domenica 9 novembre 2014

F1 DIARY - 18, INTERLAGOS, GARA

Immagine tratta da fia.com
Il filo conduttore di questo bel Gran Premio brasiliano è stato l'orgoglio. 
Ed è un filo che lega i grandi "bastonati" di questo 2014: Rosberg, Massa, Vettel e Raikkonen.
Nico ha battuto Lewis. In qualifica e in gara, ha amministrato e non ha fatto un errore, a differenza di Hamilton che si è girato nella foga di recuperare il gap prima della sosta ai box. Ora si gioca il jolly di Abu Dhabi: può vincere il Mondiale con una vittoria e un terzo posto del compagno di squadra. Difficile. Ma è ancora lì, Rosberg sta disputando la miglior stagione in carriera. E tiene botta a un manico globalmente riconosciuto come Hamilton.
Massa. Felipe va sul podio nella gara di casa, bissando l'altro piazzamento nella top3 di Monza. Nel corso dell'anno è stato bersagliato dalla sfortuna (al solito) e offuscato dall'escalation di Valtteri Bottas. Ma oggi è stato fortissimo, è arrivato tranquillamente terzo nonostante un penalty di 5 secondi e sbagliando box al pit stop. Chapeau.
Vettel ha fatto il Vettel per tutto il weekend. Ha tenuto dietro Ricciardo sia ieri che oggi. Ha sorpassato, ha avuto ritmo, ha spremuto al massimo la sua lattina. Il sorridente Daniel non s'è mai visto e una volta tanto le rogne tecniche han riguardato solo la sua vettura.
Kimi ha fatto il Kimi della Lotus. Una sosta in meno degli altri, magistrale gestione degli pneumatici. E si è concesso il lusso di battagliare a lungo per tenere dietro un Alonso con una quindicina di giri in meno sulle gomme. Un duello corretto, leale, malizioso. C'era l'orgoglio e l'occhietto vispo del finlandese nel resistere in una condizione di inferiorità tecnica del pneumatico. E' stato un bel vedere. Kimi non era un brocco bollito sette giorni fa, e non è un fenomeno oggi. Semplicemente alcune modifiche sull'anteriore della vettura gli han dato più fiducia alla guida. Meglio tardi che mai.
Infine, nota di merito per Jenson Button. Un vero signore, un gran pilota. E' corretto e duro nei corpo a corpo, e in queste ultime gare in cui la McLaren è progredita sta portando a casa ottimi risultati. Il 4° posto di oggi è un punto esclamativo sulla ventilata decisione della scuderia di Woking di appiedarlo e tenere l'acerbo Magnussen. Merita un volante, è un Campione del Mondo ed è una garanzia. Perchè mai gli si dovrebbe preferire il danese?

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