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domenica 20 settembre 2015

BAR F1 - 13, GARA SINGAPOREGNA

Immagine tratta dal profilo Twitter @Formula1
MAN OF THE RACE
Max Brufolo Kid Verstappen in partenza vanifica l'ottavo posto in griglia addormentandosi allo start. Viene spinto in corsia box e riparte con un giro di ritardo. Le due safety car lo riportano nel giro del battistrada, e con una strategia azzeccata infila un sorpasso dopo l'altro, chiudendo 8°. E risponde uno squillante "No!", quando dai box gli dicono di cedere la posizione nei giri finali a Sainz. Il ragazzo non si farà, è già fatto, anche caratterialmente. Ed è nato nel 1997.
Ex aequo Seb Vettel. Grandioso, sbrilluccicante, a Marina Bay ha fatto ciò che voleva. Ha allungato e gestito quando gli pareva. Senza mai rischiare nulla. Terza vittoria stagionale, senza Adrian Newey. Ora tutti sul suo carro, a scoprire che Vettel è un fenomeno, come se i 4 titoli e 39 vittorie pre-Ferrari fossero finiti sul suo curriculum per grazia divina.
GLI SPUNTI 
"A 'bbelllo de notteeee", ecco perchè Raikkonen è salito sul podio solo in Bahrain e a Singapore! Erano le uniche due gare in notturna! E allora la teoria del vecchietto non mi regge, si sa che i nonnetti appena vedono il buio cadono in letargo. E' proprio strano questo finlandese. Ma con la Ferrari di oggi anche Pluto, Topolino e Minni sarebbero saliti sul podio, no?
Sarà pure un circuito dove i sorpassi sono impossibili, ma sto catino del sud-est asiatico grazie alle safety car, ai muretti e alle interferenze, ci consegna sempre gare lunghe e complesse, dove emergono valori in pista particolari. Sei piloti ritirati, roba che si vede due volte l'anno. Viva Sing Sing.
GLI ABBACCHIATI
La Mercedes di Singapore è desaparecida. Per fortuna, aggiungiamo. Gomme, assetto, motore, pista indigesta? Nessuno sa cosa abbia spinto le Frecce d'Argento a 1 secondo e mezzo dalle Ferrari. E Hamilton riesce a ritirarsi per problemi al motore, su una pista dove il propulsore è appena solleticato. Mistero. Non urliamo al gomblottooo, racchiudiamoci nell'ambito dell'inspiegabile e attendiamo il sabato di Suzuka per formulare un giudizio.
L'invasore di pista. Triste, solitario y final. Cammina in pista, tutto da un lato, quasi come capitasse là per caso, e senza tradire alcuna emozione, ritorna da dove è venuto. Un'apparizione. Ora la butto lì, qualcuno si è accorto che ogni volta che abbiamo visto un tizio in pista, ha vinto una Ferrari? A Hockenheim 2000 con l'uomo con la mantella e a Siilverstone 2003 con il prete pazzerello vinse Barrichello, a Barcellona nel 2004 con Jimmy Jump nel giro di ricognizione vinse Schumi, e qui a Marina Bay ha vinto Seb. Quattro indizi fanno una prova, è l'"Invasore Gate"! La Rossa è colpevole!

sabato 4 luglio 2015

BAR F1 - 9, PROVE INGLESI

Imm. tratta da autosprint.corrieredellosport.it
CHI C'E'
Hamilton ha lasciato illudere Rosberg sino al sabato mattina, poi si è preso la pole senza troppi complimenti. La numero 46. E domani proverà a invertire la tendenza che ha visto negli ultimi 10 anni trionfare solo 2 poleman qua a Silverstone.
C'è Kimi davanti a Vettel. Anche se, secondo i media nostrani, è il pilota più amato dai fans perchè hanno votato in pochi, perchè il sondaggio della GPDA non conta, perchè sì sarà pure il più tifato, ma la sua popolarità sta innegabilmente calando (Pino Allievi dixit oggi sulla Gazzetta), perchè è un gomblottooo. Insomma, sì vabbè, sarà pure 5°, ma avrebbe dovuto fare 1°. E comunque c'è sempre domani, e la speranza di accanirsi è dura a morire. Sennò che si scrive sui giornali da qui al 24 luglio?
Il piccolo Kvyat, criticatissimo dopo i primi Gp, sta mettendo in riga il sorriso di Ricciardo. A suon di tempi e prestazioni sta meritandosi il sedile Red Bull. Il tempo è galantuomo. E non giornalista, difatti.
CHI NON C'E'
La Ferrari ha architettato tutto, è chiarissimo: dare la peggior macchina della stagione a Raikkonen, proprio nel weekend in cui riesce a mettersi dietro in tutte le prove il fenomeno Seb. E' una tattica per non far risaltare il finnico. Così si arriverà alla scadenza naturale del contratto e gli si potrà dire grazie e arrivederci perchè non è arrivato nella Top 1 nella Classifica iridata e perchè non ha staccato il teammate di quegli 80/90 punti richiesti. 
La McLaren, secondo il sondaggio globale online, è la 2a squadra più tifata della F1, e ha il 2° e il 3° pilota con più fans (Alonso e Button), e nel Gp di casa chiude in penultima fila. Triste y solitaria. 
Più passano i Gp e sia la Ferrari che la McLaren non migliorano. E dire che una volta lo sviluppo durante la stagione, era il fiore all'occhiello per entrambe. Ah, l'epoca dei test.
Gianfranco Mazzoni non c'è. Lo storico telecronista Rai accoglie i telespettatori localizzando Silverstone "80 km a nord di Roma", dunque non si ha bene l'idea del luogo preciso da cui il nostro eroe stesse assistendo alle qualifiche. Dai miei calcoli potrebbe trovarsi in zona Orte o Rieti. O probabilmente stava commentando già dal futuro, all'incirca nel 2043, dato che ieri ha salutato il compleanno di Vettel con un "auguri a Vettel, oggi 28 anni con la Ferrari".
L'EXPLOIT
Felipe Massa, perde il capello ma non il vizio. In barba alla spelatura evidente, il buon Felipe, si, sempre lui, quello lento, complessato, demotivato e citrullo che guidava la Ferrari al fianco di Alonso, si piazza 3°. Ancora davanti al nuovo fenomeno Bottas, promesso sposo di Maranello, che è pompatissimo da tutti, ma che di mettersi dietro il vecchio Massa non ne vuole proprio sapere. E, tanto per gradire, è la prima volta in cui a Silverstone, in tutta la carriera in F1, Massa riesce a mettersi alle spalle il compagno di box in qualifica. Tanto per dare un'idea del giustificatissimo entusiasmo della stampa italiana verso Bottas.
LA PREVISIONE
Noia a palate. O a patate. 1°Hamilton, 2°Rosberg, 3°Massa, 4°Vettel, 5°Bottas.

domenica 10 maggio 2015

BAR F1 - 5, GARA SPAGNOLA

Immagine tratta da corrieredellosport.it

MAN OF THE RACE
Nico Rosberg fa pole e vittoria, e si porta a -20 da Hamilton nella classifica iridata. Non sbaglia nulla, e il primo posto in gara non è stato mai messo in discussione. Tra due settimane si va a Montecarlo, dove lo scorso anno con una pole (con giallo) e vittoria, lanciò ufficialmente il guanto della sfida ad Hamilton. E con tanti punti di ritardo, ha un solo risultato a disposizione: vincere.
GLI SPUNTI
La Ferrari arriva per la quinta volta in cinque gare a podio. Il risultato è grandioso, considerando la base di partenza. Ma il sorriso è a metà, c'è un broncio latente, segno che il podio non basta più. Si vorrebbe insidiare sempre la Mercedes. Ma le Frecce d'Argento sono di un altro pianeta: Vettel è arrivato 45 secondi dopo il vincitore, Raikkonen a 1 minuto. La cosa non è fattibile. Bisogna sorridere e basta, perchè il podio nel 2014 si vedeva col binocolo.
Dopo 50 giri dei 66 previsti, tutte le vetture tranne Ferrari e Williams, erano state doppiate dalle Mercedes. Segno che è una F1 a due velocità.
Kimi Raikkonen mette in pista un primo giro, al solito, pazzesco. Dopo la prima curva era 8°, ma poi passa Massa, Verstappen e Sainz. Regala emozioni. Ma sta arrivando sempre dietro Vettel, specie perchè non azzecca un'ottima qualifica da tempo immemore. Forse gli alti stati di Maranello preferirebbero partire quarti ed arrivare quarti, regolari e senza emozioni. E il rinnovo tarda ancora ad arrivare.
GLI ABBACCHIATI
La McLaren cambia colore, ma l'ordine degli addendi non cambia. Alonso frigge i freni, con tanto di strike dimostrativo ai box, Button tristemente ultimo degli umani (escludiamo ovviamente le Manor). E dopo 5 gare, i punti sono zero. Nono posto. #IlMeglioDeveAncoraVenire, ha scritto per tutto l'inverno Nando. Beh, ha ragione, sotto zero non si può andare.
Pastor Maldonado stava facendo una gara strepitosa, navigando attorno alla 7a/8a posizione. Peccato che in un contatto ravvicinato con il compagno Grosjean, una parte dell'alettone posteriore si sia sfasciata. Dove c'è Pastor, c'è spettacolo. Sempre. E' una garanzia. Come si fa a non volergli bene?

sabato 9 maggio 2015

BAR F1 - 5, PROVE SPAGNOLE

Immagine tratta dall'account Twitter @F1
CHI C'E'
Finalmente Rosberg, firma la prima pole stagionale, sedicesima in carriera. Quasi 3 decimi dati ad Hamilton. Doveva rialzare la testa e l'ha fatto. Ma deve completare l'opera in gara, per cambiare i destini di un mondiale che pare già segnato.
Max Verstappen, che sì le prende dal compagno di box Sainz, ma ha comunque 17 anni e per la seconda volta nei suoi primi 5 Gp in carriera, partirà 6°. Per domani spera che dopo le tante rottura, la dea bendata si ricordi di lui.
CHI NON C'E'
Prima delle libere della mattina, in Ferrari si decide di usare per il weekend una macchina con gli aggiornamenti e una macchina "classica". Se la giocano con una monetina Seb e Kimi. E ovviamente Kimi pesca la "vecchia". E in Q3 ci mette molto del suo, peggiorando di 4 decimi rispetto al tempo della Q2, buscandosi 1 secondo da Vettel e 1 secondo e 7 da Rosberg. Una cosa è certa: se manca il grip, Raikkonen soffre. E partirà 7°.
La Red Bull è un mistero, strombazzano il nuovo muso e i nuovi aggiornamenti e in qualifica sia Kvyat che Ricciardo sono dietro le sorelline Toro Rosso di qualcosa come mezzo secondo. Urge una sterzata.
Felipe Massa le prende da Bottas con una certa regolarità ormai. Oggi è 9° a 1 secondo dal compagno di squadra.
La Force India sprofonda. Penultima fila, il motore Mercedes impone un telaio migliore di quello affidato sinora a Hulkenberg e Perez. Ma le finanze non sono floride.
L'EXPLOIT
A tenere alta la bandiera della Spagna del Gp di casa, date le difficoltà della McLaren Honda, c'è Carlos Sainz Jr. Qualifica maestosa e grandioso 5° posto in griglia domani. Olè.
LA PREVISIONE
Noia a palate nel caldo pomeriggio spagnolo. 1 Rosberg 2 Hamilton 3 Vettel 4 Bottas 5 Raikkonen.

sabato 18 aprile 2015

BAR F1 - 4, PROVE DAL BAHRAIN

Immagine tratta dal profilo Twitter @F1
CHI C'E'
Lewis Hamilton e la sua 42esima pole. Sei decimi rifilati al mogio Rosberg, ormai declassato a seconda guida bastonata e barrichellizzata. Domani avrà una bella gatta da pelare di rosso vestita.
Seb Vettel sente odore di caccia grossa. In qualifica non sbaglia mai nulla, e parcheggerà la scintillante Rossa in abito da sera, in prima fila. C'è un ottimo passo gara, pure migliore delle Mercedes. E se domani si riuscisse davvero a vincere si aprirebbero inaspettate prospettive...
Bravi Sainz e Hulkenberg, che portano le loro Toro Rosso e Force India in Q3, sovrastando i loro compagni di box. 
CHI NON C'E'
Rosberg dopo aver creato l'inutile polemica del "Lewis andava piano deliberatamente" made in Cina, oggi dovrà parlarci del "Lewis che va troppo forte deliberatamente". Morale della favola: è sempre dietro. Oggi pure alla Ferrari. In crisi. O va troppo piano deliberatamente?
Kvyat è disastrosamente 17°, a causa di problemi alla sua Red Bull Renault. Problemi, problemi e sempre problemi. Le lattine son bucate quest'anno. 
Button non c'è, ma non per colpa sua. La McLaren è riuscito ad abbandonarlo a inizio prove in 3 delle 4 sessioni disputate sin qui a Sakhir. Roba che neppure Barrichello, Massa o Raikkonen. Ma Jenson ha trovato conforto nell'hashtag tanto caro ad Alonso, "il meglio deve ancora venire". Anche perchè peggio di così...
L'EXPLOIT
La Ferrari. Che di notte è anche più bella, più rossa e più scintillante. Il recupero rispetto al 2014 è mostruoso, mai visto, incredibile. Inspiegabile. L'anno passato Alonso chiuse 9° e Raikkonen 10°, quest'anno parliamo di passi gara mostruosi, di Ferrari a panino tra le Mercedes in qualifica, e di prospettive e sogni di vittoria e di gloria. Dalla notte al giorno, anche se domani si correrà all'oscurità.
LA PREVISIONE
Alla roulette uscirà il rosso. 1 Raikkonen, 2 Hamilton, 3 Vettel, 4 Rosberg, 5 Massa.

domenica 29 marzo 2015

BAR F1 - 2, GARA MALESE

Immagine tratta da Twitter (@F1)
MAN OF THE RACE
AAAAAAAAAA! Seb Vettel alla gara numero 2 con la tuta rossa ha vinto! E ha vinto bene! Sull'asciutto, di strategia e di piede pesante. Un ritmo consistente, mai un errore, mai una sfiga. Al traguardo grida in italiano, si commuove, saltella e dirige l'inno della squadra. E' un sogno ad occhi aperti il suo. In barba ai detrattori, in barba ai trattori (ovvero le Red Bull di quest'anno, che ha doppiato) e in barba ai barbuti (Alonso, che non l'ha mai considerato al suo livello).
Ha vinto! Alla seconda gara! Contro quelle astronavi delle Mercedes, dopo aver addirittura sfiorato la pole ieri. Questa è un'impresa che verrà declamata ai posteri. Sicuro.
GLI SPUNTI
La Mercedes ostenta tranquillità. Forse un po' di arroganza nel pre-gara, e un'eccessiva sicurezza sul proprio vantaggio nel post-gara. Senza la safety car e la conseguente differenziazione di strategie, Hamilton avrebbe sì potuto vincere, ma con un margine ridotto nei confronti di Vettel. Quindi, e aggiungiamo clamorosamente, la freccia d'argento e la Ferrari sono vicine. Non ci sono da dormire sonni tranquilli a Stoccarda. 
Ed è parimenti un mistero come un catorcio, in regime di quasi blocco regolamentare, si trasformi in un cigno rosso nello spazio di pochi mesi. A Maranello han fatto un miracolo sportivo. La macchina è poderosa, costante, facile da guidare. 
Max Verstappen ha fatto una gara spettacolare. Tutta sorpassi e grinta. A 17 anni è arrivato 7°. Davanti al compagno di box, davanti alle Red Bull. Talento assoluto. Ciliegina sulla torta, il sorpasso rifilato a Ricciardo, all'esterno. Chapeau.
GLI ABBACCHIATI
Non vorremmo essere in Kimi Raikkonen in questo momento. Gira tutto storto. Tralasciando la qualifica di ieri, oggi viene nuovamente (come in Australia) tamponato da Nasr, ed è costretto a fare un giro intero con la gomma a brandelli. Ritorna ultimo, arriva la safety car, che però non lo aspetta e non gli permette di accodarsi al gruppo. Rimonta sino al 4° posto, dimostrando che lui c'è e che la macchina c'è. Ma ha una sfortuna ragazzi, che veramente! Il suo passo in prova e in gara non è per nulla lontano da quello di Vettel, nè a Melbourne e nè a Sepang, ma a Kimi va tutto male. Sempre. Tutti festeggiano ai box, e lui è costretto a inforcare i soliti occhiali neri e bofonchiare versi di giustificazione. 
La Red Bull è dietro. Ma dietro dietro. A un giro da Vettel. E dietro persino alla sorellina Toro Rosso. E come è possibile? Se la defaillance è made in Renault, quantomeno al junior Team di Faenza debbono star davanti! E invece sono là, mestamente 9° e 10°, a lottare tra loro per le briciole.
La McLaren piazza un doppio ritiro e Alonso dal fondo della griglia guarda una Rossa che torna alla vittoria dopo due anni. E finge che va bene così, che alla lunga avrà ragione lui. Sì, Fernando, bravo. Pacchetta sulla spalla per te. Sorriso di circostanza.
La Manor c'è ma non si vede. Contenti loro, contento Bernie. 

sabato 28 marzo 2015

BAR F1 - 2, QUALIFICHE MALESI

Immagine tratta da Twitter (@F1)
CHI C'E'
C'è Lewis Hamilton, alla pole numero 40 in carriera. Ha rischiato in Q2, l'ha spuntata col fiatone di 74 millesimi in Q3, ma l'ha presa. Il terzo mondiale appare già in discesa. In barba a Nicole che l'ha mollato. Il Re Nero è cresciuto e non sbaglia un colpo da mesi.
Seb Vettel sotto la pioggia corre come un pazzo. Lo faceva in Toro Rosso, lo faceva in Red Bull, lo fa in Ferrari. Una prima fila con una Rossa mancava da gare 38. Una vita. E lui sta massimizzando tutto il pacchetto a disposizione: podio in Australia, prima fila in Malesia. E un sorrisone sornione che va da un'orecchio all'altro. Il manico c'è ancora, c'è sempre stato.
CHI NON C'E'
Nico Rosberg, che si sta trasformando in Nico Ros-Berger. Ovvero Gerhard Berger, fedele scudiero meno dotato di Ayrton Senna. Il Mondiale è già indirizzato per il bis di Ham, e lui non pare avere la forza mentale e il talento necessario neppure per competere. E forse l'anno passato era in un anno di grazia. Il che significa noia a palate quest'anno.
Kimi Raikkonen. Per sfiga, perchè si è addormentato, perchè ha fatto la figura del pollo nell'elastico Ericsson-Hamilton in Q2. E' il paladino della Legge di Murphy applicata alla F1: se c'è qualcosa che può andare storto, di sicuro busserà al pilota numero 7. Partirà 11°, si prende una tirata d'orecchie dal capo, e da due gare Vettel è issato da tutti come il Messia, mentre lui è Paperinizzato/Barrichelizzato/Massizzato. Reagirà? O sarà preda dello sconforto? Forza nonno Kimi, il più vecchio in griglia!
La McLaren sorride per aver dimezzato il distacco dai primi, che passa da secondi 5 a secondi 2.4. Ma domani parte sempre ultima. Anzi ultimo ci parte Alonso. Dietro Button. "Il meglio deve ancora venire", ripeteva per tutto l'inverno l'asturiano. Beh, qualcosa peggio di tutto quello che gli è capitato da quando ha poggiato le terga sulla vettura anglo-nipponica, è proprio difficile.
Poi la Manor. Chi?
L' EXPLOIT
Max Sbarbatell Verstappen, a 17 anni, sotto i monsoni malesi, con la pista mezza allagata e mezza asciutta, piazza un mostruoso 6° posto. Davanti alle Williams, a un soffio dalla Red Bull di Kvyat. Il ragazzo non si farà, si è già fatto. Occhio al talento, da punto esclamativo.
LA PREVISIONE
Si partirà asciutti, poi monsona, poi safety, poi bandiera rossa, poi si asciuga. 1 Hamilton 2 Raikkonen 3 Vettel 4 Verstappen 5 Rosberg.

martedì 24 febbraio 2015

ALAIN PROST, IL "PROFESSORE" DELLA FORMULA 1

Immagine tratta da sportskeeda.com
Ci sono due diversi tipi di mito, nello sport. Ci sono coloro che restano nella memoria per le grandi imprese sportive, i duelli, i comportamenti al limite, la capacità di essere amati dalle folle, anche senza vincere tanto. E ci sono invece i campioni freddi, schivi, che raramente trasgrediscono alle regole, non compiono gesti eclatanti, ma al momento giusto sanno piazzare il colpo vincente, portando a casa il successo. Alain Prost è stato e può essere considerato una sorta di mix tra questi due genere di mito, un uomo estremamente dotato e in grado di bilanciare con estrema maestria istinto e razionalità, intuizione e strategia. E' di diritto nell'Olimpo dei grandi della Formula 1, non solo per i quattro Mondiali vinti (1985-1986-1989-1993), l'eccezionale numero di vittorie e di podi conquistati in carriera (51 e 106 in 202 Gran Premi, due record battuti solo da Schumacher), ma per il modo in cui ha ottenuto tutti questi successi, in un periodo sport dei motori caratterizzato da grandi campioni e straordinari protagonisti, dentro e fuori dagli autodromi.
Eppure, se si dovesse fare un sondaggio tra i fan della Formula 1 e chiedere quali sono stati, secondo loro, i più grandi e i più amati di sempre, probabilmente il "Professore" terminerebbe lontano dai primi. Questo perché, a differenza di tanti suoi colleghi, Prost non si è mai distinto per i sorpassi spericolati, le manovre imprevedibili, i duelli all'ultimo sangue e le gare sul bagnato, suo vero tallone d'Achille. Il vero talento del francese era soprattutto quello meccanico e tattico, aveva una capacità straordinaria di lavorare sulla macchina e gestire i momenti topici di una corsa. Questo, soprattutto in un periodo in cui rotture e inconvenienti tecnici erano all'ordine del giorno, gli ha permesso di ottenere sempre il massimo dalla sua vettura, preservandola da rischi eccessivi e azioni azzardate, e ritrovandosi al posto giusto nel momento giusto in più di un'occasione. La serenità della sua guida però non deve ingannare: il carattere del francese è sempre stato tutt'altro che tranquillo, e lo sanno bene tutti coloro che hanno diviso il box con lui. In Ferrari ricordano ancora il suo allontanamento e le sue parole ben poco diplomatiche sul mezzo, definito un "camion" senza troppi complimenti. Altrettanto la pensavano i suoi tanti avversari, alcuin anche suoi compagni di scuderia come Arnoux, Mansell, Lauda, e soprattutto Ayrton Senna, colui che più di tutti ha incarnato la sua esatta antitesi ed eccitato a dismisura il suo spirito competitivo. Parlare dell'uno senza citare l'altro è praticamente impossibile, la loro è stata una delle rivalità più celebri nella storia dello sport, paragonabile a Larry Bird-Magic Johnson nel basket, o a Coppi-Bartali nel ciclismo. Caldo, impetuoso ed estroverso il brasiliano, freddo, razionale e riservato il francese, due stili di guida e due personalità diversissime e completamente incompatibili, unite solo dalla voglia di primeggiare e di superare in ogni occasione l'avversario. Tanti duelli in pista, titoli contesi sul filo di lana e conquistati anche con contatti e manovre al limite, un detestarsi assoluto dentro e fuori dal circuito. Fino ad Adelaide 1993: ultimo podio e ultimo Gran Premio della carriera di Prost, ultima vittoria dello sfortunato Senna, scomparso solo sei mesi dopo a Imola. Al momento della premiazione, l'abbraccio sincero tra i due rivali, un bellissimo gesto per chiudere definitivamente una rivalità sportiva e umana incredibile.
Un personaggio complesso, insomma, un campione vero e un vincente nato, a volte ostico e non semplice da prendere, non amatissimo nei paddock e tra la gente, ma con un carisma riconosciuto e incontestabile. Uno che anche oggi, che ha appena festeggiato le 60 candeline, farebbe la sua figura in questa Formula 1 moderna, dove i personaggi faticano a venir fuori, e duelli come quello tra lui e Senna sono ormai ricordi di un periodo fantastico e, per certi versi, irripetibili.
Auguri Alain, bon aniversaire!

domenica 30 novembre 2014

LA FINE E IL NUOVO INIZIO

Immagine tratta da corriere.it e modificata su befunky.com
E Nando se ne va. E Seb gira a Fiorano con una vecchia Ferrari del 2012, di quelle che facevano ancora un rombo degno di una F1.
Tanta gente assiepata sui cavalcavia, tra le recinzioni. Tutti a spiare il nuovo arrivato.
Un Vettel che per passione e dedizione al lavoro è già entrato nel cuore dei tifosi ferraristi, quelli veri. Quelli che non si fanno condizionare dalla stampa e dai giochini da bar.
La stampa ha steso tappeti rossi per Nando, più di quanto abbia fatto lo zoccolo duro dei sostenitori della Scuderia di Maranello. E sono stati sempre i giornali a eleggere Alonso ultra iper mega fenomeno, in una sorta di collettivo rito messianico, sempre rivolto ad idolatrare la sua figura. 
Si chieda a un ferrarista se Alonso sia o meno nel novero dei piloti migliori di sempre o tra i migliori che abbiano guidato una Rossa, e non ci saranno dubbi. Non viene prima di Schumi, non viene prima di Lauda, non viene prima di Gilles.
I giornali in questo lustro lo hanno esaltato oltremodo. Appoggiando la tesi alonsiana che Vettel abbia vinto 4 Mondiali senza meritarli, solo per meriti "meccanici" e "aerodinamici". Passando la teoria che tra Alonso e Vettel non ci fosse paragone.
Apriamo e aprite gli occhi. Qui si parla di un predestinato. Di un fenomeno vero. Parliamo di un ragazzo che ha fatto pole e vittoria con la Toro Rosso (!!!), al suo primo anno completo in F1, ancor prima che la Red Bull vincesse un Gp. A 21 anni. Parliamo di un ragazzo che ha vinto in Red Bull al suo terzo Gp con le lattine. Il confronto con Ricciardo? Daniel è un altro fenomeno vero, è stato davanti a Seb facendo miracoli, andate a vedere i sorpassi che ha buttato giù in pista in questo 2014. Ricciardo non è e non sarà uno qualunque. Come non lo fu quell'Hamilton appena arrivato in McLaren che mise in difficoltà il bi-campione Alonso.
E saranno gli stessi giornalisti che tempo qualche mese, o più verosimilmente qualche anno, saliranno tutti sul carro del tedeschino al grido di "Alonso chi?", fomentando la superficialità del tifoso da bar, pronto a giurare fedeltà alla moda del momento.
Non è un caso che la Gazzetta oggi apra con "Vettel va più veloce di Alonso", come fosse una notizia sorprendente e si parlasse di un novellino che sale per la prima volta su una F1.
Il vero ferrarista sa capire, sa scegliere chi amare. E i tanti tifosi andati a spiare Vettel lo dimostrano. E' un discorso che riguarda la pista, ma non solo. Schumi entrò nel cuore dei fans mostrando il suo lato "latino" e più umano, Lauda lanciando il cuore oltre l'ostacolo tornando in macchina 40 giorni dopo l'inferno del Nurburgring e Gilles, beh, Gilles entrò nell'elite dei migliori di tutti i tempi per il coraggio, la fantasia e la sua voglia di provarci sempre e comunque. E Seb ha già colpito il primo giorno non per i tempi sul giro, ma per passione, dedizione al lavoro, umiltà e per quella scritta rossa in italiano sul casco bianco "Il mio primo giorno in Ferrari". Frase perfetta per un nuovo inizio. E per colpire il cuore dei ferraristi.

lunedì 24 novembre 2014

F1 DIARY - 19, ABU DHABI, GARA

Immagine tratta da fia.com
E via di lieto fine. Vince chi era giusto che vincesse, cioè Hamilton.
Le gufate al compagno di squadra di Rosberg gli si sono ripercosse contro, dato che a impazzire è stato proprio l'ERS del biondino.
C'è da dire pure che il braccino in partenza l'ha avuto clamorosamente Nico, quasi piantato al via e prontamente sopravanzato dal neo bi-campione del mondo.
Il Mondiale era già chiuso dopo cento metri.
Hamilton è quindi 2 volte Campione del Mondo. Ma paradossalmente esce meno forte di prima da questo Mondiale monomarca. Con una Mercedes pigliatutto ha vinto 11 Gp contro i 5 vinti da Rosberg, ma clamorosamente è andato sotto 7 a 11 per quanto riguarda le pole. Alzi la mano chi poteva anche solo pensare che con una vettura tanto più forte della concorrenza il buon Lewis potesse essere più lento di Nico sul giro secco e che gli concedesse ben 5 vittorie stagionali, sino ad arrivare a giocarsi il Mondiale all'ultima corsa.
Ma comunque è riuscito a vincere, e ha il tris nel mirino per il 2015.
Il resto della gara ha posto i fari sulla bella prestazione di Massa, su quella di Ricciardo (partito dai box) e sull'agonia di due macchine rosse nelle retrovie inquadrate ogni tanto dalla regia internazionale.
Due flash resteranno nella mente per ricordare questa pessima stagione della Ferrari: la 14 di Alonso che non aveva un migliore spunto in rettilineo della Caterham di Stevens, nonostante nuovi pneumatici appena montati, e i quasi 30 giri impiegati dalle due Rosse per raggiungere la Mercedes di Rosberg che dal giro 25 girava tre-quattro secondi più lenta di tutti. 
E' stato un 2014 imbarazzante per la Scuderia. Via tutti: Domenicali, Marmorini, Montezemolo, Alonso, Mattiacci, prossimamente Tombazis. Epurazione completa: curioso come in tutto questo volar di teste l'unico a conservare il suo posto sia stato Kimi Raikkonen, alle prese con la peggior stagione della sua vita. 
E le notizie sul progetto 2015 si stanno rivelando agghiaccianti: viene confermato un progetto nato male. Peggio di quello di quest'anno. Che la ghigliottina impazzita derivi anche dalla consapevolezza che dai primi riscontri si sta rischiando un 2015 addirittura peggiore della stagione appena trascorsa?
Capitolo Alonso. Nell'abitacolo ha fatto tutto il possibile per le vittorie (negli anni passati) e per massimizzare il (poco) potenziale gara dopo gara. Fuori dall'abitacolo è stato altamente discutibile nella gestione dei momenti difficili. Con squadra e stampa. E' stato probabilmente mal consigliato dal suo management: ha ammesso che già nel 2013 aveva preso in considerazione l'ipotesi di abbandonare la Ferrari, e con più di un anno a disposizione non è riuscito a raggiungere nè il sedile della Mercedes nè quello della Red Bull. E ora a 33 anni punta sulla scommessa McLaren Honda. Quanti anni ci vorranno per vincere? 
La maggioranza degli addetti ai lavori considera Nando il miglior pilota in pista, ma allora perchè Mercedes e Red Bull non lo hanno neppure preso in considerazione? Troppo ingombrante la sua figura fuori dalla pista?

lunedì 3 novembre 2014

F1 DIARY - 17, AUSTIN, GARA

Immagine tratta da fia.com
Austin 2014. Tre istantanee: la prima scattata alla quinta tornata, con il "solito" sorpasso con finta di Ricciardo, stavolta su Alonso, la seconda al 24° passaggio, con Hamilton che passa un arrendevole Rosberg e la terza per Vergne, che al 51° giro entra "o la va o la spacca", vecchia maniera su un basito e polleggiante Grosjean.
E' stata una bella gara insomma, peccato che la Mercedes faccia un campionato a parte. Se togliessimo le frecce d'argento, di sicuro staremmo a lodare le modifiche regolamentari che hanno riportato sorpassi e un discreto livellamento di prestazioni. 
Hamilton con il trionfo americano va a quota 10 vittorie stagionali, +24 su Nico Rosberg a due gare dal termine. 
Ma il sorpasso di ieri, sommato alle cinque vittorie consecutive che Lewis ha autografato, è più di una sentenza sulle speranze del biondo Nico.
Il principino Rosberg non diventerà Re, è barrichelizzato totalmente, ieri sul tentativo di Lewis ha quasi alzato il piede e detto "prego si accomodi". E' mentalmente abbacchiato, paradossalmente è lui ad avere il "braccino" ora. Non basta neppure più partire in pole per vincere, e 10-4 come parziale sui trionfi stagionali è un macigno.
Nico il paggetto ha ancora la matematica che lo tiene in corsa, con tanto di doppio punteggio jolly ad Abu Dhabi, e con un ritiro di Lewis può sempre mirare al bersaglio grosso, ma quanto sarebbe meritato?
E poi abbiamo Kimi. Tutti a dargli contro, il più gentile lo invita a svernare in Antartide cospargendosi il capo di cenere e vodka, dichiarando al mondo di essere vecchio.
Il disfattismo impera. Kimi sta disputando una pessima stagione, e su questo non ci piove. Ma anche ad Austin a 10 giri dal termine era settimo, a fronte di un Alonso sesto. Ed è stato pure colpito sul retrotreno da Perez dopo tre giri. Poi la Ferrari si è mangiata le gomme soft, e il finlandese si è dovuto ri-fermare ed è precipitato 13°, ma anche Nando non se la stava passando bene e con 2-3 giri in più e le vibrazioni che aveva, sarebbe finito anche lui a cambiare gli pneumatici o soccombere fuori dalla top ten.
La F14T è nata male, malissimo. Soffre di sottosterzo cronico, Alonso riesce a far scorrere l'anteriore e guidarla, Kimi no. Raikkonen ama un anteriore preciso e questa macchina è quanto di più distante dal suo stile di guida. Vettel, promesso sposo in Rosso, è sull'onda di Iceman, dunque la Ferrari (si spera) cercherà di eliminare quella maledetta sospensione pull-rod e provare ad assecondare le caratteristiche di guida di Kimi e Seb. C'è poi Allison che ha disegnato le Lotus del risorgimento raikkoniano, che dovrebbe dare un grosso input in tal senso.
Occhio a dare del vecchio bollito a un pilota, prendete Valentino Rossi. E' bastato cambiare il capomeccanico e ha ricominciato a volare, finendo spesso davanti a Lorenzo.
Al solito, wait and see.

martedì 9 settembre 2014

LA LOGICA DEL CALCIO PIOMBA SULLA FERRARI

Immagine tratta da formula1.ferrari.com e modificata su befunky.com
"I risultati economici di Montezemolo sono molto buoni. Ma nel caso della Ferrari un manager deve essere valutato sia per i risultati industriali che per quelli sportivi. Luca ha ottenuto risultati industriali straordinari. Sul fronte sportivo sono sei anni che non vinciamo. Abbiamo i migliori piloti, due campioni del mondo, Alonso e Raikkonen, un box super. Non possiamo partire tra il 7° e il 13° posto".
Ecco i titoli di coda messi da Marchionne, amministratore delegato di Fiat, sul rapporto tra Ferrari e Montezemolo. Che dura(va) dal 1991.
Com'è noto, Fiat detiene il 90% della Rossa di Maranello, a fronte di un 10% appartenente a Piero Ferrari. Quindi decide lei.
Quello che la banda Marchionne-Elkann non capisce è che la logica calcistica non può essere applicata alla F1. Proprio no.
Perchè di teste rosse ne sono rotolate, e pure tante. Baldisserri, Dyer, Mazzola, Costa, Domenicali, Marmorini e cosa si è risolto? Niente. Si sta sprofondando sempre più.
E ora si è chiesto lo scalpo più prestigioso. Quello di Montezemolo.
Che, per inciso, avrà sbagliato un po' negli ultimi anni (in primis a non utilizzare il diritto di veto sui regolamenti limitanti test e modifiche alla power unit), ma che non si può trattare, sportivamente parlando, come l'ultimo dei fessi incapace di ottenere risultati.
Per riorganizzare la Ferrari in pista, nel 1991, chiamando Jean Todt al suo fianco, ci mise 3 anni a vincere il primo Gp. Ma da lì in poi fu un crescendo. Arrivò il Campionissimo, Michael Schumacher. Si tenne duro nelle difficoltà e si vinse. Primo Mondiale Costruttori nel 1999, primo Piloti nel 2000. E qualcosa come 8 titoli Costruttori, 6 titoli Piloti, 118 Gran Premi vinti in 23 anni. Più altri sette Mondiali Piloti persi all'ultima gara ('97, '98 e '06 con Schumi, '99 con Irvine, '08 con Massa, '10 e '12 con Alonso).
Non stiamo parlando di noccioline. Sono risultati importanti. Riportare il Mondiale a Maranello dopo 21 anni è stata un'impresa. E in questi ultimi (funesti) sei anni, per tre volte ci si è giocati il Mondiale all'ultima corsa.
Non siamo nel calcio, che cambiando l'allenatore si ottiene la scossa e i ragazzi improvvisamente cominciano ad andare a mille.
Vediamo dominare una Mercedes che ha investito risorse ingenti nella F1 per vincere, ma che prima di riuscire a vincere con costanza è passata per 4 anni in cui è stata ridicolizzata e additata come esempio negativo.
In F1 bisogna programmare a lungo termine. E tutte le teste che sono rotolate e probabilmente rotoleranno non garantiranno risultati immediati. Ma piuttosto un'ansia da prestazione che potrà portare errori su errori, impazienza su impazienza. Per ricostruire la Gestione Sportiva ci vorrà tempo. Chiunque se ne assumerà la guida. 
La Juve degli Elkann ha dato il benservito ad Antonio Conte senza farsi troppi problemi e senza strapparsi i capelli, sottolinenando chi è a comandare. Allontanando il personaggio "scomodo" e troppo ingombrante.
E così sta accadendo in Ferrari. Gli Elkann e Marchionne stanno facendo capire chi comanda. Silurando un simbolo. Ma siamo sicuri che questa congiura ai danni di Montezemolo porterà la Ferrari subito al top? Per riorganizzare un team di F1 ci vuole esperienza nelle corse. Non logiche strettamente aziendali. Non esoneri in corsa.
Con gli esoneri in corsa, forse dopo il '96, il '97, il '98 e il '99, e un Mondiale Piloti che mancava dal '79, sarebbero stati cacciati tutti. Todt, Brawn e Schumi in primis. E addio al ciclo più vincente della Storia della F1. 

martedì 5 agosto 2014

105 MILIONI DI PILOTI

Immagine tratta da zoomnews.es e modificata su befunky.com
Premessa: Fernando Alonso sta da anni tenendo in piedi il baraccone (perchè di baraccone trattasi) della Ferrari. E' un pilota veramente forte, consistente, che in gara dà il meglio di sè. E' assolutamente tra i migliori al mondo. Non ha vinto due Mondiali per caso.
Detto questo. 105 milioni ha chiesto Nando alla Ferrari per rinnovare con un triennale, secondo Autosprint e Bild. Raddoppiando l'attuale ingaggio. A 33 anni. Come per dire: dai, ditemi di no, che tanto non vedo l'ora di andarmene.
Nessuno a Maranello ha mai guadagnato tanto, neppure Michael Schumacher nel suo quinquennio iridato. 
Potrebbe essere una mossa studiata a tavolino, dato che all'ingaggio dello spagnolo contribuisce la potente banca iberica Santander. Lo stesso sponsor Ferrari che nel 2010 non esitò a pagare un anno sabbatico di stipendio a Kimi Raikkonen, pur di far correre di rosso vestito il suo pupillo.
Il punto è uno. Ammettiamo pure, per ipotesi, che Fernando Alonso sia il miglior pilota del globo terracqueo. In 6 stagioni con l'asturiano la Ferrari ha vinto 10 gare e zero Mondiali. Ne ha sfiorati due, ma ne ha vinti zero. 
Ora, se hai il miglior pilota del mondo e il Mondiale non lo vinci, evidentemente hai una macchina lontana anni luce dagli altri.
Ha senso investire 35 milioni di euro l'anno per il miglior pilota del mondo, quando la tua vettura non va neanche per miracolo?
Il miglior pilota del mondo può fare la differenza se guida un mezzo con prestazioni simili a quelle dei rivali. Se sei lontano secondi, non serve a nulla o quasi. Specie se non puoi fare test, specie se si è lenti senza possibilità di via d'uscita da inizio stagione.
Se hai la macchina buona, buona per davvero, il Mondiale lo vinci anche con Button o con Rosberg. E anche con Raikkonen, toh. Lo dimostra l'albo d'oro della F1 e lo dimostra la classifica 2014.
Se migliori la macchina, di piloti ne trovi quanti ne vuoi. Con la vettura migliore del lotto, troverai 105 milioni di piloti pronti a correre per te, gratis o quasi.
E comunque, sei la Ferrari. C'è una storia alle spalle che insegna che i piloti passano, ma la Scuderia resta.
Piegarsi ancora, a queste cifre, sarebbe un bruttissimo segno di declino. L'ennesimo.

domenica 3 agosto 2014

KIMI AMA ANCORA?

Immagine tratta da coolspotters.com
27 punti in 11 gare. Un 6° posto all'Hungaroring come miglior risultato del 2014. 11-0 nel confronto in gara con Alonso. I numeri sono spesso spietati, non lasciano via d'uscita.
Si alza forte il coro del "bollito", dell'"ah, dove saremmo se non ci fosse Nando", e farneticazioni pure del tipo "si stava meglio con Massa" o "Bianchi è un'altra cosa".
Imm.fuckyeahraikkonen.com
Tutti a scendere di corsa dal carro Raikkonen. Il pilota del biennio Lotus tutto rimonte, tattiche estreme, maestro nel conservare le gomme, nonchè ultimo Campione del Mondo con la Ferrari, buttato via e messo in un angolo come il peggiore degli scartini. 
Bisogna avere fiducia in Kimi, bisogna tifarlo anche nei momenti in cui i freddi numeri diventano macigni. Tifare Kimi nel 2014 è qualcosa di diverso, prescinde dai risultati.
E' tifare un pilota oggettivamente diverso dagli altri, fuori dagli schemi. Uno che viene dagli anni '70 e '80, da sigaretta e birretta appena sceso dalla monoposto. Uno che emette strani versi quando è scocciato dalle scontate domande dei giornalisti. 
Imm.forummotorionline.com
Parliamo di un pilota veramente particolare: come spesso accadeva nell'epopea dei cavalieri del rischio di qualche decade fa, può essere imbattibile per una gara, sulla "sua" pista e sonnecchiare in altre. A suo modo geniale. Geniale quando nel 2009 in Malesia durante l'interruzione della gara si è fiondato a mangiare un gelato nel retrobox Ferrari. Geniale quando a Montreal nel 2008 si trova il semaforo di uscita box rosso, si ferma da bravo automobilista, e viene tamponato da Hamilton. Kimi esce dalla macchina, non fa una piega, tocchetta sulla spalla di Ham e gli indica il semaforo, rosso. Senza dare in escandescenze o fare sceneggiate. Il 90% degli umani avrebbe sferrato un pugno diretto, dando di matto. Iceman no.
Imm. adriadrianwordpress.com
Imm.circleandspheres.wordpress.com
O quando pronunciò il mitico "Leave me alone, I know what I'm doing" (Lasciatemi solo, so cosa sto facendo), 2012, Abu Dhabi, rivolto all'ingegnere di pista che gli parlava troppo alla radio. E Brasile 2012? "Al 52esimo giro sono andato lungo all' ultima curva, perchè non vedevo bene a causa della visiera appannata. Così ho deciso di prendere una strada di servizio di cui conoscevo già l' esistenza essendoci finito nel 2001. Quella volta, però, il cancello che riportava in pista, era aperto, oggi invece era chiuso: l' anno prossimo chiederò che venga riaperto!". Si trovò un cancello davanti, chiuso per giunta, dopo aver preso una stradina di servizio durante la gara! 
Imm.cathrottle.com
20 vittorie, 77 podi, 16 pole e 40 (!) giri veloci in gara. Anche questi sono numeri, che non possono capitare per sola fortuna. Kimi è un pilota particolare, uno di quelli che se si accorge di non avere più motivazioni, scende dalla macchina e saluta la compagnia senza troppi complimenti. Non l'ha fatto, nonostante un 11-0 pesantissimo contro Alonso. E allora lo aspettiamo. 
Sono 7 anni che la Ferrari non vince un Mondiale, e nel 2007 vinse proprio con Kimi. Non c'è riuscito Massa, non c'è riuscito Alonso. Quindi il problema non è il pilota. Perchè Raikkonen sulla Ferrari quando c'è stato un Campionato del Mondo da vincere, nel 2007, l'ha vinto. E a due gare dalla fine era a -17 da Hamilton, con la vittoria che valeva 10 punti.
Kimi non si discute. Sa vincere. E si tifa, a prescindere dai risultati. Che arriveranno.
Immagine tratta da google.it e modificata su befunky.com

sabato 26 luglio 2014

F1 DIARY - TAPPA 11, QUALIFICHE

Immagine tratta da f1passion.it e modificata su befunky.com
E mmòbbbasta veramente però!
Signor Pat Fry che stai al muretto box (quello della foto), ma come fai a sbagliare così grossolanamente la tattica per Kimi Raikkonen?
E' tempo di dare delle risposte, perchè una o due volte può capitare di sbagliare le strategie, ma questa sta diventando un'abitudine.
"Su questo tracciato la possibilità di effettuare sorpassi è particolarmente limitata e per questo motivo, più che altrove, in qualifica occorre ottenere il massimo” questo è ciò che dichiari nell'immediato pre-gara, e mi combini un papocchio del genere alla prima occasione?
All'Hungaroring poi, il circuito più difficile per i sorpassi assieme a Montecarlo.
Hai Kimi Raikkonen lì lì in zona rossa e 1) non gli fai fare un altro giro con le gomme usate, dopo un giro in cui è andato oggettivamente piano e bastava 1 decimo per salvarsi, 2) non lo fai uscire una volta che quelli dietro erano tutti in pista. 
Kimi esce con un 1'26'7 quando nelle prove libere della mattina aveva fatto un 1'24'8. Allucinante.
E poi Raikkonen dichiara: "Ho chiesto due volte se eravamo certi al 100% di non uscire, e avete visto il risultato finale". Ancora una volta il pilota va inascoltato.
A sto punto direi di dare un po' retta a chi guida, che dite?
Possono avere sensazioni peggiori di quel signore che prende le decisioni al muretto e del suo gruppo di lavoro?
Come si fa ad uscire nella Q1, ribadisco, in una delle piste peggiori per rimontare e sorpassare?
Volete dare tutta la colpa a Raikkonen 17°? E diamola. Ma alla seconda guida Ferrari c'è sempre un pilota bollito, la strategia peggiore e la macchina meno solida. Apriamo gli occhi, può essere un caso? O si ha una seconda squadra inadatta? Tattiche, ingegneri, tutto.
Abbiamo tagliato le teste di Domenicali e Marmorini, e ora? Peggio che mai.
Le qualifiche son state belle, sontuoso Vettel 2°, sfortunello Hamilton manda a sfiammare la Mercedes immediatamente e partirà in ultima fila. Bene Alonso 5°, in linea con ciò che la vettura gli concede. In pole abbiamo Rosberg, che pian piano sta mettendo le mani sull'iride, psicologicamente e materialmente. La fortuna del Principe e la sfortuna di Paperino, le due facce della Mercedes.
Pronostico di domani? Pioverà e alla curva 1 ci saranno bei dritti. 1°Rosberg, 2°Vettel, 3°Alonso. Raikkonen? 6°. 

martedì 22 luglio 2014

GOMBLOTTOOOO

Immagine tratta da autosprint.corrieredellosport.it
Autosprint lancia la bomba. Alonso si è fatto sentire in quel di Stoccarda, alla Mercedes, tanto per vedere la reazione, la situazione. Per tastare il terreno.
Tenendo in stand-by l'offerta Ferrari del rinnovo. Per il quale ha sparato una cifra ben più alta dell'attuale. E Nando nell'accordo attualmente in essere, avrebbe pure una clausola di svincolo in caso Maranello non raggiunga almeno il 3° posto costruttori.
Bum. Apriti cielo.
Allora è tutto chiaro.
Complotto!
Ecco perchè Alonso a ogni intervista post qualifica e post gara sottolinea il risultato di squadra, la posizione in classifica costruttori. E sottolinea la differenza con Mercedes, Williams e RedBull, quasi fosse più interessato a quella graduatoria piuttosto a quella piloti.
Sotto sotto gufa!
Anzi!
Raikkonen va piano, pianissimo perchè è sabotato. Ha una macchina peggiore di quella di Nando (come se si potesse). Per non andare mai a punti. E strategie sbagliate a ogni gara per farlo finire sempre oltre la 10a piazza.
E tutto questo sotto la regia carbonara di Santander, potente sponsor di Alonso e della Ferrari. Quello che pagò un anno Kimi per non correre, pur di piazzare Fernando sulla Rossa. E Emilio Botin-Sanz de Sautola y Garcia de los Rios (nome lunghissimo tipico del cospiratore) gran capo della banca spagnola, è sempre più spesso ai box Ferrari. 
E' chiarissimo. 
Tutto finalizzato a non arrivare nei primi 3 dei costruttori, per salutare la compagnia del Cavallino e andare alla Super Mercedes! Avendo pure più o meno ragione e uscendone rafforzati, avendo bastonato Kimi.
E l'ultimo indizio chiarisce pure la crisi di Raikkonen. L'ingegnere di macchina di Raikkonen si chiama Spagnolo. Spagnolo, capite??? Spagnolo, come Alonso, come Botin, come la Santander!
Ecco, scoperti!
Complotto, complotto, gomblottooooooooooo!

lunedì 21 luglio 2014

QUANDO LA RADIO SVELA IL TEAM

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
Ferrari. Due flash.
Monza 2013. Alonso alle prese con l'ultima manche delle qualifiche. Si tenta la strategia di prendere la scia di Massa per guadagnare qualche decimino. Qualcosa va storto, Nando sbotta alla radio, diretto al box: "Veramente siete dei geni, eh? Mamma mia ragazzi miei". Tono decisamente arrabbiato e sarcastico. Toppe versioni zoppicanti a fine prove per minimizzare il tutto, condito da una misteriosa assonanza "dei geni/dei scemi", che non ha assolutamente migliorato la situazione.
Hockenheim 2014. Raikkonen, il lento Kimi. Gomme andate, Iceman si rivolge al suo ingegnere di macchina Antonio Spagnolo: "L'anteriore sinistra è davvero messa male. La macchina non riesce a girare. Dobbiamo fare il pit-stop". L'ingegnere risponde: "Abbiamo bisogno di altri quattro giri", al che Raikkonen sbotta, alzando la voce: "Dobbiamo fermarci, dobbiamo fermarci!" e rientra ai box. 
C'è qualcosa che non va. 
Associamo questi due episodi. Cosa emerge? A Monza 2013, Alonso si sfogò pesantemente, facendo intendere che si era sbagliata la strategia. Idem a Hockenheim, quando a un Raikkonen che chiede di rientrare al box (e perdeva 4 -e dico 4- secondi al giro), viene risposto di star fuori altri quattro giri. 
Manca fiducia. Nell'episodio di Alonso, è mancata la fiducia verso il muretto box e la sua strategia per le qualifiche. E nella situazione di Kimi, è palese come il pilota non venga ascoltato dal proprio ingegnere, che, quasi ignorando il piccolo dettaglio dei tempi al giro e del "non riuscire a girare", gli chiede di stare in pista altre 4 tornate. Come se non ci fosse fiducia nel pilota, in ciò che dice.
C'è un punto di domanda enorme nel rapporto ingegneri di macchina/piloti.
Un anno dopo è giusto rileggere lo sfogo di Alonso, a primo impatto veramente antipatico.
La Ferrari è lenta nel telaio, nella meccanica, nell'aerodinamica, nel motore, in Kimi, ma anche nella squadra, nelle strategie, e nel riuscire a tradurre in pista il volere dei piloti.
Siamo all'anno zero. Vanno bene solo Nando (che riuscirebbe a guidare anche un ferro da stiro) e i cambi gomma. Il resto è un disastro. E la mancanza di fiducia tra piloti e ingegneri è un campanello d'allarme enorme. 
Si può sviluppare una macchina in una situazione del genere? E la risposta è che la macchina non ha sviluppi significativi durante la stagione da anni. Si può essere una squadra, una vera squadra, senza fiducia? 
E forse il problema di Kimi sta qui. Nella sua squadra di ingegneri. Perchè non è possibile che dopo 10 gare, sia ancora alle prese con una vettura inguidabile, con le bloccatine sull'anteriore e quant'altro. E' esperto, è un Campione del Mondo. Possibile che la sua squadra non sia riuscita ad aiutarlo per niente dopo quasi sei mesi?

domenica 20 luglio 2014

F1 DIARY. TAPPA 10. GARA

Immagine tratta dal profilo Twitter di Marca. Modificata su befunky.com.
Diario F1. Tappa 10. Hockenheim, Germania. Gara.
Rosberg vince sul velluto. Bottas secondo meritatamente. Hamilton rimonta facile facile come previsione, ma nel rush finale con il finnico della Williams non riesce ad avere la meglio e chiude 3°, da 20° che era partito. Ora però è a -14 da Nico.
Tutti bravi, bello spettacolo in pista.
Grandi lotte anche per Ricciardo, Vettel, Nando e pure Kimi. Tutti a fare a botte come se non ci fosse un domani, far west puro.
Chiedete a Raikkonen, preso a sandwich due volte. Con botte subite da Hamilton e Vettel, che gli han accartocciato pezzi di macchina. Come se già non avesse abbastanza problemi di suo.
La Ferrari al solito a distanze siderali dalla vittoria. 
Ma le strategie chi le fa? Raikkonen lasciato in pista con gomme sfasciate che è costretto a ordinare lui (!) al suo ingegnere di cambiarle, quando quest'ultimo gli diceva di resistere altri 4-5 giri.
E così con Fernando, con la solita gara fantastica era in lotta per il podio con Bottas e Vettel. Poi sbèm, arriva la strategia. Anche lui lasciato in pista con crono superiori di 4-5 secondi alle vetture concorrenti. Torna in pista dietro, deve rimontare e alla fine quei 7-8 secondi che lo separano da Seb sono stati quelli persi dalla strategia. 5°.
La pioggia non è arrivata, ma la capòte si. Massa si ribalta in partenza, con la gentilissima partecipazione di Magnussen. Il danese della McLaren è già la terza volta che in partenza tappa la vena e fa a sportellate. Kimi ne è stato entrambe le volte protagonista a inizio stagione. Si calmi un po'.
E Massa, beh aspettiamo il Gp di Lourdes per vederlo a podio.
Poi tornando alla Rossa. La macchina non va. Ok. Raikkonen è lento. Ok. Ma sbagliare pure le tattiche ai box, vuol dire pallone totale per tutti.
E Kimi ha preso botte e rotto l'alettone. Non gli è stato sostituito. Perchè? E ancora, come è possibile che fermandosi un giro dopo Nando, con pneumatici identici, girasse 1 secondo/1,5 secondi più lento? E bloccando l'anteriore a ogni giro o quasi. Da vari Gp. Può esser diventato scarso? Così scarso? Ha ereditato la squadra degli ultimi anni di Massa. Che non riusciva a mettergli la macchina apposto. E che ora non riesce a mettere la macchina apposto per lui.
E allora manca anche la Squadra.
Bel problema.

martedì 15 luglio 2014

LA SOSTANZIALE DIFFERENZA

Immagine tratta da blog.you-ng.it e modificata su befunky.com
C'è una sostanziale differenza.
1996, 1997, 1998, 1999 gli anni di Michael Schumacher alla guida della Ferrari senza riuscire a vincere il Campionato del Mondo piloti.
2010, 2011, 2012, 2013 gli anni di Fernando Alonso al volante della Rossa senza aver vinto il Mondiale.
Nel 1997 e 1998 Schumi arrivò a giocarsi il titolo sino all'ultima gara, perdendo contro Villeneuve e Hakkinen. Alonso nel 2010 e nel 2012 è stato battuto, sempre all'ultimo round da Vettel.
Ma c'è una sostanziale differenza. Negli anni di Schumacher alla rincorsa del titolo c'era un disegno epico, una testardaggine nel volerci provare e riprovare degna di una grande storia d'amore. In quelli di Alonso ad ogni sconfitta sono volate teste, in un tourbillon di capi al muretto, tecnici delle strategie, progettisti, motoristi e quant'altro. Con il rumore della ghigliottina sempre pronto a scattare in sottofondo.
L'asse di ferro Brawn-Byrne-Todt-Schumi ha resistito ed è ripartito da ogni sconfitta. Più forte, più squadra. Nel quadriennio di Alonso si son alternati Domenicali, ora sostituito da Mattiacci alla guida del team, Aldo Costa e Marmorini ai motori (invitati a cercarsi altra occupazione), prima Tombazis e ora Allison al disegno della vettura, Baldisserri e Chris Dyer al muretto, esonerati senza complimenti. In un orgasmo da esoneri e sostituzioni proprio del calcio.
Con Michael si scrivevano pagine epiche, e le pagine più belle e memorabili si sono scritte proprio nei quattro anni delle sconfitte.
Nel 1996, con una vettura veramente brutta, da 1 secondo in prova dalle Williams, 3 clamorose vittorie, a Barcellona sotto il diluvio universale, a Spa e a Monza.
Nel 1997 quando, ancora inferiori alla creatura di Newey, ci si giocò il Mondiale all'ultima gara, sino al giro 48. A Jerez, dove Schumi mostrò il suo lato umano, cercando di fermare il sorpasso di Villeneuve con un botto scorrettissimo, ma che avrebbe potuto regalargli il Mondiale. Un botto che alla fine ogni tifoso Ferrari avrebbe fatto, vedendo quanto Jacques era troppo più veloce in quella gara. Ah, se solo ad Abu Dhabi 2010, anche solo per frustrazione, Nando avesse dato una botta a quella lumaca russa di Petrov...
E il '98? Di nuovo una macchina superiore di 1,5 secondi, la McLaren di Newey (ancora!). E ancora incredibilmente a giocarsela all'ultimo start, a Suzuka. Con Michael che dall'emozione clamorosamente cannò la partenza, alzando il ditino per indicare di aver spento il motore. E partenza ultimo, e rimonta furiosa, e gomma scoppiata quando era 3°. 
Nel 1999 l'incidente di Silverstone, la gamba rotta, il ritorno in Malesia zoppicante al servizio di Irvine, sempre più veloce di tutti anche se infortunato.
Sono state le sconfitte, più delle vittorie a legare Michael Schumacher alla Ferrari. Sono stati anni epici, memorabili. Ogni gara vinta era un'impresa: di guida, di strategia, di tattica. Ci aprivano i telegiornali.
Imm.tratta da youtube.com, mod. su befunky.com
A ogni sconfitta di Alonso in rosso volano gli stracci, parte la caccia al colpevole e alla testa da tagliare. Con Schumi c'era una squadra, un'unità di intenti. Con Alonso tutti sembrano al servizio del pilota migliore, con il pilota più forte della squadra. E la squadra che sembra ogni volta scusarsi con Nando per non avergli dato la macchina migliore.
Guidare per la Ferrari è un'altra cosa.  
Lo sapeva Schumacher, che non ha mai fatto una dichiarazione contro la Scuderia, sempre difeso nei suoi errori (e ne faceva più di Nando, ammettiamolo) da Todt. E che copriva le lacune della macchina con veri e propri miracoli di guida, aiutato dalle tattiche perfette ideate dal geniale Ross Brawn.
E quel motore in fumo a Suzuka nel 2006, nella rincorsa Mondiale proprio ad Alonso, ha messo il punto esclamativo su una nuova sconfitta, accettata con serenità proprio da Michael, che andò a salutare ad uno ad uno tutti gli uomini Ferrari ai box. Senza dargli degli idioti via radio, o sbraitare perchè proprio nella gara decisiva il motore si era cotto. 
C'era una sostanziale differenza. Prima la squadra, poi il pilota. 
Alla Ferrari è sempre stato così.