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giovedì 12 marzo 2015

CHI C'E', CHI NO E CHI SPERA DI ESSERCI

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
Parte la Formula 1 2015. A Marzo a Melbourne e in Australia, al solito.
La Mercedes sarà il solito puntino grigio scintillante che gli altri vedranno in lontananza. Ancora lotta tra il bi-incoronato Hamilton e il recentemente scornato (dal compagno di team) Rosberg. Attenzione al buon Lewis, che ogni qual volta è stato mollato dalla Pussycat Nicole è andato in pippe mentali, in pappa, in crisi. E si appresta ad iniziare questa stagione da single, brutto segno per lui. Nico non aspetta altro che fargli saltare i nervi con qualche qualifica delle sue, perchè a livello di talento puro, su 20 gare, paga troppa differenza.
Emergono dalla nebbia incerta delle seconde linee, le Ferrari degli amiconi Seb e Kimi, guidati dal compagnone furbone Arrivabene, uno che sa come trattare al tavolo dei big e sa come relazionarsi con tutti. Secondo la stampa il nuovo Team Principal è un genio a 360°. C'è tanto entusiasmo. Pure troppo. Essere al livello della Williams e della Red Bull potrebbe pure significare partire 7° e 8°, e in tal caso non bisogna andare in depressione sfigopendula stile 2014, dove sono rotolate più teste che piazzamenti nella Top5 a fine gara.
Ma la macchina c'è, e con un francesismo Raikkonen ha subito notato come la creatura del buon Allison gli risulti "cucita attorno al suo culo". E speriamo che sia ancora sensibile sul fondoschiena dopo la disastrosa F14T!
C'è pure Magnussen a Melbourne, in una condizione psicologica immaginiamo fenomenale. A fine 2014 è stato allegramente trombato per far posto a SuperNando Alonso, salvo esser rimesso in macchina dopo il misterioso incidente nei test spagnoli dell'asturiano. Bene, ti abbiamo trombato, anzi, resti terzo pilota. Anzi no, vedi di correre a Melbourne che ci servi, tanto poi passi un anno al simulatore. Non ci sorprenderemmo se l'aggressivita del buon danese esplodesse a vena tappata a causa di questa singolare situazione.
Non c'è Alonso come detto. Il botto di Barcellona è misterioso, nessuno sa nulla. McLaren non sa, il vento non ha visto, gli alieni non sono esclusi. Si sa solo che Nando è diventato incasiNando dopo il crash, confondendo tutto e tutti. A Melbourne non c'è, in Malesia boh. E la McLaren Honda? Chissà, dal Sol Levante ci si aspettava meraviglie e invece si intravede solo un tremolante crepuscolo con suoni di harakiri in lontananza.
C'è la Manor, cioè forse. Sarebbe un assemblaggio della Marussia del 2014, con Power Unit Ferrari 2014 (quella ciofeca totale, gliela fanno pure pagare?) e piloti presi all'ultimo secondo. Senza test, senza soldi, senza aver pagato le gomme dello scorso anno, senza software. Ci saranno? Dureranno? Prenderanno 6-7 secondi al giro? 
Chi spera di esserci è Van der Garde che ha portato la Sauber in tribunale per averlo appiedato. Gli svizzeri hanno ingaggiato i talentuosissimi (sul conto in banca) Ericsson e Nasr, ma l'olandese ha vinto una doppia causa al tribunale e giusto ieri ha avuto il via libera per il reintegro. Ma se reintegrano lo squattrinato Van der Garde, poi i soldi dei piloti paganti che fine fanno? E se la Sauber andasse ancor più in rosso? 
Che poi tra l'altro Van der Garde manco ha la licenza, e ad oggi non si sa ancora chi salirà sulle vetture elvetiche. 
Insomma, casini a destra e a manca, come al solito. Chi c'è oggi non sa se ci sarà domani, e viceversa. Ed Ecclestone si frega le mani sempre e comunque, allontanando sempre più la F1 dai comuni mortali. Si inizia. 

sabato 4 ottobre 2014

F1 DIARY - 15, SUZUKA, QUALIFICHE

Immagine tratta da formula1.com
Il tifone Phanfone si scatena 24 ore prima del previsto in Giappone. Tifone mediatico: tutti in attesa della mossa della Ferrari, di Alonso, di Vettel, e il comunicato lo fa la Red Bull.
Forse indispettita da tutti questi rumors, le lattine decidono di prendere tutti in contropiede e sparigliano le carte: ciao ciao ai 4 Mondiali di Ditino Seb e benvenuto a Dani Kvyat. Line-up piloti del 2015 Ricciardo-Kvyat, coppia che dà un senso al programma giovani della Red Bull. I due avranno nome simile (Daniel e Dani) e parlano entrambi italiano. Strana cosa.
Quindi Vettel cambia. Ma non può dire dove andrà, anche se fatica a trattenere i sorrisi quando gli si parla della Ferrari. Che è il suo sogno da quando, ancora bimbo, girava sulla pista di Kerpen del suo idolo, Michael Schumacher. Che gli avrà spiegato due o tre cosine sul significato di vincere con la Ferrari, rispetto al vincere altrove. 
Andrà a sostituire Nando, il cui amore con la Rossa è in crisi da un biennio pieno. Le ragioni della crisi non sono tanto le questioni di pista, ma piuttosto l'ingombrante presenza di due primedonne. Una è la Ferrari e l'altra è proprio il pilota asturiano. La macchina più sognata dai piloti, con più tifosi al mondo, e uno dei migliori driver del mondo che non vanno d'accordo. Strana cosa.
E Alonso fa quasi tenerezza quando dichiara che sarà lui a poter decidere il suo futuro, e scegliere il come, il dove e il quando. Tutto questo per il suo grande lavoro compiuto in F1. Si, ok. Ma sa di quelli che gli dai la pacca sulla spalla e gli dici: "Si, va bene, è come dici tu". 
Non è che abbia tutta queste possibilità di scegliere dove andare, la Red Bull gli ha risposto picche, e parimenti la Mercedes. La Ferrari l'ha scaricato. Rimane la McLaren, Le Mans o il divano. Non è che sia una scelta tra caviale e tartufo. Se è il migliore pilota sulla scena, come sostengono in molti, com'è che solo la McLaren lo vuole? Strana cosa.
E poi, ha lasciato la Renault a fine 2006 dopo aver annunciato già a inizio stagione di aver firmato per la McLaren, quindi va in McLaren, trova Hamilton e svela la Spy Story inguaiando il team (azzerati punti nei costruttori e 100 milioni di dollari di multa), e fugge ancora in Renault dalla porta di servizio. Qui nel 2008 si trova inconsapevolmente in mezzo al caso Singapore che costa la radiazione a Briatore e Symonds. Nel 2009 firma con la Ferrari, con il munifico sponsor Santander che si accolla la penale per rescindere il contratto di Raikkonen, pur di vestirlo di rosso. E cinque anni dopo, anche la Ferrari lo lascia a piedi. Qualche frasetta di troppo qua e là. Poco uomo squadra, lo "scemi/geni" via radio e il desiderio di una Red Bull come regalo di compleanno, gli apici negativi del rapporto. Mondiali vinti zero. Da otto anni Alonso insegue l'iride, che gli sfugge sistematicamente. E da otto anni, dove va, accadono casini, liti e scandali. Strana cosa.
Nando poi non manca di definire alla sua altezza solamente Hamilton, snobbando Vettel, che considera un quadricampione solo per meriti della macchina. E a Maranello lo rimpiazzano proprio con lui. Altra strana cosa.
Ah, ma c'è anche un Gp. Qualifiche inutili, domani il tifone vero spazzerà tutto e tutti. Quindi la griglia sarà una situazione momentanea in attesa delle Safety Car. Le Mercedes volerebbero anche sulla neve, ma occhio sotto l'acqua a Ricciardo e Seb.