domenica 22 aprile 2012

LA PRIMA DI JOSE AL NOU CAMP


Tutti lo davano per battuto, i suoi detrattori erano pronti a scagliarsi nuovamente contro di lui e a criticarlo aspramente. Sono rimasti delusi, a differenza dei suoi estimatori, anche italiani, che ieri sera hanno esultato e gioito insieme a lui. José Mourinho ce l'ha fatta, ha spezzato quella sorta di maledizione che finora gli aveva impedito di violare il Camp Nou di Barcellona con le sue squadre. L'ha fatto a modo suo, con un Real Madrid che sempre più somiglia al suo allenatore e al suo credo calcistico, con una squadra non più remissiva come successo tante, troppe volte in passato, ma finalmente decisa a giocarsela alla pari contro i favoriti campioni blaugrana; alla fine, la classe e la maggiore verve di Cristiano Ronaldo e soci hanno prevalso sul tiki-taka di Messi e compagni, e il 2-1 finale ha sancito la nuova fuga madrilena verso il titolo di campione, e stavolta l'allungo sembra davvero quello decisivo.
Eppure, quella che nelle ultime stagioni è sempre stata la sua bestia nera era stata, agli inizi della carriera da allenatore, un'utilissima esperienza per l'allenatore portoghese: dopo una lunga gavetta come assistente tecnico e allenatore in seconda in patria, lo Special One segue il suo mentore Bobby Robson proprio a Barcellona, e qui ricopre la carica di vice per quattro anni, dal 1996 al 2000, prima con Robson e poi con il suo sostituto Van Gaal. In quel periodo in Catalogna, tra l'altro, il capitano della squadra era Pep Guardiola, colui che è diventato il suo più acerrimo rivale nelle ultime stagioni, e dalla "cantera" blaugrana stavano emergendo i giovani Puyol e Xavi, attuali pilastri del Barcellona pluricampione. Dopo aver iniziato la carriera da allenatore, Mourinho si è dovuto confrontare più volte contro la sua ex-squadra, e bisogna dire che si è sempre trattato di sfide estremamente dure e spesso condite da polemiche. Il primo incrocio tra lo Special One e il Barça è avvenuto negli Ottavi della Champions League 2005, mentre lui era allenatore al Chelsea, e l'ha visto vincitore per 4-2 nel ritorno, dopo aver perso l'andata al Nou Camp per 2-1 e aver polemizzato per un presunto incontro tra l'allenatore avversario Rijkaard e l'arbitro Frisk. La stagione successiva la sfida si ripete sempre agli Ottavi, ma stavolta sono i blaugrana a spuntarla grazie al 2-1 a Londra dell'andata, che rende inutile l'1-1 in Spagna al ritorno. Nel 2007 c'è un altro doppio confronto molto elettrico, stavolta nel girone di qualificazione, e ancora una volta prevale Mourinho, che si impone in casa 1-0 e pareggia a Barcellona 2-2 proprio negli ultimi minuti della partita.
Dopo alcune stagioni, le strade dei catalani e del portoghese si incrociano nuovamente, in una durissima semifinale di Champions League. E' il 2010, Mourinho è diventato l'allenatore dell'Inter e Guardiola ha guidato il Barcellona a una stagione fantastica, in cui ha vinto tutto. In girone, le due squadre si affrontano due volte, ma il confronto sembra decisamente impari, con gli spagnoli che pareggiano 0-0 a Milano e vincono con un secco 2-0 in casa, controllando sempre il gioco in entrambe le partite. Le semifinali però sono un'altra cosa, e l'Inter sorprende il Barcellona con un grandissimo match, vinto meritatamente 3-1 e che risulta decisivo per l'accesso alla finale; al ritorno al Nou Camp, in 10 per un'ora di gioco, la squadra nerazzurra resiste agli assalti avversari e perde di misura 1-0, aprendosi la strada al successo che varrà lo storico triplete di fine stagione. Il passaggio di Mourinho al Real Madrid in estate riscalda ancora di più l'enorme rivalità già esistente tra i due club, e da inizio ad una incredibile serie di 11 sfide tra i due club (5 nel 2011, 6 nel 2012 compreso il Clasico di ieri sera). Dopo un esordio a dir poco fallimentare, con un pesantissimo 5-0 subito a Barcellona, il Madrid si riscatta imponendo il pari in casa e vincendo successivamente la Coppa del Re per 1-0, dando soprattutto l'impressione di aver trovato il modo per contrastare il calcio-spettacolo dei blaugrana. La durissima semifinale di Champions, con tutte le polemiche che la caratterizzano, si rivela però amara per lo Special One, sconfitto 2-0 in casa e costretto a un inutile pari 1-1 nel ritorno, che gli chiude le strade per una nuova finale di Champions, vinta proprio dai rivali catalani. Anno nuovo, ma storia vecchia se si da credito alle prime sfide della stagione 2012: nella doppia sfida della Coppa di Spagna, il Real pareggia in casa 2-2 ma cade in trasferta 3-2, con successive polemiche tra le due squadre, e in campionato il netto 3-1 del Barcellona nel Clasico di andata rinnova la teoria dell'impotenza della squadra di Mou contro i blaugrana. Anche in Coppa del Re il doppio confronto è favorevole ai catalani, e il calo del Real nella Liga rimette in discussione anche il campionato, con il Barcellona che si presenta alla sfida decisiva con la possibilità di tornare a -1 dai blancos in caso di vittoria.
Proprio in quest'occasione, finalmente, la maledizione del portoghese nel suo vecchio stadio si interrompe, e il Real si impone con merito per 2-1, chiudendo ufficialmente il campionato e concentrando tutti i suoi sforzi per ottenere anche la Champions, che manca nella capitale spagnola da 10 anni. Ciò che più ha reso orgogliosi i tifosi dei blancos, oltre al successo, è il fatto di aver finalmente imparato a giocare alla pari con il Barcellona, senza più essere costretti a ricorrere ad un calcio estremamente difensivo; il Real ha imposto il suo modulo agli avversari su un campo da sempre ostico, ha vinto seguendo il credo calcistico e le convinzioni del suo allenatore, attaccando e giocando a pallone, non più coprendosi e mirando più alle gambe degli avversari che alla palla. Un successo meritatissimo insomma, al di là di qualsiasi demerito del Barca, che lancia Mourinho alla conquista della Liga e da al Madrid nuove forze in vista della semifinale di ritorno di Champions contro il Bayern Monaco. Una vittoria aprirebbe ai blancos le porte della finale, e questa potrebbe essere l'occasione per un nuovo, ennesimo capitolo di questo lunghissimo confronto Real-Barcellona. Ma stavolta Mourinho e i suoi, a differenza del passato, non partirebbero necessariamente da sfavoriti: il successo di ieri è proprio lì a dimostrarlo.

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