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giovedì 30 agosto 2012

TANTI AUGURI, FURIA CECA!

Immagine tratta da tuttosport.com
Sono passati più di tre anni dal suo ritiro ufficiale dal mondo del calcio, eppure i tanti tifosi bianconeri continuano a sognare la sua lunga chioma bionda che corre su e giù per il campo, ricordano la grinta con cui lottava su ogni pallone senza mai tirare indietro la gamba, e esultano quando rivedono le sue reti, mai banali e sempre importanti. Pavel Nedved ha lasciato un grande vuoto nel cuore degli appassionati di calcio, non solo a Torino ma anche nella Roma biancoceleste, e ovviamente nella natia Repubblica Ceca, che ancora aspetta il suo degno erede. Oggi è il suo compleanno, festeggia i quarant'anni, ma vi assicuriamo che a vederlo non sembra invecchiato affatto.
Giovane di talento, centrocampista offensivo con il vizio del gol, Pavel tira i primi calci a pallone nelle giovanili del Dukla Praga, con cui debutta nel massimo campionato ceco a nemmeno vent'anni. Ragazzo dalla straordinaria forza di volontà ma dal fisico piuttosto gracile, si dedica fin da piccolo alla corsa per potenziarsi e aumentare la sua resistenza, una dote che caratterizzerà tutta la sua carriera da calciatore. Passato nell'estate del 1992 allo Sparta Praga, vi rimane per quattro stagioni, segnalandosi come uno dei migliori prospetti del calcio ceco; pur essendo un centrocampista, nel suo ultimo anno a Praga supera la doppia cifra di gol, dimostrandosi anche un ottimo finalizzatore sotto porta. Nell'estate del 1996 sale alla ribalta del calcio europeo, raggiungendo insieme ai suoi compagni una storica finale del Campionato Europeo, persa solo ai supplementari contro la Germania di Klinsmann e Bierhoff; Nedved è uno dei tanti talenti emergenti della giovane generazione di campioni cechi, che comprende anche Smicer, Koller e Poborsky.
La vetrina europea gli vale una chiamata alla Lazio di Zeman, con cui fa subito vedere tutte le sue qualità, andando a segno ben sette volte in campionato e conquistando l'affetto dei tifosi biancocelesti per l'impegno e la dedizione con cui gioca. L'anno successivo arriva addirittura a 11 reti in campionato, il suo record assoluto in serie A, e contribuisce alla vittoria del primo trofeo dell'era Cragnotti, la Coppa Italia. Dopo aver vinto la Supercoppa Italiana contro la Juventus, segnando nell'occasione, Pavel vive la sua stagione più difficile per un lungo infortunio, e non riesce a dare il suo contributo alla squadra di Eriksson, che sfiora lo scudetto arrivando a un punto dal Milan. Si toglie comunque una grande soddisfazione realizzando il gol decisivo nella finale di Coppa delle Coppe contro il Maiorca, e la sua sarà l'ultima rete in assoluto nella storia della competizione, che da quell'anno non viene più assegnata.  L'anno successivo però Nedved torna al massimo della forma, e la sua presenza in campo si fa sentire nella Lazio che finalmente, proprio nell'anno del centenario, arriva al secondo titolo della sua storia dopo una straordinaria rimonta sulla Juventus; segna cinque volte, i due gol più importante li realizza in casa contro il Bologna, nella gara del Centenario del club, e nel derby di ritorno contro la Roma. La grande annata biancoceleste si completa con le vittorie in Supercoppa Europea contro il Manchester United e in Coppa Italia contro l'Inter.
Il 2000-01 è l'ultimo anno di Nedved con la maglia della Lazio: al termine di un'altra grande stagione, con reti importanti come la doppietta alla Juventus e il gol che avvia la rimonta nel derby con la Roma, viene ceduto proprio ai bianconeri di Torino a causa della crisi economica che sta colpendo la squadra di Cragnotti. Alla Juventus non sembra ambientarsi molto, il suo primo anno non inizia al meglio, poi il ceco migliora con il passare dei mesi e alla fine si rivela decisivo nella rimonta scudetto, segnando un gol importantissimo a Piacenza nella terzultima giornata. L'anno dopo, il 2003, è quello in cui Pavel raggiunge la sua piena maturità da calciatore, e l'apice della sua carriera. In campionato è il leader e il trascinatore della Juventus, con gol pesanti e prestazioni strepitose, con cui porta i bianconeri di Lippi al secondo scudetto consecutivo. In campo europeo fa altrettanto bene, in Champions segna gol come quello al Nou Camp di Barcellona nei Quarti di finale, e quello indimenticabile nella fantastica semifinale di ritorno contro il Real Madrid. Proprio in quella partita, purtroppo, prende un'ammonizione che gli costa la finale della coppa, e la sua assenza contribuisce alla sconfitta ai rigori della Juventus contro il Milan. L'annata di Nedved viene premiata dalla conquista del Pallone d'Oro, primo calciatore ceco a riuscire nell'impresa dai tempi del leggendario Masopust.
Nedved disputa altre stagioni importanti nella Juventus con il nuovo allenatore Fabio Capello, conquistando sul campo altri due scudetti che verranno poi cancellati dallo scandalo di Calciopoli, anche se il suo più grande sogno, vincere la Champions, non verrà mai realizzato. Nell'estate 2006, dopo aver preso parte per la prima volta con la sua Nazionale ai Mondiali di calcio, Nedved compie una scelta importante, che lo lega ancora di più ai tifosi bianconeri: resta a Torino e accetta di scendere in serie B, a differenza di altri campioni che chiedono la cessione. Non più giovanissimo, è comunque protagonista del ritorno della Juventus in serie A e di altre due ottime stagioni in massima serie, concluse con un terzo e un secondo posto. Nell'estate del 2009, a trentasette anni, decide che è arrivato il momento di dire basta, e in uno stadio stracolmo saluta il popolo bianconero, giocando la sua ultima partita proprio contro la Lazio che lo aveva lanciato tredici anni prima. Da allora Pavel non ha mai smesso di tenersi in forma, ha preso parte anche alla Maratona di Praga, e soprattutto è rimasto legato alla Juventus, tanto da diventare membro del C.d.A. bianconero nel 2010. I tanti tifosi della Vecchia Signora non hanno dimenticato i suoi riccioli biondi e la sua grinta straordinaria, e sperano di vedere nuovamente in campo qualcuno che ricordi loro la Furia Ceca, il simbolo di tante battaglie e vittorie in anni recenti, il simbolo dell'orgoglio bianconero, mai domo neanche in serie B o nelle difficoltà. Oggi intanto festeggiano con lui il traguardo dei quarant'anni, nell'attesa di rivederlo presto allo Juventus Stadium, per ricevere l'ovazione di tutti e, magari, assistere a nuove vittorie della sua ex squadra.

sabato 25 agosto 2012

ANCORA UNA VOLTA, JUVENTUS-PARMA...

Immagine tratta da jcmassa.it
Nel corso degli anni è diventata quasi una classica del nostro calcio, una sfida che si è ripetuta decine di volte, spesso con in palio trofei o piazzamenti importanti, negli ultimi anni soprattutto come occasione di svolta, in positivo o in negativo, per un'intera stagione. Proprio come un anno fa, la prima partita di campionato della Juventus vedrà come avversario il Parma, rivale da sempre ostica per i bianconeri, che in passato sono stati protagonisti di sfide epiche con gli emiliani, che sono entrate nella storia del calcio italiano.
Che queste due squadre avessero un particolare feeling si è visto fin dalla prima sfida tra loro, nell'ormai lontano 1990: il 9 settembre di quell'anno, il neopromosso Parma di Scala esordisce in serie A al Tardini contro la nuova Juventus di Maifredi e Roberto Baggio. Dopo la rete del terzino Napoli, è proprio il "divin codino" a mettere la sua firma alla sfida, su rigore, mentre nel finale arriva anche il primo gol nella massima serie per i parmensi, sempre dal dischetto, con il bomber Alessandro Melli. La gara di ritorno è meno combattuta, la Juve si impone con un sonoro 5-0, ma a fine stagione a sorridere è il Parma, che finisce quinto e si qualifica alla Coppa U.E.F.A., una vera impresa per un'esordiente assoluta; i bianconeri invece arrivano settimi, nonostante le grandi premesse di inizio stagione sono fuori dall'Europa, e si avviano all'ennesima rifondazione.
La sfida tra le due squadre si ripete anche negli anni successivi, con il Parma che continua a dimostrarsi un avversario durissimo per i bianconeri, battuti per la prima volta nel 1993 per 2-1, con una doppietta di Osio per i ducali a ribaltare il vantaggio iniziale del solito Roby Baggio. Gli emiliani continuano a crescere come squadra, non sono più una sorpresa, e la loro sfida con la Juventus nella stagione 1994-95 assume un'altra dimensione: in palio ci sono Scudetto, Coppa Italia e Coppa U.E.F.A. I primi due trofei vengono vinti dalla squadra di Lippi, al suo primo anno a Torino, con Ravanelli grande protagonista e a segno 5 volte tra campionato e coppa; in Europa invece il successo arride al Parma di Scala, trascinato da Dino Baggio, un ex dal dente avvelenatissimo, che segna sia nella finale di andata che in quella di ritorno. Passano un paio di anni, ma le due squadre sono ancora protagoniste di grandi incontri con lo Scudetto in palio: nel 1996-97 gli emiliani hanno un nuovo allenatore, Carlo Ancelotti, e una punta emergente, Hernan Crespo, e contendono nuovamente il titolo alla squadra di Lippi. Un gol di Chiesa decide la gara d'andata al Tardini, e rende il Parma la vera rivale della Juve nella corsa al titolo, anche se i torinesi mantengono un buon vantaggio in classifica; al ritorno, un'autorete di Zidane illude il Parma, che con un successo riaprirebbe il campionato, poi un rigore contestato di Amoruso chiude la sfida in parità e consegna di fatto lo Scudetto ai bianconeri. Altri due anni, e nel 1999 la sfida tra Parma e Juve si rivela ancora importante, anche se stavolta non per la corsa-scudetto: già battuti al Tardini per 1-0, i bianconeri subiscono nella gara di ritorno la prima sconfitta casalinga contro gli emiliani, un pesante 2-4 con tripletta di Crespo, che segna l'ultimo gol di tacco. E' la fine del primo ciclo di Lippi, che al termine della gara rassegna le dimissioni.
Nella stagione 2000, lo scontro tra le due squadre è ancora una volta avvincente, e condizionato da grandi polemiche. Nella sfida di andata, la Juve del grande ex Ancelotti va in vantaggio, sfiora più volte il raddoppio ma non chiude la partita, subendo il pari di Crespo all'ultimo minuto e prolungando l'astinenza di vittorie contro i parmensi. L'incantesimo lo rompe Del Piero, a segno nella gara di ritorno a Torino, condizionata anche dall'arbitro, che annulla in maniera misteriosa il pareggio di Fabio Cannavaro; la stagione si chiude male per entrambe, con la Juve che perde il titolo all'ultima giornata nel pantano di Perugia, e il Parma che perde la Champions nello spareggio con l'Inter, deciso ancora una volta da Roberto Baggio. Anche nel 2002 il Parma sembra condizionare i bianconeri nella loro corsa verso il titolo: a poche giornate dalla fine, i bianconeri del rientrante Lippi cedono 1-0 al Tardini e sembrano tagliati fuori dalla vittoria; alla fine, lo scudetto arriverà nel rocambolesco 5 maggio 2002, ma il Parma darà un altro dispiacere ai bianconeri, strappandogli la Coppa Italia con un'altra vittoria casalinga, sempre per 1-0.
Nelle stagioni successive, complice la crisi societaria del Parma e il ridimensionamento della squadra emiliana, le sfide con i bianconeri perdono in parte questo grande fascino, e anzi molti protagonisti del grande Parma passano proprio alla Juventus: su tutti, il portierone Buffon e i difensori Thuram e Cannavaro, che vanno a costituire le colonne della formazione di Lippi prima e di Capello poi. Entrambe le formazioni conoscono la retrocessione in serie B, i bianconeri d'ufficio nel 2006, i gialloblu sul campo nel 2008, e subiscono un notevole ridimensionamento, ma le loro sfide in serie A rimangono comunque accese, soprattutto le ultime. Nel 2010-11, con i bianconeri teoricamente ancora in corsa per il titolo, il Parma si impone con un perentorio 1-4 a Torino, aprendo la prima crisi della squadra di Del Neri; grande protagonista un altro ex, Sebastian Giovinco, che segna una doppietta e deciderà anche la gara di ritorno con un suo gol. Arriviamo così ad un anno fa, all'esordio di campionato, con i bianconeri che inaugurano lo Juventus Stadium proprio contro il Parma. Stavolta il 4-1 è in favore della squadra di Conte, con Pirlo scatenato come uomo-assist, Del Piero in campo come capitano, e Giovinco a segno ancora una volta, stavolta su rigore e a partita già finita. Al ritorno, i bianconeri sono costretti sullo 0-0 al Tardini dalla squadra di Donadoni, in un'altra partita segnata dalle polemiche per alcuni rigori non concessi ad entrambe le squadre.
Oggi dunque si riparte, e ancora una volta si rinnoverà la sfida tra queste due squadre. Rispetto a un anno fa sono cambiate molte cose in casa bianconera: stavolta la Juve si presenta all'esordio stagionale da campione in carica, anche se per la prima volta dopo 19 stagioni non avrà con sé il capitano Del Piero, che ha lasciato la squadra; a sostituirlo ci proverà proprio Giovinco, che dal Parma è tornato a Torino per dimostrare finalmente di essere un grande giocatore e affermarsi anche in Europa. Prepariamoci ad un'altra sfida avvincente, perché anche se in palio non ci sono più scudetti e trofei, Juve-Parma mantiene sempre il suo grande fascino e la sua storia importante.