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mercoledì 10 dicembre 2014

ITALIETTA NELLE COPPE

Immagine tratta da Ilfattoquotidiano.it
Non siamo tra le Nazioni dominanti in Europa. Lo sapevamo già da tempo, dopo le prestazioni deludenti degli ultimi anni, dopo l'umiliazione del Mondiale brasiliano, dopo la diaspora di campioni attratti da soldi e ambizioni che la nostra serie A non riesce più a proteggere. Questa Champions League sentenzia definitivamente la nostra crisi calcistica, il nostro ufficiale ridimensionamento nel panorama europeo del pallone. E non si può più parlare di sfortuna, di casualità, di campi impraticabili o arbitri contrari: si tratta di scuse, punto e basta.
Roma e Juventus, di gran lunga le migliori formazioni del nostro campionato, escono sconfitte o comunque ridimensionate dopo questi gironi che hanno sancito un'eliminazione amara per i giallorossi e una qualificazione risicata e striminzita per i bianconeri. La squadra di Garcia, più che la qualità, paga la quantità di talento inferiore rispetto ad un Manchester City capace di qualificarsi senza tre elementi come Aguero, Kompany e Yaya Touré, tutti e tre assenti nella sfida di stasera. Ma paga soprattutto il sanguinoso pari di Mosca, molto più doloroso delle sette scoppole prese in casa dal Bayern, che avrebbe sicuramente dato meno pressione ai romanisti. Resta l'impressione positiva di un gruppo in crescita e che, con la giusta esperienza europea, può fare sicuramente progressi e presentarsi alla prossima Champions con maggiori ambizioni.
Gli uomini di Allegri lottano, rischiano e alla fine devono accontentarsi di un punto contro l'Atletico Madrid, strappando all'ultimo il pass per gli ottavi di finale, in un girone in cui secondo molti si poteva quasi ambire al primo posto. L'impressione, in casa o in trasferta, è sempre quella di una squadra che fatica terribilmente, non riesce a imporre il suo gioco o a gestire con serenità un vantaggio acquisito. Contro teste di serie quali Real Madrid, Bayern, Chelsea e Barcellona non si va da nessuna parte, questo è sicuro.
La realtà evidente e lampante è sempre la stessa, senza i mezzi giusti non si va da nessuna parte. Non è solo una questione di soldi o stadi, l'Italia sembra proprio mancare di programmazione e idee per sopperire alle varie mancanze trovando le risorse necessarie in altri modi. In Inghilterra e in Francia si punta molto sul marketing e sui grandi investitori stranieri, in Germania stadi e vivai hanno fatto da traino per la vittoria di un Mondiale, in Spagna le big continuano a rimanere tali senza mai conoscere crisi, e una "piccola" come l'Atletico ha rischiato il clamoroso double Champions-Liga senza avere capitali ingenti o campioni acclamati. Noi non abbiamo nulla di tutto ciò, siamo indietro anni luce con gli stadi, ci stiamo aprendo da pochissimo ad acquirenti stranieri, in quanto a marketing e vivai poi sembriamo letteralmente preistorici.
Se dodici delle sedici ammesse agli ottavi provengono dai quattro Paesi appena citati non possiamo più appellarci al caso. Smettiamola di fingerci grandi, abbandoniamo definitivamente i sogni di grandi risultati internazionali, chiniamo la testa con umiltà e mettiamoci al lavoro per cambiare le cose. Meno chiacchiere e più fatti, per una volta.

lunedì 7 aprile 2014

PRESSIONE? NO, GRAZIE!

Immagine tratta da multimedia.quotidiano.net
Tre minuti per cancellare ogni timore e ogni incertezza. Tanto basta alla Juventus per avere la meglio sul Livorno, centrare la sedicesima vittoria in altrettante gare interne e ristabilire gli 8 punti di distanza tra sé e la Roma, con appena 6 giornate mancanti alla fine di questa serie A 2013-14. I dubbi sulla forma fisica, sulla tenuta atletica e sulla fame di vittorie del dopo Napoli svaniscono definitivamente, i bianconeri non hanno ancora alzato le mani dal manubrio, e anzi sembrano sempre più decisi a dare la caccia a questo bis Scudetto-Europa League che porterebbe grande prestigio e soddisfazione a Torino.
Il Livorno poteva essere un avversario insidioso perché, come tutte le piccole, se sottovalutato può giocare brutti scherzi, tant'è vero che Conte mette in campo i migliori a disposizione. Ma a parte alcune ripartenze veloci in contropiede, soprattutto a inizio partita, i toscani preferiscono chiudersi in difesa e reggere il più possibile l'assalto bianconero, consegnando di fatto gioco e ritmo ai padroni di casa. Il forcing juventino dura mezz'ora circa, quanto basta ad un ritrovato Llorente per piazzare il micidiale uno-due che indirizza la sfida e di fatto la chiude con un tempo ancora da giocare. I livornesi stessi alzano bandiera bianca e preferiscono amministrare le forze in vista di sfide decisamente più importanti come quella contro il Chievo del prossimo turno, la Vecchia Signora ringrazia e chiude al piccolo trotto. Energie risparmiate in vista del ritorno con il Lione e della prossima trasferta di Udine, forse l'unica partita davvero insidiosa prima dello scontro diretto a Roma della penultima giornata, che di fatto rischia di rivelarsi inutile.
Di fatto, la Juventus è pienamente padrona del suo destino, con quattro delle prossime sei sfide più che abbordabili, le tre interne contro Bologna, Atalanta e Cagliari e la penultima trasferta a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Si tratta di formazioni che hanno ancora un obiettivo da raggiungere (l'Europa i bergamaschi, la salvezza tutte le altre), ma fanno sicuramente meno paura di squadre con maggior blasone. Di contro, la Roma avrà un'impegnativa trasferta a Firenze contro una viola in piena corsa per mantenere il quarto posto, e subito dopo ospiterà un Milan desideroso di riscatto, e pure lui a caccia di punti europei. I giallorossi sono chiamati insomma ad un'autentica impresa, vincere tutte le sfide (compreso lo scontro diretto) e sperare che i bianconeri perdano per strada 8 punti. Al di là dei freddi dati statistici, a far pensare che quest'impresa sia, se non impossibile, almeno disperata, sono gli evidenti segnali di ripresa fisica della Juve, con il lento recupero di alcuni infortunati che può consentire maggiori rotazioni in difesa e in attacco. L'1-0 di Lione, sofferto più del previsto ma estremamente prezioso, ha ridato fiducia e mostrato che la condizione dei Campioni d'Italia è in netto miglioramento. La presunta pressione che la Juve poteva sentire non si è mostrata, il margine di sicurezza è talmente ampio che neanche una sconfitta brutta come quella di Napoli ha scalfito la convinzione dei bianconeri. Il terzo Scudetto consecutivo è sempre più vicino, il trionfo in Europa League può essere il premio aggiuntivo ad una grande stagione, fatta di record incredibili, difficilmente ripetibili in futuro. In attesa di quella Champions che resta il sogno, lontano ma non impossibile, di ogni tifoso bianconero.

giovedì 12 dicembre 2013

QUESTIONE DI...DNA

Immagine tratta da mirror.co.uk
L'avventura in Champions League della Juventus in questo 2013-14 è già finita. L'anno che era stato indicato da molti come quello giusto in cui puntare alla Coppa dalle grandi orecchie si è rivelato molto meno felice di quello passato, dove complice un sorteggio favorevole si era arrivati tra le prime otto d'Europa. Stavolta invece la corsa al trono continentale si è interrotta al primo step, impantanata nel campo innevato e fangoso di Istambul, che tanto ha fatto e farà discutere, in un freddo pomeriggio di dicembre.
Un'eliminazione dura da digerire, una retrocessione in Europa League che di certo fa rabbia a tanti, dai giocatori alla dirigenza fino ovviamente all'allenatore, ma che deve far riflettere tutto l'ambiente su una cosa: la Juve non è una squadra da Champions, non lo era quando metteva in mostra campioni del calibro di Zoff, Platini, Boniek, Scirea e Paolo Rossi, figurarsi adesso che le grandi stelle del calcio mondiale giocano in altri campionati. Si è spesso detto che il club torinese, abituato a primeggiare e a recitare la parte del leone in Italia, fatichi troppo e troppo stesso a trovare la sua dimensione nel panorama europeo. Mai come ieri questa frase, per molti falsa e priva di fondamento, è sembrata vera, alla luce poi della contemporanea qualificazione del Milan, che paga ben 22 punti di ritardo dalla Veccha Signora in serie A e sta attraversando una complessa fase di transizione, una delle più difficili nella sua recente storia. Entrambe le squadre si trovavano in una situazione simile: due risultati su tre a favore, un punto in casa e una sconfitta onorevole in trasferta contro l'avversaria più ostica del girone (Real per i piemontesi, Barça per i rossoneri), e altre rivali temibili ma sulla carta inferiori e battibili. 
Certo, si può dire che il Milan aveva il vantaggio di giocare in casa, con un campo in ottime condizioni, e contro un gruppo talentuoso ma ancora giovane e "acerbo" per questa competizione, ma non sembrano differenze così rilevanti, soprattutto con i milanesi costretti a giocare in dieci quasi tutta la gara. Inoltre, la squadra di Allegri la qualificazione se l'era guadagnata prima, indovinando l'approccio alle gare sulla carta più "facili" del girone, portando a casa 6 punti su 6 contro il Celtic, una dote che insieme al pari conquistato all'ultimo minuto in Olanda contro l'Ajax all'andata ha dato più confidenza e fiducia al gruppo. La Juventus, invece, ha giocato da squadra di alto livello solo le sfide contro il Real Madrid, mentre ha steccato in tutte le altre sfide: 1 punto su 6 contro i turchi, con un pareggio casalingo subito un minuto dopo essere passati in vantaggio, e 4 su 6 contro il modesto Copenaghen, assediato senza lucidità in Danimarca e battuto più con cinismo ed episodi che con il gioco in casa. A conti fatti, chi può maggiormente e giustamente recriminare per una qualificazione che sarebbe stata ampiamente meritata è il Napoli, terzo con 12 punti in un girone estremamente duro, condannato dalla differenza reti ma uscito dal torneo a testa altissima, a differenza proprio dei bianconeri. A raccontarci di una coppa indigesta alla Signora torinese sono anche i numeri: su 28 partecipazioni, in ben 13 occasioni la Juve è stata eliminata tra primo e secondo turno, vale a dire circa la metà dei casi, si trattasse di gironi o di scontri andata e ritorno, vincendo il trofeo solo 2 volte (con 5 finali perse, record condiviso con il Benfica). Tanto per dare un'idea, il Milan ha disputato lo stesso numero di volte la coppa, con solo 10 eliminazioni nei primi due turni e ben 7 vittorie su 11 finali disputate, e l'Inter in 17 partecipazioni ha 12 piazzamenti dai Quarti di finale in su e 3 successi su 5 finali giocate.
Al di là dei numeri, sono i risultati e l'atteggiamento mostrato in campo che lasciano perplessi da sempre i tifosi bianconeri, scoraggiati e a tratti sconcertati dalla clamorosa involuzione mostrata tra una partita di campionato e quella successiva in Coppa. La Juve sembra quasi svuotarsi, perdere sicurezza e concentrazione, bloccarsi davanti alla paura di rimediare una brutta figura in Europa, incapace di risolvere e chiudere con tranquillità sfide sulla carta facili. Al di là di tecnici, dirigenti e giocatori, la vera mancanza della squadra sembra proprio caratteriale, storica, verrebbe quasi da dire che i bianconeri non hanno nel DNA la "fame" giusta per imporsi nel palcoscenico internazionale, e in particolare in quella che è la Coppa più desiderata e voluta da tutti a livello di club. La stagione 2014 non è di certo finita con la sconfitta di ieri, il campionato è ancora lunghissimo e ad anno nuovo inizieranno anche la Coppa Italia e l'Europa League, con la finale che si disputerà proprio a Torino. Un'ottima occasione insomma per restare competitivi e magari vincere un trofeo in Europa, impresa che non riesce ai bianconeri dal 1996, anno della Champions conquistata sotto la guida di Marcello Lippi. Con una coppa in più in bacheca, magari, si riuscirà a programmare meglio il mercato e il prossimo futuro, con l'ennesimo assalto da portare al trono d'Europa, in cerca di quel DNA da vincenti che continua a mancare alla Veccha Signora nei momenti decisivi.


martedì 28 maggio 2013

PAGELLINE SERIE A

Immagine tratta da theracionalpie.com
Con la finale di Coppa Italia di domenica pomeriggio si è ufficialmente conclusa la stagione di serie A 2012-13, un'annata come sempre avvincente e ricca di sorprese, piacevoli novità e qualche delusione. Diamo i voti al rendimento delle squadre secondo il nostro personale giudizio.
ATALANTA: Confermarsi dopo l'ottima stagione dello scorso anno, con tanto di penalizzazione recuperata in breve, non era facile. I ragazzi di Colantuono ce l'hanno fatta con un'altra bella stagione, facendo a meno di pedine come Schelotto e Peluso, ceduti a gennaio, e appoggiandosi ancora su un ottimo Denis. La conferma che il progetto c'è e va sostenuto fino in fondo. Voto 6,5.
BOLOGNA: Ceduti alcuni pezzi importanti come Ramirez e Di Vaio, la squadra felsinea si è appoggiata sull'estro di Diamanti, sui gol del nuovo arrivato Gilardino e sulle capacità del tecnico Pioli. E' arrivata un'altra salvezza piuttosto tranquilla, senza eccessive sofferenze, anche se alcune sconfitte sono state pesanti. In generale, una stagione più che sufficiente. Voto 6+.
CAGLIARI: Molto bravi i sardi, partiti male e costretti al cambio di allenatore in corsa, con la strana coppia Lopez-Pulga a prendere in mano la squadra. L'esperienza di alcuni pezzi pregiati e l'appoggio su un gruppo di ragazzi cresciuti in casa come Cossu, Pisano, Murru e la sorpresa Sau hanno fruttato una grande rimonta coronata da una salvezza tranquilla. Il tutto nonostante il problema dello stadio che li ha costretti a giocare quasi sempre fuori casa. Chapeau. Voto 7-.
CATANIA: Riuscire a ripetersi ad alti livelli dopo una grande stagione come quella passata, o addirittura a far meglio, sembrava un'utopia. Maran non ha fatto rimpiangere Montella, confermare i pezzi pregiati della rosa ha aiutato a non snaturare il gioco, il resto l'hanno fatto l'innesto di qualche nuovo talento e il calore del pubblico di casa. A lungo in zona Europa, i siciliani hanno meritato i complimenti di tutti. Voto 7+.
CHIEVOVERONA: La squadra veronese si conferma una delle realtà di questo campionato, riuscendo a ottenere sempre la salvezza nonostante il gruppo non appaia mai tra i più competitivi. Il cambio di allenatore e la stagione no di Pellissier non hanno inciso troppo sui clivensi, che con il loro gioco magari poco spettacolare ma estremamente pratico hanno centrato l'ennesima salvezza. Bravi loro. Voto 6.
FIORENTINA: In estate, vedendo il mercato fatto dai viola, molti avevano ipotizzato una stagione positiva per loro. Le aspettative sono state superate, per gioco i ragazzi di Montella sono stati a tratti i migliori d'Italia, la mancata qualificazione in Champions sa di beffa per quanto fatto vedere, ma l'Europa è comunque un grandissimo traguardo. Se i pezzi pregiati rimarranno, si potrà solo migliorare. Voto 8.
GENOA: Del progetto iniziato qualche anno fa da Gasperini e Preziosi ormai non è rimasto più nulla. Squadra costruita senza alcuna idea seria, stravolta in corsa e con tre tecnici che hanno cercato di prendere in mano la situazione. Annata pessima, per un po' la retrocessione sembrava inevitabile, poi la salvezza è arrivata in qualche modo, per il secondo anno di fila. Meglio evitare un tris il prossimo anno. Voto 5.
INTERNAZIONALE: A novembre sembrava la rivelazione dell'anno, ha concluso la stagione come la vera delusione della stagione. Tanti fattori hanno inciso, dalle strategie di mercato poco chiare agli infortuni a catena, dalla preparazione iniziata presto alle idee confuse dell'allenatore, che ha cambiato moduli e uomini troppe volte. Fuori dall'Europa, con il progetto Stramaccioni finito dopo appena un anno, ora arriva Mazzarri per dare una scossa a una squadra svuotata e in piena ricostruzione. Voto 4,5.
JUVENTUS: Vincere lo scorso anno è stata una sorpresa per alcuni aspetti, confermarsi è sembrato il minimo vista la rosa a disposizione. Conte ha rinforzato il gruppo con pedine importanti come Pogba e Asamoah, tenendo in pugno il torneo dalla prima all'ultima partita. Buona anche la stagione del ritorno in Europa, ora serve un campione vero per dare la svolta e puntare davvero alla Champions. Voto 8,5.
LAZIO: Per buona parte della stagione ai vertici del torneo, calata nella seconda parte per la cronica assenza di seconde linee in grado di sopperire all'assenza e al calo di forma dei titolari. La squadra di Petkovic ha comunque ottenuto una meritata qualificazione europea con la Coppa Italia, ora dovrà tenere alcune pedine importanti e lavorare bene sul mercato per fare un ulteriore salto di qualità. Voto 6,5.
MILAN: Partenza da zona retrocessione, girone di ritorno da scudetto. I rossoneri hanno ricostruito tutto dalle macerie di un'estate di fuoco, l'esplosione di El Shaarawy e l'aggiunta di Balotelli a gennaio hanno ricreato un gruppo competitivo che ha strappato la qualificazione alla Champions all'ultimo respiro. Allegri ha tante qualità e meriterebbe una riconferma, per tornare davvero ai vertici però ci vorranno altre manovre in sede di mercato. Voto 7+.
NAPOLI: Accreditata come una delle favorite per lo scudetto, la squadra di Mazzarri si è in effetti dimostrata la vera rivale della Juve in tutta la stagione. Alcuni punti persi per strada e il calo di rendimento nel finale hanno allontanato il titolo, ma gli uomini di Mazzarri hanno concluso con un ottimo secondo posto, nonostante l'addio a un campione come Lavezzi e con Cavani versione monster per il terzo anno di fila. Al mercato e al nuovo allenatore il compito di fare l'ultimo passo verso la gloria. Voto 8-.
PALERMO: L'altra grande delusione della stagione, non tanto per la rosa perché evidentemente inferiore rispetto a quella degli scorsi anni, quanto per la scarsa o pressoché inesistente programmazione e chiarezza della società. Allenatori assunti e cacciati come niente, una squadra stravolta completamente a gennaio in cerca del miracolo, in sintesi poco da salvare in un'annata pessima, conclusa con la retrocessione. Voto 4+.
PARMA: Positiva la stagione degli emiliani, che hanno dato continuità al lavoro di Donadoni continuando sulla falsa riga dell'anno scorso. Partito Giovinco, sono stati il rientrante Amauri e il nucleo già consolidato a fare la differenza, portando presto la squadra in una posizione di classifica tranquilla. Salvezza brillantemente raggiunta, e buone aspettative per la prossima stagione. Voto 6,5.
PESCARA: Alzi la mano chi ha visto una squadra peggiore in serie A negli ultimi anni. Pochissime idee, giocatori chiaramente di categoria inferiore, e soprattutto zero voglia e zero grinta, elementi fondamentali per chi si vuole salvare. Andata quasi sorprendente per certi versi, ritorno da dimenticare e condito da sconfitte e umiliazioni in serie. La B sembra la dimensione migliore per una squadra così. Voto 3.
ROMA: Altra stagione deludente per la formazione giallorossa, che da due anni cambia in corsa piani e idee per il suo progetto ma continua a mancare la qualificazione in Europa. La scommessa Zeman non ha pagato, il suo sostituto Andreazzoli ha fatto del suo meglio ma perdendo la finale di Coppa Italia il saldo rimane negativo. I giovani e i soldi per il futuro ci sono, bisogna farli fruttare nel modo giusto. Unica certezza, intramontabile: Francesco Totti. Voto 5-.
SAMPDORIA: Inizio di stagione balbettante, poi l'arrivo di Delio Rossi ha cambiato il volto della squadra e l'ha guidata verso un bel campionato, condito dalla salvezza e tante giovani promesse lanciate nel panorama italiano. Icardi è sicuramente il nome più altisonante, anche Poli è tornato ad alti livelli, sarà difficile tenere questi ragazzi, ma il progetto di Garrone Jr. ha buone basi. Voto 6,5.
SIENA: Lottare per la salvezza fino alla fine pur partendo penalizzati, e con un mercato di gennaio che stravolge completamente la squadra, è un comportamento che merita i nostri applausi. E' mancata un po' la brillantezza dello scorso anno, sono mancati i gol delle punte e alcuni risultati nelle partite chiave, nel complesso è la squadra che si è comportata meglio tra le tre retrocesse. Voto 5,5.
TORINO: Annata interlocutoria per la formazione di Ventura, che alla fine chiude un torneo senza infamia e senza lode, dimostrandosi una squadra quadrata e con un'idea di gioco ma incline a troppi cali che hanno rallentato la corsa alla salvezza. Cerci è stata la rivelazione positiva, Ogbonna è l'obiettivo di tutti i grandi club, occorrerà lavorare molto sul mercato per confermarsi il prossimo anno. Voto 6.
UDINESE: Applausi e solo applausi per questa squadra, che ancora una volta perde pezzi in estate ma riesce a sostituirli e, con un brillante finale di stagione, si conquista nuovamente l'Europa a discapito delle grandi o presunte tali. Di Natale è l'eterno leader, Muriel la sua valida spalla, Guidolin il condottiero perfetto per un gruppo modello di progettazione e investimenti mirati. Davvero complimenti. Voto 7-.

venerdì 8 marzo 2013

PAGELLE EUROPEE: NONA GIORNATA

Immagine tratta da tvblog.it
Ritorna direttamente dalla Spagna la nostra rubrica settimanale dedicata alle squadre italiane impegnate nelle Coppe Europee. In attesa del Milan, che giocherà settimana prossima, vediamo come si sono comportate le altre nostre formazioni in quest'occasione.
PROMOSSI
Lazio: Voto migliore del giorno senza ombra di dubbio per la squadra di Petkovic, impegnata su un campo non facile come quello dello Stuttgard ma capace di uscirne con un ottimo 2-0 che da moltissime chance di passaggio del turno. Dopo un buon inizio dei tedeschi, la formazione biancoceleste riesce a sbloccare la gara su un errore degli avversari e poi la controlla, andando ancora a segno a inizio ripresa per poi difendere il doppio vantaggio con discreta sicurezza nel finale di gara. Il migliore in campo è ancora il brasiliano Ederson, che segna il primo gol e sembra trovarsi davvero a suo agio in Europa League; ottima anche la prova del giovane nigeriano Onazi, rientrato dopo una bella Coppa d'Africa e a segno con una leggendaria galoppata di trenta metri. Dietro, la difesa balla un po' in qualche occasione, e Cana per una volta non rende granché come centrale, lasciandosi scappare il veloce Okazaki; per fortuna che tra i pali c'è ancora super Marchetti, che sullo 0-0 con un balzo felino nega un gol che sembrava fatto al giapponese. Ora il ritorno in casa (molto probabilmente a porte chiuse, a meno di ricorsi dell'ultima ora) si prospetta meno problematico, anche se non bisognerà abbassare la guardia. Un eventuale successo, il secondo consecutivo contro formazioni tedesche, proietterebbe la Lazio tra le migliori otto del torneo, e aprirebbe nuovi scenari in vista del finale di stagione. Voto 7,5.
Juventus: Una formalità doveva essere, e tale è stata per gli uomini di Conte, che dopo il convincente 3-0 esterno dell'andata avevano più di un piede nei quarti della Champions League. I Celtic si dimostrano quello che sono, una squadra grintosa e tenace che in casa ha una spinta in più, ma che non ha le caratteristiche tecniche per andare avanti nella competizione. I bianconeri fanno un po' di turnover e affrontano la sfida con la giusta tranquillità, trovando il gol alla prima occasione utile e controllando il match senza eccessivi patemi, chiudendo con un 2-0 sereno e che vuol dire quinta partita consecutiva senza subire gol in coppa. Bene la coppia di attaccanti di riserva Matri-Quagliarella, entrambi a segno e con una discreta intesa, soprattutto il secondo fa vedere al suo allenatore di essere pronto a sfruttare le opportunità che gli vengono concesse. Bene il centrocampo, con Pirlo che non spinge molto ma appena ha l'occasione fa vedere la sua classe, come quando lancia Vidal sul 2-0; in difesa bene ancora Barzagli, una sicurezza ormai nella retroguardia, e bene anche Buffon nelle poche occasioni in cui viene sollecitato. Ora tutti aspettano con ansia il sorteggio dei quarti di finale, per conoscere quale sarà il prossimo avversario nella corsa alla coppa dalle grandi orecchie. Di certo, essere tra le migliori otto d'Europa al primo tentativo è già molto positivo. Voto 6,5.
BOCCIATI
Inter: La nota negativa della settimana viene dalla squadra di Stramaccioni, che esce dalla durissima sfida contro gli inglesi del Tottenham con le ossa rotte e un pesante 3-0 da rimontare che richiederà una vera e propria impresa a San Siro. Gli avversari sono stati superiori ai nerazzurri per tutta la durata dell'incontro, sbloccando quasi subito la gara e gestendo tutta la partita al loro ritmo, con il solito Bale a fare il bello e il cattivo tempo sulla sinistra. Malissimo la linea mediana interista, con il duo Cambiasso-Gargano che è completamente in balia degli avversari, e ne soffre anche la difesa, lenta e distratta nelle marcature. Il modulo con Cassano prima punta non funziona, i tre alle sue spalle faticano a creare, Alvarez spreca la grande occasione di riaprire la gara sullo 0-2, Kovacic è ancora troppo acerbo per riuscire a dare la qualità giusta alla squadra. I tentativi di Stramaccioni di cambiare le carte a partita in corso come contro il Catania stavolta non produce risultati, e adesso il ritorno si annuncia come un vero e proprio Everest da scalare senza bombole. Unica nota positiva è l'assenza per squalifica dello spauracchio Bale, ma gli inglesi di Villas-Boas hanno dimostrato di essere una signora squadra, che non prescinde da un singolo elemento. Per il ritorno serviranno una grinta e una faccia diversa, e magari un San Siro molto caldo, per provare a dare un'ulteriore spinta a questa Inter. Voto 4,5.

venerdì 22 febbraio 2013

PAGELLE EUROPEE: OTTAVA GIORNATA

Immagine tratta da thehouseofblog.com
Completata l'andata degli Ottavi di Finale della Champions League, e terminati i Sedicesimi di Europa League. Altra giornata molto positiva per le squadre italiane, anche più del previsto, e fiducia rinnovata nelle possibilità di arrivare fino in fondo nelle coppe. Vediamo nel dettaglio i nostri giudizi.
PROMOSSI
Milan: L'impresa della settimana, forse della stagione, è senza dubbio quella dei ragazzi di Allegri, che tutti davano per spacciati nella durissima sfida contro il Barcellona di Leo Messi, e invece sfoderano una prestazione d'altri tempi e strappano una meritatissima vittoria per 2-0. Ottima la disposizione in campo dei rossoneri, corti, raccolti nella sua metà campo ad aspettare gli spagnoli e poi pronti nelle ripartenze in contropiede, forse la tattica migliore contro questi avversari. Brilla il centrocampo milanista, con Ambrosini e Muntari super, Boateng torna quello dei momenti migliori e guida la squadra, in difesa Mexes giganteggia sui piccoli palleggiatori del Barça. E' la vittoria di Allegri, che si era trovato in mano un gruppo quasi nuovo e molto giovane in estate e lentamente lo sta plasmando come vuole lui, con una grande rimonta in campionato e rinnovata fiducia in Europa. Il tiki-taka dei blaugrana è stato sterile e del tutto inutile, un solo tiro pericoloso in tutta la partita, Messi non pervenuto, catalani nervosi e che si appellano al campo e si dicono sicuri di ribaltare il risultato: un segnale di nervosismo evidente. Al ritorno tra tre settimana sarà una bolgia, ma il Milan ha dimostrato di ricordare ancora cos'è una serata da Champions. Voto 9.
Lazio: Missione compiuta per i biancocelesti di Petkovic, che capitalizzano al massimo il pareggio della scorsa settimana contro il Borussia Monchengladbach e chiudono il discorso in casa, guadagnandosi gli Ottavi di Europa League. Partita chiusa già nel primo tempo, con due reti e una grande dimostrazione di forza sui tedeschi, che poi hanno tentato inutilmente l'assalto finale nella ripresa, con pochi risultati a dirla tutta. Decisivo di certo Candreva, che sfrutta un errore degli avversari per realizzare il gol che spiana la strada ai romani, buona anche la prova di Gonzalez, che si sbatte molto a centrocampo e trova la rete del raddoppio, bene Cana nel ruolo di centrale di difesa, meno positivi l'attacco con Floccari che lotta molto ma non incide e Marchetti che mostra qualche incertezza e viene salvato dai compagni. Ora arriva un'altra formazione teutonica, lo Stoccarda, che sta disputando una buona stagione e sembra sullo stesso livello del Borussia, il che rende la sfida non impossibile. Appuntamento in Germania tra due settimane, per vedere dove può arrivare questa Lazio. Voto 7,5.
Inter: L'obiettivo degli uomini di Stramaccioni era quello di chiudere il discorso qualificazione contro il Cluj al più presto per poi iniziare a pensare al derby di domenica contro i "cugini" del Milan. Tutto fatto già nel primo tempo, con due reti segnate e la partita già in ghiaccio, che nel secondo tempo ha avuto davvero poco da regalare ai tifosi. Eroe della serata è sicuramente Guarin, che firma una doppietta e dimostra ancora una volta la sua utilità in questa squadra, buona anche la prova dei due attaccanti Cassano e Palacio, che fanno un gran lavoro di assistenza per i compagni. Positivo Alvarez che sembra aver ritrovato un po' di fiducia, difesa ancora un po' da registrare anche se Handanovic conferma le sue sicurezze, gloria anche per il baby Benassi che entra, fa espellere un avversario e segna. Superato questo primo ostacolo, adesso per l'Inter arriva una rivale decisamente più ostica: gli inglesi del Tottenham, guidati da Villas Boas in panchina e trascinati da uno strepitoso Bale in campo. Un'avversaria tosta, tra le più forti tra quelle rimaste in questa competizione, ma i nerazzurri con la giusta concentrazione non partono battuti. Voto 6,5.
BOCCIATI
Napoli: Più che per la qualificazione, estremamente difficile da ottenere dopo lo 0-3 interno della settimana scorsa, i partenopei giocavano per riscattare il loro onore in Europa e chiudere degnamente il loro torneo. Invece, la trasferta contro il Viktoria Plzen ha riservato altre amarezze per la formazione di Mazzarri, che pure ha schierato molti titolari per onorare al meglio la partita. Gli azzurri non hanno la stessa grinta del campionato e si vede, il centrocampo soffre l'assenza di Hamsik e si rivela povero di idee, e i cechi tengono senza troppi problemi, colpendo poi a inizio ripresa e chiudendo di fatto il discorso qualificazione, per poi raddoppiare nel finale e rendere il parziale complessivo ancora più pesante. Male De Sanctis, che sbaglia sulla rete che di fatto condanna i suoi, malissimo il centrocampo che non riesce a creare gioco e ad accompagnare le punte, con Donadel e il suo sostituto Inler completamente fuori partita, scarsa la spinta di Zuniga e Maggio sugli esterni, davanti Pandev e Insigne non riescono ad incidere come dovrebbero. La doppia sfida con i cechi si chiude dunque con l'eliminazione e un pesante 0-5 complessivo che non rispecchia affatto le potenzialità di questo Napoli. Unica consolazione, ora tutte le forze si potranno concentrare sullo scudetto, vero obiettivo di questa stagione. Voto 5.

venerdì 15 febbraio 2013

PAGELLE EUROPEE: SETTIMA PUNTATA

Immagine tratta da tvblog.it
Torna finalmente l'Europa, e tornano con lei le nostre pagelle sulle partite delle squadre italiane impegnate in Champions League e in Europa League. Tra martedì e giovedì sono scese in campo quattro delle nostre cinque squadre (il Milan giocherà la prossima settimana), e possiamo dire che è stato un turno piuttosto positivo. Vediamo nel dettaglio i nostri giudizi.
PROMOSSI
Juventus: Il voto migliore non può che andare alla formazione di Conte, che si è lasciata definitivamente alle spalle il mese nero di gennaio e si è fatta trovare pronta in questi Ottavi di Champions League. Va detto che gli avversari, gli scozzesi del Celtic Glasgow, nonostante i proclami si sono rivelati una squadra grintosa ma confusionaria e poco tecnica, motivata soprattutto dalla spinta dei suoi instancabili tifosi. Alla prima occasione, la Juve ha sbloccato la partita, soffrendo poi il pressing e la fisicità degli avversari ma gestendo la gara con discreta serenità, prima di chiudere la sfida e probabilmente anche il discorso qualificazione con due reti nel finale. Migliore in campo sicuramente Marchisio, autore del secondo gol e dell'assist per la terza segnatura, molto bene Matri che va ancora a segno e fa un gran lavoro per la squadra, positiva la difesa che per la quarta gara consecutiva in Europa non prende gol, con Peluso che si sta integrando con i compagni, un po' a sprazzi Vucinic che però la firma sulla gara la mette sempre. Il passaggio del turno sembra cosa fatta, il morale è alto, ma per vedere davvero dove può arrivare questa squadra ci sarà forse bisogno di un'avversaria di altro livello. Voto 8.
Inter: Serviva una risposta, dopo il brutto periodo in campionato e le troppe incertezze che circondavano la squadra, e il gruppo di Stramaccioni ha provveduto a rispondere in Europa. Contro un'avversaria di buon livello come i rumeni del Cluj, arrivati dai gironi di Champions, l'Inter ha giocato una bella partita, controllata per lunghi tratti e vinta con merito. Palacio si conferma bomber di questa Europa League con una doppietta, e un secondo gol di fattura davvero pregevole, Guarin dimostra ancora una volta di essere inarrestabile quando è in forma, bravo anche Kovacic alla sua prima da titolare. Difesa rimaneggiata ma comunque positiva, visto che è solo la seconda partita che non prende gol in casa durante questa Europa League, con Handanovic a bloccare i pochi pericoli creati dalla squadra rumena. Nota stonata, il brutto infortunio di Milito, che purtroppo per lui deve chiudere in anticipo la stagione e secondo alcuni rischia anche la fine della carriera: in bocca al lupo di cuore a lui. In vista del ritorno, i nerazzurri hanno ottime possibilità di passare il turno, e a quel punto se la vedrebbero con la vincente di Tottenham-Lione, un'avversaria difficile ma che un'Inter concentrata può sperare di battere. Voto 7.
Lazio: Si sapeva che la sfida per gli uomini di Petkovic sarebbe stata difficile, quindi il pareggio portato a casa nel finale è un risultato più che positivo in chiave qualificazione. Sul campo dell'ostico Borussia Monchengladbach, i biancocelesti hanno iniziato la sfida un po' contratti, ma si sono sciolti con il passare del tempo, e dopo aver sprecato qualcosa nel primo tempo si sono rifatti nella ripresa, reagendo alla grande e sfiorando anche il colpaccio esterno. Alla fine, il roboante 3-3 è un risultato più che soddisfacente, soprattutto perché ottenuto in 10 uomini e con tre rigori fischiati contro (anche se ci potevano stare tutti). Eroe a sorpresa Kozak, che in Europa da il meglio di sé ed è decisivo con una doppietta e soprattutto quel gol nel recupero che è valso il pareggio, bene con lui anche Floccari, ancora a segno e in un ottimo periodo di forma. Discreto il centrocampo, tradito però dal leader Ledesma, che infatti è rimasto in campo solo un tempo, mentre preoccupa la prestazione della difesa e soprattutto di André Dias, che ha causato due rigori e si è fatto anche espellere, ma il solito Marchetti ha contribuito a tenere su la squadra. Ora c'è il ritorno all'Olimpico, con buone possibilità di chiudere il discorso e andare avanti contro la vincente di Stoccarda-Genk, una sfida decisamente alla portata. Voto 6,5.
BOCCIATI
Napoli: A rovinare una giornata molto positiva per le italiane, purtroppo, arriva il brutto scivolone interno della squadra di Mazzarri, che a detta del suo stesso tecnico ha affrontato la sfida di Europa League come un'amichevole estiva. I cechi del Viktoria Plzen sembravano più che alla portata, soprattutto al San Paolo, invece gli azzurri tornano a casa con tre reti sul groppone e la sensazione che la qualificazione sia ormai compromessa. La pecca più grande del Napoli è stata regalare di fatto il primo tempo agli avversari, con una rete subita e poche occasioni create, e quando si è provato a raddrizzare la sfida nel secondo tempo è mancata la precisione, mentre i cechi hanno cinicamente sfruttato le occasioni avute per chiudere il match. Si è salvato dal naufragio il solito Hamsik, entrato in campo nella ripresa e subito in grado di dare una minima scossa al gruppo, un po' in ombra Cavani e soprattutto Pandev, che spesso manca l'ultimo passaggio. Ancora male Donadel, che sembra un pesce fuor d'acqua in questa squadra, delude anche Zuniga che sbaglia sul raddoppio avversario, difficile da giudicare l'esordio di Rolando, che ha qualità ma soffre con tutta la squadra. Al ritorno servirà un vero e proprio miracolo, ma soprattutto servirà entrare in campo con la testa giusta, almeno per onorare fino in fondo questa competizione. Voto 4.

venerdì 7 dicembre 2012

PAGELLE EUROPEE: QUINTO EPISODIO

Immagine tratta da corrieredellosport.it
La fase a gironi è terminata sia in Champions sia in Europa League, ora la parola ripassa al sorteggio per decidere gli accoppiamenti dei turni ad eliminazione diretta. Vediamo come si sono comportate le squadre italiane in quest'ultimo turno di coppa.
PROMOSSI
Juventus: Era l'unica squadra che doveva ancora conoscere il suo destino, e gli uomini dell'ormai rientrante Conte non ci hanno messo molto a chiarire che volevano restare tra le grandi d'Europa. In casa del temibile Shakhtar di Lucescu, che finora aveva sorpreso tutti in positivo, i bianconeri strappano vittoria e primo posto nel girone, che significa avversari sulla carta più abbordabili e gara di ritorno in casa negli ottavi. Buona prova della difesa, che tiene bene gli attaccanti avversari, in ripresa Lichtsteiner e confortante Pogba che sostituisce degnamente lo squalificato Marchisio, in crescita anche la coppia d'attacco con Giovinco che provoca l'autorete decisiva e Vucinic che, se è in giornata, può creare grattacapi a chiunque. Ora il sorteggio: lo spauracchio è il Real Madrid di Mourinho, le rivali più abbordabili in teoria i Celtic Glasgow e il Galatasaray. Per ora, la Juve si gode il passaggio del turno e il ritorno in panchina del suo allenatore. Voto 7.
Lazio: Partita inutile ai fini della qualificazione per gli uomini di Petkovic, che pure regalano una prestazione molto convincente sul campo del Maribor, un avversario non proprio morbido. Quattro gol segnati in poco più di un tempo, con Floccari sugli scudi con una doppietta e Kozak che finalmente infila la porta anziché mancarla. Bene in difesa Radu e Ciani, in continua crescita, e Ederson convince ancora in coppa, stavolta nel ruolo di esterno d'attacco. Il modulo della serata, un 3-4-3, convince a tratti e può essere un'ulteriore soluzione anche in campionato. Primo posto assicurato, ora il sorteggio dirà qual è il prossimo ostacolo: i più ostici Newcastle, Atletico Madrid, Anzhi e Leverkusen, Basilea e Bate Borisov potrebbero essere ben gradite. Comunque, biancocelesti promossi a pieni voti. Voto 7.
RIMANDATI
Inter: La linea giovane è ancora protagonista in coppa, visto che contro il Nefci Baku schiera tanti ragazzi interessanti come Benassi, Romanò, Pasa, Garritano, Belec e Bandini. Il migliore tra loro è ancora Livaja, che sta diventando il vero attaccante di coppa della squadra di Stramaccioni: una bella doppietta per lui, e un terzo gol non visto dal giudice di porta (che è lì per questo...), in totale 4 gol per lui. Buona prova di Jonathan, finora deludente, ottimo l'ingresso di Nagatomo che prende anche una traversa, Cambiasso continua a far bene come centrale e guida della difesa. L'unico neo, in una partita stradominata, è stato non chiuderla prima, così che gli azeri sono riusciti a pareggiare nelle uniche due azioni avute in tutta la gara. Al sorteggio si spera di evitare Liverpool, Chelsea, Zenit e Benfica, più abbordabili Steaua Bucarest, Genk e Viktoria Plzen. Con qualche titolare in più, nessuna di queste squadre sarà imbattibile. Voto 6.
BOCCIATI
Milan: Niente da fare, i rossoneri proprio non riescono a esorcizzare la maledizione dell'ultima sfida del girone, che li ha visti più volte sconfitti. Contro lo Zenit di Spalletti, Allegri schiera molte riserve e alcuni titolari squalificati in campionato o al rientro da infortuni, e in fondo meriterebbe almeno un pareggio per quanto fatto vedere. Buona prova dei centrali difensivi di riserva Zapata e Acerbi, rimandato ancora l'attacco con Bojan e Pazzini a secco nonostante l'impegno, all'ultima spiaggia probabilmente Mesbah, che verosimilmente lascerà la squadra a gennaio. Sconfitta comunque indolore, il secondo posto e la qualificazione erano già in cassaforte, e ora attenzione al sorteggio. Lo Schalke sembra la squadra più debole tra le prime, Barcellona e Paris Saint Germain sarebbero di certo le avversarie più suggestive. Voto 5,5.
Udinese: Chiude la sua avventura europea la squadra di Guidolin, unica tra le italiane a non centrare il passaggio del turno in un girone che si è comunque rivelato molto duro. Contro un avversario di prestigio, il Liverpool, arriva una prestazione altalenante, con i bianconeri che perdono ma con onore e sfiorando il pareggio all'ultimo assalto. Di Natale viene risparmiato, Fabbrini è il più attivo nel cercare di non farlo rimpiangere, mentre Ranegie continua a non incidere e a lasciare molti dubbi. Ottimo il secondo portiere Padelli, che da ex dei Reds sfodera alcune ottime parate, in ombra Armero, che non somiglia nemmeno al giocatore degli ultimi anni, male Pasquale che si fa espellere ingenuamente e complica la gara dei compagni. La favola europea di Udine è finita, speriamo che possa ricominciare già nel prossimo anno. Voto 5,5.
Napoli: E' ormai assodato, tra i titolari e le riserve partenopee passa un abisso. Contro il PSV Eindhoven Mazzarri regala un'altra chance alle sue seconde linee, e tiene in campo il solo Cavani, che ha fame di gol europei. Il Matador è la nota lieta, con il suo settimo centro che lo colloca in testa alla classifica marcatori di Europa League, meno bene i suoi compagni. Delude ancora Vargas, a secco nonostante alcune buone occasioni, non convincono Dossena e Fernandez, ma più di tutti fa male Rosati, che regala due gol agli avversari e non da la minima sicurezza alla difesa. Curiosità: l'autore dei tre gol, Matavz, era stato a lungo inseguito dal Napoli un paio di anni fa, che si sia voluto vendicare per il mancato acquisto? Ora sotto con i prossimi, con il Chelsea ci potrebbe essere la rivincita dello scorso anno, ma ci vorrà in campo un'altra squadra per sperare di andare avanti. Voto 5.

venerdì 23 novembre 2012

PAGELLE EUROPEE: QUARTA GIORNATA

Immagine tratta da corrieredellosport.it
Siamo arrivati al penultimo turno di questa fase a gironi, e sono stati emessi quasi tutti i verdetti per le squadre italiane. Vediamo quali sono i nostri giudizi per le partite di questa settimana.
PROMOSSI
Juventus: Era la prova d'appello per la squadra di Conte e Alessio, l'occasione per dimostrare se la squadra era davvero pronta per l'Europa oppure no. Di fronte, i campioni d'Europa in carica del Chelsea di Di Matteo, quello che in teoria doveva essere l'avversario più ostico del girone. Finisce con un 3-0 secco dei bianconeri, al termine di una gara abbastanza equilibrata nel primo tempo, ma quasi a senso unico nella ripresa. Ancora a segno Vidal e Quagliarella, i più prolifici della squadra, Asamoah continua a far bene sulla sinistra, Giovinco fa spesso male da subentrante, dietro Chiellini e Buffon sono una sicurezza. Manca un punto alla qualificazione, da conquistare sul campo dello Shakhtar, anche se una vittoria significherebbe primo posto nel girone. Guai ad abbassare la guardia, in Europa nessuno regala niente. Voto 8.
Milan: Per una squadra che è quasi qualificata, un'altra che il biglietto per gli ottavi l'ha già staccato. La squadra di Allegri soffre non poco sul campo dell'Anderlecht, rischia in alcune occasioni nel primo tempo, ma poi cambia marcia e si prende vittoria e passaggio del turno. Decisivo ancora El Shaarawy, che sblocca la gara e poi la chiude con l'assist per Pato, in mezzo la prodezza di Mexes, che imita l'ex compagno di squadra Ibra con una splendida rovesciata. Va rivista ancora la fase difensiva, perché alcuni errori sono decisamente evitabili e contro squadre di livello più alto potrebbero rivelarsi decisivi. Buona in generale la prova del Milan, che forse con questo 4-3-3 ha trovato lo schema giusto per far rendere al meglio i giocatori. Unica nota stonata le dichiarazioni di Pato a fine gara, completamente fuori luogo e stridenti con il buon momento del gruppo: vedremo come reagirà la società. Voto 7.
Napoli: In due partite, la squadra di Mazzarri ha rimesso le cose a posto e si è portata a casa la qualificazione al prossimo turno di Europa League. Contro l'AIK Solna è stata una gara più difficile rispetto a quella di andata, ma alla fine è arrivato il successo, ancora una volta grazie allo strepitoso Cavani, che quando è in campo sa fare sempre la differenza. Bene anche Dzemaili, che da sostanza a un centrocampo un po' troppo leggero, con le riserve che ancora una volta non sfruttano l'occasione concessa dal tecnico, su tutti non convince Donadel. Discreta la difesa, a parte Aronica che gioca un'altra brutta partita con tanto di espulsione finale, in attacco un po' meglio Vargas, ma può fare decisamente di più. Il grosso comunque è fatto, adesso si potrà continuare a pensare al campionato fino a febbraio. Voto 6,5.
RIMANDATI
Lazio: Quella dell'Olimpico era un match di cartello, contro il temibile Tottenham di Villas Boas e davanti a un vecchio idolo delle due squadre come Gascoigne. Alla fine non sono arrivati gol, ma la squadra di Petkovic ha giocato comunque una buona partita, meritando soprattutto nel secondo tempo qualcosa di più. Bene la difesa, su tutti Biava e Radu che danno sicurezza e qualità, a centrocampo Ledesma fa ancora la differenza, mentre Hernanes sembra affaticato e forse meriterebbe un po' di riposo. Nota stonata dall'attacco, con Kozak che non sfrutta le occasioni avute e alla fine esce tra i fischi: forse era meglio schierare Floccari tra i titolari. Comunque la qualificazione è arrivata, e questo è ciò che più conta. Grave neo dell'occasione l'agguato contro i tifosi inglesi e i cori razzisti dalla curva della Lazio, cose che con il calcio non c'entrano davvero nulla. Voto 6.
BOCCIATI
Inter: Non si può parlare di una vera e propria bocciatura per la squadra di Stramaccioni, che contro il Rubin Kazan schiera una squadra piena di giovani e riserve vista la qualificazione già ottenuta. Tra gli esordienti promosso Benassi, che ha buona personalità e gioca tutto la gara, soffre di più l'emozione Romanò, che infatti resta in campo solo un tempo, ma questi ragazzi rappresentano un ottimo futuro per il club. Deludono di più alcune riserve di lusso, ancora una volta non convince Jonathan sulla destra, e con lui Silvestre al centro della difesa, anche l'altro esterno Pereira non sfrutta l'occasione da titolare. Il 3-0 finale è comunque immeritato per una squadra che ha lottato e ha sfiorato anche il pari in alcune occasioni. A febbraio, con la qualificazione nuovamente in palio, si vedrà di certo la vera Inter. Voto 5,5.
Udinese: La vera notizia negativa viene dall'altra squadra impegnata in Russia, quella di Guidolin. Cercare la qualificazione sul campo dell'Anzhi di Eto'o era un'impresa ardua e quasi disperata, e infatti il miracolo non è arrivato. Primo tempo discreto, poi l'uno-due terrificante a metà ripresa che ha indirizzato la sfida e ha cancellato ogni speranza per i friulani. Il migliore in campo è stato il portiere Brkic, che tiene in piedi la squadra finché può, tra i suoi compagni si salvano davvero in pochi. Continua il brutto momento di Danilo in difesa, non incidono sugli esterni i vari Pereyra, Faraoni e Armero, davanti Fabbrini non sfrutta a dovere la sua occasione da titolare. Addio qualificazione dunque, ma quest'eliminazione ha radici più lontane: gli 0 punti su 6 contro lo Young Boys, per quanto gli svizzeri si siano dimostrati più bravi del previsto. Voto 4,5.

venerdì 9 novembre 2012

PAGELLE EUROPEE: TERZA GIORNATA

Immagine tratta da it.uefa.com
Siamo arrivati al terzo appuntamento con questa rubrica che analizza le prestazioni delle squadre italiane nelle coppe europee. Vediamo chi ha meritato la promozione, chi è rimandato alla prossima gara e chi invece è bocciato.
PROMOSSI
Inter: Il successo esterno contro il Partizan vale ai nerazzurri la decima vittoria consecutiva tra campionato e coppe, un'ulteriore dimostrazione di forza per il gruppo di Stramaccioni. Palacio si conferma bomber europeo con una doppietta, Guarin continua a dimostrare tutte le sue qualità in mezzo al campo, Handanovic è in uno stato di grazia e non sta facendo minimamente rimpiangere il miglior Julio Cesar. Pur giocando con molte riserve, l'Inter ottiene la qualificazione al turno successivo di Europa League, che era l'obiettivo minimo per questa squadra. La sfida su due fronti per i nerazzurri finora si sta rivelando molto positiva. Voto 8.
Juventus: Dopo tre pareggi consecutivi, finalmente i bianconeri di Conte, allenati prima da Carrera e ora da Alessio, rompono il ghiaccio in Champions League e regolano con un rotondo 4-0 i modesti danesi del Nordsjaelland, che due settimane fa avevano strappato un incredibile pareggio. Partita subito in discesa, con un primo tempo ad alti ritmi e una ripresa più tranquilla, a gestire il risultato. I centrocampisti sono ancora la nota più positiva, con Marchisio e Vidal in rete, anche Giovinco va a segno e spegne qualche critica. L'attacco è proprio il punto interrogativo: Matri non sfrutta al massimo la sua chance e spreca un paio di buone occasioni, Quagliarella invece entra e segna ancora. Che sia lui il miglior sostituto per Vucinic? Intanto in Champions il cammino è ancora duro, serviranno punti pesanti contro Chelsea e Shakhtar, che sono di ben altra pasta rispetto ai danesi. Per ora, Juve promossa. Voto 7.
Lazio: Dopo la doccia fredda dell'andata, i biancocelesti questa volta non lasciano scampo al Panathinaikos e chiudono in fretta la pratica, regalandosi il primo posto momentaneo nel girone e una vigilia più serena prima del derby. Petkovic si affida ancora a molte seconde linee, e riceve ottime risposte soprattutto dall'attacco, con Kozak e Floccari che vanno entrambi a segno. Buone notizie anche sul fronte degli infortunati, con Radu e Marchetti che tornano a giocare e a recuperare un po' di ritmo in vista della sfida contro la Roma. Positivo anche Zarate, che dopo essere sparito per un po' dagli schemi dell'allenatore sta recuperando un po' di credito almeno in Europa League. Qualificazione davvero alla portata per gli uomini di Petkovic, un pari in casa contro il Tottenham potrebbe già bastare. Voto 7.
Napoli: Ad essere onesti dovremmo fare una distinzione per i partenopei: il vero promosso è Cavani, e con lode piena, mentre per gli altri "bambini" i voti sono bassini, per alcuni davvero brutti. La sfida contro il Dnipro era da dentro o fuori, il Matador la risolve con un incredibile poker, che regala ossigeno e nuova fiducia agli uomini di Mazzarri. C'è poco da fare, con lui in campo è tutto un altro Napoli, lo dimostra il confronto con un Vargas semplicemente inesistente e improduttivo, che sembra fare passi indietro ad ogni partita. Non convincono ancora difesa e centrocampo, che si concedono troppe pause e prendono due gol evitabili. Ora la classifica è più serena, ma non bisogna abbassare la guardia nelle prossime due partite, e soprattutto guai a rimandare in panchina Cavani...Voto 6,5.
RIMANDATI
Milan: La squadra di Allegri non ripete la bella prova del campionato, e contro il Malaga si ferma ad un pareggio dopo essere andata sotto. Il nuovo 4-2-3-1 è ormai consolidato, meno fissi sono alcuni dei suoi interpreti, che continuano ad accendersi a intermittenza. Qualcosa da rivedere in difesa, come dimostra il gol concesso agli spagnoli nel primo tempo, e in avanti alcune pedine come Emanuelson e El Shaarawy pagano un piccolo calo fisico dopo le ottime prestazioni recenti. Bene ancora Bojan, e buone notizie da Pato, che si sblocca e torna al gol in Champions dopo quasi un anno, ma il suo recupero va ancora tenuto sotto controllo. Ora diventa importantissima la sfida in Belgio contro l'Anderlecht, ci sarà bisogno di portare a casa punti pesanti per evitare di correre rischi all'ultima partita contro lo Zenit di Spalletti. Per ora, rossoneri rimandati alla prossima gara. Voto 5,5.
BOCCIATI
Udinese: Il doppio 0 rimediato contro lo Young Boys suona come un requiem per le speranze dei bianconeri di andare avanti in Europa League. Considerato alla vigilia come l'impegno più morbido del girone, il confronto con gli svizzeri ha causato solo problemi ai ragazzi di Guidolin, che hanno mostrato limiti preoccupanti a livello mentale oltre che tecnico. Poco sicuro Brkic e con lui la difesa, male il centrocampo con Willians e Lazzari che non convincono, in attacco Ranegie è a lungo assente. Di Natale non è quello di sempre, gli anni pesano anche per lui, forse sarebbe stato meglio affiancargli Fabbrini dal primo minuto, anche per dare fiducia al ragazzo. La qualificazione in teoria è ancora alla portata, ma adesso bisognerà giocare in trasferta contro l'Anzhi di Eto'o e poi in casa contro il Liverpool. Se non è una missione impossibile, poco ci manca...Voto 4,5.

venerdì 26 ottobre 2012

PAGELLE EUROPEE: SECONDA GIORNATA

Immagine tratta da elptalk.com
Torna la nostra rubrica che da i voti alle squadre italiane impegnate in Champions League e in Europa League. Settimana abbastanza difficile per i nostri colori, vediamo se i voti rispecchieranno questa situazione.
PROMOSSI
Inter: Indubbiamente la squadra di Stramaccioni è l'unica a meritarsi un voto pienamente positivo in questa giornata di calcio europeo. I nerazzurri faticano un po' contro il Partizan, anche per via del robusto turnover che rivoluziona ancora la squadra, ma alla fine la spuntano con Palacio, subentrato all'infortunato Coutinho e decisivo a pochi minuti dal termine. Il cambio di modulo in corsa, da 3-4-3 a 4-4-2, aiuta la squadra dopo un inizio contratto, e alla fine la vittoria è meritata viste alcune clamorose occasioni sprecate. Manca ancora il gioco offensivo, è vero, e giocatori come Silvestre e Jonathan continuano a non convincere del tutto, ma l'Inter continua a non prendere gol (ancora una buona gara per Juan Jesus) e infila la sesta vittoria consecutiva, ottime notizie per il passaggio del turno e per il prosieguo del campionato. Voto 6,5.
RIMANDATI
Lazio: Il voto positivo sfuma all'ultimo, ma forse è giusto così vista la partita degli uomini di Petkovic. In casa del Panathinaikos un pareggio è comunque un buon risultato, ma i laziali commettono il fatale errore di non chiudere un match che sembrava ben indirizzato. L'autorete di Seitaridis mette la gara in discesa, i greci non sono più la squadra temibile di un tempo, ma la Lazio non affonda e preferisce giocare a ritmo basso, aspettando gli avversari anziché colpirli di nuovo. Il gol di Toché punisce questo atteggiamento e porta un solo punto ai biancocelesti, che continuano ad avere buone possibilità di passare il turno ma devono certamente migliorare. Malino Hernanes, deludente ancora una volta Mauri, passo indietro anche per Floccari che non sfrutta la chance da titolare. Insomma Lazio rimandata alla prossima gara. Voto 5,5.
BOCCIATI
Juventus: Il pareggio rimediato in extremis non basta a evitare una bocciatura alla squadra di Conte, ora guidata da Alessio. Tre partite di Champions e 0 vittorie, il bilancio comincia ad essere preoccupante visto che le gare a disposizione sono sempre meno. La trasferta danese contro il Nordsjaelland doveva fornire risposte importanti che invece non sono ancora arrivate, vista la prova troppo altalenante dei bianconeri. Vero che il portiere avversario ha fatto miracoli, ma non riuscire a bucare una delle difese più deboli di questa coppa per quasi 90 minuti è grave. Male Matri, che spreca un'altra chance da titolare, da rivedere la condizione di Marchisio e la difesa, che rispetto allo scorso anno concede molto di più agli avversari. Vucinic per una volta da anatroccolo torna cigno e salva la squadra dall'incredibile sconfitta, buona anche la prova di Giovinco. Dalla prossima gara però saranno ammesse solo vittorie. Voto 5.
Milan: Il brutto andamento in campionato si rispecchia sulla Champions, con i rossoneri che a Malaga incassano la prima sconfitta europea e si complicano il cammino nel girone. Allegri prova a cambiare un po' il modulo, con un finto 4-2-3-1 che somiglia più a un 3-4-1-2, ma il risultato rimane lo stesso: poca grinta, occasioni col contagocce e difesa troppo perforabile. La fiducia data ad Acerbi e a Konstant non viene ripagata dai giocatori, con il primo che si fa infilare da Joaquin in occasione del gol decisivo e il secondo che provoca il rigore (generosissimo in verità) che lo stesso Joaquin fallisce nel primo tempo. In generale, il gioco della squadra è ancora lento, incerto, i giocatori a tratti sembrano privi di convinzione, e l'attacco produce sempre poco. Occorre trovare un rimedio, anche in panchina se necessario, e alla svelta. Voto 5.
Udinese: Dopo la favola della notte di Liverpool, arriva l'incubo nella serata di Zurigo. I friulani buttano via in una sola serata quanto fatto di positivo, uscendo sconfitti da una sfida, quella contro lo Young Boys, che poteva valere molto e rimettendo completamente in discussione la qualificazione. La difesa poco attenta fa la felicità dell'argentino Bobadilla, un attaccante bravo e talentuoso ma non certo un fenomeno, mentre l'attacco non riesce a impensierire la retroguardia avversaria, apparsa decisamente battibile. Male Ranegie, che si batte ma non vede un pallone utile, improduttivo Badu in mezzo al campo, i cambi danno poco e alla fine la sconfitta è giusta. Le assenze pesano di certo, ma Guidolin dovrà fare una bella ramanzina ai suoi in vista del durissimo girone di ritorno che li aspetta. Voto 4,5.
Napoli: Niente da fare, la squadra di Mazzarri in Europa League non riesce proprio ad essere la stessa del campionato. Nella delicata trasferta ucraina contro il Dnipro, viene schierata ancora una volta la squadra-B dei partenopei, ma la risposta che arriva è sempre negativa, e la sconfitta finale ammette poche repliche. Male tutta la difesa, soprattutto Fernandez che rischia il rosso per una reazione già nel primo tempo, pessimo in centrocampo, in particolare gli esterni Mesto e Dossena, nullo o quasi l'attacco con Vargas che sembra in involuzione anziché in evoluzione. L'ingresso di Cavani cambia poco, la frittata era già fatta e anche qui il girone si fa complicato. Le sfide casalinghe del ritorno potrebbero aiutare molto, ma servirà un altro Napoli, magari con qualche titolare in più in campo. Sempre che Mazzarri ci tenga davvero ad andare avanti in coppa. Voto 4.

venerdì 5 ottobre 2012

PAGELLE EUROPEE: PRIMA GIORNATA

Immagine tratta da calcionewstime.com
Inauguriamo oggi una nuova rubrica, nella quale ci occuperemo della prestazione delle squadre italiane nelle partite di Champions League e di Europa League. Come in una pagella scolastica, vedremo chi sono i promossi, i rimandati (alla prossima gara, non a settembre) e i bocciati di ogni giornata. 
PROMOSSI
Udinese: Ottima pagella oggi per i ragazzi di mister Guidolin, reduci da una splendida prestazione sul campo  storico di Anfield, casa del Liverpool. E' vero che i Reds non sono più la potenza che qualche anno fa competeva per la Champions e la Premier, e che contro l'Udinese hanno schierato molte riserve, mandando in campo i campioni Gerrard e Suarez solo nell'ultima mezz'ora. Questo però non può sminuire il valore di questa vittoria, arrivata con un grande secondo tempo, dopo che nella prima fase di gara i friulani avevano giocato bene ma erano andati sotto. L'ingresso di Lazzari per uno spento Armero ha dato la scossa, poi ci ha pensato capitan Di Natale, al ritorno in campo dopo gli screzi con Guidolin, a far vedere il suo talento e la sua classe al pubblico inglese. Tre punti fondamentali in un girone molto difficile, e speranze di passare il turno che salgono notevolmente. Voto 8.
Milan: Dopo tanti patemi e sofferenze, finalmente arriva una prestazione convincente per la formazione di Allegri, capace di imporsi in casa dei milionari russi dello Zenit, guidati da una vecchia volpe come Spalletti. Dopo una partenza-lampo, con un vantaggio di due gol, i rossoneri hanno subito il ritorno degli avversari, che a inizio secondo tempo si sono riportati sul pareggio, ma non hanno mollato e sono riusciti a tornare in vantaggio, portando a casa un successo importantissimo in chiave qualificazione. Con questo 4-2-3-1 il Milan sembra aver trovato il giusto equilibrio, con El Shaarawy che da sinistra riesce a penetrare con facilità le difese avversarie e continua a segnare con regolarità. Da registrare ancora la difesa, con i centrali titolari che vanno ancora definiti, ma se Abbiati ripete la prestazione da fenomeno di mercoledì la squadra può affrontare con sicurezza le prossime sfide. Voto 7,5.
Inter: Anche la squadra di Stramaccioni merita un bel voto in pagella, non tanto per la forza dell'avversario affrontato (il Neftchi Baku è la più debole del girone), quanto per la rapidità con cui i nerazzurri hanno sbrigato la pratica con una formazione piena di giovani di ottima prospettiva. Continua il momento di ottima forma di Coutinho, a segno di tacco, si conferma in Europa il giovane Livaja, in gol per la seconda gara consecutiva nel girone, e ritorna anche Obi, assente finora per problemi fisici ma buon protagonista lo scorso anno. Un po' rivedibile la fase difensiva, con Silvestre non sempre impeccabile e con qualche pausa di troppo, ma le indicazioni in vista del derby sono più che positive. Il nuovo modulo, con la difesa a tre e i due esterni alti a centrocampo, sembra quello giusto con cui andare avanti, e la gestione dei titolari può essere fondamentale per rimanere competitivi su tutti i fronti. Quattro punti in girone per i nerazzurri, che continuano senza problemi la corsa al passaggio del turno. Voto 7.
Lazio: Qualche sofferenza di troppo per gli uomini di Petkovic, che però alla fine riescono a superare gli sloveni del Maribor e si portano in vetta al loro girone con quattro punti. Indicazioni positive soprattutto da Floccari, che con una buona prestazione si dimostra idoneo a ricoprire il ruolo di vice Klose, da Ederson, al secondo gol consecutivo dopo quello realizzato in campionato contro il Siena, e da Candreva, che dimostra un'ottima forma e colpisce due volte il legno, facendo letteralmente impazzire gli avversari. Meno brillante Hernanes, che si fa parare un rigore e in generale non riesce ad illuminare il gioco come al solito, e forse avrebbe meritato anche lui un turno di riposo. La Lazio ha una panchina più corta rispetto ad altre formazioni, Cana non è Ledesma e si vede, però con un po' di fiducia in più questi ragazzi possono far bene anche in Europa. Vedremo cosa ci diranno le importantissime sfide contro il Panathinaikos. Voto 6,5.
RIMANDATI
Juventus: Solo il risultato finale evita una bocciatura ai bianconeri di Conte e Carrera, costretti sulla difensiva in casa dallo Shakhtar Donetsk di Lucescu, che si è dimostrato ben organizzato e decisamente più forte di quanto ci si aspettava. Gli ucraini sono stati bravi a gestire con sapienza il ritmo della partita, impedendo alla Juventus le sue classiche fiammate offensive e costringendo gli esterni a restare molti indietro, senza accompagnare a dovere la squadra. Male l'attacco, con Vucinic quasi svogliato e mai pericoloso e Matri poco incisivo sotto rete, anche Vidal è sembrato sottotono rispetto alle partite precedenti. Nota positiva Bonucci, non soltanto per il gol realizzato ma anche per alcuni buoni interventi in difesa, ma in generale non c'è molto di positivo nella prima casalinga della Juventus in Champions. Gioco involuto, meno grinta del solito e troppi patemi in difesa, con la traversa e il palo a salvare i bianconeri nei minuti finali. La polemica tra tifosi e società complica ancora di più le cose, in futuro non bisognerà sottovalutare partite e avversari, a cominciare dai danesi del Nordsjaelland, contro cui servono assolutamente tre punti. Voto 6-.
BOCCIATI
Napoli: Mazzarri ha dato ancora una volta fiducia alle sue seconde linee, come in occasione dell'esordio in coppa, ma si è dovuto rendere conto presto che il PSV di Advocaat e Van Bommel non è l'AIK. Male in tutti i reparti la formazione partenopea, troppo fragile dietro con un nervosissimo Fernandez che rischia il rigore e combina la frittata con Rosati, poco creativo il centrocampo, che non fa filtro e ha pochissima spinta sulle fasce da Mesto e Dossena, e impalpabile l'attacco, con Vargas che da eroe torna oggetto misterioso e non vede un pallone per quasi tutta la gara. L'obiettivo principale per il Napoli è il campionato, non ci sono dubbi, ma di certo Mazzarri sperava in una reazione diversa dai suoi giocatori, anche perché avere riserve all'altezza dei titolari è fondamentale per confermarsi in vetta alla classifica. Ora il Napoli dovrà fare punti contro il Dnipro, primo in classifica, e forse stavolta ci sarà bisogno di qualche titolare in più fin da subito, altrimenti il sogno europeo finirà nel peggiore dei modi. Voto 4,5.

giovedì 30 agosto 2012

TANTI AUGURI, FURIA CECA!

Immagine tratta da tuttosport.com
Sono passati più di tre anni dal suo ritiro ufficiale dal mondo del calcio, eppure i tanti tifosi bianconeri continuano a sognare la sua lunga chioma bionda che corre su e giù per il campo, ricordano la grinta con cui lottava su ogni pallone senza mai tirare indietro la gamba, e esultano quando rivedono le sue reti, mai banali e sempre importanti. Pavel Nedved ha lasciato un grande vuoto nel cuore degli appassionati di calcio, non solo a Torino ma anche nella Roma biancoceleste, e ovviamente nella natia Repubblica Ceca, che ancora aspetta il suo degno erede. Oggi è il suo compleanno, festeggia i quarant'anni, ma vi assicuriamo che a vederlo non sembra invecchiato affatto.
Giovane di talento, centrocampista offensivo con il vizio del gol, Pavel tira i primi calci a pallone nelle giovanili del Dukla Praga, con cui debutta nel massimo campionato ceco a nemmeno vent'anni. Ragazzo dalla straordinaria forza di volontà ma dal fisico piuttosto gracile, si dedica fin da piccolo alla corsa per potenziarsi e aumentare la sua resistenza, una dote che caratterizzerà tutta la sua carriera da calciatore. Passato nell'estate del 1992 allo Sparta Praga, vi rimane per quattro stagioni, segnalandosi come uno dei migliori prospetti del calcio ceco; pur essendo un centrocampista, nel suo ultimo anno a Praga supera la doppia cifra di gol, dimostrandosi anche un ottimo finalizzatore sotto porta. Nell'estate del 1996 sale alla ribalta del calcio europeo, raggiungendo insieme ai suoi compagni una storica finale del Campionato Europeo, persa solo ai supplementari contro la Germania di Klinsmann e Bierhoff; Nedved è uno dei tanti talenti emergenti della giovane generazione di campioni cechi, che comprende anche Smicer, Koller e Poborsky.
La vetrina europea gli vale una chiamata alla Lazio di Zeman, con cui fa subito vedere tutte le sue qualità, andando a segno ben sette volte in campionato e conquistando l'affetto dei tifosi biancocelesti per l'impegno e la dedizione con cui gioca. L'anno successivo arriva addirittura a 11 reti in campionato, il suo record assoluto in serie A, e contribuisce alla vittoria del primo trofeo dell'era Cragnotti, la Coppa Italia. Dopo aver vinto la Supercoppa Italiana contro la Juventus, segnando nell'occasione, Pavel vive la sua stagione più difficile per un lungo infortunio, e non riesce a dare il suo contributo alla squadra di Eriksson, che sfiora lo scudetto arrivando a un punto dal Milan. Si toglie comunque una grande soddisfazione realizzando il gol decisivo nella finale di Coppa delle Coppe contro il Maiorca, e la sua sarà l'ultima rete in assoluto nella storia della competizione, che da quell'anno non viene più assegnata.  L'anno successivo però Nedved torna al massimo della forma, e la sua presenza in campo si fa sentire nella Lazio che finalmente, proprio nell'anno del centenario, arriva al secondo titolo della sua storia dopo una straordinaria rimonta sulla Juventus; segna cinque volte, i due gol più importante li realizza in casa contro il Bologna, nella gara del Centenario del club, e nel derby di ritorno contro la Roma. La grande annata biancoceleste si completa con le vittorie in Supercoppa Europea contro il Manchester United e in Coppa Italia contro l'Inter.
Il 2000-01 è l'ultimo anno di Nedved con la maglia della Lazio: al termine di un'altra grande stagione, con reti importanti come la doppietta alla Juventus e il gol che avvia la rimonta nel derby con la Roma, viene ceduto proprio ai bianconeri di Torino a causa della crisi economica che sta colpendo la squadra di Cragnotti. Alla Juventus non sembra ambientarsi molto, il suo primo anno non inizia al meglio, poi il ceco migliora con il passare dei mesi e alla fine si rivela decisivo nella rimonta scudetto, segnando un gol importantissimo a Piacenza nella terzultima giornata. L'anno dopo, il 2003, è quello in cui Pavel raggiunge la sua piena maturità da calciatore, e l'apice della sua carriera. In campionato è il leader e il trascinatore della Juventus, con gol pesanti e prestazioni strepitose, con cui porta i bianconeri di Lippi al secondo scudetto consecutivo. In campo europeo fa altrettanto bene, in Champions segna gol come quello al Nou Camp di Barcellona nei Quarti di finale, e quello indimenticabile nella fantastica semifinale di ritorno contro il Real Madrid. Proprio in quella partita, purtroppo, prende un'ammonizione che gli costa la finale della coppa, e la sua assenza contribuisce alla sconfitta ai rigori della Juventus contro il Milan. L'annata di Nedved viene premiata dalla conquista del Pallone d'Oro, primo calciatore ceco a riuscire nell'impresa dai tempi del leggendario Masopust.
Nedved disputa altre stagioni importanti nella Juventus con il nuovo allenatore Fabio Capello, conquistando sul campo altri due scudetti che verranno poi cancellati dallo scandalo di Calciopoli, anche se il suo più grande sogno, vincere la Champions, non verrà mai realizzato. Nell'estate 2006, dopo aver preso parte per la prima volta con la sua Nazionale ai Mondiali di calcio, Nedved compie una scelta importante, che lo lega ancora di più ai tifosi bianconeri: resta a Torino e accetta di scendere in serie B, a differenza di altri campioni che chiedono la cessione. Non più giovanissimo, è comunque protagonista del ritorno della Juventus in serie A e di altre due ottime stagioni in massima serie, concluse con un terzo e un secondo posto. Nell'estate del 2009, a trentasette anni, decide che è arrivato il momento di dire basta, e in uno stadio stracolmo saluta il popolo bianconero, giocando la sua ultima partita proprio contro la Lazio che lo aveva lanciato tredici anni prima. Da allora Pavel non ha mai smesso di tenersi in forma, ha preso parte anche alla Maratona di Praga, e soprattutto è rimasto legato alla Juventus, tanto da diventare membro del C.d.A. bianconero nel 2010. I tanti tifosi della Vecchia Signora non hanno dimenticato i suoi riccioli biondi e la sua grinta straordinaria, e sperano di vedere nuovamente in campo qualcuno che ricordi loro la Furia Ceca, il simbolo di tante battaglie e vittorie in anni recenti, il simbolo dell'orgoglio bianconero, mai domo neanche in serie B o nelle difficoltà. Oggi intanto festeggiano con lui il traguardo dei quarant'anni, nell'attesa di rivederlo presto allo Juventus Stadium, per ricevere l'ovazione di tutti e, magari, assistere a nuove vittorie della sua ex squadra.