martedì 21 ottobre 2014

PERDERE PER CRESCERE

Immagine tratta da lettera43.it
Dal sogno all'incubo, il passaggio è stato davvero breve, lo spazio di una trentina di minuti al fischio d'inizio. Di sicuro questa rimarrà una pagina amara nella storia europea della Roma e del calcio italiano, come accaduto del resto con tutti i tonfi pesanti delle nostre portabandiere in passato. Da qui, però, a iniziare con i soliti disfattismi e con i titoloni catastrofici tipici dei giornalisti nostrani, mi sembra che sia decisamente eccessivo.
E' vero, i giallorossi oggi sono usciti tremendamente ridimensionati e bastonati dal confronto con una delle migliori formazioni europee, il Bayern Monaco di Guardiola. E' vero, la stessa serie A con i suoi massimi dirigenti e organismi deve farsi qualche domanda se la formazione che ha espresso, a mio modo di vedere, il miglior calcio nella penisola dall'inizio della stagione è sembrata una provinciale al cospetto dei potenti del Continente. Tutto vero, ma come da tutte le sconfitte non bisogna abbattersi o andar giù pesante con le critiche, al contrario è molto più costruttivo incassare il colpo e trarre nuova energia per migliorare e andare avanti nel calcio che conta. Mi sembra piuttosto evidente stasera i tedeschi abbiano giocato la partita perfetta o quasi, mentre al contrario la Roma è sprofondata in un vortice negativo che l'ha trascinata sempre più in basso. I veri valori non sono certamente questi, non ci stanno sei gol tra le due squadre, devono esserne consapevoli tutti, in primis Garcia e i suoi ragazzi, che stanno portando avanti un processo importante di crescita e qualità. Non dimentichiamo poi che solo qualche settimana fa tutti incensavano i giallorossi per l'ottimo pareggio conquistato a Manchester contro il City, che teoricamente è un'altra potenza del calcio europeo, per di più con il vantaggio del fattore campo. Totti e compagni hanno cercato di riproporre lo stesso spirito questa sera, non hanno fatto barricate davanti ad una corazzata ma hanno cercato comunque di giocare il loro calcio. E' andata male, e dieci minuti di completo blackout hanno aumentato le dimensioni della sconfitta, ma l'idea era ed è giusta.
Non è snaturando il proprio gioco che si fa strada in Europa, le italiane vincenti hanno sempre avuto un'idea di calcio che hanno portato avanti fino alla fine, magari passando per sconfitte dolorose prima di centrare grandi obiettivi. I margini di miglioramento ci sono e sono evidenti, ma la base è altrettanto solida, ed è quindi giusto imparare la lezione, chinare il capo e andare avanti per questa strada.  E' da queste considerazioni che la Roma dovrà ripartire in Europa, ed è quella la mentalità che deve avere anche la Juventus, uscita anche lei sconfitta nel confronto con quella che è in teoria la più forte del suo gruppo, e chiamata domani ad un'importante risposta in Grecia. Anche i bianconeri devono dare un segnale forte, dimostrare all'Europa che non sono forti solo in Italia, che sono degni di tornare davvero tra le big del continente. C'è bisogno di questo, perché è vero che il nostro campionato non è più quello ricco, spettacolare e vincente di una volta, ma forse è proprio da esempi di gioco e programmazione che si può tornare ad ottenere risultati.
Tra l'altro, c'è un precedente che potrebbe essere esemplare più di tante altre parole: nel 2007, la Roma subì un altro pesante 7-1, in casa del Manchester United di Rooney e Cristiano Ronaldo, anche in quel caso esagerato e bugiardo per il reale valore delle due squadre. I ragazzi di Ferguson sebravano destinati a spazzar via chiunque, ma al turno seguente si trovarono di fronte il Milan, e tutti si ricordano chi fu a vincere e, a fine anno, ad alzare al cielo la Coppa dalle grandi orecchie...

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