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sabato 26 settembre 2015

BAR F1 - 14, QUALIFICHE GIAPPONESI

Immagine tratta dall'account Twitter @Formula1
CHI C'E'
Per fortuna c'è Kvyat, dopo un botto agghiacciante compreso di cappottamento, per aver messo le ruote sull'erba appena prima della Hairpin. La generazione playstation è troppo abituata alle vie di fuga asfaltate.
Mercedes torna a ruggire. Quattro stelle d'argento nelle prime cinque posizioni, Singapore cancellata. Strano però che il tempo della pole 2015 sia più alto di quello del 2014 di quasi un decimo. 
Bravo a Bottas terzo, che ogni tanto tiene a far presente che esiste ancora nel circus, e ottimo anche Grosjean ottavo.
CHI NON C'E'
Lewis Hamilton continua la sua tradizione sfavorevole a Suzuka, dove mai in carriera ha conquistato la pole. Ma nella Q3 con due errorini prima della bandiera rossa, ha dimostrato di avere ancora qualche decimo nel taschino.
E' tutto studiato: Raikkonen probabilmente aveva nel piede la seconda fila, ma a causa del "solito" primo giro di Q3 esitante e della bandiera rossa successiva, scatterà sesto. Questo significa che il conto con la sfortuna (e un po' di sonnecchiamento da qualifica) è già stato pagato e dunque per domani si preannuncia una gara pulita! Tatticone!
L'EXPLOIT
Nico Rosberg è sempre lontano 41 punti dalla vetta mondiale, ma in Giappone riesce a piazzare la pole. Sperando che poi non vada a finire come lo scorso anno, quando scattò al palo e arrivò 2°. Intanto nei numeri da tramandare ai posteri, è arrivato a 17 pole: un ottimo bottino. Nella simpatica classifica dei piloti più volte partiti per primi senza mai aver vinto il mondiale, ha staccato Massa e Moss appaiati a 16 e si lancia a una sola lunghezza da Arnoux. 
LA PREVISIONE
Hamilton parte dietro Rosberg, ma poteva essergli davanti. Raikkonen parte dietro Bottas, Vettel e Massa, ma aveva il margine per sopravanzarli. Verstappen parte 14° (per il penalty di Hulk), ma aveva una vettura da 5/6 posizioni migliori. Kvyat scatta forse dai box e ha una Red Bull da zona punti. Insomma, belle lotte e rimonte all'orizzonte. 1 Hamilton, 2 Rosberg, 3 Bottas, 4 Vettel, 5 Raikkonen.

domenica 7 giugno 2015

BAR F1 - 7, PROVE CANADESI

Immagine tratta da f1passion.it
CHI C'E'
44 pole per Hamilton, che piazza l'acuto al sabato, dopo tre turni di libere parecchio complicate. Sul giro secco non ce n'è. E' quarto nella classifica di tutti i tempi, dietro Schumi, Senna e Vettel. 
Finalmente Raikkonen è andato bene in qualifica. Unico motore Ferrari in un nugolo di propulsori Mercedes (6 nelle prime 7 posizioni). Quando non c'è Vettel, deve esserci lui. Così è stato in Bahrain, così sembra qui in Canada. 
I teppistelli Lotus Grosjean e Maldonado, dopo un duello rusticano in corsia box, si piazzano in terza fila. Con partenze da kamikaze nel curriculum, non lasciano tranquilli proprio nessuno, là davanti.
CHI NON C'E'
Seb Vettel paga problemi al motore, e un penalty causato da un sorpasso in regime di bandiera rossa nelle libere. La sua domenica parte in salita in nona fila, quindi ci vorrà una bella dose di fortuna e di safety car per finire nei primi 6. 
E pure Massa partirà dietro, 15°. Anche per lui un chiaro "no power" in Q1, ma con buone prospettive di rimonta per la zona punti.
La McLaren sta vivendo una situazione grigia. In ogni sessione c'è un problema, ad ogni gara dei ritiri per problemi tecnici. Ne fa le spese a Montreal Jenson Button, che non fa neppure un giro e partirà tristemente ultimo.
L'EXPLOIT
Diciamo Mercedes. E più precisamente Lotus e Force India, che magicamente si avvicinano alla zona alta della classifica come se fossero piovuti dal cielo 7/8 decimi. Miracoli canadesi.
LA PREVISIONE
Qualche guasto, qualche fesso, qualche safety. E qualche rimescolamento: 1 Hamilton, 2 Raikkonen, 3 Bottas, 4 Maldonado, 5 Perez.

sabato 23 maggio 2015

BAR F1 - 6, PROVE MONEGASCHE

Immagine tratta dall'account Twitter @F1
CHI C'E'
C'è Hamilton, che sigla la sua prima pole sul Principato. E' rimasto freddo (come il meteo), concentrato e determinato. Altro tassello sul Mondiale 2015. Domani dovrà solo portare a casa il lavoro, come han fatto 10 poleman nelle ultime 11 edizioni.
La Red Bull in una pista dove la velocità sul lento conta e non poco, riesce a piazzare il sorriso a 52 denti di Ricciardo al 4° posto, e il visetto adolescenziale di Kvyat al 5°. Vanno a caccia di punti pesanti, per la prima volta in stagione.
Los gringos Perez e Maldonado, direttamente dai peggior bar di Messico e Colombia, surclassano i rispettivi compagni di box issandosi al 7° e 9° posto. La prudenza non è mai stata il loro forte, e nelle viuzze anguste di Monaco, potrebbero dar spettacolo. In un senso o nell'altro.
CHI NON C'E'
Raikkonen ha l'ansia da prestazione da Q3. E' sempre nei paraggi di Vettel per tutto il venerdì e il sabato, salvo avere il braccino nell'ultima fase della qualifica. E si becca un netto 6-0 dal tedeschino. Domani sarà 6°, con il solito primo giro forsennato in cui deve recuperare i danni da qualifica. Altro che Iceman, in Q3 è Braccinoman!
La Williams gambereggia. Domani settima e nona fila per Massa e Bottas. Ok non adattarsi a queste strade cittadine, ma andare così piano...
Alonso. La McLaren (stranamente) si rompe e parte 15°, dopo aver passato tutto il weekend dietro Button. Ma il meglio deve ancora venire, no?
L'EXPLOIT
Renault piazza 4 dei suoi motoracci tanto bistrattati nei primi 10 posti. Uhm, ma data la pista è merito del motore o del telaio Red Bull/Toro Rosso? Mi sa che la risposta non risiede in Francia.
LA PREVISIONE
Trenino, trenino, safety, trenino. 1Hamilton, 2Rosberg, 3Vettel, 4Ricciardo, 5Raikkonen.
MENZIONE D'ONORE
Gianfranco Mazzoni. Professione telecronista Rai. Pesco alla rinfusa tra i suoi svarioni odierni: "Hamilton e Rosberg giovedì hanno fatto più di 100 km in due: più di un Gran Premio" (peccato che i Gp siano notoriamente di 400 km), "Hamilton segna un 1.16.7, mentre giovedì aveva fatto 1.17.1, quindi si è migliorato di 1.4 secondi" (quando la matematica è un'opinione, il miglioramento era di 4 decimi), "Hamilton balza in prima posizione con 1 primo, 16 secondi e 884 metri" (il noto sistema di cronometraggio metà a tempo e metà a distanza), "Bottas esce in Q1. Il finlandese non si adatta bene a Montecarlo al pari di altri grandi campioni come Clark e Piquet" (qua stona l'aver dato del campione al buon Valtteri) e per chiudere, a trenta secondi dalla fine della Q2, la direzione gara sventola le bandiere gialle per un dritto alla prima curva, e Mazzoni rassicura tutti: "Ecco le bandiere gialle, per le classiche simulazioni della federazione" (simulazioni che ovviamente si fanno in qualifica, giusto per creare random del panico). Un cordiale saluto.

domenica 10 maggio 2015

BAR F1 - 5, GARA SPAGNOLA

Immagine tratta da corrieredellosport.it

MAN OF THE RACE
Nico Rosberg fa pole e vittoria, e si porta a -20 da Hamilton nella classifica iridata. Non sbaglia nulla, e il primo posto in gara non è stato mai messo in discussione. Tra due settimane si va a Montecarlo, dove lo scorso anno con una pole (con giallo) e vittoria, lanciò ufficialmente il guanto della sfida ad Hamilton. E con tanti punti di ritardo, ha un solo risultato a disposizione: vincere.
GLI SPUNTI
La Ferrari arriva per la quinta volta in cinque gare a podio. Il risultato è grandioso, considerando la base di partenza. Ma il sorriso è a metà, c'è un broncio latente, segno che il podio non basta più. Si vorrebbe insidiare sempre la Mercedes. Ma le Frecce d'Argento sono di un altro pianeta: Vettel è arrivato 45 secondi dopo il vincitore, Raikkonen a 1 minuto. La cosa non è fattibile. Bisogna sorridere e basta, perchè il podio nel 2014 si vedeva col binocolo.
Dopo 50 giri dei 66 previsti, tutte le vetture tranne Ferrari e Williams, erano state doppiate dalle Mercedes. Segno che è una F1 a due velocità.
Kimi Raikkonen mette in pista un primo giro, al solito, pazzesco. Dopo la prima curva era 8°, ma poi passa Massa, Verstappen e Sainz. Regala emozioni. Ma sta arrivando sempre dietro Vettel, specie perchè non azzecca un'ottima qualifica da tempo immemore. Forse gli alti stati di Maranello preferirebbero partire quarti ed arrivare quarti, regolari e senza emozioni. E il rinnovo tarda ancora ad arrivare.
GLI ABBACCHIATI
La McLaren cambia colore, ma l'ordine degli addendi non cambia. Alonso frigge i freni, con tanto di strike dimostrativo ai box, Button tristemente ultimo degli umani (escludiamo ovviamente le Manor). E dopo 5 gare, i punti sono zero. Nono posto. #IlMeglioDeveAncoraVenire, ha scritto per tutto l'inverno Nando. Beh, ha ragione, sotto zero non si può andare.
Pastor Maldonado stava facendo una gara strepitosa, navigando attorno alla 7a/8a posizione. Peccato che in un contatto ravvicinato con il compagno Grosjean, una parte dell'alettone posteriore si sia sfasciata. Dove c'è Pastor, c'è spettacolo. Sempre. E' una garanzia. Come si fa a non volergli bene?

sabato 28 marzo 2015

BAR F1 - 2, QUALIFICHE MALESI

Immagine tratta da Twitter (@F1)
CHI C'E'
C'è Lewis Hamilton, alla pole numero 40 in carriera. Ha rischiato in Q2, l'ha spuntata col fiatone di 74 millesimi in Q3, ma l'ha presa. Il terzo mondiale appare già in discesa. In barba a Nicole che l'ha mollato. Il Re Nero è cresciuto e non sbaglia un colpo da mesi.
Seb Vettel sotto la pioggia corre come un pazzo. Lo faceva in Toro Rosso, lo faceva in Red Bull, lo fa in Ferrari. Una prima fila con una Rossa mancava da gare 38. Una vita. E lui sta massimizzando tutto il pacchetto a disposizione: podio in Australia, prima fila in Malesia. E un sorrisone sornione che va da un'orecchio all'altro. Il manico c'è ancora, c'è sempre stato.
CHI NON C'E'
Nico Rosberg, che si sta trasformando in Nico Ros-Berger. Ovvero Gerhard Berger, fedele scudiero meno dotato di Ayrton Senna. Il Mondiale è già indirizzato per il bis di Ham, e lui non pare avere la forza mentale e il talento necessario neppure per competere. E forse l'anno passato era in un anno di grazia. Il che significa noia a palate quest'anno.
Kimi Raikkonen. Per sfiga, perchè si è addormentato, perchè ha fatto la figura del pollo nell'elastico Ericsson-Hamilton in Q2. E' il paladino della Legge di Murphy applicata alla F1: se c'è qualcosa che può andare storto, di sicuro busserà al pilota numero 7. Partirà 11°, si prende una tirata d'orecchie dal capo, e da due gare Vettel è issato da tutti come il Messia, mentre lui è Paperinizzato/Barrichelizzato/Massizzato. Reagirà? O sarà preda dello sconforto? Forza nonno Kimi, il più vecchio in griglia!
La McLaren sorride per aver dimezzato il distacco dai primi, che passa da secondi 5 a secondi 2.4. Ma domani parte sempre ultima. Anzi ultimo ci parte Alonso. Dietro Button. "Il meglio deve ancora venire", ripeteva per tutto l'inverno l'asturiano. Beh, qualcosa peggio di tutto quello che gli è capitato da quando ha poggiato le terga sulla vettura anglo-nipponica, è proprio difficile.
Poi la Manor. Chi?
L' EXPLOIT
Max Sbarbatell Verstappen, a 17 anni, sotto i monsoni malesi, con la pista mezza allagata e mezza asciutta, piazza un mostruoso 6° posto. Davanti alle Williams, a un soffio dalla Red Bull di Kvyat. Il ragazzo non si farà, si è già fatto. Occhio al talento, da punto esclamativo.
LA PREVISIONE
Si partirà asciutti, poi monsona, poi safety, poi bandiera rossa, poi si asciuga. 1 Hamilton 2 Raikkonen 3 Vettel 4 Verstappen 5 Rosberg.

domenica 9 novembre 2014

F1 DIARY - 18, INTERLAGOS, GARA

Immagine tratta da fia.com
Il filo conduttore di questo bel Gran Premio brasiliano è stato l'orgoglio. 
Ed è un filo che lega i grandi "bastonati" di questo 2014: Rosberg, Massa, Vettel e Raikkonen.
Nico ha battuto Lewis. In qualifica e in gara, ha amministrato e non ha fatto un errore, a differenza di Hamilton che si è girato nella foga di recuperare il gap prima della sosta ai box. Ora si gioca il jolly di Abu Dhabi: può vincere il Mondiale con una vittoria e un terzo posto del compagno di squadra. Difficile. Ma è ancora lì, Rosberg sta disputando la miglior stagione in carriera. E tiene botta a un manico globalmente riconosciuto come Hamilton.
Massa. Felipe va sul podio nella gara di casa, bissando l'altro piazzamento nella top3 di Monza. Nel corso dell'anno è stato bersagliato dalla sfortuna (al solito) e offuscato dall'escalation di Valtteri Bottas. Ma oggi è stato fortissimo, è arrivato tranquillamente terzo nonostante un penalty di 5 secondi e sbagliando box al pit stop. Chapeau.
Vettel ha fatto il Vettel per tutto il weekend. Ha tenuto dietro Ricciardo sia ieri che oggi. Ha sorpassato, ha avuto ritmo, ha spremuto al massimo la sua lattina. Il sorridente Daniel non s'è mai visto e una volta tanto le rogne tecniche han riguardato solo la sua vettura.
Kimi ha fatto il Kimi della Lotus. Una sosta in meno degli altri, magistrale gestione degli pneumatici. E si è concesso il lusso di battagliare a lungo per tenere dietro un Alonso con una quindicina di giri in meno sulle gomme. Un duello corretto, leale, malizioso. C'era l'orgoglio e l'occhietto vispo del finlandese nel resistere in una condizione di inferiorità tecnica del pneumatico. E' stato un bel vedere. Kimi non era un brocco bollito sette giorni fa, e non è un fenomeno oggi. Semplicemente alcune modifiche sull'anteriore della vettura gli han dato più fiducia alla guida. Meglio tardi che mai.
Infine, nota di merito per Jenson Button. Un vero signore, un gran pilota. E' corretto e duro nei corpo a corpo, e in queste ultime gare in cui la McLaren è progredita sta portando a casa ottimi risultati. Il 4° posto di oggi è un punto esclamativo sulla ventilata decisione della scuderia di Woking di appiedarlo e tenere l'acerbo Magnussen. Merita un volante, è un Campione del Mondo ed è una garanzia. Perchè mai gli si dovrebbe preferire il danese?

sabato 8 novembre 2014

F1 DIARY - 18, INTERLAGOS, QUALIFICHE

Immagine tratta da fia.com
Quando la pista è bella e ha fascino e storia, i piloti ci mettono qualcosa in più, e osano, ci provano.
Così è stato anche in queste qualifiche brasiliane.
Ci ha provato Rosberg, e gli è andata bene. E' stato ancora una volta più veloce in prova di Hamilton, portando il confronto a 10-7. Tutto sommato è inaspettato questo primeggiare nel giro secco del biondino, accreditato di una tacca di talento in meno rispetto a Lewis. Sarà una bella lotta, con Ham che potrà anche accontentarsi di arrivare 2° in virtù del +24 in graduatoria.
Ci ha provato Massa, senza riuscirci, spinto dalla torcida che ha fatto tremare le tribune di Interlagos. Ha finito a 2 decimi dalle super Mercedes, e per domani sogna un Gp da ricordare. Tra l'altro la sua ultima vittoria in F1 è stata proprio su questa pista, anno 2008, con quel sogno Mondiale svanito 40 secondi dopo aver tagliato il traguardo da Campione.
Ci ha provato Seb Vettel a stare davanti a Ricciardo, riuscendoci per 137 millesimi con un 6° posto a fronte di un 9° del suo sorridente antagonista sulle lattine. Ha spezzato la serie negativa di 4 qualifiche alle spalle del compagno di box. Ora resta da ripetersi in gara. Col naso all'insù pregando la pioggia, per accomiatarsi dalla Red Bull con un risultato prestigioso.
E ci ha provato persino Kimi Raikkonen a mettere le proprie ruote davanti a quelle di Nando Alonso. E' stato davanti in FP2, FP3, Q1, Q2, ma si è sciolto sul più bello. Nella manche decisiva Fernando ha trovato un bel giro, rifilandogli 122 millesimi. Una lotta appassionante. Peccato che le due Ferrari stessero lottando per la quarta e la quinta fila. Alonso scatterà 8° e Raikkonen 10°. In una pista in cui i motori Mercedes han trovato picchi di velocità di punta sui 340 kmh, la Ferrari avrà zero possibilità di sorpasso. Quindi lotterà per i punti piccoli. 
Domani? Ma speriamo in qualche scroscio di pioggia, e diciamo Rosberg primo, Ricciardo secondo e Massa terzo. Ma non giocateci su una schedina eh!

martedì 9 settembre 2014

LA LOGICA DEL CALCIO PIOMBA SULLA FERRARI

Immagine tratta da formula1.ferrari.com e modificata su befunky.com
"I risultati economici di Montezemolo sono molto buoni. Ma nel caso della Ferrari un manager deve essere valutato sia per i risultati industriali che per quelli sportivi. Luca ha ottenuto risultati industriali straordinari. Sul fronte sportivo sono sei anni che non vinciamo. Abbiamo i migliori piloti, due campioni del mondo, Alonso e Raikkonen, un box super. Non possiamo partire tra il 7° e il 13° posto".
Ecco i titoli di coda messi da Marchionne, amministratore delegato di Fiat, sul rapporto tra Ferrari e Montezemolo. Che dura(va) dal 1991.
Com'è noto, Fiat detiene il 90% della Rossa di Maranello, a fronte di un 10% appartenente a Piero Ferrari. Quindi decide lei.
Quello che la banda Marchionne-Elkann non capisce è che la logica calcistica non può essere applicata alla F1. Proprio no.
Perchè di teste rosse ne sono rotolate, e pure tante. Baldisserri, Dyer, Mazzola, Costa, Domenicali, Marmorini e cosa si è risolto? Niente. Si sta sprofondando sempre più.
E ora si è chiesto lo scalpo più prestigioso. Quello di Montezemolo.
Che, per inciso, avrà sbagliato un po' negli ultimi anni (in primis a non utilizzare il diritto di veto sui regolamenti limitanti test e modifiche alla power unit), ma che non si può trattare, sportivamente parlando, come l'ultimo dei fessi incapace di ottenere risultati.
Per riorganizzare la Ferrari in pista, nel 1991, chiamando Jean Todt al suo fianco, ci mise 3 anni a vincere il primo Gp. Ma da lì in poi fu un crescendo. Arrivò il Campionissimo, Michael Schumacher. Si tenne duro nelle difficoltà e si vinse. Primo Mondiale Costruttori nel 1999, primo Piloti nel 2000. E qualcosa come 8 titoli Costruttori, 6 titoli Piloti, 118 Gran Premi vinti in 23 anni. Più altri sette Mondiali Piloti persi all'ultima gara ('97, '98 e '06 con Schumi, '99 con Irvine, '08 con Massa, '10 e '12 con Alonso).
Non stiamo parlando di noccioline. Sono risultati importanti. Riportare il Mondiale a Maranello dopo 21 anni è stata un'impresa. E in questi ultimi (funesti) sei anni, per tre volte ci si è giocati il Mondiale all'ultima corsa.
Non siamo nel calcio, che cambiando l'allenatore si ottiene la scossa e i ragazzi improvvisamente cominciano ad andare a mille.
Vediamo dominare una Mercedes che ha investito risorse ingenti nella F1 per vincere, ma che prima di riuscire a vincere con costanza è passata per 4 anni in cui è stata ridicolizzata e additata come esempio negativo.
In F1 bisogna programmare a lungo termine. E tutte le teste che sono rotolate e probabilmente rotoleranno non garantiranno risultati immediati. Ma piuttosto un'ansia da prestazione che potrà portare errori su errori, impazienza su impazienza. Per ricostruire la Gestione Sportiva ci vorrà tempo. Chiunque se ne assumerà la guida. 
La Juve degli Elkann ha dato il benservito ad Antonio Conte senza farsi troppi problemi e senza strapparsi i capelli, sottolinenando chi è a comandare. Allontanando il personaggio "scomodo" e troppo ingombrante.
E così sta accadendo in Ferrari. Gli Elkann e Marchionne stanno facendo capire chi comanda. Silurando un simbolo. Ma siamo sicuri che questa congiura ai danni di Montezemolo porterà la Ferrari subito al top? Per riorganizzare un team di F1 ci vuole esperienza nelle corse. Non logiche strettamente aziendali. Non esoneri in corsa.
Con gli esoneri in corsa, forse dopo il '96, il '97, il '98 e il '99, e un Mondiale Piloti che mancava dal '79, sarebbero stati cacciati tutti. Todt, Brawn e Schumi in primis. E addio al ciclo più vincente della Storia della F1. 

domenica 7 settembre 2014

F1 DIARY 13 - MONZA, GARA

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
Il dubbio o la pressione.
Hamilton parte male, Rosberg lo infila facile, Lewis alla prima curva sfila 4°. Il destino della corsa pare segnato, a favore di Nico. Ma succede l'inaspettato.
Giro 9, circa 4 secondi di vantaggio su Massa e Ham, Rosberg va lungo alla prima variante ed è costretto a fare lo slalom per tornare in pista perdendo 2 secondi e mezzo.
Giro 29. Poche tornate dopo la sosta ai box, Nico ha la leadership, con Lewis a inseguire a un secondo e spiccioli. Stesso identico errore, bloccatina leggera, lungo, slalom, rientro in pista. Dietro a Hamilton. E a 4/5 secondi ci resta per tutta la gara, senza mai avvicinarsi.
Ecco. Rosberg è stato l'unico pilota a fare l'errorino + gincana seguente, nell'arco di tutta la gara. Strano. Non voglio urlare al "gomblottoooo", ma anche il poco entusiasmo all'arrivo di Lewis è sembrato quantomeno particolare.
Oppure è un fatto di pressione. E di reggere la pressione. E sia Lewis che Nico non sono fantastici sotto questo punto di vista. Hamilton ha cannato clamorosamente la partenza, e Nico ha commesso due errori identici che gli han sfilato dalle mani una gara che poteva solo perdere. Ma i due si detestano, è palese. E ci gusteremo il duello con piacere.
Ricciardo è tra i grandi.
Nuova conferma a Monza, nonostante un 5° posto all'apparenza misero. Alla fine dominio Mercedes a parte, questo 2014 lo ricorderemo per la sua prepotentissima ascesa. 3 vittorie e oggi scrive un'altra pagina di questo sport alla voce "Finta alla Ricciardo". Due sorpassi identici, su Perez e Sua Maestà Vettel. Finta all'esterno e infilata all'interno inaspettata. Chapeau. E' un Campione. Stop. 
Vettel è sull'orlo della depressione. Ma deve capire una cosa: il compagno di box è un Fenomeno vero. E non mettere in dubbio il proprio, di valore. Ricciardo non è uno qualunque che lo sta battendo. E' un pilota speciale.
Note a margine. 
Ci si sta accanendo su Magnussen e gli si appioppano penalità come fossero acqua fresca. E' il regolamento. E ok. Però pare che quando uno tenta il sorpasso, sto regolamento dica "prego si accomodi". E alla lunga diventa noioso. Non è uno sport da damerini. Sennò negli anni '80 si sarebbe dovuta riscrivere la classifica ad ogni arrivo.
Le Ferrari. Kaputt. Alonso motore in pappa e Kimi 9°. Prima del ritiro i due viaggiavano vicini e a braccetto verso la decima posizione. Le discussioni, sentite ancora oggi post-gara sul FenomeNando e l'addormentato Kimi, in una gara dove i due sarebbero finiti appaiati, sono patetiche. Per chi se lo fosse perso, un giro prima del ritiro dello spagnolo, Raikkonen aveva superato Alonso. Il problema è un altro ed è gigantesco. La macchina è ferma. Bisogna fare squadra e lavorare. Ora la Ferrari è la quarta squadra del campionato, dopo Mercedes, Red Bull e Williams. Nessuno fa miracoli, e fare la guerra su chi è più forte tra Fernando e Kimi quando si lotta per il nono posto, è imbarazzante. Stop.

lunedì 10 giugno 2013

POCHE(R) CHANCES

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
Vettel vince, domina, fa il vuoto dietro di sè. Vince il suo primo Gp del Canada in carriera (29°successo in F1) in solitaria. Parte e arriva da solo, nessuno in grado di contrastarlo.
Ritmo infernale e dea bendata che chiude un occhio quando va a pizzicare il muro su un errorino e quando va lungo alla prima curva. Ha doppiato 17 concorrenti: solo in 5 si sono classificati a pieni giri. Si dice che la Red Bull qui in Quebec abbia trovato "la finestra di temperatura" perfetta per far lavorare le Pirelli, ma più che una finestra, il buon Seb pare aver dato una spallata al portone del 4° titolo consecutivo.
I punti su Alonso diventano 36, più di una gara di vantaggio. 
Alonso fa un garone, spinge, sorpassa, si prende qualche rischio, ma arriva secondo, perdendo altri 7 punti. Il risultato massimo possibile, data la qualifica insoddisfacente.
La piazza d'onore viene celebrata come un'impresa, ma la deludente prestazione che l'ha fatto scattare dalla terza fila gli ha tarpato le ali nella corsa al primo posto.
Raikkonen alza bandiera bianca, con una Lotus risucchiata a centro gruppo, doppiata e disastrosa, nona alla fine precipita a -44. Il Mondiale è andato per lui.
Nando deve svegliarsi in qualifica, non si può pensare che la Ferrari, sempre tra le vetture più performanti alla domenica, al sabato debba sempre partire dalla seconda o terza fila. E' un handicap pesante, decisivo. La qualifica è il tallone d'Achille. Ma della Ferrari o di Alonso?
Immagine tratta da formula1.com
Vettel in questo primo terzo di stagione è partito 1°-1°-9°-2°-3°-3°-1°, in pratica sempre nella Top 3 tranne che in Cina. E da queste partenze i risultati sono stati 3 vittorie, un 2°, un 3°, due 4°: male che gli è andata Seb ha incassato 12 punti. Costanza e maturità, condite da una percentuale di errori sempre minore, candidano Vettel prepotentemente al quarto iride consecutivo.
Alonso invece in qualifica presenta un 5°-3°-3°-3°-5°-6°-6°, mai partito in prima fila, con un trend calante non benaugurante. Da queste partenze, sono scaturite furibonde lotte in partenza e nei primi giri, che gli son costate il ritiro in Malesia e uno score che sì annovera due vittorie, e il secondo posto del Canada, ma poco altro: un altro 2° in Australia, ma anche un 7°, un 8° e il ritiro malese prima menzionato.
Newey sembra aver risolto i problemi di passo gara della RedBull, e Vettel da buon soldatino perfetto non sbaglia un colpo. Il -36 è una seria ipoteca sulla vittoria iridata.
Nessun altra corsa in difesa sarà concessa alla Ferrari, coltello tra i denti sin dal sabato. 
Sennò il rischio è quello corso a Montreal, bravo, bravissimo, bella gara, ma altri 7 punti di distacco.

Pagelline: 1°Vettel 10, 2°Alonso 7,5, 3°Hamilton 7,5, 4°Webber 6, 5°Rosberg 5,5, 6°Vergne 8, 7°DiResta 8, 8°Massa 7,5, 9°Raikkonen 4,5, 10°Sutil 5,5, 11°Perez 6, 12°Button 6, 13°Grosjean 6, 14°Bottas 6, 15°Ricciardo 5, 16°Maldonado 4,5, 17°Bianchi 6, 18°Pic 6, 19°Chilton 5,5, RIT.Gutierrez 6, RIT.Hulkenberg 6, RIT.Van der Garde 4.

132Vettel, 96Alonso, 88Raikkonen, 77Hamilton, 69Webber.
201RedBull, 145Ferrari, 134Mercedes, 114Lotus, 51ForceIndia.