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martedì 24 febbraio 2015

ALAIN PROST, IL "PROFESSORE" DELLA FORMULA 1

Immagine tratta da sportskeeda.com
Ci sono due diversi tipi di mito, nello sport. Ci sono coloro che restano nella memoria per le grandi imprese sportive, i duelli, i comportamenti al limite, la capacità di essere amati dalle folle, anche senza vincere tanto. E ci sono invece i campioni freddi, schivi, che raramente trasgrediscono alle regole, non compiono gesti eclatanti, ma al momento giusto sanno piazzare il colpo vincente, portando a casa il successo. Alain Prost è stato e può essere considerato una sorta di mix tra questi due genere di mito, un uomo estremamente dotato e in grado di bilanciare con estrema maestria istinto e razionalità, intuizione e strategia. E' di diritto nell'Olimpo dei grandi della Formula 1, non solo per i quattro Mondiali vinti (1985-1986-1989-1993), l'eccezionale numero di vittorie e di podi conquistati in carriera (51 e 106 in 202 Gran Premi, due record battuti solo da Schumacher), ma per il modo in cui ha ottenuto tutti questi successi, in un periodo sport dei motori caratterizzato da grandi campioni e straordinari protagonisti, dentro e fuori dagli autodromi.
Eppure, se si dovesse fare un sondaggio tra i fan della Formula 1 e chiedere quali sono stati, secondo loro, i più grandi e i più amati di sempre, probabilmente il "Professore" terminerebbe lontano dai primi. Questo perché, a differenza di tanti suoi colleghi, Prost non si è mai distinto per i sorpassi spericolati, le manovre imprevedibili, i duelli all'ultimo sangue e le gare sul bagnato, suo vero tallone d'Achille. Il vero talento del francese era soprattutto quello meccanico e tattico, aveva una capacità straordinaria di lavorare sulla macchina e gestire i momenti topici di una corsa. Questo, soprattutto in un periodo in cui rotture e inconvenienti tecnici erano all'ordine del giorno, gli ha permesso di ottenere sempre il massimo dalla sua vettura, preservandola da rischi eccessivi e azioni azzardate, e ritrovandosi al posto giusto nel momento giusto in più di un'occasione. La serenità della sua guida però non deve ingannare: il carattere del francese è sempre stato tutt'altro che tranquillo, e lo sanno bene tutti coloro che hanno diviso il box con lui. In Ferrari ricordano ancora il suo allontanamento e le sue parole ben poco diplomatiche sul mezzo, definito un "camion" senza troppi complimenti. Altrettanto la pensavano i suoi tanti avversari, alcuin anche suoi compagni di scuderia come Arnoux, Mansell, Lauda, e soprattutto Ayrton Senna, colui che più di tutti ha incarnato la sua esatta antitesi ed eccitato a dismisura il suo spirito competitivo. Parlare dell'uno senza citare l'altro è praticamente impossibile, la loro è stata una delle rivalità più celebri nella storia dello sport, paragonabile a Larry Bird-Magic Johnson nel basket, o a Coppi-Bartali nel ciclismo. Caldo, impetuoso ed estroverso il brasiliano, freddo, razionale e riservato il francese, due stili di guida e due personalità diversissime e completamente incompatibili, unite solo dalla voglia di primeggiare e di superare in ogni occasione l'avversario. Tanti duelli in pista, titoli contesi sul filo di lana e conquistati anche con contatti e manovre al limite, un detestarsi assoluto dentro e fuori dal circuito. Fino ad Adelaide 1993: ultimo podio e ultimo Gran Premio della carriera di Prost, ultima vittoria dello sfortunato Senna, scomparso solo sei mesi dopo a Imola. Al momento della premiazione, l'abbraccio sincero tra i due rivali, un bellissimo gesto per chiudere definitivamente una rivalità sportiva e umana incredibile.
Un personaggio complesso, insomma, un campione vero e un vincente nato, a volte ostico e non semplice da prendere, non amatissimo nei paddock e tra la gente, ma con un carisma riconosciuto e incontestabile. Uno che anche oggi, che ha appena festeggiato le 60 candeline, farebbe la sua figura in questa Formula 1 moderna, dove i personaggi faticano a venir fuori, e duelli come quello tra lui e Senna sono ormai ricordi di un periodo fantastico e, per certi versi, irripetibili.
Auguri Alain, bon aniversaire!

lunedì 28 maggio 2012

IN MY DEFENCE

Immagine tratta da vivicool.it e modificata su cartoonize.net
In mia difesa.
A 43 anni me ne han dette di tutti i colori. Vecchio, bollito, rinco, ingrigito come la Mercedes, ho i riflessi stanchi, corro per rifarmi di debiti contratti dal fallimento della Lehman Brothers, che lo spunto sul giro secco ormai è andato, i tedeschi dicono di ritirarmi, facevo meglio a stare al calduccio di casa in Svizzera invece di prendere a picconate la mia leggenda della carriera precedente.
E poi, sulla pista più difficile, più bella e prestigiosa, ti piazzo il miglior tempo, 69°pole, unico pilota ad averla realizzata nell' arco di tre decenni, anni 90, 00, 10, e come per magia, cala il silenzio, tutti salgono sul mio carro. 
Divento bello, sorridente, lucente come la mia Mercedes, i tedeschi piangono per me, gli italiani che mi deridevano sotto i baffi si lanciano in lodi sperticate, magicamente la mia pole lega come una leggenda la mia seconda carriera con la prima. Divento un eroe, leone, pantera, torno campione, tutti parlano di me.
La passione, la dedizione, il talento, è lo stesso di 6 anni fa quando ho smesso, è lo stesso di queste due stagioni e mezza. Solo che non ho avuto un granchè di macchina, e quest' anno che la macchina mi permette di fare la differenza, ho incontrato una compagna inaspettata: la sfortuna. A parte la tamponata su Senna, ma sapete com'è, il cognome, la foga, sono tornato ventenne per un istante e in fondo, una o due cavolate pesanti le ho sempre fatte anche negli anni sulla Rossa.
In Australia in prova parto 4° e dò 3 decimi a Rosberg, ma al decimo giro il cambio si rompe. 
In Malesia parto 3° e dò 3 decimi a Nico, però Grosjean decide di usarmi da cavia per le sue tamponate e finisco in coda al gruppo dopo il primo giro, e arrivo 10°, non male. Nico, per dire, è 13° senza tamponamenti vari.
In Cina prendo mezzo secondo dal mio compagno di squadra, però comunque parto 2° grazie al penalty di Hamilton, ma mentre ero secondo nella sosta decidono di non avvitare il dado della mia ruota e devo parcheggiare. Vince Nico ok, però potevo fare secondo certamente.
In Bahrain mi si guasta il DRS in qualifica, la scuderia per strategia non mi fa tentare un ultimo giro e finisco assurdamente 17°, poi alè devo anche sostituire il cambio e parto 22°. Arrivo ai punti, 10° ed è ottimo, però davvero non c'entro nulla con i problemi.
In Spagna mi presento speranzoso, Nico partirà 6° e io 8°, ma in q3 non giro per scelta strategica- cosa che detesto-solo che al giro 12, sì è colpa mia, ho voluto tornare a sentirmi giovane e bam! Tamponata pesante a un Senna, ma i Commissari mi hanno penalizzato di 5 posizioni in griglia per Montecarlo. Pure la beffa. Già le mie gare si rovinano per la nuvoletta di Fantozzi e in più mi caricate di penalità? Ok la cazzata, però Grosjean ha fatto 4 botti su 6 gare (e 2 su di me) e ne esce sempre impunito?
Immagine tratta da ilsalvagente.it e modificata su cartoonize.net
Poi una cavolata a stagione concedetemela su!
E a Montecarlo piazzo la pole, ma parto sesto e manco alla prima curva arriva Grosjean che mi spalma al guard rail in partenza, la macchina incredibilmente resiste, ma mi trovo il tappo senza champagne di Raikkonen che va lentissimo, me ne libero ai box, sparo giri veloci a ripetizione mentre ero 7°, ma le macumbe di Barrichello vanno ancora a segno e per un problema di pressione carburante devo ritirarmi.
Ma in Canada, dove l' anno scorso son stato a lungo secondo, vincerò io.
Quei lunghi rettilinei, quel benvenuti in Quebec, è una delle mie piste.
Vincerò, a 43 anni, lo prometto.

giovedì 24 maggio 2012

PROMESSE DA MARINAI

Immagine tratta da motorsportblog.it e modificata su cartoonize.net
Ecco le prime dichiarazioni provenienti dal Principato di Monaco, sede del Gp numero 6 della F1 2012. Saranno promesse da marinai?
  • Livello 1. Pastor Maldonado. "A Monaco potremmo essere competitivi". Per la serie, dato che tutto può succedere, possibile che Venezuela Kid offra il bis. 
  • Livello 2. Sergio Perez: " A Monaco il pilota fa la differenza". Verissimo, differenza nel senso di sottrazione, Perez tirò un botto micidiale alla chicane l' anno passato in qualifica e non disputò la gara. Più differenza, nel senso di sottrazione, di quella non esiste.
  • Livello 3. Montezemolo: "Il Mondiale dipende da noi". Come dire, abbiamo la macchina più forte e solo noi possiamo perderlo. Forse è una dichiarazione del 2002. Anzi no. Mah! Beata sicurezza.
  • Livello 4. Jenson Button: "Mi piacerebbe vincere a Montecarlo". Penso che 23 colleghi in griglia la pensino uguale. Forse Karthikeyan no, ma tant'è.
  • Livello 5. Felipe Massa: "Spero che il mio Mondiale 2012 inizi a Monaco". Beh, allo stato attuale delle cose è più probabile che a Monaco il suo Mondiale finisca, piuttosto che rinasca dalle sue ceneri.
  • Livello 6. Sebastian Vettel: "Confuso dalle prestazioni altalenanti della Red Bull". Certo, perchè sulle prestazioni delle altre vetture è tutto molto chiaro no?
  • Livello 7. Ross Brawn: "Schumi tornerà sul podio". Si, senza dubbio, ma in che sport?
  • Livello 8. Bruno Senna: "Arriverà anche il mio momento". Un Senna, a Montecarlo, reduce da super bastonata multipla e carpiata da Maldonado, deve fare bene. La storia lo obbliga.
  • Livello 9. Mark Webber: "I team principali emergeranno a fine stagione". Quando il Mondiale sarà ormai lontano 100 punti. Utile.
  • Livello 10. Pedro De la Rosa: "A Montecarlo guadagneremo terreno". Qualche donazione di latifondi in vista?
  • Livello 11. Lucas Di Grassi: "A Monaco può succedere di tutto". Ok che fai il test driver Pirelli, ma renditi conto che è impossibile: 1)Vedere il suddetto Di Grassi in pista 2)Una vittoria di Massa 3)Un podio di Schumacher 4)Una partenza della Safety Car in prima fila 5)Vedere un Senna sul podio premiato dal Principe Alberto.
  • Livello 12. Pat Fry (team principal Mercedes): "Abbiamo Di Resta nel mirino". Aiuto! Dopo la tamponata epocale ultra-power di Schumi al Senna finto, si annuncia un altro autoscontro del Kaiser. Di Resta è avvertito. Si salvi chi può!

venerdì 18 maggio 2012

LA RIABILITAZIONE DI COULTHARD

Immagine tratta da formulaoneworld.co.uk
Domenica 30 Agosto 1998. Circuito di Spa Francorchamps. Diluvio universale. Tutti sanno cosa successe in quel Gp allagato di 14 (!) anni fa. Persino l' allora 13enne Lewis Hamilton, o il 17enne Fernando Alonso o l'11enne Sebastian Vettel sobbalzarono davanti al proprio schermo nel vedere il campionissimo in rosso Michael Schumacher (allora già 29enne) uscire da una mega nuvola d' acqua con la macchina distrutta da un tamponamento folle ai danni del doppiato McLaren David Coulthard.
In quegli anni la F1 era bellissima, la mattina si faceva la danza della pioggia nei warm up per sperare che la Ferrari potesse ridurre il ritardo dalla McLaren di Hakkinen. Duelli epici. Dove il talento di Schumacher teneva a galla una Ferrari inferiore. Dove si capiva che il pilota faceva la differenza. Anche quel giorno fu così. Ma con un finale a sorpresa.
Schumacher che tampona incredibilmente la vettura che lo precede. Schumacher che si infuria. Schumacher che dà la colpa al tamponato. Scene già viste domenica scorsa in Spagna.
Ma se nel 1998 la colpa fu attribuita a Coulthard a livello mediatico, nel 2012 le cose sono cambiate. La colpa torna ad essere di chi tampona.
Passato l' innamoramento e l' annebbiamento collettivo degli anni di Schumi sulla Rossa, torna la lucidità.
Quello davanti frena un pò troppo (Coulthard), o zigzaga leggerissimamente prima della frenata (Bruno Senna), ed ecco che Schumacher abbocca come un pesce lesso e entra letteralmente nel posteriore dell' avversario.
Diamine, sei Michael Schumacher. La storia della F1.
In Belgio nel 1998 avevi un distacco abissale dal secondo e stavi doppiando uno distante 130 secondi. In Spagna nel 2012 non puoi farti fregare da un Senna finto. 
Dov'è finita l' esperienza? Un errore da principiante.
Uniformiamo le cose. Se nel 2012 è chiaramente colpa dello Schumacher che tampona, perchè nel 1998 tutti fummo con il tedesco che tornò infuriato nei box per cercare la scazzottata con il belloccio scozzese? Avremmo voluto tutti tirargli quel cazzotto rimasto in canna.
Ah, l' amour.
PS. Se Schumacher fa gli stessi errori di 14 anni fa, allora è proprio vero che per certi campioni dello sport il tempo non passa mai.