venerdì 17 ottobre 2014

SOMMERSI DALLE CHIACCHIERE

Immagine tratta da educalcio.it e modificata su befunky.com
Help.
Sommersi dalle chiacchiere. Dalle parole, dalle dichiarazioni. E' un'ondata inarrestabile. 
Balotelli che accusa Prandelli di non essere un vero uomo, e dà ragione a Conte sulla sua non convocazione, poi De Sanctis che indica come il "Sistema Juve" sia imbattibile, appoggiandosi alle dichiarazioni di Totti, che aveva suggerito ai bianconeri di giocare un torneo a parte, dato lo smaccato favoritismo arbitrale. E ancora la moglie di Andrea Agnelli, che a sua volta invitava Totti a emigrare, con Buffon che indicava la strada del "non inveire contro il direttore di gara", mentre su Twitter Bonucci invitava i romanisti a "sciacquarsi la bocca". E Garcia che si accorgeva che l'area di rigore della Juve è di 17 metri, mentre Allegri scopriva come la Juve avesse tutti contro.
Basta!
E' una gara a chi la spara più grossa, a chi riesce a ottenere il titolone in prima pagina. Tutti fomentati da televisioni e giornali che altro non aspettano che sbattere a otto colonne polemiche, liti a distanza e frasi ad effetto.
Tutto è distruttivo, bianco o nero (senza riferimenti alla Juventus), di qua o di là. L'obiettività è da tempo accantonata a favore di una continua "guerra tra poveri", che al solito fa sempre il gioco dei ricchi.
Come al tempo dei romani (senza riferimento ai romanisti), con l'Imperatore bello tronfio in tribuna che si divertiva a veder scannare tra di loro i gladiatori.
Insomma, quello che succede la domenica sul terreno di gioco oramai è diventato solo un pretesto per poi parlare, polemizzare e avere altro materiale su cui scontrarsi e fomentare odi e rivalità per i successivi giorni della settimana.
Ogni evento in campo è finalizzato allo scoop. Un infortunio fa già partire il toto sostituto sul mercato, una larga sconfitta reca sempre in fondo all'articolo l'insinuazione del prossimo esonero e i nomi dei sostituti (anche senza avere avuto imbeccate certe). Un'espulsione o un'ammonizione in più per un giocatore in diffida, manda già all'erta i complottisti.
E i gesti tecnici sono usa e getta. Sono belli da rivedere e da consumare entro 4-5 ore da quando accadono, poi stop, e via al più redditizio vociare indistinto di giocatori, ex giocatori, espertoni e dirigenti fomentati da giornalisti con la bava alla bocca.
E l'amore verso il calcio si trasforma in una tensione continua, in un contrapporsi esasperato e nauseante. 
Così è troppo. Siamo sommersi dalle chiacchiere. 
Più campo, meno polemiche. Più gesti tecnici, meno interviste.
Magari si venderà qualche copia in meno, ma si crescerà una generazione più interessata al divertimento in campo, che all'odio, alle polemiche e alle contrapposizioni fuori dal rettangolo di gioco.

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