venerdì 1 novembre 2013

"MAGICA" COME NON MAI

Immagine tratta da laguidadelcalcio.it
Dieci vittorie su dieci partite disputate, record assoluto per la serie A a girone unico, 24 reti realizzate ed appena una subita, porta di casa ancora inviolata e ben 11 giocatori diversi a segno. Basterebbero solo questi pochi numeri per dare un'idea di quanto sia impressionante quello che sta facendo la Roma in questa nuova stagione di serie A. Un inizio spaventoso, imprevedibile alla vigilia e ancor più strabiliante se si pensa al gioco espresso e all'autorità mostrata in campo. Un exploit che ha sorpreso un po' tutti e sta scaldando sempre di più una piazza e una città in cerca di rivincite e risultati dopo una serie di annate deludenti, e che ha radici proprio nel recente passato, tutt'altro che positivo.
La scorsa stagione era stata altalenante e troppo discontinua, con un cambio di allenatore (da Zeman ad Andreazzoli) a campionato in corso, la seconda esclusione consecutiva dalle Coppe Europee e, ciliegina sulla torta amara, la sconfitta nella Finale di Coppa Italia ad opera degli acerrimi rivali della Lazio, che ha ulteriormente inasprito gli animi e incendiato la piazza. Così, per la terza estate consecutiva in casa Roma si è resa necessaria una rivoluzione, in primis nella dirigenza e in panchina, e poi nella rosa di giocatori. Salutato Franco Baldini, con conseguente cessione dei pieni poteri a Walter Sabatini, e dopo qualche no da parte di nomi eccellenti (Mazzarri, Allegri, Blanc), alla fine si è scelto di puntare su un allenatore semisconosciuto in Italia, ma decisamente apprezzato nel suo paese: Rudi Garcia. Francese di chiare origini spagnole, 49 anni, questo tecnico ha al suo attivo un double Scudetto-Coppa nazionale realizzato con il Lilla nel 2011, e come marchio di fabbrica un gioco offensivo e veloce, con tocchi rapidi e di prima e tanto pressing per interrompere sul nascere le manovre avversarie. Carattere forte e idee molto chiare nella testa, Garcia si è subito presentato ai nuovi tifosi come un allenatore sicuro di sé e in grado di fronteggiare un ambiente ostile e ancora scottato per le ultime delusioni. Le sue indicazioni sono state molto utili per ricostruire e sistemare la squadra, con operazioni di mercato chiaramente ispirate alle sue idee tattiche e tecniche. Così è partita la seconda fase della rivoluzione romana, con tante cessioni, qualcuna anche un po' dolorosa, e acquisti in grado di sostituire e possibilmente non far rimpiangere i partenti.
Gli effetti di questo cambiamento, tecnico e di uomini, sono adesso visibili agli occhi. La difesa, l'anello debole degli anni passati, adesso è uno dei fiori all'occhiello del lavoro di Garcia, con un solo gol incassato, peraltro in trasferta. Merito di alcuni acquisti praticamente a costo zero, come il portiere De Sanctis e il terzino Maicon, e un solo investimento oneroso ma ben giustificato come Benatia. Anche centrocampo e attacco sono stati rinforzati secondo il suo credo calcistico, con la geometria di Strootman e la verve e pericolosità di Ljajic e Gervinho, quest'ultimo considerato una punta di livello modesto in Premier e letteralmente rifiorito in Italia. I gol non sono più a carico dei soli attaccanti, sono andati a segno undici marcatori diversi, e soprattutto nessuno è esonerato dal sacrificarsi e dal lavorare per il gruppo. La vera abilità del tecnico francese però è stata quella di rigenerare e ridare fiducia a giocatori che erano in crisi, criticati dalla piazza o addirittura invitati espressamente ad andarsene. Balzaretti è tornato quello di Palermo dopo un anno in cui è stato praticamente assente, De Rossi è di nuovo Capitan Futuro, il leader e l'esempio in mezzo al campo, Pjanic da nemico per la sua (presunta) cena con il laziale Lulic è il regista e l'uomo in più nella costruzione del gioco, Borriello ha ritrovato continuità, si sacrifica e lotta come mai per la squadra, ed è stato decisivo nella decima vittoria, quella di ieri contro il Chievo. Il resto l'ha fatto l'abile regia di Sabatini, che ha sì sacrificato pedine giovani e importanti come Marquinhos e Lamela, oltre agli odiati e ormai indesiderati Stekelemburg e Osvaldo, ma così facendo ha potuto operare meglio sul mercato, chiudendo per la prima volta con un attivo nonostante i tanti cambiamenti in rosa.
Da tutti questi movimenti e cambiamenti, e non solo, sono scaturite queste dieci vittorie consecutive, un record assoluto per la serie A, e soprattutto una mentalità vincente e una convinzione sempre più grande, che candida questa Roma ad essere una seria pretendente per lo Scudetto. L'assenza dalle coppe potrebbe essere un ulteriore vantaggio nel periodo caldo della stagione, quando le rivali saranno ancora in corsa in Europa e potrebbero perdere energie e uomini preziosi. Il futuro è ancora tutto da scrivere, ma di certo con la guida sicura di Garcia e la leadership di simboli come l'eterno, inimitabile Francesco Totti possono mantenere la squadra con i piedi per terra e far sognare ancora a lungo i tifosi, per rendere questa Roma più "magica" che mai.

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