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martedì 13 agosto 2013

ITALIA - ARGENTINA: TANTI RICORDI E UNO SGUARDO AL FUTURO

Immagine tratta da calcio.fanpage.it
La sfida di domani sera tra Italia e Argentina non può essere un'amichevole come tutte le altre, e non solo perché organizzata in onore di Papa Francesco. Quando scendono in campo due squadre che da sempre si considerano profondamente legate, soprattutto per la notevole emigrazione di italiani nella nazione sudamericana nel corso degli anni passati, si ha sempre la sensazione che si tratti di una specie di scontro in famiglia, tra due anime molto simili l'una all'altra. E ad alimentare l'atmosfera e il prestigio di questo confronto, si inseriscono le tante sfide che nel passato hanno messo di fronte le due formazioni, e i numerosi campioni che dall'Argentina sono giunti in Italia a impreziosire il nostro campionato, su tutti Diego Armando Maradona.
La prima sfida tra gli azzurri e i loro "cugini" sudamericani risale al secondo dopoguerra, quando nel dicembre del 1954 le due squadre si affrontano in amichevole. L'Italia viene da un deludente Mondianle disputato in Svizzera, gli argentini stanno anche peggio, perché non disputano la rassegna più importante da vent'anni, la loro ultima presenza risale al 1934. La sfida la vincono i padroni di casa per 2-0, con una rete per tempo di Frignani e Carlo Galli, ma l'Argentina si prende la rivincita un anno e mezzo dopo, quando restituisce ospitalità e risultato agli azzurri, vincendo a Buenos Aires per 1-0. Interessante la successiva sfida del giugno 1961, vinta 4-1 a Firenze dall'Italia, perché a segnare tre dei gol azzurri sono Ramon Lojacono e Omar Sivori, due argentini che ora vestono la maglia del Paese in cui giocano. Un altro netto successo arriva nel giugno del 1966, poco prima del Mondiale inglese, con un 3-0 secco firmato dalla doppietta di Pascutti e dal gol del compianto Gigi Meroni. Dopo questi primi incontri amichevoli, la sfida tra le due Nazionali diventa una sorta di abitudine anche a livello internazionale: per cinque Mondiali consecutivi, dal 1974 al 1990, Italia e Argentina si trovano sempre di fronte. La prima sfida si gioca in Germania, nel primo turno, e fa registrare il primo pareggio tra le due formazioni. I sudamericani passano in vantaggio con Houseman, poi vengono raggiunti da un'autorete del capitano Perfumo, ma alla fine saranno loro a festeggiare, perché la successiva sconfitta azzurra contro la Polonia gli permetterà di accedere alla seconda fase del torneo, proprio a spese di Rivera, Mazzola e compagni. Nel 1978, durante il Mondiale che si disputa proprio in Argentina, gli organizzatori fanno in modo che entrambe le squadre finiscano nello stesso girone per un preciso scopo: vogliono far confrontare le due anime del Paese, e in caso farle rincontrare solo in finale. Le due formazioni sono a punteggio pieno, ma non fanno turnover e si affrontano a viso aperto, in un match bellissimo. Vince l'Italia di Bearzot, con un guizzo di Bettega, ma ancora una volta è l'Argentina a ridere per ultima, perché per la prima volta si laureerà Campione del Mondo, mentre gli azzurri saranno quarti nonostante l'ottimo gioco espresso.
Nell'estate del 1979 le due squadre si ritrovano in amichevole a Roma, e più del 2-2 finale ciò che interessa è l'esordio su un palcoscenico italiano di un diciottenne argentino, non molto alto, con la maglia numero 10 dietro le spalle e talento che sprizza da ogni suo tocco di palla. E' in quell'occasione che Diego Armando Maradona si presenta per la prima volta in Italia, avversario che affronterà molte altre volte in futuro, la prima nel 1982 durante il Mondiale spagnolo. Gli azzurri hanno stentato fino a quel momento, l'Argentina del Pibe non ha brillato ma sembra più forte, almeno sulla carta. Bearzot fa la mossa giusta, attacca un mastino come Gentile alle caviglie di Maradona, e l'Italia vince per 2-1, iniziando così la cavalcata che si concluderà a Madrid con la terza Coppa del Mondo nella storia azzurra. Quattro anni dopo, in Messico, le due squadre sono di nuovo di fronte, stavolta in girone. Diego è cresciuto e maturato negli anni, è già un idolo a Napoli, e ha la missione di portare al titolo la sua squadra. L'Italia va in vantaggio con Altobelli su rigore, Maradona con un tocco dei suoi ottiene il pareggio, risultato che va bene a entrambi. Il percorso degli azzurri sarà breve, stroncato dalla Francia di Platini, mentre l'Argentina arriverà al successo finale, trascinata ovviamente dalle prodezze e dai gol del suo numero 10. Maradona segnerà ancora contro l'Italia, l'anno dopo durante un'amichevole, ma stavolta uscirà sconfitto 3-1 dal contronto con il gruppo giovane e rinnovato di Vicini, che vuole inaugurare un nuovo ciclo vincente. E ancora una volta, nel Mondiale ospitato in casa nel 1990, l'Argentina si frapporrà sulla strada degli azzurri, in una semifinale memorabile giocata al San Paolo di Napoli, in quella che è la casa di Diego, con il pubblico che non sa per chi tifare. Schillaci, eroe di quel torneo, illude gli azzurri, Caniggia e un errore di Zenga mandano la partita fino ai rigori, dove il portiere Goycoechea è l'eroe e porta i sudamericani alla finale. L'Italia chiuderà terza vincendo la "finalina" con l'Inghilterra, Maradona subirà i fischi degli italiani a Roma e uscirà sconfitto dal confronto decisivo con la Germania Ovest, tra mille recriminazioni e polemiche. Dopo questo lungo ciclo di sfide, incredibilmente, Argentina e Italia si sono affrontate solo un'altra volta, nel febbraio del 2001, quando gli azzurri di Trapattoni furono sconfitti in casa 2-1 dagli uomini di Bielsa. Entrambe le formazioni, considerate due delle più serie pretendenti al Mondiale 2002, usciranno invece con le ossa rotte dal torneo, deludendo molto le aspettative.
Quella di domani sera, dunque, sarà la quattordicesima sfida tra Italia e Argentina, la prima da 12 anni a questa parte. La partita purtroppo ha già perso due grandi stelle prima ancora del calcio d'inizio, visto che Messi e Balotelli si sono infortunati e non scenderanno in campo, ma lo spettacolo non mancherà. Sarà un test che probabilmente dirà poco, come spesso accade nelle amichevoli di ferragosto, ma senza dubbio avrà già un sapore di Mondiale, quel torneo a cui entrambe le squadre guardano con fiducia per la prossima estate. Gli azzurri sognano di tornare grandi otto anni dopo la strepitosa vittoria di Berlino, gli argentini vogliono ritornare ai fasti del periodo di Maradona, con Messi che avrà la grande chance di mettere a tacere chi dice che è un fenomeno nel Barcellona e un giocatore normale in Nazionale. Prepariamoci dunque ad un'altra sfida accesa e interessante, come è sempre stato e sempre sarà tra Italia e Argentina, due Paesi molto diversi ma con un'anima e un cuore che continuano a battere molto, molto vicini.

domenica 23 giugno 2013

CONFEDERATIONS CUP 2013: PAGELLE SESTA GIORNATA

Immagine tratta da vivoazzurro.it
Si conclude il girone A della Confederations Cup con la sfida stellare tra i nostri azzurri e i padroni di casa del Brasile e l'altro incontro, ormai inutile per la classifica, tra Messico e Giappone. Vediamo qual è il nostro giudizio sull'Italia e in generale sulle due partite.
ITALIA
Buffon: Se la difesa prende troppi gol stavolta non si può dire che il portiere non sia colpevole. Impreciso sul gol di Neymar e sul secondo di Fred, dopo alcune buone parate nel primo tempo. Voto 5,5.
Abate: Non inizia bene la partita, timido e in difficoltà contro Marcelo. Quando migliora un po' subisce l'intervento killer di Neymar e deve dire addio a partita e Confederations. Voto 5,5.
Maggio: Entra a freddo ma fa vedere di non avere paura. Tiene bene la fascia e di testa in mischia sfiora il gol del 3-3 centrando in pieno la traversa. Voto 6.
Bonucci (il peggiore): Sostituisce Barzagli ma non riesce a fare meglio di lui, anzi. Perennemente fuori posizione, scavalcato dal lancio del 3-1, non riesce a dare sicurezza al reparto. Voto 5.
Chiellini: Il gol gli da mezzo voto in più, ma anche la sua prestazione non è sufficiente. Bruciato da Fred, in difficoltà contro gli attaccanti brasiliani, usa l'esperienza ma non basta. Voto 5,5.
De Sciglio: Riscatta la prestazione opaca contro il Giappone giocando con personalità e tenendo bene la sua fascia, unico neo lascia da solo Dante in occasione del primo gol. Voto 6.
Aquilani: C'è poco da fare, in Nazionale non riesce proprio ad essere protagonista. Partita in sofferenza, sbaglia molti palloni e non fa girare a dovere la squadra. Inevitabilmente bocciato. Voto 5.
Montolivo: Non convince come vice di Pirlo, sbaglia anche lui passaggi facili e soffre sul pressing degli avversari. Sostituito per un colpo alla testa, senza di lui paradossalmente le cose migliorano. Voto 5,5.
Giaccherini (il migliore): Entra e segna il gol del momentaneo pareggio con un gran diagonale. Ci mette l'anima e si rivela ancora una volta il migliore dell'Italia, meritandosi forse la maglia da titolare contro la Spagna. Voto 6,5.
Candreva: Buona partita per il trequartista azzurro, che tiene bene Marcelo e fa un gran lavoro sulla fascia destra. E' più in condizione di alcuni compagni, meriterebbe più spazio. Voto 6.
Diamanti: Dopo due gare in panchina ha finalmente l'occasione di mettersi in mostra, per di più contro il Brasile. Fallisce la missione, non riesce mai ad entrare nel vivo del gioco e ad incidere sulla gara. Voto 5,5.
El Shaarawy: Subentra a Diamanti e non riesce a fare meglio di lui. Dal suo ingresso in campo non si fa mai vedere, confermando di non essere al meglio e di non essere lo stesso di inizio stagione. Voto 5,5.
Marchisio: Prima esterno avanzato, poi interno di centrocampo, gioca comunque al di sotto dei suoi livelli. Resta l'impressione di un giocatore stanco e lontano dalla miglior condizione. Voto 5,5.
Balotelli: Sempre solo là davanti, cerca di fare qualcosa ma non riesce ad incidere come in altre partite. L'assist di tacco per Giaccherini però è da applausi a scena aperta. Voto 6.
Prandelli: Cerca una soluzione all'assenza di Pirlo e cambia modulo, ma non ha le risposte sperate. Il primo tempo in sofferenza e la difesa troppo perforabile sono due delle cose da rivedere nella squadra. Voto 5,5.
BRASILE
Tattica: Scolari continua sulla sua strada, con una squadra offensiva e puntando tutto sulla classe di Neymar. Il primo tempo è molto positivo e il Brasile va meritatamente in vantaggio, nella ripresa soffre di più ma riesce ugualmente a strappare la vittoria. Anche se lentamente, sta costruendo la squadra per il Mondiale.
Il migliore: Dopo esser stato lontano dalla Nazionale per quattro anni, Fred sta ricompensando la fiducia ricevuta da Scolari con buone prestazioni. Contro gli azzurri costringe Buffon alla respinta sul primo gol e poi lo batte due volte, con fisico e intelligenza. L'attaccante giusto per questo Brasile potrebbe essere lui. Voto 7.
Il peggiore: Sembra quasi che vogliamo infierire, ma il peggiore resta sempre lui: Oscar. Un tacco per Neymar e nulla più in un'altra partita anonima, la terza su tre in questa Confederations. Scolari continua a puntare su di lui, i risultati non lo premiano, non sarebbe meglio affidarsi a Lucas? Voto 5.
Curiosità: Con oggi sono quasi trentun'anni che l'Italia non batte il Brasile. Negli ultimi sette incontri due pareggi e cinque sconfitte, di cui una ai rigori nella finale del Mondiale 1994. L'ultima vittoria, dolcissima, risale al 5 luglio 1982, il leggendario 3-2 con tripletta di Paolo Rossi che aprì la strada al terzo mondiale azzurro.
MESSICO
Tattica: In una gara inutile per il passaggio del turno, De la Torre conferma il 4-4-2 schierato contro il Brasile cambiando alcuni uomini ma puntando sulle sue stelle in attacco. La risposta è positiva, la vittoria arriva ed è più netta di quanto dica il punteggio, resta l'impressione di una squadra in crescita ma ancora incompleta.
Il migliore: Dopo una gara da spettatore contro i verdeoro, Javier Hernandez torna a farsi vedere con una doppietta e una partita di grande sostanza. Dopo un primo tempo abulico, si sveglia nella ripresa mostrando freddezza e grande qualità. Unico neo, il rigore sbagliato che gli nega la tripletta. Voto 7.
Il peggiore: Il tecnico gli concede una maglia da titolare, ma Raul Jimenez non sfrutta l'occasione. Tanta corsa per tutta la partita, ma non riesce mai a rendersi utile o pericoloso, rimanendo spesso fuori dal gioco. E' un attaccante giovane, avrà altre occasioni per rifarsi in futuro. Voto 5,5.
GIAPPONE
Tattica: Dopo l'eliminazione, Zaccheroni prova a cambiare qualcosa in difesa e ad ottenere la vittoria dell'onore puntando sullo stesso modulo. La squadra gioca un primo tempo ordinato, poi si scioglie e va incontro alla terza sconfitta su tre, ma per l'impegno e la gran gara contro l'Italia merita comunque applausi.
Il migliore: Ancora una buona prestazione per Okazaki, che si conferma dopo la bella prova con l'Italia. Attaccante mobile e volenteroso, segna una primo gol di tacco ma gli viene ingiustamente annullato, poi ne fa un secondo (irregolare) e gli viene convalidato. Di gran lunga il migliore dei suoi. Voto 6.
Il peggiore: Rispetto alla sfida con l'Italia sono in molti i giocatori al di sotto della sufficienza, su tutti spicca probabilmente Maeda. Dovrebbe essere il centravanti della squadra, si rivela tutto fuorché utile alla squadra. Poco movimento, mai pericoloso, davvero un pesce fuor d'acqua. Voto 5.
Curiosità: Strano a dirsi, eppure Messico e Giappone saranno due delle protagoniste della Copa America 2015. Entrambe le squadre sono state invitate a prender parte alla competizione, come già accaduto nel 1999. I nipponici dovevano esserci già nel 2011, ma rinunciarono a causa dello tsunami e furono sostituiti dalla Costa Rica.

giovedì 20 giugno 2013

CONFEDERATIONS CUP 2013: PAGELLE QUARTA GIORNATA

Immagine tratta da giornalettismo.com
Arriva la seconda giornata di incontri nel gruppo A, con la sfida tra i padroni di casa del Brasile e il Messico e i nostri azzurri che se la sono vista con il Giappone di Zaccheroni. Ecco i nostri voti, come sempre con un occhio di riguardo per la partita dell'Italia.
ITALIA
Buffon: Punito oltre misura in occasione del rigore, non può fare nulla sugli altri gol. Con un paio di buoni interventi tiene in piedi la squadra quando rischia di affondare. Voto 6.
Maggio: Lanciato titolare da Prandelli, non sfrutta a dovere l'occasione, soffrendo tremendamente Kagawa e spingendo poco. Il ruolo di terzino non fa proprio per lui. Voto 5.
Abate: Entra e fa un po' meglio del suo compagno di reparto. Voto 5,5.
Barzagli: Altra serata difficile per il centrale italiano, messo in crisi come tutti i difensori azzurri dai veloci avversari. Se la cava con esperienza in alcune situazioni ma non basta. Voto 5,5.
Chiellini: Spostato con eccessiva facilità da Kagawa in occasione del raddoppio nipponico, appare più volte in difficoltà contro gli ostici avversari. Deve migliorare come tutta la difesa. Voto 5,5.
De Sciglio (il peggiore): Dopo gli elogi della partita precedente, un brutto passo indietro per lui. Sbaglia il retropassaggio costringendo Buffon al fallo da rigore e soffre gli avversari tutta la partita. Dottor Jekyll e Mister Hyde. Voto 5.
De Rossi: Segna il gol che riapre la partita, fa legna in mezzo al campo e innesca l'azione del definitivo vantaggio. Pur non giocando la sua miglior partita fa la differenza. Ammonito, salterà il Brasile. Voto 6,5.
Pirlo: Rispetto alla sfida con il Messico sembra che in campo ci sia il suo gemello scarso. Sbaglia passaggi anche elementari e non riesce mai a far cambiare passo alla squadra. Voto 5,5.
Montolivo: Aiuta poco e male Pirlo in fase di impostazione, non riesce a dare ordine al centrocampo. Si perde Okazaki in occasione del pareggio giapponese, in generale non è la sua serata. Voto 5.
Aquilani: Sostituisce Marchisio in tutti i sensi, compreso il pessimo rendimento in campo. Spaesato e fuori posizione, sostituito per scelta tecnica dopo mezz'ora di nulla. Voto 5.
Giovinco: Da sempre l'idea di essere un po' troppo leggero per questo livello, ma si procura il generoso rigore del pari e segna il gol che decide la sfida, oltre a rendersi pericoloso in altre occasioni. Voto 6,5.
Giaccherini (il migliore): Inizia in sordina, poi come contro il Messico cresce e si rivela importante. Palo a fine primo tempo, nella ripresa costringe all'autogol Uchida e non molla un pallone. Caparbio. Voto 6,5.
Marchisio: Entra e non si vede molto, ma indovina il corridoio giusto per mandare in rete Giovinco. Voto 6.
Balotelli: Passo indietro rispetto alla prestazione precedente. Assistito poco e male dalla squadra, si perde a volte in dribbling e giocate eccessive. Il gol su rigore conferma la sua infallibilità dal dischetto. Voto 6.
Prandelli: Riesce a riprendere per i capelli e vincere una partita che sembrava persa, e che forse meritavamo di perdere. Questo modulo continua a non convincere, dovrà rivedere qualcosa contro il Brasile e in futuro. Voto 5,5.
GIAPPONE
Tattica: Dopo la batosta contro il Brasile, Zac decide di inserire Maeda come punta allargando Okazaki sulla destra. Ottiene un'ottima risposta dai suoi, che in attacco e in fase di palleggio a tratti danno lezione di calcio al centrocampo azzurro. Paga una difesa non all'altezza, ma alla fine gli applausi meritati sono tutti per i nipponici.
Il migliore: In settimana era stato aspramente criticato in patria, così Kagawa decide di zittire tutti con una prestazione fantastica. Segna il secondo gol e fa letteralmente ammattire Maggio con le sue giocate e la sua tecnica. Lui e Honda in coppia sembrano davvero i protagonisti di un noto anime giapponese sul calcio. Voto 7,5.
Il peggiore: L'autogol lo segna Uchida, ma l'errore è tutto del suo collega Yoshida, che commette un'ingenuità incredibile facendosi rubare palla da Giaccherini. Discontinua la prova del centrale nipponico, che quando viene attaccato va spesso in enorme difficoltà. Voto 5,5.
Curiosità: Terzo confronto e seconda vittoria per gli azzurri contro il Giappone, entrambe ottenute in campo neutro. L'altro successo risale al 1936, quando durante le Olimpiadi di Berlino l'Italia di Pozzo si impose con un sonoro 8-0. Finì pari invece la sfida in terra nipponica del 2002, con Doni a rimontare l'iniziale svantaggio.
BRASILE
Tattica: Squadra che vince non si cambia, dice il detto, e Scolari lo segue alla lettera. Mantenuto il modulo con pochi giocatori difensivi e molto talento offensivo, anche se con il Messico soffre di più rispetto alla sfida con il Giappone. Non convincono Oscar e Hulk, mentre Neymar è già un idolo della torcida.
Il migliore: Dicono che la sua crescita negli ultimi anni sia rallentata, eppure Neymar continua a regalare numeri incredibili. Tecnica sopraffina, sblocca la gara con un gran gol e poi la chiude con uno splendido assist per Jo. Per i difensori messicani è un vero incubo, aspettiamo tutti di vederlo in coppia con Messi. Voto 7,5.
Il peggiore: Da promessa per il futuro si sta trasformando in una sorta di oggetto misterioso. Oscar non convince nel ruolo di interno di centrocampo, fatica a trovare la posizione giusta e non entra mai nel vivo del gioco. Deve cambiare passo al più presto, Hernanes è già pronto a prendere il suo posto. Voto 5.
MESSICO
Tattica: Il tecnico De la Torre, sempre più in bilico, rispetto al match con l'Italia avanza un po' la posizione di Dos Santos e avanza Flores come esterno di centrocampo per coprire meglio. Anche stavolta gli va male, l'attacco combina poco e la difesa soffre le accelerazioni del Brasile, che sostanzialmente controlla la partita.
Il migliore: Forse stimolato dal palcoscenico internazionale, forse dalle sue origini (il padre è brasiliano), Giovani Dos Santos si conferma il migliore dei suoi anche contro i verdeoro. Prova a creare qualcosa e a coinvolgere i compagni, ma ancora una volta non è assistito e finisce per predicare nel nulla. Voto 6,5.
Il peggiore: Contro l'Italia era riuscito a farsi vedere segnando un rigore, stavolta Javier Hernandez non lascia mai il segno nella partita. Unico riferimento offensivo dei compagni, il Chicharito non si vede praticamente mai, annullato da David Luiz e Thiago Silva. Sfigura a confronto con Dos Santos. Voto 5.
Curiosità: Quella tra Brasile e Messico è una delle sfide che più si sono ripetute nella Confederations Cup. Questo è il quarto confronto tra le due squadre, il bilancio ora è di due vittorie a testa, l'ultimo incontro si era verificato nel 2005 in Germania, durante il girone: avevano vinto i messicani grazie ad un gol di Borgetti.

domenica 16 giugno 2013

CONFEDERATIONS CUP 2013: PAGELLE PRIMA GIORNATA

Immagine tratta da wikipedia.org
Oggi inauguriamo una nuova rubrica, come già fatto in occasione dei Campionati Europei dello scorso anno. Occhi puntati sulla Confederations Cup e sulle partite che vengono disputate, con i migliori e i peggiori in campo delle due squadre, un breve assaggio sulla tattica e qualche piccola curiosità. Partiamo con Brasile-Giappone, la gara che ha inaugurato il torneo.
BRASILE
Tattica: il calcio d'attacco è sempre stato un marchio di fabbrica dei carioca, Scolari non si sottrae alla tradizione e lancia una formazione spregiudicata, con tre punte, anche se Hulk e Neymar giocano larghi e Fred è il vero centravanti, e due rifinitori molto offensivi come Oscar e Paulinho, oltre a terzini aggressivi come Dani Alves e Marcelo. Con il Giappone funziona, da riprovare contro avversarie più quotate.
Migliori:
-Lo cercano in tanti, l'Inter lo sogna da mesi, e Paulinho continua ad alimentare le voci su di lui, giocando una  bella partita e mantenendo intatto il fiuto del gol, anche quando è costretto a fare il centrocampista e a sacrificarsi con tanto lavoro sporco. Talento emergente, vale davvero i soldi che chiede. Voto 7.
-Se il Brasile può permettersi così tanti attaccanti, lo deve sicuramente alla presenza di Thiago Silva al centro della difesa. Capitano di questa Seleçao, si conferma il difensore più forte al Mondo in questo momento, con una sicurezza e una decisione che spaventano letteralmente gli avversari. La roccia su cui si fondano le speranze di titolo mondiale per i verdeoro. Voto 6,5.
-L'uomo più atteso di questa nazionale brasiliana ha risposto subito presente. Neymar spazza via critiche e cattiverie con il gol che inaugura ufficialmente il torneo e fa sfregare le mani ai tifosi del Barcellona, che già sognano pensandolo in coppia con Messi. Non fa molto altro, ma è un campione con la giocata sempre pronta, può diventare davvero un fenomeno. Voto 6,5.
Peggiori:
-Difficile trovare un giocatore che non ha convinto in una vittoria così netta, eppure qualcuno c'è. Non convince ad esempio Hulk, sacrificato largo e lontano dalla porta, poco incisivo in tutta la gara, lento nel gioco. Dovrà cambiare presto passo, Lucas già bussa alla porta di Scolari per chiedere la maglia da titolare. Voto 5,5.
-Contro un attacco piuttosto leggero e a conti fatti mai pericoloso, ci si aspetta una sicurezza maggiore da Julio Cesar. E' anche colpa, a onor del vero, di questi nuovi palloni sempre più leggeri e imprevedibili, però il portierone ex-Inter non va mai deciso sui tiri da fuori degli asiatici. Ci ha abituato a partite ben diverse. Voto 5,5.
-Se l'avversario ti lascia spazio non puoi evitare di affondare, soprattutto se ti chiami Dani Alves. Invece il terzino del Barça sfigura nel confronto col dirimpettaio Marcelo, limitandosi a qualche sgroppata e poco altro. L'assist per Paulinho è l'unica cosa buona di una gara sufficiente e poco più. Voto 6.
GIAPPONE
Tattica: per nulla intimidito dal numero di attaccanti schierati dall'avversario, Zaccheroni mantiene il modulo con tre trequartisti alle spalle dell'unica punta Okazaki. L'organizzazione in campo è buona, però manca completamente peso al reparto offensivo, e il gol subito dopo tre minuti complica una gara già difficile di per sé. Da non sottovalutare comunque nei prossimi impegni.
Migliori:
-Tra i nipponici il più ispirato è sicuramente Honda, esterno offensivo già noto in Europa da qualche anno. Tecnico e veloce, cerca di trascinare i compagni di squadra e impegna con un paio di tiri la retroguardia brasiliana. Cala alla distanza, ma è un talento che può fare la differenza. Voto 6,5.
-Dura la vita se giochi a centrocampo e di fronte hai dei maestri del palleggio come i brasiliani, ma il capitano Hasebe non ha paura delle sfide e gioca a testa alta. Tecnico e abile in mezzo al campo, gioca una buona partita, sempre presente in aiuto dei compagni, come deve fare un leader. Voto 6.
-Entra a partita già decisa, eppure Maeda ha il merito di essere uno dei pochi a impegnare Julio Cesar e procurare qualche grattacapo alla difesa brasiliana. Giocatore esperto, fa meglio del giovane Kiyotake e si candida con prepotenza ad una maglia da titolare per il prossimo incontro. Voto 6.
Peggiori:
-E' vero che aveva di fronte un mostro come Thiago Silva e un altro cliente scomodo come David Luiz, però Okazaki non riesce a fare niente di buono in tutta la gara. Leggero e poco incisivo, spreca una delle poche occasioni buone, e per il resto non si vede mai. Male, può e deve dare di più. Voto 5.
-Non è la partita giusta per i giocatori offensivi della squadra nipponica, come il giovane trequartista Kiyotake. Gioca in Germania come Okazaki, e anche lui affonda davanti ai rocciosi centrali brasiliani, non riuscendo a fare nulla di buono. Contro Italia e Messico dovrà giocare in modo diverso. Voto 5.
-Se la sicurezza di una squadra inizia dal portiere, allora l'errore sul gol di Paulinho pesa come un macigno sulla partita di Kawashima. L'estremo difensore nipponico è incolpevole sugli altri due gol , ma il suo goffo intervento chiude una partita che si poteva ancora riaprire, e questo vale un voto negativo. Voto 5,5.
Curiosità: al terzo confronto in questa competizione, il Brasile riesce finalmente a battere il Giappone, contro cui aveva pareggiato due volte nei precedenti incontri. Nel 1999 la gara era finita 0-0, nel 2005 era arrivato un pirotecnico 2-2, con le firme prestigiose di Robinho e Ronaldinho che non erano bastate per il successo finale.

giovedì 21 giugno 2012

EURO 2012: PAGELLE QUARTI DI FINALE/1

Immagine tratta europei-di-calcio-2012.com

Ecco il nostro giudizio sul primo dei Quarti di Finale di questi Europei. Rispetto al girone, abbiamo deciso di dedicare un po' di attenzione in più alla tattica adottata dalle due squadre e di ampliare il numero di valutazioni sui protagonisti, in positivo e in negativo, della partita.
REPUBBLICA CECA
Tattica: Il credo della squadra di Bilek è sembrato lo stesso per tutta la gara: primo, non prenderle! Terzini meno offensivi e più attenti, squadra corta con ali pronte a raddoppiare sulle fasce, e palla verso gli esterni Pilar e Jiracek, gli unici in grado di dare una scossa in contropiede. L'assenza di Rosicky ha pesato tantissimo, senza gli interventi di Cech il passivo sarebbe stato molto più pesante.
I Migliori:
-Sicuramente il portiere Cech è il giocatore che merita il voto più alto tra i cechi. Salva il salvabile su Ronaldo e Nani, non può nulla sulla rete decisiva dei portoghesi. Dopo le incertezze nel girone, è tornato quello di sempre, ma non è bastato. Voto 7.
-Partita molto solida oggi per i due centrali difensivi e in particolare per Kadlec. Presente su tutte le palle alte insieme al compagno di squadra Kadlec, si danna l'anima per stoppare le numerose avanzate portoghesi, compie alcuni salvataggi importanti. Voto 6,5.
-Gran lavoro, come detto, per gli esterni offensivi della squadra di Bilek. Dei due, Jiracek è sicuramente quello che è riuscito a mettersi maggiormente in mostra. Agisce dalla parte di Ronaldo, la più difficile; se la cava bene e quando può riparte in contropiede con le sue accelerazioni. Voto 6,5.
I Peggiori:
-Nemmeno l'inizio delle gare a eliminazione diretta è servito a risvegliarlo. Baros ha chiuso il suo Europeo come l'aveva iniziato, con una prestazione a dir poco anonima. Non si vede mai, non tira in porta e non aiuta la squadra a salire quando è in difficoltà. In pratica, inesistente. Voto 5.
-Sulla rete decisiva pesa come un macigno l'errore di Gebre Selassie. Pur essendo in anticipo, si fa prendere il tempo da Ronaldo con troppa facilità. Nel resto della partita, soffre troppo quando viene puntato e non è lucido nelle fasi di ripartenza. Voto 5.
-Con Rosicky assente, la manovra offensiva aveva necessariamente bisogno di un suo degno sostituto. Invece Plasil non ha mai inciso nel match, rimanendo schiacciato spesso tra i tre centrocampisti portoghesi e non riuscendo mai a fare una giocata importante. Voto 5,5.
PORTOGALLO
Tattica: La manovra della squadra di Bento poggia inevitabilmente sulle giocate degli esterni, dai terzini alle ali Nani e, soprattutto, Ronaldo. L'allenatore punta molto sui piedi buoni dei centrocampisti per innescare in velocità il contropiede, e chiede più cross con l'ingresso in campo di Almeida. Domina la partita dall'inizio alla fine, con un po' di fortuna e un vero centravanti l'avrebbe chiusa molto prima.
I Migliori:
-La gara contro l'Olanda l'ha davvero sbloccato. Cristiano Ronaldo è tornato quello del Real Madrid, si vede dall'atteggiamento che ha è dal modo in cui cerca ossessivamente il gol. Segna, prende altri due pali, regala giocate da applausi. Porta la squadra in Semifinale quasi da solo. Voto 7,5.
-Tra i tre centrocampisti di manovra, Moutinho è sicuramente quello che fa vedere le cose migliori. Pennella l'assist per la rete di Ronaldo, dirige con personalità il gioco dei compagni e non si tira indietro quando c'è da lottare per il pallone. Voto 7.
-Una delle vere sorprese di questo Portogallo è sicuramente Joao Pereira. Terzino destro a dir poco sconosciuto prima degli Europei, si sta facendo notare per la continuità delle sue prestazioni. Anche oggi bella gara sia in difesa che in appoggio a Nani. Voto 6,5.
I Peggiori:
-Dispiace girare il dito nella piaga, ma francamente non è semplice giustificare la presenza di Postiga al centro dell'attacco portoghese. Si vede solo quando cade a terra e chiede il cambio, per il resto non pervenuto. Chissà che la sua assenza non influisca addirittura in positivo sulla squadra...Voto 5.
-All'esordio in questo torneo, Hugo Almeida non ha certamente lasciato il segno. Centravanti molto fisico, non sfrutta a dovere i cross e non riesce a dialogare bene con i compagni. Se l'infortunio di Postiga sarà serio, avrà un'altra chance per rifarsi. Voto 5,5.
-Con i terzini avversari costretti sulla difensiva, ci si aspetta molto di più da un giocatore di talento come Fabio Coentrao. Il difensore del Madrid non si fa vedere quasi mai in attacco, e soffre più volte le incursioni di Jirasek dal suo lato. Può e deve fare meglio. Voto 5,5.
Curiosità: Terzo incontro tra cechi e portoghesi in un Europeo, secondo in occasione dei Quarti di Finale. Il precedente risale al 1996, e anche in quel caso la sfida finì 1-0, ma stavolta in favore dei boemi, grazie ad una rete di Poborsky, visto poi in Italia con la maglia della Lazio.

domenica 10 giugno 2012

EURO 2012: PAGELLE SECONDA GIORNATA

Immagine tratta da sporteconomy.it

Ecco le pagelle di questa seconda, emozionante giornata dell'Europeo 2012.
OLANDA
Il Migliore: Difficile trovare qualcuno da salvare, nel naufragio olandese. Su tutti, do almeno la sufficienza a Willems, il terzino sinistro della squadra. Appena diciottenne, non si mostra affatto intimidito e gioca una partita discreta, chiudendo bene sulla sua fascia. Voto 6.
Il Peggiore: Al contrario, qui ce ne sarebbero molti di nomi da fare. Su tutti, dico Van Persie perché, dopo una stagione così prolifica, ha steccato clamorosamente. Impreciso sotto porta, poco inserito nella manovra della squadra. Tutti lo vogliono, deve dimostrare di essere un top player. Voto 5.
DANIMARCA
Il Migliore: Sarebbe facile premiare l'autore del gol Krohn-Dehli, io invece dico Agger. Dopo alcune stagioni difficili al Liverpool, oggi ha giocato da vero capitano, chiudendo ovunque e guidando i compagni alla vittoria. Perfino Kjaer al suo fianco non ha sfigurato...Voto 7.
Il Peggiore: Tra tante note positive, forse l'unico a non brillare è stato Eriksen. Giovane stella dell'Ajax e promessa del calcio danese, si è visto poco e non ha lasciato tracce della sua classe in questa partita. Avrà altre occasioni per mettersi in mostra. Voto 5,5.
Curiosità: I danesi hanno battuto l'Olanda nelle semifinali di Euro 1992, quando tra lo stupore generale vinsero il torneo. Di contro, gli olandesi sono stati sconfitti l'ultima volta all'esordio nel 1988, proprio l'anno in cui hanno vinto gli Europei. Dunque, precedenti favorevoli sia per l'una che per l'altra...
GERMANIA
Il Migliore: Sembrava dovesse essere la riserva di Mertesacker, invece Hummels non solo è partito titolare, ma ha disputato un'ottima partita. Preciso in chiusura, puntuale di testa, dotato di un buon palleggio, questo giovane difensore promette molto bene. Voto 7.
Il Peggiore: Non è semplice indicare un cattivo, forse merita una citazione in questo senso Thomas Muller. Rivelazione due anni fa ai Mondiali, viene da una stagione deludente, e anche il suo rendimento in Nazionale ne risente. Poco incisivo, soffre molto Coentrao sulla sua fascia. Voto 5,5.
PORTOGALLO
Il Migliore: Nella media della squadra, possiamo dare la palma del migliore a Fabio Coentrao. Bravo nelle coperture, si fa notare molto in fase di spinta, e dal suo lato crea insieme a Ronaldo i problemi maggiori per i tedeschi. Voto 6,5.
Il Peggiore: Il Portogallo non è storicamente una squadra che segna molti gol. Se poi il suo centravanti è Helder Postiga, diciamo che le difficoltà aumentano. A dir poco evanescente, si fa notare quando prende il giallo per un fallo su Neuer, poi viene annullato dai centrali tedeschi. Voto 4,5.
Curiosità: Un minuto prima del gol decisivo, Gomez stava per lasciare spazio a Klose. Nonostante il gioco fosse fermo, il cambio non è stato effettuato, e subito dopo è arrivata la rete del successo tedesco. Quando si dice il caso...
A domani con le nuove pagelle!