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domenica 21 giugno 2015

BAR F1 - 8, GARA AUSTRIACA

Immagine tratta dal profilo Twitter @Formula1


MAN OF THE RACE
Nico Zitto Zitto Rosberg. Oramai non se lo filava più nessuno, specie partendo dietro a Hamilton. E invece, clamoroso sorpasso in partenza, roba che non si vedeva da anni. E via a vincere, terza gara vinta delle ultime quattro e si porta a -10 da Lewis. Beh, mica male.
Uomo della gara anche Toto Wolff, che tutto serio prima della gara dichiarava che la Ferrari era più veloce della Mercedes sul passo gara. Bella battuta!
GLI SPUNTI
Arriva terzo Felipe Massa. Lo stesso Massa che era bollito, che alla Ferrari era un pensionato, che era vecchio, rinco e che puzzava pure. E va a podio. Il tempo è galantuomo.
Marchionne infallibile: fa due su due. Due presenze ai box e due volte la Rossa scende dal podio. Con l'arrivo della stagione europea, la Ferrari invece di progredire, sta gamberizzandosi. Da notare, poi, che da quando la Mercedes ha fatto uno step motore anche sulle auto clienti, la Rossa si avvicina alle Williams, ma non riesce più a sopravanzarle.
Maldonado è stato l'unico a tenerci svegli in una gara monososta e soporifera. Dei traversi clamorosi, e un sorpasso mentre stava scodando da tutte le parti sul rettilineo. Mitico!
Verstappen ha sempre 17 anni, e si classifica 8°, miglior pilota motorizzato Renault. Bello grintoso e, finalmente, efficace.
GLI ABBACCHIATI
Dio li fa e poi li accoppia. E Kimi e Nando finiscono uno sopra all'altro dopo due curve. Il destino ci mette lo zampino in questa loro stagione infelice. Colpa di chi? Kimi che perde la Ferrari in rettilineo causa pattinamento? Nando che tocca la Rossa? Problema tecnico? Non si sa, ma intanto via alla gogna totale contro Raikkonen. Stampa a tutto spiano, fucili puntati e cacciata dietro l'angolo. Quel sedile da secondo pilota rosso è una maledizione, ma sia Barrichello con la Brawn, che Massa sulla Williams, hanno dimostrato che non erano proprio così cotti come sembravano a Maranello.
Bottas due domeniche fa doveva salire sulla Ferrari 2016, e oggi arriva 5°, con un Massa sul podio e 36 secondi davanti a lui. 
La McLaren non arriva neppure a fare dieci giri, con i ritiri di Alonso e Button. Gare 8, punti 4.

sabato 11 aprile 2015

BAR F1 - 3, QUALIFICHE CINESI

Immagine tratta dall'account Twitter @F1
CHI C'E'
Hamilton sta mettendo in fila numeri importanti a livello di albo d'oro. 41esima pole. Ancora primo, ancora davanti a Rosberg (seppur di un soffio). E' lui la prima guida. E' lui il favoritissimo per il Mondiale.
La Mercedes. Le illusioni sono durate 15 giorni. A Stoccarda hanno sempre e comunque la macchina migliore. 9 decimi all'immediato inseguitore ferrarista. E addio sogni di gloria degli altri.
Vettel raccoglie il massimo e parte terzo. Al solito, massimizza il pacchetto a disposizione. E in caso di defaillances Mercedes, sarà pronto a sfruttare le occasioni.
Il Kimi Raikkonen nelle interviste con Stella Bruno. Domanda (ma è poi una domanda?): "Kimi, un errore nel giro buono". KR: "Quindi?". Nuova domanda: "Non sei felice del risultato?". Risposta: "Pensi che potrei esser felice?". Certo, la verve di Raikkonen è quella che è, ma ti ci metti pure tu Stella?
CHI NON C'E'
Il Raikkonen che va in pista, specialmente in sabato. Nelle qualifiche nel giro buono, capita sempre qualcosa. E poi parte dietro, nei casini. Anche domani in zona tamponamento Sauber. Ok il passo gara, ma Kimi in qualifica è veramente deficitario.
Alonso che è stufo di arrivare 2°. E che ha sempre sognato di guidare la McLaren. E che sarà la sua ultima scuderia. Che parla sempre un sacco. E che, Manor a parte, scatterà ultimo. Per la seconda volta dietro Button, che a suoi tempi il suo mentore Briatore definì "un paracarro".
L'EXPLOIT
La Lotus e la Sauber. Rispetto a dove navigavano nella scorsa stagione, c'è stato un miglioramento di 8/9 posizioni. Grosjean torna ad affacciarsi nei quartieri alti, dopo una stagione di purgatorio. Maldonado dovrà cercare di non sprecare ogni chances con i suoi soliti black-out. I due alfieri della Sauber non hanno nulla da perdere, Nasr sarà 9° e Ericsson 10°: vedono punti buoni, e dovranno cercare (specialmente il brasiliano) di non tamponare Raikkonen come nelle prime due gare.
LA PREVISIONE
Noia a palate. 1 Hamilton 2 Rosberg 3 Vettel 4 Raikkonen 5 Bottas. Senza fantasia nè romanticismo.

domenica 30 novembre 2014

LA FINE E IL NUOVO INIZIO

Immagine tratta da corriere.it e modificata su befunky.com
E Nando se ne va. E Seb gira a Fiorano con una vecchia Ferrari del 2012, di quelle che facevano ancora un rombo degno di una F1.
Tanta gente assiepata sui cavalcavia, tra le recinzioni. Tutti a spiare il nuovo arrivato.
Un Vettel che per passione e dedizione al lavoro è già entrato nel cuore dei tifosi ferraristi, quelli veri. Quelli che non si fanno condizionare dalla stampa e dai giochini da bar.
La stampa ha steso tappeti rossi per Nando, più di quanto abbia fatto lo zoccolo duro dei sostenitori della Scuderia di Maranello. E sono stati sempre i giornali a eleggere Alonso ultra iper mega fenomeno, in una sorta di collettivo rito messianico, sempre rivolto ad idolatrare la sua figura. 
Si chieda a un ferrarista se Alonso sia o meno nel novero dei piloti migliori di sempre o tra i migliori che abbiano guidato una Rossa, e non ci saranno dubbi. Non viene prima di Schumi, non viene prima di Lauda, non viene prima di Gilles.
I giornali in questo lustro lo hanno esaltato oltremodo. Appoggiando la tesi alonsiana che Vettel abbia vinto 4 Mondiali senza meritarli, solo per meriti "meccanici" e "aerodinamici". Passando la teoria che tra Alonso e Vettel non ci fosse paragone.
Apriamo e aprite gli occhi. Qui si parla di un predestinato. Di un fenomeno vero. Parliamo di un ragazzo che ha fatto pole e vittoria con la Toro Rosso (!!!), al suo primo anno completo in F1, ancor prima che la Red Bull vincesse un Gp. A 21 anni. Parliamo di un ragazzo che ha vinto in Red Bull al suo terzo Gp con le lattine. Il confronto con Ricciardo? Daniel è un altro fenomeno vero, è stato davanti a Seb facendo miracoli, andate a vedere i sorpassi che ha buttato giù in pista in questo 2014. Ricciardo non è e non sarà uno qualunque. Come non lo fu quell'Hamilton appena arrivato in McLaren che mise in difficoltà il bi-campione Alonso.
E saranno gli stessi giornalisti che tempo qualche mese, o più verosimilmente qualche anno, saliranno tutti sul carro del tedeschino al grido di "Alonso chi?", fomentando la superficialità del tifoso da bar, pronto a giurare fedeltà alla moda del momento.
Non è un caso che la Gazzetta oggi apra con "Vettel va più veloce di Alonso", come fosse una notizia sorprendente e si parlasse di un novellino che sale per la prima volta su una F1.
Il vero ferrarista sa capire, sa scegliere chi amare. E i tanti tifosi andati a spiare Vettel lo dimostrano. E' un discorso che riguarda la pista, ma non solo. Schumi entrò nel cuore dei fans mostrando il suo lato "latino" e più umano, Lauda lanciando il cuore oltre l'ostacolo tornando in macchina 40 giorni dopo l'inferno del Nurburgring e Gilles, beh, Gilles entrò nell'elite dei migliori di tutti i tempi per il coraggio, la fantasia e la sua voglia di provarci sempre e comunque. E Seb ha già colpito il primo giorno non per i tempi sul giro, ma per passione, dedizione al lavoro, umiltà e per quella scritta rossa in italiano sul casco bianco "Il mio primo giorno in Ferrari". Frase perfetta per un nuovo inizio. E per colpire il cuore dei ferraristi.

lunedì 3 novembre 2014

F1 DIARY - 17, AUSTIN, GARA

Immagine tratta da fia.com
Austin 2014. Tre istantanee: la prima scattata alla quinta tornata, con il "solito" sorpasso con finta di Ricciardo, stavolta su Alonso, la seconda al 24° passaggio, con Hamilton che passa un arrendevole Rosberg e la terza per Vergne, che al 51° giro entra "o la va o la spacca", vecchia maniera su un basito e polleggiante Grosjean.
E' stata una bella gara insomma, peccato che la Mercedes faccia un campionato a parte. Se togliessimo le frecce d'argento, di sicuro staremmo a lodare le modifiche regolamentari che hanno riportato sorpassi e un discreto livellamento di prestazioni. 
Hamilton con il trionfo americano va a quota 10 vittorie stagionali, +24 su Nico Rosberg a due gare dal termine. 
Ma il sorpasso di ieri, sommato alle cinque vittorie consecutive che Lewis ha autografato, è più di una sentenza sulle speranze del biondo Nico.
Il principino Rosberg non diventerà Re, è barrichelizzato totalmente, ieri sul tentativo di Lewis ha quasi alzato il piede e detto "prego si accomodi". E' mentalmente abbacchiato, paradossalmente è lui ad avere il "braccino" ora. Non basta neppure più partire in pole per vincere, e 10-4 come parziale sui trionfi stagionali è un macigno.
Nico il paggetto ha ancora la matematica che lo tiene in corsa, con tanto di doppio punteggio jolly ad Abu Dhabi, e con un ritiro di Lewis può sempre mirare al bersaglio grosso, ma quanto sarebbe meritato?
E poi abbiamo Kimi. Tutti a dargli contro, il più gentile lo invita a svernare in Antartide cospargendosi il capo di cenere e vodka, dichiarando al mondo di essere vecchio.
Il disfattismo impera. Kimi sta disputando una pessima stagione, e su questo non ci piove. Ma anche ad Austin a 10 giri dal termine era settimo, a fronte di un Alonso sesto. Ed è stato pure colpito sul retrotreno da Perez dopo tre giri. Poi la Ferrari si è mangiata le gomme soft, e il finlandese si è dovuto ri-fermare ed è precipitato 13°, ma anche Nando non se la stava passando bene e con 2-3 giri in più e le vibrazioni che aveva, sarebbe finito anche lui a cambiare gli pneumatici o soccombere fuori dalla top ten.
La F14T è nata male, malissimo. Soffre di sottosterzo cronico, Alonso riesce a far scorrere l'anteriore e guidarla, Kimi no. Raikkonen ama un anteriore preciso e questa macchina è quanto di più distante dal suo stile di guida. Vettel, promesso sposo in Rosso, è sull'onda di Iceman, dunque la Ferrari (si spera) cercherà di eliminare quella maledetta sospensione pull-rod e provare ad assecondare le caratteristiche di guida di Kimi e Seb. C'è poi Allison che ha disegnato le Lotus del risorgimento raikkoniano, che dovrebbe dare un grosso input in tal senso.
Occhio a dare del vecchio bollito a un pilota, prendete Valentino Rossi. E' bastato cambiare il capomeccanico e ha ricominciato a volare, finendo spesso davanti a Lorenzo.
Al solito, wait and see.

domenica 12 ottobre 2014

F1 DIARY - 16, SOCHI, GARA

Immagine tratta da fia.com
I primi quattro in griglia di partenza sono stati i primi quattro alla bandiera a scacchi, in rigoroso ordine.
Si direbbe gara noiosa. E difatti gara noiosa è stata.
Unico momento saliente è stata la partenza, con Rosberg che affianca Hamilton, lo sopravanza, ma va lungo, lunghissimo alla prima curva, spiattellando le gomme. E sosta ai box al giro 2 per montare degli pneumatici che dureranno tutta la gara, 52 giri. 
Tra il suo secondo posto in prova e il secondo in gara, ci sono sorpassi in serie che lo fanno riemergere dall'ultimo posto alla piazza d'onore con quell'astronave chiamata Mercedes.
Hamilton ha vinto a mani basse, mai forzando e arrivando comodamente primo. Il Mondiale sta prendendo la sua strada, +17, vittoria consecutiva numero 4, con Nico in difficoltà più mentalmente che cronometro alla mano.
Mercedes già matematicamente campione tra i costruttori, con 3 gare d'anticipo.
La stella a tre punte è imbattibile, ha una velocità in rettilineo pazzesca. Rosberg ha passato tutti con una facilità disarmante. E' un dominio destinato a durare a lungo, non ci sarà Alonso, Vettel o Honda che tenga. Dietro possono rimescolarsi uomini e motori, ma qua abbiamo una caparra già sul tavolo per aggiudicarsi quantomeno il 2015 in tranquillità. Un vantaggio tecnico e motoristico imbarazzante. Da 25-30 secondi sugli avversari a ogni appuntamento.
Gara noiosa si diceva, partenza a parte, quasi nessun sorpasso.
Emblema di questo trend è la Ferrari. Classica gara di questo 2014: dopo la partenza, cala il buio. La Rossa che transita al primo giro, sino a fine corsa non riesce a piazzare un sorpasso. Si accoda a trenino alle varie McLaren, Williams, ToroRosso, RedBull e di spunti velocistici o di trazione per sferrare l'attacco, manco l'ombra. Potrebbe guidarla anche Gig Robot d'Acciaio, che non sorpasserebbe ugualmente.
Alonso fa 6°, grazie allo scatto allo start, e Raikkonen 9°, a causa dell'intruppamento che lo penalizza alla prima curva. Poi, per entrambi, gara piatta.
Ma Alonso dove andrà? Lui vuole vincere, dice. E' il suo obiettivo. Ma di macchine in pista che possono vincere, attualmente, ce n'è solo una. E si chiama Mercedes. Che ha sotto contratto Rosberg e Hamilton per il 2015. E' quantomeno strano che Nando stia aspettando così tanto ad annunciare il suo futuro lontano da Maranello. Un futuro alla McLaren Honda sarebbe un'incognita, e non vincente da subito. Che si fermi una stagione, o si parcheggi dagli "amici" in Lotus, con un accordo già in tasca con Mercedes per il 2016? Chissà.
Intanto, brava alla Mercedes e #ForzaJules.

sabato 20 settembre 2014

F1 DIARY - 14, SINGAPORE, QUALIFICHE

Immagine tratta da fia.com
Ma sì, le più belle qualifiche dell'anno! Tutti vicinissimi, tre sessioni in cui Red Bull, Williams e Ferrari si sono illuse di poter defenestrare finalmente le Mercedes.
E invece no. Alla fine la griglia è sempre quella. La solita solfa.
Due Mercedes, due Red Bull, Ferrari e Williams a mischiarsi. 
Alla fine è sempre la casa di Stoccarda a portarsi a casa la prima fila. Stavolta è Hamilton a beffare Rosberg per 7 millesimi. "Damn it!" (trad. "Dannazione!") sbotta Nico via radio appena saputo di essere stato beffato. 
Soliti sorrisetti e strettine di mano di cartone a fine prove. Domani botte vere, sin dalla prima curva. Rosberg non correrà da ragioniere, e se ci sarà la possibilità, renderà la vita dura a Lewis. 
Però gli altri ci sono. Il fenomeno Ricciardo è 3° a meno di due decimi e dichiara di voler puntare al bersaglio grosso. Ha un gran ritmo gara, è da tenere sott'occhio, perchè è uno che sa gestire bene le gomme. Poi quel sorriso con i riflettori splende che manco la pubblicità del dentifricio.
Il duo Vettel-Alonso è 4° e 5°, vicini vicini, come vorrebbero le voci di mercato che tanto fanno infuriare lo spagnolo. Tanto da sgridare pubblicamente la stampa italiana. Pare sceso dalle nuvole, sei alla Ferrari baby, la pressione fa parte del gioco! Nando vuole puntare al podio. Ma se non fa mirabilie al via, sarà tosta: superare chi sta davanti è un dramma da inizio anno per la Rossa, pure attivando il Drs. Anche perchè la Red Bull può mettere le ali e la Mercedes i cavalli.
Ferrari che aveva anche un Raikkonen in palla, in pallissima, per tutte le qualifiche. Kimi e Nando finalmente separati da un soffio, come nel progetto iniziale di Domenicali: 204 millesimi per il finlandese nella Q1, 31 per lo spagnolo in Q2, e meno di un decimo anche nel primo tentativo della Q3. Poi il motore di Raikkonen ha fatto le bizze e addio secondo run. Sarà 7°, con la magra consolazione della partenza dal lato pulito della pista. Ma per la prima volta è andato veramente bene anche nelle prove. "Tutte le volte che la macchina mi dà delle buone sensazioni, capitano dei problemi", il suo amaro commento. L'importante è che il pilota dimostri, come da qualche gara a questa parte, di aver trovato il feeling giusto con la macchina e il box. Che riesca a modificare in meglio gli assetti, e che stia vicino ai tempi di Alonso. Dimostrando di non essere bollito. 
Beh chi vince domani? Classica vittoria di Ricciardo, quello la sa lunga. Anzi, doppietta Red Bull con Vettel 2°. Con il sorrisone super di Ric che convincerà il tedesco a cambiare aria. E Alonso 3° davanti a Raikkonen. Per farlo stare tranquillo e rivendicare le sue vittorie di Pirro contro Kimi alle prime interviste possibili. Alè.

martedì 9 settembre 2014

LA LOGICA DEL CALCIO PIOMBA SULLA FERRARI

Immagine tratta da formula1.ferrari.com e modificata su befunky.com
"I risultati economici di Montezemolo sono molto buoni. Ma nel caso della Ferrari un manager deve essere valutato sia per i risultati industriali che per quelli sportivi. Luca ha ottenuto risultati industriali straordinari. Sul fronte sportivo sono sei anni che non vinciamo. Abbiamo i migliori piloti, due campioni del mondo, Alonso e Raikkonen, un box super. Non possiamo partire tra il 7° e il 13° posto".
Ecco i titoli di coda messi da Marchionne, amministratore delegato di Fiat, sul rapporto tra Ferrari e Montezemolo. Che dura(va) dal 1991.
Com'è noto, Fiat detiene il 90% della Rossa di Maranello, a fronte di un 10% appartenente a Piero Ferrari. Quindi decide lei.
Quello che la banda Marchionne-Elkann non capisce è che la logica calcistica non può essere applicata alla F1. Proprio no.
Perchè di teste rosse ne sono rotolate, e pure tante. Baldisserri, Dyer, Mazzola, Costa, Domenicali, Marmorini e cosa si è risolto? Niente. Si sta sprofondando sempre più.
E ora si è chiesto lo scalpo più prestigioso. Quello di Montezemolo.
Che, per inciso, avrà sbagliato un po' negli ultimi anni (in primis a non utilizzare il diritto di veto sui regolamenti limitanti test e modifiche alla power unit), ma che non si può trattare, sportivamente parlando, come l'ultimo dei fessi incapace di ottenere risultati.
Per riorganizzare la Ferrari in pista, nel 1991, chiamando Jean Todt al suo fianco, ci mise 3 anni a vincere il primo Gp. Ma da lì in poi fu un crescendo. Arrivò il Campionissimo, Michael Schumacher. Si tenne duro nelle difficoltà e si vinse. Primo Mondiale Costruttori nel 1999, primo Piloti nel 2000. E qualcosa come 8 titoli Costruttori, 6 titoli Piloti, 118 Gran Premi vinti in 23 anni. Più altri sette Mondiali Piloti persi all'ultima gara ('97, '98 e '06 con Schumi, '99 con Irvine, '08 con Massa, '10 e '12 con Alonso).
Non stiamo parlando di noccioline. Sono risultati importanti. Riportare il Mondiale a Maranello dopo 21 anni è stata un'impresa. E in questi ultimi (funesti) sei anni, per tre volte ci si è giocati il Mondiale all'ultima corsa.
Non siamo nel calcio, che cambiando l'allenatore si ottiene la scossa e i ragazzi improvvisamente cominciano ad andare a mille.
Vediamo dominare una Mercedes che ha investito risorse ingenti nella F1 per vincere, ma che prima di riuscire a vincere con costanza è passata per 4 anni in cui è stata ridicolizzata e additata come esempio negativo.
In F1 bisogna programmare a lungo termine. E tutte le teste che sono rotolate e probabilmente rotoleranno non garantiranno risultati immediati. Ma piuttosto un'ansia da prestazione che potrà portare errori su errori, impazienza su impazienza. Per ricostruire la Gestione Sportiva ci vorrà tempo. Chiunque se ne assumerà la guida. 
La Juve degli Elkann ha dato il benservito ad Antonio Conte senza farsi troppi problemi e senza strapparsi i capelli, sottolinenando chi è a comandare. Allontanando il personaggio "scomodo" e troppo ingombrante.
E così sta accadendo in Ferrari. Gli Elkann e Marchionne stanno facendo capire chi comanda. Silurando un simbolo. Ma siamo sicuri che questa congiura ai danni di Montezemolo porterà la Ferrari subito al top? Per riorganizzare un team di F1 ci vuole esperienza nelle corse. Non logiche strettamente aziendali. Non esoneri in corsa.
Con gli esoneri in corsa, forse dopo il '96, il '97, il '98 e il '99, e un Mondiale Piloti che mancava dal '79, sarebbero stati cacciati tutti. Todt, Brawn e Schumi in primis. E addio al ciclo più vincente della Storia della F1. 

domenica 7 settembre 2014

F1 DIARY 13 - MONZA, GARA

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
Il dubbio o la pressione.
Hamilton parte male, Rosberg lo infila facile, Lewis alla prima curva sfila 4°. Il destino della corsa pare segnato, a favore di Nico. Ma succede l'inaspettato.
Giro 9, circa 4 secondi di vantaggio su Massa e Ham, Rosberg va lungo alla prima variante ed è costretto a fare lo slalom per tornare in pista perdendo 2 secondi e mezzo.
Giro 29. Poche tornate dopo la sosta ai box, Nico ha la leadership, con Lewis a inseguire a un secondo e spiccioli. Stesso identico errore, bloccatina leggera, lungo, slalom, rientro in pista. Dietro a Hamilton. E a 4/5 secondi ci resta per tutta la gara, senza mai avvicinarsi.
Ecco. Rosberg è stato l'unico pilota a fare l'errorino + gincana seguente, nell'arco di tutta la gara. Strano. Non voglio urlare al "gomblottoooo", ma anche il poco entusiasmo all'arrivo di Lewis è sembrato quantomeno particolare.
Oppure è un fatto di pressione. E di reggere la pressione. E sia Lewis che Nico non sono fantastici sotto questo punto di vista. Hamilton ha cannato clamorosamente la partenza, e Nico ha commesso due errori identici che gli han sfilato dalle mani una gara che poteva solo perdere. Ma i due si detestano, è palese. E ci gusteremo il duello con piacere.
Ricciardo è tra i grandi.
Nuova conferma a Monza, nonostante un 5° posto all'apparenza misero. Alla fine dominio Mercedes a parte, questo 2014 lo ricorderemo per la sua prepotentissima ascesa. 3 vittorie e oggi scrive un'altra pagina di questo sport alla voce "Finta alla Ricciardo". Due sorpassi identici, su Perez e Sua Maestà Vettel. Finta all'esterno e infilata all'interno inaspettata. Chapeau. E' un Campione. Stop. 
Vettel è sull'orlo della depressione. Ma deve capire una cosa: il compagno di box è un Fenomeno vero. E non mettere in dubbio il proprio, di valore. Ricciardo non è uno qualunque che lo sta battendo. E' un pilota speciale.
Note a margine. 
Ci si sta accanendo su Magnussen e gli si appioppano penalità come fossero acqua fresca. E' il regolamento. E ok. Però pare che quando uno tenta il sorpasso, sto regolamento dica "prego si accomodi". E alla lunga diventa noioso. Non è uno sport da damerini. Sennò negli anni '80 si sarebbe dovuta riscrivere la classifica ad ogni arrivo.
Le Ferrari. Kaputt. Alonso motore in pappa e Kimi 9°. Prima del ritiro i due viaggiavano vicini e a braccetto verso la decima posizione. Le discussioni, sentite ancora oggi post-gara sul FenomeNando e l'addormentato Kimi, in una gara dove i due sarebbero finiti appaiati, sono patetiche. Per chi se lo fosse perso, un giro prima del ritiro dello spagnolo, Raikkonen aveva superato Alonso. Il problema è un altro ed è gigantesco. La macchina è ferma. Bisogna fare squadra e lavorare. Ora la Ferrari è la quarta squadra del campionato, dopo Mercedes, Red Bull e Williams. Nessuno fa miracoli, e fare la guerra su chi è più forte tra Fernando e Kimi quando si lotta per il nono posto, è imbarazzante. Stop.

sabato 6 settembre 2014

F1 DIARY - 13, MONZA, QUALIFICHE

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
Monza. Gara 1 d.c. Dove d.c. sta per dopo crash Rosberg-Hamilton di Spa. 
La pole se la cucca Lewis, dando 274 millesimi a Nico. Tra i due il gelo è evidente, appena scesi dalla super Mercedes per le foto di rito, non uno sguardo, non una parola, non un contatto fisico. E' guerra aperta. I rettilinei di Monza forniranno più di un'occasione per fare a pugni, dando per scontato che i due cercheranno di non fare papocchi alla prima chicane.
E tutte le qualifiche sono uno spot alla stella a tre punte. Mercedes piazza sei motori 1°, 2°, 3°, 4°, 5° e 6°, imbarazzando la concorrenza. 
Non c'è gara, hanno un motore ibrido spaziale. Il gioco delle coppie è servito, dietro i due litiganti ci sono Bottas e Massa, e Magnussen e Button, con una McLaren rinvigorita.
Il resto, bricioline. 
Alonso è 7° a 1 secondo e 3 decimi. Vettel e Ricciardo 8° e 9°. Raikkonen, al solito, è vittima dell'ansia da prestazione da qualifica e sprofonda 12° con due errorini nei due giri buoni in Q2. Partirà 11° per il penalty di Kvyat.
Per la Ferrari gara difficile, difficilissima. Non c'è lo spunto velocistico per poter passare i sei marziani Mercedes davanti. 
Immagine tratta da fia.com
Discutere ancora del deludente Kimi rispetto al fenomeNando Alonso non ha senso. Non ha senso semplicemente perchè parliamo di una lotta tra poveri, di uno standard fisso da 5° o 6° posto, di una Ferrari che deve recuperare. Testa bassa e tanto lavoro.
E non aiutano le parole di Briatore, manager proprio di Alonso, che definisce la Ferrari attuale "Una Ferrari B", ironizzando sul valore attuale della vettura di Maranello.
La Ferrari è la storia della F1. Si devono fare carte false per guidarla. Anche in stagioni deficitarie come l'attuale. E' un concetto semplice, chiaro. Da mettere al centro. La Ferrari non deve essere al servizio di questo o quel pilota. Anche se è un fenomeno. E mai derisa. 
Neppure se a Monza si partirà 7° e 11°. Perchè guidare la Ferrari deve essere un onore e un privilegio. Sempre.
Domani chi vince? Beh Hamilton, e da qui partirà per la sua rimonta Mondiale. Bottas 2° e Massa 3°. Rosberg? Misteriosamente attardato. 

martedì 5 agosto 2014

105 MILIONI DI PILOTI

Immagine tratta da zoomnews.es e modificata su befunky.com
Premessa: Fernando Alonso sta da anni tenendo in piedi il baraccone (perchè di baraccone trattasi) della Ferrari. E' un pilota veramente forte, consistente, che in gara dà il meglio di sè. E' assolutamente tra i migliori al mondo. Non ha vinto due Mondiali per caso.
Detto questo. 105 milioni ha chiesto Nando alla Ferrari per rinnovare con un triennale, secondo Autosprint e Bild. Raddoppiando l'attuale ingaggio. A 33 anni. Come per dire: dai, ditemi di no, che tanto non vedo l'ora di andarmene.
Nessuno a Maranello ha mai guadagnato tanto, neppure Michael Schumacher nel suo quinquennio iridato. 
Potrebbe essere una mossa studiata a tavolino, dato che all'ingaggio dello spagnolo contribuisce la potente banca iberica Santander. Lo stesso sponsor Ferrari che nel 2010 non esitò a pagare un anno sabbatico di stipendio a Kimi Raikkonen, pur di far correre di rosso vestito il suo pupillo.
Il punto è uno. Ammettiamo pure, per ipotesi, che Fernando Alonso sia il miglior pilota del globo terracqueo. In 6 stagioni con l'asturiano la Ferrari ha vinto 10 gare e zero Mondiali. Ne ha sfiorati due, ma ne ha vinti zero. 
Ora, se hai il miglior pilota del mondo e il Mondiale non lo vinci, evidentemente hai una macchina lontana anni luce dagli altri.
Ha senso investire 35 milioni di euro l'anno per il miglior pilota del mondo, quando la tua vettura non va neanche per miracolo?
Il miglior pilota del mondo può fare la differenza se guida un mezzo con prestazioni simili a quelle dei rivali. Se sei lontano secondi, non serve a nulla o quasi. Specie se non puoi fare test, specie se si è lenti senza possibilità di via d'uscita da inizio stagione.
Se hai la macchina buona, buona per davvero, il Mondiale lo vinci anche con Button o con Rosberg. E anche con Raikkonen, toh. Lo dimostra l'albo d'oro della F1 e lo dimostra la classifica 2014.
Se migliori la macchina, di piloti ne trovi quanti ne vuoi. Con la vettura migliore del lotto, troverai 105 milioni di piloti pronti a correre per te, gratis o quasi.
E comunque, sei la Ferrari. C'è una storia alle spalle che insegna che i piloti passano, ma la Scuderia resta.
Piegarsi ancora, a queste cifre, sarebbe un bruttissimo segno di declino. L'ennesimo.

sabato 26 luglio 2014

F1 DIARY - TAPPA 11, QUALIFICHE

Immagine tratta da f1passion.it e modificata su befunky.com
E mmòbbbasta veramente però!
Signor Pat Fry che stai al muretto box (quello della foto), ma come fai a sbagliare così grossolanamente la tattica per Kimi Raikkonen?
E' tempo di dare delle risposte, perchè una o due volte può capitare di sbagliare le strategie, ma questa sta diventando un'abitudine.
"Su questo tracciato la possibilità di effettuare sorpassi è particolarmente limitata e per questo motivo, più che altrove, in qualifica occorre ottenere il massimo” questo è ciò che dichiari nell'immediato pre-gara, e mi combini un papocchio del genere alla prima occasione?
All'Hungaroring poi, il circuito più difficile per i sorpassi assieme a Montecarlo.
Hai Kimi Raikkonen lì lì in zona rossa e 1) non gli fai fare un altro giro con le gomme usate, dopo un giro in cui è andato oggettivamente piano e bastava 1 decimo per salvarsi, 2) non lo fai uscire una volta che quelli dietro erano tutti in pista. 
Kimi esce con un 1'26'7 quando nelle prove libere della mattina aveva fatto un 1'24'8. Allucinante.
E poi Raikkonen dichiara: "Ho chiesto due volte se eravamo certi al 100% di non uscire, e avete visto il risultato finale". Ancora una volta il pilota va inascoltato.
A sto punto direi di dare un po' retta a chi guida, che dite?
Possono avere sensazioni peggiori di quel signore che prende le decisioni al muretto e del suo gruppo di lavoro?
Come si fa ad uscire nella Q1, ribadisco, in una delle piste peggiori per rimontare e sorpassare?
Volete dare tutta la colpa a Raikkonen 17°? E diamola. Ma alla seconda guida Ferrari c'è sempre un pilota bollito, la strategia peggiore e la macchina meno solida. Apriamo gli occhi, può essere un caso? O si ha una seconda squadra inadatta? Tattiche, ingegneri, tutto.
Abbiamo tagliato le teste di Domenicali e Marmorini, e ora? Peggio che mai.
Le qualifiche son state belle, sontuoso Vettel 2°, sfortunello Hamilton manda a sfiammare la Mercedes immediatamente e partirà in ultima fila. Bene Alonso 5°, in linea con ciò che la vettura gli concede. In pole abbiamo Rosberg, che pian piano sta mettendo le mani sull'iride, psicologicamente e materialmente. La fortuna del Principe e la sfortuna di Paperino, le due facce della Mercedes.
Pronostico di domani? Pioverà e alla curva 1 ci saranno bei dritti. 1°Rosberg, 2°Vettel, 3°Alonso. Raikkonen? 6°. 

martedì 22 luglio 2014

GOMBLOTTOOOO

Immagine tratta da autosprint.corrieredellosport.it
Autosprint lancia la bomba. Alonso si è fatto sentire in quel di Stoccarda, alla Mercedes, tanto per vedere la reazione, la situazione. Per tastare il terreno.
Tenendo in stand-by l'offerta Ferrari del rinnovo. Per il quale ha sparato una cifra ben più alta dell'attuale. E Nando nell'accordo attualmente in essere, avrebbe pure una clausola di svincolo in caso Maranello non raggiunga almeno il 3° posto costruttori.
Bum. Apriti cielo.
Allora è tutto chiaro.
Complotto!
Ecco perchè Alonso a ogni intervista post qualifica e post gara sottolinea il risultato di squadra, la posizione in classifica costruttori. E sottolinea la differenza con Mercedes, Williams e RedBull, quasi fosse più interessato a quella graduatoria piuttosto a quella piloti.
Sotto sotto gufa!
Anzi!
Raikkonen va piano, pianissimo perchè è sabotato. Ha una macchina peggiore di quella di Nando (come se si potesse). Per non andare mai a punti. E strategie sbagliate a ogni gara per farlo finire sempre oltre la 10a piazza.
E tutto questo sotto la regia carbonara di Santander, potente sponsor di Alonso e della Ferrari. Quello che pagò un anno Kimi per non correre, pur di piazzare Fernando sulla Rossa. E Emilio Botin-Sanz de Sautola y Garcia de los Rios (nome lunghissimo tipico del cospiratore) gran capo della banca spagnola, è sempre più spesso ai box Ferrari. 
E' chiarissimo. 
Tutto finalizzato a non arrivare nei primi 3 dei costruttori, per salutare la compagnia del Cavallino e andare alla Super Mercedes! Avendo pure più o meno ragione e uscendone rafforzati, avendo bastonato Kimi.
E l'ultimo indizio chiarisce pure la crisi di Raikkonen. L'ingegnere di macchina di Raikkonen si chiama Spagnolo. Spagnolo, capite??? Spagnolo, come Alonso, come Botin, come la Santander!
Ecco, scoperti!
Complotto, complotto, gomblottooooooooooo!

lunedì 21 luglio 2014

QUANDO LA RADIO SVELA IL TEAM

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
Ferrari. Due flash.
Monza 2013. Alonso alle prese con l'ultima manche delle qualifiche. Si tenta la strategia di prendere la scia di Massa per guadagnare qualche decimino. Qualcosa va storto, Nando sbotta alla radio, diretto al box: "Veramente siete dei geni, eh? Mamma mia ragazzi miei". Tono decisamente arrabbiato e sarcastico. Toppe versioni zoppicanti a fine prove per minimizzare il tutto, condito da una misteriosa assonanza "dei geni/dei scemi", che non ha assolutamente migliorato la situazione.
Hockenheim 2014. Raikkonen, il lento Kimi. Gomme andate, Iceman si rivolge al suo ingegnere di macchina Antonio Spagnolo: "L'anteriore sinistra è davvero messa male. La macchina non riesce a girare. Dobbiamo fare il pit-stop". L'ingegnere risponde: "Abbiamo bisogno di altri quattro giri", al che Raikkonen sbotta, alzando la voce: "Dobbiamo fermarci, dobbiamo fermarci!" e rientra ai box. 
C'è qualcosa che non va. 
Associamo questi due episodi. Cosa emerge? A Monza 2013, Alonso si sfogò pesantemente, facendo intendere che si era sbagliata la strategia. Idem a Hockenheim, quando a un Raikkonen che chiede di rientrare al box (e perdeva 4 -e dico 4- secondi al giro), viene risposto di star fuori altri quattro giri. 
Manca fiducia. Nell'episodio di Alonso, è mancata la fiducia verso il muretto box e la sua strategia per le qualifiche. E nella situazione di Kimi, è palese come il pilota non venga ascoltato dal proprio ingegnere, che, quasi ignorando il piccolo dettaglio dei tempi al giro e del "non riuscire a girare", gli chiede di stare in pista altre 4 tornate. Come se non ci fosse fiducia nel pilota, in ciò che dice.
C'è un punto di domanda enorme nel rapporto ingegneri di macchina/piloti.
Un anno dopo è giusto rileggere lo sfogo di Alonso, a primo impatto veramente antipatico.
La Ferrari è lenta nel telaio, nella meccanica, nell'aerodinamica, nel motore, in Kimi, ma anche nella squadra, nelle strategie, e nel riuscire a tradurre in pista il volere dei piloti.
Siamo all'anno zero. Vanno bene solo Nando (che riuscirebbe a guidare anche un ferro da stiro) e i cambi gomma. Il resto è un disastro. E la mancanza di fiducia tra piloti e ingegneri è un campanello d'allarme enorme. 
Si può sviluppare una macchina in una situazione del genere? E la risposta è che la macchina non ha sviluppi significativi durante la stagione da anni. Si può essere una squadra, una vera squadra, senza fiducia? 
E forse il problema di Kimi sta qui. Nella sua squadra di ingegneri. Perchè non è possibile che dopo 10 gare, sia ancora alle prese con una vettura inguidabile, con le bloccatine sull'anteriore e quant'altro. E' esperto, è un Campione del Mondo. Possibile che la sua squadra non sia riuscita ad aiutarlo per niente dopo quasi sei mesi?

domenica 20 luglio 2014

F1 DIARY. TAPPA 10. GARA

Immagine tratta dal profilo Twitter di Marca. Modificata su befunky.com.
Diario F1. Tappa 10. Hockenheim, Germania. Gara.
Rosberg vince sul velluto. Bottas secondo meritatamente. Hamilton rimonta facile facile come previsione, ma nel rush finale con il finnico della Williams non riesce ad avere la meglio e chiude 3°, da 20° che era partito. Ora però è a -14 da Nico.
Tutti bravi, bello spettacolo in pista.
Grandi lotte anche per Ricciardo, Vettel, Nando e pure Kimi. Tutti a fare a botte come se non ci fosse un domani, far west puro.
Chiedete a Raikkonen, preso a sandwich due volte. Con botte subite da Hamilton e Vettel, che gli han accartocciato pezzi di macchina. Come se già non avesse abbastanza problemi di suo.
La Ferrari al solito a distanze siderali dalla vittoria. 
Ma le strategie chi le fa? Raikkonen lasciato in pista con gomme sfasciate che è costretto a ordinare lui (!) al suo ingegnere di cambiarle, quando quest'ultimo gli diceva di resistere altri 4-5 giri.
E così con Fernando, con la solita gara fantastica era in lotta per il podio con Bottas e Vettel. Poi sbèm, arriva la strategia. Anche lui lasciato in pista con crono superiori di 4-5 secondi alle vetture concorrenti. Torna in pista dietro, deve rimontare e alla fine quei 7-8 secondi che lo separano da Seb sono stati quelli persi dalla strategia. 5°.
La pioggia non è arrivata, ma la capòte si. Massa si ribalta in partenza, con la gentilissima partecipazione di Magnussen. Il danese della McLaren è già la terza volta che in partenza tappa la vena e fa a sportellate. Kimi ne è stato entrambe le volte protagonista a inizio stagione. Si calmi un po'.
E Massa, beh aspettiamo il Gp di Lourdes per vederlo a podio.
Poi tornando alla Rossa. La macchina non va. Ok. Raikkonen è lento. Ok. Ma sbagliare pure le tattiche ai box, vuol dire pallone totale per tutti.
E Kimi ha preso botte e rotto l'alettone. Non gli è stato sostituito. Perchè? E ancora, come è possibile che fermandosi un giro dopo Nando, con pneumatici identici, girasse 1 secondo/1,5 secondi più lento? E bloccando l'anteriore a ogni giro o quasi. Da vari Gp. Può esser diventato scarso? Così scarso? Ha ereditato la squadra degli ultimi anni di Massa. Che non riusciva a mettergli la macchina apposto. E che ora non riesce a mettere la macchina apposto per lui.
E allora manca anche la Squadra.
Bel problema.

martedì 15 luglio 2014

LA SOSTANZIALE DIFFERENZA

Immagine tratta da blog.you-ng.it e modificata su befunky.com
C'è una sostanziale differenza.
1996, 1997, 1998, 1999 gli anni di Michael Schumacher alla guida della Ferrari senza riuscire a vincere il Campionato del Mondo piloti.
2010, 2011, 2012, 2013 gli anni di Fernando Alonso al volante della Rossa senza aver vinto il Mondiale.
Nel 1997 e 1998 Schumi arrivò a giocarsi il titolo sino all'ultima gara, perdendo contro Villeneuve e Hakkinen. Alonso nel 2010 e nel 2012 è stato battuto, sempre all'ultimo round da Vettel.
Ma c'è una sostanziale differenza. Negli anni di Schumacher alla rincorsa del titolo c'era un disegno epico, una testardaggine nel volerci provare e riprovare degna di una grande storia d'amore. In quelli di Alonso ad ogni sconfitta sono volate teste, in un tourbillon di capi al muretto, tecnici delle strategie, progettisti, motoristi e quant'altro. Con il rumore della ghigliottina sempre pronto a scattare in sottofondo.
L'asse di ferro Brawn-Byrne-Todt-Schumi ha resistito ed è ripartito da ogni sconfitta. Più forte, più squadra. Nel quadriennio di Alonso si son alternati Domenicali, ora sostituito da Mattiacci alla guida del team, Aldo Costa e Marmorini ai motori (invitati a cercarsi altra occupazione), prima Tombazis e ora Allison al disegno della vettura, Baldisserri e Chris Dyer al muretto, esonerati senza complimenti. In un orgasmo da esoneri e sostituzioni proprio del calcio.
Con Michael si scrivevano pagine epiche, e le pagine più belle e memorabili si sono scritte proprio nei quattro anni delle sconfitte.
Nel 1996, con una vettura veramente brutta, da 1 secondo in prova dalle Williams, 3 clamorose vittorie, a Barcellona sotto il diluvio universale, a Spa e a Monza.
Nel 1997 quando, ancora inferiori alla creatura di Newey, ci si giocò il Mondiale all'ultima gara, sino al giro 48. A Jerez, dove Schumi mostrò il suo lato umano, cercando di fermare il sorpasso di Villeneuve con un botto scorrettissimo, ma che avrebbe potuto regalargli il Mondiale. Un botto che alla fine ogni tifoso Ferrari avrebbe fatto, vedendo quanto Jacques era troppo più veloce in quella gara. Ah, se solo ad Abu Dhabi 2010, anche solo per frustrazione, Nando avesse dato una botta a quella lumaca russa di Petrov...
E il '98? Di nuovo una macchina superiore di 1,5 secondi, la McLaren di Newey (ancora!). E ancora incredibilmente a giocarsela all'ultimo start, a Suzuka. Con Michael che dall'emozione clamorosamente cannò la partenza, alzando il ditino per indicare di aver spento il motore. E partenza ultimo, e rimonta furiosa, e gomma scoppiata quando era 3°. 
Nel 1999 l'incidente di Silverstone, la gamba rotta, il ritorno in Malesia zoppicante al servizio di Irvine, sempre più veloce di tutti anche se infortunato.
Sono state le sconfitte, più delle vittorie a legare Michael Schumacher alla Ferrari. Sono stati anni epici, memorabili. Ogni gara vinta era un'impresa: di guida, di strategia, di tattica. Ci aprivano i telegiornali.
Imm.tratta da youtube.com, mod. su befunky.com
A ogni sconfitta di Alonso in rosso volano gli stracci, parte la caccia al colpevole e alla testa da tagliare. Con Schumi c'era una squadra, un'unità di intenti. Con Alonso tutti sembrano al servizio del pilota migliore, con il pilota più forte della squadra. E la squadra che sembra ogni volta scusarsi con Nando per non avergli dato la macchina migliore.
Guidare per la Ferrari è un'altra cosa.  
Lo sapeva Schumacher, che non ha mai fatto una dichiarazione contro la Scuderia, sempre difeso nei suoi errori (e ne faceva più di Nando, ammettiamolo) da Todt. E che copriva le lacune della macchina con veri e propri miracoli di guida, aiutato dalle tattiche perfette ideate dal geniale Ross Brawn.
E quel motore in fumo a Suzuka nel 2006, nella rincorsa Mondiale proprio ad Alonso, ha messo il punto esclamativo su una nuova sconfitta, accettata con serenità proprio da Michael, che andò a salutare ad uno ad uno tutti gli uomini Ferrari ai box. Senza dargli degli idioti via radio, o sbraitare perchè proprio nella gara decisiva il motore si era cotto. 
C'era una sostanziale differenza. Prima la squadra, poi il pilota. 
Alla Ferrari è sempre stato così.

lunedì 18 novembre 2013

CHI LOTTAVA E CHI...L'OTTAVA!

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
Nella noiosissima gara monososta di Austin vince Seb Vettel. 
La miglior notizia di tutto il carrozzone è che siamo finalmente alla penultima corsa, dopo che ci siamo incantati da oramai 8 Gp sullo stesso andazzo. Una serie impressionante di corse clamorosamente uguali, di fughe solitarie, di domini schiaccianti, di gare decise alla prima curva. Ne beneficiano la vettura più forte (impressionante come riesca ad aprire prima degli avversari il gas in uscita di curva) e il pilota più forte, in uno stato di grazia clamoroso. Red Bull- Vettel è un binomio perfetto. Seb sembra l'unico in pista che non debba preservare le gomme, tira come e quando vuole, ed è talmente perfetto che spara il giro veloce sempre nelle ultime due tornate di ogni gara. L'ottava di Vettel entra nella storia, nessuno prima di lui ne vinse otto di fila. E domenica in Brasile è atteso per la nona. Aggiorniamo i numeri, imbarazzanti: 119 Gp disputati, 38 vittorie, 44 pole position, 61 podi, 22 giri veloci. Chapeau.
E mentre Vettel piazzava l'ottava, c'era chi semplicemente lottava.
Lottava Grosjean, forse alla miglior gara in carriera, nel tener dietro il vecchio cangurotto Webber, arrivando meritatamente secondo. E lottava Webber, contro i segni dell'età sempre più evidenti nelle sue partenze fallaci e ancora senza una vittoria stagionale (contro le 12 di Seb). La partenza-bradipo probabilmente rimarrà negli annali come la sua cifra distintiva.
Immagine tratta da formula1.com
Lottava Hamilton, in versione autista di gomme, che durante i suoi team radio chiedeva sempre e solo del degrado pneumatici, se potesse o meno spingere. Una pena vedere uno dei più talentuosi driver castrato dalle gomme di marzapane. Ma queste son gare di durata o di velocità, verrebbe da chiedersi.
Lottava Alonso, con una Ferrarina sbiadita, che dopo un garone gli consegna solo un 5° posto, segno che proprio non ci siamo. E lottava contro Hulkenberg, tornato l'incredibile Hulk quando la Pirelli è tornata alle gomme con la costruzione del 2012. Un caso?
Lottavano come leoni Perez e Bottas, rispettivamente 7° e 8°. Il messicano, con un camion di soldi forniti da Slim, l'uomo più ricco del mondo, è alla ricerca di un sedile 2014, dopo l'appiedamento dalla McLaren. Il finlandesino dimostra di andare molto più del raccomandato Maldonado (che probabilmente si accaserà addirittura in Lotus!) e non fa dormire sonni tranquilli a Massa.
Ah già. Massa. No, Massa non lottava, finendo 13° portato a spasso dalla sua Ferrari. E con lui Kovalainen, il sostituto di Kimi, portato a spasso dalla sconosciuta per lui Lotus e miseramente 15°.
E non illudiamoci, Valsecchi avrebbe rimediato la stessa magra figura.
Finalmente domenica si chiude. E speriamo si chiuda un'era. Un'era di noia, di Vettel, di gomme ridicole, di piloti costretti ad andar piano e risparmiarsi. Non se ne può più.

sabato 24 agosto 2013

NANDO LO SPACCONE

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
Quando a Spa si presenta il classico meteo di Spa, con pioggerelle, acquazzoni, nuvoloni senza gocce, la pole diventa una roulette.
La prende Hamilton, beffando all'ultimo respiro le Red Bull di Vettel e Webber. Di Resta 5° e Button 6° pescano il jolly in Q3, partendo più avanti rispetto ai loro standard, così come Van der Garde 14°, Bianchi 15° e Chilton 16°.
E Nando? 
Nando fa lo spaccone, ma solo in conferenza stampa. Giovedì dichiara di non esser preoccupato per l'arrivo di Raikkonen, in quanto il finlandese era spesso più lento di Massa nel triennio rosso. Un modo gentile per auto eleggersi migliore di entrambi in un attimo. In pista però, dopo delle buone sessioni iniziali, si perde clamorosamente in Q3, ed è vittima di un testacoda che gli fa perdere quei 10 secondi fondamentali per non prendere la bandiera a scacchi di fine qualifiche, e dunque guadagnarsi la possibilità di fare un giro in più sulla pista che andava asciugandosi.
Immagine tratta da formula1.com
E' inutile parlare e fare i gradassi, dichiarandosi fenomeni, se nelle condizioni in cui i fenomeni veri escono fuori, vai a sbagliare come un pivello.
Per domani promette un gran passo gara, ma siamo alle solite. Forse Nando ha dimenticato come andò la partenza lo scorso anno qui in Belgio quando scattò sesto, con quel pazzo di Grosjean che lo mise fuori gioco con uno strike degno del miglior bowling.
La gara si costruisce dalle qualifiche, e Alonso in qualifica sta disputando una stagione disastrosa. Domani scatterà 9°. Maledice le qualifiche anche Kimi Raikkonen, anche lui attardato dal fuori pista di Alonso, che non gli ha permesso per pochi secondi di poter fare un giro in più e partirà 8°.
La lotta per il campionato sembra essere un discorso a due, Vettel-Hamilton. La Mercedes è in grandissimo spolvero, in clamorosa rimonta. 31a pole in carriera per Lewis, 5a stagionale e addirittura quarta consecutiva. 48 punti di ritardo sono troppi, ma la Mercedes sembra l'unica in grado di impensierire Seb e la sua lattina volante.
Per domani il meteo è previsto instabile, spettacolo assicurato, nella pista più bella del campionato. La lotta Hamilton-Vettel vede due fenomeni sia sull'asciutto che sul bagnato, quindi si preannuncia una gara bellissima. 
Alonso si prenota per la solita domenica da leone, dopo un solito sabato da censura.
Nando lo spaccone riuscirà a fare il fenomeno anche in pista?
Ce n'è bisogno, anche perchè attorno a lui molti ferraristi stanno cominciando ad avere più di un dubbio, come mai prima d'ora.

Pagelline: 1°Hamilton 10, 2°Vettel 9, 3°Webber 8, 4°Rosberg 7,5, 5°DiResta 8, 6°Button 8, 7°Grosjean 6,5, 8°Raikkonen 5, 9°Alonso 4,5, 10°Massa 5,5, 11°Hulkenberg 6,5, 12°Sutil 6, 13°Perez 5,5, 14°Van der Garde 8,5, 15°Bianchi 8, 16°Chilton 8, 17°Maldonado 5, 18°Vergne 5, 19°Ricciardo 4,5, 20°Bottas 5, 21°Gutierrez 5, 22°Pic 5.

domenica 7 luglio 2013

NON SI BATTE

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
Vettel non si batte. Non si batterà nel 2013. Anima in pace ed amen.
Vince sempre, rompe il tabù tedesco che non lo vedeva mai trionfante nel Gp di casa e si porta a quota 30 vittorie in 110 apparizioni in carriera. 
Dritto dritto filato e in discesa per il Mondiale numero 4 consecutivo. A 26 anni. Roba che dal divano svizzero pure il buon Schumacher inizia a preoccuparsi seriamente.
Oggi vince bene, va detto. Parte alla grande, non si fa intimidire dalla mossa di Hamilton al via, e per tutta la gara è braccato dalle Lotus, prima quella di Grosjean e poi Kimi Raikkonen, spesso sotto il secondo di distacco. Ma mai una sbavatura, un bloccaggio, nulla.
Merita. Ha un missile sotto il sedere con cui forma un tutt'uno dalla prima volta che ha messo piede in Red Bull. Il prossimo anno accetterà il confronto con Raikkonen o preferirà un compagno più "morbido" come Ricciardo? 
Il distacco in classifica sale a 34 punti su Alonso, oggi quarto e 41 su Raikkonen, secondo.
Per il quarto iride è solo questione di tempo, anche perchè la Red Bull migliora costantemente, come nella stagione passata da un punto in poi diventa imprendibile.
Sul podio si alternano gli altri: una volta le Lotus, una volta le Mercedes, un'altra le Ferrari, ma non c'è costanza, l'unica costante è Seb. Se non si fosse ritirato per il guasto idraulico in Gran Bretagna il distacco avrebbe assunto forme abissali. 
Raikkonen fa secondo, ma resta la sensazione di una vittoria sfumata: il finlandese poteva restare in pista e tentare la carta della sosta in meno, ed invece monta le morbide per i 10 giri finali, senza però riuscire a tentare il sorpasso su Vettel. Va detto che al muretto Lotus non siedono propriamente degli strateghi, come rammenta Kimi 7 giorni fa in quel di Silverstone, mal guidato dal box che, non facendo il pit stop in regime di Safety Car, gli ha fatto perdere un meritato podio.
La Ferrari arriva 4a con Alonso, con una rassegnata gara d'attesa. Con l'aggravante della mossa strategica delle gomme dure in partenza, miseramente naufragata per i troppi giri in qualifica (4) con gli pneumatici bianchi, che non sono durati più di una dozzina di tornate.
Andare avanti a macumbe non basta. Funziona una volta, ma poi stop.
L'Ungheria arriva a fine mese, la Ferrari nelle ultime due gare è sprofondata in una crisi tecnica inaspettata. La pazienza sta finendo, anche la F2013 si sta spostando verso la categoria "Vetture sbagliate". Ci vorrebbe uno di quei bei recuperi clamorosi estivi della Ferrari di Schumi-Todt e Brawn. Solo che di test a disposizione qua ne abbiamo solo uno, a Silverstone, nel luogo del boom delle gomme, basterà per risorgere?

157Vettel, 123Alonso, 116Raikkonen, 99Hamilton, 93Webber.
250Red Bull, 183Mercedes, 180Ferrari, 157Lotus, 59ForceIndia.

lunedì 10 giugno 2013

POCHE(R) CHANCES

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
Vettel vince, domina, fa il vuoto dietro di sè. Vince il suo primo Gp del Canada in carriera (29°successo in F1) in solitaria. Parte e arriva da solo, nessuno in grado di contrastarlo.
Ritmo infernale e dea bendata che chiude un occhio quando va a pizzicare il muro su un errorino e quando va lungo alla prima curva. Ha doppiato 17 concorrenti: solo in 5 si sono classificati a pieni giri. Si dice che la Red Bull qui in Quebec abbia trovato "la finestra di temperatura" perfetta per far lavorare le Pirelli, ma più che una finestra, il buon Seb pare aver dato una spallata al portone del 4° titolo consecutivo.
I punti su Alonso diventano 36, più di una gara di vantaggio. 
Alonso fa un garone, spinge, sorpassa, si prende qualche rischio, ma arriva secondo, perdendo altri 7 punti. Il risultato massimo possibile, data la qualifica insoddisfacente.
La piazza d'onore viene celebrata come un'impresa, ma la deludente prestazione che l'ha fatto scattare dalla terza fila gli ha tarpato le ali nella corsa al primo posto.
Raikkonen alza bandiera bianca, con una Lotus risucchiata a centro gruppo, doppiata e disastrosa, nona alla fine precipita a -44. Il Mondiale è andato per lui.
Nando deve svegliarsi in qualifica, non si può pensare che la Ferrari, sempre tra le vetture più performanti alla domenica, al sabato debba sempre partire dalla seconda o terza fila. E' un handicap pesante, decisivo. La qualifica è il tallone d'Achille. Ma della Ferrari o di Alonso?
Immagine tratta da formula1.com
Vettel in questo primo terzo di stagione è partito 1°-1°-9°-2°-3°-3°-1°, in pratica sempre nella Top 3 tranne che in Cina. E da queste partenze i risultati sono stati 3 vittorie, un 2°, un 3°, due 4°: male che gli è andata Seb ha incassato 12 punti. Costanza e maturità, condite da una percentuale di errori sempre minore, candidano Vettel prepotentemente al quarto iride consecutivo.
Alonso invece in qualifica presenta un 5°-3°-3°-3°-5°-6°-6°, mai partito in prima fila, con un trend calante non benaugurante. Da queste partenze, sono scaturite furibonde lotte in partenza e nei primi giri, che gli son costate il ritiro in Malesia e uno score che sì annovera due vittorie, e il secondo posto del Canada, ma poco altro: un altro 2° in Australia, ma anche un 7°, un 8° e il ritiro malese prima menzionato.
Newey sembra aver risolto i problemi di passo gara della RedBull, e Vettel da buon soldatino perfetto non sbaglia un colpo. Il -36 è una seria ipoteca sulla vittoria iridata.
Nessun altra corsa in difesa sarà concessa alla Ferrari, coltello tra i denti sin dal sabato. 
Sennò il rischio è quello corso a Montreal, bravo, bravissimo, bella gara, ma altri 7 punti di distacco.

Pagelline: 1°Vettel 10, 2°Alonso 7,5, 3°Hamilton 7,5, 4°Webber 6, 5°Rosberg 5,5, 6°Vergne 8, 7°DiResta 8, 8°Massa 7,5, 9°Raikkonen 4,5, 10°Sutil 5,5, 11°Perez 6, 12°Button 6, 13°Grosjean 6, 14°Bottas 6, 15°Ricciardo 5, 16°Maldonado 4,5, 17°Bianchi 6, 18°Pic 6, 19°Chilton 5,5, RIT.Gutierrez 6, RIT.Hulkenberg 6, RIT.Van der Garde 4.

132Vettel, 96Alonso, 88Raikkonen, 77Hamilton, 69Webber.
201RedBull, 145Ferrari, 134Mercedes, 114Lotus, 51ForceIndia.