domenica 24 marzo 2013

PANNI SPORCHI

Immagine tratta da gazzetta.it e modificata su befunky.com
I panni sporchi si lavano in famiglia.
E oggi i panni sono più sporchi che mai: lavatrici a pieno regime nei retrobox di RedBull, Mercedes e Ferrari.
La RedBull fa doppietta: Vettel vince su Webber dopo un sorpasso rischioso, epico, bellissimo e grintoso. Peccato che a Webber (e forse pure al tedeschino) avessero detto di settare la vettura in "velocità di crociera", come dichiarato da lui nel post-gara. E quindi il sorpasso suona un pò come un bel tradimento.
Seb ora si sta scusando con il mondo. Con la squadra imbufalita con lui e con il compagno di team che sul podio l'ha trattato come la mamma quando il figlio è stato appena bocciato: sguardo truce e botte pronte a partire da un secondo all'altro. "Dovevamo rimanere nelle posizioni in cui eravamo", "Ho fatto un grosso errore", "Ho fatto un casino in quella situazione", queste sono le dichiarazioni del tricampione, condite da un inspiegabile "Non l'ho fatto però deliberatamente".
Cioè, hai visto un micro pertugio tra la macchina di Webber e il muro e ti ci sei buttato, ti si è tappata la vena e ti è andata bene. Un pazzo? O è questo l'istinto dei veri campioni? Quelli che non accettano di arrivare secondi nemmeno a freccette. Il confine è labile.
Ma comunque musi lunghi.
Immagine tratta da formula1.com
Come nella famiglia Mercedes, buonissime 3° e 4° con Hamilton davanti a Rosberg. Consistenti e veloci per tutta la gara, con Rosberg che a fine gara era più veloce di Hamilton e che ha più volte chiesto strada al muretto box. Ma Ross Brawn gliel'ha negata, ordinando di congelare le posizioni, motivando che era insensato darsi battaglia. 
Rosberg ha accettato, sostenendo che se le posizioni fossero state inverse, l'ordine dai box sarebbe stato lo stesso. Illuso? Barrichellizzazione-Massizzazione-gregarizzazione in corso?
Ai posteri l'ardua sentenza. Quindi musi un pò lunghi sul podio e anche giù dal podio.
Il panno sporco in Ferrari riguarda Fernando Alonso. Il nodo è proprio Fermando Alonso. Sì avete letto bene, Fermando, perchè il box doveva fermare Alonso, con l'ala anteriore a penzoloni dopo la curva 2, per aver baciato il posteriore di Vettel. Nel dubbio se cambiare musetto e pneumatici (a inizio gara si era sulle intermedie su pista in rapido asciugamento) nel momento giusto, si decide (Alonso? La squadra?) di cercare di resistere almeno altri 1-2 giri.
Cavolata colossale: a fine rettilineo dei box l'ala si stacca e si piazza sotto la vettura. Nessuna direzionalità, l'asturiano finisce dritto e insabbiato. Amen, gara andata.
Chi troppo vuole, nulla stringe. Si è tentato di resistere per prendere bei punti e si è restati con un pugno di mosche in mano. Immemori di aver perso il Mondiale 2012 anche per i due ritiri al primo giro. Squadra e pilota si coprono l'un l'altro. Non sapremo mai chi ha deciso di non fermarsi.
Ma amen. Vettel è a 40. Alonso a 18. Più che eloquente.

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