Visualizzazione post con etichetta cristiano ronaldo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cristiano ronaldo. Mostra tutti i post

lunedì 23 giugno 2014

MONDIARIO DIA 12

Immagine tratta da businessinsider.com e modificata su befunky.com
Diario Mondiale. Giorno 12.
Gli Stati Uniti! Hanno sfiorato la qualificazione con un turno d'anticipo, in un girone di ferro con Germania, Portogallo e Ghana. Solo il pareggio del 2-2 al 95' di Varela ha rinviato tutto all'ultima giornata, pur mettendo gli americani in posizione di assoluto vantaggio per l'accesso agli ottavi. Hanno destato una grande impressione, perchè hanno massimizzato quello che hanno a disposizione. Sono compatti, super aggressivi, pressano e recuperano palla bene. In fase di possesso fanno giocate razionali, lineari e semplici. Una squadra nel vero senso della parola, forse la più squadra delle 32 in gara, conscia dei propri limiti. Un grosso merito va a mister Klinsmann, che guida la nazionale a stelle e strisce, pur avendo nessuna stella.
Il Portogallo ha 1 punto in 2 gare, occorrerà un miracolo a livello di differenza reti e di risultati incastrati. Ronaldo non riesce a vincere da solo le partite, causa forma non al top e compagni di squadra molto sgonfi. 
Nel pomeriggio nuovo successo negli ultimi minuti del Belgio, a farne le spese la Russia di Capello. Si conferma l'impressione dell'esordio: l'allenatore belga non è un fulmine di guerra e la squadra, seppur talentuosa, è sgangherata a livello di trame e di determinazione. Hazard decide di fare il Messi e si accende negli ultimi 5 minuti, risultando imprendibile e devastante, mettendo l'autografo nell'assist vincente a Origi. E' negli ottavi, ma deve cambiar passo. O allenatore. Capello sta facendo la figura di Zac. La scuola italiana degli allenatori non incide. Nè in Russia nè in Giappone. Un punto su due e speranze di qualificazione ridotte al lumicino.
Bello anche lo spettacolo della sfida tra Corea e Algeria, 2-4 per i nordafricani. L'Algeria si giocherà la qualificazione con la Russia nell'ultima gara, avendo due risultati su tre a disposizione.
Da oggi si chiudono i gironi. In campo Brasile, Olanda e quel che rimane della Spagna. Pronostichiamole con il Polpopol: Australia-Spagna 0-2 (Torres, Villa), Olanda-Cile 2-2 (Vargas, Robben, Vargas, Wijnaldum), Camerun-Brasile 0-3 (Neymar, Fred, Fred), Croazia-Messico 2-1 (DosSantos, Mandzukic, Mandzukic).

lunedì 24 marzo 2014

IL PIU' CLASSICO DEI CLASICOS

Immagine tratta da gazzetta.it
Spettacolo, polemiche, colpi da campione e sorprese. Il Clasico è da sempre La Partita in Spagna, attesa in patria e in tutto il mondo come uno degli eventi più importanti dell'annata calcistica. La sfida eterna, la rivalità mai sopita tra Barcellona e Real Madrid, rappresentanti in qualche modo delle due anime del Paese, non delude mai le attese, e anche in quest'occasione lo spettacolo è stato splendido per i tantissimi spettatori di tutto il globo.
Sorprese, dicevamo. Perché la vittoria del Barcellona, al termine di questo fantastico 4-3, è per diversi aspetti inattesa, visto il periodo difficile vissuto recentemente dagli uomini di Martino e, di contro, la brillantezza dei ragazzi di Ancelotti. Il Madrid arriva a giocarsi la sfida, in casa, da una posizione di assoluto vantaggio, con 4 punti in più dei rivali e la possibilità, in caso di successo, di escluderli definitivamente dalla corsa al titolo. Ma i blaugrana, che qualcuno definisce invecchiati, rilassati e soddisfatti dopo i tantissimi trionfi degli ultimi anni, nel momento della verità tirano fuori l'orgoglio e rispondono da campioni alla sfida dei blancos. La loro vittoria non è netta come accaduto in passato, le difficoltà degli ex "marziani" si vedono tutte, il Real con il suo pressing soprattutto all'inizio ha fatto passare brutti momenti alla retroguardia avversaria, e Mascherano ha giocato forse la sua peggior partita da centrale difensivo. Ne ha approfittato Benzema, inspiegabilmente in panchina all'andata, che ha segnato due reti da vero centravanti e ne ha sprecate almeno altre due ghiotte, dando al Real il primo e illusorio vantaggio. Conscio degli errori commessi nello scegliere la formazione all'andata (Ramos improbabile mediano e attacco "leggero" con Bale di punta), Ancelotti bilancia di più la squadra con Di Maria inserito in mediana con Modric e Xabi Alonso, e l'argentino lo ripaga con i due assist per le reti di Benzema. La sua strategia è chiara, ma ha un limite, perché se la prima linea del pressing viene saltata e il pallone arriva nella zona di Messi, per la retroguardia dei blancos sono dolori. A complicare tutto arriva poi la pessima giornata di Sergio Ramos, che a metà ripresa, con i suoi in vantaggio, stende in area Neymar lanciato a rete, ricevendo un rosso sacrosanto e lasciando in dieci fino a fine partita i suoi. Qui forse arriva l'unica pecca di Ancelotti, che toglie Benzema al posto di un Bale ancora una volta poco concreto, togliendo peso all'attacco ed esponendosi troppo agli attacci dei galvanizzati avversari.
Il confronto più atteso, quello tra i migliori giocatori del mondo, Messi e Cristiano Ronaldo, termina con la vittoria, netta e mai in discussione, del campione argentino. La Pulce, criticata anche lei per il recente periodo di scarsa forma e per voci e vicende esterne al campo, si riscopre campione al momento giusto, prendendosi di prepotenza la scena e ammutolendo ancora una volta il Bernabeu. Suo l'assist per il vantaggio di Iniesta, suo il pareggio a fine primo tempo dopo un errore non da lui in precedenza, suoi i due rigori nella ripresa che impattano e capovolgono definitivamente il risultato. Abile a farsi trovare pronto dai compagni, Messi sfrutta al massimo gli spazi che la difesa avversaria gli concede, agguanta Di Stefano in vetta ai migliori marcatori del Clasico, e da un messaggio a tutta la Liga: per il titolo lui e i suoi compagni ci sono ancora. Bene, o almeno meglio delle ultime uscite anche Neymar, che pur restando in involuzione gioca una discreta partita e soprattutto si procura il rigore con espulsione che indirizza di fatto la sfida. Le note dolenti per il Barça arrivano ancora dal reparto arretrato, con Mascherano come detto disastroso e tutta la linea difensiva impacciata e poco precisa contro il pressing feroce dei madrileni. Per una volta, però, i pregi dell'attacco sopperiscono ai difetti della difesa, e Martino si prende finalmente una rivincita dopo tante critiche e dopo esser stato definito inadatto alla panchina dei blaugrana.
In coda, non potevano mancare le solite polemiche contro l'arbitro. Ronaldo e compagni hanno attaccato pesantemente il signor Undiano Mallenco, reo di aver concesso due rigori dubbi ai blaugrana e di aver condizionato la gara con l'espulsione di Ramos. Di contro, il Barça replica evidenziando che il contatto tra Ronaldo e Dani Alves in occasione del rigore del 3-2 avviene nettamente fuori dalla linea dell'area. Anche questo, in fondo, fa parte dello spettacolo del Clasico.

domenica 5 gennaio 2014

ADDIO EUSEBIO, PANTERA NERA DEL GOL

Immagine tratta da ilpuliciclone.wordpress.com
Il suo nome ispirava terrore ai portieri e ai difensori degli anni Sessanta. I tifosi del Milan, soprattutto quelli meno giovani, ricordano ancora la rete che poteva rovinare loro la festa nella storica partita di Wembley del 1963, in quell'Inghilterra e contro quegli italiani che gli avrebbero riservato più di un'amarezza. Per gli esperti di calcio era "la Pantera Nera" per via delle sue movenze feline e per la sua ferocia sotto porta, oltre che per il colore della sua pelle. Nel suo Paese, il Portogallo, era considerato un eroe nazionale, un simbolo dello sport e non solo. Per tutti era, semplicemente, Eusebio, uno dei più forti attaccanti nella storia del calcio, uno di quei giocatori che davvero nascono una volta ogni tanto.
La sua storia comincia lontano dalle terre lusitane, nella colonia africana del Mozambico, dove nasce nel 1942. Quasi per uno scherzo del destino, la sua carriera si incrocia presto con il calcio italiano, perché il primo allenatore a scoprire il suo talento è Ugo Amoretti, ex portiere di Juventus, Genoa e della Nazionale, che è andato ad allenare in Africa. Segnala il giovane talento a diversi club della penisola, ma nessuno si convince ad investire su questo ragazzino, protetto per di più da una madre che non vuole lasciarlo andar via così giovane. Ha più fortuna il brasiliano Bauer, anche lui ex calciatore, che lo vede durante una tournée della sua squadra in Mozambico e lo raccomanda caldamente al suo vecchio allenatore al San Paolo, l'ungherese Bela Guttman, che adesso siede sulla panchina del Benfica. L'affare si fa, il ragazzo si trasferisce diciottenne in Portogallo, e molto presto entra nei ranghi della prima squadra, perché un simile talento ha bisogno davvero di poco per esplodere. Assiste alla conquista della prima Coppa dei Campioni del Benfica nel 1961, ai danni del Barcellona, l'anno dopo è invece in campo nella finale contro il Real Madrid di Puskas, Gento e Di Stefano, una delle squadre più forti e temute di sempre. Con il punteggio in parità, firma una doppietta con un rigore e una punizione, regalando ai portoghesi la seconda Coppa consecutiva. Ad appena vent'anni è già uno dei giocatori più famosi e importanti del calcio europeo e mondiale.
La sua carriera prosegue con la maglia delle Aquile di Lisbona per quindici anni, scanditi dal numero impressionante di reti che mette a segno in tutti i modi, fino ad arrivare all'incredibile numero di 473 centri in 440 match complessivi con la maglia biancorossa. In Portogallo vince tutto quello che c'è da vincere, il titolo è suo per 11 volte, in 5 occasioni si prende anche la Coppa Nazionale, tutta la Nazione è ai piedi della Pantera Nera, il killer dell'area di rigore, tecnico e acrobatico, nato per segnare, il Mondo stesso lo paragona a Pelé, ritenendolo quasi alla pari con l'asso brasiliano. L'Europa però non gli riserva altre soddisfazioni, di fatto la Coppa Campioni del '62 è il suo primo e unico trofeo continentale. Nel 1963, a Wembley, ha l'occasione di portare la sua squadra ad uno storico tris, ma si trova di fronte il Milan di Rocco, Altafini, Trapattoni e di un altro giovanissimo talento, Gianni Rivera. Segna lui per primo, ma nel secondo tempo la doppietta di Altafini ribalta la partita, e per i portoghesi arriva la sconfitta, per certi versi inattesa. E' la prima volta che l'Italia lo fa piangere, ma non sarà l'ultima, perché due anni dopo è l'altra squadra di Milano, la grande Inter di Herrera, a infrangere nuovamente i suoi sogni di gloria. Nel 1968 disputa la quarta e ultima Finale di Coppa dei Campioni della sua storia, e ancora una volta esce sconfitto dal campo, battuto ai supplementari dal forte Manchester United di George Best, Bobby Charlton e Stiles. 
Proprio contro questi ultimi, due anni prima, era uscito in lacrime dal campo di Wembley. E' il 1966, e per la prima volta il Portogallo partecipa ad una Coppa del Mondo, ospitata in quell'occasione dall'Inghilterra. Eusebio è già famoso, ma dopo questo torneo entra nella leggenda, perché porta i suoi ad un incredibile terzo posto, miglior risultato di sempre ai Mondiali per i lusitani. In girone sconfigge con una doppietta il Brasile di Pelé, ai quarti ribalta con quattro reti l'iniziale 0-3 contro la sorprendente Corea del Nord, che ha fatto fuori l'Italia in girone. In semifinale l'Inghilterra padrone di casa interrompe i suoi sogni di gloria, l'implacabile Stiles lo marca per tutta la partita, lui riesce a procurarsi e segnare il rigore dell'inutile 2-1, ma non basta a vincere la partita, e ancora una volta deve lasciare il campo in lacrime. Quella Coppa del Mondo è l'unico trofeo internazionale disputato con il suo Portogallo, che non riesce più a ripetersi nonostante i suoi gol ed il suo impegno. Eusebio lascia la Nazionale nel 1973 con 41 centri realizzati, un record battuto in tempi recenti solo dal Carneade Pauleta e dal ben più illustre Cristiano Ronaldo. Prima di lui, i lusitani non esistevano nella geografia del calcio, con lui hanno iniziato la crescita che li ha portati ad essere tra le più forti Nazioni d'Europa. 
Ormai a fine carriera, la Pantera Nera ha vinto tutto in Europa, compreso il Pallone d'Oro nel '65 (primo giocatore di colore fino a Gullit nel 1987) e due Scarpe d'Oro come miglior bomber continentale nel '68 e '73. Così decide di girare le Americhe per qualche anno, giocando e segnando per diversi club tra Stati Uniti, Messico e Canada, prima di appendere definitivamente le scarpette al chiodo. Dopo il ritiro sarà il mentore e il punto di riferimento per tanti giovani calciatori portoghesi, la chioccia della Generazione d'Oro dei Figo, Couto, Futre e Rui Costa, e poi di quel Cristiano Ronaldo che è a tutti gli effetti il suo miglior erede. Ha pianto con la Nazionale per la finale persa in casa contro la sorprendente Grecia ad Euro 2004, era sempre con la squadra nell'estate 2012 in Polonia, quando è stato colpito da un ictus che lo ha duramente minato nel fisico. Stamattina si è spento a causa di un arresto cardiaco, a quasi 72 anni, lasciando un enorme vuoto e tanto dolore nel suo amato Portogallo e nel cuore di tutti gli appassionati di calcio, perché una leggenda come lui difficilmente tornerà a calcare un campo di calcio. Addio Pantera Nera, ci mancherai.

domenica 17 giugno 2012

EURO 2012: PAGELLE DECIMA GIORNATA

Immagine tratta da europei-di-calcio-2012.com

Ecco i nostri giudizi e le solite curiosità sulle partite della decima giornata dell'Europeo 2012
PORTOGALLO
Il Migliore: Lo attendevano tutti, oggi finalmente ha fatto vedere chi è. Cristiano Ronaldo segna due volte, prende altrettanti pali e crea svariati pericoli per la porta olandese. Era una partita decisiva, lui ha risposto da campione, zittendo i critici e i detrattori. Voto 8.
Il Peggiore: L'abbiamo detto e lo ribadiamo: il Portogallo con un centravanti vero sarebbe una squadra davvero temibile. Dopo la rete contro i danesi, oggi Helder Postiga è tornato quello di sempre, lento e poco preciso sotto porta. Tanta corsa, ma non basta per la sufficienza. Voto 5.
OLANDA
Il Migliore: Nel disastro completo degli oranje, uno dei pochi a salvarsi è sicuramente Van der Vaart. Segna la rete che illude i suoi compagni, colpisce un palo nel finale, e in generale è l'unico a lasciare davvero un segno. Forse meritava maggior spazio fin dall'inizio del torneo. Voto 6,5.
Il Peggiore: Se una squadra fallisce in modo così netto, la colpa è in primis del suo allenatore. Van Marwijk sceglie la qualità a discapito dell'equilibrio, un pessimo azzardo. L'Olanda non ha mai convinto, fin dal suo esordio, ed esce meritatamente al Primo Turno, solo due anni dopo l'argento dei Mondiali. Voto 4.
Curiosità: Portogallo ancora una volta fatale per gli olandesi in un torneo ufficiale. I lusitani avevano già estromesso gli oranje dalla qualificazione ai Mondiali 2002 e li avevano battuti sia negli Europei 2004 che nei Mondiali 2006. Un avversario davvero indigesto per l'ex Arancia Meccanica...
DANIMARCA
Il Migliore: La rete contro gli olandesi all'esordio non è stata un caso. Krohn-Dehli si dimostra un giocatore molto valido, e non solo per le qualità sotto porta. Abile sulla fascia, bravo negli inserimenti, con un buon fiuto del gol: può essere un bel colpo di mercato per tante squadre importanti. Voto 7.
Il Peggiore: Tanta corsa e volontà, ma anche un paio di errori gravi per questi livelli. Kvist rischia il pasticcio quando regala letteralmente palla a Khedira, poi lo combina davvero quando scivola sulla rete di Bender. Il peggiore tra i grintosi e sorprendenti danesi è certamente lui. Voto 5.
GERMANIA
Il Migliore: L'aveva fatto vedere due anni fa ai Mondiali, l'ha confermato anche oggi. Khedira non è solo un incontrista indomabile, è un giocatore con buona visione di gioco e piedi validi. Sfiora la rete personale e avvia tutte le azioni più pericolose dei tedeschi. Voto 7.
Il Peggiore: Per una volta Supermario si prende un turno di riposo. Oggi Gomez è sembrato il fratello scarso del giocatore che ha fatto la differenza nelle due partite precedenti. Impreciso sotto porta, perde anche Krohn-Dehli sul pari danese. Non certo la sua serata. Voto 5,5.
Curiosità: Con la partita di oggi, Podolski è arrivato a 100 presenze con la maglia della Germania. Ha esordito nel 2004, ad appena 19 anni, ha partecipato ai Mondiali 2006 e 2010 e agli Europei 2004, 2008 e 2012, segnando con quello di oggi 44 gol. Il tutto a soli 27 anni...Chapeau!
A domani, con le attese pagelle dell'Italia!

mercoledì 13 giugno 2012

EURO 2012: PAGELLE SESTA GIORNATA

Immagine tratta da europei-di-calcio-2012.com

Eccoci giunti al sesto appuntamento con le pagelle e le curiosità di questo Europeo 2012.
DANIMARCA
Il Migliore: Forse tocca solo due palloni, eppure li mette dentro entrambi. Bendtner dimostra le sue qualità di attaccante, sfruttando le occasioni che gli capitano per riportare i suoi al pareggio. Punta di peso, fa vedere perché l'Arsenal aveva creduto in lui. Voto 6,5.
Il Peggiore: La difesa che aveva tenuto bene contro i fantasisti olandesi stavolta va in bambola contro i funamboli portoghesi. Simon Poulsen è lo specchio di questa metamorfosi in negativo. Soffre gli attacchi di Nani e non riesce a ripartire come vorrebbe e dovrebbe. Voto 5.
PORTOGALLO
Il Migliore: Sarà anche un po' egoista e poco concreto, ma certo la presenza di Nani si fa sentire eccome. Affonda a destra come una lama nel burro, manda in crisi Poulsen e mette lo zampino nelle reti dei suoi compagni. Una prestazione da campione. Voto 7.
Il Peggiore: Dovrebbe essere il punto di riferimento, invece Cristiano Ronaldo si rivela il clamoroso flop di giornata. Sbaglia almeno due gol facili davanti alla porta, e non chiude una partita che sembrava già finita. Dopo i 60 gol con la maglia del Real Madrid, ci si aspetta ben altro da lui. Voto 4,5.
Curiosità: Con la rete di oggi, Helder Postiga diventa il sesto giocatore, dopo Klinsmann, Smicer, Henry, Nuno Gomes e Ibrahimovic, ad aver segnato in tre edizioni dell'Europeo. Aveva già realizzato un gol nel 2004 e nel 2008, rispettivamente contro Inghilterra e Germania. Niente male davvero.
OLANDA
Il Migliore: Tutti lo aspettavano, volevano da lui una scossa e i gol per ritornare sulla retta via. Van Persie ha faticato un tempo, nel secondo ha reagito finalmente. Neuer gli ha negato la rete una prima volta, poi si è dovuto arrendere alla sua giocata. Per passare l'Olanda ha un disperato bisogno di lui. Voto 6,5.
Il Peggiore: In una squadra allo sbando, il suo capitano è lo specchio della crisi e della difficoltà. Van Bommel gioca una partita opaca, concede spazio e libertà a Schweinsteiger sui due gol, è falloso e poco lucido. Sostituito all'intervallo, non si fa certo rimpiangere. Voto 5.
GERMANIA
Il Migliore: Criticato alla vigilia, anche dopo la rete che aveva deciso l'esordio, Gomez si è levato parecchi sassolini dalle scarpe. Attaccante completo, freddo sotto porta, abile nei movimenti, quando serve aiuta la squadra in fase di recupero. Sarà difficile togliergli il posto per Klose. Voto 7,5.
Il Peggiore: Nell'oliato meccanismo tedesco è difficile trovare un uomo non all'altezza. L'unico a non brillare, forse, è Podolski. Futuro attaccante dell'Arsenal, il centravanti non riesce ad incidere sulla sinistra, sprecando alcuni palloni importanti. Può e deve fare di più. Voto 5,5.
Curiosità: Quello di oggi è l'ottavo confronto tra Germania e Olanda in tornei internazionali. Dalla finale mondiale del 1974, le due squadre si sono incontrate ai Mondiali 1978 e 1990 e agli Europei 1980, 1988, 1992, 2004 e appunto 2012. Quattro vittorie tedesche, due pari e due successi olandesi il bilancio.
Ci aggiorniamo domani, ci saranno anche le pagelle degli azzurri, non smettete di seguirci!


martedì 5 giugno 2012

PrOnOsTiCaNdO "UEFA EU 2012 Poland-Ukraine"




Immagine tratta da passioneinter.com

Il tormentone del calcioscommesse sarà presto sostituito dal calcio giocato.
Partono infatti gli Europei di Polonia ed Ucraina, e noi poveri scommettitori ci diletteremo nuovamente a pronosticare tutto quello che si può come semplice passatempo.

Iniziamo con le  prime vittorie che sembrano più agevoli nei gironi eliminatori:
POLONIA - GRECIA 1
I padroni di casa non falliranno la partita inaugurale. Ottimi elementi nel team e un ottimo bomber.

OLANDA - DANIMARCA 1
L'Olanda partirà e arriverà a mille, azzardiamola, anzi, già finalista.

ITALIA - CROAZIA 1
Tra le polemiche gli azzurri si troveranno già a dover ottenere 3 punti per forza e non sbaglieranno.

SPAGNA - REP.IRLANDA 1 
Magari la prima sarà prima un pareggio e anche la Spagna dovrà far bottino pieno alla seconda.

DANIMARCA - GERMANIA 2
Pronostico sicuro sarebbe il gol o l'over, ma i tedeschi in un girone di ferro hanno i 3 punti + agevoli.

INGHILTERRA - UCRAINA 1 
Della top six è il risultato meno sicuro, però l'Ucraina grandi cose non ha mai fatto. 1a0?


Proseguiamo con scommesse "simpatiche" lanciate dai bookmakers, come pronosticare chi segna di più fra due giocatori di selezioni differenti:
SCHWEINSTEIGER - GERRARD 1. 
Il tedesco ha il vizio del gol e un ottimo tiro, prenderà lo specchio almeno un paio di volte nell'Europeo.
GOMEZ - VAN PERSIE 2
Da questi due nomi forse uscirà anche il capocannoniere. Favorito l'olandese.
MUELLER THOMAS - SNEIJDER 1
Una  punta contro un classico numero 10. La sfida è bella ma Mueller se titolare promette almeno 2 gol.
OLIC - LEWANDOWSKI 2
Trascinato dal giocare in patria contro tanti compagni e avversari tedeschi, il polacco non fallirà.
IBRAHIMOVIC -CRISTIANO RONALDO 2
Il portoghese avrà a disposizione un paio di rigori, Ibra invece non indosserà la maglia del Milan.

Infine analizziamo le due favorite di ogni girone:
GRUPPO A : POLONIA e RUSSIA 
GRUPPO B : GERMANIA e OLANDA
GRUPPO C : SPAGNA e ITALIA
GRUPPO D : INGHILTERRA e SVEZIA (facciamo fuori la Francia nostra eterna rivale).

Divertiamoci con primi marcatori, risultati esatti e chi più ne ha più ne metta, ma non dimentichiamo che per noi è solo un puro divertimento.
Giocate responsabilmente.

giovedì 26 aprile 2012

Incubo Spagnolo

Immagine tratta da sport.sky.it
Barcellona - Chelsea 2-2. Real Madrid - Bayern Monaco 3-4 d.c.r. La due giorni di semifinali di Champions League, edizione 2011-2012, ci regala la finale inattesa. Il 19 Maggio all’Allianz  Arena di Monaco di Baviera si sfideranno la squadra di casa, il Bayern Monaco e il Chelsea del traghettatore italiano Roberto Di Matteo. Un pizzico di Italia sarà presente. Non ci saranno invece, il Barcellona dei marziani di Guardiola e il Real Madrid di Josè Mourinho. I primi, causa muro inglese, i secondi causa tre errori dagli 11 metri. La finale stellare, quella che avrebbe incollato davanti allo schermo più di un miliardo di persone sparse per il globo, quella sognata da tutti fin dai primi sorteggi di Agosto, resterà tale. Un sogno. O un incubo, visto dalla penisola iberica. Il dramma iniziato solo 24 ore prima sul prato del Camp Nou, si ripete al Bernabeu di Madrid e dopo 120 minuti si completa ai calci di rigore. L’errore di Cristiano Ronaldo sembra propiziato da una macumba tutta argentina, poi Kakà e infine Sergio Ramos completano l’opera  e consegnano la finale ai tedeschi. A niente sono valse le belle parate di Casillas su Kross e Lahm che avevano illuso le merengues. Mourinho non riesce a riportare il Real Madrid in finale da dove manca ormai da 10 anni; Guardiola non riesce a rivincere la coppa e sigillare con un altro trofeo il domino blaugrana. La Spagna si accontenterà dell’Europa League ma l’incubo di queste semifinali lascerà il segno. La meritavano loro ma il Real ripiegherà sul campionato mentre il Barcellona si giocherà la coppa nazionale contro l’Athletic Bilbao. Il calcio è strano, imprevedibile quindi bello anche per questo. Oggi piangono potere economico e competenza organizzativa unita a tecnica individuale sopraffina, mentre sorridono l'efficienza tedesca e, qualcuno storcerà il naso, il vecchio catenaccio all'italiana emigrato all'estero.Solo i tifosi tedeschi e inglesi speravano in una finale di questo genere e fino al 19 Maggio non penseranno ad altro. Poi qualcuno resterà deluso, ma per 3 settimane sarà un continuo sognare. Un sogno dalle grandi orecchie. Quello che dalle parti di Barcellona e di Madrid è diventato un incubo.