martedì 9 dicembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL MARTEDI' /14

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Cagliari-Chievo 0-2 (4'Meggiorini, 9'Paloschi).
E se questo è il Cagliari dopo 5 mesi di cura Giulini-Zeman, ci sarebbe da stringere le mani a tutti, ringraziare per aver partecipato, e retrocedere d'ufficio in una categoria inferiore.
Il Chievo non ha fatto nulla di trascendentale, non ha messo in mostra individualità di rilievo o trame di passaggi esaltanti, ma nei 9 minuti iniziali si è portato sul letale 0-2 e ha sfiorato più volte la terza segnatura. Il Chievo ha corso, ha lottato, raddoppiato e triplicato sui portatori di palla avversari, con aggressività e falli che hanno mandato in tilt i rossoblu.
E a un certo punto non si capisce bene sino a dove arrivino le colpe della società, quelle del tecnico e quelle dei giocatori.
Vero è che a un certo punto, riflettendo dove giocassero lo scorso anno i giocatori messi in campo dal Cagliari, trovavamo in porta Cragno, guardiano del Brescia 13° in B, in difesa Balzano, capitano del Pescara 15° in B, Benedetti, difensore del Padova 20° e retrocesso in C, Crisetig regista del Crotone 6° in B, Farias che nel Sassuolo di Di Francesco collezionava 11 presenze in tutta la stagione, e ancora: i subentrati Donsah, che nella passata stagione giocava nella Primavera del Verona, e Longo, che ha diviso l'annata tra fare la riserva di nonno Toni a Verona e di Larrivey al Rayo.
Insomma, non è un parco giocatori di primissimo piano, quello messo su dal trio Giulini-Marroccu-Zeman. Anzi. 
Si puntava tutto sulla crescita dei giocatori, vecchi e nuovi.
Ma da inizio stagione chi è cresciuto dei nuovi? Nessuno. Farias anche ieri ha avuto un'occasione limpida, puntualmente sbagliata. Crisetig quando c'è da tirare fuori il carattere si nasconde. E dei vecchi solo Avelar (che è sparito dai radar per infortunio da un mese), Ekdal e Ibarbo hanno mostrato progressi.
Limiti evidenti tecnici li hanno mostrati i vari Dessena, Pisano e Murru. Cossu appare sempre fuori ruolo, o porta troppo palla o si eclissa dalla partita per interi quarti d'ora. Conti non riesce a prendere in mano la squadra, ieri trotterellava sul campo, senza spronare gli altri o guidare la rimonta: appariva rassegnato.
Si giura che lo spogliatoio sia compatto, che si rema tutti nella stessa direzione. E allora perchè Zeman spiega che in allenamento la squadra gioca solo a due tocchi, mentre in partita non avviene mai? Ieri non c'era una squadra in campo: mai più di due passaggi di fila, Ibarbo e Farias partivano in azioni solitarie.
La rosa è tecnicamente di basso livello, e se non si sopperisce con un solido gioco di squadra, si merita l'attuale terzultimo posto, equivalente alla retrocessione. E qua si richiama il problema di mentalità denunciato dal mister: ma come si acquista la mentalità se dopo 5 mesi siamo ancora a questo punto? Si è vista solo a tratti, e solo quando la squadra è passata in vantaggio o ha segnato con un gol "alla Zeman", come se acquisisse fiducia. Fiducia che svanisce puntualmente alle prime difficoltà.
In una situazione così, anche la prossima trasferta di Parma, dai ducali ultimi e reduci da 12 k.o. su 14 partite, fa paura. Anzi, terrore.

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