mercoledì 4 aprile 2012

NOU si passa,ma...

Si poteva passare. Vado controcorrente ma si poteva passare. Il Milan ha avuto la possibilità di qualificarsi alle semifinali di Champions League. Contro la squadra più forte di tutti i tempi la squadra di Allegri ha avuto la chance di passare il turno. Non vengo da una serata di superalcolici ma da 180 minuti di puro calcio blaugrana messo in scena dagli uomini di Guardiola. Ecco,uomini, appunto. Mai come in queste sfide, Messi e company non hanno mostrato il loro valore. 11 Marziani che dominano ogni metro di erba sparso per il mondo sono riusciti ad impattare 0 a 0 nella gara di andata a San Siro, e vincere mostrando bel calcio 3 a 1 tra le mura amiche, con due rigori e un gol con passaggio smorzato dalla difesa rossonera.
Alt. Il Barcellona ha meritato la semifinale. Il mio è un puntare il dito contro i demeriti rossoneri e qualche sbavatura di troppo spagnola della quale il Milan avrebbe dovuto approfittarne. Nei 4 confronti diretti quest’anno tra le due squadre, il Barcellona che tira verso la porta di Abbiati più di 50 volte è nella normalità, visto gli ultimi anni e le varie “manitas”.  Che dei 50 tiri si concretizzano “solo” 8 reti è anormale, a maggior ragione se tre di queste arrivano su calcio di rigore e uno da una punizione inventata dal direttore di gara nel girone eliminatorio. Dall’altra il Milan concretizza due tiri su due al Camp Nou nella prima gara della fase a gironi, stesso copione nella seconda gara ed un solo tiro dei 4 avuti tra le due partite dei quarti. A sfruttarle tutte, ora si parlava di altro. Allegri prova a giocarsela a metà strada tra il Mourinho di Milano,sponda Inter (a non prenderle) e il Mourinho spagnolo ( testardo solo a provare a darle). Il risultato è un addio, dato per certo, alla coppa dalle grandi orecchie dopo il sorteggio dei quarti, meno dopo la gara di andata a Milano. Il secondo tempo di quella partita doveva finire in un altro modo. Non si è trattato solo di sfortuna ma di poca cattiveria sotto porta e poco coraggio a provare di affondare il coltello quando era il caso di farlo. Un Barcellona timoroso, colpa a mio avviso delle parole di guardiola precedenti al sorteggio. Con quel “Non vorrei il Milan” ha messo ansia e paura ai suoi giocatori tanto da non farli esprimere al massimo. La colpa del Milan è qui. Non aver colpito il gigante che barcollava, prima che si rimettesse in carreggiata come successo, in parte, ieri sera. Il Milan torna a casa con il demerito di non averci provato nella totalità delle sue possibilità e per quelle offerte dal Barcellona. Il collettivo più omogeneo e raro mai esistito. Si poteva e doveva sfruttare l’occasione di un Puyol, seppur schierato nella zona di campo meno consona a lui, alquanto spaesato, di un Fabregas rimasto fisicamente in panchina nella gara di andata e con la mente in quella di ritorno. Ma quando hai dalla tua Messi, la spiegazione del calcio fatto uomo, puoi chiamarti Barcellona ma concederti il lusso di giocare non al massimo delle tue possibilità. Inutile parlarne, si ripeterebbero solo superlativi già usati altre centinaia di volte.
Ripeto, vado controcorrente ma si poteva passare.
Dagli ambienti rossoneri usciranno frasi di autostima per  risollevarsi e buttarsi a capofitto sul campionato. Le prime tre precedenti sfide contro i ragazzi di Guardiola hanno fatto bene al Milan. Sarà così anche questa volta? Un campionato che i rossoneri rischiano anche di perdere per le stesse motivazioni della mancata qualificazione alle semifinali di champions. Barcellona o Juve, la musica non cambia. Senza osare, il tricolore prende la strada di Torino. Dovrà essere bravo Allegri a trasformare la delusione per questa eliminazione in rabbia per far rimanere lo scudetto cucito sul petto. Le armi da usare? Proprio la possibilità avuta di eliminare la squadra più forte al mondo. “Possibilità” che in Italia dovrà solo concretizzare.  
E per finire, l’Ibrahimovic formato Europa, resta a secco un’altra volta. 
A fine anno si potrebbero aprire clamorosi scenari di separazione. 
Ma questa è un’altra storia. 

1 commento:

  1. Apprezzo soprattutto il fatto che un milanista non parla dell'arbitro, visto che qui tutti dai giornalisti agli ultras parlano solo di quello e non dell'intera partita...bravo canà, bel pezzo d'esordio!

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