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domenica 30 novembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DELLA DOMENICA /13

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Cagliari-Fiorentina 0-4 (17'Fernandez, 55'Fernandez, 69'Gomez, 74'Cuadrado).
Se Farias in carriera ha segnato 24 gol su 135 partite, se Cossu ne ha fatti 12 su 234 gare, se Ibarbo ne ha messi dentro 21 su 215 apparizioni, se Longo ha messo 3 volte il suo nome a referto nelle 36 da professionista, vorrà pur dire qualcosa.
La matematica non è un'opinione, Farias la butta dentro ogni 5,6 partite, Cossu ogni 19,5, Ibarbo ogni 10,2 e Longo ogni 12.
Quindi ci sta che in una giornata vadano a sbagliare di tutto e di più. 
E si perde, e amen. E si prendono gol a ripetizione in contropiede. E quattro gol di scarto.
Farias si è mangiato l'inverosimile, Ibarbo si addormenta davanti al portiere, Cossu e i tiri in porta parlano due lingue diverse, e Longo ha preso un palo da zero metri. Le occasioni ci sono state e sono state buttate tutte al vento.
Poi.
Poi abbiamo Cragno, che sarà pure bravo con i piedi, ma qualcuno gli ha mai visto fare una parata che sia una? Per davvero. E perchè ogni tiro da lontano è magicamente gol? Sono più di una le reti incassate che fanno storcere la bocca, come la punizione odierna di Mati Fernandez. Forse è il caso di riprovare Colombi.
E Cossu è troppo innamorato del pallone. Rallenta il gioco e manda tutti in fuorigioco e si perde il tempo della giocata.
Nel primo tempo è stato sbagliato spesso l'ultimo passaggio, e i tagli di Cossu e Farias sono stati in continuazione errati. 
La situazione è preoccupante. 
La zona B si avvicina sempre più e questo non è una cosa buona. Specie perchè c'è un deficit di personalità evidente, emerso anche oggi dopo la seconda rete viola. L'emblema è Ibarbo, che sullo 0-2 ha spedito in campo il suo solito gemello diverso. Quello che prende palla senza mai passarla e va a sbattere contro i difensori avversari. E la Fiorentina è andata a nozze.
E comunque senza che stiamo a raccontarci balle. La squadra non è forte. Diventa forte nel momento in cui riesce a giocare, a indovinare la partita e mettere la palla in rete. Sennò, per cambiare le cose chi si fa alzare dalla panchina? Longo? Farias? Donsah? Dessena? Caio Rangel? Capello? Mah.

giovedì 30 ottobre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL GIOVEDI' /9

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Cagliari-Milan 1-1 (24'Ibarbo, 34'Bonaventura).
- Con il pareggio casalingo di ieri sera, possiamo dire che il Cagliari ha inanellato una buona serie di risultati e, soprattutto, prestazioni: dalla trasferta a San Siro contro l'Inter, passando dall'immeritata sconfitta di Verona, al pareggio interno con la Samp, alla vittoria a Empoli e ieri l'1-1 con il Milan. La chiave pare essere stata la consapevolezza della bontà del gioco offensivo derivata dalla goleada contro i nerazzurri: da lì in poi le trame di gioco sono state più convincenti, e si è giocato da squadra, con movimenti e combinazioni che rispecchiano le richieste di Zeman.
- E l'1-1 contro il Milan va pure stretto. Le occasioni avute dai rossoblu sono state nitide, oltre alla rete di Ibarbo (al solito in vetrina contro le grandi), in altre tre azioni si è messo un uomo solo davanti ad Abbiati, lo stesso colombiano, Sau e Farias sul finale. Si concretizza poco rispetto alle azioni create. Ma è un punto che fa morale e allontana a 3 punti la zona retrocessione.
- La difesa, contando l'avversario, ha sofferto poco. La rete di Bonaventura è arrivata da un tiro-cross che ha pescato Cragno impreparato. La sfera si è insaccata in maniera beffarda, e il giovane portiere toscano non ha fatto una gran figura. Per il resto ottimi Rossettini e Ceppitelli, con Balzano e Avelar sempre pronti a serrare le maglie difensive nel momento del bisogno.
- Conti strepitoso. Il rientro del Capitano è stato da incorniciare. Nonostante le 35 primavere ha svettato a centrocampo, di fisico e di tecnica. E' bene integrato anche lui nei nuovi schemi: basti osservare come, una volta ricevuta la palla, non la scarichi mai indietro, ma la passi sempre in profondità. 
- Per l'ennesima volta Balzano merita grandi elogi. Non ha ancora conquistato la copertina, come accaduto al suo opposto Avelar, ma sta fornendo prestazioni di grandissimo livello. Fa la fase difensiva e offensiva in maniera impeccabile: DeSciglio, terzino da Nazionale, da quella parte è stato preso spesso in mezzo dalle triangolazioni tra lui, Crisetig e Ibarbo, senza capirci molto.
- Un neo? Il solito enigma-Cossu. Un esterno d'attacco zemaniano, dovrebbe lanciarsi negli spazi o puntare il difensore e tirare, mentre il cagliaritano tende a lanciare gli altri, avanzare orizzontalmente e giocare lontano dalla porta. E' come se si giocasse con un attaccante in meno e un regista in più. Considerando che Ibarbo si è dimostrato tutto tranne che un goleador, alla lunga si potrebbe pagare la presenza nel trio offensivo di una sola punta vera, Marco Sau.

domenica 28 settembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL LUNEDI' /5

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Inter-Cagliari 1-4 (10'Sau, 18'Osvaldo, 29'Ekdal, 34'Ekdal, 44'Ekdal)
- E' Natale? Pasqua? Che è successo? E' una resurrezione zemaniana. Il Cagliari vince bene per 4-1 a San Siro con un primo tempo da favola: il pressing alto ha funzionato, i tocchi e i movimenti offensivi sono stati finalmente pericolosi ed utili, e si è tirato in porta. 4 gol e un rigore sbagliato. 
- I dati testimoniano la grande partita rossoblu: 54% di possesso palla, 16 tiri e 7 in porta. Cossu e Ibarbo hanno giocato da attaccanti di Zeman: poco possesso orizzontale, palla spesso lanciata in avanti, molteplici dai e vai appoggiandosi a terzini e centrocampisti. Il famoso avanti-dietro-avanti, le triangolazioni veloci tanto predicate dal tecnico sono state magicamente applicate, e sono arrivate azioni a grappoli. E Sau ha tirato e non ha passato la gara a sbattere contro i difensori avversari.
- La squadra è apparsa sfrontata, attenta, rabbiosa. Favorito da un'Inter ai minimi termini, il centrocampo formato da Dessena-Crisetig-Ekdal ha spadroneggiato. Grazie al fisico e al pressing, con lo svedese autore addirittura di una tripletta, cosa mai vista a queste latitudini (84 partite e 3 gol totali in rossoblu sinora). Il trio si è completato a vicenda, Dessena pressava a tuttocampo, Crisetig è stato il regista-metronomo, Ekdal l'incursore che assisteva le folate offensive.
Immagine tratta da instagram.com
- Balzano ha giocato benissimo. E' molto efficace nella fase difensiva quanto ficcante e utile allo sviluppo del gioco in quella offensiva. Da tempo mancava un terzino così. Non c'è paragone con Pisano. 
- La sensazione è che alla prima azione d'attacco la squadra abbia preso fiducia, e da lì abbia cominciato a sciorinare un calcio mai visto sinora. E' stato chiaramente un fatto mentale, si è trovata sempre più convinzione man mano che ci si rendeva conto che le azioni provate in allenamento riuscivano a essere pericolosissime anche in partita.
- Ora calma e gesso. Zeman è abbastanza navigato per tenere tutti con i piedi per terra. I giocatori stessi sono piuttosto esperti per capire che bisogna dar seguito a questa prestazione, partendo da sabato prossimo a Verona, in casa dell'Hellas.
- Nota di chiusura per Rossettini, Avelar, Dessena, Ekdal, Ibarbo, Sau e Cossu, ovvero i 7/11 di oggi reduci dall'anno passato. Non è facile cambiare mentalità, dopo anni mediocri in mano a Ficcadenti, Lopez e Pulga, e farlo in casa dell'Inter è stata una grande impresa. E questo 1-4 passerà alla storia.

lunedì 15 settembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL LUNEDI' /2

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Cagliari-Atalanta 1-2 (4' Estigarribia, 67'Boakye, 85'Cossu rig.)
- In maniera opposta rispetto al pareggio contro il Sassuolo, qua si è giocato bene, ma si son raccolti zero punti. Polveri bagnate degli attaccanti, occasioni ce ne sono state, sfruttate malissimo.
- 19 tiri, 9 in porta e il 66% di possesso palla non sono valsi una rete su azione. Cossu e Farias han giocato benino, ma sia il sardo che il brasiliano in carriera son sempre stati poco prolifici e questa partita ha mostrato i loro limiti in fase di finalizzazione. 
- Ibarbo è l'arma in più della squadra. Entrato lui, l'Atalanta ha seriamente sbandato. Un rigore procurato, uno non concesso e accelerazioni e dribbling da estrarre dal cilindro all'improvviso. Il gioco d'attacco della squadra potrebbe sancire il suo salto di qualità.
- Se una critica dobbiamo muoverla a Zeman, la focalizziamo sul centrocampo nella ripresa. Dessena e Joao Pedro in luogo di Crisetig e Ekdal, hanno impoverito la manovra. Sanguinoso il pallone perso da Dessena per il momentaneo 0-2 di Boakye. Joao Pedro è parso più un tecnico giocoliere solista che un interprete di una squadra di calcio.
- Si è subito gol su 2 dei 3 tiri totali dell'Atalanta. Sulla prima rete è stato completamente errato il piazzamento: Estigarribia era solo sul secondo palo, e così Denis sul dischetto del rigore. Sul raddoppio, una volta persa palla, Dessena poteva fare il classico falletto tattico, oppure i difensori non rinculare impauriti consentendo il tiro a Boakye.
- Capitolo terzini. Balzano ha fatto un passo indietro, ha fatto bene la fase difensiva, non altrettanto quella offensiva. Avelar invece è andato bene, sfiorando anche la rete nel primo tempo su scarico di Ekdal.
- Cossu. Il sardo ha finalmente segnato dopo 32 mesi. Ha giocato bene, finte, dribbling e possesso palla. Però andiamo controcorrente. Un esterno di Zeman non gioca così. I ricami di Cossu han finito per rallentare l'azione d'attacco, ha giocato più come un trequartista largo, lanciando gli altri, quando dovrebbe essere lui ad essere lanciato. Così facendo gira troppo al largo dall'area di rigore.
- Obiettivi per Roma (domenica alle 15 Roma-Cagliari): cercare di registrare la difesa, perchè i campioni giallorossi con i buchi visti sinora andranno a nozze; provare il trio d'attacco inserendo Ibarbo; e magari pensare a dare più peso all'azione offensiva inserendo Longo nelle partite a venire. Con Sau a sinistra, Longo centrale e Ibarbo a destra.

martedì 12 marzo 2013

IL MIO CAGLIARI/ 28°T.

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IBARBO SALVA LA SARDEGNA

Con la sua tripletta Ibarbo praticamente salva il Cagliari, i suoi tifosi e regala la quasi certezza della permanenza in A ad una regione intera, che mai come quest'anno si è sentita, calcisticamente parlando, la periferia della Serie A.
Sentire Delio Rossi che nel prepartita dichiara che "Giocare a porte chiuse per noi non è certo un vantaggio", o sentire i soliti commentatori (Caressa a Radio Deejay) continuare il ritornello del Cagliari che falsa il campionato come se fosse il responsabile di questa situazione, sta diventando una litania inaccettabile.
L'unico campionato che si è falsato, signori, è quello della squadra della Sardegna, e dei tifosi sardi. Per quello i 34 punti in 27 gare (perchè quella con la Roma non s'è giocata) sono un'impresa da Champions League. In casa con lo stadio completamente aperto si son giocati solo 6 match, a fronte dei 14 segnalati nel tabellino alla voce partite in casa. 
L'impresa dei ragazzi di Pulga e Lopez è pari a quella di Ballardini e della sua miracolosa salvezza del 2008.
Ieri la ciliegina sulla torta, la Sampdoria scende in Sardegna in gita premio, con la pancia piena dei suoi 35 punti ed il Cagliari passeggia sulla molle squadra blucerchiata. 3-1 il finale, con la rete della bandiera siglata solo nel recupero.
Pulga e Lopez sorprendono con un 11 iniziale imprevisto: al netto dell'infortunio di Capitan Conti, sorprendono le scelte di Murru in luogo di Avelar, e soprattutto, dell'ineffabile Thiago Ribeiro che fa accomodare in panchina sia Marco Sau che Mauricio Pinilla.
Tutta la nostra solidarietà a Sau e Pinilla che si vedono preferire Thiago Ribeiro: è come se la mamma scegliendo tra un piatto di lasagne ed uno di alghe, ti offra queste ultime,che saranno anche prelibate delizia della cucina macrobiotica, ma ne faremmo volentieri a meno.
Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Il match è poco più di una formalità, la Samp non punge quasi mai e il Cagliari, guidato dal faro Cossu, gira che è una meraviglia. Il centrocampo giganteggia, nota di merito per Ekdal, che sta crescendo in maniera esponenziale dando costantemente sia qualità che quantità.
L'attacco, posizionato in modo strano, con un trequartista e due ali, Thiago Ribeiro a sinistra ed Ibarbo a destra, è la chiave di volta dell'incontro. La Samp, infatti, è costantemente impreparata di fronte al trio rossoblù, come se avesse studiato un altro avversario in settimana.
Il colombiano poi, ne insacca 3 e grazia i doriani in almeno altre due occasioni. Se solo imparasse ad essere sempre così cinico, ci troveremmo di fronte ad un'ala destra da grandissimi palcoscenici.
Domenica alle 12:30 Siena-Cagliari, anche se i toscani facessero bottino pieno, si porterebbero a -7 dai sardi. A 9 dal termine. Si può anche perdere, ma non ditelo ai giocatori. Anche perchè se schierare le riserve significherebbe presentarsi con Sau, Pinilla e Avelar, siamo in una botte di ferro.
Ultima annotazione: in tutto il girone di andata 16 punti, in 9 gare del ritorno i punti sono ben 18, tutti conquistati in apnea per una situazione ambientale e dirigenziale avversa.
Complimenti veri.

Pagelline: Agazzi 6 (46'Avramov 6); Perico 6, Rossettini 6, Astori 6,5, Murru 7; Dessena 6,5, Nainggolan 6, Ekdal 7; Cossu 7,5 (73'Cabrera 6); Ibarbo 8 (74'Pinilla 5,5), ThiagoRibeiro 6.
Pulga-Lopez 7.

martedì 26 febbraio 2013

IL MIO CAGLIARI/ 26°T.

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
E' STATO SMACCHIATO IL TORO

In uno stadio vuoto, si è ottenuto il pieno di gol, emozioni e spettacolo. Spettacolo per pochi intimi per un match finito 4-3, con la ciliegina di due reti nel recupero e con un Torino ridotto in 9 uomini negli ultimi 5, decisivi, minuti.
C'erano tutti gli ingredienti per uno scialbo pareggio: due squadre in zona tranquilla di classifica, il Palermo che sabato aveva infruttuosamente impattato 0-0 con il Genoa, Siena e Pescara attese da due trasferte proibitive come quelle contro Juventus e Lazio.
Il Cagliari si è schierato in quella che è, finalmente, la sua formazione tipo. Unica defezione in rosa quella di Thiago Ribeiro, e ci aggiungiamo un bel meglio così. 4-3-1-2 con Cossu sulla trequarti dietro Ibarbo e Sau, Ekdal preferito a Dessena e Rossettini ad Ariaudo.
Il primo tempo è, effettivamente, blando, bloccato. Pochissimi tiri in porti e squadre ben messe in campo che disinnescano a vicenda, imbrigliando al meglio i velocisti Cerci e Ibarbo. La sblocca un episodio. 36': assist al bacio di Ekdal per Sau, atterrato da Ogbonna. Rigore e undicesimo sigillo del piccoletto di Tonara.
Partita in discesa per il Cagliari, che va all'intervallo sull'1-0.
Nella ripresa succede il finimondo. Danilo Avelar mostra tutte le sue pecche difensive e in dieci minuti il Torino piazza un uno-due micidiale partendo dal binario di destra, dapprima al 46' è Cerci a sfondare con una rasoiata di esterno sinistro, poi sempre da quella parte Darmian, su imbeccata sempre di Cerci, consegna il pallone a Stevanovic, pronto ad uccellare Agazzi tra le gambe.
Da quel momento in poi, il Cagliari si trasforma.
Diventa il vecchio Cagliari di Ballardini, di Allegri, di Donadoni. Quello bello insomma, con un 4-3-1-2 che comincia a girare perfettamente. La difesa si alza a centrocampo, Cossu diventa l'uomo ovunque capace di aiutare la mediana e impostare il gioco, e le fasce (con Perico a destra e Pisano a sinistra, e Avelar che si accomoda in panchina) spesso propositive.
Ed è così, che macinando gioco e possesso palla (a fine match sarà 60/40 per il Cagliari), al 75' Cossu recapita un cross delizioso sulla testa di Capitan Conti, che sigla il 2-2.
Al minuto 86' si risveglia dal torpore anche Mauricio Pinilla e credendosi un vero e proprio toro resiste alla carica di due-tre difensori e presentandosi a tu per tu con Gillet, viene steso, sempre da Ogbonna. Rigore e 3-2 per i padroni di casa. Ogbonna espulso e un minuto dopo espulso anche Diop, giovane senegalese appena entrato che viene cacciato, troppo severamente, dall'arbitro, per una manata involontaria ad Ekdal. 
In 11 contro 9 succede l'inimmaginabile. Al 92' Astori spegne il cervello, e dimostrando di non imparare mai le lezioni, tira la maglia in area a Bianchi sotto gli occhi del direttore di gara, che non può far altro che decretare il rigore del 3-3 del Torino, insaccato dallo stesso Capitano granata. 
Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Ma non finisce qui. La presenza del figlioletto Bruno è uno stimolo in più per Capitan Conti, che al 94' fa alzare tutti gli spettatori davanti alla tv, insaccando da 25 metri, complice una sciagurata deviazione di Glik. Si vince. 
La vecchia guardia sta prendendo per mano la squadra. La spina dorsale c'è ed è di qualità, da anni.
+10 sulla zona B. Un match che non prometteva nulla diventa la partita dell'anno. Peccato per i tifosi, impossibilitati dalla vicenda stadio, a presentarsi sugli spalti. Ma è un anno di passione.
Senza Presidente, senza stadio, con una partita persa a tavolino, una disputata a Parma, due a porte chiuse, e superato un periodo di 6 k.o. di fila, essere a 31 punti è un miracolo.

PS. In questa partita si sono visti all'opera due giovani difensori della Nazionale Italiana, Astori ed Ogbonna, protagonisti dei 3 rigori della gara. Se loro sono il futuro della Nazionale, siamo nei guai. Quantomeno il sangue freddo non è proprio la loro dote principale.

Pagelline: Agazzi 5; Pisano 6,5, Rossettini 6,5, Astori 5, Avelar 5 (57'Perico 6); Nainggolan 6, Conti 8, Ekdal 6,5; Cossu 6,5 (85'Cabrera sv); Sau 6, Ibarbo 5 (65'Pinilla 6,5).
Pulga-Lopez 6,5.