. Ma succede l'inaspettato.
Giro 9, circa 4 secondi di vantaggio su Massa e Ham, Rosberg va lungo alla prima variante ed è costretto a fare lo slalom per tornare in pista perdendo 2 secondi e mezzo.
Giro 29. Poche tornate dopo la sosta ai box, Nico ha la leadership, con Lewis a inseguire a un secondo e spiccioli. Stesso identico errore, bloccatina leggera, lungo, slalom, rientro in pista. Dietro a Hamilton. E a 4/5 secondi ci resta per tutta la gara, senza mai avvicinarsi.
Ecco. Rosberg è stato l'unico pilota a fare l'errorino + gincana seguente, nell'arco di tutta la gara. Strano. Non voglio urlare al "gomblottoooo", ma anche il poco entusiasmo all'arrivo di Lewis è sembrato quantomeno particolare.
Oppure è un fatto di pressione. E di reggere la pressione. E sia Lewis che Nico non sono fantastici sotto questo punto di vista. Hamilton ha cannato clamorosamente la partenza, e Nico ha commesso due errori identici che gli han sfilato dalle mani una gara che poteva solo perdere. Ma i due si detestano, è palese. E ci gusteremo il duello con piacere.
Ricciardo è tra i grandi.
Nuova conferma a Monza, nonostante un 5° posto all'apparenza misero. Alla fine dominio Mercedes a parte, questo 2014 lo ricorderemo per la sua prepotentissima ascesa. 3 vittorie e oggi scrive un'altra pagina di questo sport alla voce "Finta alla Ricciardo". Due sorpassi identici, su Perez e Sua Maestà Vettel. Finta all'esterno e infilata all'interno inaspettata. Chapeau. E' un Campione. Stop. 
Vettel è sull'orlo della depressione. Ma deve capire una cosa: il compagno di box è un Fenomeno vero. E non mettere in dubbio il proprio, di valore. Ricciardo non è uno qualunque che lo sta battendo. E' un pilota speciale.
Note a margine. 
Ci si sta accanendo su Magnussen e gli si appioppano penalità come fossero acqua fresca. E' il regolamento. E ok. Però pare che quando uno tenta il sorpasso, sto regolamento dica "prego si accomodi". E alla lunga diventa noioso. Non è uno sport da damerini. Sennò negli anni '80 si sarebbe dovuta riscrivere la classifica ad ogni arrivo.
Le Ferrari. Kaputt. Alonso motore in pappa e Kimi 9°. Prima del ritiro i due viaggiavano vicini e a braccetto verso la decima posizione. Le discussioni, sentite ancora oggi post-gara sul FenomeNando e l'addormentato Kimi, in una gara dove i due sarebbero finiti appaiati, sono patetiche. Per chi se lo fosse perso, un giro prima del ritiro dello spagnolo, Raikkonen aveva superato Alonso. Il problema è un altro ed è gigantesco. La macchina è ferma. Bisogna fare squadra e lavorare. Ora la Ferrari è la quarta squadra del campionato, dopo Mercedes, Red Bull e Williams. Nessuno fa miracoli, e fare la guerra su chi è più forte tra Fernando e Kimi quando si lotta per il nono posto, è imbarazzante. Stop.

domenica 24 agosto 2014

F1 DIARY- TAPPA 12, GARA

Immagine tratta da twitter.com e modificata su befunky.com
Il casus belli: Hamilton scatta meglio di Rosberg al via. Alla prima curva a guidare il gruppo è l'inglese. Al giro 2 Rosberg tenta una manovra all'esterno e tocca con l'ala la posteriore di Lewis. A Nico vola via un'appendice laterale, a Lewis vola via la gara. Foratura, fondo della vettura rovinata, 0 punti. Il biondino ne incassa 18, arrivando secondo. +29.
In coro Wolff e Lauda a difendere Hamilton: "E' inaccettabile. Succederà molto nei prossimi giorni". E tutti a criticare la tempistica di tale attacco. 
A inizio gran premio la Mercedes ritiene inaccettabile un attacco del genere. Perchè ha trasformato una sicura doppietta in un flop clamoroso. Vero.
Per carità, Ham non c'entra nulla.
Ma è palese come Nico non l'abbia fatto apposta, non essendo affiancato o non avendo spinto fuori pista Lewis. Ha fatto un errore di valutazione. Di misura. Di centimetri. Che è costato la gara a Hamilton, ma che ha danneggiato anche la sua. Teniamo presente che il 90% di toccatine lievi del genere rompono le ali, ma non afflosciano le gomme.
E' stata una cattiva valutazione, un tamponamento impercettibile. Gettare la croce addosso a Rosberg è eccessivo. Nessuna convenienza aveva Rosberg ad andare a uno scontro del genere, atto a mettere k.o. il compagno di box.
Ora la Mercedes promette fuoco e fiamme. "Succederà molto", hanno anticipato.
E cosa vogliono fare? Dare l'ordine che chi parte davanti non può essere mai attaccato? Oppure far vincere una gara a Hamilton rallentando Rosberg? 
Non si sa. La ragione consiglia di gestirla diversamente. Senza fare piazzate. Sono troppo più forti degli altri. Ma non sembra questo il caso.
A meno che.
A meno che in Mercedes Hamilton non stia cominciando a fare la voce grossa. Rosberg sta usando tutte le armi a sua disposizione, basta ricordare il pasticcio delle qualifiche di Montecarlo. La Mercedes ha steso tappeti rossi a Lewis per convincerlo a lasciare la McLaren due anni fa, e probabilmente vedere Rosberg vincere tra i due, a livello di investimenti fatti, non è ciò che si aspettavano. E allora la squadra potrebbe clamorosamente pendere per Hamilton, e "isolare" Nico il furbetto.
Che magari pure pure, nonostante un recente rinnovo, sarebbe invitato a cambiare aria in vista del 2015.
E scatenare un effetto domino. Con il quadricampione Vettel, premio paggetto 2014 del fenomeno Ricciardo, che sbuffa rabbia sotto la visiera. Con Alonso sempre scontento di una Ferrari che arriva sempre mezzo minuto dopo i vincitori. Con un arrembante Bottas, uomo Mercedes di Toto Wolff, che potrebbe diventare appetibile sul mercato. 
Cova fuoco sotto le ceneri in quel di Spa.
Dove Ricciardo ha dimostrato di essere un campione, perchè 3 vittorie in una stagione monocolore Mercedes sono da punto esclamativo. Dove Kimi ha messo la firma in calce ad una gara maiuscola, finalmente assistito da una strategia azzeccata, chiudendo 4° e di più non poteva. A Monaco e a Spa, dove il pilota conta, Kimi ha dato segno di esserci, in una stagione melmosa, e non è male. Dove Bottas 3° svergogna Massa, che si appella alla paperinite, ma che sta facendo una figura magra, magrissima in confronto al finnico. 
Che podio oggi, Ricciardo, Rosberg e Bottas. Quando tutti pensavano che i più forti in quelle squadre fossero Vettel, Hamilton e Massa. Che roba.

sabato 23 agosto 2014

F1 DIARY- TAPPA 12, QUALIFICHE

Immagine tratta da bbc.co.uk e modificata su befunky.com
Spa. Piove. Qualifiche.
Ci sono botte da orbi in Mercedes. Il resto è sfondo, che si perde negli aquaplaning e nelle chiacchiere da bar per stabilire il Campione e la pippa all'interno di ogni squadra.
In Mercedes è il delirio. Una qualifica tiratissima, due bambini capricciosi, Nico e Lewis, desiderosi di menare pugni a ogni curva. A dimostrare chi è più furbo dell'altro. In ogni sessione giri impiccati dei due alfieri delle Frecce d'Argento. 
Sul filo dei decimi per tutte le sessioni, la spunta Rosberg. Hamilton incassa i due decimi, un parziale di 4 pole a 7 per il tedesco e ha bisogno di uno strizzacervelli.
Under pressure.
Lewis ha avuto un'ottima carriera sinora. Enfant prodige, all'esordio in F1 ha buttato via un Mondiale che aveva in tasca per inesperienza. Ma ha saputo tenere testa ad Alonso. Ha vinto l'iride l'anno dopo contro Massa. Negli anni successivi è stato appresso a una McLaren ondivaga di competitività. Ma ha dato segni di talento purissimo, nel paddock è indicato come il pilota più talentuoso e veloce sul giro secco. E ora? Con la migliore vettura del lotto che fa?
Le sta prendendo con una regolarità stupefacente. Da Rosberg. 
Uno che si è fatto la gavetta in Williams per togliersi l'etichetta di snob figlio di papà. E che poi è passato in Mercedes a fianco dello Schumacher di ritorno. Risultati importanti contro il sette volte Campione del Mondo, ma sottovalutati dalla critica che sopravvalutava, alla luce dei fatti attuali, il rincoglionimento da 40enne di Michael. E via alle chiacchiere da bar e alle equazioni improbabili.
Michael andava, e forte, perchè a 43anni teneva testa a Rosberg in qualifica, con Nico che ora fa più pole di Hamilton a parità di macchina, con Hamilton che quando correva in McLaren si equivaleva con Alonso, che ora in Ferrari ridicolizza Raikkonen, con Kimi che contro Nando riesce a far peggio addirittura di Massa, che le prende sempre da Bottas. Un cane che si morde la coda insomma per dimostrare che Rosberg, con le equazioni, metterebbe in riga chiunque, avendo battuto Schumi e Hamilton.
E comunque, Alonso il Campione oggi fa 4° e dà 1 secondo a Kimi la pippa, 8°. Con Raikkonen che riesce a peggiorare il suo tempo in Q2 quando tutti han migliorato di 7 decimi/1 secondo. Misteri della fede. Bottas è Campione perchè è sempre davanti a Massa la pippa. Anche oggi uno sesto e l'altro nono, 1 secondo dietro. Campione per un giorno, dopo una stagione di stenti, è Vettel, terzo, due decimi davanti a Ricciardo, 5°, e adesso è lui a poter sorridere.
Ma comunque parliamo di lotte per la gloria e non per la vittoria. Al massimo per il terzo e poco importante gradino del podio. La lotta, quella vera, è tra Nico e Lewis. Con un Rosberg super gasato e un Hamilton sull'orlo di una crisi di nervi. 
Domani chi vince? Ah beh, Hamilton, che compirà una manovra da censura alla prima curva e si vincerà il Gp. Rosberg farà il paggetto sul podio, assieme a Bottas.