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giovedì 21 agosto 2014

SUPER RAIOLA AI REDS

Immagine tratta da corrieredellosport.it e modificata su befunky.com
Balotelli al Liverpool. Basta una mattinata e Super Mario si trasferisce ad Anfield.
In barba alle trattative che durano settimane e mesi a cui siamo abituati in Italia e con le quali ci tediano per ore i super espertoni di mercato. Quando ci sono compratore volenteroso, acquirente danaroso e procuratore accondiscendente, si fa tutto alla velocità della luce.
Mago Raiola. Perchè di gran procuratore si tratta. E' una magia riuscire a migliorare valutazione e contratto di un Balotelli che dopo 1 anno e mezzo presenta gli stessi pregi e difetti e dubbi che lo accompagnarono al suo approdo in rossonero.
Il Milan a gennaio 2013 lo acquista a 16 milioni più bonus (chissà poi se centrati) dal City, e oggi lo rivende a 20. Il calciatore in rossonero guadagnava 4,5 milioncini netti e ne andrà a guadagnare 6.
Come se nei 19 mesi a Milanello avesse incrementato il suo valore e acquisito una sorta di consacrazione. Come se in Nazionale non fosse andato in rotta di collisione perpendicolare con i senatori.
L'occasione al Milan veniva dipinta per Super Mario come l'occasione della vita, una sorta di ultima spiaggia, un "o la va o la spacca" in cui doveva trovare maturità, continuità ed esplodere definitivamente. Ed è restato invece un punto di domanda.
I numeri, se vogliamo dirla tutta, non sono malvagi. Affatto. 43 partite e 26 gol in Serie A, 1 presenza e 1 rete in Coppa Italia, 10 gare e 3 marcature in Champions. In totale fanno 54 apparizioni e 30 segnature. 
E' tutto il contorno che è rimasto lo stesso. Risse, multe, espulsioni prima, pistole, anelli, Fanny e social oggi. E' un Mario con un anno e mezzo in più, ma che non è cresciuto.
Vittima del suo talento, messo sempre al centro dell'attenzione dai media, che sguazzano morbosamente nella sua immaturità.
Ora c'è il Liverpool, storico club inglese. Una squadra che gioca un calcio offensivo e bello da vedere. Che ha avuto in squadra cavallo pazzo Suarez, e non ha paura nel pensare di gestire Super Mario. Riuscirà Rodgers, mister dei Reds, che mette il gioco di squadra prima di tutto, ad includere Balotelli nel suo progetto tattico?
Ecco Balotelli e il dubbio che si porta dietro da sempre. Un Campione o uno svogliato talento?
Ha venduto al City, al Milan e ora al Liverpool un dubbio, Mino Raiola. Ma intanto si frega le mani. Super operazione, ancora una volta. Chapeau.

venerdì 30 maggio 2014

DI BARTOLOMEI: VENT'ANNI DALLA MORTE DEL CAPITANO SILENZIOSO

Immagine tratta da Wikipedia.it
30 maggio 1994, ore 8 del mattino circa. Uno sparo turba improvvisamente la tranquillità di Castellabate, poi il silenzio torna a regnare, non solo sulla città. Termina così, in modo traumatico e del tutto inatteso, la vita di Agostino Di Bartolomei, una delle bandiere della storia della Roma, un simbolo della squadra che, nei primi anni Ottanta, ha conteso alla Juventus il predominio nel campionato italiano. E' la tragica fine di un campione amatissimo dai tifosi, un antidivo per tutta la sua carriera, un personaggio che forse è stato dimenticato troppo presto dai dirigenti e da quel mondo che per molti anni aveva rappresentato la sua vita.
Romano e romanista di nascita, "Ago" abbraccia fin da subito i colori giallorossi, arrivando presto in prima squadra e diventando in poco tempo una pedina insostituibile a centrocampo. Regista difensivo di buona tecnica, poi reinventato anche come libero nella parte finale della carriera, dotato di un tiro violentissimo, capace di sopperire con tempismo e ottima visione di gioco ai suoi limiti fisici, freddo e sempre lucido nei momenti decisivi, è il capitano e il leader naturale di una squadra che lentamente emerge dall'anonimato e diventa protagonista in serie A. Intorno a lui e ad altri grandi protagonisti come Tancredi, Pruzzo, Bruno Conti, Falcao e Ancelotti, sotto la guida serena ed esperta di Nils Liedholm, la Roma è protagonista di ottime annate, su tutte l'indimenticabile 1983, con la conquista del secondo scudetto della sua storia al termine di una cavalcata trionfale. L'anno successivo, i giallorossi hanno l'occasione di scrivere la storia: la finale di Coppa dei Campioni si disputerà proprio nella Capitale, è un occasione irripetibile per centrare il trionfo davanti ai suoi tifosi. Gli sforzi dei capitolini vengono premiati, Di Bartolomei e compagni arrivano all'ultimo atto del torneo, ma si trovano davanti un Liverpool forte e cinico, che non si fa condizionare dall'ambiente a dir poco rovente, e ai rigori porta a casa il trofeo. E' il 30 maggio del 1984, ed è una delle ultime apparizioni di Agostino con la "sua" maglia, quella che ha indossato per quindici anni, la maggior parte dei quali da capitano.
Con l'addio di Liedholm e l'arrivo del nuovo allenatore Eriksson, per la vecchia bandiera non c'è più spazio, il rapporto con la società dopo la finale persa non è più lo stesso, e così dopo una vita in giallorosso Di Bartolomei fa le valigie e se ne va. Segue il suo vecchio mister al Milan, una squadra giovane e ambiziosa, che vuole tornare grande dopo due retrocessioni in B e annate molto deludenti. Rimane a Milano per tre stagioni mantenendosi su buoni livelli e segnando anche il classico gol dell'ex alla "sua" Roma, con tanto di esultanza polemica. Nell'estate del 1987, con l'arrivo in panchina di Arrigo Sacchi, il vecchio e lento centrocampista è tra i primi a partire, inadatto com'è al calcio veloce e innovativo del mago di Fusignano. Dopo un'ultima stagione in A con il Cesena, Di Bartolomei scende in serie C, nella Salernitana, squadra della provincia di cui è originaria la moglie, e disputa gli ultimi due campionati della carriera, coronando il sogno dei campani di tornare in serie B dopo 23 anni. E' la sua ultima impresa sul campo, nell'estate del 1990 Ago dice basta, e a 35 anni si ritira dal calcio giocato.
E' da questo momento che inizia la lenta, inesorabile discesa che porta Di Bartolomei sempre più in basso, che ingigantisce il tarlo nella mente di un vecchio campione che sente di aver perso qualcosa, prova un vuoto profondo nel suo animo. Vorrebbe aprire una scuola calcio per bambini, ma incontra mille difficoltà burocratiche e sociali, fa degli investimenti nel mondo dell'imprenditoria che si rivelano fallimentari. Soprattutto, aspetta invano una chiamata dalla sua Roma, da quella squadra che ha sempre amato anche dopo il doloroso addio, e che nonostante tutto lo ignora, sembra averlo dimenticato. Il 30 maggio 1994, dieci anni dopo quella finale persa contro il Liverpool, il peso dei ricordi e della nostalgia diventa insostenibile, e Agostino Di Bartolomei decide che così non può più vivere. Il capitano silenzioso e razionale, l'uomo freddo che non ha mai avuto un eccesso, un gesto fuori dalle regole, fa quello che nessuno si aspetta, e compie l'estremo gesto del suicidio.
Gli onori postumi non cancellano la lunga e immotivata assenza di chi ha dimenticato troppo in fretta quello che l'uomo e il calciatore hanno regalato alla città e ai colori giallorossi. Da quel tragico 30 maggio 1994, la Roma piange due volte, ricordando queste due grandi perdite, la prima sportiva, l'altra umana. E oggi, a vent'anni da quel gesto tremendo e che ancora qualcuno non riesce a perdonarsi, si stringe commossa nella celebrazione del capitano del magico Scudetto del 1983, il leader silenzioso e lontano dalle cronache, che solo quando se n'è andato ha fatto davvero capire quanto fosse grande la sua presenza.

venerdì 7 dicembre 2012

PAGELLE EUROPEE: QUINTO EPISODIO

Immagine tratta da corrieredellosport.it
La fase a gironi è terminata sia in Champions sia in Europa League, ora la parola ripassa al sorteggio per decidere gli accoppiamenti dei turni ad eliminazione diretta. Vediamo come si sono comportate le squadre italiane in quest'ultimo turno di coppa.
PROMOSSI
Juventus: Era l'unica squadra che doveva ancora conoscere il suo destino, e gli uomini dell'ormai rientrante Conte non ci hanno messo molto a chiarire che volevano restare tra le grandi d'Europa. In casa del temibile Shakhtar di Lucescu, che finora aveva sorpreso tutti in positivo, i bianconeri strappano vittoria e primo posto nel girone, che significa avversari sulla carta più abbordabili e gara di ritorno in casa negli ottavi. Buona prova della difesa, che tiene bene gli attaccanti avversari, in ripresa Lichtsteiner e confortante Pogba che sostituisce degnamente lo squalificato Marchisio, in crescita anche la coppia d'attacco con Giovinco che provoca l'autorete decisiva e Vucinic che, se è in giornata, può creare grattacapi a chiunque. Ora il sorteggio: lo spauracchio è il Real Madrid di Mourinho, le rivali più abbordabili in teoria i Celtic Glasgow e il Galatasaray. Per ora, la Juve si gode il passaggio del turno e il ritorno in panchina del suo allenatore. Voto 7.
Lazio: Partita inutile ai fini della qualificazione per gli uomini di Petkovic, che pure regalano una prestazione molto convincente sul campo del Maribor, un avversario non proprio morbido. Quattro gol segnati in poco più di un tempo, con Floccari sugli scudi con una doppietta e Kozak che finalmente infila la porta anziché mancarla. Bene in difesa Radu e Ciani, in continua crescita, e Ederson convince ancora in coppa, stavolta nel ruolo di esterno d'attacco. Il modulo della serata, un 3-4-3, convince a tratti e può essere un'ulteriore soluzione anche in campionato. Primo posto assicurato, ora il sorteggio dirà qual è il prossimo ostacolo: i più ostici Newcastle, Atletico Madrid, Anzhi e Leverkusen, Basilea e Bate Borisov potrebbero essere ben gradite. Comunque, biancocelesti promossi a pieni voti. Voto 7.
RIMANDATI
Inter: La linea giovane è ancora protagonista in coppa, visto che contro il Nefci Baku schiera tanti ragazzi interessanti come Benassi, Romanò, Pasa, Garritano, Belec e Bandini. Il migliore tra loro è ancora Livaja, che sta diventando il vero attaccante di coppa della squadra di Stramaccioni: una bella doppietta per lui, e un terzo gol non visto dal giudice di porta (che è lì per questo...), in totale 4 gol per lui. Buona prova di Jonathan, finora deludente, ottimo l'ingresso di Nagatomo che prende anche una traversa, Cambiasso continua a far bene come centrale e guida della difesa. L'unico neo, in una partita stradominata, è stato non chiuderla prima, così che gli azeri sono riusciti a pareggiare nelle uniche due azioni avute in tutta la gara. Al sorteggio si spera di evitare Liverpool, Chelsea, Zenit e Benfica, più abbordabili Steaua Bucarest, Genk e Viktoria Plzen. Con qualche titolare in più, nessuna di queste squadre sarà imbattibile. Voto 6.
BOCCIATI
Milan: Niente da fare, i rossoneri proprio non riescono a esorcizzare la maledizione dell'ultima sfida del girone, che li ha visti più volte sconfitti. Contro lo Zenit di Spalletti, Allegri schiera molte riserve e alcuni titolari squalificati in campionato o al rientro da infortuni, e in fondo meriterebbe almeno un pareggio per quanto fatto vedere. Buona prova dei centrali difensivi di riserva Zapata e Acerbi, rimandato ancora l'attacco con Bojan e Pazzini a secco nonostante l'impegno, all'ultima spiaggia probabilmente Mesbah, che verosimilmente lascerà la squadra a gennaio. Sconfitta comunque indolore, il secondo posto e la qualificazione erano già in cassaforte, e ora attenzione al sorteggio. Lo Schalke sembra la squadra più debole tra le prime, Barcellona e Paris Saint Germain sarebbero di certo le avversarie più suggestive. Voto 5,5.
Udinese: Chiude la sua avventura europea la squadra di Guidolin, unica tra le italiane a non centrare il passaggio del turno in un girone che si è comunque rivelato molto duro. Contro un avversario di prestigio, il Liverpool, arriva una prestazione altalenante, con i bianconeri che perdono ma con onore e sfiorando il pareggio all'ultimo assalto. Di Natale viene risparmiato, Fabbrini è il più attivo nel cercare di non farlo rimpiangere, mentre Ranegie continua a non incidere e a lasciare molti dubbi. Ottimo il secondo portiere Padelli, che da ex dei Reds sfodera alcune ottime parate, in ombra Armero, che non somiglia nemmeno al giocatore degli ultimi anni, male Pasquale che si fa espellere ingenuamente e complica la gara dei compagni. La favola europea di Udine è finita, speriamo che possa ricominciare già nel prossimo anno. Voto 5,5.
Napoli: E' ormai assodato, tra i titolari e le riserve partenopee passa un abisso. Contro il PSV Eindhoven Mazzarri regala un'altra chance alle sue seconde linee, e tiene in campo il solo Cavani, che ha fame di gol europei. Il Matador è la nota lieta, con il suo settimo centro che lo colloca in testa alla classifica marcatori di Europa League, meno bene i suoi compagni. Delude ancora Vargas, a secco nonostante alcune buone occasioni, non convincono Dossena e Fernandez, ma più di tutti fa male Rosati, che regala due gol agli avversari e non da la minima sicurezza alla difesa. Curiosità: l'autore dei tre gol, Matavz, era stato a lungo inseguito dal Napoli un paio di anni fa, che si sia voluto vendicare per il mancato acquisto? Ora sotto con i prossimi, con il Chelsea ci potrebbe essere la rivincita dello scorso anno, ma ci vorrà in campo un'altra squadra per sperare di andare avanti. Voto 5.

venerdì 5 ottobre 2012

PAGELLE EUROPEE: PRIMA GIORNATA

Immagine tratta da calcionewstime.com
Inauguriamo oggi una nuova rubrica, nella quale ci occuperemo della prestazione delle squadre italiane nelle partite di Champions League e di Europa League. Come in una pagella scolastica, vedremo chi sono i promossi, i rimandati (alla prossima gara, non a settembre) e i bocciati di ogni giornata. 
PROMOSSI
Udinese: Ottima pagella oggi per i ragazzi di mister Guidolin, reduci da una splendida prestazione sul campo  storico di Anfield, casa del Liverpool. E' vero che i Reds non sono più la potenza che qualche anno fa competeva per la Champions e la Premier, e che contro l'Udinese hanno schierato molte riserve, mandando in campo i campioni Gerrard e Suarez solo nell'ultima mezz'ora. Questo però non può sminuire il valore di questa vittoria, arrivata con un grande secondo tempo, dopo che nella prima fase di gara i friulani avevano giocato bene ma erano andati sotto. L'ingresso di Lazzari per uno spento Armero ha dato la scossa, poi ci ha pensato capitan Di Natale, al ritorno in campo dopo gli screzi con Guidolin, a far vedere il suo talento e la sua classe al pubblico inglese. Tre punti fondamentali in un girone molto difficile, e speranze di passare il turno che salgono notevolmente. Voto 8.
Milan: Dopo tanti patemi e sofferenze, finalmente arriva una prestazione convincente per la formazione di Allegri, capace di imporsi in casa dei milionari russi dello Zenit, guidati da una vecchia volpe come Spalletti. Dopo una partenza-lampo, con un vantaggio di due gol, i rossoneri hanno subito il ritorno degli avversari, che a inizio secondo tempo si sono riportati sul pareggio, ma non hanno mollato e sono riusciti a tornare in vantaggio, portando a casa un successo importantissimo in chiave qualificazione. Con questo 4-2-3-1 il Milan sembra aver trovato il giusto equilibrio, con El Shaarawy che da sinistra riesce a penetrare con facilità le difese avversarie e continua a segnare con regolarità. Da registrare ancora la difesa, con i centrali titolari che vanno ancora definiti, ma se Abbiati ripete la prestazione da fenomeno di mercoledì la squadra può affrontare con sicurezza le prossime sfide. Voto 7,5.
Inter: Anche la squadra di Stramaccioni merita un bel voto in pagella, non tanto per la forza dell'avversario affrontato (il Neftchi Baku è la più debole del girone), quanto per la rapidità con cui i nerazzurri hanno sbrigato la pratica con una formazione piena di giovani di ottima prospettiva. Continua il momento di ottima forma di Coutinho, a segno di tacco, si conferma in Europa il giovane Livaja, in gol per la seconda gara consecutiva nel girone, e ritorna anche Obi, assente finora per problemi fisici ma buon protagonista lo scorso anno. Un po' rivedibile la fase difensiva, con Silvestre non sempre impeccabile e con qualche pausa di troppo, ma le indicazioni in vista del derby sono più che positive. Il nuovo modulo, con la difesa a tre e i due esterni alti a centrocampo, sembra quello giusto con cui andare avanti, e la gestione dei titolari può essere fondamentale per rimanere competitivi su tutti i fronti. Quattro punti in girone per i nerazzurri, che continuano senza problemi la corsa al passaggio del turno. Voto 7.
Lazio: Qualche sofferenza di troppo per gli uomini di Petkovic, che però alla fine riescono a superare gli sloveni del Maribor e si portano in vetta al loro girone con quattro punti. Indicazioni positive soprattutto da Floccari, che con una buona prestazione si dimostra idoneo a ricoprire il ruolo di vice Klose, da Ederson, al secondo gol consecutivo dopo quello realizzato in campionato contro il Siena, e da Candreva, che dimostra un'ottima forma e colpisce due volte il legno, facendo letteralmente impazzire gli avversari. Meno brillante Hernanes, che si fa parare un rigore e in generale non riesce ad illuminare il gioco come al solito, e forse avrebbe meritato anche lui un turno di riposo. La Lazio ha una panchina più corta rispetto ad altre formazioni, Cana non è Ledesma e si vede, però con un po' di fiducia in più questi ragazzi possono far bene anche in Europa. Vedremo cosa ci diranno le importantissime sfide contro il Panathinaikos. Voto 6,5.
RIMANDATI
Juventus: Solo il risultato finale evita una bocciatura ai bianconeri di Conte e Carrera, costretti sulla difensiva in casa dallo Shakhtar Donetsk di Lucescu, che si è dimostrato ben organizzato e decisamente più forte di quanto ci si aspettava. Gli ucraini sono stati bravi a gestire con sapienza il ritmo della partita, impedendo alla Juventus le sue classiche fiammate offensive e costringendo gli esterni a restare molti indietro, senza accompagnare a dovere la squadra. Male l'attacco, con Vucinic quasi svogliato e mai pericoloso e Matri poco incisivo sotto rete, anche Vidal è sembrato sottotono rispetto alle partite precedenti. Nota positiva Bonucci, non soltanto per il gol realizzato ma anche per alcuni buoni interventi in difesa, ma in generale non c'è molto di positivo nella prima casalinga della Juventus in Champions. Gioco involuto, meno grinta del solito e troppi patemi in difesa, con la traversa e il palo a salvare i bianconeri nei minuti finali. La polemica tra tifosi e società complica ancora di più le cose, in futuro non bisognerà sottovalutare partite e avversari, a cominciare dai danesi del Nordsjaelland, contro cui servono assolutamente tre punti. Voto 6-.
BOCCIATI
Napoli: Mazzarri ha dato ancora una volta fiducia alle sue seconde linee, come in occasione dell'esordio in coppa, ma si è dovuto rendere conto presto che il PSV di Advocaat e Van Bommel non è l'AIK. Male in tutti i reparti la formazione partenopea, troppo fragile dietro con un nervosissimo Fernandez che rischia il rigore e combina la frittata con Rosati, poco creativo il centrocampo, che non fa filtro e ha pochissima spinta sulle fasce da Mesto e Dossena, e impalpabile l'attacco, con Vargas che da eroe torna oggetto misterioso e non vede un pallone per quasi tutta la gara. L'obiettivo principale per il Napoli è il campionato, non ci sono dubbi, ma di certo Mazzarri sperava in una reazione diversa dai suoi giocatori, anche perché avere riserve all'altezza dei titolari è fondamentale per confermarsi in vetta alla classifica. Ora il Napoli dovrà fare punti contro il Dnipro, primo in classifica, e forse stavolta ci sarà bisogno di qualche titolare in più fin da subito, altrimenti il sogno europeo finirà nel peggiore dei modi. Voto 4,5.