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Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com |
Un Cagliari coriaceo e concreto ha la meglio su un'Inter che di grande squadra ha solo più il blasone del suo nome. 2-0, e a poco servono le recriminazioni sul rigore dubbio concesso a Pinilla dal sig. Celi. L'Inter infatti, una volta subita la rete del vantaggio sardo, si squaglia come neve al sole, nessuna reazione anzi, un crollo verticale che poteva portare un passivo ben più ampio. E far passare questa sconfitta come "un dominio per un'ora", o "partita condizionata da un errore arbitrale", come sta avvenendo, è sempre il solito tentativo mediatico di togliere le colpe (evidenti) di un allenatore totalmente nel pallone.
L'Inter non esiste, basta un Cagliari sottoritmo e attento per vincere a mani basse, dominando la ripresa.
L'inesperto e arrogante Stramaccioni dà sempre la colpa gli infortuni, agli arbitri, ai pali, alla sfortuna e mai a sè stesso. L'Inter non ha lo straccio di un gioco, difende malissimo e attacca solo con sortite singole e giocate estemporanee dei suoi giocatori migliori.
E Stramaccioni sembra stia giocando a Football Manager, il gioco manageriale di calcio più famoso, cambiando schema ogni due partite e mettendo Samuel centravanti nella mezz'ora finale. E un ex allenatore della Primavera che preferisce schierare in attacco Walter Samuel a discapito di un giocatore di ruolo delle giovanili nerazzurre, deve far riflettere sulla confusione che attanaglia l'incerottata e mal costruita squadra nerazzurra.
Lopez, al confronto con il più reclamizzato tecnico romano, sembra di un altro pianeta. Plasma l'undici che manda in campo sulla squadra avversaria, e con la mossa di Pinilla per Dessena, dà più profondità al tridente, che sfonda al cospetto di una difesa immobile e poco reattiva.
L'Inter piange e conquista i titoloni per il rigore su Pinilla, ribadiamo molto generoso, ma dovrebbe piangere e piangersi addosso per il secondo gol. Roba da scapoli contro ammogliati: a difesa schierata, Pinilla avanza entrando letteralmente in porta, senza trovare un avversario che gli si fa incontro. Ed Ibarbo ha ridicolizzato i vari Juan Jesus, Silvestre ed Alvaro Pereira, gente acquistata per decine di milioni complessivi, che sembra ora gente inadatta alla Serie A.
E dire che la formazione titolare schierata dal Cagliari, sembrava partorita da Stramaccioni stesso. Sedevano in panchina, infatti, Sau e Pinilla, e dopo 5 minuti si è rotto Cossu.
Nainggolan, poi, era squalificato.
Tre tra i migliori uomini offensivi della squadra isolana, che andavano così a pareggiare le defezioni di Milito, Cassano e Palacio dell'Inter. ThiagoRibeiro- Cabrera- Ibarbo, questi i tre uomini più avanzati del Cagliari, a dispetto dei tanto reclamizzati Guarin- Alvarez- Rocchi, non hanno sfigurato. E così Cambiasso- Gargano- Kovacic non sono sembrati tanto migliori di Dessena- Conti- Ekdal. In difesa poi, si schierava Murru, classe '94, e Perico, che non giocava da mesi.
Contro questo Cagliari, l'Inter senza 3-4 titolari, avrebbe comunque potuto e dovuto vincere, dominare, chiudere gli avversari. Come avrebbe sicuramente fatto la Juve, o il Milan. Specie perchè non si giocava neppure a Cagliari, ma al solito in giro per l'Italia. Ricordiamoci anche come il 4-2-3-1 di Spalletti alla Roma, uno dei migliori sistemi di gioco degli ultimi dieci anni italiani, con Totti centravanti, nacque dalle defezioni offensive della squadra giallorossa.
La serenità e la mentalità fanno la differenza, la sicurezza di saper cosa fare, come giocare. Senza improvvisare di partita in partita.
Pagelline: Agazzi 6; Perico 6, Rossettini 6,5, Astori 6,5, Murru 7; Dessena 6,5 (57'Pinilla 7,5), Conti 5,5, Ekdal 6 (86'Casarini sv); Cossu sv (7'Cabrera 7); ThiagoRibeiro 5,5, Ibarbo 6,5.
Pulga-Lopez 7.
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