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giovedì 24 settembre 2015

FMF PUB - BIRRA NUMERO 5


Un pub, due amici e due birrette. E le immancabili chiacchiere sul campionato. Vietati i non lo so e i buonismi, la regola numero uno del FMF Pub è esporsi, una risposta netta e ben motivata.
Oggi rispondono alle nostre domande «lavandinØ» (L) e Scarface1732 (S).

1) Che birra ti ordino? 
L: Una Bavaria, media.
S: Una Tennent's, grazie.

2) L'Inter è in fuga. Voglio una percentuale per ogni componente del suo primato tra: gioco, fortuna / episodi a favore, calendario, forza dei singoli.
L: Direi un 40% il calendario, 30% la fortuna e gli episodi favorevoli, un 20% la forza dei singoli e un 10% il gioco.
S: Sicuramente, come dicono in molti, l'Inter non sta esprimendo un gran calcio, ma quello che conta sono i tre punti e indubbiamente i nerazzurri stanno mostrando carattere. La fortuna non esiste, semmai esiste la ricerca continua dell'episodio, e in questo senso l'Inter sta giocando dal primo al novantesimo senza mai mollare. Quindi per me la percentuale si divide in ugual maniera!

3) Milan, Lazio, Roma, Napoli e Juve inseguono con distacchi già importanti. Voglio un nome tra Mihajlovic, Pioli, Garcia, Sarri e Allegri: chi tra questi mister ha le maggiori colpe nel ritardo della propria squadra dall'Inter, e per quale ragione?
L: Penso che le responsabilità più grosse le abbia Garcia: da qualche anno la Roma parte come possibile contendente al titolo e per ora non sta riuscendo ad essere un'antagonista pericolosa. Consideriamo inoltre che quest'anno la rosa è ancora più forte rispetto alla scorsa stagione: con una vera punta là davanti come Dzeko, mi sarei aspettato un inizio migliore.
S: Di primo acchito direi sicuramente Garcia, visto quanto pesantemente ha investito quest'anno la sua società e visto il perdurare dei difetti tecnici e tattici già emersi nella scorsa stagione. Gli altri allenatori, a mio parere, pagano perlopiù scelte di mercato piuttosto discutibili operate dalle loro dirigenze nel corso dell'ultima campagna acquisti.

4) Quale squadra sinora ritieni abbia mostrato il miglior gioco?
L: Da quel che ho potuto vedere, penso che il Torino stia esprimendo un buon calcio: i granata potranno rivelarsi una squadra molto insidiosa per le contendenti alla zona europea, inclusa la più importante.
S: Come godibilità della partita, direi il Torino, visto che Ventura è un mago in tal senso; ma sinceramente ho avuto anche il piacere di apprezzare a livello di gioco il Napoli e, a tratti, la Juve: entrambe pagano l'inesperienza e il poco cinismo sotto porta.

5) Anche la media borghesia degli ultimi anni mostra qualche difficoltà, con Verona, Udinese e Genoa che hanno marcato solamente 3 punti in 5 giornate. Chi tra queste vedi più in crisi e perchè?
L: Il Genoa dopo le partenze di Iago Falque, Bertolacci, Kucka e il rientro per fine prestito di Niang, dubito fortemente possa ripetere la brillante stagione fatta lo scorso anno. Individuo proprio in queste cessioni la motivazione del loro inizio deludente.
S: Udinese e Genoa pagano lo scotto dei tanti acquisti e delle tante cessioni a cui sono sottoposte ogni anno, mentre il Verona ha mantenuto la squadra che la scorsa stagione ha faticato a mantenere la categoria. Probabilmente tutte e tre le società resteranno in Serie A, data la scarsezza mostrata dalle rivali. Se dovessi scegliere quella più in difficoltà indicherei l'Udinese: i giovani scelti non danno garanzie adeguate e Di Natale è abbastanza opaco. Hanno bisogno di una svolta!

6) Ora due nomi, un calciatore che ti ha sorpreso in questo avvio di stagione e uno che ti sta deludendo.
L: Da tifoso juventino ero preoccupato circa il prestito di Cuadrado, pensavo che non avrebbe combinato granchè. Invece vederlo in campo è una gioia per i miei occhi: un ragazzo pieno di fantasia, che è tornato ai livelli del secondo anno alla Fiorentina, quello che ha spinto il Chelsea a sborsare 33 milioni cash e Salah in prestito, pur di averlo in squadra. Sta dando tanta qualità alla manovra offensiva, oltre che una maggiore rapidità di esecuzione. Sono molto contento che la Juve possa esercitare un riscatto molto più basso rispetto a quanto la Fiorentina avrebbe chiesto prima di cedere a caro prezzo il "pacco" al Chelsea. Il prezzo del riscatto fissato a 20 milioni potrà rivelarsi un affare! Per quanto riguarda la delusione, nomino Bertolacci. Il centrocampista romano dovrà fare molto di più per il Milan, e anche se le partite giocate sono state solo due, il suo inizio non è stato così positivo.
S: Seguendo prevalentemente la Juventus, come delusione direi Pogba, che sta dimostrando l'impossibilità nel sostenere le responsabilità che gli sono state messe sulle spalle dopo le cessioni di Pirlo, Tevez e Vidal. Chi mi ha sorpreso, invece, è Carlos Bacca. Il colombiano si è subito adattato al nostro campionato, smentendo così gli esperti che sostengono quanto sia facile andare in gol con le difese spagnole rispetto a quelle italiane!

7) Carpi e Frosinone sembrano le Cenerentole designate del campionato. E' così anche per te, e tra le due, chi vedi meglio?
L: A livello di organico Carpi e Frosinone sono molto indietro rispetto alle altre squadre. Mentre il Carpi può però contare su un attaccante di esperienza come Borriello, il Frosinone non può fare altrettanto. Per cui vedo più avvantaggiati i biancorossi perchè l'attacco per le piccole è fondamentale e Borriello è una punta che se trova il giusto ritmo va tranquillamente in doppia cifra. Sono certo che potrà essere decisivo per un'eventuale lotta salvezza.
S: Sicuramente Carpi e Frosinone non sono come il Sassuolo che esordì in Serie A qualche stagione fa, ma confido che nel prosieguo del campionato possano dire la loro. In particolar modo i due pareggi ottenuti nell'ultimo turno potrebbero dar loro una grossa spinta. Se dovessi scegliere tra le due, vedo meglio il Carpi.

8) Chi tra Fiorentina, Sassuolo, Chievo, Sampdoria e Torino ritieni possa restare nei piani alti della classifica per più tempo?
L: La Fiorentina ha più attitudine a rimanere in alto rispetto alle altre, quindi penso sia sbagliato includerla tra queste squadre. Escludendo i toscani, ritengo che il Toro, come ho già accennato in precedenza, abbia le carte in regola per restare in alto anche sino a maggio.
S: Il Chievo farà il suo classico campionato volto ad ottenere la salvezza, la Fiorentina invece punterà all'Europa, mentre Toro, Samp e finalmente il Sassuolo, sfrutteranno le possibili cadute delle favorite al piazzamento nelle zone europee. Purtroppo, rispetto ai viola, l'organico di queste tre squadre è meno competitivo, ma come sappiamo, il campionato può offrire sempre diverse sorprese!

9) Vuoi salutare qualcuno da casa?
L: Saluto Greggio e la Hunziker, molto più calorosamente la Hunziker, ovviamente! :asd:
S: No! :D

In collaborazione con FMF- Football Manager Forum

lunedì 12 gennaio 2015

GESTO TECNICO O SELFIE?

Immagine tratta da corrieredellosport.it e modificata su befunky.com
Il gesto tecnico è troppo trascurato nel mondo del pallone di oggi. Il calcio dei giorni nostri si serve di ciò che accade dentro al rettangolo di gioco, solo come pretesto per fomentare polemiche da bar o per far sguazzare i tifosi in improbabili sogni di mercato.
Bisognerebbe soffermarsi più sulle giocate, sulle tattiche, sul calcio "reale". Che ha uno spazio marginale e che, in gergo giornalistico, "tira" poco.
Andrebbe celebrata per tutta la settimana la rete del gigante della storia del calcio italiano Francesco Totti, così simile nella coordinazione alla più famosa rovesciata della storia, quella di Carlo Parola, immortalata da oltre 50 anni come simbolo delle figurine Panini.
Ma anche la rete dello spagnolo Joaquin, definita a ragione "alla Del Piero", perchè i gol belli riavvicinano i ragazzi al calcio, più di una cresta, una Bentley e ancor più dell'agente di turno che offre il suo protetto a tutte le squadre della Serie A a rotazione, trovando sempre una che ci casca.
E così la realizzazione di Pogba che doma un pallone rimpallante e lo spedisce in rete, con la coordinazione degna di un campione.
Questo è quello su cui dovremmo soffermarci, di cui dovremmo parlare e vedere e rivedere più di un fuorigioco non fischiato o fischiato che decide le partite da sempre, o un selfie sotto la Sud, che per quanto geniale possa essere, non sarà mai bello come il gol segnato dieci secondi prima, a 38 anni nel "suo" derby.
Il calcio è estetica, è bellezza, ma ha anche il suo "dark side", tutto fatto di polemiche, inciviltà, odio tra i tifosi e sparate di calciomercato. Ed è proprio il suo lato oscuro quello che solletica di più il voyeurismo del tifoso medio italiano. E il gesto tecnico passa in secondo piano, privilegiando il selfie. Purtroppo.

mercoledì 30 luglio 2014

POGBA SR. E I SUOI FRATELLI

Immagine tratta da corrieredelmezzogiorno.it e modificata su befunky.com
Il Pescara ha preso Pogba.
Storia vera.
E non è neppure una gaffe di Tavecchio. E' il fratello maggiore dello juventino Paul, ruolo attaccante, classe '90, esperienze passate Wrexham e Crewe Alexandra, all'anagrafe Mathias Pogba.
In barba alla valorizzazione degli italiani, negli ultimi anni stiamo anche subendo l'invasione dei "fratelli di" giocatori stranieri che militano o hanno militato in passato nel nostro campionato.
Da quando il calcio è a colori, il primo esempio eclatante è stato Maradona. Diego, l'immenso 10 del Napoli, portò nell' 87/88 all'Ascoli il fratellino Hugo. Meteora a tutti gli effetti, il tempo di una figurina Panini e di 13 presenze incolori in bianconero. Un prosieguo di carriera tra Rayo, RapidVienna, Dep.Italia, Fukuoka, Avispa, Toronto e Consadole. Poi fu il turno della dinastia Laudrup, Michael numero 10 di Lazio e Juventus e Brian, che sbarcò in Italia nel 92-93 nella sfortunata annata della retrocessione della Fiorentina e si trasferì l'anno dopo al Milan. Numeri pessimi per una punta: 6 reti totali su 40 presenze. Abedì Pelè è una leggenda del calcio africano, e tra il '94 e il '96 passò per il Torino, due buone annate e bei ricordi lasciati ai tifosi granata. Non altrettanto si può dire del fratellino Kwame Ayew, transitato da Lecce tra il '93 e il '95. 7 reti in 34 apparizioni, e doppia retrocessione consecutiva A-C1.
Strano destino anche quello dell'Ancona. Ben 3 i fratelli d'arte stranieri accolti nelle due esperienze in Serie A dei marchigiani. Si comincia nel '92-'93 con El Raton Zarate (13 presenze e 2 gol), fratello e futuro agente del più celebre Mauro Zarate, ex Inter e Lazio, e si prosegue con Mads Jorgensen, firmato nel 2003, ma con 0 presenze stagionali, fratello dell'ex Udinese e Fiorentina, Martin Jorgensen. Sempre nella stessa stagione sbarca ad Ancona Luis Helguera, 13 presenze, e una discreta carriera di secondo piano in Italia con Udinese e Fiorentina prima e Vicenza poi. Fratello di Ivan Helguera, colonna del Real Madrid, con una fugace apparizione nella Roma di Zeman nel '97-'98 (9 gettoni).
Negli ultimi tempi son sbarcati Digao, fratello di Kakà, un difensore che riuscì, grazie ai buoni uffici familiari, a strappare un contratto pluriennale con il Milan (e passò anche per Rimini, Lecce e Crotone), Burdisso Guillermo, 2 presenze nella Roma del 2010/11, fratello di Nicolas (molti anni italiani tra Inter, Roma e ora Genoa), Nicholas Frey, da 10 anni terzino in Italia tra Legnano, Modena e attualmente Chievo, fratello di Sebastien, portiere di Inter, Verona, Parma, Fiorentina, Genoa, che attualmente sverna in Turchia.
Presenti nella lista anche gli insospettabili Rubinho (portiere di Genoa, Palermo, Livorno, Torino e ora Juventus), fratello di Ze Elias (promessa mai mantenuta tra Inter e Bologna) e la coppia Inacio Pià (ex Napoli, Torino e una decina di altri club italiani)-Joelson (che ha girovagato per anni tra B e C e ha pure 1 gol in A con la Reggina). 
E chiudiamo questo elenco con la saga dei centrocampisti finlandesi Eremenko. Alexei militò 35 volte tra 2004 e 2006 al Lecce, il fratello Roman, sempre in quegli anni 11 volte a Siena e 7 a Udine.
Insomma, è un'invasione di fratelli d'arte. Ma la maggior parte sono meteore, a fronte di uno buono c'è il rovescio della medaglia del fratello bidone. 
E' sempre stato così, con rare eccezioni di coppie di meteore.
Ci perdoni il Pescara e Mathias Pogba, ma una vaga idea su chi dei due sia quello forte e chi il bluff, ce la siamo già fatta.

domenica 19 gennaio 2014

DODICESIMA CON BRIVIDO

Immagine tratta da datasport.it
Il match: Prima di ritorno e la Juve, reduce dalla striscia record di 11 successi consecutivi, se la vede con una Sampdoria tornata tosta e combattiva grazie alla cura Mihajlovic, che ha strapazzato in casa 3-0 l'Udinese nell'ultimo turno. I bianconeri mantengono il solito 3-5-2, unici assenti Pirlo e Bonucci, il primo per turnover (lo sostituisce Marchisio, e direi più che bene), il secondo per un piccolo problema fisico (lo rimpiazza Ogbonna, bene ma non benissimo). Mancano anche De Ceglie e Marco Motta, il primo già al Genoa, il secondo in procinto di raggiungerlo, anche se di queste assenze in pochi si accorgono e si accorgeranno. Samp con il 4-2-3-1, Eder fa l'unica punta, alle sue spalle Gabbiadini come supporto e Bjarnason e Wszolek come disturbo alla manovra avversaria più che supporto alla propria.
La cronaca: Di tutte le sfide casalinghe disputate quest'anno dalla Juve, questa è stata senza dubbio una delle più difficili e impegnative, ben al di là di quanto dica il punteggio. Per 25 minuti i bianconeri sono padroni del campo e impongono i loro ritmi, andando a segno due volte con Vidal (splendida l'azione con assist di Pogba) e Llorente. Poi la Samp reagisce, fa paura e alla fine accorcia con un'autorete di Barzagli su tiro-cross di Gabbiadini. Subito il gol, la Juve rialza il ritmo, Vidal si procura e trasforma il rigore che vale il suo decimo gol in stagione e sembra chiudere la sfida. Nella ripresa invece i blucerchiati mettono in seria difficoltà i padroni di casa, Buffon fa un miracolo su De Silvestri, poi si ripete su Regini ma nulla può su un Gabbiadini abbandonato dalla difesa. Lo stesso Gabbiadini, a proposito di giovani terribili di proprietà bianconera, continua a mettersi in mostra centrando la traversa con un gran tiro da fuori. Ci pensa la solita bordata di Pogba dal limite dell'area a chiudere la sfida e assicurare la dodicesima, sudata vittoria consecutiva alla Juve.
La chiave tattica: Ai fini del risultato è stato decisivo il ritmo che i bianconeri hanno imposto alla gara, e soprattutto la loro capacità di alzarlo subito dopo che la Samp sembrava aver riaperto la sfida. Un'accelerata al momento giusto e arrivano i gol che ricacciano indietro l'avversario, una cosa che solo le grandi sanno fare.
L'uomo partita: Sono in due a contendersi la palma, per ragioni diverse. Vidal la merita per lo splendido primo tempo, con due reti che lo portano a quota 10. Pogba a sua volta va menzionato per la continuità, l'assist con cui permette il primo gol e il destro con cui la chiude. Sta diventando insostituibile, la sua crescita sul mercato è più che motivata.
La sorpresa: Segnaliamo la buona partita di Marchisio come vice Pirlo. Il Principino, soprattutto nel primo tempo, si rende protagonista di una prestazione molto positiva, ed ha il merito di rubare il pallone e servire Vidal in occasione del rigore del 3-1.
La delusione: L'intero blocco difensivo finisce sul banco degli imputati. Barzagli e Chiellini fanno errori non da loro e lasciano spesso libero l'uomo sugli angoli. Dopo Cagliari, altre due reti arrivate su palle inattive, un aspetto su cui occorre lavorare.
La conferma: Fernando Llorente continua a timbrare regolarmente il cartellino, arrivando a quota 8 in campionato. Da inutile a pedina fondamentale nello scacchiere di Conte, com'è strano il calcio...
Classifica: Juve in fuga a 55 punti, con 18 vittorie (10 su 10 in casa), 1 pari e 1 sconfitta. miglior attacco e seconda miglior difesa. Roma a 8 punti, Napoli a 13 con una gara ancora da giocare.
Prossime gare: 21 gennaio Roma-Juventus (Coppa Italia), 25 gennaio Lazio-Juventus, 1° febbraio Juventus-Inter.

giovedì 11 aprile 2013

CHAMPIONS, AUF WIEDERSEHEN!

Immagine tratta da repubblica.it
Si era detto che per ribaltare il pesante 0-2 dell'andata sarebbe servita un'altra Juventus, completamente diversa da quella vista in Germania. Qualcosa di meglio si è oggettivamente visto, ma a conti fatti rimane la sensazione della gara di andata: questo Bayern Monaco era un avversario troppo forte e fuori portata. La grinta, la voglia di fare e la spinta di un meraviglioso Juventus Stadium non sono bastate ad annullare questo gap, a cancellare la differenza di qualità che ad oggi separa di molto le due squadre. 
I tedeschi hanno giocato meglio, non hanno corso quasi nessun rischio, la porta di Neuer rimane inviolata nel doppio confronto, Buffon invece torna a casa con quattro gol di quattro giocatori diversi sul groppone. La foga agonistica tanto voluta da Conte si è spenta lentamente di fronte all'ottimo possesso palla della squadra di Heynckes, che rallentava il ritmo quando la Juve sembrava trovare un po' di abbrivio e lo alzava all'improvviso per cercare di colpirla in contropiede. Robben e Ribery sono signori giocatori, hanno fatto vedere più di una volta che quando cambiano passo sono di un altro livello, i tanto millantati difensori bavaresi hanno retta senza eccessiva fatica ai tentativi di affondo bianconeri, in attacco Gomez e Pizarro fanno panchina, il che è tutto dire sull'ampiezza della rosa a disposizione. Di contro la Juve non è mai riuscita ad imporsi a centrocampo, in attacco ha fatto il solletico ai tedeschi e al netto delle due gare ha tirato sì e no quattro volte in porta, davvero una miseria se si voleva sperare di far breccia nella difesa bavarese. Poco altro da aggiungere, il Bayern è davvero una signora squadra e merita di essere tra le prime quattro d'Europa e di giocarsi la coppa con le grandi orecchie.
La Juventus conclude la sua esperienza europea con un bilancio ugualmente positivo, è tornata ad assaporare il calcio che conta dopo una lunga assenza e ha dimostrato di potersela giocare contro molte avversarie. Ora però bisognerà interrogarsi su molte cose, a partire dal mercato che è stato fatto e che è necessario fare per rinforzare la squadra e portarla davvero a livello delle migliori al Mondo. Non basta essere superiori in Italia per pensare di essere già arrivati in alto, non basta qualche buona riserva per diventare più forti, ci vogliono i campioni veri, e bisogna dire che quest'anno a Torino non se ne sono davvero visti. L'unico che sembra avere le carte in regola per diventare un ottimo giocatore è Pogba, che paga un po' di inesperienza però ha fatto vedere più volte di non temere la pressione e i grandi palcoscenici. Per il resto, poche luci e qualche ombra di troppo dai nuovi arrivati all'ombra della Mole. Asamoah e Isla, arrivati insieme da Udine, non stanno rendendo come ci si aspettava, soprattutto il secondo non si avvicina nemmeno al giocatore ammirato fino alla scorsa stagione in Friuli, mentre il primo era partito bene ma da gennaio a oggi, complice anche la Coppa d'Africa, è notevolmente calato. In attacco, il ritorno di Giovinco non ha sortito gli effetti sperati, la Formica Atomica non riesce proprio ad entrare nel cuore dei tifosi, e soprattutto in Europa paga la differenza di fisico con gli avversari, e in questi casi o hai la tecnica di Messi oppure non vai da nessuna parte. A tutto ciò aggiungiamo il caso Lucio, arrivato quest'estate come grande rinforzo per la difesa e lasciato andare già a dicembre perché non ritenuto utile, e i due desaparecidos Bendtner e Anelka, tuttora dispersi da qualche parte tra le tribune dello Juventus Stadium. Si era parlato per molti mesi di Van Persie, un giocatore che più che mai avrebbe fatto la differenza in Europa e sarebbe stato congeniale al gioco di Conte per le sue caratteristiche. Se ad aprile devi puntare su Padoin, Quagliarella, Matri e Giaccherini vuol dire che obiettivamente c'è bisogno di fare ancora molti aggiustamenti alla rosa. Adesso rimane un campionato da vincere per continuare il nuovo ciclo, e per potersi concentrare davvero sulla Champions League, dopo averla riassaporata quest'anno dopo un lungo digiuno.
Chiudiamo con una panoramica generale su quelle che saranno le semifinali di quest'anno, e che parleranno tedesco e spagnolo. Oltre al Bayern, sono rimaste a contendersi il trofeo il Borussia Dortmund, il Real Madrid e il Barcellona. Possibili tutti gli incroci, con sfide da brivido come i due derby iberico e teutonico o un Real-Bayern rivincita della semifinale dello scorso anno. Delusione per il calcio inglese, che ha perso tutte le sue formazioni già negli ottavi di finale, e non potrà veder rappresentati i suoi colori nella finale di Wembley. Una finale che anche quest'anno, purtroppo, non parlerà italiano.