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mercoledì 10 settembre 2014

FAME, ZAZA E FANTOZZI

Immagine tratta da twitter.com e modificata su befunky.com
Non si subiva gol da due partite di fila da un anno. Non si vincevano due gare in sequenza da un anno. E' questo il biglietto di presentazione di Conte in Nazionale. 
Un doppio 2-0 con Olanda e Norvegia. Qualificazioni all'Europeo iniziate con il piede giusto.
La Nazionale messa ieri in campo è stata la nazionale della fame e non della fama. 
Ranocchia, Astori, Darmian, Florenzi, Giaccherini, DeSciglio, Immobile, Zaza hanno tutti questa caratteristica. Magari sono poco reclamizzati, ma in campo stanno dando il 110%.
Tecnicamente non è stata una grande Italia. A un certo punto, a inizio ripresa diciamo, si notava che mancava qualche piedino un po' più educato della media per i passaggi e gli stop.
Ma si è sopperito con Conte. Scacchiera tattica perfetta. La Norvegia non ha mai tirato in porta, la squadra si è chiusa benissimo. Difesa perfetta. Azzurri aggressivi, di corsa, di lotta.
Gli undici in campo hanno dato l'anima, e ognuno di loro nelle interviste ha sottolineato il merito dell'allenatore. Ponendo come punto di rottura con il passato l'"entrare in campo e sapere esattamente cosa fare". 
Questo era evidente, ogni giocatore aveva il suo compito, chiaro, in fase di possesso e in quella di non possesso.
Belli i movimenti di Zaza e Immobile, i veli, i suggerimenti, tutte mosse simil-Juve provate e riprovate allo sfinimento. 
Son sembrati due giocatoroni. Zaza in particolare, senza proclami e a testa bassa, ha sciorinato un repertorio sconosciuto ai più. 
Il centrocampo avrebbe bisogno di qualche calciatore più tecnico, ma allo stesso tempo dedito al sacrificio. Pasqual è sembrato più incisivo di DeSciglio, con il suo piedino sinistro super educato che in passato ha fatto la gioia di Luca Toni. Dal suo piede infatti è arrivato il cross per il raddoppio di Bonucci. Unica pecca del Capitano della Fiorentina sta nella carta d'identità, che segna 32 primavere. Ma per il resto è forse il miglior crossatore della nostra Serie A. E negli incursori di mediana, si accetteranno volentieri suggerimenti dal Campionato. 
E' chiara poi la scelta dell'unico regista, equivoco tattico che in passato aveva dato qualche problema a Prandelli, facendo stagnare il gioco troppo dietro tra i vari Pirlo, DeRossi, Montolivo e Verratti. Cercare di usare più di uno di questi registi alla volta, potrà essere la nuova sfida di Conte. Assieme magari a quella di Candreva sull'out di destra, per una versione più offensiva del 3-5-2. 
Uno stimolo in più, per cercare continuamente di migliorarsi.
Chiosa per il mite Tavecchio, coraggiosamente presentatosi in tenuta secondo tragico Fantozzi all'intervista Rai. Film del 1976. Tanto per mostrare la sua anima "giovane". Chapeau. 

venerdì 1 novembre 2013

"MAGICA" COME NON MAI

Immagine tratta da laguidadelcalcio.it
Dieci vittorie su dieci partite disputate, record assoluto per la serie A a girone unico, 24 reti realizzate ed appena una subita, porta di casa ancora inviolata e ben 11 giocatori diversi a segno. Basterebbero solo questi pochi numeri per dare un'idea di quanto sia impressionante quello che sta facendo la Roma in questa nuova stagione di serie A. Un inizio spaventoso, imprevedibile alla vigilia e ancor più strabiliante se si pensa al gioco espresso e all'autorità mostrata in campo. Un exploit che ha sorpreso un po' tutti e sta scaldando sempre di più una piazza e una città in cerca di rivincite e risultati dopo una serie di annate deludenti, e che ha radici proprio nel recente passato, tutt'altro che positivo.
La scorsa stagione era stata altalenante e troppo discontinua, con un cambio di allenatore (da Zeman ad Andreazzoli) a campionato in corso, la seconda esclusione consecutiva dalle Coppe Europee e, ciliegina sulla torta amara, la sconfitta nella Finale di Coppa Italia ad opera degli acerrimi rivali della Lazio, che ha ulteriormente inasprito gli animi e incendiato la piazza. Così, per la terza estate consecutiva in casa Roma si è resa necessaria una rivoluzione, in primis nella dirigenza e in panchina, e poi nella rosa di giocatori. Salutato Franco Baldini, con conseguente cessione dei pieni poteri a Walter Sabatini, e dopo qualche no da parte di nomi eccellenti (Mazzarri, Allegri, Blanc), alla fine si è scelto di puntare su un allenatore semisconosciuto in Italia, ma decisamente apprezzato nel suo paese: Rudi Garcia. Francese di chiare origini spagnole, 49 anni, questo tecnico ha al suo attivo un double Scudetto-Coppa nazionale realizzato con il Lilla nel 2011, e come marchio di fabbrica un gioco offensivo e veloce, con tocchi rapidi e di prima e tanto pressing per interrompere sul nascere le manovre avversarie. Carattere forte e idee molto chiare nella testa, Garcia si è subito presentato ai nuovi tifosi come un allenatore sicuro di sé e in grado di fronteggiare un ambiente ostile e ancora scottato per le ultime delusioni. Le sue indicazioni sono state molto utili per ricostruire e sistemare la squadra, con operazioni di mercato chiaramente ispirate alle sue idee tattiche e tecniche. Così è partita la seconda fase della rivoluzione romana, con tante cessioni, qualcuna anche un po' dolorosa, e acquisti in grado di sostituire e possibilmente non far rimpiangere i partenti.
Gli effetti di questo cambiamento, tecnico e di uomini, sono adesso visibili agli occhi. La difesa, l'anello debole degli anni passati, adesso è uno dei fiori all'occhiello del lavoro di Garcia, con un solo gol incassato, peraltro in trasferta. Merito di alcuni acquisti praticamente a costo zero, come il portiere De Sanctis e il terzino Maicon, e un solo investimento oneroso ma ben giustificato come Benatia. Anche centrocampo e attacco sono stati rinforzati secondo il suo credo calcistico, con la geometria di Strootman e la verve e pericolosità di Ljajic e Gervinho, quest'ultimo considerato una punta di livello modesto in Premier e letteralmente rifiorito in Italia. I gol non sono più a carico dei soli attaccanti, sono andati a segno undici marcatori diversi, e soprattutto nessuno è esonerato dal sacrificarsi e dal lavorare per il gruppo. La vera abilità del tecnico francese però è stata quella di rigenerare e ridare fiducia a giocatori che erano in crisi, criticati dalla piazza o addirittura invitati espressamente ad andarsene. Balzaretti è tornato quello di Palermo dopo un anno in cui è stato praticamente assente, De Rossi è di nuovo Capitan Futuro, il leader e l'esempio in mezzo al campo, Pjanic da nemico per la sua (presunta) cena con il laziale Lulic è il regista e l'uomo in più nella costruzione del gioco, Borriello ha ritrovato continuità, si sacrifica e lotta come mai per la squadra, ed è stato decisivo nella decima vittoria, quella di ieri contro il Chievo. Il resto l'ha fatto l'abile regia di Sabatini, che ha sì sacrificato pedine giovani e importanti come Marquinhos e Lamela, oltre agli odiati e ormai indesiderati Stekelemburg e Osvaldo, ma così facendo ha potuto operare meglio sul mercato, chiudendo per la prima volta con un attivo nonostante i tanti cambiamenti in rosa.
Da tutti questi movimenti e cambiamenti, e non solo, sono scaturite queste dieci vittorie consecutive, un record assoluto per la serie A, e soprattutto una mentalità vincente e una convinzione sempre più grande, che candida questa Roma ad essere una seria pretendente per lo Scudetto. L'assenza dalle coppe potrebbe essere un ulteriore vantaggio nel periodo caldo della stagione, quando le rivali saranno ancora in corsa in Europa e potrebbero perdere energie e uomini preziosi. Il futuro è ancora tutto da scrivere, ma di certo con la guida sicura di Garcia e la leadership di simboli come l'eterno, inimitabile Francesco Totti possono mantenere la squadra con i piedi per terra e far sognare ancora a lungo i tifosi, per rendere questa Roma più "magica" che mai.

venerdì 28 giugno 2013

CONFEDERATIONS CUP 2013: PAGELLE NONA GIORNATA

Immagine tratta da focuscalcio.it
Si è giocata anche la seconda semifinale della Confederations Cup, che ha visto purtroppo la sconfitta ai rigori degli azzurri contro la Spagna. Vediamo nel dettaglio il nostro giudizio sulla partita, con le pagelle degli italiani e degli spagnoli, le tattiche e le consuete curiosità.
ITALIA
Tattica: Cambio di modulo e di passo per l’Italia. Difesa a tre e maggiore densità a centrocampo, che unita ad una ritrovata forma fisica blocca la temibile mediana spagnola e spaventa più volte, soprattutto nel primo tempo, i campioni d’Europa e del Mondo. Partita giocata alla grande, la lotteria dei rigori non ci premia, ma la reazione di carattere c’è stata.
Buffon: Incredibile a dirsi, ma il capitano azzurro vive una serata relativamente tranquilla. Non è sicurissimo nel respingere il tiro di Xavi, e ai rigori ne intuisce pochi e non ne prende nessuno. Voto 6.
Barzagli: Non è in forma e si vede dal modo in cui si fa scappare Torres in una delle poche azioni pericolose della Spagna. Sostituito all’intervallo, non è quello ammirato in stagione. Voto 5,5.
Montolivo: Entra e si piazza al fianco di Pirlo, aiutandolo nella costruzione del gioco. A volte è impreciso, ma svolge bene il suo compito e segna il suo rigore. Voto 6.
Bonucci: Prima centrale, poi esterno destro della fatica a tre, gioca una partita discreta, meglio di sicuro rispetto alla gara con il Brasile. Il rigore sbagliato però pesa in maniera decisiva sulla sua partita. Voto 5,5.
Chiellini: Con la difesa a tre si trova davvero a suo agio, copre bene e non lascia mai scappare le punte spagnole. E’ il meno fine della difesa con i piedi, ma per fisico e senso della posizione è il migliore. Voto 6,5.
Maggio: Da terzino sembra un pesce fuor d’acqua, come esterno di centrocampo è tutta un’altra musica. E’ il più pericoloso dei nostri, si vede respingere da Casillas due grandi occasioni, sulla seconda poteva fare meglio. Voto 6,5.
De Rossi (il migliore): Prima supporto di Pirlo, poi centrale di difesa per necessità. Come un anno scorso fa una gran partita contro la Spagna, copre e aiuta a far ripartire l’azione. Segna anche il suo rigore. Voto 7.
Pirlo: Recuperato a tempo di record dai suoi problemi fisici, fa qualche bella giocata ma non è al suo meglio. Rimane comunque il riferimento del centrocampo azzurro, e dal dischetto è freddo e preciso. Voto 6.
Giaccherini: Quello atterrato in Brasile è davvero un giocatore decisivo. Da un gran pallone a Maggio, corre tanto sulla sua fascia e colpisce un palo clamoroso. Il migliore della spedizione finora. Voto 6,5.
Candreva: Schierato titolare da Prandelli, ripaga la sua fiducia con una partita di qualità e di sostanza. Crea molti problemi alla difesa spagnola, e inaugura la serie dei rigori con un bel cucchiaio. Voto 6,5.
Marchisio: Meglio rispetto alle partite precedenti, si muove di più sfruttando gli spazi e in un inserimento sfiora anche la rete. Resta comunque un giocatore in affanno rispetto ad altre occasioni. Voto 6.
Aquilani: Non lascia particolari segni dal suo ingresso in campo, svolge il compitino e ha il merito di realizzare il suo rigore. Voto 6.
Gilardino (il peggiore): Non è Balotelli e si vede, purtroppo per l’Italia. Lotta e si batte con grinta, per carità, ma non riesce mai a pungere davvero la difesa avversaria, bruciandosi la sua chance. Voto 5.
Giovinco: Rigore a parte, dal suo ingresso non si vede molto, stritolato com’è dai due rocciosi centrali avversari. Voto 6.
Prandelli: Cambia modulo per scelta e uomini per necessità, i suoi lo ripagano con una grande partita, rimangono dubbi sulla scelta di portare solo due prime punte in Brasile. Voto 6,5.
SPAGNA
Tattica:
Nonostante l’assenza di Fabregas, non al meglio, Del Bosque ripropone il modulo con due esterni offensivi e sceglie Torres come riferimento d’area. I suoi rischiano di affondare nel primo tempo, con qualche buon innesto la partita rimane equilibrata, poi i rigori gli danno ragione.
I migliori:
-Sarà un caso, ma dall’ingresso in campo di Jesus Navas la musica cambia sulle fasce. Veloce e sgusciante, crea molto più di Silva costringendo ad un maggior lavoro i difensori azzurri. Ha anche il merito di realizzare il rigore che manda la Spagna in finale contro il Brasile. Voto 6,5.
-L’annata a Madrid è stata molto travagliata, ma Del Bosque continua a dargli fiducia e Casillas lo ripaga con una prestazione solida e sicura. Respinge alla meglio le due conclusioni di Maggio, risultando decisivo per il successo della sua squadra, anche se non para nemmeno un rigore. Voto 6,5.
-Dopo tanti anni passati come esterno destro, Sergio Ramos conferma a tutti che il suo ruolo migliore è quello di centrale difensivo. In coppia con Piqué tiene benissimo Gilardino e in generale chiude molto meglio del compagno di reparto sugli assalti italiani. In più segna un gran rigore. Voto 6,5.
I peggiori:
-Dopo essere rimasto spesso in panchina, Silva ha avuto la grande occasione di partire titolare vista l’assenza di Fabregas. Non ha sfruttato minimamente l’occasione, spingendo pochissimo e risultando quasi inesistente. Il suo sostituto Jesus Navas ha stravinto il confronto con lui. Voto 5.
-Lo si dice già da qualche tempo, il punto debole di questa Spagna è il terzino destro Arbeloa. In difficoltà contro Giaccherini, viene spesso saltato dall’esterno azzurro e non riesce mai a spingere in modo continuo. Facile pensare che il suo posto in Nazionale sia uno dei meno sicuri. Voto 5.
-L’anno scorso fece un partitone contro gli azzurri, stavolta invece Jordi Alba è sembrato un giocatore molto più normale. Bravo in fase di spinta, soffre tremendamente quella difensiva, che non è poco per un terzino. Lascia due volte Maggio contro Casillas, per sua fortuna l’azzurro non ne approfitta. Voto 5,5.
Del Bosque: Da fiducia a Silva e Torres e conferma il modulo che è ormai il marchio di fabbrica spagnolo. Indovina il cambio inserendo Navas e finisce la partita giocando con Martinez come “falso nueve”. Qualche crepa nella squadra che ha vinto tutto si vede, ma la vittoria alla fine è ancora sua. Voto 6.
Curiosità: Una volta gli spagnoli avevano una sorta di complesso d’inferiorità verso l’Italia, adesso sembra l’opposto. Una sola vittoria negli ultimi nove scontri con gli iberici, a fronte di cinque pari e tre sconfitte. In competizioni ufficiali non battiamo la Spagna dal 1994, 2-1 nei Quarti di Finale del Mondiale americano.



domenica 23 dicembre 2012

PAGELLARIO SERIE A: DICIOTTESIMA GIORNATA

Immagine tratta da epicfootball.org
La serie A è quasi arrivata al giro di boa, con le partite di ieri si chiude ufficialmente l'anno solare 2012, e nella ripresa di gennaio si giocherà l'ultima partita di questo interessante girone di andata. Vediamo un po' chi sono i migliori e i peggiori di quest'ultima giornata di campionato.
MIGLIORI
Romulo Eugenio Togni: Da perfetto Carneade, ad eroe per una notte. Il brasiliano del Pescara è l'autore del gol che decide la sfida contro il Catania a tempo ampiamente scaduto, e che regala tre punti preziosissimi alla formazione abruzzese. Non più giovanissimo visti i suoi trent'anni da poco compiuti, Togni ha giocato a lungo nelle serie minori del calcio italiano, con una brevissima puntata in serie B ad Arezzo, senza successo. L'anno scorso, Zeman l'ha portato a Pescara per farlo diventare il regista del suo centrocampo, ma l'esplosione di Verratti l'ha relegato in secondo piano. Questa stagione era iniziata male, Stroppa non lo vedeva e lo mandava regolarmente in tribuna, la cessione nel mercato di gennaio sembrava più che una certezza. Poi, con l'arrivo di Bergodi è diventato titolare inamovibile del centrocampo biancoazzurro, e dopo il gol di sabato sera difficilmente lascerà il suo posto. Voto 7.
Alessandro Matri: Nel valzer delle punte bianconere, stavolta tocca al centravanti di scuola Milan prendersi il proscenio per una notte e diventare il protagonista della vittoriosa rimonta della Juve sul Cagliari, sua ex squadra. Lo scorso anno, anche se con prestazioni altalenanti e con un lungo digiuno nella seconda parte di stagione, era stato il capocannoniere dei torinesi in campionato, e aveva segnato gol pesanti nella vittoria dello scudetto. In questa stagione, con il ritorno di Giovinco e le buone prestazioni di Quagliarella, è diventato di fatto la quarta punta della formazione di Conte, e si è accontentato di poche apparizioni, spesso deludenti. Sabato sera, con il suo ingresso in campo ha dato in qualche modo la scossa alla squadra, e con la sua doppietta ha ribaltato il risultato, regalando altri tre punti alla capolista. Qualcuno dice che a gennaio potrebbe partire, ma se recupera fiducia e continuità è probabile che la Juve decida di tenerlo e dargli ancora qualche opportunità. Voto 8.
Stevan Jovetic: Era da un po' che il talento montenegrino non si meritava una citazione nel nostro pagellario, anche per via di alcuni infortuni che lo avevano tenuto lontano dal campo di gioco. JoJo è la stella indiscussa di una squadra che a ogni partita regala gol e spettacolo ai suoi tifosi, esempio perfetto di un mercato equilibrato e giudizioso e di un calcio che cerca il risultato attraverso il bel gioco. A Palermo, Jovetic ha fatto vedere di essere molto vicino alla forma migliore, giocando un'ottima partita e impreziosendola con due gol, il secondo con un preciso "cucchiaio" su calcio di rigore. Oltre alle reti, colpisce il grande lavoro che il ragazzo fa per la sua squadra, con movimenti e giocate che creano sempre pericoli alle difese avversarie e propiziano  le reti dei suoi compagni. Con lui, la Fiorentina si mantiene tra le grandi di questo campionato, e lo fa con pieno merito. Voto 7,5.
Daniele De Rossi: Dopo tante polemiche in questi ultimi mesi, con panchine mai digerite e prestazioni in campo poco convincenti, il centrocampista della Roma torna finalmente protagonista nel suo stadio. Il suo rapporto con Zeman non è stato idilliaco in questa stagione, con il giocatore che non si è adattato facilmente ai dettami tattici del boemo, che per contro gli ha spesso preferito il giovane Tachtsidis o Bradley. Le voci di mercato sul conto di Capitan Futuro si sono sprecate, nonostante un rinnovo di contratto appena firmato e l'amore incondizionato dei suoi tifosi, ma la risposta migliore poteva arrivare solo dal campo. Finalmente titolare contro il Milan, De Rossi ha giocato una partita solida e concreta, con tanto lavoro in copertura e ottime verticalizzazioni in attacco, come quella che ha regalato il 3-0 a Lamela. Se rimane a questi livelli può essere la ciliegina sulla torta di una squadra che sta diventando sempre più sicura e concreta. Voto 7,5.
PEGGIORI
Marko Livaja:
Dopo le buone prestazioni in Europa League, che gli sono valse in qualche modo il ruolo di vice-Milito, difficilmente il giovane attaccante croato dell'Inter dimenticherà la partita contro il Genoa. Ragazzo di ottime prospettive, che ha fatto vedere più volte di avere buone qualità e un ottimo fiuto del gol, Marko si è messo in luce già nella scorsa stagione, quando ha conquistato il Campionato Primavera e la NextGen Series, una sorta di Coppa dei Campioni per Under 19, con la squadra giovanile dei nerazzurri. Promosso in prima squadra da Stramaccioni, ha dato buone risposte in Europa League, quando ha spesso giocato da titolare, ma in campionato non ha ancora trovato la gioia del suo primo gol. Contro il Genoa ha avuto sui piedi il pallone della vittoria, ma ha clamorosamente fallito l'occasione colpendo il palo a pochi passi dalla porta sguarnita. Se vuole diventare un grande attaccante, dovrà evitare di ripetere simili errori. Voto 5.
Anselmo: Nella stessa partita in cui Livaja fallisce il più clamoroso dei gol, un altro giocatore sale alla ribalta per una prestazione non certo memorabile. Il centrocampista brasiliano del Genoa, infatti, riesce nella difficile impresa di entrare in campo, farsi ammonire dopo pochi secondi per una goffa simulazione, e giocare poi talmente male da essere sostituito prima della fine. Primo colpo di mercato nella breve esperienza ligure di Lo Monaco, che lo aveva notato in Brasile già quando lavorava a Catania, Anselmo viene dal Palmeiras, anche se non è mai stato un titolare di questa squadra e viene da due stagioni in prestito in formazioni minori. A Genova non ha lasciato grandi tracce della sua presenza fino a questo momento, con De Canio ha trovato poco spazio e spesso da subentrante, con Delneri i suoi minuti si sono ulteriormente ridotti. Il mercato di gennaio potrebbe sancire la fine della sua esperienza italiana, tutt'altro che memorabile. Voto 4,5.
Emanuele Calaiò: Le grandi prestazioni della scorsa stagione sembrano un lontano ricordo per il centravanti palermitano del Siena, che sta vivendo un periodo piuttosto difficile. Alla sua quinta stagione con la formazione toscana, l'attaccante ha con il tempo conquistato la fiducia e il rispetto dei suoi tifosi a suon di gol e prestazioni di cuore e grinta, confermando quanto di buono aveva fatto vedere a Pescara e a Napoli. Lo scorso anno formava una temibile coppia d'attacco con Mattia Destro, ed è stato a lungo capocannoniere della squadra prima di fermarsi per infortunio. Quest'anno non sta vivendo un grande momento, poche le reti messe a segno, e soprattutto una lunga astinenza che dura ormai da otto partite consecutive. Nell'ultima partita, contro il Napoli, è rimasto ancora una volta a secco, con pochissimi palloni giocabili, e ha completato la pessima giornata rimediando un'espulsione evitabilissima. Senza i suoi gol, la salvezza sarà un miraggio per questo Siena. Voto 5.
Mario Yepes: I ragazzini terribili della Roma di Zeman fanno girare la testa all'esperto difensore del Milan, che trascorre una vera e propria serata da incubo. Schierato al centro della difesa con Mexes, in quella che Allegri ritiene la coppia più affidabile di centrali vista l'assenza dell'infortunato Bonera, il colombiano non risponde nel modo migliore alle aspettative del suo tecnico. C'è il suo zampino praticamente in tutti i gol subit dai rossoneri: perde Burdisso su calcio d'angolo, si fa sovrastare da Osvaldo, tiene in gioco Lamela sul passaggio di De Rossi e infine concede ancora troppa libertà al giovane argentino. Se si pensa che fino alla scorsa stagione al centro della difesa milanista giganteggiavano Nesta e Thiago Silva, il confronto è davvero impietoso. Se la difesa non da sicurezza, i sogni di rimonta in campionato rischiano di rimanere tali. Voto 4.
Auguri di un felice Natale e di un buon inizio di 2013 a tutti i lettori!

lunedì 12 novembre 2012

PAGELLARIO SERIE A: DODICESIMA GIORNATA

Immagine tratta da affarando.it
Siamo arrivati alla dodicesima giornata di serie A 2012-13, e non poteva mancare il nostro appuntamento con la rubrica che premia i migliori e i peggiori del giorno. Vediamo chi abbiamo scelto per quest'occasione.
MIGLIORI
Fabio Quagliarella: Il suo pezzo forte sono sempre stati i gol difficili, in acrobazia, e l'esperto attaccante napoletano se n'è ricordato anche a Pescara, dove ha fatto vedere tutta la sua qualità. Ottima partita per Quagliarella, che sfrutta l'occasione da titolare per mettere a segno una tripletta, a cui aggiunge anche l'assist per Giovinco e l'intervento, comunque decisivo, sulla rete di Asamoah. Spettacolare in particolare la terza e ultima rete, una fantastica sforbiciata in spazi davvero ristretti, un pezzo di bravura assoluto che ha strappato applausi a tutto lo stadio. Dopo la scorsa stagione tribolata e un inizio d'anno con poca considerazione, il bomber ha riguadagnato fiducia personale e nelle scelte di Conte, che lo considera un ottimo partner per l'inamovibile Vucinic. Se continua a segnare con questi ritmi, sarà difficile rimandarlo in panchina. Voto 8,5.
Paulo Dybala: Quando in molti facevano notare al presidente Zamparini l'assenza di qualità nella sua squadra, lui rispondeva: "Abbiamo Dybala!" Arrivato con grandi aspettative dalla serie B argentina, questo ragazzo nemmeno diciannovenne aveva avuto poco spazio finora e sembrava faticare ad abituarsi al calcio italiano. Ieri, l'assenza di Miccoli gli ha consentito di indossare la maglia da titolare contro la Sampdoria, e lui ha risposto alla grande: una doppietta, almeno altre due occasioni importanti mancate e tante giocate interessanti. Con una buona gestione e l'appoggio di giocatori esperti come Miccoli e Brienza può crescere tanto e diventare l'ennesima grande scoperta di Zamparini e dei suoi esperti di mercato. Voto 8.
Borja Valero: L'avevamo già elogiato in precedenza, e non possiamo far altro che tornare a tessere le lodi di questo centrocampista spagnolo, arrivato in Italia un po' in sordina ma che si sta dimostrando un valore aggiunto per la Fiorentina di Montella. L'ex giocatore del Villarreal sta diventando un punto fermo nella linea mediana della viola, non solo per la grinta e la determinazione con cui lotta su ogni pallone, ma anche e soprattutto per le indubbie qualità di palleggio e di gioco. Straripante a livello fisico, Valero ha dato un'altra dimostrazione di forza nella sfida di San Siro contro il Milan, dominando il centrocampo e realizzando un gol che è un misto di tecnica, determinazione e lucidità. Se la Fiorentina sogna un piazzamento importante in questo campionato lo deve anche a lui. Voto 7,5.
Gabriele Angella: Per una volta, l'eroe in casa Udinese non è il solito Totò Di Natale, ma questo giovane difensore di appena ventitre anni, che per un giorno si traveste da bomber e realizza addirittura una doppietta. Cresciuto nel fertile vivaio dell'Empoli, finora aveva trovato pochissimo spazio in due stagioni di serie A, e anche quest'anno le occasioni di mettersi in mostra erano state poche per lui. Titolare contro il Chievo per le assenze di Domizzi e Benatia, ieri Angella ha giocato bene in difesa, ma è stato decisivo soprattutto in attacco, segnando le due reti che hanno permesso ai suoi di portare a casa un punto prezioso. Bellissima anche la dedica finale ad un amico speciale: lo sfortunato Morosini, scomparso tragicamente nemmeno un anno fa. Davvero una domenica perfetta per lui. Voto 7,5.
PEGGIORI
Giovanni Stroppa: Serata estremamente negativa per l'ex fantasista e pupillo di Zeman, che con il suo Pescara incassa un pesante 1-6 in casa contro la Juventus. La differenza di valori tra le due squadre si conosceva, ma un passivo così duro deve sicuramente far riflettere qualcuno, in primis il tecnico degli abruzzesi, che sta cercando ancora il modulo e gli uomini giusti per arrivare alla salvezza. La difesa a 3 ha lasciato molti dubbi, rivelandosi un handicap più che un vantaggio, e uomini tecnici come Weiss e Caprari avrebbero forse meritato più spazio. Ma Stroppa deve lavorare soprattutto sul carattere dei suoi ragazzi, apparsi molli e troppo fragili mentalmente per cercare di competere con i bianconeri. Senza un po' di grinta e di voglia di lottare, la salvezza sarà davvero un'impresa. Voto 4.
Alexandre Pato: In settimana tutti l'avevano dato per rinato, dopo il gol realizzato contro il Malaga, accompagnato da una prestazione piuttosto confortante. Tutti al Milan aspettavano la sfida contro la Fiorentina per avere altre risposte positive dal Papero, a secco di gol in campionato da quasi un anno. Lui però ha tradito le attese, disputando una partita estremamente negativa e mostrando ancora una volta i preoccupanti limiti degli ultimi tempi. Pochi spunti, pochissime giocate tentate, grinta sotto i tacchi, e a completare l'opera un rigore sparato malamente in curva. Inevitabile la sostituzione durante l'intervallo, e inevitabile continuare a chiedersi che fine abbia fatto il promettente attaccante su cui si fondavano le speranze di rinascita rossonere. Voto 4.
Mauro Goicoechea-Ivan Piris: Meritano una citazione negativa ex-aequo i due giocatori della Roma, assolutamente decisivi in negativo in questo derby della capitale. Il giovane portiere, titolare per l'infortunio di Stekelenburg ma in netta ascesa nelle preferenze di Zeman, regala a Candreva il pareggio con un intervento goffo e grossolano, non giustificabile solo con la pioggia. Il terzino destro paraguaiano fa un deciso passo indietro dopo le ultime partite ben giocate, fornendo di fatto l'assist a Mauri sul terzo gol della Lazio, e mostrando in generale parecchi limiti in fase difensiva. La fase difensiva è sempre stata un problema per le squadre di Zeman, ma in questo caso è difficile dare colpe al boemo. I due giocatori sono molto giovani e alla prima esperienza in Europa, devono ancora maturare molto per diventare protagonisti nella nostra serie A. Voto 4,5 per entrambi. 
Daniele De Rossi: Nella storia di questo derby è giusto riservare un capitolo a parte per il campione giallorosso, che diventa uno dei protagonisti della partita ma non lo fa certamente nel modo che sperava. Rispetto ai suoi compagni di squadra, lui disputa una buona partita nel primo tempo, e sembra deciso a sfruttare al massimo l'opportunità da titolare che Zeman gli concede. Poi, proprio nel recupero del primo tempo, Capitan Futuro si macchia di un gesto bruttissimo, colpendo Mauri con un pugno e meritandosi una sacrosanta espulsione. Un comportamento simile non è degno di un giocatore del suo livello, nessuna giustificazione regge di fronte a un'azione che c'entra poco con lo sport. L'esclusione dalla Nazionale e una lunga squalifica potrebbero giovare a De Rossi per ritrovare la tranquillità e lasciarsi alle spalle questa brutta domenica. Voto 3.

domenica 10 giugno 2012

EURO 2012: PAGELLE TERZA GIORNATA

Immagine tratta da sporteconomy.it

Ecco le pagelle della terza giornata di questi Europei 2012. Vista la presenza dell'Italia, mi permetto di dare i voti a ciascuno degli azzurri e all'allenatore, oltre ai soliti migliori e peggiori e alle curiosità.
ITALIA
Buffon: Sicuro in uscita e nelle prese, fa alcuni interventi importanti per mantenere il risultato. Incolpevole sul gol. Voto 6,5.
Bonucci: Prova discreta, con l'aiuto di Maggio riesce a tenere bene la posizione. Prende un giallo stupido, deve essere più attento. Voto 6.
De Rossi (il migliore): Arretrato al centro della difesa, chiude bene e imposta il gioco. Senza dubbio il più positivo degli azzurri. Voto 7.
Chiellini: Regge abbastanza bene, anche se l'ingresso di Navas e Torres gli crea qualche grattacapo in più. Se la cava con grinta e atletismo. Voto 6.
Maggio: Meglio come esterno che come terzino, si riscatta in parte dagli errori contro la Russia. Spinge poco, può ancora migliorarsi. Voto 6.
Thiago Motta: Mette ordine in mezzo al campo, ha una grande occasione di testa, ma gioca con lentezza eccessiva, e a volte corre rischi che andrebbero evitati. Voto 5,5. 
Nocerino: gioca solo il recupero. Sv.
Pirlo: Il faro del centrocampo, dai suoi piedi passano le azioni importanti degli azzurri. Innesca Di Natale in occasione del gol. Voto 6,5.
Marchisio: Tanto atletismo, ha meno spazio che nella Juve ma tiene bene. Nel finale ha una buona occasione ma arriva stanco al momento del tiro. Voto 6.
Giaccherini: Un po' timido in fase offensiva, cerca di dare una mano dietro, ma sul gol tiene in gioco Fabregas. Da rivedere in questo ruolo. Voto 5,5.
Cassano: Alcuni sprazzi dei suoi, si vede che atleticamente non è al top. Impegna un paio di volte Casillas, deve essere più concreto. Voto 6. 
Giovinco: Entra quando la pressione spagnola aumenta. Un bel pallone per Di Natale, per il resto si vede poco. Voto 5,5.
Balotelli (il peggiore): Nervoso nel primo tempo, si addormenta davanti a Casillas sprecando una grande occasione. Sostituito, ci aspettiamo una reazione già dalla prossima gara. Voto 5.
Di Natale: Entra e subito sblocca la gara con freddezza e precisione. Si rende ancora pericoloso, può essere una valida alternativa in attacco. Voto 6,5.
Prandelli: I suoi ragazzi reagiscono alle critiche con una buona prestazione. De Rossi difensore alla fine convince, meno la gestione dei cambi e del vantaggio. Esordio positivo, su cui si può costruire qualcosa d'importante. Voto 6,5.
SPAGNA
Il Migliore: Tra i tanti piedi buoni del centrocampo, spiccano quelli di Iniesta. Decisivo nel Mondiale 2010, Don Andres si  conferma di una tecnica superiore, ha un tocco di palla che incanta, crea pericoli a ogni azione. Non fa rimpiangere gli oltre 60 minuti senza una punta di ruolo. Voto 7.
Il Peggiore: La parte vulnerabile della Spagna è la difesa, e in particolare Arbeloa a destra non convince. Soffre gli attacchi degli azzurri, si fa puntare troppo spesso e in attacco non appoggia granché i compagni. Se al Real pensano ancora a Maicon forse un motivo c'è...Voto 5,5.
Curiosità: Niente punte di ruolo in campo, tre trequartisti ad alternarsi in fase offensiva. La Spagna emula il modulo del Barcellona e lo esaspera rinunciando per 60' e più agli attaccanti. Torres non è quello dei bei tempi, ma con il suo movimento crea comunque pericoli per gli avversari. Esperimento da rivedere...
IRLANDA
Il Migliore: Nella mediocrità dell'esordio irlandese, si salva solo il centrale difensivo St.Ledger. Il suo unico merito, in realtà, è quello di mettere in rete il pallone del momentaneo pareggio. Per il resto, soffre insieme ai compagni ad ogni accelerazione dei Croati. Bravo, ma non certo una roccia. Voto 6.
Il Peggiore: Tra i tanti a steccare, sicuramente possiamo citare McGeady. L'esterno offensivo non si vede praticamente mai, e senza le sue accelerazioni la squadra del Trap perde tantissimo in fase di attacco. Anonimo, molto meglio il suo sostituto Cox. Voto 5.
CROAZIA
Il Migliore: L'infortunio di Olic è un problema? Sembra proprio di no, vista l'ottima forma di Mandzukic. In coppia con Jelavic, l'attaccante del Wolfsburg dimostra di essere in ottima forma, segnando in pratica un gol e mezzo. Occhio Italia, davanti la Croazia ha un'arma in più. Voto 7.
Il Peggiore: Titolare fisso nella squadra di Bilic, oggi Corluka ha tradito un po' la fiducia del suo mister. Sul gol dell'Irlanda, si fa superare come un principiante da St.Ledger, e anche in seguito si mostra nervoso e non perfetto in difesa. Può essere un punto debole da sfruttare. Voto 5,5.
Curiosità: Gli esordi all'Europeo si confermano sfortunati per Trapattoni. Nel 2004, la sua Italia fece 0-0 contro la Danimarca, nel match ormai noto per lo sputo di Totti a Poulsen. Sappiamo bene come finì quel torneo per gli azzurri, il Trap può cominciare a fare gli scongiuri...
A domani con le nuove pagelle!

sabato 2 giugno 2012

L' ERRORE

Immagine tratta da gazzetta.it e modificata su cartoonize.net
L' Italia esce con le ossa rotte dalla prima ed unica amichevole pre-Europei della gestione Prandelli. A Zurigo la Russia vince inaspettatamente con un largo 3-0.
Nella mezzora finale le tre reti: al 60' Kerzhakov, al 75' Shirokov che sfrutta un erroraccio di De Sanctis e ancora lo stesso Shirokov fissa il punteggio sul tre a zero finale ad un minuto dal termine.
Prandelli subito minimizza il rovescio (il più pesante dopo la sconfitta con l' Olanda della gestione Donadoni), bollando la sconfitta come "una batosta che farà bene", ma c'è dell' altro.
Anche oltre la difesa in bambola. Sembrava di vedere la Roma di Luis Enrique, con i terzini costantemente fuori luogo ed in ritardo nei ripiegamenti, con un Bonucci in stato confusionale.
Ma c'è dell' altro, anche in fase di possesso palla e di costruzione del gioco, la squadra sembrava spaccata in due tronconi: Balotelli e Cassano in avanti e tutti indietro, a verticalizzare da lontanissimo.
Perchè? E' presto detto: il centrocampo titolare dovrebbe essere De Rossi, Pirlo, Marchisio e Montolivo, posizionati a rombo.
Riflettendo sulle posizioni da loro occupate nelle squadre di club, noteremo che 3 su 4 giocano davanti alla difesa, pronti ad impostare il gioco: De Rossi nella Roma, Montolivo nella Fiorentina ed infine Pirlo nella Juventus. E' per questo che il gioco azzurro risulta troppo schiacciato verso il basso, per via delle inclinazioni naturali di posizione assunte dai suddetti calciatori, e le verticalizzazioni partono da lontano per ovvia conseguenza.
I successi della Juve sono nati dalla libertà assoluta di Pirlo, che per essere garantita e sfruttata al massimo, ha necessitato di un cambio di modulo per offrirgli due scudieri, Vidal e Marchisio di quantità e qualità. Nell' Italia, Pirlo non ha tutta la libertà che gode in bianconero, e spesso si pesta i piedi con De Rossi o Montolivo (eterna promessa sempre ancora acerba).
La critica già invoca il 3-5-2 di matrice bianconera, e il ct pare ci stia pensando.
Buffon, Chiellini, Bonucci, Barzagli, Lichtsteiner, Marchisio, Pirlo, Vidal, De Ceglie, Vucinic, Quagliarella sono tanto più forti di Buffon, Chiellini, Bonucci, Barzagli, Maggio, Marchisio, Pirlo, De Rossi, Balzaretti, Cassano, Balotelli? 
Non crediamo, dunque largo allo schema Juve per liberare Andrea Pirlo e largo al gioco simil juventino che quest' anno ha incantato in tutti gli stadi d' Italia.
Prima di rimediare ulteriori batoste, in un periodo che già fuori dal campo, ce ne regala una al giorno. Prandelli che è uomo saggio, saprà seguire questa linea.
Scommettiamo?



martedì 10 aprile 2012

USA E (PRO)GETTA?


E' un Luis Enrique deciso e che fa scudo ai propri giocatori, quello che si è presentato alla conferenza stampa pre Roma-Udinese.
Ergendosi da parafulmine per l' ennesima volta contro una stampa capitolina sempre pronta a creare bufere attorno alla squadra e sempre pronta a far trapelare ogni dissidio interno alla spogliatoio giallorosso, si è dichiarato unico colpevole dell' incostanza di rendimento della sua Roma.
La stampa romana non protegge i giocatori, è troppo esigente con una squadra che si sta rinnovando, attraverso giovani che non conoscono ancora bene il campionato italiano, e che ovviamente faticano a sostenere una pressione come quella che si crea attorno alla Roma.
Bisogna dar tempo a Luis Enrique, che sì farà i suoi errori, ma ha mostrato idee concrete e sprazzi di bel gioco. La tappa successiva per l' allenatore di Gijon, sarà rendere la squadra non senatori-dipendente. Infatti gli ultimi tonfi clamorosi, quello di Bergamo con l' Atalanta e quello di Lecce, sono arrivati appena la Roma era orfana rispettivamente di De Rossi (per dissidi col mister) e di Totti (per infortunio).
Evidentemente il progetto di Luis Enrique ha bisogno di una correzione, in fase difensiva è deficitario, due difensori centrali più De Rossi per contenere il contropiede avversario sono troppo pochi, a meno che essi non siano formidabili, come i Nesta e Cannavaro della Nazionale di qualche tempo fa. 
Devono essere veloci, affiatati, concentrati e con un ottimo senso della posizione.
Juan e Burdisso prima ed Heinze e Kjaer poi, non hanno assolutamente risposto a questi requisiti.
Inoltre ci vuole un' attenzione particolare ai calci piazzati e soprattutto ai calci d' angolo, altro tallone d' Achille dei giallorossi.
E la fase offensiva dovrà essere più veloce e più incisiva, ma questo si otterrà soprattutto con la conoscenza tra i calciatori stessi e con il tempo.
E il futuro potrà essere dalla parte di Luis Enrique, che comunque ha 42 anni, di Lamela (20), di Bojan (21), Josè Angel (22), Pjanic (22), Borini (21), Viviani (20), che comunque hanno fatto vedere ottime cose per la loro età. Ed alcuni di loro come Lamela, Bojan, Pjanic e Borini potranno essere dei crack futuri senza ombra di dubbio.
In Italia si parla tanto che non si punta sui giovani,ed appena una squadra lo fa, con scontati risultati altalenanti, non si fa che sparargli addosso.
La Roma è in corsa per un piazzamento europeo, è davanti all' Inter, che partiva per vincere.
E' a 1 punto dal Napoli. La stagione è più che buona, e un piazzamento anche in Europa League sarebbe un ottimo risultato. 
Ci vuole pazienza, le basi ci sono, il gioco c'è. Serve tranquillità, ciò che spesso a Roma è mancato, e dar tempo all' allenatore, senza chiederne le dimissioni ad ogni rovescio.
Serve tempo per verificare se questo progetto made-in-Usa non sia un altro progetto usa-e-getta Italian style.