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lunedì 2 dicembre 2013

DA "DESAPARECIDO" A "RE LEONE"

Immagine tratta da sport.sky.it
Come ritrovarsi in casa un giocatore indesiderato, non richiesto e fuori forma, e scoprire dopo un paio di mesi di avere un estremo bisogno di lui. Ciò che sta accadendo in casa juventina con il centravanti Llorente è proprio questo: ignorato nei primi mesi di campionato, ora è decisamente lui il colpo del mercato bianconero, il giocatore giusto per tutte le esigenze e in tutte le partite. Un'evoluzione incredibile e per molti inattesa, quella del bomber basco, non se si guarda l'idea di gioco impostata da Conte e qualche episodio analogo del recente passato dei campioni d'Italia. 
Fin dalla sua prima stagione sulla panchina della Juve, infatti, il tecnico salentino ha sempre puntato su un attaccante di peso e di sostanza, magari non fenomenale sotto porta ma in grado con il suo fisico e le sue caratteristiche di dare profondità, far salire la squadra, e magari buttarla dentro con qualche giocata "sporca", stilisticamente non perfetta ma molto più efficace di dribbling e colpi di fantasia. Matri era l'esempio perfetto del centravanti voluto da Conte, che non a caso ha preso piuttosto male la sua cessione nell'estate, soprattutto per l'abnegazione e l'utilità che il ragazzo ha sempre dimostrato di possedere all'interno del gruppo, a prescindere dalle sue medie realizzative non sfavillanti. Titolare fisso nel primo scudetto della rinascita juventina, Matri si è poi dovuto giocare il posto giocatori simili a lui per stile di gioco e caratteristiche, come Quagliiarella e soprattutto Borriello, voluto proprio da Conte per dare una mano nelle fasi cruciali della corsa al titolo. Anche l'anno successivo, dopo una prima fase di stagione con il duo Vucinic-Giovinco titolare, la vera svolta tattica bianconera è arrivata con il reinserimento di Matri, che ha dato peso ad un attacco altrimenti fantasioso ma troppo leggero e, a tratti, inconcludente contro difese veloci e brave a non scoprirsi.
Llorente nel suo gioco è certamente simile a Matri per fisico e caratteristiche, ma con qualche netta differenza, di stazza ma soprattutto di tecnica. Lo spagnolo è più robusto, 10 centimetri e altrettanti chili in più dell'attaccante oggi al Milan, e unisce a questi vantaggi una capacità migliore di tenere il pallone, fare sponde veloci per i compagni e farsi trovare pronto sotto porta nei momenti importanti. E' anche più giovane di un anno, il che non guasta mai se si pensa in chiave futura, e conosce bene il palcoscenico europeo e internazionale, avendo disputato tre edizioni consecutive dell'Europa League con l'Athletic Bilbao (con tanto di finale persa nel 2012), ed essendosi aggiudicato con la Nazionale spagnola il titolo Mondiale nel 2010 ed Europeo nel 2012, pur giocando molto poco. Non è un fenomeno, ben inteso, ma conosce bene il ruolo del centravanti vecchia maniera, fisico e opportunista, e sa sfruttare bene le sue occasioni. Arrivato a costo zero perché in scadenza di contratto, a inizio stagione ha dovuto ambientarsi con il campionato italiano, e soprattutto ritrovare la forma migliore, visto che nella scorsa stagione aveva giocato poco per via del suo desiderio di lasciare il club basco per approdare alla Juventus. Superata la diffidenza iniziale dell'ambiente e di Conte, che non sembrava riuscire a trovargli posto nel suo attacco, si è giocato bene la sua prima chance da titolare, segnando la rete decisiva contro il Verona, e anche in Champions si è fatto notare quando ha realizzato due reti agli spagnoli del Real Madrid, una al Bernabeu ed una a Torino. Da quasi due mesi il posto accanto a Tevez è suo, senza più discussioni, e nelle ultime tre partite con il Napoli, a Livorno e in casa con l'Udinese ha segnato le reti decisive per sbloccare e successivamente vincere i match e consentire ai bianconeri di allungare in vetta al campionato.
Una bella rivincita per lui e un grosso smacco per i tanti critici che l'avevano definito inutile, fuori luogo, inadatto al nostro calcio, sopravvalutato. La sua sembrava in effetti la fotocopia delle esperienze di altri attaccanti arrivati alla Juve con buone aspettative, non come obiettivi di mercato dichiarati, e rivelatisi con il passare del tempo un flop di cui liberarsi in fretta. Se Borriello, nel 2012, si era gradualmente fatto apprezzare con un paio di gol importanti, anche se non sufficienti a garantirgli la permanenza in bianconero, la scorsa stagione le esperienze di Bendtner (nove partite pressoché anonime) e del suo sostituto Anelka (due scampoli di gara senza lasciare il segno) avevano deluso non poco le aspettativa di tecnico e dirigenza. E dire che Llorente era dato sul piede di partenza già prima dell'inizio del campionato, sponda Barcellona, e che dopo il primo mese in cui non aveva quasi messo piede in campo i giornali spagnolo lo davano per "desaparecido", dimenticato chissà dove da Conte e dal suo staff...
Ora il nuovo "Re Leone", come viene chiamato dai tifosi per la lunga chioma castana e la barba (non ce ne voglia il grande Batistuta, proprietario ad honorem di questo titolo...), è praticamente insostituibile, la sua utilità in campo è sotto gli occhi di tutti, e lo stesso Conte lo elogia e sembra disposto a tutto pur di non privarsi di lui, anche ad esentarlo dal turnover. Da "desaparecido" ad eroe e potenziale colpo di mercato, il passo per Llorente è stato davvero breve.

sabato 23 giugno 2012

EURO 2012: PAGELLE QUARTI DI FINALE/2

Immagine tratta da europei-di-calcio-2012.com

Ecco le nostre opinioni sull'attesissima partita Germania-Grecia, non tanto per la spettacolarità dell'incontro quanto per il suo particolare significato politico ed economico.
GERMANIA
Tattica: Loew dimostra di avere grande fiducia nella sua rosa e nei suoi giovani terribili; rinuncia a Podolski e Muller (non certo due Matusalemme) per Schurrle e Reus, con il chiaro intento di dare maggiore velocità sugli esterni e attaccare costantemente la difesa greca. La Germania mette sotto l'avversario più nettamente di quanto non dica il punteggio, e ribadisce il suo ruolo di favorita al successo finale.
I Migliori:
-In una serata in cui Schweinsteiger fatica e non poco, ci pensa un grande Khedira a togliere le castagne dal fuoco. Domina il centrocampo con grande sicurezza, copre tutti i buchi e si propone molto anche in fase offensiva, segnando un gol meritatissimo che scaccia via le paure. Voto 7,5.
-Ha visto la Champions sollevata da un altro capitano al posto suo e a casa sua. Lahm non ha intenzione di fare ancora secondo, e si vede. In coppia con Schurrle gioca un gran primo tempo e realizza la rete del vantaggio, poi continua a trascinare i compagni con l'esempio. Voto 7.
-Lanciato titolare dal suo allenatore, Reus dimostra che l'ottima annata in Bundesliga non è stata un caso. Svaria su tutto il fronte d'attacco, attacca con continuità l'area di rigore, aiuta in copertura e si toglie anche lo sfizio di un gol. Ha solo 23 anni, è un campione più che potenziale. Voto 6,5.
I Peggiori:
-Se il suo collega di reparto brilla, Schweinsteiger al contrario incappa in una serata decisamente storta. Impreciso nel giocare i palloni, impacciato, sembra l'ombra dello splendido metronomo del Bayern. Troppi e inusuali i suoi errori, forse non è al 100% atleticamente, ma da lui ci si attende ben altro. Voto 5.
-Sarà anche fratello di Kevin-Prince, ma con il trequartista del Milan Jerome Boateng ha in comune davvero poco. Disattento in fase di copertura, è in ritardo sul pareggio di Samaras, e nel finale è ingenuo nel causare il rigore per un fallo di mani. Può essere il punto debole di questa Germania. Voto 5,5.
-Dei quattro giocatori offensivi, il più in ombra è sembrato sicuramente Ozil. Il trequartista di origine turca si è acceso troppo ad intermittenza, alternando belle giocate a momenti di appannamento. Poco pericoloso sotto porta, più bravo nel gestire il pallone a centrocampo. Imperfetto. Voto 5,5.
GRECIA
Tattica: Contro una potenza offensiva come la Germania, l'unica tattica possibile per gli uomini di Santos è stata la difesa a oltranza, con alcuni rapidi tentativi di ripartenza in contropiede. La velocità e le giocate degli uomini di Loew sono troppo per questa Grecia, volenterosa e orgogliosa, ma assolutamente incapace di articolare una manovra convincente. Il sogno dura 6 minuti dopo il pareggio, poi Khedira risveglia tutti.
I Migliori:
-Il suo omonimo, il nuovo premier greco, era assente, lui invece ha fatto notare la sua presenza. Samaras ha coronato con la rete del pari una partita di grande lotta e sacrificio, con coperture da terzino e un gioco a tutto campo sulle fasce. L'ultimo a mollare tra i suoi, un vero guerriero. Voto 6,5.
-Con la squadra tutta sulla difensiva, è difficile fare l'attaccante e cercare gloria. Salpingidis non si è fatto intimidire, ha giocato una buona partita, sacrificandosi per i compagni e regalando a Samaras il pallone del pareggio. Nel finale, la giusta soddisfazione di una rete su rigore. Voto 6,5.
-Sostituire un leader come Karagounis non è facile, oggi Makos è riuscito a non farlo rimpiangere troppo. Tra i più positivi nel centrocampo greco, contrasta con efficacia Schweinsteiger e rende difficile la giocata a tutti coloro che lo affrontano. Gara più che positiva. Voto 6,5. 
I Peggiori:
-Arrivava imbattuto a questa partita, si è letteralmente sciolto di fronte agli assalti dei tedeschi. Sifakis è incerto sul gol di Lahm e in uscita su Klose, e in tutta la gara pecca di insicurezza. Esce spesso in modo imperfetto, e non blocca un pallone da fuori area. Da colonna di marmo a vaso di coccio. Voto 4.
-Sognerà più volte Schurrle e Lahm questa notte. Torosidis va costantemente in difficoltà sulla fascia destra, puntato con troppa facilità dai tedeschi, che spesso si propongono al cross o al tiro. Prova ad aiutarsi con l'esperienza, ma non ottiene granché di positivo. Voto 5.
-Quando Lahm lo salta e va a segnare, lui sembra quasi un turista di passaggio. Ninis dovrebbe essere una delle poche luci nel fronte offensivo greco, invece non si vede praticamente mai. Come nella gara d'esordio, la sua sostituzione all'intervallo porta solo benefici alla squadra ellenica. Voto 5.
Curiosità: Quella realizzata oggi è solo la quinta rete per Lahm in 90 presenze con la maglia della Germania. Delle quattro precedenti, una aveva inaugurato il Mondiale del 2006, un'altra aveva deciso la semifinale contro la Turchia negli Europei del 2008. Poche gemme, ma tutte di altissimo valore...