lunedì 4 novembre 2013

CHE CONFUSIONE

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Lazio-Cagliari 2-0, Cagliari-Bologna 0-3, Verona-Cagliari 2-1.
Tre su tre in una settimana, roba da medaglia d'oro. E in tre partite i tiri in porta si contano sulle dita di una mano. Alla faccia di chi, dopo la prima sconfitta all'Olimpico contro la balbettante Lazio, aveva benedetto il turno infrasettimanale, al fine di mettere subito nel dimenticatoio la pessima prova offerta nel posticipo di domenica scorsa. Il bello del turno infrasettimanale è che giochi subito, recuperi subito. 
Alla faccia: due ganci in pieno viso, prima dal Bologna e poi dal Verona. Mica dal Barcellona e dal Real. 
Queste tre partite mettono il punto esclamativo sulla crisi del Cagliari. Ai tre avversari, infatti, basta mettersi dietro, lasciar giochicchiare i sardi, per poi affondare come coltello nel burro nella pessima fase difensiva di questa stagione.
Lazio, Bologna e Verona non fanno nulla di trascendentale. Non ti mettono sotto dall'inizio alla fine, non fanno azioni spettacolari. Sono squadre bruttine, ma pratiche. Contropiedi ficcanti, gestione ragionata della partita. Non tirano in porta molto, ma ci mettono convinzione e ogni tiro va al bersaglio. E si è preso una valanga di gol sui calci piazzati, dove la squadra pare schierata da un dilettante allo sbaraglio.
Il Cagliari è vittima del suo piacersi. Una miriade di passaggini tra Astori, Rossettini, Murru, Pisano (o Perico), Conti, Nainggolan e stop. E si torna indietro. Non c'è l'idea di gioco per portarla in avanti questa palla. Probabilmente i rossoblù hanno uno dei possessi palla maggiori tra linea di difesa e trequarti campo, ma poi torna indietro. Non un passaggio illuminante del numero 10, non un'apertura illuminante alle ali, non un pallone giocabile alle punte, che non hanno mai occasione di tirare in porta. E Lopez, che in panchina non ha un'esperienza di lunga data, è andato in centrifuga.
Immagine tratta da televideo.it
Con la Lazio, Pinilla match-winner con il Catania si accomoda in panchina, per il fuori forma Sau. Così fa Cossu, che lascia spazio all'inguardabile Cabrera. 
Con il Bologna, cade di fronte al falso assioma più giocatori offensivi = più gol. Improbabilissimo e sfilacciato 4-2-3-1 con Conti e Nainggolan mediani lontanissimi dai quattro giocatori d'attacco. Risultato: nessun tiro in porta, Cossu disperso sulla trequarti lontano sia dai centrocampisti, sia dalle punte, Pinilla da solo contro la difesa a 5 bolognese. 
Con il Verona torna al 4-3-1-2, ma senza Cossu e Pinilla e con Cabrera, ancora pessimo, e Nenè, che non ha stoppato un pallone neanche sotto tortura. La scelta di Rossettini terzino destro è stata clamorosamente sbagliata, dai suoi errori son derivate entrambe le segnature scaligere. La scelta in corsa dell'inserimento di Ibarbo catastrofica. Il colombiano viene schierato da solo contro la difesa ad oltranza dei veronesi, si perde, scompare. Non è una punta, lo capirebbe anche Stramaccioni, su. 
Bisogna ripartire dalle basi. Dalle basi del calcio. Non intestardirsi sul 4-3-1-2 se manca Cossu. Cabrera è impresentabile. Ibarbo è un'ala, va messo ala, al lato del campo, stop. Avelar è l'unico in squadra che sa crossare, ma difende male? Bene, ala anche lui, senza compiti difensivi che non sa sbrigare. Una prima punta come Pinilla, rende bene se ha un piccoletto di fianco, tipo Sau. Prima e seconda punta.
Il calcio è un gioco semplice, come spiega la Roma. Nella confusione, si va sul sicuro. 4-4-2 quadrato e stop. Pisano, Rossettini, Astori, Murru nei quattro dietro, belli bloccati, perchè quest'anno non si sa difendere. Ibarbo, Conti, Nainggolan, Avelar nei quattro di centrocampo. Con Conti e Nainggolan a proteggere e smistare i palloni vuoi sulle ali, vuoi sulla seconda punta che accorcia a collante di centrocampo e attacco. E davanti Sau (o Cossu) a sostegno di Pinilla. Seconda e prima punta. Senza confusioni. Bruttini ma quadrati. Il 4-4-2 lo sapranno fare anche in Uruguay no? 

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