lunedì 3 febbraio 2014

IL FIORETTO E LA SPADA

Immagine tratta da gazzetta.it
Il match: allo Juventus Stadium va in scena il Derby d'Italia contro l'Inter, una delle sfide più sentite per i tifosi bianconeri, soprattutto dopo le recenti polemiche e dichiarazioni in seguito allo scambio Vucinic-Guarin saltato all'ultimo. I padroni di casa non possono disporre di Buffon, squalificato, e dell'influenzato Quagliarella, ma ripropongono Pirlo in regia e Chiellini a sinistra nella difesa a tre, con il solito 3-5-2 e il duo terribile Tevez-Llorente davanti. Inter senza l'infortunato Cambiasso, una grave perdita in mezzo al campo, e con Guarin non convocato, Mazzarri propone anche lui il 3-5-2, anche se è più un 3-5-1-1 con Alvarez a sostegno dell'unica punta Palacio. In tribuna i rispettivi colpi del mercato di gennaio, Osvaldo per la Juve, Hernanes per l'Inter.
La partita: ritmo e partita in mano alla Juve, che lascia gestire il pallone all'Inter solo per attaccarla quando si scopre e sfruttare al massimo il suo potenziale offensivo. Dopo un doppio miracolo di Handanovic su Tevez, al quarto d'ora Pirlo sfodera il fioretto e traccia l'assist per il taglio vincente di Lichtsteiner, che sblocca la sfida. I bianconeri gestiscono abbastanza serenamente per tutto il primo tempo, anche se rischiano sul solito errore di Bonucci a metà campo che da inizio ad un tre contro due sprecato malamente da Palacio. A inizio ripresa, deposte le armi di fino la Juve attacca a spada tratta e piazza l'uno-due che chiude i conti: colpiscono due gladiatori della squadra, prima Chiellini su una carambola in area dopo un angolo, poi Vidal che risolve un'altra mischia con la difesa avversaria che gioca alle belle statuine. Chiuso il match, i bianconeri rallentano il ritmo per gestire la gara, forse troppo perché l'Inter trova il gol sugli sviluppi di un corner con Rolando e spreca il possibile 2-3 con Palacio, davvero in serata no. Nel finale, manca solo il lieto fine per il figliol prodigo Vucinic, promesso sposo poi rifiutato proprio dall'Inter, che vede l'urlo del gol fermarsi sul palo.
La chiave tattica: ciò che colpisce è la tanta, troppa libertà concessa a Pirlo, che inventa il gol del vantaggio senza neanche un minimo di pressione addosso e per tutto il primo tempo distribuisce palloni a destra e a manca. La precisione e il cinismo sottoporta di inizio ripresa chiudono poi una sfida mai seriamente in discussione.
Il migliore: stasera merita il premio l'intero centrocampo bianconero, che sotto la guida del suo barbuto direttore d'orchestra mette in scena una sinfonia perfetta. Nota di merito in particolare a Lichtsteiner, il più in forma di tutti nell'ultimo mese.
La conferma: ciò che si è visto nell'ultima mezz'ora di gioco ribadisce ancora una volta che la Juve ultimamente fatica a gestire il ritmo una volta acquisito il risultato. Contro Samp e Inter è andata bene, ma in futuro non sarà sempre così.
La delusione: nell'anno nuovo Carlitos Tevez sembra aver smarrito la via del gol. Intendiamoci, il suo lavoro per la squadra e l'impegno sono encomiabili, e stasera ha trovato di fronte un Handanovic in gran fornma ma a una punta si chiede comunque, e principalmente, di buttarla dentro...
La sorpresa: in negativo, stupisce la pessima serata di Palacio, che si mangia almeno due grandi occasioni da rete, la prima sull'1-0. L'anno scorso aveva fatto centro sia all'andata che al ritorno contro i bianconeri, stavolta il Trenza ha clamorosamente steccato la partita.
La classifica: 59 punti e vetta solitaria per la Juve, che in casa mantiene il 100% di vittorie e continua a viaggiare ad un ritmo incredibile, con 9 lunghezze sulla Roma che deve recuperare la sfida contro il Parma e ben 15 sul Napoli.
Prossime partire: 9 febbraio, Verona-Juventus; 16 febbraio, Juventus-Chievo; 20 febbraio, Juventus-Trabzonspor (Europa League).

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