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domenica 19 gennaio 2014

DODICESIMA CON BRIVIDO

Immagine tratta da datasport.it
Il match: Prima di ritorno e la Juve, reduce dalla striscia record di 11 successi consecutivi, se la vede con una Sampdoria tornata tosta e combattiva grazie alla cura Mihajlovic, che ha strapazzato in casa 3-0 l'Udinese nell'ultimo turno. I bianconeri mantengono il solito 3-5-2, unici assenti Pirlo e Bonucci, il primo per turnover (lo sostituisce Marchisio, e direi più che bene), il secondo per un piccolo problema fisico (lo rimpiazza Ogbonna, bene ma non benissimo). Mancano anche De Ceglie e Marco Motta, il primo già al Genoa, il secondo in procinto di raggiungerlo, anche se di queste assenze in pochi si accorgono e si accorgeranno. Samp con il 4-2-3-1, Eder fa l'unica punta, alle sue spalle Gabbiadini come supporto e Bjarnason e Wszolek come disturbo alla manovra avversaria più che supporto alla propria.
La cronaca: Di tutte le sfide casalinghe disputate quest'anno dalla Juve, questa è stata senza dubbio una delle più difficili e impegnative, ben al di là di quanto dica il punteggio. Per 25 minuti i bianconeri sono padroni del campo e impongono i loro ritmi, andando a segno due volte con Vidal (splendida l'azione con assist di Pogba) e Llorente. Poi la Samp reagisce, fa paura e alla fine accorcia con un'autorete di Barzagli su tiro-cross di Gabbiadini. Subito il gol, la Juve rialza il ritmo, Vidal si procura e trasforma il rigore che vale il suo decimo gol in stagione e sembra chiudere la sfida. Nella ripresa invece i blucerchiati mettono in seria difficoltà i padroni di casa, Buffon fa un miracolo su De Silvestri, poi si ripete su Regini ma nulla può su un Gabbiadini abbandonato dalla difesa. Lo stesso Gabbiadini, a proposito di giovani terribili di proprietà bianconera, continua a mettersi in mostra centrando la traversa con un gran tiro da fuori. Ci pensa la solita bordata di Pogba dal limite dell'area a chiudere la sfida e assicurare la dodicesima, sudata vittoria consecutiva alla Juve.
La chiave tattica: Ai fini del risultato è stato decisivo il ritmo che i bianconeri hanno imposto alla gara, e soprattutto la loro capacità di alzarlo subito dopo che la Samp sembrava aver riaperto la sfida. Un'accelerata al momento giusto e arrivano i gol che ricacciano indietro l'avversario, una cosa che solo le grandi sanno fare.
L'uomo partita: Sono in due a contendersi la palma, per ragioni diverse. Vidal la merita per lo splendido primo tempo, con due reti che lo portano a quota 10. Pogba a sua volta va menzionato per la continuità, l'assist con cui permette il primo gol e il destro con cui la chiude. Sta diventando insostituibile, la sua crescita sul mercato è più che motivata.
La sorpresa: Segnaliamo la buona partita di Marchisio come vice Pirlo. Il Principino, soprattutto nel primo tempo, si rende protagonista di una prestazione molto positiva, ed ha il merito di rubare il pallone e servire Vidal in occasione del rigore del 3-1.
La delusione: L'intero blocco difensivo finisce sul banco degli imputati. Barzagli e Chiellini fanno errori non da loro e lasciano spesso libero l'uomo sugli angoli. Dopo Cagliari, altre due reti arrivate su palle inattive, un aspetto su cui occorre lavorare.
La conferma: Fernando Llorente continua a timbrare regolarmente il cartellino, arrivando a quota 8 in campionato. Da inutile a pedina fondamentale nello scacchiere di Conte, com'è strano il calcio...
Classifica: Juve in fuga a 55 punti, con 18 vittorie (10 su 10 in casa), 1 pari e 1 sconfitta. miglior attacco e seconda miglior difesa. Roma a 8 punti, Napoli a 13 con una gara ancora da giocare.
Prossime gare: 21 gennaio Roma-Juventus (Coppa Italia), 25 gennaio Lazio-Juventus, 1° febbraio Juventus-Inter.

lunedì 17 giugno 2013

CONFEDERATIONS CUP 2013: PAGELLE SECONDA GIORNATA

Immagine tratta da asportsnews.com
Seconda giornata del torneo ospitato dal Brasile e che funge da antipasto per i Mondiali dello scorso anno. Sono scesi in campo gli azzurri contro il Messico, diamo le pagelle di ognuno dei giocatori italiani e un giudizio sui loro avversari.
ITALIA
Buffon: Ordinaria amministrazione per il capitano azzurro, sfiora il tiro di Guardado quanto basta per mandarlo sulla traversa, incolpevole sul gol e quasi inoperoso in seguito. Voto 6.
Abate: Sembra quasi frenato a tratti, spinge poco e soffre molto la velocità di Dos Santos, ci si aspetta qualcosa di meglio da lui. Voto 5,5.
Barzagli (il peggiore): Vederlo sbagliare fa davvero notizia, e oggi l'errore è stato davvero grossolano. Si fa sorprendere da Dos Santos, lo stende e rischia anche il rosso, macchiando una partita per il resto normale. Voto 5.
Chiellini: Forse condizionato dal compagno di reparto, non mostra sempre grande sicurezza, ma in generale si disimpegna bene e tiene a bada Hernandez con fisico ed esperienza. Voto 6.
De Sciglio: Una delle sorprese positive della serata. Non ha paura, spinge in modo piuttosto continuo sulla fascia e a conti fatti è il migliore della difesa. Voto 6,5.
De Rossi: Il suo ruolo naturale è un altro, e si vede. Da interno destro fatica a trovare posizione e tempi, non riuscendo mai a incidere sulla partita. In generale strappa la sufficienza. Voto 6.
Pirlo (il migliore): Nel giorno delle 100 presenze azzurre, dirige la squadra con la solita maestria. Sua la punizione che sblocca il match, in generale gestisce tempi e palloni da maestro, per di più in un tempio del calcio come il Maracanà. Immortale. Voto 7,5.
Montolivo: Buona partita del milanista, che aiuta Pirlo nella gestione della palla e finisce in crescendo. Si mangia un gol a inizio ripresa, un errore che per fortuna non pesa sul risultato finale. Voto 6.
Marchisio: Si gioca con Barzagli la palma di peggiore in campo. Fuori dal gioco e fuori dalla condizione, non è nel suo ruolo e in generale non lo si vede mai. Da rivedere. Voto 5.
Cerci: Entra e si piazza a destra, provando a cambiare la gara con le sue accelerazioni. Fa meglio di Marchisio, e non ci voleva molto. Voto 6.
Giaccherini: Corre e lotta per due, anche se paga a volte con la lucidità e non indovina sempre i movimenti. Meglio da esterno che da seconda punta, cresce nel secondo tempo. Voto 6,5. (Aquilani s.v.).
Balotelli: Molto attivo in tutta la partita, fa a sportellate, prende botte e cerca più volte il gol. Dopo parate ed errori di precisioni, segna la rete decisiva e più che meritata. Voto 7. (Gilardino s.v.).
Prandelli: Il nuovo modulo funziona solo a tratti, meglio con due esterni a supporto dell'unica punta. Da rivedere alcuni giocatori, un po' appannati e fuori condizione, ma l'esordio è positivo. Voto 6,5.
MESSICO
Tattica: De la Torre punta su Javier Hernandez unica punta, tre giocatori tecnici e veloci alle sue spalle e una difesa esperta e fisica. Gli va male un po' ovunque: rigore a parte, l'attacco non incide molto, e dietro soffre Balotelli e la velocità azzurra. Qualcosa andrà sicuramente rivisto nelle prossime partite.
Il migliore: Una volta nel vivaio del Barcellone, oltre a quello di Messi, si faceva anche il suo nome. Giovani Dos Santos entra con classe nelle azioni pericolose dei suoi e si procura il rigore del pari. Scompare un po' nella ripresa, confermandosi un talento non ancora esploso del tutto. Voto 6,5.
Il peggiore: Dovrebbe essere il baluardo e l'esempio della squadra, invece il capitano Rodriguez fa una pessima figura. Impreciso e goffo più di una volta, si fa superare da Balotelli nel gol decisivo e lo soffre tutta la partita. Davvero un esordio da dimenticare per l'esperto "Maza". Voto 5.
Curiosità: Prima vittoria in campo neutro per l'Italia contro il Messico, dopo due pareggi (1-1 nei Mondiali 1994 e 2002) e una sconfitta (1-2 in amichevole prima del Mondiale 2010). In generale, primo successo degli azzurri sui messicani dal 1993 (2-0 in amichevole a Genova, gol di Baggio e Maldini).

giovedì 15 novembre 2012

CONSIDERAZIONI AZZURRE

Immagine tratta da calcio.excite.it
A voler guardare il bicchiere mezzo vuoto, è sufficiente dare un'occhiata ai numeri: quinta sconfitta consecutiva in partite amichevoli per l'Italia di Prandelli (terza consecutiva in casa), ed ennesima sfida casalinga senza vittorie contro la Francia, l'acerrima rivale che non battiamo tra le mura amiche da 50 anni (2-1 nel 1962, doppietta di Altafini). Difesa azzurra non perfetta, che ha subito gol in 11 delle 14 partite disputate in questo 2012, compresi gli Europei di giugno, segno che forse qualcosa va rivisto. Mancavano pedine importanti come Ogbonna e il ritrovato Ranocchia, il trio juventino Barzagli-Bonucci-Chiellini convince a tratti, i terzini sembrano il vero punto debole di questa retroguardia a 4 (forse si potrebbe ritentare la carta della difesa a 3 che tanto va di moda in questa serie A). L'attacco ha l'unica pecca di non riuscire a concretizzare al massimo le tante occasioni create, l'ultima amichevole con più di un gol segnato risale a un anno fa (Polonia-Italia del 2011, 0-2).
Detto questo, non possiamo fare a meno di ricordare che si tratta sempre di amichevoli, anche se di prestigio, e che nelle partite "importanti" l'Italia di Prandelli ha perso una sola volta, nella disgraziata finale degli Europei contro la Spagna, ottenendo 14 vittorie e 6 pareggi tra Qualificazioni agli Europei 2012, Europei e Qualificazioni ai Mondiali 2014. Il gioco tanto voluto dal c.t. continua a vedersi, la squadra azzurra è uscita battuta ma non ridimensionata da questa sfida, e anzi avrebbe meritato di ottenere almeno un pari viste le due traverse colpite e le occasioni create durante la partita. Soprattutto, questa squadra sta mettendo in mostra tanti giocatori giovani e di grande prospettiva, che fino a qualche anno fa avrebbero trovato spazio solo nell'Under 21. Verratti, alla prima da titolare in azzurro, ha fatto vedere buone cose nel primo tempo e ha denotato una grande personalità; deve migliorare ancora, è innegabile, ma ad appena vent'anni ha già i numeri per diventare un degno sostituto di Pirlo. Balotelli ed El Shaarawy si sono mossi bene insieme, il primo ha dimostrato di essere una punta completa che merita forse più spazio da titolare, il secondo ha timbrato la prima rete in maglia azzurra, brillando forse meno delle recenti gare con il Milan ma confermando i suoi numeri. In porta, Sirigu sta maturando in una squadra importante come il Paris Saint Germain, e un palcoscenico illustre come la Champions League servirà molto al ragazzo per confermarsi il primo sostituto del capitano Buffon, e il futuro titolare tra i pali azzurri.
In sintesi: basta con questi commenti da disfattisti, perdere una partita non fa mai piacere, figurarsi contro la Francia, ma non c'era nessuna posta in palio, e tutti sanno che l'Italia è una squadra che in amichevole si concede delle pause, ma quando inizia una competizione gioca sempre e solo per vincere. Lasciamo lavorare Prandelli, che in due anni ha già costruito un'identità di gioco e cerca sempre di ottenere il meglio dai ragazzi pur avendoli a disposizione solo per pochi giorni, visti i tantissimi impegni nei club. Se riesce a formare un gruppo completo, con la sua stessa visione del calcio e con la giusta convinzione tecnica e mentale, moduli e uomini diventeranno un problema secondario.
P.S. Tra le note negative ho dimenticato di segnalare i fischi contro l'inno francese, cancellati per fortuna dai numerosi applausi del resto del pubblico. Vogliamo smetterla una volta per tutte con questi comportamenti antisportivi e odiosi, che non hanno nulla a che fare con lo sport serio e con la vera rivalità?