domenica 30 dicembre 2012

GORDON BANKS, 75 ANNI NELLA LEGGENDA

Immagine tratta da linkiesta.it
7 giugno 1970, Guadalajara, Messico. Si sta disputando la seconda partita del terzo gruppo della Coppa "Jules Rimet" (dall'anno seguente Coppa del Mondo), che vede di fronte l'Inghilterra di Moore e Bobby Charlton, campione uscente, e il Brasile dei fenomeni Pelé, Jairzinho, Rivelino e Tostao. Sono passati appena dieci minuti dal fischio d'inizio, i Sudamericani stanno attaccando senza sosta, il capitano Carlos Alberto imposta un'azione sulla destra, serve l'ala Jairzinho che salta il marcatore Cooper e dal fondo crossa al centro per Pelé, che brucia sul tempo il marcatore Wright e schiaccia la palla nell'angolo di testa. Lo stadio grida "Goal!", il centravanti è già pronto a esultare, ma all'ultimo istante una mano respinge il pallone proprio sulla linea di porta, alzandolo oltre la traversa. L'autore di quella prodezza si chiama Gordon Banks, uno dei più grandi portieri nella storia del calcio, di certo il più amato dagli inglesi, e oggi festeggia 75 anni.
Come per molti ragazzi della sua epoca, anche per Banks il calcio all'inizio è una semplice passione da alternare con le dure ore di lavoro: portiere fin da giovane, gioca in una squadra di minatori quando lascia la scuola e inizia a lavorare, come portatore di carbone prima, e muratore poi. Per caso, viene notato da un osservatore del Chesterfield, squadra di seconda categoria inglese, che gli offre uno stage di tirocinio e, a seguito delle sue buone prestazioni, lo inserisce prima nella squadra giovanile, e poi in quella delle riserve. Dopo il servizio militare in Germania, durante il quale vince un torneo amatoriale con il suo reggimento, Banks riceve il primo contratto da professionista nel Chesterfield, con cui arriva in finale di Coppa d'Inghilterra giovanile, persa contro il fortissimo Manchester United, e debutta in prima squadra nel 1958, nella Terza Divisione del calcio inglese.
Nell'estate del 1959, il Leicester decide di puntare su di lui e lo porta in Prima Divisione, facendolo esordire in campionato quasi subito e consegnandogli la maglia da titolare già nella seconda parte della stagione. Con il suo nuovo club, Banks disputa due finali di Coppa d'Inghilterra (1961 e 1963), entrambe perse, e altre due di Coppa di Lega, con una vittoria nel 1964 e una sconfitta l'anno seguente, e si afferma lentamente come uno dei portieri più forti d'Inghilterra. Già nel giro della Nazionale dal 1962, quando viene convocato per i Mondiali in Cile come terzo portiere, ottiene la fiducia del nuovo tecnico Alf Ramsey, che vuole puntare su di lui per costruire una squadra vincente in vista del Mondiale casalingo. Banks esordisce in Nazionale nel 1963, in una sconfitta casalinga contro la Scozia, e da allora è sempre considerato il titolare nel ruolo del portiere, scelta confermata dalle sue prestazioni in continua crescita. Nel 1966, durante il Mondiale disputato in casa, l'Inghilterra riesce nell'impresa di laurearsi per la prima, e finora unica volta nella storia, Campione del Mondo. Banks si distingue soprattutto nella seconda parte del torneo, disputando due buone partite in semifinale contro il Portogallo di Eusebio e nella finalissima contro la Germania Ovest di Haller, Seeler e Beckenbauer. In tutto il torneo, gli inglesi subiscono appena tre reti, e Banks è uno degli eroi di questo grande trionfo sportivo, che quattro anni più tardi gli varrà il titolo di baronetto.
Dopo il Mondiale, il portiere è tuttavia costretto a cambiare club, perché nelle giovanili del Leicester si mette in mostra un ragazzo, Peter Shilton, su cui il club intende investire molto per il futuro. Banks passa allo Stoke, con cui vince un'altra Coppa di Lega, e intanto continua a difendere egregiamente i pali della sua Nazionale. Negli Europei del 1968, l'Inghilterra si deve accontentare del terzo posto, sconfitta in semifinale dalla sorprendente Jugoslavia, e due anni dopo arriva in Messico per difendere il titolo conquistato in casa quattro anni prima. Durante il girone, è protagonista dello straordinario intervento che abbiamo descritto all'inizio, quando manda il pallone in angolo con un colpo di reni incredibile, tanto da meritarsi i complimenti di Bobby Moore e, dopo la rabbia iniziale, dello stesso Pelé, che dirà in seguito: "In quel momento ho odiato Banks più di ogni altro calciatore, non potevo crederci. Ma quando è passata l'ira, ho dovuto applaudirlo con tutto il cuore. Era la più grande parata che io avessi mai visto." Per la cronaca, il Brasile vincerà comunque la partita con un gol di Jairzinho, ma sarà l'unica rete subita da Banks, imbattuto nelle altre due gare del gruppo. Prima dell'attesa sfida dei quarti di finale, la rivincita della finale del 1966 tra Germania Ovest e Inghilterra, un problema intestinale blocca Banks e lo costringe ad assistere alla partita dall'albergo. Gli inglesi vanno in vantaggio per 2-0, ma un errore del portiere di riserva Bonetti ridà speranza ai tedeschi, che pareggiano e vincono nei supplementari. Il tecnico Ramsey commenterà con rammarico: "Di tutti i giocatori che potevamo perdere, abbiamo perso proprio lui."
La carriera di Banks dura solo un altro paio di anni dopo i Mondiali messicani: nell'ottobre del 1972, mentre torna a casa dopo un allenamento, ha un piccolo incidente con la sua auto. All'inizio non sembra niente di grave, invece il colpo subito danneggia il suo occhio destro, compromettendo così la sua visione bioculare e rivelandosi un ostacolo insormontabile per permettergli di giocare ancora ad alti livelli. Il portiere è costretto a lasciare il club e la Nazionale, con cui ha giocato 73 partite, l'ultima disputata in Scozia, contro la stessa avversaria con cui aveva debuttato, e lo sostituisce proprio quel Peter Shilton che aveva preso il suo posto nel Leicester. Dopo il ritiro forzato, Banks si dedica al ruolo di talent scout e di allenatore per club minori, ritorna anche in porta in alcune occasioni, in Inghilterra e negli Stati Uniti, ma ormai si tratta di prestazioni sporadiche, ben lontane dai suoi anni d'oro.
La sua fama è rimasta inalterata in tutti questi anni, i britannici ancora lo considerano il miglior portiere inglese  di tutti i tempi, e di recente l'IFFHS (Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio) l'ha nominato secondo miglior portiere della storia, dietro solo al mitico Lev Jasin e davanti ad un altro mostro sacro come Dino Zoff. Al di là delle statistiche e delle classifiche di esperti e tifosi, rimarrà sempre famoso per la sua straordinaria agilità, per i riflessi e per la concentrazione con cui riusciva a compiere interventi che molti ritenevano impossibili. Proprio come in quel pomeriggio a Guadalajara, quando si superò davanti agli occhi del mondo intero, in quella che è forse la parata più bella nella storia del calcio.

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