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mercoledì 14 gennaio 2015

LA CRITICA ROSSOBLU DEL MERCOLEDI' DI COPPA

Immagine tratta da tuttosport.com e modificata su befunky.com
Parma-Cagliari 2-1 (45'Paletta, 69'Sau, 84'Rispoli)
E via, meritatamente fuori dalla Coppa Italia. Il Parma è parso di un'altra categoria, quantomeno per aggressività e propositività, qualità assolutamente sconosciute al Cagliari.
La scusante generica è l'aver schierato le cosiddette seconde linee, i vari Benedetti, Murru e Dessena, gli esordienti Gonzalez, Husbauer e Cop e i giovanissimi Barella e Capello, ma mister Zola ci mette molto del suo, mischiando le carte e disponendo in campo i suoi in un pessimo 3-4-1-2.
Pessimo non tanto nell'idea e nell'esperimento di Conti centrale difensivo e Farias esterno fluidificante, ma piuttosto nell'interpretazione.
Difesa bassa, centrocampisti centrali al limite della propria area, inutile palleggio tra il trio difensivo e i mediani, che consegnavano la sfera ai fluidificanti che non trovavano di meglio che sparacchiare in avanti verso il nulla cosmico. Tutti schiacciati dietro.
Husbauer e Cop si sono evidentemente chiesti in che mondo calcistico fossero capitati: i due hanno giocato costantemente a un tocco, in velocità, ma nel farlo erano soli, tanto erano mal supportati dal resto della squadra. Ma è sembrato che la stoffa ci fosse, per entrambi, e Cop ha messo deliziosamente lo zampino nell'azione dell'immeritato 1-1, smarcando Farias.
E il pressing? Inesistente. Una volta perso il possesso si restava fermi, a camminare. 
Murru è francamente impresentabile, anche nella gara odierna ha sciorinato solo il repertorio dei suoi ben noti limiti, oscillanti tra una propulsione offensiva inesistente e una capacità in marcatura degna del peggior Ronaldinho. Il ragazzo va mandato a giocare in una squadra media di B, dove non potrà far danni e imparare a difendere e offendere. E non restare un'eterna promessa.
Capello è stata la nota più negativa, non è riuscito a fare nulla, leggerino e sempre anticipato. Donsah invece è fenomenale, oggi con un recupero su un'offensiva emiliana ha ricordato i bei tempi di Nainggolan. 
Barella ha confermato i resoconti più che positivi, ha grande personalità per i suoi 18 anni e un'ottima visione di gioco. Va seguito con attenzione, e non mandato a girare nelle serie inferiori, pena di perdere un talento vero con prestiti sbagliati come successe ai tempi di Ragatzu.
Insomma, è stata una brutta partita, e Zola con un 3-4-1-2 e atteggiamento ultradifensivo, è parso aver sbagliato parecchio. E qua tempo di esperimenti ed errori non ce n'è più. Si è terzultimi, virtualmente in B.

domenica 11 gennaio 2015

LA CRITICA ROSSOBLU DELLA DOMENICA /18

Immagine tratta da unionesarda.it e modificata su befunky.com
Cagliari-Cesena 2-1 (11'Joao Pedro, 27'Donsah, 88'Brienza).
Pompieri in azione. Ok, si è vinto, finalmente e dopo una vita (9 partite), ma bisogna fare la tara sull'avversario.
Il dubbio viene dopo aver visto nel primo tempo Joao Pedro spadroneggiare sulla destra, sciorinando un repertorio tutto finte e tocchi di classe, sinora sconosciuto a queste latitudini. E si rafforza dopo una mossa di bacino di Dessena, sempre nella prima frazione, che manda per terra disorientato a centrocampo un avversario cesenate.
E diventa certezza dopo aver visto Longo nella ripresa liberarsi di un difensore romagnolo con un doppio passo e cominciare a fare finte a ripetizione, senza che gli avversari riuscissero a fermarlo.
Tre indizi fanno una prova: il Cesena è il minimo sindacale.
Il minimo sindacale per poter affermare di aver giocato una partita di Serie A. E si è pure sofferto sul finale. Di Carlo ha un giocatore buono a fine carriera, Brienza, e una manica di mestieranti per nulla adatti alla categoria: l'unica giocata dei bianconeri era sparacchiare la palla in avanti e vedere se poteva succedere qualcosa.
L'assenza di Conti continua a fare rima con le uniche vittorie in campionato: in tutte e 3 le occasioni il Capitano non era tra i titolari. Un caso?
Donsah è un diamante grezzo. A 18 anni è un motorino, corre come un pazzo, aggredisce, prova a rubar palla e punta sempre in avanti. La prima rete in Serie A è il giusto riconoscimento per l'ardore messo in campo tutte le volte che è stato chiamato a giocare. E' meglio di Dessena, sempre confusionario e solo di quantità, ed è da preferire a Crisetig quando quest'ultimo viene schierato mezzala.
Ekdal è stato schierato largo a sinistra nel 4-3-3, e ha disputato una gara straordinaria, dimostrando di essere il giocatore più forte e completo della rosa sarda. 
Le pecche odierne vengono dalla difesa, in blocco. Che poi, era l'unico reparto senza defezioni. E' apparsa poco sicura di fronte a un attacco di basso livello: Capuano e Rossettini costantemente in apprensione, Avelar e Balzano, e poi Pisano, spesso svagati sugli esterni avversari. Brkic è invece apparso molto tranquillo.
Dal mercato arrivano buone notizie: Gonzalez, veloce ed aggressivo, nonchè Capitano ai tempi uruguagi del Penarol può dare una mano a questa difesa balbettante, e Husbauer e Cop giungono in Sardegna da capocannonieri del campionato ceco e croato, e queste credenziali sono la giusta risposta alla difficoltà di realizzazione mostrata negli ultimi tempi.

martedì 9 dicembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL MARTEDI' /14

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Cagliari-Chievo 0-2 (4'Meggiorini, 9'Paloschi).
E se questo è il Cagliari dopo 5 mesi di cura Giulini-Zeman, ci sarebbe da stringere le mani a tutti, ringraziare per aver partecipato, e retrocedere d'ufficio in una categoria inferiore.
Il Chievo non ha fatto nulla di trascendentale, non ha messo in mostra individualità di rilievo o trame di passaggi esaltanti, ma nei 9 minuti iniziali si è portato sul letale 0-2 e ha sfiorato più volte la terza segnatura. Il Chievo ha corso, ha lottato, raddoppiato e triplicato sui portatori di palla avversari, con aggressività e falli che hanno mandato in tilt i rossoblu.
E a un certo punto non si capisce bene sino a dove arrivino le colpe della società, quelle del tecnico e quelle dei giocatori.
Vero è che a un certo punto, riflettendo dove giocassero lo scorso anno i giocatori messi in campo dal Cagliari, trovavamo in porta Cragno, guardiano del Brescia 13° in B, in difesa Balzano, capitano del Pescara 15° in B, Benedetti, difensore del Padova 20° e retrocesso in C, Crisetig regista del Crotone 6° in B, Farias che nel Sassuolo di Di Francesco collezionava 11 presenze in tutta la stagione, e ancora: i subentrati Donsah, che nella passata stagione giocava nella Primavera del Verona, e Longo, che ha diviso l'annata tra fare la riserva di nonno Toni a Verona e di Larrivey al Rayo.
Insomma, non è un parco giocatori di primissimo piano, quello messo su dal trio Giulini-Marroccu-Zeman. Anzi. 
Si puntava tutto sulla crescita dei giocatori, vecchi e nuovi.
Ma da inizio stagione chi è cresciuto dei nuovi? Nessuno. Farias anche ieri ha avuto un'occasione limpida, puntualmente sbagliata. Crisetig quando c'è da tirare fuori il carattere si nasconde. E dei vecchi solo Avelar (che è sparito dai radar per infortunio da un mese), Ekdal e Ibarbo hanno mostrato progressi.
Limiti evidenti tecnici li hanno mostrati i vari Dessena, Pisano e Murru. Cossu appare sempre fuori ruolo, o porta troppo palla o si eclissa dalla partita per interi quarti d'ora. Conti non riesce a prendere in mano la squadra, ieri trotterellava sul campo, senza spronare gli altri o guidare la rimonta: appariva rassegnato.
Si giura che lo spogliatoio sia compatto, che si rema tutti nella stessa direzione. E allora perchè Zeman spiega che in allenamento la squadra gioca solo a due tocchi, mentre in partita non avviene mai? Ieri non c'era una squadra in campo: mai più di due passaggi di fila, Ibarbo e Farias partivano in azioni solitarie.
La rosa è tecnicamente di basso livello, e se non si sopperisce con un solido gioco di squadra, si merita l'attuale terzultimo posto, equivalente alla retrocessione. E qua si richiama il problema di mentalità denunciato dal mister: ma come si acquista la mentalità se dopo 5 mesi siamo ancora a questo punto? Si è vista solo a tratti, e solo quando la squadra è passata in vantaggio o ha segnato con un gol "alla Zeman", come se acquisisse fiducia. Fiducia che svanisce puntualmente alle prime difficoltà.
In una situazione così, anche la prossima trasferta di Parma, dai ducali ultimi e reduci da 12 k.o. su 14 partite, fa paura. Anzi, terrore.

domenica 9 novembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DELLA DOMENICA /11

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Cagliari-Genoa 1-1 (16'Farias, 53'aut.Rossettini).
- Tre sfortune: l'autorete di Rossettini, un po' goffa, che fa pareggiare un Genoa che attaccava stentando a buttarla dentro; l'erroraccio di Longo sul rigore sbagliato da Avelar: un tocco facile facile svirgolato in maniera incredibile; l'infortunio di Sau quando si era in vantaggio numerico, che ha ristabilito la parità di uomini appena cinque minuti dopo l'espulsione di Sturaro.
- Al netto di questi episodi girati storti, si è giocato male. Il Genoa ha attaccato spesso e volentieri, ha colpito una traversa con Kucka (che ha trovato risposta nel palo di Conti su punizione) e ha imbastito molte manovre pericolose. I sardi in fase d'offesa sono stati parecchio confusi e casuali.
- Il Cagliari va in difficoltà contro il pressing alto e un centrocampo molto fisico. Così è stato con la Lazio e così oggi con il Genoa. Anche in questa gara il reparto più in sofferenza è stata la linea mediana, con Ekdal e Joao Pedro volenterosi ma evanescenti e Conti che ha sbagliato parecchio in avvio di match.
- La sensazione per lunghi tratti della gara è stata che gli undici messi in campo da Zeman fossero tecnicamente inferiori agli avversari: controlli di palla approssimativi, numerosi passaggi sbagliati e movimenti dei compagni non letti dai portatori di palla. 
- E anche l'attacco non entusiasma. Cossu non punta mai la porta, ripiega sino in difesa rendendosi poi nullo in fase offensiva. Sau non era in giornata, e quando, da esterno, poteva fare la differenza si è infortunato e ha lasciato la squadra in 10. Farias è un ibrido: una specie di attaccante esterno tecnico, ma non troppo veloce, un po' egoista e che spesso si allunga la palla, sbagliando passaggi elementari. Per carità, ha segnato un gran gol anticipando Perin, ma per il resto della partita si è eclissato. Longo è super acerbo: legnoso, fa a sportellate, è molto aggressivo ma poco concreto. E non pare uno che possa segnare: sinora a Cagliari non ha mostrato nessuna delle sue doti.
- "Arredatece Ibarbo". Vedendo gli interpreti di oggi, la freccia colombiana è indispensabile per puntare a creare qualcosa di pericoloso in attacco, sia che si innamori della palla senza passarla a nessuno, sia che provi a giocar di squadra.
- C'è difficoltà, non neghiamolo. La squadra zoppica, e parecchio. Si segna, ma in attacco segna solo Sau. Il centrocampo se viene aggredito va spesso in difficoltà, e urgerà trovare dei correttivi. In generale bisogna puntare su organizzazione, corsa e movimenti, piuttosto che sulla tecnica, perchè in parecchie di queste 11 partite, gli avversari son sembrati molto più tecnici degli uomini a disposizione di Zeman.

domenica 28 settembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL LUNEDI' /5

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Inter-Cagliari 1-4 (10'Sau, 18'Osvaldo, 29'Ekdal, 34'Ekdal, 44'Ekdal)
- E' Natale? Pasqua? Che è successo? E' una resurrezione zemaniana. Il Cagliari vince bene per 4-1 a San Siro con un primo tempo da favola: il pressing alto ha funzionato, i tocchi e i movimenti offensivi sono stati finalmente pericolosi ed utili, e si è tirato in porta. 4 gol e un rigore sbagliato. 
- I dati testimoniano la grande partita rossoblu: 54% di possesso palla, 16 tiri e 7 in porta. Cossu e Ibarbo hanno giocato da attaccanti di Zeman: poco possesso orizzontale, palla spesso lanciata in avanti, molteplici dai e vai appoggiandosi a terzini e centrocampisti. Il famoso avanti-dietro-avanti, le triangolazioni veloci tanto predicate dal tecnico sono state magicamente applicate, e sono arrivate azioni a grappoli. E Sau ha tirato e non ha passato la gara a sbattere contro i difensori avversari.
- La squadra è apparsa sfrontata, attenta, rabbiosa. Favorito da un'Inter ai minimi termini, il centrocampo formato da Dessena-Crisetig-Ekdal ha spadroneggiato. Grazie al fisico e al pressing, con lo svedese autore addirittura di una tripletta, cosa mai vista a queste latitudini (84 partite e 3 gol totali in rossoblu sinora). Il trio si è completato a vicenda, Dessena pressava a tuttocampo, Crisetig è stato il regista-metronomo, Ekdal l'incursore che assisteva le folate offensive.
Immagine tratta da instagram.com
- Balzano ha giocato benissimo. E' molto efficace nella fase difensiva quanto ficcante e utile allo sviluppo del gioco in quella offensiva. Da tempo mancava un terzino così. Non c'è paragone con Pisano. 
- La sensazione è che alla prima azione d'attacco la squadra abbia preso fiducia, e da lì abbia cominciato a sciorinare un calcio mai visto sinora. E' stato chiaramente un fatto mentale, si è trovata sempre più convinzione man mano che ci si rendeva conto che le azioni provate in allenamento riuscivano a essere pericolosissime anche in partita.
- Ora calma e gesso. Zeman è abbastanza navigato per tenere tutti con i piedi per terra. I giocatori stessi sono piuttosto esperti per capire che bisogna dar seguito a questa prestazione, partendo da sabato prossimo a Verona, in casa dell'Hellas.
- Nota di chiusura per Rossettini, Avelar, Dessena, Ekdal, Ibarbo, Sau e Cossu, ovvero i 7/11 di oggi reduci dall'anno passato. Non è facile cambiare mentalità, dopo anni mediocri in mano a Ficcadenti, Lopez e Pulga, e farlo in casa dell'Inter è stata una grande impresa. E questo 1-4 passerà alla storia.

mercoledì 24 settembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL GIOVEDI' /4

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Cagliari-Torino 1-2 (11'Cossu, 21'Glik, 29'Quagliarella)
- E ora siamo ultimi. Tre sconfitte consecutive e meritato ultimo posto in classifica in solitaria. E ora ci aspettano due trasferte, prima contro l'Inter di Mazzarri ancora imbattuta e che ha subito solo un gol sinora, e poi a Verona a far visita all'Hellas, che parimenti registra un bello 0 alla voce sconfitte. L'orizzonte è fosco.
- Non ci siamo totalmente. Non ci sono progressi. E in più la coperta è corta. Sull'1-2, dopo i sacrosanti cambi di Crisetig e Balzano in luogo di Joao Pedro e Pisano, Zeman non ha fatto più entrare nessuno. Nonostante negli ultimi 10-15 minuti la squadra fosse sulle gambe. Segnale che non c'è poi troppa fiducia in chi è rimasto seduto in panchina. Quella panchina che, scorrendo i nomi, mette tanta tristezza quanto il gioco messo in mostra sinora. Longo, Farias, Caio Rangel, Capello, Donsah, Dessena, Murru, Capuano e Benedetti non sono meglio di quelli andati in campo. E probabilmente se ne rende conto anche il boemo.
- Il gol di Cossu è di Padelli, che gli ha regalato il pallone. Ergo, su quattro partite, l'unica rete su azione è quella dell'esordio contro il Sassuolo. Nelle tre gare seguenti, c'è stato solo un rigore e questa rete "regalata", entrambe griffate Cossu. Non si segna. E' da scrivere a caratteri cubitali. E non segnare con Zeman in panca è strano, preoccupante, devastante. Anche perchè i "soliti" gol li subisci: oggi su angolo e punizione. E quindi devi fare un gol in più degli altri. Ma se non li fai, sono guai. Amari.
- Troppi tocchi: la palla non corre. Cossu, Ibarbo, Ekdal, Joao Pedro portano troppo la palla, perdendo tempi di gioco per lo scarico sui terzini accorrenti. Tre, quattro tocchi che fanno scattare e fermare i terzini in continuazione, non trovando mai il tempo giusto per inserirsi. Il centrocampo non recupera palla. Mai. Da quattro gare.
- Sau dov'è finito? Che fine ha fatto quel bel giocatore di due stagioni fa? Perchè proprio con il suo mentore Zeman non riesce a fare più nulla? Sbaglia i controlli di palla, i movimenti, non tira mai, sbatte contro i giganti avversari. E' involuto in maniera clamorosa. 
- Le scelte di Pisano e Joao Pedro sono state autolesioniste. Già nelle gare passate si era intuito che i due fossero tra quelli meno a loro agio con i nuovi schemi, e oggi abbiamo avuto la conferma. Il terzino sardo in difesa viene facilmente saltato, e in attacco è nullo: fa poco e lo fa sbagliando tutto ciò che può sbagliare. Joao Pedro va a velocità ridotta, portando palla in orizzontale, cercando inutili ricami che gli fanno perdere la sfera. E non si inserisce mai. I sostituti Balzano e Crisetig non fanno niente di straordinario, ma almeno non hanno regalato palla agli avversari.
- Si scricchiola forte. C'è la sensazione che la squadra abbia grossi limiti. Di interpreti e di mentalità. Perchè la squadra non capisce o non applica ciò che Zeman chiede? Ora è una crisalide accartocciata, ci sarà voglia e pazienza di trasformarla in una farfalla?

domenica 21 settembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL LUNEDI' /3

Immagine tratta da asroma.it e modificata su befunky.com
Roma-Cagliari 2-0 (10'Destro, 12'Florenzi)
- Non è tanto la sconfitta, ma è il concetto. L'allenatore ha chiesto al Cagliari di andare e giocarsi la partita, anche di perderla e prender schiaffi, ma di giocarla. La squadra è entrata in campo e si è fatta piccola piccola, timorosa e rannicchiata. Quasi come se un destino incombesse su di lei, che fosse tutto già scritto. Non ci siamo.
- E il problema sollevato da Zeman nelle interviste, quello del "non capirsi" è piuttosto grosso. Significa che la squadra non recepisce le idee del tecnico. E l'unico gol su azione su tre partite è un bel campanello d'allarme. Se lo zoccolo duro non entra nell'ottica di idee che si deve attaccare sfrontatamente, qua saranno guai.
- In campo non si salva nessuno. Anche perchè dopo l'uno-due iniziale la Roma non ha infierito, si è riposata e ha controllato i piccoli rossoblu. E' diventata poco più di un'amichevole. E questo è triste. 
- Un tiro in porta. Venuto da Longo, forse il più sfrontato, anzi, l'unico sfrontato, dei cagliaritani. Ma vari ectoplasmi in campo. Pisano sbaglia il solito fuorigioco e si prende gol, come da anni gli accade. Rossettini non la guida la difesa, non decide se farla salire o andare indietro, e gli altri nell'indecisione vanno a nozze, come ha già fatto l'Atalanta. Ekdal vaga. Sau si nasconde. Dessena è fuori forma. Joao Pedro e Farias sono oggetti misteriosi. Il quadro è allarmante.
- Ci vuole tempo e va bene. Ma bisogna provarci. E' la mentalità il problema. E' un Cagliari schierato da Zeman, ma con la mentalità dei vari Arrigoni, Ficcadenti, Lopez, Pulga ed esperimenti vari. Con il Sassuolo ci si accontenta dell' 1-1 perchè si è in trasferta. Con l'Atalanta si fa i leoni e si attacca perchè si gioca in casa. A Roma si sa già che si perde, quindi si parte già ad handicap. Non va bene. E l'equilibrio diventa difficile da trovare. Non si può lasciare fuori tout-court la vecchia guardia, si creerebbe una frattura insanabile. Ma Zeman il meglio l'ha sempre dato con una squadra totalmente nuova. Cambiare la mentalità è dura, durissima. Quanto tempo ci vorrà? Mercoledì arriva al Sant'Elia il Torino, poi si va a San Siro dall'Inter. E intanto si è ultimi. Se si rema tutti dalla stessa parte essere ultimi alla 3a giornata è una barzelletta. Se più di uno non è convinto, la strada è in salita. Ripida, ripidissima.