venerdì 11 luglio 2014

MONDIARIO DIA 30

Immagine tratta da sportcafè24.com e modificata su befunky.com
Diario Mondiale. Giorno 30.
Le chiavi tattiche.
In attesa della finale in programma domenica al Maracanà tra Germania e Argentina, uno sguardo alle tattiche delle due squadre, evidenziandone i pro e i contro.
GERMANIA
Punti forti: il 4-3-3 di Joachim Low ha dimostrato di essere un sistema di gioco molto offensivo, basato su passaggi tendenzialmente corti, ritmo lento di gioco con paziente possesso palla. Questa strategia tattica consente alla Germania di controllare la partita, facendo girare la sfera e aspettando l'"uscita" dei difensori avversari alla ricerca della stessa, e accelerando una volta individuata la zona di campo sguarnita in cui un compagno di squadra può inserirsi.
Questa modalità di gioco si basa su un pressing piuttosto alto. Una mossa che spesso ha funzionato è stata l'utilizzo delle punte (Muller, Klose o Gotze, Ozil o Schurrle) per movimenti ad allargare o a tagliare che portassero via un difensore e consentissero l'inserimento da dietro dei compagni d'attacco o di centrocampo.
Punti deboli: la difesa in fase di possesso gioca alta, con Neuer a fare il libero, e può venir presa alle spalle da contropiedi veloci. In partite in cui l'avversario ha rinunciato ad imporre il proprio gioco, la Germania ha paradossalmente rischiato di più, proprio per la difesa alta. I terzini spingono poco, accompagnano poco l'azione offensiva, e a volte questa scelta corre il rischio di imbottigliare per corridoi centrali le giocate.
ARGENTINA
Punti forti: quello di Sabella è un 4-4-1-1, e considerando da dov'è partito, ossia un 3-5-2 molto difensivo, è un grosso passo avanti. Ma è comunque un modulo che pensa prima a difendere che a offendere. Le due linee di difesa e centrocampo sono molto compatte, e le due punte, solitamente Messi e Higuain, sono pronte a scattare in contropiede.
La squadra non ha subito reti tra ottavi, quarti e semifinali. Importante il lavoro di copertura di Biglia o Gago e Mascherano in caso di inserimenti dalle retrovie. Continui sono i raddoppi in marcatura. I terzini Zabaleta e Rojo spesso stringono ad aiutare i centrali difensivi. Con DiMaria (o Perez) e Lavezzi larghi sulla linea di centrocampo, si cercano le ripartenze veloci e la capacità di saltare l'uomo.
Difesa compatta vicina all'area di rigore e contropiedi, affidandosi all'esterno che crea superiorità numerica con il dribbling o alle invenzioni di Leo Messi.
Punti deboli: spesso questo appiattirsi verso il proprio portiere rende l'Argentina in balia degli avversari per buoni tratti della gara. Così è successo con il Belgio e anche con l'Olanda nella ripresa. Questo potrebbe significare con una squadra molto tecnica che fa girare la palla, non uscire dalla propria metà campo. E spesso ha difficoltà a innescare i giocatori offensivi della squadra, risultando troppo Messi-dipendente. E nonostante i pochi gol subiti, Romero e Demichelis non danno garanzie assolute e sono reduci da annate disastrose con le proprie squadre di club.

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