giovedì 2 maggio 2013

IL VECCHIO E IL BAMBINO

Immagine tratta da bundesligafootball.co.uk
Riprendendo il titolo di una notissima canzone di Francesco Guccini, possiamo davvero dire che la finale di Champions di quest'anno se la giocheranno un "vecchio" e un "bambino", entrambi tedeschi, ma estremamente diversi l'uno dall'altro, per carriera e gestione della squadra.
Il "vecchio" è Jupp Heynckes, 68 anni tra una settimana, nativo di Monchengladbach e con alle spalle una lunga e prestigiosa carriera, sia da giocatore che da allenatore. In campo giocava come attaccante, ed ha lasciato il segno nella squadra della sua città, il Borussia Monchengladbach, di cui detiene il record di marcature e con cui ha vinto quattro Scudetti e una Coppa UEFA, perdendo anche una finale di Coppa Campioni nel 1977. Con la Nazionale dell'allora Germania Ovest ha partecipato al grande biennio 1972-74, conquistando prima il Campionato Europeo e poi la Coppa del Mondo, anche se non ha mai avuto un ruolo da grande protagonista. Ritiratosi nel 1978, ha iniziato quasi subito ad allenare nella sua città, anche se i successi sono arrivati prima con il Bayern Monaco (due titoli e due supercoppe nazionali) e poi soprattutto con il Real Madrid, con cui vince la Champions League nel 1998 interrompendo un digiuno durato oltre trent'anni; in mezzo, tante stagioni in panchina tra Spagna, Germania e Portogallo, prive tuttavia di altri grandi successi, tanto è vero che negli ultimi anni la sua carriera da allenatore sembrava avviata al tramonto. Poi, il rilancio a Leverkusen e il ritorno al Bayern, riportato al successo in Bundesliga quest'anno e condotto la scorsa stagione all'incredibile finale di Champions League persa in casa e ai rigori contro il Chelsea. Si è guadagnato una seconda occasione triturando quella che è stata la miglior squadra degli ultimi anni, il Barcellona, e dando a tutti una netta impressione di superiorità e convinzione, il che rende i bavaresi i naturali favoriti per la finale di Wembley. Il suo gioco punta molto sulla fantasia dei suoi attaccanti Robben, Ribery e Muller, con Schweinsteiger abile direttore d'orchestra a centrocampo e Neuer a guidare una difesa che non prende gol da quattro partite in Champions e sembra molto più solida delle previsioni. Heynckes sa già che a giugno lascerà il club allo spagnolo Guardiola, nonostante il gran lavoro fatto in questi due anni, e vuole andarsene da trionfatore, per dimostrare che chi arriverà dopo di lui potrà solo eguagliare e non migliorare le sue imprese. Dovesse vincere la Coppa, a quindici anni di distanza dalla prima volta, batterebbe il record di Ernst Happel, che trionfò nel 1983 con l'Amburgo esattamente tredici anni dopo aver vinto con il Feyenoord.
Il "bambino" è Jurgen Klopp, 46 anni a giugno, nato a Stoccarda ma cresciuto calcisticamente nel Mainz, con cui ha disputato tutta la sua carriera da giocatore. prima nel ruolo di attaccante e poi in quello di difensore. In campo non ha mai lasciato davvero il segno, ma una volta smessa la casacca per indossare la divisa da allenatore ha subito fatto vedere di possedere buone qualità. Sedutosi sulla panchina dello stesso Mainz, ha portato la squadra dalle zone basse della serie B tedesca ad una fantastica promozione in Bundesliga, con due salvezze consecutive e una storica qualificazione in Coppa UEFA nel 2006. Il miracolo non è poi proseguito, nel 2007 è arrivata la retrocessione e l'anno dopo gli sforzi per una immediata risalita non hanno portato frutti, ma Klopp si era già conquistato l'attenzione di alcuni team importanti, colpiti dal suo metodo di lavoro. E' arrivata la chiamata del Borussia Dortmund, che veniva da un difficile periodo condito da problemi economici e un evidente calo di prestazioni in campionato, e lui subito si è messo al lavoro riportando la squadra ad alti livelli. Dopo due quinti posti consecutivi, nel 2010 i renani hanno dominato il campionato, superando nettamente i rivali del Bayern Monaco e ottenendo una prestigiosa vittoria in Bundesliga dopo un'attesa durata nove anni, impresa bissata anche l'anno dopo e arricchita anche dal successo in Coppa di Germania. La prima esperienza in Champions, lo scorso anno, era terminata già al primo turno con l'ultimo posto in girone, questa volta i ragazzi terribili di Klopp hanno stupito tutti dimostrando una grinta e un'organizzazione invidiabili, che li ha portati a compiere l'impresa contro il temibile Real Madrid e a conquistare la seconda finale della loro storia, la prima tutta tedesca. L'abilità del giovane tecnico è senza dubbio il suo modo di formare i giovani, visto che talenti come Lewandowski, Gotze, Hummels e Subotic sono stati forgiati da lui fino a diventare colonne portanti della squadra e oggetti del desiderio di moltissime altre formazioni europee. A ogni cessione è corrisposto l'inserimento in squadra di un altro giovane di talento, lo scorso anno Gundogan per Sahin, stavolta Reus per Kagawa, e il rendimento del Dortmund anziché peggiorare è sempre migliorato. A Wembley non partirà da favorito, ma di sicuro se la giocherà fino alla fine contro gli avversari ormai storici del Bayern, per vendicare il titolo perso e l'eliminazione in Coppa di Germania subita quest'anno, e anche per dimostrare che i campioni forgiati in casa possono valere di più di quelli comprati in altri club.
Quale che sia il vincitore tra i due alla fine, il vero trionfo è sicuramente quello del calcio tedesco, che negli ultimi anni ha prodotto e continua a produrre tantissimi talenti nei vivai, ha costruito stadi nuovi e accoglienti, molto moderni e sempre pieni di tifosi appassionati ma corretti, ed economicamente è una delle leghe migliori nel panorama europeo. Dopo il sorpasso all'Italia nel ranking un paio di stagioni fa, ottenendo un posto in più in Champions ormai la Germania si sta consolidando come potenza mondiale nel calcio, per la prima volta avrà due sue squadre in finale e porterà a casa per la settima volta, superando l'Olanda nella speciale classifica. Il vecchio Heynckes e il giovane Klopp, così diversi per età e carriera, rappresentano in fondo quel misto di esperienza e novità che sta portando i tedeschi a diventare i nuovi padroni del calcio, in Europa e non solo.

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